cognomi_italiani_d
Italian Surnames - Cognomi Italiani - D
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DABBENE
DABBENI |
Dabbene ha un ceppo a Palermo ed uno piemontese, a Torino, Candiolo e Rivoli nel torinese, uno ad Asti, ed uno a Santa Vittoria d'Alba, Bra e Marene nel cuneese, Dabbeni. estremamente raro, parrebbe del basso bresciano, potrebbero derivare da un'alterazione del nome ebraico Dibon, o anche da una forma patronimica del nome germanico Abon, a sua volta derivato dalla radice germanica alb (elfo), ma si può anche ipotizzare, con maggior credibilità, una derivazione dal termine medioevale francese d'aubain, che nel medioevo aveva assunto il significato di straniero, derivando dal termine latino medioevale alibanus (colui che era sottoposto ad un diverso feudatario), a sua volta derivato da ali, contrazione di alius (altro, diverso) e banus (signore feudale). |
DABELLANI | Specifico bresciano
integrazioni fornite da Giacomo Ganza è possibile che il cognome possa derivare dal toponimo Bellano paese del lago di Como "Da Bellano". |
DA BO'
DAL BO DAL BO' |
Da Bò è unico, si tratta molto probabilmente di un errore di trascrizione del cognome Dal Bò, che sembra specifico del trevisano, di Treviso, Preganziol, Vittorio Veneto, Conegliano e Oderzo, Dal Bo è ancora più diffuso nel trevigiano, nel pordenonese e ad Udine, dovrebbero derivare dal termine bove ad indicare probabilmente una situazione economica florida della famiglia. |
D'ABROSCA | Molto raro è tipico del casertano. |
DACCHILLE
D'ACCHILLE DACHILLE D'ACHILLE |
D'Acchille, quasi unico, parrebbe dell'area abruzzese, Dacchille, molto molto raro, sembrerebbe specifico di Palo del Colle nel barese, anche se presenta un piccolo ceppo anche a Manfredonia nel foggiano, D'Achille sembrerebbe specifico dell'area abruzzese, laziale, di Palombaro nel teatino e Castel di Sangro nell'aquilano, di Roma e Velletri nel romano, di Bassano Romano nel viterbese e di Latina, con un piccolo ceppo a Palo del Colle nel barese ed a Manfredonia nel foggiano, Dachille, molto raro, è specifico di Palo del Colle nel barese, tutti questi cognomi dovrebbero essere forme patronimiche relative a capostipiti i cui padri si chiamassero Achille. |
DACCO' | Della zona compresa tra le provincie di Milano, Pavia e Lodi. Potrebbe
derivare dalla contrazione di un Dalla Corte. (vedi
Cortese)
notizie ulteriori fornite da Gian Luigi Daccò Il cognome Daccò è davvero diffuso tra le province di Lodi, Cremona e sud Milano ma è tipico del Lodigiano, zona di S.Angelo. Credo che l'etimologia più coerente sia : Da Cò, dove Cò in lodigiano significa fontanile, quindi Daccò = Dal Fontanile, dalla Fonte. In comune di Missaglia ( LC ) è attestato fin dal XV° secolo il toponimo Dacò o Dagò (vedi Statuto acque e faglie di Milano, 1346): Il toponimo si modificò, per italianizzazione, in Degore nel XVIII° secolo. Di fatto il cognome Daccò a Dacò non è testimoniato poi in Brianza o nel Lecchese. Più probabilmente anche il toponimo Dacò ha la stessa etimologia del cognome lodigiano: casina Da Cò, cascina del fontanile. |
D'ACCURSO | D'Accurso, molto molto raro, sembrerebbe originario della Sicilia, dell'ennese, zona di Sperlinga e Nicosia, e del palermitano zona di Bisacquino, si dovrebbe trattare di una forma patronimica dove il D' sta per il figlio di, riferendosi ad un padre del capostipite il cui nome era Accursus (vedi ACCORSI). |
DA CHA | Da Cha sembra essere unico, potrebbe derivare da un soprannome dialettale originato dal fatto di essere il capostipite identificabile come quello della casa, probabilmente in un ambiente contadino dove l'abitare in una casa singola era un'eccezione. |
DA COL
DACOL DE COL DECOL |
Da Col è specifico della zona che comprende il bellunese, con Cibiana di Cadore, Mel, Pieve di Cadore e Belluno e l'Alto Adige con Bolzano e Brunico, con un ceppo nel veneziano anche a San Donà di Piave e Venezia, Dacol, praticamente unico, è dovuto ad un errore di trascrizione anagrafica del precedente, De Col è tipicamente veneto, molto diffuso soprattutto nel bellunese, a Belluno, La Valle Agordina, Pieve d'Alpago, Ponte nelle Alpi, Sedico, Feltre, Agordo e Limana, ma anche a Venezia, Decol è praticamente unico e dovrebbe trattarsi di un errore di trascrizione del cognome precedente, questi cognomi dovrebbero indicare la provenienza delle famiglie da zone collinari o montagnose. |
DACOMI
DA COMO DACOMO |
Dacomi, assolutamente rarissimo, sembrerebbe specifico del sudmilanese, pavese e lodigiano, Da Como, molto molto raro, ha un piccolo ceppo nel basso veronese ed uno a Mirandola nel vicino modenese, Dacomo, decisamente meno raro, ha un ceppo piemontese, con un nucleo a Torino e nel cuneese, presenze nella Lombardia occidentale ed in Veneto, l'origine di questi cognomi potrebbe essere dovuta ad una provenienza dei capostipiti dalla città lombarda di Como. |
DA COSTA
DALLA COSTA DALLACOSTA |
Da Costa, molto molto raro, sembrerebbe del nord Italia, Dallacosta è quasi unico, si tratta di una variazione del cognome Dalla Costa, tipicamente veneto, del vicentino in particolare, dovrebbero derivare da nomi di località contenenti la radice Costa, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo almeno dal 1500 ad esempio agli inizi del 1500 a Foza (VI) con il parroco prè Giorgio Dalla Costa e cinquant'anni più tardi a Rotzo (VI) con Domenego quondam Antonio dalla Costa citato in un atto del 1578. |
D'ACQUISTO | Tipico del palermitano, deriva dal nome gratulatorio medioevale Acquisto (vedi Acquisti). |
D'ACUNTO
DE CUNTO DI CUNTO |
D'Acunto è un cognome tipico del salernitano, De Cunto ha un piccolo
ceppo nel casertano, uno a San Severino Lucano, Potenza e Viggiano nel
potentino ed uno a Santa Maria del Cedro nel cosentino, Di Cunto ha un
ceppo a Roccamonfina nel casertano, a Castellabate nel salernitano ed a
Napoli, ed un ceppo nel cosentino a Frascineto e Cassano allo Ionio.D'Acunto è un cognome tipico del salernitano, De Cunto ha un piccolo
ceppo nel casertano, uno a San Severino Lucano, Potenza e Viggiano nel
potentino ed uno a Santa Maria del Cedro nel cosentino, Di Cunto ha un
ceppo a Roccamonfina nel casertano, a Castellabate nel salernitano ed a
Napoli, ed un ceppo nel cosentino a Frascineto e Cassano allo Ionio.
integrazioni fornite da Fabio Paolucci (Salerno) D'Acunto è un tipico cognome campano, cospicuamente diffuso nel Salernitano, sia nel versante interno (Buccino, Battipaglia, Bellizzi, Pontecagnano, Eboli) che, maggiormente, nel capoluogo e nei comuni della Costiera Amalfitana (Vietri sul Mare) e aree limitrofe (Cava dei Tirreni), con propaggini nel Napoletano (a Napoli, Barano d'Ischia, Torre del Greco e Ischia, isola in cui i D'Acunto sono presenti sicuramente, perchè documentati, già dal XVII sec.). Un ceppo D'Acunto ben radicato, ben più folto di quello del Salernitano, è rintracciabile nel basso Lazio, nelle località marittime di Minturno e Scauri, mentre ancora un altro ceppo è ravvisabile in Molise, ad Isernia. Numerose varianti del cognome sono individuabili in tutta l'Italia Meridionale, come Acunto, Acunti, Acunzo, Acunzi D'Acunti, D'Acunzo, D'Acunzi, e Dacunto (quasi unico) in Campania, De Cunto in Basilicata, con maggiore concentrazione nel comune potentino di San Severino Lucano, Di Cunto in Calabria (Frascineto, dove fino all'800 era registrata anche la forma Di Cunta, e Cassano allo Ionio nel Casentino). Un ceppo Daconto, poi originario di Giovinazzo, nel Barese, discende da un tale "mastro Giuseppe da Cunto di Bari, vissuto nel XVIII secolo. Dal punto di vista etimologico, il cognome dovrebbe derivare da uno o più toponimi esistiti in passato, denominati Cunto o Conto, in relazione ad aree di proprietà di personaggi elevati al rango comitale (come poteva essere, ad esempio, un toponimo detto Casale del Conte), ma non si può escludere una possibile derivazione del cognome da un soprannome, attribuito al capostipite per diversi motivi, come la dipendenza da un Conte, la discendenza da questi, la somiglianza fisica con un Conte, o addirittura creato in relazione ai modi di fare e alla baldanza simile a quella di un nobile. La teoria di derivazione più accettabile resta, in ogni modo, quella relativa al toponimo di provenienza, che avrebbe dato luogo a più ceppi Da Cunto o De Cunto e Di Cunto, divenuti poi per trascrizione anagrafica, in seguito a fusione dei termini, D'Acunto e varianti. La forma cognominale De Cunto risulta attestata fin dal XV sec. nei territori della Costiera Amalfitana: un Palamide de Cunto fu Vescovo di Minori dal 1475 al 1483, mentre un suo congiunto, Andrea de Cunto (o D'Acunto), fu prima Vescovo di Minori negli anni 1483 - 84, poi Arcivescovo di Amalfi dal 1484 al 1504, anno in cui morì. Le spoglie dell'Arcivescovo de Cunto furono depositate nella famosissima Cattedrale di Amalfi, in un apposito sacello ancora ammirabile nel suo splendore architettonico. A questo Casato appartenne anche l'Amalfitano Giovanni di Cunto, segretario del Re Ferrante d'Aragona (1458-1494), il quale fu investito dal Sovrano di molti feudi del Salernitano, fra cui Montecorice e Casal Velino. Si ha notizia documentaria che Giovanni di Cunto lasciò nel 1515 i feudi di Cannicchio e Novella (in agro di Montecorice) in eredità al convento napoletano della Madonna delle Grazie, che a sua volta li diede in permuta a Giovan Francesco Poderico nel 1519. Riguardo al citato potente Casato non si rinviene più alcuna fonte dei secoli successivi, probabilmente perché estintosi in linea maschile già a partire dalla prima metà del Cinquecento. Quasi certamente, i De Cunto (o D'Acunto) di Amalfi appena citati, accrebbero in ricchezze e sostanze soprattutto sfruttando il commercio marittimo, favoriti dalla potenza nei mari stabilita dalla Repubblica Marinara di Amalfi, città dove si erano insediati, riuscendo ad elevarsi dal rango mercantile di appartenenza a quello aristocratico con una repentina scalata sociale nello svolgersi di meno di un secolo (fine 400 - inizi 500). Poi, dalla prima metà del Cinquecento, sul Casato cala il sipario del buio documentario. Con ogni probabilità, i D'Acunto erano impegnati in special modo nella redditizia attività legata alla produzione ed al commercio di mercanzie soprattutto in ceramica, prodotta nella cittadina costiera di Vietri sul Mare, a pochi chilometri da Salerno: non a caso, proprio Vietri sul Mare è uno dei maggiori centri di irradiazione dei D'Acunto nel Salernitano. Inoltre, tuttora in tale comune è fiorente la produzione di manufatti in ceramica, attività artigianale il più delle volte tramandata da padre in figlio, non mancando, ancora oggi, e non a caso, aziende familiari del settore gestite da D'Acunto. Ancora un'ulteriore considerazione va precisata. Si è detto, all'inizio del paragrafo, che località di maggiore concentrazione di famiglie D'Acunto sono Minturno e Scauri, suggestive e antiche cittadine dell'area meridionale del Lazio, nella provincia di Latina, confinanti con i territori campani del Casertano, di cui le due località facevano parte fino alla seconda metà dell'800. Sembra evidente, quindi, lo svolgimento del fenomeno di irradiazione dei D'Acunto dalla Costiera Amalfitana a Minturno - Scauri, o viceversa da Minturno alla Costiera se questi erano originari di Minturno, e a tutti gli altri centri costieri del Napoletano e del Salernitano, nonché ad Ischia, come conseguenza dell'attività commerciale svolta dai D'Acunto per secolare tradizione, e in particolar modo nel periodo dei fasti della Repubblica Marinara di Amalfi. Dalle zone costiere, poi, molti rami si sarebbero insediati nelle zone interne della Campania, come ad esempio a Buccino, ultima roccaforte dei D'Acunto, quasi al confine con la Lucania dove invece sono concentrati i De Cunto, dedicandosi alle attività agricolo-pastorali. Resta ancora da verificare se tali ceppi sono originari dell'area di Minturno o della Costiera Amalfitana: solo a titolo informativo, sembrerebbe più accettabile una origine dei D'Acunto appartenente a Minturno (dove tutt'oggi è registrato il numero più consistente delle famiglie D'Acunto di tutta la Penisola, essendo il secondo cognome in ordine di frequenza dopo Conte, da cui potrebbe fra l'altro essersi formato), da cui sarebbero migrati alla volta di altri luoghi marittimi (del Napoletano e della Costiera) per motivi legati alle attività mercantili e artigianali (o legati alla pesca), e soprattutto, quindi, per la presenza di empori commerciali nei succitati luoghi. Non si può escludere, d'altro canto, l'estraneità dei più ceppi D'Acunto da una eventuale origine comune: se la forma cognominale è derivata da un toponimo o da un soprannome, è possibile che molti ceppi omonimi abbiano origini diverse fra loro, e, di conseguenza, non siano ricollegabili all'ipotizzata comune origine. Ad avvalorare la tesi dell'origine dalla cognominizzazione di un soprannome è la presenza, nel XVI sec., del pittore Napoletano Giulio di Angelo alias D'Acunto (o Felice D'Acunto), vivente nel 1562 e autore, tra tante opere, di una Madonna del Popolo col Bambino che accoglie sotto il manto fedeli infermi supplicanti in ginocchio, conservata nella chiesa di S. Maria del Popolo a Torre del Greco. Un ultima riflessione, per sostenere ancora più fermamente l'eventualità che il cognome di molti ceppi D'Acunto possa essersi originato dalla cognominizzazione di un soprannome, è la possibile derivazione etimologica dal termine dialettale "cunto", con il significato di "racconto, filastrocca": si ricordi, a tale proposito l'opera letteraria di Giambattista Basile (1566-1632) intitolata "Lo cunto de li cunti". |
DA DALT
DADALT DA DALTO |
Da Dalt è tipico del trevisano, di Vittorio Veneto, Conegliano, Cappella Maggiore e Gorgo al Monticano, Dadalt, assolutamente rarissimo, parrebbe friulano, Da Dalto è specifico del trevisano, di Vazzola e Conegliano, dovrebbero derivare da nomi di località come Sala di Sopra (dadalt in dialetto) di Gorgo al Monticano o Tramonti di Sopra nel pordenonese, o molti altri simili. |
D'ADAMIO
D'ADDAMIO |
D'Adamio è tipico di San Salvo (CH) e del teatino, D'Addamio è
un cognome tipicamente abruzzese, concentrato a Castelvecchio Subequo (AQ)
ed a Roccaspinalveti (CH).
integrazioni fornite da Dr. Giovanni D'Addamio D'Addamio è un cognome italiano di origine abruzzese, diffuso nella Valle Subequana, in provincia dell'Aquila, e nella zona montuosa compresa tra il fiume Trigno e il fiume Sangro, in provincia di Chieti. Tutte le persone che portano questo cognome sembrano provenire da questi luoghi o essere discendenti da persone che sono emigrate dagli stessi. Eventuali varianti possono essere dovute a errori di trascrizione da parte di soggetti di lingua inglese o spagnola. L'origine di questo cognome è incerta. Apparentemente si tratta di un doppio patronimico (Di - Ad) utilizzato nel sud della penisola italiana, e significa letteralmente discendente di Damio ( Damio è un nome di origine greca : Damio era l'ammiraglio di Eumene II°, re di Pergamo negli anni 197-159 a.C). Potrebbe anche trattarsi di una errata trascrizione anagrafica del più comune cognome D'Addario, molto diffuso su tutto il versante italiano del medio e basso adriatico. Tuttavia la localizzazione geografica, circoscritta in zone montuose o arroccate, il numero esiguo di individui che portano questo cognome e la presenza negli stessi luoghi (in provincia di Chieti ) di un cognome simile e altrettanto poco comune (D'Adamio), lasciano molti interrogativi sia sull'origine del cognome che delle genti. Si tratta di luoghi che nel basso medio evo subirono un progressivo spopolamento a causa della peste del 1348 e dal carattere frequente delle epidemie che fecero la loro ricomparsa a intervalli di circa dieci anni. A ciò si aggiunse la catastrofica sequenza sismica iniziata il 5 dicembre 1456 che è ancora oggi ritenuto il più forte terremoto della storia italiana. Il territorio ubicato della provincia di Chieti, insieme a parte del Molise, venne successivamente ripopolato, intorno al XV-XVI secolo, da popolazioni che sfuggivano all'avanzata ottomana nei Balcani. Tra esse vi erano genti di etnia serbo-croata, greca e albanese ( veggasi la monografia di Milan Resetar - Le colonie serbocroate nell'Italia Meridionale- Vienna 1911 ). Pertanto, non è da escludersi che il cognome D'Addamio sia l'italianizzazione dei cognomi slavi Adamič e/o Addamič, ancora in uso nella Slovenia centrale (Osrednjeslovenska) e in Croazia ( Quarnaro e Zagabria). Posta l'origine adriatica del cognome, la presenza dei D'Addamio nella Valle Subequana, si deve probabilmente ad una successiva migrazione interna verso Castelvecchio (ora Castelvecchio Subequo) che tra il basso medioevo e l'inizio del Rinascimento, visse il periodo più bello della sua storia: acquistò importanza per il numero di botteghe e il raffinato gusto dei suoi artigiani, diventò un luogo di commercio e richiamò l'attenzione dei paesi circonvicini; qui si svolgevano periodiche fiere e mercati rinomati. Castelvecchio, posta in un luogo strategico del territorio, nei pressi della Via Claudio Valeria, già dal periodo bizantino aveva scambi commerciali con Lanciano e Vasto ed era uno dei paesi inseriti nel circuito della transumanza. Nonostante non sia stato possibile acquisire notizie attraverso fonti storiche attendibili, è stato possibile accertare che alla fine del XIX secolo i D'Addamio erano presenti solo nei paesi di Roccaspinalveti (CH), Palmoli (CH), Dogliola (CH) e Castelvecchio Subequo (AQ). Un interessante indizio a conferma dell'origine croato-ragusea dei D'Addamio lo troviamo a Castelvecchio Subequo, dove un ramo della famiglia ha conservato attraverso i secoli, quale soprannome, la forma abbreviata di un antico saluto in lingua albanese : Tungjatjeta. Si traduce nell'italiano salve o ciao e a sua volta deriva dall'originario saluto T'u ngjatte / zgjatte jeta ossia Possa la vostra vita essere lunga. Era un saluto sicuramente usato a Durazzo e conosciuto anche nella vicina Dubrovnik (L'antica Repubblica di Ragusa, la quinta Repubblica marinara). |
D'ADDA
DADDA |
Originario della zona compresa fra la provincia di Bergamo e quella di Milano, ovvia la derivazione o da qualche toponimo contenente il nome del fiume Adda o dal nome del fiume stesso. Le tracce più antiche si trovano ad Olgiate, dove Leone D'Adda, nel 1356 già disponeva di grandi ricchezze. Nel 1500 il Sansovino esaltò la magnificazione di Giovanni Rinaldo e Francesco D'Adda. |
D'ADDARIO | Diffuso dall'Abruzzo alla Puglia, dovrebbe derivare dal nome Addarius di
cui si hanno tracce ad esempio nel 1700 a Pollutri (CH) con un certo Addarius
Di Rosa e della cui cognominizzazione si hanno tracce verso la fine del 1700
nel Molise a Gambatesa (CB).
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli D'Aaddario è un cognome patronimico dal nome personale Dario, che in epoca classica, sulla scorta del greco Daréios, era pronunciato Darìus. Il significato è 'che mantiene il bene' o 'che possiede beni'. |
D'ADDIO | D'Addio è un cognome tipico del casertano e del napoletano, si dovrebbe trattare di un cognome attribuito da confraternite di carità o conventi a dei bimbi abbandonati. |
DADIE' | Dadié è specifico di Cortina d'Ampezzo nel Cadore, potrebbe derivare da una modificazione dialettale del nome medioevale germanico Dadhari a sua volta derivato dall'unione dei termini dad (azione) cui si è aggiunto il termine hari (armata). |
DA DIO
DE DEO DEDEO DEO |
Da Dio è praticamente unico, De Deo ha un ceppo abruzzese a Pescara,
a Sulmona nell'aquilano ed a Chieti, ed un piccolo ceppo a San Severo nel
foggiano, Dedeo è quasi unico, Deo è originario del salernitano,
possono essere derivati dal nome medioevale Deo
o da forme patronimiche dello stesso. (vedi anche
DI DIO).
integrazione fornita da Giuseppe Concas DEO: cognome raro, presente in 29 Comuni d'Italia, con maggiore diffusione in Campania: Salerno 10, etc. assente in Sardegna. Nel Di.Sto.Sa (Dizionario Storico Sardo, di Francesco Cesare Casula), alla voce Villaspeciosa leggiamo: .Dal 1365 al 1409.il re di Sardegna, Pietro il Cerimonioso continuò a dare il villaggio in feudo ai suoi sudditi, anche se si trattava solo di concessioni nominali, perché Villaspeciosa era in mano agli Arborea.nel 1368 la concesse a Pietro Deo (sic). Nel 1358 scoppia di nuovo la guerra tra il giudicato d'Arborea e il re (aragonese - Pietro il Cerimonioso) di Sardegna. Il testo del Fara (Ioannis Francisci Farae - De Rebus Sardois III) riporta: .Quare feudatarii omnes infrascripti, qui in Sardinia dominatum habebant, debita obsequia in eo bello praestare visi sunt: (pertanto i feudatari di seguito elencati, che avevano in Sardegna i loro domini, in quella guerra prestarono i loro favori alla corona).segue il lungo elenco.(tra cui) Petrus de Deo qui habebat oppidum Villae Speciosae curatorie Norae;.(quindi, nel 1358, Pietro de Deo era già signore di Villa Speciosa ?). Il cognome Deo, tra l'altro, è presente in ben 32 Stati USA: New Jersey con 30/50 nuclei familiari; New York e Michigan contano la maggiore diffusione con 20/25 nuclei familiari etc. |
DAELLI | Concentrato nella provincia di
Milano.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli Il cognome Daelli può suggerire la derivazione per aferesi dai cognomi Redaèlli, o Radaèlli, molto diffusi entrambi nel milanese (vedi RADAELLI). |
D'AFFLITTO | Tipico napoletano, deriva da un soprannome originato dal fatto che il capostipite, Placido Romano, diventato cristiano e fattosi battezzare con il nome di Eustachio, morì martire durante la persecuzione di Adriano e per "l'afflizione che patì detto cavaliere di Cristo, i suoi figliuoli acquistarono il cognome D'Afflitto", i D'Afflitto furono signori di Lizzanello in Puglia. |
DAFFONCHIO | Parrebbe originario della provincia di Alessandria. |
DA FORNO | Da Forno è tipico del bellunese, di Pieve di Cadore in particolare, dovrebbe stare ad indicare la provenienza del capostipite dal paese di Forno di Zoldo nel bellunese. |
DA FRE'
DAFRE' |
Da Frè è tipico dell'area veneto, friulana, di Sarmede soprattutto e di Cordignano, nel trevisano e del vicino pordenonese, Dafrè, quasi unico, sicuramente veneto, dovrebbe essere dovuto ad un'errata trascrizione del precedente, che potrebbe derivare da nomi di località, forse identificate dalla forma apocopata di Fredo (freddo), o da forme patronimiche riferite alla forma apocopata dell'aferesi di nomi come Alfredo o simili. |
DAGA | Daga è tipicamente sardo, con ceppi nel nuorese, a Sindia ed Ollolai, nel sassarese, ad Alghero, Sassari e Villanova Monteleone, a Cagliari e Quartu Sant'Elena nel cagliaritano, ad Oristano e Riola Sardo nell'oristanese ed a Carbonia ed Iglesias, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine sardo daga (corta spada) a sua volta derivato dal latino daga, la corta e larga spada dei legionari romani, forse ad indicare nei capostipiti dei militari. |
D'AGARO | Molto raro è specifico friulano, dovrebbe derivare dal nome medioevale di origine ebraica Agar, di cui abbiamo un esempio in un atto di vendita dell'anno 759: "In Dei nomine. regnante domno nostro Desiderio rege, anno regni eius tertio, mense iunium... ...Signum + manus Agari clerici uindituri et conseruaturi....", è pure possibile una derivazione da un nome di località friulana ora scomparsa, come Agaro (VB) in Val d'Ossola, o anche da un soprannome, ricordiamo che agar in dialetto significa solco, canalone. |
D'AGATA | D'Agata ha un piccolo ceppo tra campobassano e beneventano, che potrebbe derivare dal nome del paese di Sant'Agata dei Goti nel beneventano, ed un ceppo più consistente nella Sicilia orientale, nel messinese, catanese soprattutto e siracusano, che potrebbe derivare dal nome di paesi come Sant'Agata li Battiati nel catanese, o Sant'Agata di Messina. |
DAGGIANO | Tipico della provincia di Taranto è molto raro, potrebbe derivare dall'aferesi del nome italo germanico Andagis, ma è poco probabile. |
DAGLIA | Daglia è specifico di Voghera nel pavese, con altre presenze nel pavese e nell'alessandrino, potrebbe derivare da un antico nome di località ora scomparso, forse legato al nomen latino Allius. |
DAGNANO | Dagnano, quasi scomparso in Italia, dovrebbe essere originario del savonese, probabilmente di Loano, di difficile interpretazione si possono considerare: la provenienza del capostipite dal paese di Agnan in Francia, ma sembra troppo lontano, o anche l'alterazione del nome francese Daguenant. |
DAGNESE | Dagnese è specifico di Torino, dovrebbe trattarsi dell'italianizzazione di nomi francesi come Dagneaux, una forma ipocoristica del nome Daniel (Daniele), ma si potrebbe però anche trattare di un'errata trascrizione di una forma matronimica riferita a capostipiti la cui madre si fosse chiamata Agnese. (vedi D'AGNESE) |
D'AGNESE | D'Agnese ha un ceppo abruzzese nel pescarese a Montesilvano e Pescara, un ceppo nel latinense a Gaeta e Formia, ed in Campania a Napoli ed a Montemarano nell'avellinese, si dovrebbe trattare di una forma matronimica riferita a capostipiti la cui madre si fosse chiamata Agnese. (vedi AGNES) |
D'AGNI | D'Agni è assolutamente rarissimo, probabilmente calabrese, dovrebbe stare ad indicare la provenienza del capostipite dal paese di Agni sull'isola di Corfù in Grecia. |
D'AGNOLO
DE AGNOLI |
De Agnoli, assolutamente rarissimo, parrebbe veneto, D'Agnolo, sicuramente friulano, ha un ceppo a Vivaro nel pordenonese ed uno a Trieste, dovrebbero derivare entrambi da forme patronimice derivate dal nome medioevale Agnolus, una forma arcaica del nome Angelo (vedi AGNOLETTI), ad intendere quindi le famiglie di figli di un Agnolo. |
D'AGOSTINI
D'AGOSTINO DAGOSTINI DAGOSTINO |
D'Agostini ha un ceppo tra Veneto e Friuli ed uno nel Lazio, Dagostini, assolutamente rarissimo, è tipico di Trieste, D'Agostino è diffuso moltissimo in tutt'Italia, ma particolarmente nel centro sud, Dagostino, decisamente più raro è specifico di Giovinazzo (BA) e della zona di Barletta, derivano da ipocoristici o del nome latino Augustus o di soprannomi derivanti dal fatto di essere nati in agosto, riferimento da cui il capostipite ha tratto il soprannome. Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Giovinazzo (BA) almeno dal 1500, quando in un atto viene citato mastro Giuseppe de Agostino di Nola. |
DA GRADI
DAGRADI |
Dagradi è tipico del sudmilanese e del pavese, Da Gradi è quasi unico, dovrebbero derivare da toponimi locali (vedi DE GRADA). |
D'AGREZIA
DAGREZIA DAGREZIO |
D'Agrezia, quasi unico, sembrerebbe avere qualche presenza a Canosa di
Puglia nel barese ed a Venaria nel torinese, Dagrezia, molto molto raro,
è tipico del pavese, di Mortara in particolare, Dagrezio, quasi
unico, è del milanese, dovrebbe trattarsi di forme matronimiche
o patronimiche riferite a capostipiti la cui madre si fosse chiamata con
il nome medioevale latino Agretia ,
o il cui padre si fosse chiamato Agretius,
entrambi di origini galloromane, dell'uso di questi nomi abbiamo un esempio
nell'Historiae Deorum Gentilium: "...de
hac in Horta actum est. Agretius
grammaticus eandem videtur facere Heben et Iuventam: Ab Iuventa, ait, dea quae Hebe graece dicitur, Herculis uxore, Iunium mensem appellatum, in libris priscorum se ait invenisse. Idem et in Fastis Ovidius, quod et in Annis et mensibus nostris etc. commodius retulimus. ..". |
DAGUATI | Daguati, assolutamente rarissimo, ha un piccolissimo ceppo a Cremona e nel cremonese, dovrebbe trattarsi di una forma etnica ed indicare la provenienza del capostipite dalla zona della Val Malenco nel sondriese, dove esiste la località montana di Dagua nei pressi di Chiesa Val Malenco. |
DAHO'
DEHO DEHO' |
Dahò è quasi unico, probabilmente lombardo, Deho è dell'area comprendente le provincie di Pavia e Milano, così come il più diffuso Dehò che sembrerebbe specifico di Miradolo Terme nel pavese e di Milano, con un ceppo anche a Romano di Lombardia nel bergamasco, dotrebbe trattarsi di forme dialettali indicanti l'origine dei capostipiti dal paese di Vhò nell'alessandrino o Vho nel cremonese. |
DAI CAMPI
DAICAMPI |
Entrambi trentini e assolutamente rarissimi, sia Daicampi che Dai Campi
sembrano specifici di Rovereto, dovrebbero derivare da antichi soprannomi
originati dal fatto di provenire il capostipite da una zona chiamata i
Campi.
integrazioni fornite da Danilo Dai Campi Il cognome Dai Campi, chiamato un tempo a Campis, sembra provenire dall'antica villa di Fano Brentonico in Trentino, località ora scomparsa a seguito di una frana, moltissimi atti notarili suggeriscono quest'origine. Qualche traccia si è trovata nella prima metà del 1600 a Grosio (So) con un certo notaio Giovanni Antonio a Campis fu Giovanni di Grosio. |
DAIDONE | Daidone è tipicamente siciliano, dovrebbe derivare dal toponimo Aidone in provincia di Enna, indicandolo così come luogo di provenienza del capostipite. |
DAINA
DAINI DAINO DAINOTTI DAINOTTO |
Daina, molto molto raro, sembrerebbe lombardo, soprattutto del bergamasco,
di Berbenno e Bergamo, e di Milano, Daini ha un ceppo nel bresciano tra
Calcinato e Montichiari, ma il nucleo è in Toscana a Livorno, Pontedera,
San Miniato e Pisa nel pisano, Fucecchio, Firenze e Cerreto Guidi nel fiorentino,
Daino parrebbe siciliano di San Mauro Castelverde (PA) e Palermo, con ceppi
anche nel catanese a San Cono e Caltagirone e nell'agrigentino ad Agrigento,
Ribera e Porto Empedocle, ha un ceppo anche nel napoletano ad Afragola
e Casoria ed uno quasi sicuramente secondario a Milano, Dainotti, molto
raro, ha ceppi siciliani e tra milanese e pavese, Dainotto sembrerebbe
siciliano di Licata e Ravanusa nell'agrigentino, con un ceppo anche a Palermo
ed uno quasi sicuramente secondario a Milano, tutti questi cognomi dovrebbero
derivare direttamente o tramite ipocoristici dal nome medioevale italiano
Dainus,
Daina,
di cui abbiamo un esempio d'uso in un atto del 1529 a Solofra (AV): "...Domaschino
ha pagato a Nicola e Samuele Ebreo, con fideiussione di Vincenzo de Amore
di Napoli.. ..G: nobile P. Angelo Fasano. T: domino Hieronimo Ronca u.j.d.,
egregio notaio Andrea Alfano, clerico Annunzio Alfano, magistro Daino
Ausolerio de Leonardo capitano di Solofra,..",
tracce di queste cognominizzazioni le troviamo in un atto del 1601 dove
si da in concessione a Cefalù (PA): "...l'ortagio
della grassura detta della turri a Paolino
Lo Daino per onze 6...".
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli Dainotti è cognome siciliano, calabrese e lucano. Viene dalla voce siciliani 'dainottu' = piccolo daino. Rohlfs 81. |
DAINESE
DAINESI |
Il primo è tipico dell'area
che comprende le province di Venezia, Padova e Rovigo, il secondo, più
raro sembra più specifico dell'alto bolognese e rovigoto, dovrebbe
derivare dal nome medioevale Dainesio, di cui si hanno tracce ad esempio
ad Imola nel 1400 con l'Architetto Dainesio Maineri, mentre della cognominizzazione
di questo nome si hanno a Bologna nel 1350 con il dottore Sante Dainesi
e troviamo tracce a Padenghe (BS) nel 1650 con tal Zenone Dainesi, come
si legge su un'iscrizione: "...AD MAIOREM DEI GLORIAM
MONUMENTUM DEVOTIONIS ET DEBITI POSUERE ZENONE DAINESIO ED IACOBO SALODINI
...".
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli Dainese è un cognome padovano e vicentino. Viene dai nomi antichi Danesius, ver. 1558, Danixius, milan. 1266; Dainisius milan. Dainése, pad., vic. = Danése (francese le Danois) epiteto di Uggieri nella Onomastica carolingia. Cfr. Olivieri, Cogn. Ven. Euganea, p. 135. Uggieri è la italianizzazione di 'Ogier de Denemarche', denominato anche 'Ogier li Daneis', l'eroe principale della Chanson de Roland. |
D'AIUTO | D'Aiuto ha un piccolo ceppo nel salernitano a Salento, Gioi, Salerno e Serre, uno nel barese a Sant'Eramo in Colle e Bitritto, ed uno nel palermitano, a Palermo, Giuliana e Roccamena, si dovrebbe trattare di una forma patronimica, dove il D'- sta per il figlio di, riferito a capostipiti i cui padri si chiamassero Aiuto (vedi AIUTI). |
DALAI | Dalai ha un ceppo a Verolavecchia nel bresciano ed a Gonzaga e Pegognaga nel mantovano e nel vicino reggiano a Luzzara e Guastalla, di origini etimologiche oscure. |
D'ALBA | Sembrerebbe tipico della Puglia, Bari, Taranto e Uggiano La Chiesa (LE) e Giurdignano (LE), con un ceppo forse non secondario nel palermitano, potrebbe derivare da uno dei tanti toponimi contenenti la radice Alba come ad esempio Contrada Monte d'Alba (BA), ma più probabilmente deriva dal nome spagnolo Alba, pensiamo al vicerè di Napoli il famoso Duca D'Alba. Tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Capurso (BA) nel 1600 con Don Diomede D'Alba arciprete della Chiesa Matrice di Capurso. |
DAL BALCON | Dal Balcon è specifico di Malo nel vicentino, l'origine storico etimologica è oscura. |
DAL BELLO
DALBELLO DEL BELLO DELBELLO |
Dal Bello è un cognome tipicamente veneto, con un grosso ceppo nel trevisano, soprattutto a Fonte, Vedelago, Asolo, Altivole e Castelfranco Veneto, un ceppo nel rovigoto a Lusia ed uno a Padova e nel padovano, Dalbello, quasi unico, è dovuto ad errori di trascrizione del precedente, Del Bello ha un ceppo nel bergamasco, uno tra goriziano e triestino, uno tra anconetano e Piceno, uno nel perugino a Spoleto, uno nel teatino a Lanciano, ed uno a Roma, Delbello è tipicamente triestino, si dovrebbe trattare di forme patronimiche del nome augurale medioevale Bellus (vedi BELLI), dove il Dal ed il Del stanno per figlio del. |
DALBON | Specifico trentino, deriva dal nome medioevale Bono. |
DAL BORGO | Tipico del bellunese tra Pieve d`Alpago e Chies d`Alpago, con un ceppo anche a Venezia e nel ravennate nella zona tra Faenza, Lugo, Cotignola e Bagnacavallo, dovrebbe derivare da soprannomi indicanti la provenienza o da paesi contenenti la radice Borgo, come ce ne sono moltissimi in Italia o nelle città da contrade o rioni denominati appunto il Borgo, nome anche questo estremamente comune. |
DAL BOSCO | Originario dell'area compresa tra le provincie di Verona e Vicenza (vedi Boschi) |
DAL BROLLO | Dal Brollo estremamente raro, sembrerebbe settentrionale, dovrebbe stare ad indicare la provenienza del capostipite dauna sorta di riserva di caccia, derivando il termine dal vocabolo di origine celta broglio (territorio di caccia, territorio chiuso, anche giardino). |
D'ALCAMO | D'Alcamo, decisamente siciliano, è specifico di Palermo e Monreale nel palermitano, di ALcamo nel trapanese e di Calascibetta nell'ennese, dovrebbe derivare dal fatto che i capostipiti fossero originari di Alcamo nel trapanese. |
DAL CANTO | Dal Canto è tipico dell'area pisano, livornese, di Santa Maria a Monte, POntedera, Ponsacco, Cascina, Pisa e Casciana Terme nel pisano e di Collesalvetti, Cecina e Livorno nel livornese, potrebbe derivare da nomi di località, come a solo titolo d'esempio il Canto d'Arco di Lucca, indicandone la provenienza dei capostipiti. |
DAL CASTEL
DAL CASTELLO |
Dal Castel, molto molto raro, è tipico del bellunese, di San Gregorio nelle Alpi, Santa Giustina e Feltre, Dal Castello è specifico dell'area veronese, vicentina, di Cogollo del Cengio (VI) in particolare, ma anche di Badia Calavena nel veronese, dovrebbero derivare da toponimi contenenti la radice castello, come ad esempio Castel d'Azzano (VR) o Castelcucco nel trevisano, o anche da luoghi nelle vicinanze di un castello. |
DAL CERO | Tipico del veronese, dovrebbe derivare dal nomen latino Cerus, nome derivato da quello di una divinità che costituiva l'alter ego maschile della dea Cerere; il nome di questa divinità viene riportata in Valerio Flacco: "Matrem Matutam antiqui ob bonitatem appellabant, et maturum idoneum usui, et mane principium diei; el inferir di Manes, ut supliciter boni apellati essent, et in carmine Saliari Cerus Manus appellatur creador bonus." e in Terenzio Varrone: "...Ianeus iam es, duonus Cerus es, duonus Ianus....". |
DAL CIN
DALCIN |
Tipico del trevisano e della provincia di Pordenone ai confini con quella di Treviso, Dal Cin è specifico in particolare della zona tra Conegliano e Sacile, Dalcin quasi unico è dovuto ad errori di trascrizione, dovrebbe derivare dal nome medioevale Cino di cui abbiamo un esempio nel 1300 con il famoso poeta e insigne giurista Cino da Pistoia. |
DAL DEGAN | Tipico del veronese e vicentino, (vedi Degan). |
DAL DIN
DALDIN DEL DIN DELDIN DIN |
Dal Din, molto raro, è del trevigiano, di Valdobbiadene e di Caerano di San Marco, Daldin, oltre alle presenze nel trevigiano a Pontedi Piave, ha un piccolo ceppo a Faver nel trentino, Del Din ha un ceppo nel bellunese a Talbon Agordino, Agordo e Rivamonte Agordino, ed uno a Meduno nel pordenonese, Deldin è quasi unico, Din, estremamente raro è probabilmente una forma aferetica dei precedenti, potrebbe trattarsi di patronimici riferiti a capostipiti i cui padri venissero chiamati Dino, e dove il Dal- ed il Del- stessero per il figlio di, forse come forme ipocoristiche aferetiche di nomi come Leonardo o Riccardo o altri nomi simili, ma è anche possibile che indichino invece una provenienza dei capostipiti da zone riconosciute in dialetto come Din, possibile forma aferetica di molte località come ad esempio l'agordino. |
DALDOSSI
DAL DOSSO DALDOSSO |
Daldossi è decisamente lombardo dell'area bergamasco, bresciana, di di Bergamo e Pompiano nel bresciano in particolare, Dal Dosso ha un ceppo nel veronese a Verona, Vestenanova, Tregnago, Grezzana, Negrar e Bosco Chiesanuova, ed uno nel vicentino a Schio e Chiampo, Daldosso è tipico di Bosco Chiesanuova nel veronese, dovrebbero derivare dal fatto che i capostipiti provenissero da uno dei vari paesi chiamati Dosso, come Dosso di Albiate nel milanese, Dosso di Azzone nel bergamasco, Dosso di Marmentino nel bresciano Dossobuono nel veronese o altri simili. |
D'ALEMA
DALEMA DALEMMO |
D'Alema, molto molto raro, parrebbe lucano di Matera, con un ceppo anche nel brindisino a Francavilla Fontana e Brindisi, Dalema, quasi unico, è di Matera e dovrebbe essere dovuto ad un errore di trascrizione del precedente, Dalemmo, sempre molto molto raro, è specifico di Manduria nel tarentino, dovrebbero derivare da dorme patronimiche in D'- riferite al nome turco Alem, probabilmente portato dal padre del capostipite (vedi ALEMMA). |
D'ALENA
DALENA |
D'Alena, molto raro, parrebbe originario della Puglia, così come
Dalena tipico del barese.
integrazioni fornite da Alfonso di Sanza d'Alena Le ipotesi più probabili, in merito all'origine del cognome d'Alena sono due: la derivazione da un matronimico, poiché Alena viene descritto come un nome di origine greca o slava, usato come variante di Magdalena o Maddalena; oppure l'origine potrebbe ricercarsi nel significato del sostantivo, ormai desueto, aléna usato sin dal XIII secolo, che starebbe ad indicare respiro, fiato o anche vento o soffio leggero. Il Sergent, 1861, lo precisa come alito difficile; il Devoto, "Dizionario etimologico", Le Monnier, Firenze, 1968, indica: alena, latino medievale (X secolo), metatesi di anela, respiro; Zingarelli, 1970, riporta: aléna, da alenare, s.f., lett. lena, fiato. Il cognome, nella forma latina de Alena, era usato già nel XII e XIII secolo, come testimonia il Manno, che cita una famiglia de Alena dei signori di Moretta (estinta prima del XII secolo), mentre al sud la notizia più antica risale al XIII sec., epoca in cui Carlo d'Angiò con lettera datata 4 aprile 1269, diretta a Dionisio di Amalfi, Procuratore dei beni devoluti al Fisco, ordinò di immettere Matteo de Alena nel possesso dei beni sottrattigli e di affidargli inoltre la custodia del Castello di Valva per conto del Fisco. In seguito lo investì anche del feudo di Campora. In altro documento datato 1280, Matteo de Alena è annoverato tra i baroni del Regno che costruirono e misero a disposizione di Carlo d'Angiò, navi da guerra. Il cognome si è, poi, mantenuto in questa forma fino al XVIII secolo, per assumere quella attuale, d'Alena, nel XIX secolo. Nel XVII secolo la famiglia d'Alena si sposta in Molise a Frosolone con Berardino, per poi dividersi nei due rami dei baroni di Macchia d'Isernia (linea estintasi con Celeste d'Alena + 1938 che sposò il Conte Giulio Frisari di Bisceglie) e dei baroni di Vicennepiane, tuttora fiorente. La diffusione del cognome, che conosce alcune varianti quali Dalena ed Alena, è molto limitata in Italia: in soli 42 comuni per d'Alena, con prevalente presenza al sud, in particolare Puglia e Molise; in 61 comuni nella variante Dalena, anche in questo caso prevalenza al sud, in Puglia; Alena, in soli 3 comuni del nord. |
D'ALEO | D'Aleo è tipicamente siciliano, molto diffuso a Palermo e Gela nel
nisseno, ma comunque ben presente a Trapani, Paceco, Mazara del Vallo ed
Erice nel trapanese, a San Cipirello e Balestrate nel palermitano a Caltanissetta
ed Agrigento, si dovrebbe trattare di una forma patronimica in D'-,
con il senso di il figlio di, riferita
a capostipiti i cui padri si chiamassero Aleo. (vedi ALEI)
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli D'Aleo è un patronimico del nome Alèo, dal greco Alaîos, nome etnico. |
D'ALESSANDRO | Diffuso moltissimo in tutt'Italia,
ma particolarmente nel centro sud, deriva dal nome Alessandro. Cognome
abbastanza antico, visto che se ne trovano tracce già in un atto
del 1431:"...ex parte et mandato eorum offitii filiis
et heredibus Ughonis de Alexandris...",
e in un titolo di credito del 1443 stilato in Firenze: "....Item
prefati operarii simili modo et forma declaraverunt debitores Opere prefate
in florenis auri undecim libris sexaginta novem et soldis tredecim infrascriptas
personas pro quodam dirizatorio seu acquario marmoris albi facto ad instantiam
eorum per prefatam Operam et suos ministros, nomina quorum sunt hec, videlicet:
...Iohannes domini Foresis de Salviatis ... Loysius
Alexandri (d'Alessandro) ser
Lanberti...".
integrazioni fornite da Ettore D'Alessandro di Pescolanciano Duca di Pescolanciano (mpr), patrizio napoletano con uso di Don e Donna (mf), barone di Civitanova S., Carovilli, Castiglione, Civitavetere (Duronia), Castel del Giudice, Roccacinquemiglia, Sprondasino, Pietrabbondante (mf). (Cons.Aral. ricon.D.M. 8 mar.1922, iscr.Libro d'Oro Nob.Ital. 1933, iscr.Elenco Nob.Ital. Cons.Aral.Regno su G.U. 1934 p.16). La famiglia trae origine da talune tribù elleniche, stanziatesi nella Magna Grecia identificate nel nome proprio di Alexander,composto da alexein (proteggere) ed ander (o genitivo andròs, degli uomini), dal significato etimologico difensore degli uomini. Le più antiche e primordiali baronie possedute dal Casato furono collocate tra la penisola sorrentina ed il Cilento. |
D'ALESSIO | D'Alessio è molto diffuso nell'area che comprende il Lazio, l'Abruzzo, il Molise, la Puglia e soprattutto la Campania, con presente secondarie un pò in tutt'Italia, dovrebbe derivare da una forma patronimica, dove il D' sta per figlio di, riferito ad un padre del capostipite il cui nome era probabilmente Alessio (vedi ALESSI). |
DAL FORNO
DEL FORNO |
Dal Forno ha un ceppo a Verona e nel veronese Tregnago ed Illasi ed uno a Marano lagunare nel basso udinese, Del Forno ha un ceppo a Pasian di Prato nell'udinese, uno a San Severo e Torremaggiore nel foggiano ed uno a Napoli ed a Pagani, Angri e Vallo della Lucania nel salernitano, dovrebbero derivare dal fatto che la famiglia era titolare di un forno o abitava nei suoi pressi. |
DALFOVO | Molto raro è tipico trentino della zona di Mezzolombardo (TN), dovrebbe derivare da un identificativo di località legato al termine favo o faggio, per indicare una zona caratterizzata dalla presenza di uno di questi due elementi. |
DAL GRANDE | Dal Grande è tipicamente veneto, del vicentino in particolare, di Chiampo, Arzignano e Lonigo, dovrebbe trattarsi di una forma patronimica riferita a capostipiti i cui padri fossero riconosciuti con il soprannome di Grande (vedi GRANDE), probabilmente a causa della loro statura., non si può però escludere che possa anche derivare dal fatto, che i capostipiti provenissero dal paese di Fondo Grande vicino a Rovereto in trentino. |
D'ALI'
D'ALO' D'ALU' |
(vedi Alì) |
D'ALISE | D'Alise, specifico della provincia di Napoli e Caserta, (vedi Aloise) dovrebbe derivare dal nome Aloisio (Luigi). |
D'ALISERA | D'Alisera ha un ceppo a Roma ed uno a Salcito e Trivento nel campobassano, dovrebbe derivare dal nome della località Casa D'Alisera nei pressi di Salcito e Trivento, probabile luogo d'origine del capostipite. |
DALLABORA | Di origini piacentine, dobrebbe derivare per contrazione dal nome augurale Bonora (equivalente di Fortunato). |
DALLA CHIESA
DELLA CHIESA |
Dalla Chiesa è del parmense, Della Chiesa sembrerebbe avere due ceppi, uno del novarese ed uno del riminese. (vedi Chiesa) |
DALLA COLLETTA
DELLA COLLETTA |
Dalla Colletta, estremamente raro, è del trevigiano, Della Colletta, molto raro, ha un ceppo nel trevigiano a Vittorio Veneto, Refrontolo e Cappella Maggiore, dovrebbero derivare da nomi di località chiamate Colletta, forma contratta del termine collinetta, come ne esistono molte in tutta l'Italia settentrionale, luoghi probabilmente d'origine dei capostipiti. |
DALLA CORTE
DELLA CHIESA |
Dalla Corte è tipico del bellunese, di Feltre e Sovramonte, dovrebbe derivare da toponimi (vedi DELLA CORTE). |
DALL'ACQUA
DALLACQUA DELL'ACQUA DELLACQUA |
Dall'Acqua ha un ceppo tra le province di Treviso, Venezia e Pordenone, uno nel mantovano, uno nel milanese ed uno tra Liguria ed alessandrino, Dallacqua, decisamente molto più raro, è una forma modificata del precedente, tipèico del torinese, così come Dellacqua che è una diversa forma di Dell'Acqua che ha un grosso nucleo lombardo nel pavese, milanese, varesotto e comasco, un ceppo nel genovese, uno nel materano ed uno nel messinese, dovrebbero derivare da toponimi contenenti la radice acqua come ne esistono moltissimi in tutta l'Italia. |
DALLA CROCE
DELLA CROCE |
Dalla Croce, assolutamente rarissimo è tipico del veronese, Della Croce ha un ceppo tra lucchese e livornese, uno a Roma ed uno a Foggia, potrebbero avere origine toponomastica indicando probabilmente la provenienza dei capostipiti da uno dei tantissimi toponimi contenenti la radice Croce. |
DALLA FRATTA
DALLE FRATTE |
Dalla Fratta, praticamente unico, è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione del cognome Dalle Fratte, che è tipicamente veneto, di Borso del Grappa nel trevisano, di Campodarsego e Villanova di Camposampiero nel padovano, di Santa Maria di Sala nel veneziano e di Mussolente nel vicentino, con un piccolo ceppo anche a Borgo Valsugana nel trentino, dovrebbero derivare dai vari toponimi contenenti la radice Fratta o Fratte, come ad esempio Fratta di Caneva o di Maniago (PN), Fratta di Oderzo o di Tarzo nel trevisano, Fratta Casoni nel padovano, Fratta Polesine nel rovigoto, Fratta (VE), e così molti altri. (vedi anche DELLE FRATTE) |
DALL'AGATA | Dall'Agata è tipicamente romagnolo, di Forlì soprattutto e di Forlimpopoli e Cesena nel forlivese e cesenate e di Ravenna, potrebbe derivare da nomi di località come Cà Dell'Agata nel forlivese, o Sant'Agata Feltria nel pesarese, forse i luoghi d'origine dei capostipiti. |
DALL'AGNOL | Tipico del basso bellunese, zona di Arsiè, sembrerebbe originario di Fastro ai confini tra vicentino e bellunese, deriva dal nome medioevale Agnolo. |
DALLA GUARDA | Dalla Guarda è tipico del vicentino, della zona di Schio e del paese vicino Santorso, dovrebbe derivare dal nome della località Guarda, sulla strada del Pasubio. |
DALLA LONGA
DALLA LUNGA |
Dalla Longa è specifico di Valdobbiadene nel trevisano, Dalla Lunga, praticamente unico, dovrebbe essere dovuto ad un'errata trascrizione del precedente, che dovrebbe essere una forma matronimica, dove il prefisso Dalla- stesse per il figlio della, riferito a capostipiti la cui madre fosse stata nota come la Longa, probabilmente a causa della sua alta statura. |
DALLA MARTA | Dalla Marta, assolutamente rarissimo, sembrerebbe friulano, di Tolmezzo nell'udinese in particolare, potrebbe trattarsi di un matronimico originato da una capostipite di nome Marta. |
DALLA MONTA
DALLA MONTA' |
Dalla Monta è quasi unico, dovrebbe trattarsi di un errore di trascrizione del cognome Dalla Montà, che è specifico dell'area padovana e vicentina, dovrebbe derivare dal nome di Montà, una frazione periferica del comune di Padova, probabilmente il luogo di provenienza dei capostipiti. |
DALLA NOCE | Dalla Noce, molto raro, sembrerebbe avere un piccolo ceppo nel cremonese ed uno nell'aretino, l'origine dovrebbe diopendere da un soprannome originato dalla presenza di un albero di noce, molto grosso o molto antico presso l'abitazione della famiglia. |
DALL'ANTONIA | Dall'Antonia è tipico del trevisano, di Vittorio Veneto, San Fior, Conegliano, Fontanelle e Ponte di Piave, con un piccolo ceppo anche a San Donà di Piave nel veneziano, si dovrebbe trattare di una forma matronimica riferita ad un capostipite, la cui madre si fosse chiamata Antonia, il Dall'- sta per il figlio di. |
DALLA PASQUA
DELLA PASQUA |
Dalla Pasqua sembrerebbe veneto di Venezia, Verona e San Biagio di Callalta nel trevisano, Della Pasqua è specifico di Savignano sul Rubicone nel cesenate e di Sant'Arcangelo di Romagna e Rimini nel riminese, dovrebbero derivare da una famiglia nobile legata in qualche modo alla celebrazione della Pasqua cristiana, forse al fatto che il capostipite fosse nato proprio durante le festività pasquali. |
DALLA PORTA | Sembra avere due ceppi, in Toscana nel pratese, nel Veneto nel trevigiano, nel reggiano e probabilmente è esistito un ceppo nel comasco, dovrebbe derivare da indicatori di località (vedi Porta), troviamo tracce di questa cognominizzazione a Rovellasca (CO) nella seconda metà del 1400 dove i Dalla Porta risultano annoverate tra i ricchi possidenti locali e assursero poi alla dignità di Conti, nel 1600 troviamo i conti Dalla Porta a Pesaro, famoso è un quadro dell'epoca che raffigura il Conte Tommaso Dalla Porta a Frontone (PS). |
DALL'ARA
DALLARA DALL'ERA DALLERA |
Dall'Ara sembrerebbe tipico del forlivese, ma con un ceppo autonomo nel
rovigoto, Dall'Era, estremamente raro, è tipico del bresciano, Dallara
sembra avere tre ceppi distinti, tra ravennate e forlivese, nel parmense
e nel palermitano, Dallera ha un nucleo nel pavese ed uno nel bresciano,
dovrebbero tutti derivare da toponimi contenenti la radice Ara o Aria.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli Dallara è un cognome d'origine agreste e muove dal lat. area <>, cioè <<dall'aia>>. |
DALLA RIVA
DALLE RIVE |
Dalla Riva è tipicamente veneto, del vicentino in particolare, così come Dalle Rive anch'esso vicentino con una possibile frangia in provincia di Modena, dovrebbe derivare da toponimi come Riva del Garda (TN) o come soprannome legato ad una provenienza dalle rive di un fiume o di un lago. |
DALLA ROVERE | Dalla Rovere, molto molto raro, ha un ceppo nel nordmilanese, uno nel bolognese ed uno nel vicentino, dovrebbe derivare dalla presenza di querce nella zona di abitazione del capostipite. (vedi anche Della Rovere) |
DALLA SANTA | Dalla Santa, molto molto raro, è tipicamente veneto, di Venezia in particolare, si potrebbe trattare di un cognome attribuito ad un trovatello ospitato dalle monache di un monastero. |
DALL'ASEN | Dall'Asen è specifico del comune di Mel (BL).
integrazioni fornite da Massimiliano Jattoni Dall'Asén è un cognome rarissimo originario del paese di Villa di Villa nel Comune di Mel (BL). Attualmente esistono tre famiglie distinte portanti questo cognome. L'origine è oscura. Si può ipotizzare una trascrizione erronea del cognome da Lasen (Lasen è una località nel bellunese) o del cognome Dal Asìn (indicante la provenienza dalla Val d'Arziere, in Friuli). Infine, ma molto meno probabile, un'origine slava: AsÊn è un cognome croato (in un documento del 1700 conservato presso l'Archivio di Stato di Belluno viene citato un certo Giovanni dall'AsÊn di Villa). |
DALL'ASTA | Dall'Asta ha un ceppo lombardo a Brescia, Milano e asalmaggiore nel cremonese, ma il nucleo principale sembrebbe essere a Parma e nel parmense a Noceto, Fidenza, Sorbolo, Fontevivo. Salsomaggiore, Colorno e Langhirano, ed a Poviglio nel reggiano, potrebbe derivare da località come Mariano Case dell'Asta nel parmense o Asta di Villa Minozzo nel reggiano. |
DALLA TURCA
DELLA TURCA |
Dalla Turca ha un piccolissimo ceppo nel parmense, Della Turca, quasi unico, è probabilmente dovuto ad un'errata trascrizione del precedente, potrebbe trattarsi di una forma matronimica, dove il Dalla- o il Della- stanno per il figlio della, riferito ad un capostipite, la cui madre fosse di origini saracene, o provenisse dalla Turchia a seguito della fuga dei cristiani da quelle terre dopo la caduta dell'Impero Bizantino. |
DALL'AVA
DALLE AVE |
Dall'Ava è localizzato nel vicentino a Chiampo e Valdagno, nel
trevisano a Mareno di Piave e Conegliano, e nel nord milanese e varesotto,
Dalle Ave è specifico di Asiago nel vicentino e di Soave nel veronese.
integrazioni fornite da Patrick Dall'Ava Originario della regione di Treviso, indicizzata fra le famiglie nobili della marche Trevigiana. Una lapide del 16° secolo situata in una chiesa di Conegliano ed una stemma del Magnifico Consiglio de Conegliano sembra che lo attestino. Dal 19° secolo si sono dipartiti dal nucleo in Oderzo (TV), San Polo e Santa Lucia di Piave (TV), Conegliano (TV), due ceppi uno verso Chiampo (VI) ed uno in Lombardia, cui si aggiungono un'emigrazione italiana in Francia, negli Stati-Uniti ed in Sudamerica. integrazioni fornite da Giuseppe Dall'Ava A mio avviso il ceppo originario del cognome Dall'Ava non deriva da Treviso bensì dal vicentino probabilmente da Asiago dove esiste un pian delle ave (api) e numerosi cognomi Ave AVA poi è disceso con la probabile migrazione dei cimbri che fondarono i 12 comuni veronesi partendo dai 7 comuni di Asiago fermandosi nel comune di Crespadoro dove il primo prete non tedesco si chiamava Dall'Ava Giuseppe, circa verso il 1400, fondando la contrada di Ferrazza e poi spostandosi ad Alvese di Nogarole dove risultano presenti dal 1790 e dove esiste una contrada Dall'Ava. |
DALLA VAL
DALLA VALLE |
Dalla Val, abbastanza raro, è tipicamente veneto, con un ceppo a Verona ed uno a Conegliano nel trevisano, Dalla Valle è un cognome tipicamente di origine veneta, del vicentino in particolare, la presenza di ceppi secondari nel ravennate e nel vicentino sono dovuti a fenomeni emigratorii, il piccolo ceppo piemontese è invece originario del Monferrato, l'origine di questi cognomi è da nomi di località ad indicare probabilmente una provenienza valligiana dellae famigliae. Tracce di questae cognominizzazioni le troviamo a Schio (VI) nel 1500 con il notaio Giovanni Francesco Dalla Valle e sempre nel 1500 a Lù nel Monferrato troviamo il famoso giurista Rolando Dalla Valle, presidente del Senato di Monferrato. |
DALLA VECCHIA | Dalla Vecchia è tipicamente veneto del vicentino in particolare, di Schio, Santorso, Vicenza, Malo, Torri di Quartesolo e di Verona, l'origine di questo cognome potrebbe essere diversa, in alcuni casi si ritiene risalga al Calle della Vecchia di Venezia, così chiamato perchè nel 1474 venne eretto in quel luogo l'ospitale de' vecchi marinai, si hanno tracce di una famiglia Dalla Vecchia, ormai estinta, che, provenendo da Bergamo con un diverso cognome, prese nel 1500 proprio quella denominazione perchè la sua attività era collocata in quel calle, famosa è stata la famiglia Dalla Vecchia intagliatori, doratori, scultori e artisti nella lavorazione del legno di Santorso. |
DALLA VEDOVA
DALLE VEDOVE |
Dalla Vedova, abbastanza raro, è tipicamente veneto, del trevisano e bellunese, Dalle Vedove è tipico del veronese, di Verona, Cavaion Veronese, Caprino Veronese, Lazise, Bardolino, Brentino Belluno e Rivoli Veronese, dovrebbero derivare dal fatto che i capostipiti provenissero da una zona identificabile come la casa della vedova o delle vedove. |
DALLA ZUANNA | Dalla Zuanna è tipico del vicentino, di Valstagna, San Nazario e
Camposampiero, si dovrebbe trattare di famiglie dei figli di una capostipite
di nome Giovanna, che le trasformazioni dialettali fecero diventare
Zuanna.
integrazioni fornite da Tibère Gheno (France) Dalla Zuanna, abbastanza raro, è specifico del vicentino di Bassano del Grappa e del bassanese e l'origina sua è di San Nazario. Questa famiglia proviene dalla famiglia Belenzon alla terza generazione con Melchiorre (nato circa nel 1448) fu Pace fu Antonio Belenzon sposato con Giovanna (Zuanna in veneto) N.... Giovanna/Zuanna rimane vedova con due figli, Battista e Matteo (nati fra il 1480 ed il 1485). Troviamo la prima citazione nell'atto notarile del martedi 06 giugno 1486 con la riunione dei capi famiglia di Solagna, San Nazario, Merlo e Carpanè dove e citata "Dª Joana relicta quondam Melchioris Pacis" fra gli altri capi famiglia. Battista e Matteo saranno chiamati "Dalla Zuanna" come figli della Giovanna, e da loro derivano due rami. Tutti i Dalla Zuanna discendono da questi due rami. Bibliografia : Archivio di Stato di Vicenza e Bassano del Grappa, Fondo Notarile di Bassano, archivi parrocchiali del Canale di Brenta, etc. |
DALLE GRAVE
DELLE GRAVE |
Dalle Grave è decisamente veneto, di Santa Giustina nel bellunese e di Mirano nel veneziano, Delle Grave, che sembrerebbe essere unico, è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione del precedente, che dovrebbe derivare da un soprannome basato sul termine dialettale veneto grave (greto sabbioso), ad indicare probabilmente la provenienza del capostipiti da una zona in prossimità di un fiume, che potrebbe essere stato il Tergola o il Brenta. |
DALL'IGNA | Dall'Igna è un tipico cognome del vicentino, di Thiene Malo, Zanè, Schio, Sarcedo, Vicenza e Montecchio Precalcino, dovrebbe prendere il nome dall'area di provenienza dei capostipiti, la valle del torrente Igna nel versante meridionale delle Bregonze nel vicentino, un affluente del torrente Timonchio, che va ad arricchire le acque del Bacchiglione, la via fluviale tra Vicenza e Padova. |
DALL'OGLIO
DALL'OLIO DALLOGLIO DALLOLIO |
Dalloglio, praticamente unico, è probabilmente un errore di trascrizione di Dall'Oglio, che è tipico del mantovano di Bagnolo San Vito, Mantova, Suzzara e Curtatone, Dallolio ha un ceppo a Castellucchio nel mantovano, che dovrebbe essere dovuto ad un'errata trascrizione del cognome precedente, ed a Finale Emilia nel modenese, dovrebbe trattarsi di una diversa registrazione del cognome Dall'Olio, che è molto più diffuso in tutta l'Emilia, in particolare a Bologna, Medicina ed Imola nel bolognese, a Parma, Ferrara, Mirandola nel modenese e nel resto del bolognese, l'origine dei ceppi lombardi dovrebbe essere dal nome del fiume Oglio, che sbocca nel Po nelle vicinanze di Mantova, probabile luogo d'origine dei capostipiti, il ceppo emiliano, che pur potrebbe avere la medesima origine, ha molto probabilmente origini diverse. |
DALL'ORA | Tipico veronese, deriva dall'aferesi del nome propiziatorio medioevale Hora Bona (dell'ora favorevole). |
DALL'ORSO
DALLORSO |
Dall'Orso, molto molto raro, sembrerebbe del genovese, Dallorso è specifico di Lavagna e Chiavari nel genovese, il cognome dovrebbe derivare da un soprannome originato da un episodio, i Dall'Orso furono una ricca famiglia di armatori di Chiavari. |
DALL'ORTO
DELL'ORTO ORTO |
Dall'Orto ha un ceppo tra genovese e parmense, Dell'Orto, il più diffuso, ha un ceppo importante in Lombardia, in particolare nel milanese ed a Seregno, dove è massicciamente presente, ma anche a Milano, Monza, Cesano Maderno, Carate Brianza, Desio, Lissone, brugherio, Besana in Brianza e Giussano, e nel lecchese, a Cernusco Lombardone e Merate, Orto è specifico di Paternò nel catanese, con ceppi sull'isola di Lipari nel messinese, a Marsala nel trapanese ed a Siracusa, ed uno a Melito di Napoli e Napoli nel napoletano, si dovrebbe trattare di cognomi originati da soprannomi, motivati dal fatto che i capostipiti possedessero un orto e venissero indicati appunto come i possessori di un orto. |
DAL MAGRO | Dal Magro è tipico di Trichiana nel bellunese, potrebbe stare ad indicare la discendenza da un capostipite noto per la sua magrezza. |
DAL MAS
DAL MASO |
Dal Mas è tipico del trevigiano, ma è ben presente anche nelle aree vicine del bellunese, pordenonese e veneziano, Dal Maso, sempre veneto, è più specifico del vicentino, pur essendo ben presente anche nel vicino veronese, padovano, veneziano e trevisano, si dovrebbe trattare di forme patronimiche più o meno dialettali, dove il Dal sta per della famiglia di, riferito ad un Tommaso, che per aferesi è diventato Maso o, in dialetto, Mas. |
DALMASI
DALMASIO DALMASO DALMASSO |
Sia Dalmasi che Dalmasio, assolutamente rarissimi, sembrerebbero del milanese, Dalmaso, abbastanza raro, è del basso trentino al confine con il vicentino, Dalmasso, molto più diffuso, è piemontese, sembrerebbe originario del cuneese, derivano inizialmente dal cognomen latino Dalmatius, ricordiamo nel IV° secolo Dalmatius Censor, nipote di Costantino il grande, ma possono anche derivare dal nome medioevale Dalmasius di cui abbiamo tracce con il nobile capitano di ventura spagnolo Dalmasio Dei Banoli che operò in tutt'Italia nel 1300, o dalla sua versione gallica Dalmasus, ricordiamo il Papa Dalmasus che concesse a Sant'Ambrogio un dispensa per il prolungamento della durata del carnevale, aggiungendo così i giorni di festa da mercoledì al sabato prima della prima Domenica di Quaresima, per quanti seguissero il rito ambrosiano, potrebbero anche derivare da toponimi come San Dalmazio nel Frignano nel modenese, o Borgo S. Dalmazzo nel cuneese. |
DAL MOLIN | Vedi Molin |
DAL MONEGO | Cognome raro di origine veneta, deriva dal vocabolo monaco, come riferimento a famiglia dove era vissuto uno fattosi frate o come soprannome originato da atteggiamenti o carattere. |
DAL MONTE
DALMONTE DEL MONTE DELMONTE DI MONTE DIMONTE |
Dal Monte dovrebbe avere due ceppi, uno nella zona compresa tra le provincie di Bologna e Ravenna e l'altro in provincia di Vicenza, Dalmonte è tipico della zona compresa tra le provincie di Bologna e Ravenna,Del Monte, diffuso in tutt'Italia, ha un forte nucleo originario nel Lazio, Delmonte è proprio del settentrione occidentale, Di Monte dovrebbe essere originario dell'area foggiana-barese, Dimonte è tipicamente della provincia di Bari. Tutti questi cognomi dovrebbero derivare da toponimi contenenti Monte o da soprannomi legati alla provenienza da una zona montana. |
DAL MORO | Dal Moro è tipicamente veneto, di Borso del Grappa e Roncade nel trevisano, di Venezia e Portogruaro nel veneziano, di Tezze sul Brenta nel vicentino e di Verona e Padova, dovrebbe essere una forma patronimica riferita a capostipiti che avessero partecipato alle guerre della Repubblica Serenissima di Venezia contro i saraceni o contro gli invasori turchi, o anche fossero di origini moresche, magari perchè esuli da terre della Serenissima invase dai turchi. |
DAL NEGRO
DEL NEGRO DELNEGRO DEL NIGRO |
Dal Negro è tipico del veronese ma presenta un ceppo anche nel trevigiano, Del Negro ha un forte nucleo nell'udinese, un piccolo ceppo nel chietino ed uno tra foggiano e barese, Delnegro, assolutamente rarissimo, parrebbe del barese, di Barletta e Trani, Del Nigro, rarissimo, è di Trani (BA), dovrebbero tutti derivare dal cognomen latino Niger e dai suoi derivati medioevali Nigrus e Negro, in altri casi discendono da soprannomi legati al colore dei capelli o alla carnagione scura, al sud possono riferirsi a discendenze saracene. |
DAL PIAZ
PIAZ |
Dal Piaz, molto raro, sembrerebbe di origini agordine, Piaz, ancora più raro, è sempre del bellunese, dovrebbero derivare dal nome della frazione Piaz di Vallada Agordina nel bellunese. |
DAL PINO | Dal Pino è specifico della provincia di Lucca, di Viareggio in particolare, potrebbe derivare dal fatto che la famiglia del capostipite abitasse in prossimità di un particolare albero di pino, un inizio di questa cognominizzazione lo troviamo in una registrazione daziaria pisana dell'anno 1219, dove si trova citato un certo Buonamicho Rustichelli dal Pino. |
DAL PIO
DAL PIO LUOGO DEL PIO DEL PIO LUOGO |
Dal Pio, estremamente raro, è tipicamente veneto, Dal Pio Luogo, assolutamente rarissimo e Del Pio Luogo, un pò meno raro, sembrerebbero veneti della zona tra Treviso, Pordenone e Venezia, probabilmente originari del trevigiano, Del Pio ha qualche rara presenza nel trevisano ed un ceppo a Roma ed a Sant'Angelo Romano, dovrebbero derivare da cognomi attribuiti a bambini abbandonati o a figli di madri ricoverate in Sanatori che avessero dato alla luce un figlio e che fossero morte a seguito del parto. |
DAL PIZZOL
DEL PIZZOL |
Tutti estremamente rari sono tipici dell'alto Veneto, tra bellunese, trevisano e Friuli, dovrebbero derivare da un soprannome dialettale originato dalla piccola statura (dal o del piccolo). |
DAL PORTO | Dal Porto ha un ceppo tra vicentino e padovano, a Padova in particolare, ed uno nel lucchese, a Capannori, Pietrasanta e Lucca, il cognome dovrebbe derivare dal fatto che il capostipite provenisse da uno dei tanti paesi contenenti la radice Porto, o che provenisse da una zona portuale. |
DAL POZZO
DA POZZO |
Dal Pozzo ha un ceppo nel nord milanese, uno nel sondriese, uno nel Veneto centroccidentale ed uno nel bolognese, Da Pozzo ha un ceppo nello spezzino, uno nell'alto udinese ed uno nel veronese, dovrebbero derivare da soprannomi originati dalla presenza di un pozzo in prossimità dell'abitazione del capostipite o dal fatto di esserne lo stesso il proprietario. |
DAL PRA
DAL PRA' DA PRA DA PRA' DEL PRA DEL PRA' DE PRA DE PRA' |
Dal Pra, è tipico del vicentino, è probabilmente dovuto ad errori di trascrizione del cognome Dal Prà, che è diffusissimo nel padovano, trevisano e soprattutto vicentino, Da Pra è specifico di Lozzo di Cadore nel bellunese, così come il meno diffuso Da Prà e De Pra, che è anch'esso del bellunese, di Pieve d'Alpago, Belluno, Ponte nelle Alpi e Puos d'Alpago, con un ceppo anche ad Ormelle nel trevisano, anche De Prà è sempre del bellunese, di Farra d'Alpago, Belluno, Ponte nelle Alpi, Pieve d'Alpago e Puos d'Alpago, ma con un grosso ceppo anche a Venezia, Del Pra ha un ceppo a Novate Mezzola nel sondriese, e presenze in Veneto, Del Prà, assolutamente rarissimo, parrebbe del trevisano, dovrebbero tutti derivare o da nomi locali di contrade che contengano la radice Pra (prato), o da toponimi come Prà (PD), Pra di Este (PD), Pra Cividella o Pra della Fratta nel Cadore. |
DAL SIE | Dal Sie, molto molto raro, è tipico del trevigiano, di Breda di Piave in particolare, potrebbe derivare dall'aferesi di toponimi come Arsiè nel bellunese. |
DAL SILLARO | Dal Sillaro è quasi unico, sicuramente lombardo del milanese, dovrebbe indicare la provenienza del capostipite dal paese di Villanova del Sillaro nel lodigiano, o dalla zona del Sillaro, un affluente del fiume Lambro. |
D'ALTERIO
D'ALTIERO |
D'Alterio è specifico del napoletano di Giugliano di Campania dove è diffusissimo, ma anche di Qualiano, Villaricca, Marano di Napoli, Napoli e Pozzuoli, con un ceppo anche a Parete ed Aversa nel casertano, D'Altiero, quasi unico, sembrerebbe anch'esso del napoletano, dovrebbero tutti derivare da forme patronimiche, dove il D'- sta per figlio di, riferito a capostipiti i cui padri si chiamassero Alterio o Altiero (vedi ALTERI). |
DALTIN | Daltin, molto molto raro, è presente nel trevigiano, in particolare a Sausegana, nel veneziano e nell'udinese, potrebbe trattarsi di una forma patronimica riferita ad un capostipite il cui padre fosse noto come Tin, una forma ipocoristica, aferetica di nomi come Umberto o simili, ma potrebbe anche trattarsi di una forma ipocoristica del soprannome e cognome Dalto (vedi DALT). |
DALT
DALTO |
Dalt è unico, Dalto è tipicamente del trevigiano, di Conegliano, Susegana, San Pietro di Feletto, Pieve di Soligo e Nervesa della Battaglia, potrebbero derivare dal nome di un paese che contenga il termine alto, o da forme aferetiche del cognome Dadalt (vedi DA DALT). |
D'ALTOBRANDO | D'Altobrando, quasi unico, sembrerebbe della zona tra Piceno e teramano, in particolare nel teramano di Cittadella, Castagneto e Sant'Egidio, potrebbe derivare dal toponimo Castiglione Aldobrando di Gubbio nel perugino, possibile luogo d'origine del capostipite, esiste una larvata possibilità che si tratti di una forma patronimica e che il D', invece che provenienza, stia ad indicare figlio di un Hildebrand longobardo, o, meno improbabilmente, di un Aldobrando o Altobrando di epoche successive, nomi non infrequenti nel teramano. |
DAL TORRIONE
DEL TORRIONE |
Dal Torrione, molto raro, è tipico di Viareggio, Camaiore e Pietrasanta nel lucchese, Del Torrione, quasi unico, è probabilmente il frutto di un'errata trascrizione del precedente, che dovrebbe dervare dal fatto che il capostipite abitasse nei pressi di un torrione, come quelli presenti ad esempio nel castello di Fosdinovo nel vicino massese o da altri simili. |
DAL TOSO | Specifico vicentino, deriva da un soprannome originato dal vocabolo dialettale veneto toso (ragazzo, sbarbatello), traccia eminente di questa cognominizzazione la troviamo con il pittore Girolamo Dal Toso di Vicenza le cui opere risalenti al periodo 1510-1543 si possono ammirare in varie chiese vicentine. |
DAL VERME | Il Dal Verme è un Casato originario di Verona, ma presente oggi solo nel milanese, deve la sua fortuna al capitano di ventura Luchino Dal Verme, che, nato nel 1320, dopo aver militato al servizio dei Della Scala, arriva a Milano alla corte dei Visconti e ne diventa il braccio armato, dopo di lui Jacopo, Luigi e Pietro ne seguono le orme acquisendo il feudo delle terre piacentine di Bobbio e di Voghera."Nos, Ioannes Galeaz Vicecomes, comes Virtutum, Mediolani etc., imperialis vicarius generalis. Non in totalem quidem, sed in aliqualem obsequiorum multiplicium recompensationem, quae spectabilis miles dominus Jacobus de Verme dilectus consiliarius noster nobis hactenus libenter impendit exhibetque, et supportat presentialiter indefessus merita premiis compensantes nostram in eum munificentiam extendere inclinamur...". Questo cognome dovrebbe essere una forma patronimica dove il Dal sta per figlio di riferito ad un Verme o Vermo, nome del padre del capostipite (vedi VERME). |
DAL VIT
DALVIT |
Dalvit è tipico del trentino, di Trento, Giovo, Lavis, Grumes e Salorno, Dal Vit è quasi unico, potrebbero stare ad indicare la provenienza dei capostipiti da un paese o una località di nome Vit, come Vit vicino a Tolmezzo nell'udinese. |
DAL ZOVO
DALZOVO |
Dal Zovo è tipico di Verona e del veronese, di Vestenanova, San Martino Buonalbergo, Lavagno, Villafranca di Verona e San Giovanni Ilarione, con un ceppo anche nel vicentino a Chiampo e Castelgomberto, Dalzovo, molto raro, è dovuto ad una diversa trascrizione del precedente che dovrebbe derivare dal fatto di provenire la famiglia dalla zona del Passo Zovo o comunque del monte Zovo nel vicentino. |
D'AMADDIO
D'AMADIO D'AMODIO |
D'Amaddio, molto molto raro, sembrerebbe tipico del pistoiese, D'Amadio, molto molto raro, ha un ceppo a Sante Marie nell'aquilano ed uno a Roma, D'Amodio è specifico di Sant'Antimo e Melito di Napoli nel napoletano, dovrebbero essere delle forme patronimiche, dove il D' sta per figlio di, riferito a padri dei capostipiti il cui nome fosse stato il nome medioevale Amo Deus o Ama Deus (vedi AMADDEO), ma è pure possibile che possa trattarsi di cognomi attribuiti a dei trovatelli. |
DA MALTA
DI MALTA |
Da Malta, quasi unico, è del veneziano, Di Malta ha un piccolo ceppo ad Aprilia nel latinense ed a Barletta nel barese, uno nell'isola di Pantelleria ed uno nell'isola di Lampedusa e di Linosa, dovrebbe derivare da capostipiti originari dell'isola di Malta. |
D'AMANTE | D'Amante è tipicamente calabrese, dell'alto cosentino di Verbicaro in particolare, potrebbe derivare da una forma arcaica del nome del vicino paese di Diamante, ma più probabilmente deriva dal nome della città di Amantea, sempre nel cosentino, probabile luogo d'origine dei capostipiti. |
DA MAREN
MAREN |
Da Maren è specifico di Vedelago nel trevisano, Maren, decisamente più raro, è anch'esso del trevisano, di Mogliano Veneto e Treviso, dovrebbero derivare dal nome del borgo di Maren frazione montana di Vittorio Veneto nel trevisano. |
DAMASCELLI
DAMASCHI DAMASCHINI DAMASCHINO DAMASCO |
Damascelli è tipico di Bari e del barese con ceppi secondari a Roma
e Milano, Damaschi, molto raro, è tipico dell'area milanese e pavese,
Damaschini, sicuramente lombardo, è quasi unico, Damaschino, altrettanto
raro, parrebbe del centrosud, Damasco ha vari ceppi in Puglia, uno nel
napoletano, uno piccolo a Palermo ed a Cagliari, dovrebbero tutti derivare
da modificazioni dialettali e da ipocoristici del nome Tommaso,
secondo altri invece deriverebbero da soprannomi originati, direttamente
o tramite diminutivi, dal termine damasco
(tipo di stoffa pregiata) forse ad
indicare il mestiere di venditore di stoffe o di sarto.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli Damascelli è un cognome tipico di Bari, è il patronimico del cognome Mascella/Mascello, dal soprannome Mascella, latino 'maxilla' = 'mascella superiore, mandibola', o 'ognuna delle due parti di attrezzi a forma di morsa'. Minervini 309. |
D'AMATI
DAMATI D'AMATO DAMATO |
D'Amati, molto raro, ha un ceppo nel foggiano ed uno nel romano, D'Amato, molto diffuso in tutt'Italia, è specifico del centrosud, Damato è tipicamente pugliese, del foggiano e del barese, Damati, quasi unico, dovrebbe essere il frutto di errori di registrazione, si dovrebbe trattare di forme patronimiche originate dal nome medioevale Amatus (vedi AMATA), si riferirebbero quindi alle famiglie di figli di Amati o Amato. |
D'AMBRA | D'Ambra ha un piccolo ceppo a La Spezia, uno, altrettanto piccolo, a Livorno, uno più consistente a Roma, uno a Guglionesi nel campobassano, uno a Margherita di Savoia e Foggia nel foggiano ed a Canosa di Puglia, Bari e Barletta nel barese, uno molto consistente in Campania a Forio, Napoli, Ischia, Afragola, Casoria, Caivano. San Giorgio a Cremano, Marano di Napoli e Mugnano di Napoli nel napoletano ed a Sant'Arpino, Orta di Atella ed Aversa nel casertano, ha inoltre ceppi in Sicilia, ad Aci Castello, Catania, Acireale ed Aci Catena nel catanese, a Lipari e Messina nel messinese, a Palermo, a Caltanissetta ed a Messina, potrebbe trattarsi di una forma matronimica riferito a capostipiti le cui madri si fossero chiamate Ambra, ma Anbar (ambra) è anche un nome maschile arabo, quindi potrebbe anche trattarsi di una forma patronimica. |
D'AMBROSI
D'AMBROSIO |
D'Ambrosi dovrebbe essere originario della provincia di Salerno, ma potrebbe esserci anche un nucleo nella zona compresa tra la provincia di Roma e quella di Frosinone, mentre D'Ambrosio, presente in tutta la penisola è particolarmente concentrato al centro sud, dovrebbe derivare dal nome neolatino Ambrosius di origine greca che ha il significato di immortale, passato in uso in latino e poi in italiano, con varie forme e variazioni, in questi casi si identificano quelli di Ambrosius (i famigliari). |
D'AMBRUOSI
D'AMBRUOSO |
D'Ambruosi, praticamente unico è dovuto ad un errore di trascrizione di D'Ambruoso che è specifico del barese della zona di Conversano e Mola di Bari, dovrebbe derivare da modificazioni dialettali del nome Ambrosius. |
DAMENO | Potrebbe essere originario dell'area occidentale della provincia di Milano, potrebbe derivare da un soprannome legato al toponimo Menaggio (CO) o Premeno (VB), o più probabilmente dome aferesi contratta del nome Domenico. |
DAMERI
D'AMERIO DAMERIO |
Dameri, sicuramente di origini piemontesi, è specifico dell'area alessandrino, genovese, di Novi Ligure, Gavi e San Cristoforo nell'alessandrino e di Genova, Damerio, estremamente raro, è piemontese, D'Amerio è quasi unico, dovrebbe trattarsi di forme patronimiche, dove il D- o il D'- stanno per il figlio di, riferite ad un capostipite il cui padre si chiamasse Amerius (vedi AMERI). |
DAMETTI | La sua zona d'origine dovrebbe essere tra Piacenza e Parma |
DAMIANI
DAMIANO |
Mentre Damiani è molto diffuso in tutt'Italia, Damiano è circoscritto al sud, derivano dal nome Damiano. Esempio famosissimo di questa cognominizzazione si ha con San Pier Damiani o Petrus Damiani (988 - 1072) fondatore dell'eremo di Camaldoli. |
DAMIATA
DAMIATI DAMIATO |
Damiata, ha un ceppo siciliano a Palermo, Damiati, quasi unico, sembrerebbe veneto, Damiato è specifico di Torre del Greco nel napoletano, dovrebbero derivare dal nome latino di origini greche Damiatus, alla fine del IX° secolo è doce di Venezia un tale Christophorus Damiatus. |
D'AMICI
D'AMICIS D'AMICO |
D'Amici oltre al nucleo laziale di Roma, Priverno (LT) e Pofi (FR), presenta un ceppo a Brindisi, D'Amicis ha un ceppo a Manduria (TA) ed uno a Roma, D'Amico è diffuso moltissimo in tutt'Italia, ma particolarmente nel centro sud, dovrebbero derivare dal nome medioevale Amicus , di cui abbiamo un esempio a Capua in un atto dell'anno 1432: "In nomine domini nostri Iesu Christi. Anno a nativitate eius millesimo quatringentesimo tricesimo secundo, regnante serenissima domina nostra domina Iohanna Secunda Dei gratia Hungarie Ierusalem Sicilie Dalmacie Croacie Rame Servie Galicie Lodomerie Comanie Bulgarieque regina:.. ..Maczoccha iudex et Amicus de Ursis iurisperitus, ...", e starebbero ad indicare le famiglie dei figli di un Amico, nome quindi del padre del capostipite. |
D'AMICODATRI | D'Amicodatri è specifico di Chieti, dovrebbe derivare da un capostipite di cognome d'Amico proveniente da Atri nel teramano, cognome dato inizialmente come soprannome per meglio identificarlo data la presenza a Chieti di molti con cognome D'Amico. |
DAMIN
DAMINI |
Entrambi tipicamente veneti, Damin ha un ceppo a Mira nel veneziano, uno a Segusino nel trevisano, uno a Legnago nel veronese ed uno a Lentiai e Vas nel bellunese, Damini è tipico del veronese, di Verona e San Giovanni Ilarione e di Cavaso del Tomba nel trevisano, dovrebbe derivare dal nome medioevale Daminus di cui abbiamo un esempio d'uso in un atto del 1319: "...Et insuper peciam concedo Domino Deo et eius martiri, cuncta que quorumlibet fidelium dono, juste vel potencialiter, predicta ecclesia Octavianensis cenobiis Cucuphati usque in finem seculi acquisierit in comitatu Barch, Atisonensi, Gerundensi, ut habitantes in iam dicto cenobio pro me et coniuge mea, necnon et prolibus atque genitoribus et fratribus meis, et pro omnibus fidelibus nostris, sine intermissione Domini misericordiam semper exorent, ut dignetur nobis Daminus largire indulgenciam criminum atque remissionem omnium peccatorum nostrorum...", ma non si può assolutamente escludere che possa trattarsi di forme ipocoristiche anche dialettali dell'aferesi del nome Adamo, o anche di ipocoristici dialettali di forme contratte del nome Damiano. |
D'AMONE | Specifico della penisola salentina dovrebbe derivare dal nome Amone (vedi Amone) e indicherebbe quelli della famiglia di un tal Aimone. |
D'AMORE
DAMORE |
D'Amore è diffuso in maniera significativa in tutto il sud, Damore
è una variante, dovuta ad un errore di trascrizione, tipicamente
pugliese.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi Damore, molto raro, è un errore di trascrizione di D'Amore, che, distribuito un po' in tutto il paese, presenta ceppi maggiori nel centro e nel meridione, in particolar modo in Campania (fra il napoletano, l'avellinese, il salernitano e il casertano), in Puglia (soprattutto nel barese e, in misura minore, nel tarantino), in Sicilia (fra il palermitano, il messinese e il catanese), nel Lazio (per lo più nel romano, con un ceppo minore nel frusinate) e in Abruzzo (principalmente nell'aquilano), entrambi questi cognomi derivano dal nome medievale Amore, un tempo diffuso anche fuori dal nostro paese (in Francia, ad esempio, era conosciuto come Amour, in Gran Bretagna e nella penisola iberica come Amor). Si tratta, dunque, delle cognominizzazioni dei nomi personali dei capostipiti. |
D'ANANIA
DANANIA |
D'Anania, assolutamente rarissimo, parrebbe del napoletano, mentre Danania è praticamente unico. (vedi ANANIA) |
D'ANASTASIO
DI ANASTASIO |
D'Anastasio è tipicamente abruzzese, della provincia di Pescara in particolare, Di Anastasio, estremamente raro, è del teramano, si dovrebbe trattare di forme patronimiche in D'- o in Di- del nome Anastasio (vedi ANASTASI), si riferirebbero quindi alle famiglie dei figli di un Anastasio. |
D'ANCONA | D'Ancona ha un ceppo nel teatino a Francavilla al Mare e Torrevecchia Teatina, un ceppo a Mesagne e Latiano nel brindisino ed uno a Pantelleria, Lampedusa e Palermo, dovrebbe satre ad indicare la provenienza dei capostipiti dalla città di Ancona. |
D'ANDREA
D'ANDREIS |
D'Andrea è diffuso moltissimo in tutt'Italia, ma particolarmente nel centro sud, D'Andreis ha un ceppo nell'udinese tra Codroipo e Varmo, ed un ceppo a roma, derivano come forme patronimiche dal nome medioevale Andrea e starebbero ad indicale le famiglie dei figli di un Andrea o dei figli di figli di un Andrea. |
D'ANDRIA
DANDRIA |
D'Andria è tipico di Taranto, con un ceppo anche in Campania tra Pontecagnano Faiano (SA) e Salerno, Dandria, assolutamente rarissimo, è dovuto ad errori di trascrizione, dovrebbe derivare da modificazioni dialettali del nome Andrea e starebbe ad indicare quelli della famiglia di un certo Andrea, secondo altri deriverebbe invece dal toponimo Andria (BA). |
DANELLI | Decisamente lombardo, proprio della zona tra le provincie di Como, Bergamo e Milano, deriva come soprannome dal nome Daniele. |
DANERI
DANERO |
Daneri è tipico ligure, del genovese, in particolare della zona di Chiavari e Cogorno e di Levanto nello spezzino, Danero è genovese, potrebbero derivare dall'etnico danerus (danese). |
DANESE
DANESI DANISE DANISI |
Danese sembra avere due nuclei, uno sulla costiera meridionale adriatica ed uno tra veronese e vicentino, Danesi ha un ceppo lombardo tra bergamasco e bresciano, uno toscano ed uno romagnolo, Danise, molto raro, è tipico di Napoli, Danisi, oltre al ceppo a Napoli e Gragnano nel napoletano, ne ha anche uno nel barese a Palo Del Colle, Bari e Grumo Appula, derivano, direttamente o tramite modificazioni dialettali, dal nome medioevale Danese di cui si hanno tracce a Bergamo nel 1500 con il senatore Danese Filiodoni, o da sue modificazioni come questa riportata in un atto del 1280, sempre nel bergamasco, dove troviamo: "...Petri detto Morettus filius quondam Danisi Rota de Valdimania...". |
D'ANGELA
D'ANGELI D'ANGELO D'ANGELIS DE ANGELIS DEANGELIS |
Diffusi moltissimo in tutt'Italia, ma particolarmente nel centro sud D'Angelo e De Angelis, tipico della provincia di Latina D'Angelis e della provincia di Foggia Deangelis, D'Angela ha un piccolo ceppo friulano ed uno nel frusinate, D'Angeli ha vari ceppi nella fascia centrale, tra riminese e pesarese, nel perugino, in tutto il Lazio e nell'aquilano, nel napoletano, nel nisseno e nel siracusano, ma il grosso è nel tarentino e brindisino. Tutti questi cognomi rappresentano forme patronimiche riferite ai nomi Angela o Angelo, probabili nomi dei padri o delle madri dei capostipiti. |
D'ANGELANTONIO
DI ANGELANTONIO |
Sia D'Angelantonio che Di Angelantonio sono molto rari, in particolare il secondo, e tipici di Teramo e del teramano, con un ceppo anche a Roma e nel Lazio settentrionale, si dovrebbe trattare di una forma patronimica dove il D' o il Di stanno per figlio di, riferentosi al padre del capostipite di nome Angelo Antonio. |
D'ANGELILLO | D'Angelillo è assolutamente rarissimo, probabilmente dell'area tra basso Lazio e Campania, dovrebbe derivare dall'essere il capostipite figlio di un Angelillo, nome derivato dal nome medioevale Angelillus (vedi Angelilli). |
D'ANGELLA | D'Angella è della zona che comprende il barese, il potentino ed il materano, con due ceppi a Minervino MUrge, Bari e Trani nel barese ed a Pisticci nel materano e Venosa nel potentino, si dovrebbe trattare di una forma di provenienza apocopaica riferita al paese salernitano di Angellara, probabile luogo d'origine dei capostipiti. |
DANIEL
DANIELA DANIELE DANIELI DANIELLI |
Daniel sembra trevigiano, Daniela, assolutamente rarissimo, è panitaliano,
Daniele è diffuso in tutta Italia, a Napoli in particolare, Danieli
ha un importante nucleo veneto con un ceppo nel Lazio ed uno nel Salento,
Danielli ha un ceppo tra alessandrino e genovese, uno tra milanese e lecchese,
uno nel bolognese ed uno nel ternano, derivano dal nome Daniele,
Daniela, tipico della tradizione protocristiana,
tracce di questa cognominizzazione le troviamo nel 1200 in Istria con il
mercadante fiorentino Manuccio Danieli.
integrazioni fornite da Cosimo De Giovanni de Centelles Il nome di questa famiglia è diffuso in circa 822 comuni d\'Italia, massima concentrazione in Piemonte, Veneto e Campania con lieve presenza nelle Puglie, specialmente nel Salento. In quest'ultimo ha goduto nobiltà in Gagliano del Capo (LE) dove la famiglia vive tutt'ora. Celebri membri sono un Alessandro Daniele che prese parte ai movimenti successivi alla rivoluzione Napoletana e iscritto nel Notamento de' Rubricati di Terra d'Otranto; e i coniugi Enrico Daniele ed Erminia Romasi dei Baroni di Montesardo per la costruzione dell'Ospedale di Gagliano del Capo. Il Palizzolo Gravina la fa derivare dalla città di Noto e feudataria di Canicattì. |
D'ANIELLO
DANIELLO |
D'Aniello oltre al grosso ceppo campano, presenta ceppi importanti a Roma, Latina e nel frusinate a Vallemaio, a Campobasso, a Terlizzi, Bari, Andria e Bitonto nel barese, a Taranto e Palagianello nel tarentino ed a Foggia, con un ceppo anche a Palermo, Daniello, molto meno comune, ha un ceppo a Roma, uno piccolo nel napoletano, uno a Cerignola nel foggiano ed a Palo del Colle nel barese, potrebbe trattarsi di una forma patronimica riferita a capostipiti i cui padri portassero il nome medioevale Aniellus (vedi ANIELLO). |
DANIOTTI | Dovrebbe essere del trevisano, deriva come soprannome dal nome Daniele, i daniellotti e per contrazione daniotti. |
DANNA | Danna è un cognome specifico del Piemonte occidentale, in particolare di Monastero di Vasco nel cuneese e di Luserna San Giovanni e Torino nel torinese, ma presenta ceppi anche nell'udinese a Cavazzo Carnico, a Roma e Viterbo ed a Lucca Sicula nell'agrigentino, potrebbe derivare da una modificazione dell'aferesi del femminile del nome Giordano, o anche dalla forma franca Dannè del nome Daniele, il ceppo siciliano potrebbe derivare dalla forma matronimica d'Anna con la perdita dell'apostrofo (vedi D'ANNA). |
D'ANNA
DE ANNA DEANNA DELL'ANNA DI ANNA |
D'Anna ha un nucleo molto forte in Sicilia, uno in Campania, soprattutto
nel casertano e napoletano ed uno nel romano, De Anna, abbastanza raro,
ha un ceppo romano ed uno friulano, Deanna, assolutamente rarissimo, parrebbe
friulano, Dell'Anna è specifico della penisola salentina, dell'area
di Nardò, San Donato di Lecce e Leverano, Di Anna, ancora più
raro, è del centro Italia, si dovrebbe trattare di matronimici attribuibili
pertanto alle famiglie di figli di una capostipite di nome Anna.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi L'origine di questi cognomi va ricercata nel matronimico del nome medievale Anna, l'italianizzazione cioè del personale ebraico Hannah, col significato di grazia divina, favore di Dio (vedi anche Grazia); solo per curiosità, comunque, va detto che oggi Anna è il secondo nome femminile più diffuso d'Italia (il primo è Maria) e la sua diffusione, in origine, si deve probabilmente al culto di Sant'Anna, madre della Beata Vergine Maria secondo alcuni testi apocrifi (Anna, comunque, è anche il nome della madre del profeta Samuele e l'agionimia, inoltre, non manca di altre sante con questo nome). Per quanto riguarda i cognomi in questione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni dei nomi personali delle capostipiti. |
D'ANNIBALE | D'Annibale è tipicamente laziale, molto diffuso a Roma ed a Ceccano nel frusinate, a Velletri, Lariano, Anzio Lanuvio e Nettuno nel romano, ad Aprilia, Cisterna di Latina e Latina nel latinense, a Frasso Sabino nel reatino, ed in Abruzzo a Pescara e Pianella nel pescarese e ad Ortona nel teatino, si tratta di una forma patronimica dove il D'- sta per il figlio di, riferito a capostipiti, i cui padri si fossero chiamati Annibale (vedi ANNIBALE). |
D'ANNUNZIO | Tipico della zona che va da Pescara a Vasto, deriva dal nome Annuntius (vedi Annunzi), personaggio famosissimo il poeta pescarese Gabriele D'annunzio (12/3/1863 - 1/3/1938). |
DANOVA | Proprio dell'area tra Pavia, Lodi e Milano, dovrebbe derivare da un toponimo contenente il vocabolo Nova o Nuova. |
DANOVARO | Raro è tipico del genovese, dovrebbe derivare dal cognome Novaro (vedi), i Danovaro erano armatori in Genova nel 1800. |
DANTE
DANTI |
Dante ha un ceppo veneto in particolare a Piove di Sacco e Pontelongo
nel padovano ed a Venezia, ed uno laziale a Roma, Vicovaro (RM), Rieti
e Cittaducale (RI), Danti parrebbe tipicamente toscano del fiorentino,
con un ceppo anche nel livornese.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi L'origine di questi cognomi va ricercata nel nome medievale Dante (forma contratta dell'originale Durante), col significato letterale di resistente, tenace e, in senso lato, costante, fermo di carattere (vedi anche Costanzo e Fermo). In conclusione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni dei nomi personali dei capostipiti. |
DANTILE | Cognome rarissimo del barese.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli Dantile è cognome barese alterato di Durante (cfr.) Minervini 182. |
D'ANTINO
DANTINO |
D'Antino, abbastanza raro parrebbe avere un ceppo nel pescarese, uno nel
romano ed uno nel foggiano, Dantino, quasi unico, è dell'area campano
foggiana, il cognome dovrebbero derivare dal toponimo Civita D'Antino nell'aquilano,
paese che in epoca tardo imperiale romana aveva una notevole rilevanza,
costituendo un forte baluardo inserito nel sistema logistico difensivo
romano.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli D'Antino e Dantino sono cognomi presenti a Foggia ed a Bari. Si tratta di un alterato del cognome Durante (cfr.) Minervini 182. |
D'ANTO
D'ANTO' |
D'Anto, assolutamente rarissimo e D'Antò, un poco meno raro, sono tipici del napoletano, in particolare di Afragola, ma anche di Casoria, Acerra e Napoli, si dovrebbe trattare di forme tronche del patronimico d'Antonio, riferito a capostipiti, il cui padre si chiamassa appunto Antonio. |
D'ANTONA
DANTONA D'ANTONE D'ANTONI DANTONI |
D'Antona è di origini siciliane, dell'area che comprende l'agrigentino, il nisseno ed il catanese, D'Antone, molto molto raro, anch'esso siciliano, è tipico di Catania e Trapani, D'Antoni, è il più diffuso in tutta la Sicilia, con massima concentrazione nel trapanese e nel palermitano, Dantona è estremamente raro ed è probabilmente dovuto ad errori di trascrizione, così come Dantoni che sembra però caratteristico del ragusano, di Scicli in particolare, dovrebbero tutti derivare da una forma patronimica in D'- del nome greco Antionos (Antuonos), che significa nato prima (ante gnatos con la stessa radice di antenato) e starebbero ad indicare famiglie di figli di un Antuonos. |
D'ANTONIO
DANTONIO DE ANTONIO DEANTONIO DI ANTONIO DIANTONIO |
D'Antonio, distribuito in tutt'Italia, è particolarmente presente nella fascia centrale, dove si individuano ceppi nel Lazio, Campagna, Abruzzi e Molise, provincie di Foggia e di Catania, sia Dantonio, che De Antonio e Deantonio sono assolutamente rarissimi e sembrerebbero originari dell'Abruzzo, del teramano e teatino in particolare, Diantonio è praticamente unico ed è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione di Di Antonio, che è invece ben presente nel teramano, a Teramo, Civitella del Tronto, Campli, Sant'Egidio alla Vibrata e Alba Adriatica, nel ternano, a Narni e Terni, ed a Roma, si tratta in tutti i casi di forme patronimiche in D', De, o Di, che hanno il valore di figlio di, riferite all'antico nome medioevale Antonio, tutt'ora in auge, nome probabilmente portato dai padri dei capostipiti. |
DANZA
DANZO |
Danza sembrerebbe tipicamente pugliese, molto diffuso nel foggiano, a Foggia, Sant'Agata di Puglia e Rignano Garganico, a Bari ed a Taranto, Danzo sembrerebbe specifico del vicentino, di Schio, Valdagno e Valli del Pasubio, con un piccolo ceppo nel tarentino, dovrebbero derivare da forme aferetiche di Abundanza ed Abundanzo , l'italianizzazione del nome tardo latino Abundantius, ricordiamo con questo nome il Diacono santo martirizzato durante le persecuzioni dei cristiani da parte dell'imperatore Diocleziano nell'anno 304. |
D'ANZI
DANZI |
Danzi ha un ceppo tra milanese, lodigiano e cremonese, uno in provincia
di Verona ed uno nella Basilicata, D'Anzi è specifico del potentino
con discrete presenze anche nel materano e nel tarentino.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli Danzi, D'Anzi è un cognome lombardo e veneto ma molto frequente anche in Basilicata. Per la Lombardia si può ipotizzare una forma 'Danz' aferetica del nome di persona Abundantius o Fidanza (Lurati 213), mentre per la Basilicata si dovrebbe intendere 'gente di Anzi', comune in provincia di Potenza (G. Rohlfs). |
DAOGLIO
DA OLIO DAOLIO |
Da Olio, quasi unico, dovrebbe essere una forma arcaica di Daolio, che è tipico della zona che comprende il mantovano ed il reggiano nei pressi dello sbocco del fiume Oglio nel Po, Daoglio, decisamente più raro, è del mantovano, di Suzzara, dovrebbero prendere il nome proprio dal fiume Oglio, indicando le sue rive come la zona d'origine dei capostipiti. |
DA PALUDE | Da Palude sembrerebbe ormai scomparso in Italia, originario del reggiano, dovrebbe derivare da un'alterazione del cognome De Paule, troviamo traccia di questa cognominizzazione in un atto di donazione della contessa Matilde di Canossa dell'anno 1102 dove viene citato tra i beneficiari Arduinus Comes de Palude. |
DAPAS | Dapas, molto raro, è tipico del goriziano e di Trieste, dovrebbe derivare da un modo dialettale di indicare coloro che abitavano in basso, in una zona al di sotto del livello altitudinale normale, in una sorta di fossa. |
DAPEI | Dapei, quasi unico, potrebbe essere ligure, l'ipotesi di una derivazione dal nome del paese di Pei, una frazione di Zerba nel piacentino, nell'alta val Trebbia ai confini con l'alessandrino, è possibile, anche se non esistono elementi a supporto. |
DAPIAGGI | Tipico del pavese |
DA PIT
DAPIT |
Da Pit è quasi unico, Dapit sicuramente friulano, ha un ceppo originario a Gemona del Friuli ed uno secondario a Sabaudia nel latinense causato dal trasferimento di lavoratori veneti e friulani per la bonifica delle Paludi Pontine in epoca fascista, deriva da un soprannome friulano, dapìt (in fondo) ad indicare probabilmente dove abitava la famiglia, cioè in fondo al paese. |
DA POLENTA | Da Polenta è un cognome illustre, le cui tracce in Italia sembrerebbero scomparse dalla prima metà del 1900, il casato dei Da Polenta governò la Signoria di Ravenna dal 1287 al 1441, deriva dal nome del Castello di Polenta, Castello con villaggio attualmente nel territorio di Bertinoro nel cesenate ai confini con il ravennate. |
DAPORTO
DAPPORTO |
Daporto, molto raro, ha un piccolo ceppo a Forl' e ad Imola nel bolognese, Dapporto è specifico di Faenza nel ravennate, dovrebbero derivare dal fatto che il capostipite provenisse da uno dei tanti paesi contenenti la radice Porto, o che provenisse da una zona portuale. |
DA POS
DAL POS |
Da Pos, molto molto raro, è specifico del bellunese, di Pieve d'Alpago, Dal Pos è specifico di San Vendemiano nel trevisano, con buona concentrazione anche a San Fior, Conegliano, Mareno di Piave, ed Ormelle sempre nel trevisano e di Quero nel bellunese, dovrebbero da un nome di località coma la frazione Dal Pos di San Vendemiano nel trevisano. |
DA PRELA'
DAPRELA' |
Da Prelà è praticamente unico, Daprelà è specifico di Imperia e dell'imperiese, dovrebbe derivare dal nome del paese di Prelà nell'imperiese, probabilmente il luogo d'origine dei capostipiti. |
D'AQUI' | Sembra originario della provincia di Reggio Calabria, potrebbe essere una contrazione di un soprannome legato al toponimo Aquilonia (AV), o legato ad un episodio o ad una caratteristica del capostipite, oppure potrebbe essere una contrazione del nome latino Aquilinus. |
D'AQUINO | Cognome tipico del centrosud, dovrebbe derivare dal toponimo Aquino (FR), ma è pure possibile un'origine dal cognomen latino Aquinus (vedi AQUINO). |
DARA | Dara ha un ceppo ad Andali e Catanzaro nel catanzarese ed uno in Sicilia in particolare ad Alcamo nel trapanese, casato nobile di origine albanese che venne investito del titolo di Baroni, ricordiamo Andrea Dara vissuto tra il 1700 ed il 1800, barone di Palazzo Adriano, Cannavata, Costamammana, S.Agata e Guadalami, nel palermitano. |
DARCHI
DARCHINI DARCHINO DARCO |
Darchi, quasi unico, è settentrionale, Darchini, abbastanza raro, ha un ceppo a Ravenna e Massa Lombarda nel ravennate e ad Imola nel bolognese, Darchino, quasi unico, sembrerebbe del savonese, Darco, quasi unico, è meridionale, potrebbero derivare da soprannomi etnici stanti ad indicare provenienza da paesi o località contenenti nel loro nome la radice Arco, ma molto più probabilmente derivano, direttamente o tramite un ipocoristico, dal nome slavo Darko. |
DARDANI
DARDANO |
Dardani è tipicamente emiliano, di Parma e Fornovo di Taro nel parmense e di Bologna e Medicina nel bolognese, Dardano è tipico della provincia di Catanzaro, dovrebberonentrambi derivare dal nome greco Dardanos, ricordiamo il mitologico figlio di Zeus e di Elettra che portava questo nome e che venne considerato il capostipite del popolo troiano. |
DARDI
DARDO |
Dardi abbastanza raro è tipico del bolognese e ravennate, Dardo
estremamente più raro sembra avere un ceppo nel cuneese ed uno nel
napoletano, deriva dal nome medioevale Dardus di cui si hanno tracce ad
esempio nel 1400 come possiamo leggere nel De Scriptoribus:
"...in quo luculenter illustratur Dardus
de cuius operibus fortasse agam et professo...". Tracce di
questa cognominizzazione la troviamo a Pisa nel 1300 con il maestro Dardi
autore del testo del 1344 Aliabraa argibra,
uno dei pochi trattati medievali di argomento algebrico.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli Dardi per Olivieri 143 deriva dal cognome Lunàrdi, a sua volta dal nome Lunardus. Si veda "Leonardus qui dicitur Dardi", Venezia 1290, N. Arch. Ven. XIX, 154. |
DA RE
DA RE' DARE DARE' DE RE DE RE' DERE' |
Da Re è tipicamente veneto, del padovano, veneziano e soprattutto del trevisano, e del pordenonese, Dare è praticamente unico, Da Rè e Darè, assolutamente rarissimi, sembrerebbero del triveneto, De Rè è unico, Derè lo è quasi, De Re, decisamente friulano, è specifico del pordenonese, di Caneva, Porcia, Sacile e Pordenone, dovrebbero derivare dai molti toponimi contenenti il vocabolo Re al loro interno, ma è pure possibile che possa in alcuni casi trattarsi di forme patronimiche indicanti i figli di chi, per qualsivoglia motivo, era stato Re di una festa, di una sagra, o perchè era stato chiamato Re dai suoi genitori o amici. |
DARELLI
DARELLO DARI DARIO |
Darelli, molto molto raro, è tipico di Roma e di Torricella in Sabina nel reatino, Darello è quasi unico, Dari ha un ceppo tra bolognese, fiorentino e ravennate, uno tra maceratese, Piceno e perugino, uno nel livornese, uno nel grossetano ed uno tra viterbese e romano, Dario ha un ceppo tra Veneto e Friuli, uno secondario nel Lazio, uno nel napoletano ed uno tra barese e brindisino, tutti questi cognomi dovrebbero derivare, direttamente o attraverso forme ipocoristiche, dal nome Dario, probabilmente portato dal capostipite. |
D'ARGENIO | vedi ARGENIO http://www.cognomiitaliani.org/cognomi/cognomi0001r.htm |
DA RIZ
DARIZ DE RIZ RIZ |
Da Riz è specifico del bellunese, di Belluno e Sedico, Dariz è specifico di Bressanone in provincia di Bolzano, De Riz è tipico dell'area che comprende in Veneto il bellunese ed il trevigiano ed in Friuli il pordenonese, con massima concentrazione a Pedavena, Feltre e Santa Giustina nel bellunese, ed a Polcenigo e Sacile nel pordenonese, Riz è del Trentino, di Campitello di Fassa e Canazei, potrebbero derivare da soprannomi o nomi di località chiamate riz o ritz (graffio, fenditura crepa) vocabolo di origine tedesca usato soprattutto nella Val di Fiemme ad indicare località con quelle caratteristiche. |
DARMAN
DARMIAN |
Darman sembra caratteristico di Rocca Pietore nel bellunese, Darmian è praticamente unico, e lo troviamo oggi solo nel milanese, dovrebbero derivare da una forma dialettale lombardoveneta del nome medioevale Darmanus, un nome peraltro rarissimo, ma non si può escludere una derivazione da un soprannome originato dal termine germanico darm (frattaglie, viscere). |
DA RODDA | Da Rodda è specifico del trevisano, di Revine Lago e Conegliano, dovrebbe derivare dal nome della località Rodda, frazione del comune di Pulfero nell'udinese, il Da sarebbe quindi un prefisso di provenienza che indichi il probabile luogo d'origine del capostipite, il toponimo potrebbe prendere il nome dal termine celtico rod (fiume), visto la vicinanza del letto del Natisone, ma, molto più probabilmente, deriva dal nome, di origini slave, del monte Rode, un'altura in territorio di Pulfero. |
DA ROLD | Tipico di Belluno, dovrebbe derivare dall'aferesi del nome medioevale germanico Harold; "...illum quidem pro ingenita flectere nequivit saevitia; filium autem regis Haroldum, sua dicitur praedicatione lucratus...", ma è pure possibile che derivi da un toponimo tedesco Roldus. |
DA RONCO
DARONCO |
Daronco è quasi unico, Da Ronco ha un ceppo friulano nell'udinese ed uno nel veronese, dovrebbero derivare da toponimi come Ronco All'Adige (VR) o simili. |
DA ROS
DAROS |
Da Ros è molto diffuso nell'area che comprende il bellunese, il trevisano, il pordenonese e l'udinese, soprattuttola zona di Vittorio Veneto, Sarmede, Cappella maggiore, Conegliano, Cordignano, Mareno di Piave, Gaiarine, Oderzo, Tarzo, Fregona, Colle Umberto, Breda di Piave, San Vendemiano e Treviso nel trevisano e Trichiana nel bellunese, ed in Friuli nel pordenonese Sacile, Pordenone e Brugnera, Daros, assolutamente rarissimo, è probabilmente dovuto ad errori di trascrizione del precedente, che dovrebbe derivare dal fatto che i capostipiti provenissero da paesi come Case da Ros di Godega nel trevisano, Ros di San Vito al Tagliamento (PN) o Ros di Vito d'Asio (PN) o altre simili. |
D'ARPA | D'Arpa ha un ceppo a Carmiano nel leccese ed a San Donaci nel brindisino ed uno, molto consistente a Palermo, potrebbe derivare da un soprannome basato sul termine dialettale arpaiu (strumento in uso presso i bottai), ma molto più probabilmente deriva dal nome dell'arpia una sorta di uccello rapace della mitologia greca. |
D'ARPIZIO | D'Arpizio, assolutamente rarissimo, sembrerebbe abruzzese, potrebbe derivare
dal nome di una pianta di montagna l'arpitium.
integrazioni fornite da Massimo D'Arpizio Le uniche notizie in mio possesso circa le origini del mio cognome riguardano un mio omonimo che pervenne in Città Sant'Angelo (ora in prov. di PE,allora in prov. di TE) verso fine del 1800, pare provenisse da Cellino Attanasio (TE). Mio padre riferiva che un evento drammatico o una faida paesana doveva averlo costretto alla fuga dal suo paese natale. |
D'ARRIGO | Sembra essere di origine siciliane, in particolare dell'area compresa tra le provincie di Messina e Catania, dovrebbe discendere dal nome Arrigo. (vedi Arrighi) |
DARSIE
DARSIE' D'ARSIE D'ARSIE' DASSIE DASSIE' |
Tutti del trevigiano, D'Arsie è unico ed è senza dubbio dovuto, come il quasi unico Darsie e il più diffuso Darsiè, specifico di Treviso e Villorba, ad un errata trascrizione di D'Arsiè, che è specifico di Vittorio Veneto, Conegliano e Treviso, sia Dassie che Dassiè sono tipici del trevisano, di Conegliano, Fontanelle, Oderzo e Susegana, e dovrebbe trattarsi di forme alterate dialettalmente del cognome precedente, dovrebbero tutti derivare dal nome del paese di Arsiè nel bellunese, probabile luogo di provenienza dei capostipiti. |
DARTORA | Dartora è tipicamente veneto, di Dolo e Camponogara nel veneziano e di Pederobba e Montebelluna nel trevisano, potrebbe derivare da un soprannome dialettale arcaico basato sull'italianizzazione di un termine veneziano ormai caduto in disuso ardora (calore intenso, ma usato come aggettivo per indicare una persona spiantata, senza il becco di un quattrino). |
DA RU
DA RU' DARU DARU' |
Da Rù, molto molto raro, è tipico dell'area veneta, di Pieve di Cadore nel bellunese in particolare, Da Ru e Darù, estremamente rari, sono anch'essi sempre tipicamente veneti, Daru è unico, tutti questi cognomi dovrebbero essere forme dialettali contratte del cognome Da Ruos (vedi DA RUOS). |
DA RUOS
DARUOS |
Daruos, praticamente unico, è dovuto ad un errore di trascrizione
di Da Ruos, che è tipico del trevigiano, di Farra di Soligo e Conegliano,
potrebbe derivare dal termine cimbro roush
(cavallo), forse ad indicare lo stato
di cavaliere del capostipite, ma è pure possibile una derivazione
dal termine dell'antico alto tedesco rouhhðs
(camino, fumarium) e a questo punto
indicherebbe che la famiglia proveniva da una zona fumosa o nebbiosa.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli Da Ruos è un cognome veneto e friulano di origine germanica. A mio parere deriva dall'antico alto tedesco '(h)ros' = 'cavallo' che ha dato con lo stesso significato il tedesco moderno Ross (forma poetica di Pferd). Il gruppo vocalico -uo dovrebbe infatti escludere la derivazione di tale cognome dall'aggettivo 'rosso', a meno che in Ruos non si voglia vedere un ibrido insolito fra il cognome friulano Rós e l'aggettivo sloveno 'rus', ambedue significanti 'rosso'. |
D'ASCIA | D'Ascia sembrerebbe originario del napoletano, di Napoli e di Forio sull'isola d'Ischia, dovrebbe stare ad indicare un'origine dei capostipiti dal paese di Ascea nel salernitano, chiamata anticamente con il termine grecanico Ascia, forse originato dalla radice verbale greco antica άσκέω askeo (esercitare, addestrare, prepararsi). |
DASSANI
DASSANO DASSIANI |
Dassani, molto raro, è tipicamente romagnolo, di Forlì e Ravenna, Dassano, molto molto raro, è tipico dell'area ligure, piemontese, del torinese in particolare, Dassiani è praticamente unica, dovrebbero derivare da alterazioni dialettali del nome latino Dassianus, ricordiamo con questo nome il governatore romano che martirizzò a Valencia in Spagna nel 304 d. C. San Vincenzo. |
DASSE' | Molto molto raro è tipico della bassa bresciana, dovrebbe derivare da modificazioni dialettali di toponimi come Dazze di Marcheno (Bs) in Valtrompia. |
D'ASTOLFI
D'ASTOLFO |
D'Astolfi è praticamente unico, D'Astolfo è tipicamente abruzzese, di Manoppello nel pescarese e di Chieti, dovrebbe trattarsi di una forma patronimica, dove il D'- stia per il figlio di, riferito ad un capostipite il cui padre avesse portato il nome longobardo Astulfus (vedi ASTOLFI). |
DATA | Data è tipicamente piemontese del torinese, di Forno Canavese in particolare, dovrebbe derivare da Data, il nome di una frazione della zona sudoccidentale di Forno Canavese. |
D'ATRIA | D'Atria è specifico di Palermo, potrebbe stare ad indicare l'appartenenza del capostipite alla Gens Atria, che aveva possedimenti terrieri nel salernitano ed in Sicilia, ma è pure possibile che possa trattarsi di una forma patronimica o matronimica riferita ad un capostipite, il cui genitore si fosse chiamato con il nome greco Atri. (vedi anche ATRIA) |
D'ATTANASIO | Sembra essere di origine abruzzese, deriva dal nome latino Athanasius. (vedi Atanasi) |
D'AUBERT | Il cognome D'Aubert, decisamente di origine francese, in Italia ha un ceppo a Palermo, si dovrebbe trattare di una forma patronimica in D'-, dove il D' sta per figlio di, riferita al nome medioevale Aubert che deriva dai vocaboli germanici adal (nobile) e berth (luminoso, brillante). |
D'AUDINO | Rarissimo sembra tipico del catanzarese, deriva dal nome longobardo Audinus di cui si ha esempio nel Codice Diplomatico Longobardo in un atto del 750 conservato a Siena, dove tra l'altro si legge: "In nomine domini Dei nostris Iesum Christi. rignante domno nostro uiro excelentissimo Aistolfo rige, anno primo, mense aprilis, indictione tertia... ...quidquid ipsi suprascripti Audimari et Audini ad suam abuerunt potestatem; de ipsa sorticilla mea uobis in integrum uindedi, excepto alia portionem meam,...", traccia di questo cognome si trova a Bovalino (CS) fin dal 1600 con un certo Petro Audino citato in un atto di vendita. |
D'AURIA | Sembra essere specifico del sud, con un forte ceppo campano, nel tarentino,
ed in Sicilia, è presente un probabile ceppo, forse non secondario
in Piemonte e Lombardia. Pur considerando che Auria sia stato un nome proprio
longobardo derivato dall'Aurea latino, questo cognome potrebbe anche derivare
da un nome di località, nel genovese ad esempio esisteva nel 1300
un sito chiamato Castrum Aurie, come si può leggere in un atto del
1321 conservato nell'Archivio di Stato di Genova: "...Item
terra de Coronale cui coheret ab uno latere terra predicti Sancti Johannis
de Salaxia et ab uno latere terra Michaelis de Serra et ab alio latere
saltus et terra salvatica et via publica qua itur ad Castrum Aurie. ...".
L'uso del nome Auria lo si riscontra nel 1000 ad esempio a Solofra (AV)
dove in un atto si legge dei coniugi Cicero e Auria, figlia del fu Giaquinto:
"...da partibus septemtrionalis fine sortione Ciceri
et Aurie uxoris
sue, que fuit filia Iaquinti presbiteri, ...". Tracce molto
antiche di questa cognominizzazione si hanno ad esempio nel nizzardo nel
1150 dove in un atto si legge: "...spectabiles juris
utriusque doctores dominus Petrus de Auria
Speronus, ac dominus Franciscus Mari, et nobiles
ac egregijo Andreas Orignanus, Lambertus Casanova, Secundinus Galleanus...".
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli D'Auria è cognome messinese, calabrese e lucano che corrisponde al cognome Dòria. integrazioni fornite da Giuseppe Concas D'AURIA; DORIA: almeno per quanto riguarda la Sardegna i D'Auria o Auria e i Doria, crediamo appartengano allo stesso ceppo. I Doria sardi provenivano da Genova. Siamo convinti inoltre che i Doria genovesi prendano il nome da Doria, antica frazione del Comune di Genova. Nei testi antichi della lingua e della storia della Sardegna i D'Auria, gli Auria sono semplici varianti di Doria. La famiglia dei Doria, di provenienza e di origine genovese, fece la sua comparsa in Sardegna con Doria Manuele, vissuto tra il 1202 ed il 1252. Figlio di Nicolò e di Giacomina della Volta, diede origine al ramo principale dei Doria o D'Auria o Auria sardi, sposando Giorgia de Lacon - Gunale, figlia di Comita de Lacon Giudice (sovrano) di Torres. Tra i quattro figli di Manuele e di Giorgia, si distinse Nicolò, il primogenito, che nel 1234 sposò la cugina (asimmetrica) Preziosa de Lacon - Gunale, figlia (legittimata) di Mariano II° giudice di Torres, dalla quale ebbe 8 figli. Tra i quali ci interessa Branca(leone), detto di Nurra, poiché possedeva estesi possedimenti in quella Curadorìa (Di. Sto. Sa. di Francesco Cesare Casula). Sposò Caterina Zanche, figlia di un ricco barattiere sassarese. Si tramanda che per appropriarsi degli averi del suocero lo avesse invitato ad una cena e fatto a pezzi (spedditzàu). Tale notizia varcò ben presto il Tirreno e raggiunse il resto d'Italia. "Ed elli a me: "Come il mio corpo stea // nel mondo su, nulla scienza porto//.(Dante Alighieri - Inferno, Canto 33 vv. 122 - 147).Cotal vantaggio ha questa Tolomea,//che spesse volte l'anima ci cade//innanzi c'Atropòs mossa le dea.// E perché tu più volentier mi rade// le invetriate lacrime del volto,// sappi che, tosto che l'anima trade,// come fec'io, il corpo suo l'è tolto//da un demonio, che poscia il governa//mentre che il tempo suo tutto sia vòlto.// Ella ruina in si fatta cisterna//e forse pare ancor lo corpo suso//de l'ombra che di qua dietro mi verna.// Tu 'l dei saper, se tu vien pur mo giuso:// elli è ser Branca Doria, e son più anni// poscia passati ch'el fu si racchiuso".//"Io credo - diss'io lui - che tu m'inganni;//chè Branca Doria non morì unquanche,//e mangia e bee e dorme e veste panni".// "Nel fosso su - diss'el - de Malebranche,//là dove bolle la tenace pece,// non era ancor giunto Michele Zanche (Inferno XXII, 88),//che questi lasciò il diavolo in sua vece// nel corpo suo, ed un suo prossimano// che il tradimento insieme con lui fece.//..Nel 22° canto dell'inferno, ai versi 85 - 87 (dove sono i "barattieri").Danar si tolse e lasciolli di piano,//sì com'e' dice; e ne li altri offici anche//barattier fu non picciol ma sovrano.// Usa con esso donno Michele Zanche// di Logudoro; e a dir di Sardigna//le lingue lor non si sentono stanche.//.Dante quindi sistema nella bolgia Tolemaica, Brancaleone Doria, quando era ancora in vita. Brancaleone Doria fu decapitato insieme al fratello Vinciguerra, nel 1325, per ordine del governatore generale Berengario Carròs, ma per l'accusa di aver partecipato, nel settembre 1324, alla guerra contro i Catalano - Aragonesi del Nuovo Regno di Sardegna. Il più famoso di tutti i Doria, fu senz'altro Brancaleone, marito di Eleonora d'Arborea. Nacque nel 1337 da Brancaleone Nicolò, (detto di Uta ma anche di Nurra, nipote del suddetto Brancaleone di Nurra) e da una concubina di nome Giacomina, poi legittimato. Nel 1376, dopo un lungo "fidanzamento", sposò la trentaseienne Eleonora de Bas Serra, figlia di Mariano IV° giudice di Arborea. La quale gli diede due figli: Federico e Mariano, etc. (per saperne di più Di.Sto.Sa di F. C. Casula, oppure visita nel Web: Eleonora d'Arborea). I Doria sono citati in molte carte antiche della lingua e della storia della Sardegna medioevale, ma non figurano nei tre Condaghi, pervenuti a noi al completo: il CSMB, il CSNT, il CSPS, tutti del XI°, XIII° secolo. Nel testo di Francesco Cesare Casula - Dizionario Storico Sardo, sono ben 54 i Doria citati. Molto spazio dedica loro l'opera di Giovanni Francesco Fara (Ioannis Francisci Farae: in Sardiniae Chorographiam; de Rebus Sardois I-II; de Rebus Sardois III- IV. Opera edita a Cagliari nel 1580, presso la tipografia di Nicolò Canyelles. Dagli archivi di Torino, esattamente da "Diplomi e Carte", sono pervenuti a noi, in testo latino, grazie alla gentilezza di professor Luciano Carta, illustre studioso della storia della Sardegna, tutti i documenti che riguardano le vicende, che coinvolsero, dal 1382 al 1390 Brancaleone Doria, i figli Federico e Mariano e soprattutto la moglie Eleonora da una parte, e il re Don Giovanni d'Aragona, dall'altra, con l'elenco di tutti i centri abitati (villae - biddas), delle rispettive Curadorìe, che aderirono alla famosa, seppure effimera, Pace di Eleonora, LPDE del 1388. il documento riporta inoltre nome e cognome dei Curatori (Curatores delle Curadorìe), dei responsabili delle due corti; il nome delle Piazze e le date di raccolta, nonché di tutti i firmatari della Pace, ed il ruolo sociale occupato. Dedicheremo, a breve, nel Web (Giuseppe Concas) un capitolo specifico su quei fatti. Attualmente il cognome D'Auria è presente in 500 Comuni italiani, di cui 5 in Sardegna: Cagliari 10, Uta 3, Assemini 3, Tempio 3, Calasetta 2. I Doria sono presenti in 548 Comuni italiani, di cui 4 in Sardegna: Sassari 30, Cagliari 5, Uta 3, Arzachena 3. |
D'AUTILIA
D'AUTILIO |
D'Autilia ha un ceppo nel leccese a Cursi, Martano, Melendugno e Campi Salentina ed a Taranto, ed uno molto piccolo in Sicilia nel palermitano, D'Autilio ha qualche presenza tra Abruzzo e Puglia, dovrebbe trattarsi di una forma matronimica o patronimica riferita a capostipiti il cui padre o la cui madre si fossero chiamati con il nome sia longobardo che normanno Autilia o Autilio (vedi AUTILI), tracce di queste cognominizzazioni le troviamo in Puglia in un atto del 1270: "..Donat Almerico de Montedragone casali Tullii de Justitiariatu terre Idronti; donat casale Matine de Justitiariatu terre Idronti lohanni de Autilio ..". |
DA VALLE
DAVALLE DE VALLE DEVALLE |
Da Valle, molto raro, sembrerebbe tipico della provincia di Lucca, di Porcari, Capannori e Lucca stessa, Davalle, ancora più raro ha un piccolo ceppo nell'alessandrino ed uno tra bolognese e ravennate, De Valle, assolutamente rarissimo, è dell'area piemontese e lombarda, Devalle è diffuso in Piemonte, a Dogliani e Racconigi nel cuneese ed a Torino, questi cognomi dovrebbero derivare dal fatto di essere stati i capostipiti originari di una valle o di località contenenti la radice Valle, come ne esistono molte in Italia. |
DAVANZATI | Estremamente raro è specifico della Toscana settentrionale, dovrebbe derivare dal nome medioevale Avanzo (aferesi del nome beneaugurale Diotavanzi), troviamo questo cognome rappresentato nel 1200 a Firenze dal rimatore Chiaro Davanzati che intrecciò con Dante Alighieri uno scambio di sonetti. |
DAVANZO | Davanzo è diffuso nel Veneto, nel veneziano e nel trevigiano in particolare, a Musile di Piave, San Donà di Piave, Venezia, Quarto d'Altino, Noventa di Piave, Fossalta di Piave, Iesolo, Meolo e Ceggia nel veneziano ed a Roncade, Treviso, Breda di Piave, Ponte di Piave e Salgareda nel trevisano, con un ceppo a Trieste ed a Monfalcone nel goriziano ed uno nel barese ad Andria e ad Acquaviva delle Fonti, dovrebbe derivare da un soprannome basato sul termine veneziano arcaico davanzo (in esubero, giunto in soprannumero, di uno di cui si farebbe volentieri a meno), forse indicando nel capostipite l'ultimo nato di una famiglia molto numerosa. |
D'AVANZO | D'Avanzo è un cognome tipicamente meridionale, del napoletano ed avellinese in Campania e del barese in Puglia, dovrebbe trattarsi di una forma patronimica, dove il D'- sta per il figlio di, riferito ad un capostipite il cui padre si chiamasse Avanzo (vedi AVANZI). |
DAVEN | Assolutamente rarissimo, quasi unico, parrebbe concentrato nel Salento, di probabile origine normanna. |
DA VENEZIA | Da Venezia, molto raro, è tipico di Venezia, potrebbe essere di origine ebraica, starebbe comunque ad indicare un'origine veneziana del capostipite. |
DAVERI
DAVERIO |
Daveri ha un piccolo ceppo a Piacenza, ed un ceppo consistente ad Arezzo e nell'aretino, a Subbiano e Capolona, con un ceppo anche a Grosseto, Daverio è tipico del Piemonte orientale e della Lombardia occidentale, soprattutto del varesotto, dovrebbero derivare dal nome del paese di Daverio nel varesotto, dell'uso di utilizzare questo toponimo come elemento di identificazione abbiamo tracce fin dal 1000, in un atto del Codice diplomatico lombardo del 1100 leggiamo: "...Interfuerunt ibi vocati testes Guilielmus de Muro....... et Rainerius et Azinus domini Ioannis de Daverio..."; nel 1500 i Daverio vengono annoverati tra le famiglie più importanti di Gorla (MI). |
D'AVERSA | D'Aversa ha un ceppo nel romano e frusinate, uno nel teatino e campobassano, presenze significative in Campania ed in Puglia, in particolare nel Salento, dovrebbe derivare dal nome della città di Aversa nel casertano, donde dovrebbero probabilmente provenire i capostipiti. |
DAVI
DAVI' |
Davi e Davì sembrerebbero originari di Palermo e del palermitano, il secondo, il più diffuso, ha anche un ceppo nel messinese, nel catanese e nel siracusano, dovrebbero essere di origini angioine e derivare da una italianizzazione del nome normanno Davis, a sua volta derivato dal nome ebraico David, ma esistono anche ceppi nel rovigoto e nel torinese forse autonomi, che dovrebbero essere di origini ebraiche, probabilmente sefardite, e derivare dall'apocope del nome Davide, tracce di questo cognome le troviamo nel 1300 a Zevio nel veronese con una casa padronale chiamata Casa di Davì, nel 1600 ed a Caorle nel veneziano con un certo Stefano Davì. |
DAVICO
DAVIGHI DAVIGO |
Davico è tipicamente piemontese di Cherasco, Alba e Bra nel cuneese,
di Montemarzino e Tortona nell'alessandrino e di Torino e del torinese,
con un ceppo anche a Genova, Davighi ha un ceppo nel parmense, in particolare
a Salsomaggiore Terme, Davigo, il più raro, è dell'imperiese,
a Lucinasco in particolare, potrebbero derivare da toponimi come Vico Canavese
nel torinese o Vicoforte
nel cuneese o altri contenenti sempre la radice vico (villaggio, paese), ma, molto più probabilmente dovrebbero derivare da forme aferetiche del nome medioevale Lodavigus o Lodavicus, alcune delle forme alterate più comuni del nome Lodovicus, di queste alterazioni abbiamo un esempio d'uso in quest'atto del 1525: "Gum item quod dictus Lodavicus possit perficere dictam fenestram, dummodo predictus Lodovicus non possit facere aliqua insignia de Caponibus vel aliqua alia in dicta facciata, et maxime a parte exteriori que respicit super platea dicte ecclesie. Et cum hoc quod predictus Lodovicus non aquirat aliquod ius, nec domus de Caponibus, in preiudicium iuribus dictorum de Guicciardinis in dicta facciata. ..". . Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Ceva nel cuneese nel 1300 con il consigliere comunale Bartholomeus Davico. |
DAVID
DAVIDE DAVIDI |
David è presente a macchia di leopardo in tutt'Italia, Davide sembrerebbe specifico del napoletano, Davidi, molto molto raro, potrebbe essere del nord Italia, forse ligure, dovrebbero tutti derivare dal nome proprio Davide derivato dal nome ebraico Dawid, in alcuni casi può trattarsi dell'italianizzazione del cognome gentilizio ebraico Dawid. |
D'AVINI
D'AVINO |
D'Avini è quasi unico e dovrebbe trattarsi di errori di trascrizione del cognome D'Avino che è tipicamente campano, del napoletano, di Somma Vesuviana, Poggiomarino, Napoli, Ottaviano, San Gennaro Vesuviano, Frigento, Marigliano, Pomigliano d`Arco, Gragnano, Torre Annunziata e Palma Campania e di San Marzano sul Sarno nel salernitano, dovrebbero derivare dauna forma patronimica dove il D' sta per figlio di del nome medioevale Avinus di cui abbiamo un esempio in un atto di donazione dell'anno 1098: "...id est quadrantem tocius terræ et omnium reddituum ipsius quadrantis, et medietatem venationis, pro XXVII libris denariorum quos in expensis suæ peregrinationis Hierosolimis detulit. Facta hæc apud castrum Malliacum, VI nonas martii, coram his testibus: Hugo Grossus; Gaufredus, frater ejus; Rainaldus, cognatus eorum; Wilelmus, frater ejus, et Widricus; Gaufredus de Vincellis; Norgaudus; Odo, vitricus ipsius Ascelini, Wido de Misera; Avinus, filius predicti Odonis; Gonterius, capellanus; Paganus, præsbiter; Rainerius et Henricus, famuli. ...". |
DAVIN
DAVINI DAVINO |
Davin, molto raro, sembrerebbe del rovigoto, Davini sembrerebbe originario della zona delle provincie di Lucca e Pistoia ha un nucleo principale tra Lucca e Pisa, un ceppo probabilmente secondario a Genova ed uno a Brescia, Davino, molto più raro, sembrerebbe napoletano, dovrebbero tutti derivare dal nome medioevale Davinus, ricordiamo San Davino confessore ed eremita, di origini armene, del secolo XI°, fece un pellegrinaggio in Terra Santa e di lì a Roma; da dove iniziò un altro pellegrinaggio verso S. Giacomo di Compostella in Spagna, transitando per Lucca si ammalò e morì nel 1029; fu sepolto nella chiesa di S.Michele in Foro (LU). A Lucca San Davino convertì parte della popolazione al cattolicesimo e questi presero il nome di Davini in suo onore, la venerazione popolare portò alla divulgazione del nome Davino. Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Pisa nel 1228 quando Ranierus Davini è un sottoscrittore dell'atto con il quale i Pisani giurano di mantener fede all'alleanza con Siena. LINK |
DAZIERI
DAZZIERE DAZZIERI |
Dazieri, assolutamente rarissimo, è della zona tra piacentino, parmense, cremonese e mantovano, Dazziere è praticamente unico, Dazzieri lo è quasi, questi cognomi dovrebbero probabilmente derivare dal fatto che i capostipiti fossero dei dazieri, termine arcaico per identificare le guardie daziarie, cioè gli incaricati alla riscossione delle gabelle dovute per l'importazione di merci in una città. |
D'AZZI
DAZZI D'AZZO DAZZO |
D'Azzi è quasi unico, Dazzi ha un ceppo nel bellunese a Farra d'Alpago e Puos d'Alpago ed a Vittorio Veneto nel trevigiano, uno, molto più consistente, in Emilia a Parma e Reggio, ed uno in Toscana a Carrara e nel lucchese a Pietrasanta, Forte dei Marmi e Serravezza e nel vicino spezzino, D'Azzo, assolutamente rarissimo, ha un piccolo ceppoa Napoli ed uno a Ribera e Burgio nell'agrigentino, Dazzo, molto molto raro, è tipicamente siciliano, di Lucca Sicula nell'agrigentino, si dovrebbe trattare di forme patronimiche dove il D- od il D'- stanno per il figlio di, riferiti a capostipiti i cui padri si chiamassero Azzo (vedi AZZI). |
DE ACETIS | De Acetis, abbastanza raro, è tipicamente abruzzese, del pescarese in particolare , di Caramanico Terme e Pescara, dovrebbe trattarsi di una forma patronimica dove il De- sta per figlio di, riferito ad un capostipite il cui padre si chiamasse Aceto (vedi ACETI), nell'Archivio di Stato di Firenze troviamo tracce di questa cognominizzazione con un Antonius de Acetis de Firmo (marchigiano), Capitano del popolo di Firenze dal 4 luglio 1385 al 4 gennaio 1386. |
DE ADDIS
DEADDIS |
De Addis sembrerebbe unico, Deaddis, comunque rarissimo, è specifico
del sassarese, di Sedini, Sassari e Tergu, dovrebbe derivare da un soprannome
indicatore di provenienza originato dal termine sardo adde,
addis (valle
o anche bosco), probabilmente
originato dal fatto che la famiglia provenisse da una valle.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas DEADDIS: de addis > de baddis > de vallis (vedi il cognome ADDIS) ; tradotto liberamente, Della Valle, che è nome diffuso in tutta Italia, con i ceppi più consistenti in Lombardia, Campania, Piemonte. Attualmente è presente in 11 Comuni, di cui 4 in Sardegna: Sedini 24, Sassari 12, Tergu 10, P Torres 3. |
DEAGLIO
DELL'AGLI DELL'AGLIO |
Deaglio, quasi unico, è piemontese, frutto evidentemente di errori di trascrizione dei successivi, Dell'Agli ha qualche presenza in Sicilia, nel ragusano e siracusano, ma il ceppo principale è a Genzano di Lucania nel potentino, Dell'Aglio ha un piccolissimo ceppo campano tra napoletano e salernitano, ma il nucleo è tra Lucania e Puglia, a Montescaglioso nel materano e San Chirico nuovo nel potentino, un ceppo a Bari e Noicattaro nel barese, a Brindisi e Francavilla Fontana nel brindisino, e nel tarentino a Palagiano, Sava, Massafra e Taranto, dovrebbe trattarsi di forme patronimiche riferite a capostipiti, i cui padri si fossero chiamati con il nome latino Allius (vedi AGLI), o con il nome franco Ailloud (vedi AGLIALORO). |
DE ALBENTIIS | De Albentiis è quasi unico, sembrerebbe abruzzese, probabilmente originario di Atri nel teramano, si dovrebbe trattare di una forma patronimica dove il De sta per della famiglia degli Albentiis, che si riferisce ad un gruppo il cui capostipite probabilmente si chiamava Albentius (vedi ALBENZI). |
DE AMICI
DE AMICIS DEAMICI DEAMICIS DE AMICO |
De Amici è tipico del milanese così come il più raro Deamici, De Amicis invece, molto più diffuso, è tipico della fascia che comprende tutto l'Abruzzo, e la provincia romana, Deamicis è quasi unico, De Amico, sia nella forma con la particella de minuscola che maiuscola, è assolutamente rarissimo ed è probabilmente una forma alterata del cognome D'Amico (vedi). Tutti questi cognomi dovrebbero derivare dal nome medioevale Amicus (vedi Amici). |
DEAN
DEANA DEANI DEANO |
Dean è tipico dell'udinese, di Fiumicello e Codroipo in particolare e di Trieste, Deana è tipico dell'udinese di Talmassons in particolare, Deani, quasi unico, parrebbe triestino, Deano, altrettanto raro, è sempre dell'udinese, dovrebbe derivare dal termine friulano dean (decano), titolo attribuito anticamente agli amministratori comunali. |
DE ANDRE'
DE ANDREIS |
De Andrè, praticamente unico, sembrerebbe ligure e dovrebbe trattarsi della forma tronca del cognome De Andreis, che ha un ceppo ligure a Genova, ad Albenga nel savonese e nell'imperiese ad Imperia e San Remo, ed un ceppo nell'aquilano a Capitignano ed Avezzano, a Roma ed a Scandriglia nel reatino e Trivignano nel frusinate, dovrebbe trattarsi di una forma patronimica, dove il prefisso De- stia per il figlio di, riferito a capostipiti il cui padre si fosse chiamato Andrea, latinizzato in Andreis, come è stato in uso nel 1700 e 1800 per attribuire una sorta di nobiltà storica ad un casato. |
DE ANGELIS
DEANGELIS |
De Angelis è molto diffuso in tutt'Italia, nel centro in particolare,
Deangelis, molto molto raro, ha un ceppo nel torinese, derivano dal nome
medioevale Angelus. Troviamo tracce
di questa cognominizzazione un pò dappertutto, ad esempio nel 1500
a Bormio (SO) in un atto viene citato un certo Domenico de Angelis, nel
1600 a Gualdo Tadino (PG) si legge di un certo Pietro De Angelis, nel 1700
il notaio Nicola De Angelis opera a Torricella Peligna (CH).
integrazioni fornite da Vincenzo De Angelis il cognome De Angelis, si trova anche in Calabria a Brancaleone (RC) dove avevano il titolo di Cavalieri. Il casato era originario di Belvedere (CS), si trasferì a Bova nel 1699 quando il frate Antonio Gaudiosi fu eletto vescovo della diocesi e portò con se la sorella Vittoria moglie di Giovanbattista De Angelis. Nel 1745 Antonino De Angelis si trasferisce a Brancaleone per matrimonio con la baronessa Fortunata De Lorenzi, a Brancaleone vivono ancora gli eredi., vi sono stati matrimoni con i baroni Caffarelli, con i baroni Bologna e i marchesi Stranges, numerosi personaggi diedero lustro a questa famiglia. Lo stemma che si trovava all'interno della vecchia chiesa dove possedevano l'urna cineraria raffigura un'aquila con ali aperte, una palma e in basso una torre a due piani e una stella. |
DE ANTIQUIS | De Antiquis, quasi unico, sembrerebbe romagnolo, si hanno tracce di un notaio Ippolito de Antiquis de Forolivio (Forlì) nella prima metà del 1500, il cognome dovrebbe derivare dal fatto che il capostipite fosse di un ceppo di antichi residenti nella città di Forlì. |
DE ANTONI
DE ANTONIIS DEANTONI DEGLI ANTONI |
De Antoni ha un ceppo veneto a Chioggia (VE) ed uno a Vicenza e nel vicentino, uno a La Spezia e Follo (SP), un ceppo lombardo a Laveno Mombello (VA), ed uno a Roma, De Antoniis ha un ceppo a Teramo e nel teramano a Sant`Omero e Castel Castagna ed uno a Roma e Monterotondo (RM), Deantoni, probabilmente dovuto ad errori di registrazione, molto molto raro, è limitato al Piemonte e Lombardia, Degli Antoni, assolutamente rarissimo, è della zona che comprende Lombardia ed Emilia, dovrebbero derivare dall'essere il capostipite appartenente ad una famiglia il cui capostipite era un figlio di un Antonio. |
DE ASTIS | Il ceppo principale dei De Astis è in Puglia nel barese a Ruvo di Puglia, con ceppi significativi anche a Bari, Terlizzi e Barletta, sempre nel barese, i piccoli ceppi a Genova, Torino e Roma sono probabilmente il frutto dell'emigrazione del primo, il cognome dovrebbe derivare dal nome della città di Asti e risalire all'epoca angioina, quando alcuni templari astigiani andarono al seguito di Roberto d'Angiò Re di Sicilia e di Gerusalemme. |
DE BALZI
DE BALZO DEL BALZI |
De Balzi, De Balzo e Del Balzi, quasi unici, sono chiaramente errori di trascrizione del più comune Del Balzo (vedi DEL BALZO). |
DE BAPTISTIS | De Baptistis ha un ceppo a Teramo ed uno a Civitavecchia nel romano, dovrebbe derivare da una forma patronimica dove il De- sta per il figlio di, riferito a capostipiti il cui padre si chiamasse con il nome di Baptista, espressione arcaica per Battista. |
DE BARDI | De Bardi ha un ceppo veneto a Campo San Martino nel padovano ed uno laziale a Roma, Pomezia ed Albano Laziale nel romano, forse causato dall'emigrazione veneta in occasione della bonifica Pontina in epoca fascista, dovrebbe trattarsi di un indicatore etnico basato sull'aferesi del termine longobardi, probabilmente ad indicare che i capostipiti appartenessero a quel gruppo etnico. |
DE BARTOLI
DE BARTOLO DE BORTOLI DEBORTOLI DI BARTOLI DI BARTOLO DI BORTOLO |
De Bartoli, molto molto raro, sembrerebbe essere originario dell'Italia centrale, De Bartolo ha un ceppo nel barese ed uno nel cosentino, Di Bartoli è praticamente unico, De Bortoli è tipicamente veneto, ma con ceppi anche in Friuli e nel Trentino, Debortoli, molto molto raro, è trentino, Di Bartolo parrebbe tipico della Sicilia, ma con ceppi anche a Raiano (AQ), a Roma ed a Genova, Di Bortolo è specifico di Maniago nel pordenonese, dovrebbero derivare tutti dal fatto che i vari capostipiti fossero figli di un Bartolo o Bortolo, in questi casi la particella De o Di hanno funzione patronimica, cioè stanno per il figlio di. |
DE BARTOLOMEI
DE BARTOLOMEO |
De Bartolomei, assolutamente rarissimo è del centro Italia, De Bartolomeo è tipicamente pugliese di Taranto, dovrebbero derivare da forme patronimiche riferite a capostipiti i cui padri si fossero chiamati Bartolomeo e dove la particella iniziale De- sta per il figlio di. |
DE BATTISTA
DE BATTISTI DEBATTISTA DEBATTISTI |
De Battista sembra specifico del bellunese, con un ceppo anche nel nordmilanese, sembrano esserci anche dei ceppi pugliesi e siciliani, Debattista, assolutamente rarissimo sembra essere una modificazione dovuta ad un errore di trascrizione, De Battisti è tipicamente veneto, del veronese e padovano in particolare, ma anche del mantovano e del vicentino, Debattisti, assolutamente rarissimo, è del veronese, dovrebbero tutti derivare da forme patronimiche dove il De- sta per il figlio di, riferito a capostipiti il cui padre si chiamasse con il nome di Battista, questa cognominizzazione risale almeno al 1400, verso la fine del secolo troviamo infatti a Taormina il pittore Gabriele de Battista. |
DE BEI | De Bei è tipico di Chioggia e Venezia nel veneziano e di Porto Tolle nel rovigoto, dovrebbe derivare da un soprannome indicatore di appartenenza, cioè specificare che i capostipiti appartenevano ad un gruppo detto dei belli, che in veneziano si dice bei, forse in riferimento a caratteristiche del luogo di provenienza o di abitazione. |
DE BELLA
DE BELLI DE BELLO |
De Bella ha un ceppo romano ed uno molto piccolo calabrese nel vibonese a Ricadi e Nicotera e nel reggino, con piccolissimi ceppi a Messina ed a Palermo, De Belli è quasi unico, mentre De Bello è pugliese, di Bari soprattutto e di San Pietro Vernotico nel brindisino e di Mottola nel tarentino, dovrebbero derivare da forme patronimiche del nome latino Bellus, Bella, dove la particella De- sta ad indicare il figlio di, riferito a capostipiti che portassero quel nome. |
DE BELLIS | Due probabili ceppi uno nell'udinese
ed uno nel barese, potrebbe derivare da un soprannome. (vedi
anche Bellani). Circa il ceppo barese, un discendente, Lorenzo Longo
De Bellis, ci ha inviato queste ulteriori notizie:inizialmente il loro
identificativo belli poi di bello e de bello,figlio di bello, erano una
famiglia nobile di Bari, di cui esistono tracce dal 1282(???), da Bari
si sono espansi a Castellana e a Rutigliano, il loro stemma sarebbe: "arma:d'azzurro
al castello d oro aperto e fenestrato del campo merlato alla guelfa e torricellato
di tre pezzi quello di mrzzo piu alto pure merlati aperti e fenestrati
del campo". Un Giovanbattista de Bellis, originario di Rodio (SA), fu Vescovo
di Telese (BN), . nel 1696 Domenico Bellisario de Bellis nato a Casamassima
(BA) nel 1647, viene eletto vescovo di Molfetta e, nel 1694, Papa Innocenzo
XII lo nominò vicario Apostolico di Sutri e Nepi per breve tempo,
perchè il De Bellis fu nominato cappellano segreto e familiare del
papa.
stemma fornito da Lorenzo Longo de Bellis |
DE BENEDETTI
DE BENEDETTIS DE BENEDETTO DE BENEDICTIS DE BENEDITTIS |
De Benedetti è dell'alessandrino, De Benedettis, molto molto raro, ha un ceppo nel Salento ed uno nell'alto salernitano, De Benedetto è tipico del sud peninsulare, della Puglia e della Calabria in particolare, De Benedictis è barese, De Benedittis è specifico del campobassano e della Puglia, derivano tutti da forme patronimiche, dove il De sta per figlio di, del nome Benedetto, portato probabilmente dai padri dei capostipiti. (vedi anche BENEDUSI) |
DE BENIGNI
DE BENIGNO DI BENIGNO |
De Benigni è unico, De Benigno è specifico di Salerno, Di Benigno, estremamente raro, ha un piccolo ceppo nel pescarese e presenze nel romano, dovrebbe trattarsi di forme patronimiche dove il De- ed il Di- stanno per il figlio di, riferito a capostipiti il cui padre si fosse chiamato con il nome latino Benignus (vedi BENIGNI). |
DE BERNARDI
DE BERNARDO DE BERNARDINI DE BERNARDINO DI BERNARDI DI BERNARDINI DI BERNARDINO DI BERNARDO |
De Bernardi sembrerebbe decisamente piemontese, ma potrebbe esserci un nucleo anche a Trieste, De Bernardini, molto molto raro, parrebbe del vicentino, De Bernardino, quasi unico, è romano, e dovrebbe essere una forma arcaica del cognome Di Bernardino, anch'esso romano, De Bernardo ha un ceppo friulano, presente sia a Pavia di Udine (UD) che a Pordenone, un ceppo calabrese ad Acri (CS), ma il nucleo principale è campano a Napoli e San Gennaro Vesuviano, Di Bernardi, assolutamente rarissimo, è probabilmente dovuto ad errori di trascrizione, Di Bernardini, sicuramente romano è tipico di Roma, Marino, Forano e Mazzano Romano, Di Bernardo ha un ceppo friulano soprattutto a Venzone (UD) ed Udine, uno abruzzese, uno romano, uno in Molise a San Martino in Pensilis (CB) e Termoli (CB), uno nel napoletano a Mugnano di Napoli, Napoli, Calvizzano e nel casertano a Camigliano, e più ceppi in Sicilia. (vedi Bernardelli) |
DE BIANCHI | Abbastanza raro sembrerebbe avere tre ceppi, nel trevigiano, nel veronese, nel modenese ed in provincia di Roma, può derivare dal vocabolo bianco usato come nome o come soprannome derivante da una caratteristica fisica, i capelli, il colore della carnagione o da una caratteristica ambientale tipo case bianche o anche come partigiano del partito guelfo dei Bianchi. Di questa cognominizzazione abbiamo tracce a Modena nella prima metà del 1400 con lo scrittore Jacopino de'Bianchi e nella seconda metà dello stesso secolo a Desenzano (BS) con Ser Biancoso de' Bianchi; Padre Biagio Bagni di Cento (FE) nella seconda metà del 1500 scrive: "...Giouanni Lamberto, c'haueua inimicitia con la famiglia De Bianchi, essendo intrato in casa della Caualliera Lamberta con quindeci huomini armati suoi compagni,...". |
DE BIASE
DE BIASI DE BLASI DE BLASIS |
De Biase è tipico della provincia di Bari, De Biasi ha un ceppo nel Veneto, uno in Puglia, ma è presente in tutta Italia, De Blasi ha un ceppo tra palermitano e trapanese, uno nel Salento ed uno nel napoletano e avellinese, De Blasis è tipico della zona che comprende le province di Roma e L'Aquila, possono derivare dal cognomen latino Blaesus (vedi Biasi), o dal nome medioevale Blasius (vedi Biasio), o anche da un soprannome derivato dal nome Biagio. |
DE BIDDA
DEBIDDA DEIDDA |
Debidda, molto molto raro, è tipico del nord della Sardegna, De Bidda è praticamente unico, Deidda è tipico invece del centrosud della Sardegna, sono la versione sarda del cognome italiano Villani derivando da Idda contrazione di Bidda (villa, villaggio, paese) e starebbero ad indicare un'origine paesana della famiglia, in quanto non isolata, ma proveniente dal paese. |
DE BISOGNO
DI BISOGNO |
Di Bisogno è praticamente unico e dovrebbe trattarsi di un'errata trascrizione del cognome De Bisogno, che, assolutamente rarissimo, è un cognome tipico del napoletano, si dovrebbe trattare di un cognome attribuito a dei trovatelli, dall'istituto di carità che lo aveva accolto, indicando in questo modo che il bambino era probabilmente il figlio di un militare spagnolo, con il termine bisoños venivano indicate, in epoca aragonese, le reclute spagnole inviate come rincalzi dalla Spagna, come si evince dal Diccionario de la lengua española de la Real Academia de España bisoño (Dicho de la tropa o de un soldado: nuevo; Nuevo e inexperto en cualquier arte u oficio). |
DE BO
DEL BO DEL BO' |
De Bo, praticamente unico è quasi sicuramente dovuto ad un errore di trascrizione di Del Bo, tipico del pavese come il molto più raro Del Bò, entrambi presenti in maniera notevole a Bressana Bottarone (PV) in particolare, ma presenti in tutta la provincia, dovrebbero derivare dal termine bove ad indicare una particolare agiatezza, la presenza in Lombardia di queste cognominizzazioni come possiamo leggere in atti della Santa Inquisizione che a Roma addì 8 Febbraio 1559 alcuni colpevoli di eresia furono: "...menati in Piazza Nauona, abrusciati uiui, Giovanni Antonio del Bò, Cremonese, pentito fu prima apichato e poi abrusciato...". |
DE BONA
DE BONI DE BONIS DE BONO DE BUONO DEBONA DEBONI DEBONIS DEBONO DI BONA DI BONI DI BONO |
De Bona è del bellunese, Debona è praticamente unico ed è dovuto ad errori di trascrizione del precedente, De Boni e la forma alterata Deboni sono tipicamente veneti, De Bonis è molto diffuso al sud peninsulare, soprattutto nel foggiano, nel potentino e nel cosentino con un ceppo importante anche nelle province di Roma e Latina, Debonis, assolutamente rarissimo e della stessa zona, è sicuramente dovuto ad errori di trascrizione del precedente, De Bono, molto raro, parrebbe romano, Debono è dovuto ad errori di trascrizione, De Buono è specifico di Cosenza e del cosentino, Di Bona ha ceppi nel romano, nel frusinate, nel casertano ed in Molise, ed un ceppo tra trapanese e palermitano, Di Boni, quasi unico, parrebbe del latinense, Di Bono ha piccoli ceppi nel frusinate e nel latinense, nel potentino ed in Sicilia nel trapanese e nel palermitano, dovrebbero tutti essere dovuti a forme patronimiche, dove il De- ed il Di- stanno per il figlio di, derivate dal nomen latino Bonus o dal suo derivato medioevale Bono, in alcuni casi potrebbero anche derivare da soprannomi originati dal carattere del capostipite. Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Pavia in un atto del 1223 dove è citato un certo: "Bonusiohannes de Bono Filli condam Rolandi de Alagna", nella seconda metà del 1300 a Pisa con il mercante Giacomo de'Boni citato in un atto di affidamento, verso la fine del 1500 a Padova opera il Notaio Gerolamo de Boni del quondam Giovanni di Padova. |
DE BORRI | De Borri estremamente raro ora limitato alla provincia di Novara, dovrebbe
derivare dal soprannome medioevale, poi divenuto nome, Borro,
Borronis (vedi
BORRI), dovrebbe essere di origine longobarda ed appartenere indirettamente
alla nobiltà lombarda in quanto ramo cadetto di un casato di Capitani
e di Valvassori milanesi.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli è un rarissimo cognome presente in provincia di Novara, derivato con ogni probabilità dal cognome base Borromei da Borromeo = buon Romeo, cioè buon pellegrino diretto a Roma. |
DE BRASI | Molto molto raro ha un ceppo nella zona di Albizzate e Carnago nel varesotto ed un'altro a Sangineto (CS), dovrebbe derivare dal nome medioevale Blasius (vedi Brasi). |
DE BRUNO
DI BRUNO |
De Bruno, molto molto raro, sicuramente meridionale, parrebbe avere un ceppo nel napoletano ed uno nel reggino, Di Bruno, ancora più raro, ha un piccolo ceppo nel beneventano ed uno nel vibonese, dovrebbe trattarsi di forme patronimiche dove il De- ed il Di- stanno per il figlio di, riferito a capostipiti, i cui padri si chiamassero Bruno. |
DE BUGLIO | De Buglio, molto molto raro, è specifico del sondriese, di Teglio in particolare, potrebbe trattarsi di una forma patronimica in De-, riferito ad un capostipite il cui padre fosse conosciuto come Buglio, ma molto più probabilmente deriva invece dal nome del paese Buglio in Monte, sempre nel sondriese. (vedi anche BUGLI) |
DE CANDIA
DECANDIA |
De Candia ha un nucleo nel barese ed un ceppo nell'olbiese, Decandia ha un nucleo nella zona di Olbia, ed un ceppo nel barese, dovrebbero derivare dal toponimo Candia (Creta), tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Roma a cavallo tra 1300 e 1400 con Petrus De Candia che divenne poi Papa Alessandro V°. |
DE CANDIDO | De Candido è un tipico cognome dell'area che comprende il Cadore, con Santo Stefano di Cadore nel bellunese, ed il Friuli, con San Giorgio della Richinvelda nel pordenonese e Varmo nell'udinese, potrebbe stare ad indicare che i capostipiti provenissero dal non molto lontano paese di San Candido in Alto Adige, distante appena una trentina di chilometri. |
DE CANDITIIS | De Canditiis, assolutamente rarissimo, è dell'area casertano, napoletana, De Canditis è unico, e dovrebbe essere dovuto ad un'errata trascrizione del precedente, potrebbe trattarsi di una forma patronimica dove il De-, pur avendo significato nobiliare, sta per il figlio di, riferito ad un capostipite il cui padre fosse originario di Candia o si chiamasse Canditus, una forma arcaica del nome Candido (vedi CANDITA), troviamo tracce di questa cognominizzazione in Irpinia in uno scritto del 1590: "ABBAS MARCUS ANTONIUS de Canditiis U.I.D. nobilis presbiter nolanus admodum illustrissimi et reverendissimi domini domini Petri Antonii Vicedomini U.I.D. Deí et apostoìíce sedís gratia episcopi Avellini et Frequenti in spiritualibus et temporalibus vicarius et officialis generalis ...". |
DECANI
DECANINI DECANO |
Decani, quasi unico, parrebbe soprattutto lombardo, Decanini è specifico di Capannori e di Lucca nel lucchese, Decano, quasi unico, sembrerebbe bergamasco, dovrebbero derivare direttamente o tramite ipocoristici dalla carica medioevale di Decano che rappresentava la più alta carica amministrativa del comune, carica di cui abbiamo menzione in questa Sententia del 1150 a Milano: "..de discordia que erat inter comune de loco Linate, preter homines Laurentii et Petri germanorum, filiorum quondam Iohannis Homobene, per missos ipsius comunis Bellonum de Longaniana decanum ipsius loci, Ambrosium Mulinarium atque Petrum de Lomenno de ipso loco Linate; et ex altera parte predictos Laurentium et Petrum germanos qui dicuntur Homobene...". |
DE CANIO
DI CANIO |
De Canio è tipico del potentino, di San Chirico Nuovo e Potenza, di Gioia del Colle e Bari nel barese e di Ginosa nel tarantino, Di Canio ha un ceppo lucano, a Pomarico e Bernalda nel materano ed a Potenza e Lavello nel potentino, ed un ceppo pugliese, a Foggia e Lucera nel foggiano, a Ginosa e Taranto nel tarantino ed a Bari ed Andria nel barese, si dovrebbe trattare di forme patronimiche dove il De- ed il Di- stanno per il figlio di, riferito a capostipiti i cui padri si chiamasserocon il nome medioevale Canius (vedi CANIO). |
DE CAO | De Cao è specifico del vicentino, di Trissino, Brendola ed Arzignano, dovrebbe derivare da un nome di località come Cao Mozzo nel veneziano ed il De- starebbe ad indicare la provenienza del capostipite. |
DE CAPITANI
DECAPITANI |
Sono cognomi dell'areale milanese e sono originati da un soprannome legato al fatto di essere il capostipite al servizio di una famiglia che aveva avuto un capitano tra le sue fila, oppure legato ad un modo autoritario di comportarsi. |
DE CARA
DI CARA |
De Cara, estremamente raro, è del catanese, Di Cara è anch'esso siciliano, con un grosso ceppo a Palermo e ceppi a Comiso nel ragusano, a Santa Caterina Villarmosa e Caltanissetta nel nisseno, a Licata nell'agrigentino, a Forza d'Agrò nel messinese ed a Villarosa nell'ennese, si potrebbe trattare di matronimici riferiti a capostipiti, la cui madre si fosse chiamata Cara. |
DE CARIA
DECARIA |
De Caria è tipicamente calabrese, di Crotone e di Gioia Tauro nel reggino, Decaria, quasi unico, sembrerebbe del vibonese, dovrebbero essere di origini toponomastiche e derivare dal nome delle frazioni di Caria, nel vibonese e nel messinese, o, molto più probabilmente, dal nome della regione della Caria, una regione anatolica abitata da secoli da gente di ceppo ellenico o bizantino, situata di fronte all'isola di Rodi, donde gli abitanti furono costretti ad emigrare a seguito dell'invasione turca, che tolse loro le terre greche per farle proprie trucidando quanti avessero opposto resistenza. |
DE CARLI
DE CARLIS DE CARLO |
De Carli è tipico del Lombardoveneto e del Friuli, con un ceppo importante anche nel Lazio, De Carlis, assolutamente rarissimo, è piemontese, De Carlo è tipico del sud peninsulare, si dovrebbe trattare di forme patronimiche, dove il De- sta per il figlio di, riferito a capostipiti, il cui padre avesse portato il nome Carlo derivato dal nome franco Karl (una specie di funzionario della corte reale), il De sta anche per quelli di riferendosi ai famigliari di un certo Carlo. |
DE CARO
DI CARO |
De Caro è molto diffuso in tutto il sud e nel romano, Di Caro è decisamente siciliano, molto diffuso in tutta l'isola, dovrebbero derivare da una forma patronimica in De, od in Di che starebbero per figlio di, riferiti a capostipiti, i cui padri, si fossero chiamati con il cognomen latino Carus (vedi CARO), troviamo tracce di questa cognominizzazione nel 1600 nel trapanese dove un certo Simone de Caro è citato nell'elenco dei Confrati della Compagnia del pretiosissimo sangue di Christo e di S. Michaele Archangelo della Città di Trapani. |
DE CAROLIS | De Carolis è un cognome tipico del centro Italia, di Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio, con massima concentrazione nel Piceno, nell'aquilano, nel romano e nel frusinate, ha un ceppo anche nel napoletano ed in Puglia, soprattutto nel barese e brindisino, si dovrebbe trattare di una forma patronimica dove il De sta per figlio di, e si riferisce ad un padre del capostipite che si doveva chiamare Carolus, ma in alcuni casi questo cognome veniva attribuito a trovatelli affidati ad Ospedali o Istituti religiosi dedicati a San Carlo. |
DE CASA
DEI CAS DEICAS DI CASA |
Dei Cas è tipico della provincia di Sondrio, di Valdisotto, Bormio, Valfurva ed Ardenno, Deicas, De Casa e Di Casa sono quasi unici, questi cognomi risalgono ad forme dialettali del cognome Della Casa, usati in ambiente contadino per indicare normalmente la famiglia del fattore, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo in un processo per stregoneria del 1630 a Bormio, dove possiamo leggere: "...Haver maleficiato Barbara, figliola di Francello di Casa, con haverla tocca con di quello onguento e li mise adosso un spirito affine vi stesse alquanto tempo, poi guarisse et non morisse. Et ciò fu in casa di detta Domeniga, con occasione che li portò del sale, et fu avanti ch'essa Barbara sii mutata. Et fuorno 3 di loro a far il congresso di maleficiarla ...". |
DE CASTRO | De Castro ha un ceppo nel Lazio centromeridionale, uno nel campobassano,
uno nel leccese, in Sicilia ha ceppi nella parte occidentale ed in Sardegna,
nel sassarese, è ormai quasi scomparso.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas DE CASTRO: da castro, dal castello, ad indicare la provenienza. Erano molto numerose in Sardegna le località, centri abitati, castelli, fortificazioni in genere, nuraghi (vedi Castro). Come cognome lo ritroviamo nelle carte antiche: tra i firmatari della Pace di Eleonora, *LPDE del 1388: De Castro Comita, major (sindaco, amministratore di giustizia) ville de Dosìlle (* Osìdda (Contrate Montis Acuti - Ozieri); Castra (de) Petro, ville Orani; Castri (de) Matheo, ville Simala. Nella storia ricordiamo De Castro Salvator Angelo (Cagliari 1817 - Oristano 1880), sacerdote, politico, letterato e storico; ma come storico le sue analisi in difesa delle cosiddette "False Carte di Arborea", sono considerate del tutto inattendibili. Molti addirittura insinuano che siano state falsificate proprio da lui. |
DE CATALDI
DE CATALDO DI CATALDI DI CATALDO |
De Cataldi, che sembrerebbe unico, è probabilmente dovuto ad un'errata trascrizione di De Cataldo, che è decisamente pugliese, del tarantino in particolare di Sava, ma anche di Manduria e di San Marzano di San Giuseppe, e di Putignano e Casamassima nel barese, Di Cataldi, quasi unico, è della Sicilia meridionale, Di Cataldo ha un ceppo pugliese nel foggiano e nel barese, ed uno siciliano, nell'ennese, nel catanese e nel nisseno, dovrebbero essere dovuti da una forma patronimica, dove il De- ed il Di- stanno per il figlio di, riferito a capostipiti, il cui padre si fosse chiamato Cataldus (vedi CATALDI). |
DE CECCO
DE CICCO DI CECCO DI CICCO |
De Cecco ha un nucleo importante in Friuli, uno nel chietino ed uno in provincia di Roma, De Cicco è pochissimo diffuso e non è possibile individuarne una zona di provenienza, Di Cecco, molto raro, è dell'Abruzzo centromeridionale, Di Cicco è tipico della fascia che comprende Lazio, Abruzzo, Molise e Campania settentrionale, potrebbero derivare da modificazioni dialettale dell'aferesi del nome Francesco. |
DE CECILIA
DE CECILIO DI CECILIO |
De Cecilia, assolutamente rarissimo, ha rare presenze nel napoletano e nell'avellinese, De Cecilio, quasi unico, è campano, Di Cecilia è specifico di Sturno e di Frigento nell'avellinese, si dovrebbe trattarre di forme matronimiche o patronimiche, dove i prefissi De- e Di- stiano per il figlio di, riferito a capostipiti le cui madri o i cui padri si fossero chiamati Cecilia o Cecilio. (vedi CECILI) |
DE CEGLIE
DI CEGLIE DICEGLIE |
De Ceglie è tipico di Molfetta (BA), Di Ceglie, ha un ceppo nel barese a Bisceglie, Ruvo di Puglia, Andria, Modugno e Bari, ed uno a Fasano nel brindisino, dove è presente anche la forma cognominale Diceglie, i ceppi del barese, dovrebbero derivare dal toponimo Ceglie del Campo, una frazione di Bari, per il ceppo di Fasano è invece più probabile una derivazione dal toponimo Ceglie Messapica nel brindisino. |
DE CENSI
DECENSI DI CENSI DICENSI |
De Censi è specifico di Berbenno di Valtellina nel sondriese, Decensi, quasi unico, è anch'esso del sondriese, Di Censi è specifico di Roma e del romano, di Arsoli, Guidonia Montecelio e Tivoli, Dicensi, assolutamente rarissimo, sembrerebbe avere un piccolo ceppo a Massafra nel tarentino, potrebbe trattarsi di forme patronimiche in De od in Di, dove il De ed il Di stanno per figlio di, derivate dal cognomen latino Cencius o Censius, dell'uso medioevale di questo nome abbiamo un esempio nel Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica: "... Censius Episcopus Viterbiensis ab Eugenio III post diutinam vacationem anno 1149 electus...", ma potrebbe anche trattarsi di patronimici di una forma aferetica dialettale del nome Vincenzo. |
DE CHIARA | De Chiara è tipicamente campano, molto diffuso particolarmente nel casertano, napoletano e salernitano, ma con presenze significative anche bel beneventano e nell'avellinese, potrebbe derivare da toponimi come Torre Santa Chiara nel napoletano o da altre località o contrade dedicate a Santa Chiara, ma molto più probabilmente si tratta di capostipiti, fanciulli abbandonati da madri appartenenti a famiglie nobili o comunque importanti, per i quali era di rigore l'annotazione clara genus o de chiara familia. |
DE CHIRICO | Tipico pugliese, di Terlizzi (BA) in particolare, dovrebbe derivare dal nome medioevale Chiricus derivato dal vocabolo greco bizantino kyericos con il significato di letterato o scrivano. Personaggio di estremo rilievo è stato il pittore Giorgio De Chirico (1888-1978) nato in Grecia da padre palermitano. |
DECIMA
DECIMI DECIMO |
Decima è specifico del bellunese, di Taibon Agordino ed Agordo, Decimi, assolutamente rarissimo, sembrerebbe dell'area lombardoveneta, con sparute presenze in Umbria, Decimo ha un ceppo a Roma, uno a Napoli, ed in Puglia a Carpignano Salentino nel leccese, a Foggia, a Trani nel barese ed a Latiano nel brindisino, dovrebbero derivare dal praenomen latino Decimus, Decima, risalente all'uso in epoca latina, abbastanza frequente nelle epoche passate ed anche abbastanza recenti, di attribuire ai figli come prenomen o come nome il numero ordinale con il quale nascessero, come appunto il decimo figlio o la decima figlia, dell'esistenza di quest'uso in epoca latina abbiamo un esempio nel Factorum Et Dictorum Memorabilium di Valerio Massimo: "...nam gladiatorium munus primum Romae datum est in foro boario App. Claudio Q. Fulvio consulibus. dederunt Marcus et Decimus filii Bruti Perae funebri memoria patris cineres honorando. athletarum certamen a M. Scauri tractum est munificentia....", si dovrebbe quindi trattare di cognomi derivati dai nomi dei capostipiti. |
DE CIUTIIS | Ormai rarissimo De Ciutiis ha una sparuta presenza romana ed una campana, a Napoli e Caserta, dovrebbe derivare dal nome medioevale Ciutius di cui si hanno tracce a Rimini nel 1300, in un atto di rinnovo di enfiteusi datato 27 marzo 1354 si legge "..olim Ciutius Guasschethe et nunc Lunardinus Mesii...", dove quell'olim (una volta) fa pensare ad una presenza decisamente più antica, Dante ad esempio, nel Canto VI° del Purgatorio, scritto verso il 1312, scrive: "...Quiv'era l'Aretin che da le braccia // fiere di Ghin di Tacco ebbe la morte, // e l'altro ch'annegò correndo in caccia...", dove l'altro sta per: "...Ciutius de Pretamala filius domini Tarlati antiqui frater domini Rodulfi et patruus domini Petri Sacconis, qui ex quodam conflictu fugiens suffocatus est in Arno. Tamen Bostuli, qui sunt nobiles Guelfi Aretini, accepere corpus ipsius et ad illum balistabant, propter quam iniuriam dominus Rodulfus interfecit nuntium domini Alberti de Bostulis, qua re dominus Fumus de Bostulis occisus est....". La famiglia De Ciutiis è di antichissima stirpe, una pergamena del XIII° secolo dell'Archivio della Società Romana di Storia Patria testimonia che nel 1297 i De Ciutiis possedevano il Castel Giubileo nella campagna romana; a Napoli ed in altre città del Regno di Napoli il casato produsse personaggi eminenti ed ebbe titoli cavallereschi e feudali. |
DE CONCILIIS
DE CONCILIO DI CONCILIO |
De Conciliis ha un ceppo a Roma, uno a Napoli, uno a Pontecagnano Faiano ed Agropoli nel salernitano ed uno ad Avellino, De Concilio ha un ceppo a Napoli e nel salernitano a Salerno, Baronissi e Pontecagnano Faiano, Di Concilio è specifico del salernitano, di Salerno, Prignano Cilento, Giffoni Sei Casali, Ogliastro Cilento ed Agropoli, questi cognomi, di origini molto antiche, dovrebbero derivare dal fatto che il capostipite facesse parte del Consiglio della Corona, fossero cioè consiglieri dei Re normanni, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo in una cartula venditionis (atto di vendita) dell'agosto 1170, dove la parte acquirente si identifica tra gli altri in un certo Johannes condam Johannis de Conciliis, i De Concilio costituirono una ricca casata patrizia, che detenne feudi nel Cilento almeno dal 1500. |
DE CONNO | Tipico del beneventano.
integrazioni fornite da Fabio Paolucci De Conno è un cognome tipico del comune di San Marco dei Cavoti in provincia di Benevento. Dal punto di vista etimologico, esso trae origine dal termine latino cunnus o connus, con il significato di vulva, vagina. Il cognome in analisi significa quindi letteralmente uscito dalla vulva. Ancora oggi, nel territorio sannita, esiste il soprannome dialettale cionna, a cui si attribuisce identico significato. Tra i vari ceppi presenti a San Marco, da secoli se ne distingue uno per ricchezza e lustro. E' questo il ramo che diede i natali, il 2 febbraio 1884, a Ernesto De' Conno, Professore di Chimica Bromatologica presso l'Università di Napoli, autore di diversi saggi scientifici, per ben quattro volte premiato dall'Accademia delle Scienze fisiche e matematiche di Napoli per lavori di Chimica Applicata. |
DE CONTI | Tipico dell'alto trevisano, di Vittorio Veneto e Fregona in particolare ha un ceppo secondario anche nel veronese, dovrebbe derivare da legami non necessariamente di parentela, ma molto più probabilmente di sudditanza con una famiglia di conti. Tracce di questa cognominizzazione le troviamo con Nicolò De Conti (1395-1469), viaggiatore e commerciante veneto del quale sono famosi i ricordi di viaggio che si affiancano a quelli di Marco Polo. |
DE CORATO
DECORATO DI CORATO DICORATO |
Decorato è tipico del barese, di Barletta e di Canosa Di Puglia in particolare dove è presente anche De Corato, dovrebbero essere forme modificate del cognome Dicorato che è specifico di Barletta (BA) così come Di Corato che ha un importante ceppo anche ad Andria, dovrebbero tutti derivare dal toponimo Corato (BA). |
DE CRESCENZI
DE CRESCENZO DI CRESCENZO |
De Crescenzi è assolutamente rarissimo e si tratta quasi sicuramente di errori di trascrizione di De Crescenzo che è decisamente napoletano è comunque ben distribuito in tutta la fascia che comprende il casertano, il napoletano ed il salernitano, presenta ceppi anche a Roma e nel tarentino, Di Crescenzo ha un grosso ceppo a Guardiagrele nel teatino, con presenze significative anche a Pescara, L'Aquila, Notaresco nel teramano e Chieti e Francavilla al Mare nel teatino, a Roma ed a Monte San Biagio e Fondi nel latinense, ed a Maddaloni nel casertano e Cetara nel salernitano, derivano, come forma probabilmente patronimica, dal nome latino Crescentius o dal suo equivalente italiano Crescenzo, dove il De- ed il Di- stanno per il figlio di. (vedi anche Crescenzi) |
DE CRISTOFANO
DE CRISTOFARO DE CRISTOFORO DI CRISTOFANO DI CRISTOFARO DI CRISTOFORO |
De Cristofano, abbastanza raro, ha un ceppo a Roma, uno principale a Raviscanina
e Sant'Angelo di Alife nel casertano ed a Volturara Irpina nell'avellinese,
Di Cristofano ha un ceppo a Magliano de' Marsi nell'aquilense, uno a Pizzone
e Montaquila nell'iserniese, uno a Roma e Borgorose nel reatino ed uno
a Volturara Irpina nell'avellinese e San Gregorio Matese nel casertano,
De Cristofaro è molto diffuso in Campania, ma anche nel Lazio, Abruzzo,
Molise, Puglia e Basilicata, con ceppi anche in Sicilia, De Cristoforo,
molto molto raro, è dell'area campano, pugliese, Di Cristoforo,
altrettanto raro, è invece abruzzese, Di Cristofaro è specifico
della zona che comprende l'Abruzzo, il Molise ed il casertano, con un ceppo
anche a Roma. (vedi CRISTOFANI e CRISTOFARI)
integrazioni fornite da Giuseppe de Cristofaro Diffusissimo in varie zone d'Italia, ma particolarmente nel centro-sud, deriva dal nome Cristofaro. E' presente in molte varianti: "de Cristofaro", "de Cristofano", "de Cristoforo", con il prenome "di" ed anche senza alcun prenome. A Frosolone (nel Molise) si individua dal XIV° secolo un ceppo, quasi certamente autonomo, consolidatosi da oltre due secoli nella forma attuale, che ha esercitato un solido ma discreto potere economico (fin dal seicento risultano tra i principali "locati" e, successivamente, "censuari" della Dogana di Foggia), oltre a rappresentare personaggi di spicco dal punto di vista culturale e scientifico (tra gli altri: Giacomo 1728-1771 dottore fisico; Giacomo dottore in diritto nel XVIII secolo, Giacomo 1869-1948 preside di ginnasio, Filippo 1910-1991 professore e cultore di greco e di sanscrito), politici locali Alessandro, Orazio, Francesco e Donato nel XVII secolo, prelati (Iacovo e Giovanni nel XVI secolo, Alessandro, Felice e Nicola nel XVII secolo) e burocrati di elevato rango. La Famiglia de Cristofaro è proprietaria di una delle tre cappelle private costruite nel XIX secolo nel Cimitero di Frosolone. Pur non fregiandosi di alcun titolo nobiliare, la famiglia nei secoli si collega al ceto borghese e/o nobiliare del meridione. |
DE CURTIS | Tipico casato napoletano, originario di Somma Vesuviana, che dovrebbe risalire al 1500 il cui capostipite sarebbe stato un certo Angelo Griffo che cambiò cognome in De Curtis probabilmente per la caratteristica bassa statura della famiglia. Personaggio di rilievo è stato il celeberrimo attore cinematografico Antonio De Curtis in arte Totò. |
DEDDA
DI DEDDA DIDEDDA |
Dedda è specifico del foggiano, di Foggia, Orsara di Puglia e Carapelle, Didedda è quasi unico, si dovrebbe trattare di una forma alterata del cognome Di Dedda, che è anch'esso del foggiano, di Orta Nova e Foggia, di origini oscure si potrebbe trattare di cognomi matronimici riferito ad una capostipite il cui nome Elda o Edda sia stato alterato da una forma familiare dialettale. |
DEDE' | Tipico dell'area compresa tra le provincie di Cremona, Lodi e Milano, potrebbe essere originato da una modificazione dialettale del nome gotico Duda o del franco Dado. |
DE DILECTIS | De Dilectis è tipico di Torre del Greco nel napoletano, si dovrebbe trattare di una forma patronimica dove il De sta per dei figli di, riferito ad un capostipite il cui padre si chiamasse Dilectus (Diletto). |
DE DOMENICI
DE DOMENICIS DE DOMENICO DE DOMINICI DE DOMINICIS DE DOMINICO |
De Domenici è specifico del pavese, De Domenicis è assolutamente rarissimo, De Domenico ha un ceppo nel messinese e nel reggino ed uno tra napoletano e salernitano, De Dominici, molto raro, ha un ceppo nel messinese, uno nel novarese ed uno nel cuneese, De Dominicis è tipico della fascia centrale che comprende Lazio ed Abruzzo, con ceppi anche nel napoletano e salernitano e nel Salento, De Dominico, praticamente unico è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione, dovrebbero derivare dallo stato di dominici (servitori del dominus = signore). |
DE DONATI
DE DONATO DI DONATO |
De Donati, molto molto raro, è specifico della Valtellina, di Delebio (SO), De Donato ha ceppi secondari a Milano ed a Roma, ha un ceppo a Ravenna e Rimini, un ceppo in Campania, uno nel potentino, uno nel barese ed uno nel cosentino, Di Donato è molto diffuso nel Lazio, in Abruzzo ed in Campania soprattutto, ed in Puglia, si dovrebbe trattare di forme patronimiche dove il De ed il Di stanno per figlio di, riferiti a capostipiti, i cui padri si chiamassero appunto Donato. |
DEDONI | Dedoni è tipicamente sardo, di Cagliari, Uta e Quartu Sant'Elena
nel cagliaritano.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas DEDONI: non si tratta di cognome sardo, bensì spagnolo. Per il significato e l'etimo risaliamo all'epigrafe mortuaria, che si trovava nella chiesa di San Fancesco a Cagliari, dedicata a Guido Dedoni, morto in Cagliari il 12 dicembre del 1410: "Hic iacet corpus nobilis viri Domini Guido De Dono mercatoris de Castro Callaris, qui obiit anno Domini 1410 indictione III die 12 Mensis Decembris cuyus animam requiescat in pace" (Di.Sto.Sa). De Dono, da un dono, donato, quindi dal latino donum. I Dedoni arrivarono in Sardegna al seguito del re Martino il Giovane, erede alla corona d'Aragona, come partecipanti alla spedizione militare contro Guglielmo III° di Narbona - Bas, Giudice d'Arborea, nel 1408/1409. Gerardo Dedoni ed il figlio Giovanni, provenienti da Barcellona, grossi mercanti più che militari, ricevettero grandi riconoscimenti da Martino il Giovane anche per gli aiuti finanziari a sostegno della spedizione. Gerardo ebbe in dono il feudo delle villae (biddas) di Gesturi e di Tuili ed in seguito, nel 1413, poté acquistare il feudo di Mara (Villamar). Gerardo ottenne nel 1420 il riconoscimento di generosità, cioè di appartenenza all'ordine equestre e nel figlio Giovanni, nel 1421, la concessione di eredità dei feudi paterni. In seguito, nel 1533, un loro discendente, Don Fernando Dedoni riceverà, per nomina del Parlamento il titolo di "eretat": gli eretats erano solitamente mercanti arricchiti, che unitamente al feudo o dopo il feudo, come nel suddetto caso, acquistavano il diritto di intervenire alle assemblee parlamentari. Questi titoli nobiliari scompariranno con il passaggio del Regno di Sardegna ai sovrani di Savoia. Ampie note storiche sui Dedoni e sul loro casato sono riportate inoltre nel testo di Giovanni Francesco Fara, "De Rebus Sardois III°/IV°". Per saperne di più sui titoli nobiliari aragonesi e spagnoli, con riferimenti alla nobiltà sarda, vedi nel Web "note sulla nobiltà Aragonese e Spagnola con riferimento alla nobiltà sarda" di Francesco Loddo Canepa. Attualmente il cognome Dedoni è presente in 38 Comuni italiani, di cui 26 in Sardegna: Cagliari 35, Uta 22, Quartu 14, etc. |
DE DUONNI
DEDUONNI DE DUONNO DUONNO DUONNOLO |
Deduonni è unico e lo troviamo in Piemonte, ma dovrebbe essere dovuto ad un'errata trascrizione di De Duonni, che è specifico di Vitulano e Calvi nel beneventano, De Duonno, praticamente unico, è sempre del beneventano, Duonno, che è unico, dovrebbe essere dovuto ad un errata trascrizione del precedente, Duonnolo, sempre campano, è tipico invece di Capua nel casertano, tutti questi cognomi dovrebbero derivare, direttamente, o attraverso ipocoristici, o forme patronimiche dove il prefisso De- stia per il figlio di, dal termine duonno, forma sincopata dialettale derivata dal termine dominus (signore), indicando probabilmente l'appartenenza dei capostipiti ad una classe altolocata, dell'uso di questo termine abbiamo una riprova in un documento pisano dell'anno 1277, dove leggiamo: "... martidì ai sei dì d' agosto da duonno Bernardino Picuolo...". |
DE FABI
DE FABIIS DE FABIO DI FABI Di FABIIS DI FABIO |
De Fabi e Di Fabi sono quasi unici, De Fabio è leggermente meno raro, probabilmente meridionale, De Fabiis ha un ceppo nel teramano, a Teramo e Cortino, ed uno a Roma e nel romano, Di Fabiis, che sembrerebbe essere unico, è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione del precedente, Di Fabio è molto diffuso nella fascia centrale che comprende l'Abruzzo, il Piceno ed il campobassano, il romano, il latinense ed il frusinate, con massima concentrazione a Roma, a Terracina nel latinense e ad Alatri nel frusinate, ed in Abruzzo a Pescara e Scafa nel pescarese, a L'Aquila ed Avezzano nell'aquilano, a Cupello, Canosa Sannita, Chieti, Arielli e San Salvo nel teatino ed a Giulianova nel teramano, si dovrebbe trattare di forme patronimiche in De od in Di, che stanno per figlio di, riferite a capostipiti i cui padri si chiamassero Fabio o Fabius (vedi FABBI)., possono anche indicare l'appartenenza delle famiglie alla Gens Fabia (vedi FABI), tracce di queste cognominizzazioni le troviamo in Severino Boezio (480-524): "Boetij Opera et castigatiora et plura quam hactenus impressa fuerint ... Omnia hec diligentissime castigauit vir integerrimus presbyter Paulus de Fabiis Brixianus ...", o anche a Roma nel 1600: "...Supererant scripta Fabii de Fabiis, et Iulii Fatii de his, quae pro imposita sibi ab Oliuerio procuratione in aestu sermonum cognorant: supererant et libelli quidam aduersum ipsummet ...". |
DE FABIANI | De Fabiani, molto molto raro, è tipico del vercellese, si dovrebbe trattare di una forma patronimica riferita ad un capostipite che fosse appartenuto ad una famiglia Fabiani, o molto più probabilmente il cui padre si fosse chiamato Fabiano, in una registrazione notarile del febbraio 1600 possiamo riscontrare come l'uso del De Fabiani possa essere nato: "..Die predicta in villa predicta in domo habitationis ser Bartholomei quondam Fabiani Frighi presentibus ser Petro quondam Dominici Fagoni et Nicolao filio Sigesmondi, ambobus de dicto loco testibus; ser Bartholomeo quondam Fabian de Frigho sinico et governatore della villa soprascritta udito el tenore della soprascritta vicinanzza per me nodario a sè letta, lauda et ratiffica tute le cose in essa contenute in tuto et per tuto come sta et giace.. ..certi noncii, veri messi, legittimi et indubitati procuratori domino Fabian figliolo de domino Bortolomio de Fabiani soprascripto et ser Thomaxo quondam Mathio de Guidi tutti doi qui presente et acetante et per loro colega l'egregio domino Marco ...". |
DE FABRITIIS
DEFABRITIIS |
Rarissimo Defabritiis è presente solo in provincia di Milano ed è dovuto quasi sicuramente ad un errore di trascrizione, De Fabritiis presenta un ceppo nell'area di Roma e Latina, uno in Abruzzo ed uno in Puglia. Questi cognomi derivano dal nome Fabrizio. |
DE FACCIO | De Faccio è tipico di Udine, si dovrebbe trattare di una forma patronimica dove il De sta per figlio di e si riferisce ad un padre del capostipite che di nome probabilmente faceva Bonifacio, Faccio per aferesi. |
DE FALCO
DI FALCO |
De Falco è tipico del Lazio centromeridionale e della Campania, soprattutto del napoletano, con ceppi anche in Puglia, Di Falco ha ceppi in Lazio, Abruzzo e Molise, Campania e soprattutto in Sicilia, questi cognomi dovrebbero essere forme patronimiche dove il De- ed il Di- stanno ad indicare la famiglia di un figlio di un capostipite il cui nome derivasse, dall'antico nome greco Phalces o dal tardo latino Falco e Falconius, o dal Falcard dei Franchi, o dal Falk germanico, o anche dal medioevale Falco e Falcone, il casato calabrese dei De Falco fruiva del titolo nobiliare di Barone di Rossano Calabro. |
DE FAVARI
DE FAVERI DE FAVERO DEL FAVARO DEL FAVERO |
De Favari, molto raro, sembra veneziano, De Faveri, ben diffuso in tutto il Veneto, ha la sua massima concentrazione nel trevigiano, De Favero e Del Favaro sono quasi unici, Del Favero, sicuramente veneto, parrebbe tipico della provincia di Belluno, del Cadore e in particolare di Valle di Cadore, Lozzo di Cadore, Pieve di Cadore e San Vito di Cadore, derivano tutti dal termine dialettale arcaico favaro o favero (fabbro). (vedi FAVARO) |
DE FAZI
DE FAZIO |
De Fazi è tipicamente laziale di Civitavecchia (RM) soprattutto e di Roma, De Fazio è diffuso a Roma e in tutto il sud, in particolare in Campania nel napoletano e nell'avellinese, in Puglia nel barese, brindisino e tarantino, ed in Calabria nl catanzarese e nel crotonese, derivano da forme patronimiche del nome medioevale Fatius aferesi del nome medioevale Bonifatius (vedi FAZI). |
DE FEDERICI | De Federici, assolutamente rarissimo, parrebbe lombardo, dovrebbe trattarsi di una forma patronimica dove il De sta per figlio di e si riferirebbe a famiglie dove il capostipite era figlio di un Federico, troviamo tracce di questa cognominizzazione Tirano nella prima metà del 1400 quando Giovanni de Federici di Benedetto è appunto podestà di Tirano, o anche a Bergamo nel 1601 quando è vicario pretorio un tale Lodovico de' Federici. |
DE FELICE
DEFELICE DE FELICI DI FELICE DIFELICE |
De Felice è tipico dell'area che comprende Abruzzo, Lazio, Molise, Campania, Basilicata e Puglia, con un piccolo ceppo anche nel catanese, Defelice, molto raro, è del barese, De Felici è tipico del romano, di Roma, Frascati, Civitavecchia ed Anzio e di Poggio Mirteto nel reatino, Di Felice è molto diffuso in tutto l'Abruzzo, nel Piceno, nel reatino e nel romano, nel campobassano e nel casertano, Difelice, quasi unico, è probabilmente dovuto ad errori di trascrizione del precedente, tutti questi cognomi dovrebbero derivare dal nome italiano Felice con la particella De o Di di provenienza patronimica ad indicare la famiglia di un figlio di un Felice. |
DE FELICIBUS | De Felicibus, molto raro, è specifico del pescarese e del reatino, dovrebbe derivare dal cognomen latino Felix, la cui forma ablativa plurale è appunto Felicibus, il De indicherebbe una forma patronimica come figlio di, troviamo tracce di questa cognominizzazione nella seconda metà del 1200 con Fratrem Matthaeum de Felicibus Romanum rettore a Toscanella, nome attribuito dai romani alla città di Tuscania nel viterbese, ed a Riofreddo nel romano nel 1700 con l'arciprete De Felicibus originario di Petescia di Turania (RI). |
DEFENDE
DEFENDI |
Defende è praticamente unico, Defendi ha un ceppo lombardo nel bergamasco, uno piccolo nel veneziano ed uno nell'anconetano, dovrebbero derivare dal nome rinascimentale Defendo, un esempio dell'uso di questo nome lo troviamo in un atto di vendita del 1650, dove una delle parti acquirenti è un certo Defendo Bortoletti di Colognola nel bergamasco, o anche successivamente nel 1773 quando il nobile Paolo Defendo Vitalba acquistò il complesso monastico di Almenno nel bergamasco. |
DEFENDENTE
DEFENDENTI |
Defendente è molto raro e si può solo ipotizzare un'origine
comune a quella di Defendenti che è specifico dell'area delle provincie
di Milano e Lodi, può essere originato da un soprannome derivato
da un'azione bellica, dove il capostipite si trovò a sostenere l'impeto
nemico, come può pure essere legato all'opera di difensore della
fede, è pure possibile una derivazione diretta dal nomen romano
Defendens: "...Quique
ego pro patria pugnans et dogmata sacra Defendens,
clarum nomen ubique tuli...".
integrazioni fornite da Aldo Piglia Questi cognomi potrebbero anche derivare dal nome Defendente, che ricordava San Defendente, uno dei martiri cristiani della Legione Tebea, guidata da san Maurizio, che furono martirizzati perché non vollero lasciare la fede cristiana, sotto l'imperatore romano Massimiano (250-310). Traccia importante di questo nome la troviamo con il pittore Defendente Ferrari nato a Chivasso (TO) verso il 1490 e morto verso il 1535. |
DEFENU
DEFFENU |
Tipicamente sardi Defenu, molto raro, è specifico di Iglesias, Deffenu è caratteristico di Sassari, con un piccolissimo ceppo a Lodè nel nuorese, potrebbero derivare da antichi toponimi come, solo a titolo d'esempio Nuraxi Fenu nell'oristanese, ma è pure possibile che derivino da soprannomi basati sul termine sardo fenu (fieno, erba palustre, ma anche vermi intestinali). |
DE FEO
DEFEO |
De Feo è tipico dell'area che comprende le province di Napoli, Salerno, Avellino, Foggia e Bari, Defeo è dovuto probabilmente ad errori di trascrizione, derivano dall'aferesi del nome Maffeo (vedi Feo). |
DE FERRARI | De Ferrari è tipicamente ligure, di Genova, Moconesi, Chiavari e Recco nel genovese e di La Spezia, dovrebbe derivare dal fatto che i capostipiti appartenessero ad una famiglia di fabbri (vedi FERRARI). |
DE FILICAIA | De Filicaia, molto molto raro, sembrerebbe avere un ceppo in Toscana ed uno in Sicilia, il ceppo toscano potrebbe derivare dal toponimo Filicaia di Campogorgiano (LU), probabile luogo d'origine del capostipite, in Sicilia si può supporre invece che possa derivare da una variazione dialettale dell'antico nome di Filicudi, cioè di Phoenicusa o isola delle felci di cui Filicaia potrebbe essere una traduzione medioevale, anche questo potrebbe essere il luogo di provenienza della famiglia. |
DE FILIPPI
DE FILIPPIS DE FILIPPO DEFILIPPI DEFILIPPIS DEFILIPPO |
De Filippi ha ceppi in Piemonte, in Liguria e nell'ovest della Lombardia, ha nuclei importanti nel Lazio, nel trapanese e nel Salento, Defilippi, abbastanza raro, parrebbe piemontese, De Filippis è diffuso in tutto il centrosud, Defilippis, estremamente raro, parrebbe del barese, De Filippo è tipico del napoletano, Defilippo, assolutamente rarissimo, potrebbe essere del catanzarese, dovrebbero derivare tutti dal cognomen tardo latino Philippus. |
DE FILITTO
DI FILITTO |
Sia De Filitto che Di Filitto sono tipici del salernitano e molto molto
rari, si dovrebbe trattare di forme derivanti dal toponimo Felitto (SA)
nella sua forma arcaica Filittus e le particelle De o Di starebbero ad
indicare la provenienza geografica della famiglia.
integrazioni fornite da Fabio Paolucci protenderei per l'interpretazione toponimica: è infatti verosimile che il capostipite del ceppo Di Filitto/De Felitto si sia trapiantato nel comune di Montecorvino Rovella provenendo dal non distante centro cilentano di Felitto. Non a caso, nella forma dialettale locale tale borgo del salernitano è detto Filitto. |
DE FINA | Sembra avere un ceppo nel bellunese ed uno tra salernitano e potentino, dovrebbe derivare dall'aferesi di nomi come Serafina, Adolfina o simili. Tracce di questa cognominizzazione si hanno a Brescia fin dal 1175, come si può vedere da un atto del Codice Diplomatico della Lombardia medievale, dove si legge: "...Actum est hoc in civitate Brixia, in ecclesia Sancti Petri de Dom, anno a nativitate domini nostri Yesu Cristi .MC. septuagesimo quinto, indictione octava. Testes rogati Martinus de Talotio, Gilbertus de Valle, Oddo de Fina, Girardus de Fina et alii quamplures. Actum est die dominico sexto intrante mense iulii...". |
DE FIORIDO
FIORIDO |
De Fiorido, assolutamente rarissimo, è del pordenonese, Fiorido è specifico del pordenonese, di Cordovado, San Vito al Tagliamento e Sesto al Reghena, dovrebbero derivare, direttamente o tramite il prefisso patronimico De-, che sta per il figlio di, da capostipiti che si chiamassero, o il cui padre si chiamasse, Fiorido, nome forma alterata del più comune Florindo. |
DE FLORIO
DI FLORIO |
De Florio è specifico di Taranto e di Noicattaro e Bari nel barese, con un piccolo ceppo anche ad Alliste e Gallipoli nel leccese ed a Brindisi, Di Florio è tipico dell'area che comprende l'Abruzzo e Molise, il Lazio e la Campania, soprattutto Lanciano, Casoli, Paglieta e Cupello nel teatino, Cercemaggiore, Campodipietra, Termoli e Campobasso nel campobassano e Isernia, Roma e, nel latinense, Gaeta e Formia, Salerno e Cava dei Tirreni nel salernitano e Cellole e San Pietro Infine nel casertano, si dovrebbe trattare di forme patronimiche dove il De ed il Di stanno per figlio di, riferito ad un capostipite il cui padre si chiamasse Florio (vedi FLORIO). |
DE FLUMERI
DI FLUMERI FLUMERI |
De Flumeri, molto molto raro, sembrerebbe specifico di Foggia, Di Flumeri è tipico della zona che comprende l'avellinese ed il foggiano, di Melito Irpino nell'avellinese in particolare e di Deliceto e Foggia nel foggiano, Flumeri è tipico della stessa zona, anche se ha un grosso ceppo a Roma, dovrebbero entrambi derivare dal toponimo Flumeri nell'avellinese, probabile paese di origine del capostipite. |
DE FLURI
DI FLURI FLURI |
De Fluri, praticamente unico, dovrebbe essere una forma alterata del cognome Di Fluri, che è caratteristico del salernitano, di San Mauro la Bruca e Salerno, Fluri, quasi unico, è campano del salernitano, dovrebbero derivare, direttamente o tramite una forma patronimica dove il Di- sta per il figlio di, da capostipiti o padri di capostipiti di nome Fluri, ricordiamo che con questo nome, nella saga carolingia meridionale, veniva indicato il Re saraceno di Naro: "...Di li, Orlando passò a Naro uccidendo tutti quei saraceni che non si volevano rendere cristiani, e tra questi quel re Fluri. Dopo tre giorni incontrarono una donna che pasceva gran quantità di pecore: Orlando la diè in isposa a Fortunato e lo nominò re di tuttu lu statu di Vitusullanu. ...", ma il nome ha anche una sua vita a prescindere dalla saga, derivando da una voce dialettale per Fiore. |
DE FONZO
DI FONZA DI FONZI DI FONZO |
De Fonzo ha qualche rara presenza nel napoletano ed in Puglia, Di Fonza ha qualche rara presenza tra Lazio e Campania, Di Fonzi, praticamente unico, sembrerebbe del latinense, Di Fonzo è molto diffuso a Roma e nel latinense aCampodimele, Fondi e Gaeta, in Abruzzo, nel pescarese a Pescara, Montesilvano e Spoltore, nel teatino a Vasto, Scerni, Casalbordino e Lanciano ed a Sulmona nell'aquilano, ha un ceppo a Limatola nel beneventano ed a Castel Morrone, Maddaloni e San Pietro Infine, ed in Puglia, il più consistente, a Sant'Eramo in Colle, Bari, Altamura e Cassano delle Murge, e nel tarantino a Castellaneta, Taranto e Palagianello, dovrebbero tutti derivare da forme patronimiche dope il suffisso De- e Di- stiano per il figlio di, riferito a capostipiti i cui padri si fossero chiamati Fontius (vedi FONZA). |
DE FORTUNA | De Fortuna ha qualche presenza nel Lazio e nella Campania settentrionale, dovrebbe trattarsi di una forma patronimica, dove il De- stia per il figlio di, riferita ad un capostipite il cui padre si fosse chiamato con il nome medioevale Fortuna (vedi FORTUNA). |
DE FORTUNATO
DI FORTUNATO |
De Fortunato, quasi unico, sembrerebbe del pescarese e dovrebbe trattarsi di una forma mal trascritta di Di Fortunato, che sembrerebbe originario dell'area teramana e picena, in particolare nel teramano di Atri, Martinsicuro, Torricella Sicura e Cortino, con un grosso ceppo anche a Roma e Mentana nel romano, si dovrebbe trattare di una forma patronimica dove il Di sta per figlio di, riferito ad un capostipite il cui padre si chiamasse Fortunato (vedi FORTUNATA), ma non si può escludere, data la frequenza con la quale in Umbria e nelle Marche compaiono località dedicate a San Fortunato, che possa trattarsi invece di indicatori di provenienza, dove sia il De che il Di indichino che i capostipiti provenivano da paesi chiamati San Fortunato, come a solo titolo di esempio San Fortunato di Montefalco nel perugino, località abbastanza vicina all'area indicata come possibile zona d'origine. |
DE FRAIA
DI FRAIA FRAIA |
De Fraia è caratteristico di Pozzuoli, Di Fraia, molto più comune, ha un piccolo ceppo a Monte Argentario nel grossetano ed a Livorno, uno ad Anzio ed a Formia nel latinense, uno a La Maddalena e Golfo Aranci in Gallura, ed uno molto molto consistente aPozzuoli nel napoletano ed a Villa Literno nel casertano, con ottime presenze anche a Bacoli, Napoli e Quarto nel napoletano, Fraia è specifico di Napoli e di Casalnuoivo di Napoli, dovrebbero derivare da nomi di località come ad esempio Fraia nel perugino, Fraia nel teatino o Fraia vicino a Pozzuoli nel napoletano. |
DEFRAIA | Defraia è tipicamente sardo, di Cagliari soprattutto e di Quartu Sant'Elena, Selargius e Capoterra nel cagliaritano e di Iglesias ed Oristano, potrebbe derivare da un soprannome basato su di un termine dialettale sardo arcaico con il significato di fabbrica, od anche da un'alterazione del termine sardo frai (fratello). |
DE FRANCESCA
DE FRANCESCH DE FRANCESCHI DEFRANCESCHI DE FRANCESCO DI FRANCESCA DI FRANCESCO |
De Francesca, estremamente raro, è tipico del cosentino, Di Francesca è specifico del palermitano, di Cefalù, Montemaggiore Belsito, Campofelice di Roccella, Gratteri e Palermo, e di Castel di Lucio nel messinese, De Francesch è specifico di Ponte nelle Alpi nel bellunese, Defranceschi è del trentino di Laives e di Trento, De Franceschi è molto diffuso nel Veneto e nel Friuli, nel bolognese, e nella provincia romana a Roma e Nettuno, sia De Francesco che Di Francesco sono tipici del centrosud, derivano chiaramente, attraverso una forma matronimica o patronimica, dai nomi Francesca e Francesco, con l'aggiunta della particella De o Di, che stanno ad indicare la famiglia di, i figli di una Francesca o un Francesco, che erano quindi i nomi delle madri o dei padri dei capostipiti. Troviamo tracce di queste cognominizzazioni in Sicilia nella prima metà del 1300 con un certo Giacomo Di Francesco di Sciacca, che possedeva beni feudali e burgensatici, che il Re Federico IV°, dopo aver accertato un suo tradimento, tolse, quegli stessi beni, che furono poi restituiti nel 1361 a Giacomo Di Francesco. |
DE FRANCHI
DE FRANCHIS DE FRANCO DI FRANCO |
De Franchi ha un piccolo ceppo ligure a genova e nello spezzino a Bonassola e Levanto, ed uno lucano, De Franchis ha un ceppo a Roma, uno a Napoli ed uno a Palermo, De Franco ha un ceppo nel napoletano, uno nel Salento, uno a Cirò Marina e Crotone nel crotonese, a Laino Borgo e Laino Castello, Mormanno e Cosenza nel cosentino ed uno tra messinese e catanese, Di Franco è molto diffuso in tutto il centrosud, in particolare in Sicilia, si tratta di forme patronimiche riferentesi a discendenti dei figli di un Franco. |
DE FRANCISCI
DE FRANCISCIS DEFRANCISCI DEFRANCISCIS |
De Francisci presenta un ceppo nel milanese, probabilmente secondario,
uno a Roma, uno a Cagliari, ma il ceppo principale è in Sicilia
a Palermo soprattutto, ma anche a Caltagirone e catania nel catanese, a
Valguarnera Caropepe nell'ennese ed a Messina, De Franciscis sembrerebbe
tipico di Caserta e napoli, con un piccolo ceppo anche nel leccese, Defrancisci è quasi unico, mentre Defranciscis è proprio
unico, si
dovrebbe trattare di forme patronimiche dove il De
sta per dei figli di, indicando così
che il padre dei capostipiti si chiamasse Franciscus
(Francesco): "..Fors
illis frater venit obvius, ordinis eius
qui de Francisci nomine nomen habet...". |
DE FRONZO
DEFRONZO |
Tutti abbastanza rari, sono tipici del barese della zona che comprende Triggiano e Capurso, dovrebbero derivare dal cognomen latino Frontius, portato ad esempio dal governatore della Britannia Sextus Julius Frontius nel I° secolo d.C. |
DE FULVIO
DI FULVIO |
De Fulvio, molto molto raro, sembrerebbe romano, Di Fulvio è un cognome tipicamente abruzzese, del teatino, di Fara Filiorum Petri in particolare, si dovrebbe trattare di forme patronimiche dove il De o il Di stanno per figlio di, un Fulvio (vedi FULVI). |
DE FUSCHI
DE FUSCO DI FUSCO |
De Fuschi è assolutamente rarissimo, De Fusco e Di Fusco, molto meno rari, hanno un ceppo nel casertano, De Fusco ne ha anche uno nel Salento, derivano dal cognomen latino Fuscus (vedi Fusco). Un principio di questa cognominizzazione lo troviamo a Solofra (AV) nel 1195, dove in un atto si legge: "Anno millesimo centesimo nonagesimo quinto et primo anno regni Domini Nostri Enrici Magnifici Imperatoris Romanorum et semper Augusti Regis Siciliae ... ... De subtana parte finis terra Iohannis de Fusco. De uno latere finis Furca de Solofra quam tenet Cennamus. ...". |
DE GABRIELE
DE GABRIELI DI GABRIELE |
Sia De Gabriele che De Gabrieli sono molto rari e tipici del leccese, De Gabriele di Veglie e De Gabrieli di Muro Leccese e Collepasso, Di Gabriele ha un piccolo ceppo nel teramano e pescarese ed uno a Modica nel ragusano, a Palermo ed a Rosolini nel siracusano, questi cognomi dovrebbero essere tutti forme patronimiche riferite a capostipiti i cui padri si fossero chiamati Gabriele. |
DE GAETANI
DE GAETANIS DE GAETANO DI GAETANO |
De Gaetani è della penisola salentina, soprattutto di Oria nel brindisino e di Ugento e Melendugno nel leccese, De Gaetanis è specifico del leccese, in particolare di Guagnano, De Gaetano è presente a macchia di leopardo in tutto il sud, Di Gaetano ha ceppi in tutto il centrosud, in particolare in Sicilia, dove è particolarmente diffuso a Palermo, dovrebbe trattarsi di forme patronimiche riferite a capostipiti, i cui padri si chiamassero con il nome Gaetano, nome che deriva dal latino Caietanus (cittadino di Gaeta). |
DEGAN
DEGANI DEGANO |
Degan è tipico delle province di Padova e Venezia, Degani è più veronese e vicentino, con un ceppo nell'udinese, mentre Degano è tipicamente udinese, derivano da un soprannome dialettale legato al vocabolo decano (la prima autorità del Comune era il degan, cioè il decano, nome latino ma di origine longobarda), il ceppo udinese, potrebbe anche derivare da un nome di località il Degano è un fiume di quella zona, che scorre appunto nella Val Degano. Tracce di questo cognome si hanno ad esempio nel 1300 con il pievano di Arba (PN) Francesco Mattia Degano citato in un atto come Procuratore della comunità di Arba in una controversia con la comunità di Tesis (PN). |
DE GARA | Molto raro, forse di origine veronese. Potrebbe derivare da un soprannome
legato al termine germanico gaira (lancia).
notizie ulteriori fornite da Petra Sasso Il nome De Gara non nasce nel veronese, ma le origini della famiglia sono ungheresi, si sono spostati nel mondo partendo dal paese di Gorjan, che anticamente si chiamava Gara (N.B. il paese prende il nome dalla famiglia, non la famiglia dal paese). Gia nel 1269 esiste la famiglia De Gara nel comitato sloveno di Veroecze. In ungherese la i o y finale equivale all'italiano de. quindi hanno origini comuni i cognomi Garay, Garai e De Gara. |
DE GASPERI
DEGASPERI DE GASPERIS DEGASPERIS |
De Gasperi dovrebbe essere di origini lombardovenete, ha piccoli ceppi in Lombardia nel sondriese e nel bresciano, ed in Veneto a Venezia e nel padovano, con modeste presenze in Trentino e con un ceppo, probabilmente non secondario ad Ardea e Pomezia nel romano, Degasperi è specifico del Trentino Alto Adige, Di Trento in particolare e di Bolzano, De Gasperis è tipico dell'area che comprende l'aquilano, il reatino, il romano, il latinense e soprattutto il frusinate, Degasperis, quasi unico, è dovuto ad un'errata trascrizione del precedente, si dovrebbe trattare di forme patronimiche, dove il prefisso De- sta ad indicare quelli dei, riferito a capostipiti che facessero parte delle famiglie dei Gasperi o Gasperis, indicando in questo modo i figli di un Gaspare. |
DE GAUDENZI | De Gaudenzi, molto raro, ha un ceppo nel basso verbanese ed uno tra varesotto e milanese, si dovrebbe trattare di una forma patronimica in De, dove il De sta per figlio di, relativo alle famiglie di un figlio di un Gaudenzio (vedi GAUDENZI). Troviamo tracce di questa cognominizzazione nell'anno 1666 quando Mario Aurelio de Gaudenzi è podestà di Santa Croce di Civo nel sondriese. |
DE GAUDIO
DEGAUDIO DEL GAUDIO DI GAUDIO |
De Gaudio, assolutamente rarissimo, ha un ceppo nel cosentino, in particolare a Trebisacce, Degaudio è unico, ed è quasi sicuramente dovuto ad un errore di trascrizione, Di Gaudio parrebbe siciliano con un ceppo a Castelbuono, Palermo e Campofelice di Roccella nel palermitano, Del Gaudio è tipico del napoletano, avellinese e salernitano, ha ceppi secondari anche nel potentino, foggiano e casertano, dovrebbero derivare dal nome gratulatorio medioevale, Gaudius, Gaudia (piena di grazie e di bontà) (vedi GAUDI), tracce di queste cognominizzazioni le troviamo fin dal 1200 in un atto leggiamo che il nobile Patrizio napoletano Bartolomeo Caracciolo Pisquizi si congiunge in matrimonio con Teodora Capece Del Gaudio, nello stesso secolo Bartolomeo Carafa signore di Ripalonga sposa Teodora del Gaudio di Sessa Aurunca (CE), nella stessa epoca Giacomo Del Gaudio diviene signore di Carinola (CE). |
DE GENNARO
DEGENNARO DI GENNARO DIGENNARO |
De Gennaro e Di Gennaro sono molto diffusi in tutto il sud, nel teramano, nel napoletano e casertano, in tutta la Puglia, ma prevalentemente nel foggiano, nel barese e nel tarentino ed in Calabria nel cosentino, la forma unita Degennaro è tipica del barese, Digennaro è specifico di Gravina In Puglia (BA), derivano dal nome Gennaro ad indicare la famiglia di un figlio di un Gennaro. (vedi GENNARI) |
DE GEROMINI
DE GERONIMI DE GERONIMO DE HIERONYMIS |
De Geromini, quasi unico, è ligure dello spezzino, De Geronimi, assolutamente rarissimo, sembrerebbe ligure, De Geronimo, abbastanza raro, sembrerebbe tipicamente napoletano, De Hieronymis è quasi unico, dovrebbe trattarsi di vari tipi di forme patronimiche, dove il prefisso De- sta per il figlio di, riferito a capostipiti si fosse chiamato Hieronymus o Geronimo (vedi GEROMINI). |
DE GHENGHI
DEGHENGHI |
Assolutamente rarissimo sembrerebbero del nord Italia, probabilmente dell'alto Veneto. |
DE GIACOBBE
DI GIACOBBE |
De Giacobbe, quasi unico, è probabilmente dell'Italia settentrionale occidentale, Di Giacobbe, sempre molto raro, è tipico invece della fascia che comprende il teramano a Nereto, Bisenti e Teramo, il reatino, in particolare a Montopoli di Sabina, e Roma, si tratta di forme patronimiche ,dove il De ed il Di stanno per il figlio di, riferito ad un capostipite il cui padre si chiamava Giacobbe (vedi GIACOBBE). |
DE GIACOMI | De Giacomi è tipicamente lombardo del bresciano, della zona di Caino e Nave, con presenze significative anche nel sondriese a Buglio in Monte, e tracce anche in Emilia, si dovrebbe trattare di una forma patronimica, abbastanza recente, dove il De sta per figlio di e si riferisce ad un Giacomo padre del capostipite della famiglia, tracce di questa cognominizzazione le troviamo nella seconda metà del 1600 a Vignola nel modenese, dove un certo signor Giacomo de Giacomi ottiene "la condotta della macina, negozio spettante allo stato", nel 1857 a Gordona (SO) dove troviamo un Francesco de Giacomi fu Domenico che compare in un Giudizio in qualità di procuratore, tra il 1891 ed il 1894 un Cav. Innocenzo De Giacomi compare come supplente nella deputazione provinciale di Sondrio. |
DE GIAMPAOLIS
DE GIAMPAULIS |
De Giampaolis, praticamente unico, è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione di De Giampaulis, che, assolutamente rarissimo, sembrerebbe tipico del Salento, questi cognomi dovrebbero derivare da forme patronimiche, dove il De sta per figlio di, riferito ad un capostipite il cui padre si chiamasse Giampaolo. |
DE GIAMPIETRO
DEGIAMPIETRO |
Degiampietro è tipicamente trentino, di Cavalese e Moena, De Giampietro è quasi unico, dovrebbe trattarsi di una forma patronimica indicante che il capostipite era figlio di un Giampietro e dove il De sta appunto per figlio di. |
DE GIANNI
DI GIANNI |
De Gianni ha un ceppo, nel sondriese, uno in Veneto ed uno a Bisaccia nell'avellinese, Di Gianni è specifico della zona che comprende il foggiano, l'avellinese, il napoletano ed il salernitano, con maggiori presenze a Foggia, Carapelle ed Ascoli Satriano nel foggiano, a Bisaccia e Rocca San Felice nell'avellinese, ad Ottaviano nel napoletano, ed a Salerno e Laviano nel salernitano, si dovrebbe trattare di una forma patronimica dove il De- ed il Di- stanno per il figlio di, riferito a capostipiti, il cui padre si chiamasse Gianni. |
DE GIGLIO
DEL GIGLIO DI GIGLIO |
De Giglio è tipicamente meridionale, con un piccolo ceppo nel casertano, uno altrettanto piccolo nel reggino ed uno, il più consistente, in Puglia, di Bari in particolar modo, con presenze significative anche a Molfetta, Triggiano, Valenzano e Modugno nel barese, Del Giglio ha un piccolo ceppo a Monopoli nel barese, con presenze in Basilicata e nel reggino, Di Giglio, sempre meridionale, ha un ceppo a Mirabello Sannitico e Campobasso nel campobassano, un piccolo ceppo nel barese a Noicattaro e Sannicandro di Bari ed a San Nicandro Garganico nel foggiano, un ceppo ancora più piccolo nel materano a Stigliano ed Aliano, ed un ceppo a Laureana del Borrello nel reggino, si dovrebbe trattare di forme patronimiche dove il De-, il Del- ed il Di- stessero per il figlio di, riferito a capostipiti, i cui padri si fossero chiamati Giglio (vedi GIGLI). |
DEGIOANNI | Degioanni è specifico del cuneese, di Cuneo, Vinadio ed Aisone, dovrebbe derivare dome forma patronimica da una modificazione dialettale del nome Giovanni e starebbe ad indicare che il padre del capostipite si chiamava appunto Giovanni. |
DE GIORGI
DE GIORGIO DE GIORGIS |
De Giorgi è distribuito in tutt'Italia, con prevalenza nel Salento,
ma con ceppi anche a Cagliari, Palermo, Napoli ed al nord, De Giorgio ha
un grosso nucleo in Puglia, soprattutto tra le province di Taranto, Bari
e Brindisi, ha un ceppo nel catanzarese ed uno nel napoletano, De Giorgis
ha forse un ceppo in Piemonte e probabilmente uno nel Gargano. Questi cognomi
derivano dal nome Giorgio.
notizie ulteriori fornite dal barone Ugo Antonio Bella De Giorgi è presente nell'età imperiale Georgìus, adattamento dell'antico greco Gheorghios, derivato da gheorgòs " agricoltore". Il cognome si diffuse in tutta la cristanità occidentale e orientale per il culto di S. Giorgio, martirizzato alla fine del III° secolo, patrono o compatrono di molte città italiane. integrazioni fornite da Gianfranco De Giorgi Un ceppo di De Giorgi è originario di Fabiasco nel varesotto, il cognome si consolida nei primi decenni del 1500. |
DE GIOVANNI
DEGIOVANNI DI GIOVANNI DIGIOVANNI |
De Giovanni è presente a macchia di leopardo in tutta l'Italia peninsulare,
ha un importante nucleo nel Salento, un ceppo nel cosentino, uno a Napoli,
a Roma e tra bolognese e ravennate e nel milanese e torinese, Degiovanni
è tipicamente piemontese, Di Giovanni, pur essendo anch'esso presente
in tutta la penisola, ha una maggiore rappresentatività dal Lazio
in giù, particolarmente in Abruzzo, Campania settentrionale e Sicilia,
Digiovanni, molto molto raro, parrebbe del barese, forse con un ceppo secondario
nel torinese, derivano tutti dal nome Giovanni
il De
o il Di vengono intesi soprattutto
al centrosud come figli di.
integrazioni fornite da Cosimo de Giovanni de Centelles Deriva - come è risaputo - dal patronimico di Giovanni ma la sua formazione cambia da regione a regione e secondo i tempi. Essa è diffusa in tutta Italia. Presenti in Napoli i De Giovanni Greuther principi di S. Severina per successione Greuther. Abbiamo i De Giovanni della Lombardia con il titolo di Nobili. Il Crollallanza indica un altro ramo: quelli del Piemonte con titolo di Conti di Gualtieri. Diffuso è anche in Terra d'Otranto. In Maglie nel XVII secolo esisteva il feudatario Donato Giannetta De Giovanni. In Corsano (LE) ricoprivano la carica di sacerdoti di rito greco ortodosso in quanto chierici coniugati. Attualmente sono rappresentati dal ramo del cav. Cosimo De Giovanni fu Angelo. Ne esistono anche in Sicilia quali Principi di Trecastagni e Precacore. In realtà i De Giovanni delle Puglie e della Sicilia discenderebbero dal figlio di don Antonio Centelles marchese di Catanzaro: Don Giovanni Centelles che ebbe come moglie una figlia naturale - Margherita- del Principe di Taranto Giovanni Antonio del Balzo Orsini. |
DE GIROLAMO
DI GIROLAMO |
De Girolamo è proprio dell'area compresa tra Puglia, Basilicata e Campania, Di Girolamo ha un nucleo nell'area che comprende Lazio, Abruzzo, Molise, Campania e Puglia, con un ceppo anche nella Sicilia occidentale, derivano da forme patronimiche del nome Gerolamo, si riferiscono cioè a famiglie dei figli di un Gerolamo. |
DE GIROMINO
DE GIRONIMO DI GIROMINO DI GIRONIMO |
De Giromino, quasi unico, parrebbe calabrese del cosentino, De Gironimo è tipicamente pugliese, ha un ceppo a Francavilla Fontana nel brindisino ed uno piccolo a Foggia, Di Giromino, anch'esso unico, sembrerebbe del Salento, Di Gironimo ha un piccolo ceppo nel teatino e presenze in Molise, Campania e Puglia, dovrebbero tutti derivare da forme patronimiche del nome medioevale Giromino o Gironimo modificazioni arcaiche del nome Gerolamo (vedi GEROMINI), il De ed il Di starebbero per figlio di. |
DE GIUDICE
DE GIUDICI DEI GIUDICI DEL GIUDICE |
De Giudice è quasi unico, De Giudici, appena meno raro, sembrerebbe più del nord, Dei Giudici è decisamente laziale, di Sonnino (LT) in particolare, Del Giudice è diffuso a macchia di leopardo in tutt'Italia, ma con massima concentrazione in Campania e Puglia, potrebbero derivare dall'essere il capostipite legato in qualche modo o all'incarico di giudice, o all'aver servito, presso un giudice. Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Trieste agli inizi del 1300 con Baldo De Giudici, iscritto nell'elenco dei notai della Serenissima. |
DE GIULI
DEGIULI DE GIULIO DE IULI DE IULIIS DE IULIS DE IULIO DE JULIIS DE JULIS DI GIULI DIGIULI DI GIULIO DI IULIO |
De Giuli presenta un forte ceppo nel Lazio, uno nel veneto occidentale ed uno nel novarese, Degiuli sembrerebbe del piemonte, del novarese in particolare, De Giulio ha un ceppo barese ed uno nel napoletano a Saviano e Palma Campania, De Iuli è quasi unico, De Iuliis e De Juliis sono tipicamente abruzzesi, ma con ceppi significativi anche a Roma e nel Lazio, De Iulio ha un ceppo a Roma ed uno a nel napoletano a Castellammare di Stabia, Pompei e Napoli, De Iulis e De Julis sono tipicamente laziali di Sant`Oreste nel romano e di Roma il primo, solo di Sant`Oreste il secondo, Di Giuli ha un ceppo tra Rimini ed il vicino pesarese, uno a Terni, ad Arrone nel ternano ed uno a Roma, Digiuli, quasi unico, dovrebbe essere dovuto ad errate trascrizioni del precedente, Di Giulio è molto diffuso in Abruzzo, Lazio, Campania e Puglia, Di Iulio ha un ceppo romano, in Abruzzo a Chieti, Pescara, Vicoli nel pescarese, Barrea nell'aquilano e Francavilla al Mare nel teatino, ed un ceppo a Maddaloni nel casertano, dovrebbero derivare da un capostipite figlio di un Giulio o Julius nomi derivati dal nomen latino Iulius o dal nome della gens Iulia o dall'appartenere in qualità di Liberti o comunque sottoposti ai Giuli. |
DE GIUSEPPE
DI GIUSEPPE |
De Giuseppe, abbastanza diffuso, è tipico della penisola Salentina, di Uggiano la Chiesa, Minervino di Lecce, Otranto, Tricase, Maglie e Lecce nel leccese, di Locorotondo, Alberobello e Bari nel barese e di San Pietro Vernotico nel brindisino, Di Giuseppe è molto diffuso in tutto il centrosud, Sicilia compresa, dovrebbero derivare da forme patronimiche, dove il De- ed il Di- stanno per figlio di, riferito a capostipiti il cui padre si chiamasse Giuseppe. (vedi anche GIUSEPPA) |
DE GIUSTI
DEGIUSTI DE GIUSTO DI GIUSTO DIGIUSTO |
De Giusti ha un ceppo nell'area che comprende la provincia veneta di Treviso e quelle friulane di Pordenone ed Udine ed un ceppo a Roma e ad Olevano Romano (RM), Degiusti, quasi unico, è probabilmente dovuto ad errori di trascrizione del precedente, De Giusto e Digiusto, quasi unici, sembrerebbero dell'Italia settentrionale orientale, del Friuli Venezia Giulia in particolare, Di Giusto è specifico dell'udinese, di Treppo Grande, Udine, Magnano in Riviera, Gemona del Friuli, Majano, Mortegliano, Povoletto e Palmanova, tutti questi cognomi dovrebbero derivare da forme patronimiche del nome Giusto (vedi GIUSTI), o anche dal fatto di essere il capostipite un ramo secondario di una famiglia Giusti, in questo caso il de è normalmente minuscolo. |
DEGLI ANTONI | Degli Antoni, molto raro, ha un piccolo ceppo tra pavese e piacentino ed uno nel modenese, dovrebbe trattarsi di una forma patronimica, dove il Degli sta ad indicare appartenenza alla famiglia degli Antoni, cioè ad un ceppo originato da un capostipite di nome Antonio, dal nome greco Antionos (Antuonos), che significa nato prima (ante gnatos con la stessa radice di antenato). |
DEGLI ESPOSTI
DEGLIESPOSTI |
Degli Esposti è tipico del bolognese e del modenese, con ceppi anche nel perugino ed a Roma, Degliesposti, molto più raro, è tipico di Bologna, dovrebbero derivare dal fatto di essere il capostipite un bambino abbandonato (vedi Espositi) cioè uno degli esposti alla pubblica carità. |
DEGLI INNOCENTI | Degli Innocenti sembra tipico del fiorentino, si tratta di un cognome dato ad alcuni trovatelli, in quanto abbandonati presso lo Spedale degli Innocenti di Firenze. |
DEGLI OSTI
DELL'OSTE DE OSTI OSTE OSTI |
Degli Osti, quasi unico, sembrerebbe dell'area lombardoveneta, Dell'Oste ha un ceppo nell'udinese, in particolare a Pasian di Prato ed Ovaro, ed uno nel beneventano, a Benevento ed a Sant'Angelo a Cupolo, De Osti, molto molto raro, sembrerebbe del veneziano, in particolare di Ceggia, Oste, assolutamente rarissimo, potrebbe essere campano, Osti è molto diffuso in Trentino, nel Veneto ed in Emilia e Romagna, con un piccolo ceppo anche a Firenze e Grosseto, questi cognomi dovrebbero derivare dal fatto che i capostipiti appartenessero alla corporazione degli osti, albergatori e ristoratori e svolgessero appunto il mestiere di oste, corporazione che ha origini molto antiche ed in alcune città risale all'epoca medioevale. Da un punto di vista etimologica il termine oste deriva dalla voce latina hostem (hostis, hostis), che in un primo tempo significava forestiero, straniero, poi acquisì il significato di nemico, avversario, in seguito venne assimilato alla voce latina hospes, hospitis, che identifica sia chi ospita che chi viene ospitato, cioè sia il forestiero che chi accoglie il forestiero. |
DEGLI UOMINI
DEGLIUOMINI |
Sia Degli Uomini, molto molto raro, che l'ancora più raro Degliuomini, sembrerebbero dell'area veneto, friulana, la loro etimologia, probabilmente derivata da un soprannome, è comunque oscura. |
DEGNI
DEGNO DIGNI DIGNO |
Degni ha un ceppo a Roma, presenze nel frusinate, un piccolo ceppo a Napoli ed uno più consistente a Barletta e Canosa di Puglia nel barese ed a Stornarella nel foggiano, Degno è specifico di Comiso nel ragusano e di Serradifalco nel nisseno, Digni è praticamente unico, Digno ha un ceppo a Tursi nel materano, questi cognomi dovrebbero derivare dal nome medioevale Dignus o Degno, attribuito dai genitori che augurassero così ai figli di essere degni del loro lignaggio, della loro famiglia o più semplicemente dell'amore di Cristo. |
DE GOBBI
DEGOBBI |
Degobbi è assolutamente rarissimo, è probabilmente dovuto ad errori di trascrizione del cognome De Gobbi che è tipicamente veneto, del vicentino e del veneziano, in particolare di Vicenza, Venezia e Chioggia, si dovrebbe trattare di una forma patronimica per definire i figli del Gobbo inteso già come soprannome, cognome o proprio come soprannome legato a quella caratteristica fisica del capostipite. |
DE GRADA
DE GRADI DEGRADI |
De Grada è tipico della provincia di Milano, De Gradi è proprio dell'area compresa tra le provincie di Milano, Lodi e Cremona, Degradi è dell'area compresa tra le provincie di Milano, Lodi e Pavia, dovrebbero derivare da nomi di località, come si può intuire da una Carta commutationis del giugno 1172 redatta a Milano:"...inter Guiscardum iudicem qui dicitur de Gradi, et Manescotum de Quinqueviis filium quondam Tedemanni... ...ex parte ipsius canonice eisdem commutatoribus suis Iohanni et Guiscardo et Manescoto, scilicet omnes illas res territorias iuris ipsius canonice quas habebat in territorio de loco Gradi, que res reddebant ...". (vedi Grada) |
DE GRANDI
DE GRANDIS DI GRANDI |
De Grandi ha un ceppo a Milano e nel milanese, uno veneto a Zimella (VR), nel veronese, nel vicentino e nel veneziano, un ceppo nel siracusano a Floridia e Siracusa e ceppi secondari in Lombardia e Piemonte, De Grandis ha un grosso nucleo veneto, soprattutto a Venezia, Chioggia, Rosolina (RO), Verona ed il veronese, un ceppo abruzzese a Torino di Sangro (CH), uno a Roma ed ha presenze secondarie in Lombardia e Piemonte, Di Grandi è tipico del sud della Sicilia, di Ragusa in particolare, questi cognomi dovrebbero nascere dall'appartenenza dei capostipiti ad un famiglia di persone decisamente più grandi del normale. Troviamo un esempio di questa cognominizzazione a Vercelli nel 1579 in un atto: "Ego Iohannes Franciscus, filius quondam nobilis Bartholomei de Grandis Conflentie, civis Vercellarum, habitans in vicinia Sancte Marie Maioris, publicus imperiali auctoritate notarius de anno Domini millesimo quingentesimo septuagesimo nono...". |
DE GRASSI
DEGRASSI |
De Grassi è tipico dell'udinese e soprattutto di Grado nel goriziano, Degrassi, decisamente giuliano, è di Trieste, Muggia e Duino Aurisina nel triestino, con un ceppo anche a Grado e Monfalcone nel goriziano, dovrebbe derivare da un soprannome stante ad indicare le famiglie di persone forse particolarmente corpulente. |
DE GRAZIA
DI GRAZIA |
De Grazia ha un ceppo nel potentino a Potenza ed a Albano di Lucania, un ceppo calabrese nel cosentino ad Amantea, Cosenza e Lago ed a Lamezia Terme nel catanzarese, ed un ceppo a Messina, Di Grazia ha un grosso ceppo nella Toscana settentrionale, uno a Roma, uno nel casertano e napoletano, uno in Basilicata, barese e cosentino ed uno in Sicilia, dovrebbero derivare o dal cognomen latino Gratius, Gratia o da nomi attribuiti dallo spirito mistico dei tempi passati come augurio di essere il proprio figlio o figlia pieni di Grazia Divina, ricordiamo l'inizio dell'Ave Maria: "Ave Maria gratia plena...". |
DE GRECIS | De Grecis è decisamente pugliese e sembrerebbe specifico di Bari, Grecis sembrerebbe unico ed è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione del precedente, che dovrebbe derivare dal fatto di essere il capostipite un greco o un appartenente ad una comunità greco ortodossa, potrebbe anche identificarne la provenienza dalla località di Sant'Angelo De' Grecis nel brindisino. |
DE GREGORI
DE GREGORIIS DE GREGORIS DEGREGORI DEGREGORIIS DI GREGORI DIGREGORI |
Degregori è molto raro e sembrerebbe trentino, De Gregori oltre al ceppo veneto tra veronese e vicentino, sembra averne anche uno nel nordmilanese, varesotto e novarese, uno nel genovese ed uno in provincia di Roma, Degregoriis è unico e, come De Gregoris, estremamente raro, è probabilmente dovuto ad errori di trascrizione di De Gregoriis, che sembra essere tipicamente abruzzese del teramano di Nereto e di Teramo, Di Gregori, assolutamente rarissimo è laziale, Digregori, praticamente unico, è un errore di trascrizione del precedente, derivano dal nome medioevale Gregorius, ricordiamo ad esempio il Papa Gregorius Magnus nato nel 540, che resse il seggio di Pietro dal 590 al 604. |
DE GREGORIO
DEGREGORIO DI GREGORIO DIGREGORIO |
Assolutamente rarissimo Degregorio, Tipico del sud De Gregorio di Campania e Molise in particolare, Di Gregorio è invece diffusissimo in tutto il centrosud mentre Digregorio è specificatamente pugliese di Santeramo In Colle (BA) con un ceppo anche a Cerignola (FG), derivano dal nome Gregorio (vedi De Gregori). Tracce importanti di questa cognominizzazione le troviamo nel potentino a Pietrafesa nel 1600 con il Pittore Giovanni de Gregorio (1579-1656), di lui ci parla una lapide situata nel Chiostro dei Padri Conventuali di Potenza dove si legge: "JOANNES DE GREGORIO, TERRAE PETRAE FUSIAE PINGEBAT, ANNO DOMINI M.DC.IX.", troviamo poi anche i marchesi De Gregorio, insediarsi a Squillace nel 1755 con il marchese capostipite don Leopoldo, Ministro del re a Napoli e Madrid e successivamente ambasciatore dello stesso a Venezia. |
DE GRIGOLI
DI GRIGOLI |
De Grigoli è praticamente unico, Di Grigoli è specifico di Cammarata, San Giovanni Gemini e Canicattì nell'agrigentino e di Palermo e Mezzojuso nel palermitano, si dovrebbe trattare di forme patronimiche, dove il De- ed il Di- stanno per il figlio di, riferito a capostipiti i cui padri si chiamassero Grigolo, una forma ipocoristica di un'alterazione del nome Gregorius, che alterato prima in Grigorius, del cui uso abbiamo un esempio in una Carta Venditionis del 1194 a Comabbio nel varesotto: "Anno dominice incarnacionis millesimo centesimo nonagesimo quarto, quartuordecimo kalendas februarii, indicione duodecima. Cartam vendictionis proprietario nomine fecit Grigorius qui dicitur de Fontana, de loco Comabio ..", diviene poi Grigoriolus, attraverso un diminutivo e vezzeggiativo, questo, quindi, per contrazione, diventa Grigolus (vedi GRIGOLETTI). |
DE GROSSI
DEGROSSI DE GROSSO DEL GROSSO DELGROSSO |
De Grossi è tipicamente laziale di Roma e Marta (VT), Degrossi e De Grosso sono assolutamente rarissimi, Del Grosso è molto diffuso a Roma e nel romano, in Abruzzo, nel campobassano, in Puglia, soprattutto nel foggiano, ed in Campania, soprattutto nel beneventano ed avellinese, ha un ceppo anche in Lombardia, a Piuro in Valtellina, e nel parmense, a Borgo Val di Taro e San Secondo Parmense, Delgrosso parrebbe toscano, dovrebbero tutti derivare da soprannomi originati dalla corporatura imponente del capostipite o della famiglia del capostipite, starebbe ad indicare quelli appartenenti alla famiglia di quelli grossi di corporatura, ma è pure possibile una derivazione dal grosso moneta di rame medioevale in uso in Toscana e starebbe ad indicare allora quelli dei grossi cioè i benestanti. Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Parma in un atto del 1448 dove viene indicato come arbitro di una vertenza un tale Desiderio de Grossi , nella seconda metà del 1600 Monsignor Francesco De Grossi è Vescovo di Chioggia. |
DE IACO | Tipico del Salento, dovrebbe derivare dall'apocope del nome Jacopo (Giacobbe). |
DEI
DEO |
Dei è molto diffuso in Toscana, in particolare nel fiorentino e nel senese, nel viterbese e nel romano, Deo, molto molto raro, è tipico del salernitano, di San Gregorio Magno ed Eboli, dovrebbero derivare da forme aferetiche dell'italianizzazione di nomi come Donus Dei (Donadeus, vedi DONADEI) o Bonadeus (vedi BONADEI). |
DEIALA
DEJALA |
Deiala è tipicamente sardo di Cabras nell'oristanese, Dejala, sempre sardo, è praticamente unico, di origini etimologiche oscure. |
DEIANA
DEJANA |
Due diversi modi di scrivere lo stesso cognome assolutamente sardo, dovrebbe
derivare da un soprannome dialettale legato al vocabolo jana
(maga), si hanno tracce di questo cognome
già nel 1300 nella giurisdizione parrocchiale di San Gavino (CA)
il Canonico Giovanni Deiana di Guspini (CA).
integrazioni fornite da Antonello Sirigu i cognomi Deiana e Dejana son due diversi e distinti. Infatti, in sardo gairese Deiana si pronuncia per esteso De Ana e significa proveniente da lontano, mentre Dejana si pronuncia De Janas e significa che era di proprietà delle Janas, ovvero delle fate-streghe della mitologia sarda. Per intenderci erano dei piccoli esseri magici che detenevano le ricchezze e l'oro, e che passavano la vita a tessere delle tele d'oro con le loro delicatissime mani. Tele che la notte stendevano sopra i monti dopo averle lavate e che illuminavano i boschi e le pianure con il loro lucicchio. Se i mortali vedevano in faccia una Jana rimanevano pietrificati e persi per l'eternità. integrazioni fornite da Deiana Giuseppina Giovanna Quirica Jana compare come toponimo di un villaggio in una pergamena laica del 11 settembre 1420 in cui viene concesso a Pietro Gomic, oriundo del Regno di Aragona, in feudo iuxta morem Italiae dal re Alfonso V il Magnanimo con atto dato ad Alghero il 17 agosto 1420. Come cognome compare Giovanni Deiana Signore delle due Barbagie del Mandrolisai e di Ollollay, titolo conferitogli dal Re Martino di Sicilia.La figlia, Quirica Deyana fu la prima Marchesa di Oristano Alla morte di Eleonora d'Arborea infatti scomparvero i Giudicati e vennero sostituiti dai Marchesati. La Marchesa Quirica Deiana nel 1422 concesse numerose franchigie agli abitanti del villaggio di Santa Giusta in cambio della manutenzione di un ponte. Sposò Leonardo Cubello, il loro figlio Antonio Cubello Marchese di Oristano, Conte del Goceano e pretendente al trono d' Arborea la loro figlia fu donata in sposa a un Carroz. Nel giudicato di Gallura e precisamente a Monte Major nella Curatoria di Fundimonte, l'attuale Porto Rotondo a Olbia , il figlio di Eleonora D'Arborea Giovanni, fratello di Mariano, aveva dato grande respiro all'economia del luogo mediante lo sfruttamento delle cave di granito e ampliando il golfo di Cugnana (nel 1347). Il feudo passò quindi ai Carroz 1366. che ne provocarono la decadenza. Quelle terre ancora oggi appartengono ai Deiana, nonostante le numerose cessioni al Pricipe Haga Kan costruttore di Porto Rotondo e in loro memoria è stata intitolata una piazza proprio al centro del paese. Nei primi anni del novecento esisteva ancora una comunità ben organizzata e autonoma costitutiva dalle famiglie Deiana che per distinguersi tra loro affiancavano al cognome un soprannome: Deiana Bomboi, Deiana Marrone, Deiana Calzetta e Deiana Carrozza che guarda caso erano i proprietari dei terreni sui quali sorgevano le cave e il porto di Giovanni Deiana e dei Carroz. integrazioni fornite da Giuseppe Concas DEIANA; DEJANA; DIANA: hanno in comune significato ed origine: de janas. Secondo la credenza sarda le Janas (figure immaginarie) sono le fate o dee dei boschi, delle caverne, dei nuraghi, di minuscole dimensioni. Vi sono tombe preistoriche cosiddette domus de janas (case delle fate) scavate in roccia, in diverse località della Sardegna. Se ne contano circa 2000, con maggiore frequenza nel Sassarese. A volte le troviamo isolate, altre riunite in vere e proprie necropoli, come ad esempio a Santu Pedru ad Alghero. Le domus de janas fanno parte del neolitico sardo e, secondo molti studiosi di archeologia della Sardegna, apparterrebbero al periodo prenuragico, nel quale invece la tomba più comune fu la cosiddetta "Tomba dei Giganti". Probabilmente, in alcune parti della Sardegna, continuarono ad essere usate in pieno periodo nuragico. Nella tradizione pagana le Janas erano portatrici di fortuna, ma talvolta anche di sfortuna. In sardo esiste inoltre la voce ianna o janna o jenna o enna o genna, ma che significa porta e deriva dal latino ianua. Jana o Janna( deriva senza dubbio dal latino ianua)è il nome di un centro abitato scomparso: di origine romana, ubicato in agro di Ussana. Qui passava la strada militare che collegava Caralis con Olbia. In periodo medioevale fu villa (bidda) appartenente alla Curadorìa di Dolia, del Regno Giudicale di Carali. Fu abbandonato nel corso del XVI° secolo. Il cognome è presente nei documenti antichi della lingua sarda, quasi sempre nella uscita De Yana o Deyana. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE del 1388 troviamo: De Yana Gunnario, jurato ville de Lesanis (* Lesanis.distrutto. Contrate Montis Acuti); De Yana Benedicto, jurato ville Birore (*odierno Birore. Curatorie de Marghine de Gociano); De Yana Georgio, jurato ville de Balamic (* Balamic.distrutto - Balamune? Contrate Montis Acuti); De Yana Ioannes - de Aristanni(*** Aristanni: elenco dei nomi dei firmatari della PETIZIONE. Omnes cives mercatores et habitatores dicte civitatis.nisi pastores bestiaminum et quorum dificulter demorari non poterant.congregati. Porta la data : die XIIII mensis Januarii M°. CCC°. LXXXVIII° et etc.) ; De Yana Michele, ville Laconi. (** Laconi.et Contrate Partis Alença et etc. seu Atara Barçolo, officiali Curatorie de Parte Alença. In posse Penna Ambrosii et filii Guiducii (Penna) notari...die XII januarii 1388.( nisi pastores bestiarium et etc.); De Yana Nicolaus - de Aristanni ; De Yana Stephano, jurato ville de Donani (* Donani.esistente, Contrate Montis Acuti - Ozieri); Deyana Federico, jurato ville Nuracogoma (* odierna Noracugume. Curatorie de Marghine de Gociano); Deyana M. jurato ville Nuracogoma; Deyana Mariano, ville Gorare (* Gorare...Odierna Borore. Marghine de Gociano). Nel Con daghe di Santa Maria di Bonarcado, CSMB, XI°, XIII° secolo, troviamo: Diana Barusone (33), curatore de Parte Valenza: teste in una donazione a Santa Maria, da parte del Giudice di Arborea Petrus de Lacon: Ego Petrus de Lacon, iudice de Arborea et visconte de Basso ad honore de Deus et de Sancta Maria et de totos sos sanctos et cun voluntade bona de donna Diana(nome) mugere mia, donna de Arborea.etc. nel Condagfhe di San Nicola di Trullas compare la voce agitu de janas (agitu = ingresso, che noi in Campidano chiamiamo jàssu = ingresso, generalmente in un podere chiuso, recintato (cunjàu). Nell'opera "De Rebus Sardois II°" di Giovanni Francesco Fara, troviamo Deyana Quirica al capitolo Marchiones Aristani (i marchesi di Oristano): Anno 1420 Leonardus Cubello fuit primus marchio (marchese) Aristani a Petro Torella prorege 4 Kal. Aprilis (29 marzo) et comes Gotiani creatus, uxorem duxit (sposò) Quiricam Deyana, ex qua (dalla quale) duos filios habuit (ebbe due figli) Antonium et Salvatorem.etc. Nella storia ricordiamo: Deiana o De Iana Mariano, podestà giudicale di Alghero dal 1353 al 1354, nominato dal Giudice Mariano IV° di Arborea, difese la città con coraggio e tenacia, contro gli assalti delle truppe catalane aragonesi, comandate dal re Pietro il Cerimonioso. Lo stesso re racconta nella sua "Cronaca", che nonostante il grandioso spiegamento di truppe, per terra e per mare, la cittadina resistette agli assalti dal giorno di San Givanni Battista (24 giugno 1354, sino al 16 novembre dello stesso anno. In realtà Alghero cedette solo successivamente alla firma del trattato di pace tra il re il Cerimonioso e il Giudice d'Arborea Mariano IV°. Ricordiamo inoltre Deyana Giovanni, suocero di Leonardo Cubello, marchese dal 1410 delle Barbagie di Ollolai e Mandrolisay nel Regno di Sardegna, aggregato alla corona d'Aragona: per la cronaca Giovanni Deyana fu padre della succitata Quirica Deyana, moglie appunto del Cubello. Attualmente il cognome Deiana è presente in 453 Comuni italiani, di cui 177/377, in Sardegna: Olbia 958, Cagliari 347, Quartu 317, Selargius 257, Sassari 202, etc. Dejana è presente in 26 Comuni, di cui 7 in Sardegna: Cagliari 16, La Maddalena 9, Selargius 3, etc. Diana ( questo cognome nella penisola ha significato ed estimo completamente diversi da quelli sardi: deriva probabilmente da Diana dea dei boschi) è un cognome presente in tutta Italia, in 906 Comuni, di cui 127 in Sardegna: Cagliari 206, Sassari 181, Carbonia 123, Iglesias 94, Gonnosfanadiga 70, etc. Nel continente San Cipriano di Caserta ne conta 750, Roma 500, Bari 297, Milano 141, Torino 125 etc. |
DE IANNI
DEIANNI D'IANNI DIANNI DI IANNI |
De Ianni è specifico di Benevento, Deianni è quasi unico così come D'Ianni, Dianni, assolutamente rarissimo, ha un piccolo ceppo nel romano ed uno pugliese, Di Ianni ha un grosso ceppo romano, uno abruzzese, soprattutto nell'aquilano, uno molisano, in particolare nell'iserniese ed uno nel foggiano, si dovrebbe trattare di forme patronimiche dove il De-, il D'- ed il Di- stanno per il figlio di, riferito ad un capostipite il cui padre si chiamasse Johannes, contratto ed italianizzato in Ianni, tracce di questae cognominizzazioni le troviamo anche a Palermo verso la fine del 1200 in un atto di matrimonio dove la sposa è la figlia Francesca di un tale Giacomo de Ianni ed a Teramo, in epoca aragonese, dove in un atto viene citato un Berardo de Ianni. |
DEIAS
DEVIAS |
Deias ha un nucleo nel cagliaritano ed uno nella provincia di Oristano,
Devias, molto molto raro, è di Nuoro e del nuorese, dovrebbero derivare
da una forma dialettale originata dai vocaboli de
bia con la terminazione -s
ad indicare il plurale Debias, che si è poi contratto in Deias,
stava ad indicare quelli della via, quelli
della strada, probabilmente riferito alla posizione della loro
abitazione, o forse al fatto di essere stati i capostipiti dei trovatelli.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas DEIAS; DEVIAS: sa via, sa 'ia, sa bia = strada, via, cammino. De (sa) bia potrebbe avere il significato di "dalla strada" ad indicare la provenienza; sinonimo di "trovato", "agattau". In latino è via. Attualmente la variante "bia" (betacismo) è comune a tutta la Sardegna. È un termine presente in tantissime espressioni delle varie parlate isolane, come del resto è presente, solitamente con l'uscita "via", nei documenti antichi. Lo troviamo inoltre in tantissimi toponimi: l'esempio più classico è "sa bia de sa palla" = la Via Lattea. Il termine "via" per vite (strumento) è moderno. Ma come cognome non figura nelle carte antiche, perlomeno in quelle da noi consultate; è quindi pensabile che si tratti di un cognome recente. Il cognome Deias è presente in 107 Comuni italiani, di cui 49 in Sardegna: Samugheo 91, Carbonia 44, Iglesias 38, Ninnai 25, Cagliari 19, Gonnosfanadiga 18. Devias è presente in soli 4 Comuni sardi: Nuoro 15, Orgosolo 8, Siniscola 3, Cagliari 2. |
DE IASI
DE IASIO DI IASI DI IASIO |
De Iasi è tipico dell'avellinese e di Montoro superiore, De Iasio, molto molto raro, è del beneventano, Di Iasi è dell'avellinese, di Avellino e Montoro Superiore, con un piccolo ceppo ad Aversa nel casertano, Di Iasio ha un piccolo ceppo a Roma, ed uno nel foggiano a Manfredonia, Monte Sant'Angelo e Foggia, si dovrebbe trattare di forme patronimiche, dove il De- ed il Di- stanno per il figlio di, riferito a capostipiti, i cui padri si chiamassero Iasio (vedi IASELLA). |
DEIDDA | Deidda è diffusissimo nella Sardegna centromeridionale, con un ceppo
anche nel sassarese.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas DEIDDA: è la versione moderna di De - Idda/s. Nella maggior parte dei casi nei cognomi moderni, si assiste alla perdita della preposizione "de" che indica la discendenza o provenienza; in Deidda rimane, come del resto in Delogu, Desogus, Deledda, Deiana, Demuru, Demontis, Dearca, etc. Nelle carte antiche troviamo sempre la preposizione separata dal nome( per il significato e l'etimologia, vedi IDDA/S). Attualmente il cognome Deidda è presente in ben 348 Comuni Italiani, di cui 144/377 della Sardegna(sud): Cagliari 490, Villacidro 222, Assemini 123, Quartu S. E. 106, Sanluri 101, Oristano 90, Capoterra 80, etc. |
DE IESO
DE IESU DE JESO DE JESU |
De Ieso è tipico del beneventano, di Pago Veiano in particolare, ma anche di San Giorgio La Molara, Benevento e Pietrelcina, De Iesu, molto raro, è specifico dell'avellinese, di Fontanarosa, Ariano Irpino e Venticano, De Jeso, assolutamente rarissimo, sembrerebbe più del basso Lazio, De Jesu è quasi unico, tutti questi cognomi dovrebbero essere forme patronimiche in De, dove il De- sta per figlio di, riferito a capostipiti il cui padre si chiamasse Ieso o Iesu (vedi IESO). |
DEIME
DEYME |
Deime è unico, Deyme, assolutamente rarissimo, è decisamente piemontese dell'alto torinese, dovrebbero essere di origini provenzali e derivare dal termine occitano dèyme (decima), forse riferito ad un capostipite che facesse di mestiere l'esattore per una comunità religiosa, fosse cioè addetto alla riscossione della decima (tassa dovuta all'istituzione religiosa proprietaria del luogo). |
DEIOANNON
DE JOANNON DEJOANNON |
Tutti estremamente rari potrebbero avere un'origine dalla Magna Grecia e potrebbero allora derivare dal toponimo Ioannon dell'isola di Milos. |
DE IORIO
DEIORIO DE IORIS |
De Iorio ha un piccolo ceppo a Pescara ed uno a Roma, ma il ceppo più
importante è nel casertano a Teano, Caianello e Marzano Appio ed
a Napoli, Deiorio è praticamente unico e dovrebbe trattarsi di un
errore di trascrizione del precedente, mentre De Ioris è tipico
di Gioia dei Marsi ed Avezzano nell'aquilano.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi L'origine di questi cognomi va ricercata nel nome medievale Iorio, che, nell'onomastica antica, consiste in una variante del più comune Giorgio (vedi Di Iorio e Iorio). In conclusione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni dei nomi personali dei capostipiti. |
DEIOSSO
DEJOSSO |
Deiosso è tipico di Pattada nel sassarese e di Sassari, Dejosso è praticamente unico, sempre del sassarese, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine sardo de iosso (di giù, di sotto), indicando probabilmente che i capostipiti abitassero o provenissero da una zona bassa del luogo, o dalla pianura. |
DE IUDICIBUS
DE JUDICIBUS |
Entrambi tipici pugliesi del foggiano e barese, la forma De Judicibus è assolutamente rarissima, potrebbero avere anche dei ceppi originari al nord, dovrebbero derivare dall'appartenenza ad un casato di maggiorenti giudici o amministratori. Tracce di questa cognominizzazione si hanno nel 1400 con Fachino fu Tomaso de Iudicibus de Monasterolo notaio nel bergamasco e nel 1500 a Mombasiglio (CN) dove in un atto si legge: "...constituti coram spectabili iureconsulto ut doctor domino Petro Baptista de Auria De Iudicibus vicario marchionali Finarii actore et actario nomine decreto...". |
DE IURE
DE JURE DEIURE DEJURE |
De Iure ha un ceppo nel teatino, in particolare ad Ortona ed uno nel barese,
a Casamassima e Sammichele di Bari, Deiure, estremamente raro, sembrerebbe
specifico di Sammichele di Bari, De Jure e Dejure sono quasi unici.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi L'origine di questi cognomi va ricercata nel nome medievale Iure (con una variante in Jure), l'italianizzazione cioè del personale slavo Jure, che, nell'onomastica italiana, corrisponde esattamente al nome Giorgio - o Iorio, secondo la pronuncia arcaica (vedi Giorge, Iorio, Di Giorgi e Di Iorio). In questo contesto, per la precisione, va osservato che l'epicentro delle famiglie De Iure si riscontra in provincia di Chieti, esattamente nella stessa zona in cui è diffuso il cognome Iurisci - tant'è che De Iure potrebbe nascere da una traduzione di questo cognome (per una spiegazione più approfondita, vedi Iurisci). Per quanto proponibile, invece, suona poco probabile una derivazione dall'espressione latina de iure (per legge), considerando che questa formula è utilizzata per lo più in ambito governativo e legislativo - e dunque difficilmente adattabile al contesto dei cognomi. |
DEI ZOTTI
DEL ZOTTI DEL ZOTTO DE ZOTTI DE ZOTTO |
Dei Zotti, molto raro, è del vicentino, Del Zotti, tipicamente pugliese, ha un ceppo a Modugno (BA) e Bari ed uno a Brindisi, Del Zotto è estremamente comune in Friuli, nella zona di Cordenons (PN) in particolare, di Udine, Codroipo e Tavagnacco, De Zotti è del veneziano di Venezia, Iesolo, Musile di Piave e zone limitrofe, De Zotto è unico, dovuto probabilmente ad errori di trascrizione, tutti questi cognomi hanno due possibili origini, dall'aferesi di modificazioni di nomi come Giorgio e Lorenzo, (Zorzotto, Lorenzotto) o anche in alcuni casi direttamente dal nome longobardo Zotto (vedi ZOTTI). Tracce illustri di queste cognominizzazioni le troviamo in Gianfrancesco Del Zotto detto da Tolmezzo (1450 1515), il più grande pittore friulano del Quattrocento. |
DELAI
DELLADDIO DELLADIO DELLAI |
Delladio è tipico di Tesero (TN), Delladdio è quasi unico
ed è sicuramente dovuto ad errori di trascrizione, Dellai è
tipico della zona che comprende trentino e vicentino, Civezzano e Pergine
Valsugana (TN) e Schio (VI) soprattutto, Delai è specifico del bresciano
gardesano, Puegnago Sul Garda e Gavardo, dovrebbero tutti derivare dal
nome gratulatorio medioevale Delaidus
di cui abbiamo un esempio nel Codice Diplomatico
della Lombardia Medioevale in un atto redatto nel 1183 a Nave
(BS): "...Lafrancus de Mora quod debet ei permutare
predictam peciam terre si erunt convicti cum racione a predicto Obizo et
anc permutacionem debet fieri sub estimacione Delaidi
Medici et Iohannis de Gazo; et Iacobus filius
condam Ugoni Secasoli estitit fideisor et debitor pro eiis ...".
integrazione dovuta a Jossieli Delai Il cognome Delai e le sue varianti derivano dai nomi di persona Delaido, Deolaido, Delaita, tutti con il significato benaugurante di 'Dio l'aiuti'. Il cognome è diffuso soprattutto in Valsugana e nella Valle dell'Adige. Secondo il Lorenzi, hanno la stessa origine anche le forme Dalladio, Deladio, Delladdio. Il Cesarini Sforza ritiene invece che abbiano come radice 'del Adìo', dove Adìo sta per il nome di persona Adiodato, o Adeodato, 'dato a Dio'. |
DE LANA
DELLANA |
De Lana, quasi unico, è dell'area veronese, bresciana, Dellana, estremamente raro, è del basso trentino, potrebbero derivare dal fatto che i capostipiti provenissero dalla zona dolomitica del Col di Lana. |
DE LANDRO
DI LANDRO |
De Landro è caratteristico di Napoli, Di Landro è tipico del salernitano, di Maiori, Minori ed Atrani, dovrebbero derivare dal nome del fiume Landro, che nasce dal monte Maruggio col nome di torrente San Michele, assume il nome di Melandro a Satriano di Lucania ed a Vietri di Potenza riceve il torrente Fiumarella di Vietri prendendo il nome di fiume Landro, forse ad indicare che i capostipiti fossero originari di quella zona, ma è pure possibile che si tratti invece di forme patronimiche in De ed in Di, riferite a capostipiti i cui padri si chiamassero Landro, forma arcaica del nome Leandro, il nome Landro lo troviamo ad esempio portato dal bolognese Fra Landro Alberti che nel 1581 pubblica a Venezia il libro Descrittione di tutta l'Italia et Isole pertinenti ad essa. Tracce antiche di queste cognominizzazioni le troviamo in una registrazione di una deposizione del 1527 a Napoli, dove in qualità di teste si produce un certo Gio Loisio de Landro di Napoli. |
DE LAPA | De Lapa, quasi unico, sembrerebbe calabrese, dovrebbe essere di origini portoghesi e starebbe ad indicare la provenienza del capostipite da uno dei tanti paesi chiamati Lapa esistenti in Portogallo. |
DE LAURENTI
DE LAURENTIIS DE LAURENTIS |
De Laurenti, estremamente raro, è piemontese, De Laurentiis ha un ceppo abruzzese a Roccascalegna, Altino e Guardiagrele nel teatino, a Teramo ed a Pescara, un ceppo a Roma ed uno ad Acerra e Napoli, De Laurentis ha un ceppo ad Acerra e Napoli nel napoletano ed a Baiano nell'avellinese ed uno a Polignano a Mare, Corato e Trani nel barese, dovrebbe trattarsi di forme patronimiche dove il de sta per uno dei figli di, riferito ad un Laurentius (vedi LAURENTI ), i tre cognomi sono equivalenti e perfettamente accumunabili, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Cento nel ferrarese in un atto del 1329, dove si legge: "...Johannes quondam Laurentii de Laurentiis, Michael quondam Petri de Arardis, et Bitinus quondam Petroni Consules Communis Centi, .." ed a Conversano (BA) in un atto del 1741 si legge: "Acta assensus permutationis inter reverendum canonicum don Vitum Pappalepore et reverendum canonicum don Carolum De Laurentis". |
DE LAZZARI
DELAZZARI |
De Lazzari è tipicamente veneto dell'area veneziano, trevisana, con un ceppo anche nel Lazio, probabile conseguenza dell'emigrazione forzata di manodopera veneta in occasione della bonifica delle paludi pontine, Delazzari, quasi unico, è dovuto ad errori di trascrizione del precedente, si dovrebbe trattare di forme patronimiche dove il De sta per della famiglia dei figli di un Lazzaro, (vedi LAZZARA). |
DEL BALZO | Abbastanza raro è tipico napoletano, dovrebbe essere di origine francese e derivare dal toponimo Les-Baux-de-Provence (la Balcium latina) di cui i De Baux, poi diventati Del Balzo, furono Signori fino al 1426, le prime tracce di questo casato si trovano in Provenza fin dal IX° secolo, il loro arrivo a Napoli dovrebbe risalire al XIII° secolo al seguito di Carlo d'Angiò. Esempio di questa cognominizzazione si ha con il Conte di Acerra Pirro del Balzo, a Minervino Murge (BA) su di un'iscrizione incisa in marmo sulla porta di una torre si leggono le seguenti parole: "Construixit in Specula Dux de Baucia Pyrrhus". |
DEL BEN
DEL BENE |
Del Ben è tipico della provincia di Pordenone, Del Bene è presente a macchia di leopardo in tutt'Italia, si individuano ceppi in Liguria, nel fiorentino, nel pesarese, nel casertano e nel barese, dovrebbero derivare da nomi gratulatori composti con la radice bene, in alcuni casi potrebbero derivare dalla troncatura del nome Benedetto, di questa cognominizzazione si trovano tracce a Brescia nel Codice Diplomatico della Lombardia medievale sotto l'anno 1143, dove si legge: "...Gerardus de Burnado et Zuca filius Carnevalis del Bene et Arnulfus filius Oldeberti Sutoris et alii testes....". |
DEL BIANCO | Ha un nucleo importante in Friuli, uno nel pesarese e nel maceratese ed
uno in provincia di Lucca, deriva dal vocabolo bianco usato come nome o
come soprannome derivante da una caratteristica fisica, i capelli, il colore
della carnagione o da una caratteristica ambientale tipo case bianche.
Si hanno tracce di questa cognominizzazione illustre con il modenese Francesco
Del Bianco (1460 - 1510) pittore che fu il primo maestro del Correggio:
"Morì M.ro Franc.o
de Biancho Frare depintore perfetto e homo
dabene".
integrazioni fornite da Aldo Piglia Milano il pittore modenese conosciuto anche come Francesco Bianchi Ferrari o Francesco de' Bianchi o Francesco Del Bianco Ferraro o Francesco Fraro o Francesco Del Fraro. Questi era quasi certamente figlio del pittore modenese Bianco Ferraro, che nel 1481 eseguì lo stemma del duca Ercole I° d'Este sulla torre del Comune di Modena. Il suo luogo di nascita (Modena) non è accertato, ma solo presunto. |
DEL BONO
DEL BUONO |
Del Bono è presente a macchia di leopardo in tutt'Italia, con massima concentrazione nel bresciano, nel parmense, nel romano e latinense e nel napoletano, Del Buono ha ceppi nell'Italia settentrionale, nel senese, nel Lazio, nel casertano e nel foggiano, deriva dal nome medioevale Bonus o Buonus, di cui abbiamo esempio nel 1200 a Pisa, nell'elenco dei pisani che giurarono l'alleanza con Siena e Pistoia si trova un Buonus Buonsignoris, traccia di questa cognominizzazione si trova nel 1400 a Pisa: "...Doni et Buonus Niccolai Buoni de Businis ...". |
DEL BORRELLO | Sembra essere originario degli Abruzzi ed esattamente della zona di CasalBordino e Vasto, potrebbe derivare dal nome del paese di Del Borrello di Vasto o dal toponimo Borello nel teatino. |
DEL BUE | Del Bue ha un ceppo a Reggio Emilia e Correggio nel reggiano ed a Modena a ed uno molto piccolo a Casaletto Spartano nel salernitano, dovrebbe stare ad indicare che il capostipite fosse una persona benestante, in epoca medioevale, così come ai tempi degli antichi romani, il possedere animali era un chiaro indicatore di agiatezza, ma non si può escludere che possa in qualche caso derivare da un toponimo come la contrada Del Bue di Mantova o la veronese Cà del Bue. |
DEL CAMPO | Del Campo ha un ceppo romano, uno nel foggiano ad Apricena e San Nicandro Garganico ed uno nel catanese a Randazzo e Catania, potrebbero derivare dai vari toponimi contenenti la radice Campo-, come ne esistono svariati in tutta la nazione, indicando la provenienza dei capostipiti da una di quelle località. |
DEL CANTO | Del Canto ha un piccolissimo ceppo a Genova ed uno a Frignano ed Aversa nel casertano, difficile individuarne l'origine. |
DEL CARRETTO | Del Carretto Assolutamente rarissimo, è un nobile casato originario del Monferrato, trasferitosi in Liguria, già nel 1115 i Del Carretto sono marchesi di Clavesana (CN), Enrico I° Del Carretto, detto il Guercio diventa nel 1142 marchese di Finale e di Noli e nel 1176 marchese di Savona, nel 1500 i Del Carretto si imparentarono con i Doria, Zenobia Del Carretto sposa Giovanni Andrea Doria. |
DEL CET | Tipico della zona di Feltre e Seren del Grappa (BL). |
DEL CONTE | Del Conte ha vari ceppi, nel fiorentino, a Roma, nel pescarese e teatino, in provincia di Campobasso, nel foggiano e nel barese, potrebbe derivare da toponimi contenenti la radice Del Conte, come ad esempio Ronco del Conte nel fiorentino o simili, ma potrebbe anche derivare dal fatto di essere la famiglia alle dipendenze o residente nelle proprietà di un Conte. |
DEL CORE
DELCORE |
Del Core ha un ceppo campano nel napoletano, a Napoli, Marano di Napoli e Mignano di Napoli, ed uno pugliese a Bari in particolare, con un piccolo ceppo anche a Taranto, Delcore è quasi unico, dovrebbe trattarsi di cognomi attribuiti a dei trovatelli in epoca borbonica da dei funzionari regii. |
DEL CORNO | Sembrerebbe del milanese ed originato dal toponimo Corno Giovine o Cornovecchio nel lodigiano. |
DEL CORPO | Del Corpo, assolutamente rarissimo, è della zona dell'Abruzzo e Molise, con un piccolissimo ceppo a Pozzilli nell'iserniese, ed a Larino nel campobassano, dovrebbe trattarsi di un cognome attribuito ad un trovatello, probabilmente raccolto da religiosi del Corpus Cristi o comunque facendo riferimento al concetto di Corpus Cristi. |
DEL CORSO | Del Corso ha un ceppo nella zona che comprende lo spezzino, il lucchese, il pisano soprattutto ed il livornese, con ceppi anche nel torinese, nel romano e nell'iserniese, il cognome dovrebbe derivare dal fatto che i capostipiti fossero residenti nel corso principale cittadino. |
DEL DEBBIO | Del Debbio è tipico di Lucca e delle aree limitrofe, dovrebbe derivare o da nomi di località come Debbio di Ceparana (SP), Debbio di Rosignano Marittimo (LI), il Debbio di Piombino (LI) o altre località ottenute disboscando con l'uso dell'incendio boschivo o debbio, atto a recuperare dei terreni per uso abitativo o di coltura, o anche da un soprannome originato dal vocabolo debbio (falò di stoppie, legni e sterpi che i contadini attizzavano per concimare il terreno), vocabolo ormai caduto in disuso, il cognome si riferirebbe quindi o alle caratteristiche del luogo di provenienza del capostipite o ad un suo comportamento abituale. |
DEL DEO | Del Deo è tipico di Forio nell'isola d'Ischia e di Napoli, si dovrebbe
trattare di un cognome attribuito anticamente a fanciulli abbandonati.
Tracce di questa cognominizzazione si trovano ad Ischia almeno dal 1700.
integrazioni fornite dal Prof. Fabio Paolucci Cognome tipicamente campano, Del Deo è diffuso prevalentemente nei comuni di Forio, Napoli, Lacco Ameno ed Ischia. Dal punto di vista etimologico, tale forma cognominale andebbe ricollegata a personali quali Deodato, Donadeo, Bonadeo, Amodeo, divenuti Deo e cognominizzati in senso patronimico con l'aggiunta della particella "Del", oppure sarebbe da ricondurre ad un cognome inventato ed attribuito ad infanti proietti con significato di "disceso, venuto, donato da Dio" o, in alternativa, "di Dio, appartenente al Signore". Da tenere in considerazione è anche una possibile connessione con i vari nuclei familiari De Deo, diffusi prevalentemente nei centri di Pescara, Sulmona e Chieti. Un ceppo molto importante, pugliese di origine abruzzese, è costituito da una facoltosa famiglia De Deo di Gioia del Colle che, stanziatasi a Minervino Murge, diede i natali nel 1772 ad Emanuele De Deo, torturato ed impiccato a soli 22 anni nel 1794 e considerato il primo martire della Rivoluzione Napoletana soffocata nel sangue nel 1799. |
DEL DOTTO | Del Dotto ha un ceppo toscano nel lucchese, a Lucca, Viareggio, Capannori e Camaiore, uno marchigiano a Montegiorgio nell'ascolano ed a Tolentino nel maceratese, ed uno laziale, a Sant'Angelo Romano e Roma, dovrebbe trattarsi di una forma patronimica, dove il Del- stia per il figlio di, riferito a capostipiti il cui padre si fosse chiamato con il nome germanico Dotto o con il nome latino Doctus (vedi DOT). |
DEL DUCA | Del Duca è molto diffuso nel Lazio, nel romano, latinense e frusinate, in Campania, in particolare nel napoletano e salernitano, e nel foggiano, dovrebbe trattarsi di una forma patronimica, dove il Del sta per figlio del, riferito ad un padre del capostipite soprannominato dux (guida, comandante), soprannome che può essere stato attribuito sia in segno di rispetto, per particolari incarichi affidati ai capostipiti, sia come presa in giro per sottolineare particolari atteggiamenti degli stessi. |
DELEA | Delea, quasi unico, dovrebbe trattarsi di una forma alterata del cognome Dellea (vedi DELLEA). |
DELEDDA | Tipico del nord della Sardegna, potrebbe derivare dall'antico toponimo
Ledda nel sassarese, ora scomparso, personaggio di assoluto rilievo è
stata la scrittrice nuorese Grazia Deledda (1871-1936).
integrazioni fornite da Giuseppe Concas DELEDDA: de Ledda - per significato ed etimologia vedi Ledda. Nelle carte antiche lo troviamo nella forma De Ledda tra i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE del 1388: De Leda Francisco, ville Culleri. (** CULLERI.(attuale Cuglieri) CASTRI MONTIS DE VERRO.in posse Salari Arsocho, notarii publici et etc. die X januario 1388. nisi bestiaris pastores.congregatis in villa de Guilciochor .in posse Salari Arsoci, habitatoris Bose .notarii publici et etc. die X januari 1388; De Ledda Camputani, ville de Sardara(** SARDARA MONTIS REGALIS...11 GENNAIO 1388, et ego...Gadulesu Margiano habitator velle Sardara, sindicus actor et procurator universitatis Contrate Montis Regalis et villarum et etc. In posse Virde Andrea, Virde Joanne, de Civitate Sasseri, notarii publici, die XI Januarii 1388); De Ledda Dominigo - de Bosa ( ** Bosa: omnibus civibus et habitatoribus civitatis Bose.nisi pastores.congregatis intus Ecclesiam Beate Marie Virginis .die XV Januarii 1388); De Ledda Guantino - de Castri Januensis ( ** Castri Januensis Civitas (Castel Genovese - Castel Sardo). Omnibus habitantibus .in ville de Coginas ... die undecima januarii .1388, in posse De Valle Anthoni filii). Nella storia contemporanea ricordiamo Deledda Sebastiano, storico (Lula 1890 - Cagliari 1963), membro del Consiglio Direttivo della Deputazione di Storia Patria per la Sardegna. Fondatore e direttore della Rivista « La Regione ». Deledda Grazia, scrittrice ( Nuoro 1871 - Roma 1936), premio Nobel per la Letteratura nel 1926: infaticabile, produsse tantissimi romanzi e novelle, tra i quali citiamo : « Elias Portolu », « Cenere », « Canne al Vento », « Marianna Sirca », « L'incendio nell'uliveto », « La madre » e tante novelle. Il cognome Deledda è attualmente presente in 114 Comuni Italiani, di cui 54 in Sardegna : Olbia 77, Nuoro 74, Posada 61, Pattada 45, etc. |
DE LELLI
DE LELLIS DE LELLO DI LELLIS DI LELLO |
De Lelli, assolutamente rarissimo, parrebbe romano, De Lellis, decisamente più diffuso, è specifico dell'area che comprende il romano, il latinense, il frusinate, il casertano, il napoletano ed il Molise, con un piccolo ceppo anche nel pescarese ed a Bari, De Lello è quasi unico, Di Lellis, quasi unico, è del romano, Di Lello ha ceppi a Roma e nel romano, nel latinense, nel casertano e nel napoletano, ed in Abruzzo, in particolare nel teatino, nel campobassano e nel foggiano, tutti questi cognomi dovrebbero essere forme patronimiche dove il De- od il Di- stanno per il figlio di, riferiti a capostipiti, i cui padri si fossero chiamati Lello, probabilmente una forma ipocoristica aferetica del nome Gabriele, o Raffaele. |
DE LEO
DE LEONE DE LIO DI LEO DILEO DI LEONE DI LIO DI LIONE |
De Leo è diffuso in tutto il sud peninsulare e nella provincia di Roma, De Leone è assolutamente rarissimo ed ha come area probabile d'origine il casertano, Di Leo è diffuso in tutto il sud peninsulare e nella provincia di Roma ed è molto presente anche in Sicilia, Dileo è specifico del barese, di Altamura e Barletta in particolare, Di Leone abbastanza raro, ha un ceppo campano soprattutto a Mondragone e Cellole (CE) e Calabritto (AV), ed uno nel cosentino a Saracena e Morano Calabro, De Lio, molto raro, è tipico del cosentino, Buonvicino, San Fili e San Vincenzo la Costa, Di Lio è specifico di Bivona (AG), Di Lione, molto raro, è tipico di Colliano (SA), dovrebbero tutti derivare dall'essere i discendenti di uno di nome Leo Leonis (vedi Leo) o per aferesi di Pantaleo (Pantalone) o Pantaleone. |
DE LEONARDI
DE LEONARDIS DE LEONARDO DE LEONARDI DE LEONARDIS DE LEONARDO DI LEONARDI DI LEONARDIS DI LEONARDO |
De Leonardi sembrerebbe tipicamente romano, Deleonardi, quasi unico, dovrebbe essere dovuto ad errori di trascrizione di Deleonardis, che è decisamente pugliese, del barese e del brindisino, De Leonardis, il più diffuso, ha un grosso ceppo a Roma, uno in Abruzzo nel pescarese a Spoltore, Pescara e Montesilvano e nel teatino a Bucchianico e Chieti, un ceppo nel potentino a Lavello, Ruoti ed Avigliano, un nucleo importante è in Puglia, nel brindisino a San Vito dei Normanni, Fasano ed Ostuni, a Taranto, Massafra, Mottola e Crispiano nel tarentino, a Bari, Gravina di Puglia, Corato, Alberobello, Casamassima, Castellana Grotte, Putignano e Trani nel barese, ed a Troia, e Foggia nel foggiano, Di Leonardis, che sembrerebbe unico, e Di Leonardi, che lo è quasi, dovrebbero essere dovuti ad un'errata trascrizione del precedente, Deleonardo, praticamente unico, dovrebbe essere dovuto ad un'errata trascrizione di De Leonardo, che ha un ceppo a Taranto ed uno piccolissimo a Vibo Valentia, Di Leonardo ha un ceppo abruzzese a Pianella e Pescara nel pescarese, ad Avezzano ed Ortona dei Marsi nell'aquilano, a Teramo, Sant'Omero e Torano nuovo nel teramano ed a Chieti ed Ortona nel teatino, ed uno siciliano a Bagheria, Palermo, Bisacquino, Santa Flavia, Cerda e Campofelice di Roccella nel palermitano, a Santa Ninfa ed Alcamo nel trapanese ed a Calascibetta nell'ennese, Dileonardo, quasi unico, sembrerebbe del napoletano, si dovrebbe trattare di forme patronimiche dove il De- ed il Di- stanno per il figlio di, riferiti a capostipiti, i cui padri si chiamassero Leonardo. |
DELERBA
DELL'ERBA DELLERBA |
Delerba, quasi unico, sembrerebbe piemontese dell'alessandrino, Dell'Erba ha un piccolo ceppo ligure nell'imperiese e nel genovese, un piccolo ceppo nel napoletano, uno più consistente in Sicilia nel catanese, ad Adrano in particolare, a Catania ed a Biancavilla, ma il nucleo principale è pugliese, di Taranto e Martina Franca nel tarantino, di Bari, Polignano a Mare, Rutigliano, Trani, Gioia del Colle e Castellana Grotte nel barese, e di Vieste e Cerignola nel foggiano, Dellerba ha un ceppo nell'imperiese ad Aurigo ed Imperia, qualche presenza nel cuneese ed un piccolo ceppo a Rutigliano nel barese e nel foggiano a Foggia, Cerignola e Stornara, dovrebbero derivare da soprannomi originati da un'origine contadina dei capostipiti, forse dei proprietari di grossi pascoli. |
DE LEUCE
DI LEUCE |
De Leuce, quasi unico, sembrerebbe campano, Di Leuce, praticamente unico, sembrerebbe del foggiano, dovrebbero stare ad indicare la provenienza del capostipite dal leccese, dal paese chiamato in dialetto Leuce (Leuca), o da altri contenenti la radice Leuca nel loro nome, come Santa Maria di Leuca, Morciano di Leuca o altri simili. |
DEL FABBRO
DEL FABRO DELFABBRO DELFABRO |
Del Fabro e Del Fabbro sono tipici dell'udinese, Delfabro e Delfabbro, assolutamente rarissimi e tipici della stessa zona, sono probabilmente dovuti ad errori di trascrizione, dovrebbero derivare dal mestiere di fabbro esercitato dal capostipite, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo nel bellunese in un registro del 1507 dove viene citato come Giurato tale Nicolò del Fabro. |
DEL FANTE | Ha un ceppo nel comasco e sembrerebbe uno nel fiorentino, deriva dal nome medioevale Fante (vedi). |
DEL FERRARO
DEL FRARO |
Del Ferraro è tipicamente laziale, di Cori, Rocca Massima e Latina nel latinense e di Roma e Velletri nel romano, Del Fraro, assolutamente rarissimo, probabilmente del nord Italia, dovrebbero derivare dal mestiere di magister ferrarius o ferraro (fabbro), tracce di una cognominizzazione simile le troviamo a Modena nel 1500 con il pittore Francesco Fraro. (vedi Del Bianco) |
DEL FIANDRA
DI FIANDRA |
Del Fiandra ha un ceppo a Massa ed a Carrara, Di Fiandra ha un minuscolo ceppo a Livorno e qualche presenza nel napoletano, dovrebbero derivare da indicatori etnici stanti ad identificare i capostipiti come dei fiamminghi, cioè provenienti dalla regione delle Fiandre. |
DELFINE
DELFINI DELFINO |
Delfine è tipicamente pugliese del barese, specifico di Putignano, con piccole presenze significative anche a Noci, Bari e Castellana Grotte, Delfini potrebbe avere un ceppo lombardo ed uno romano, Delfino, presente in tutt'Italia ha un forte ceppo ligure piemontese ed uno calabrese siciliano, nella zona dello stretto di Messina, in alcuni casi potrebbero derivare dal nome medioevale Delphinus, di cui abbiamo un esempio in questa registrazione giudiziaria veneziana del 1392: "...Quod sit gratia provido viro Marco Paulo quod ipse absolvatur a pena incursa pro eo quod non fecit circari unam suam conductam cum ignoraverit ordinem circa hoc. Ego Marcus Michael consiliarius. Ego Paulus Delphinus consiliarius de mandato ipsorum cancellavi....", ma, soprattutto i ceppi meridionali potrebbero derivare sia dal nome della città greca di Delphoi, sia dall'attributo del locale oracolo di Apollo, forse il più famoso dell'antichità classica. |
DEL FIOL | Del Fiol, estremamente raro, è specifico di Fontanafredda nel pordenonese, dovrebbe derivare da un soprannome attribuito al capostipite in quanto figlio di un fiol (ragazzo in veneto), probabilmente il padre veniva riconosciuto appunto con quel soprannome, forse per il suo aspetto particolarmente giovanile o magari per la sua giovane età. |
DEL FRANCIA | Del Francia ha un ceppo a Massa e Pisa ed uno ad Acquapendente nel viterbese, a Roma ed a Castelliri nel frusinate, dovrebbe trattarsi di una forma patronimica dove il prefisso Del- stia per il figlio del detto, riferito ad un capostipite il cui padre venisse chiamato il Francia, probabilmente perchè proveniente da quella nazione. |
DEL FRATE
DELFRATE DEL FRATI DELFRATI |
Del Frate ha vari ceppi, ne ha uno nel milanese, uno in Friuli soprattutto nell'udinese, a Gonars, San Giorgio di Nogaro ed Udine, uno tra parmense, massese e lucchese, in particolare a Lucca e Capannori nel lucchese ed a Carrara, uno a Spoleto nel perugino ed uno a Roma ed a Priverno nel latinense, Del Frati e Delfrati, praticamente unici, dovrebbero essere dovuti ad un errore di trascrizione del precedente, Delfrate, molto raro, è specifico del pavese, di Cassolnovo e Vigevano, dovrebbe trattarsi di forme patronimiche dove il Del- sta per il figlio del, riferito ad un Fratello, inteso soprattutto nel senso cristiano di amico fraterno. |
DEL FREO | Del Freo, molto molto raro, è tipico di Massa e Montignoso nel massese, con presenze significative anche a Carrara, si dovrebbe trattare di una forma patronimica, dove il Del sta per figlio di e Freo è una forma contratta e tronca del nome medioevale Fredoricus, a sua volta derivato dal germanico Frederich. |
DEL GIGANTE | Del Gigante è caratteristico di Esperia nel frusinate, dovrebbe derivare da un soprannome il gigante, attribuito probabilmente al padre particolarmente grosso e alto del capostipite. |
DEL GIOVANNINO | Del Giovannino, quasi unico, presente oggi solo in Lombardia, dovrebbe essere una forma patronimica riferita ad un capostipite il cui padre si fosse chiamato Giovannino. (vedi GIOANNINA) |
DEL GRANDE | Presente a macchia di leopardo in tutto il centro, nel genovese, pesarese e napoletano. (vedi Grandi) |
DEL GROSSI | Delgrossi, assolutamente rarissimo, è del milanesese, così come Del Grossi, che è specifico di Milano, si dovrebbe trattare di una forma patronimica riferita ad un capostipite figlio di un Grossi, cioè di qualcuno che facesse di cognome Grossi (vedi GROSSI). |
DEL GUERCIO
DELGROSSI |
Del Guercio ha un ceppo a Calabrittoe Caposele nell'avellinese ed a Salerno e Napoli, con un ceppo, forse secondario, anche a Roma, si dovrebbe trattare di una forma patronimica, dove il Del sta per il figlio del, riferito ad un capostipite il cui padre fosse conosciuto come il Guercio. (vedi anche LO VERCIO) |
D'ELIA
DELIA |
D'Elia è specifico del sud, dove è molto diffuso, Delia, pur avendo un ceppo nel varesotto e nel carrarese, sembrerebbe tipico anch'esso del sud, del barese, materano e tarentino e della Sicilia, messinese e palermitano soprattutto, l'origine più probabile di entrambi è dal nome Elias con l'aggiunta della d' patronimica. |
DE LIA | Tre possibili nuclei, uno a Bari,
il più antico, uno a Cosenza, ed uno a Napoli, potrebbe indicare
la discendenza da una gens Cornelia o Servilia, o derivare da un toponimo
come Delianuova (RC).
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli De Lia è cognome pugliese, variante matronimica del cognome base Lìa, cognominizzazione del personale Lìa, abbastanza usato in Toscana, figlia di Làban e prima moglie di Giacobbe, il cui nome in ebraico alcuni studiosi fanno risalire al verbo ebraico 'leah' = affaticarsi. Il nome ebraico Lē'āh fu tradotto in greco come Léia che nella Vulgata fu reso con Lìa, così come appare in latino. In Sicilia è una forma abbreviata di Rosalìa, patrona di Palermo, ma nelle altre regioni italiane può essere anche una forma ipocoristica di Amàlia, Aurèlia ecc. Infine qualche altro studioso ha pensato a un nome aferetico di Elìa. Minervini 270. |
DE LIBERA
DELIBERA DELLA LIBERA |
De Libera è quasi unico, Delibera è proprio unico, Della Libera è decisamente veneto, del trevisano, di Vittorio Veneto in particolare, con significative presenze anche a Cordignano, Conegliano, Maserada sul Piave e Colle Umberto, si dovrebbe trattare di famiglie dei figli di una non meglio identificata Libera (vedi LIBERA). |
DE LIBERALI | De Liberali, abbastanza raro, è tipicamente veneto, con un ceppo a Vedelago nel trevisano, uno a Santa Maria di Sala e Pianiga nel veneziano ed uno molto piccolo nel padovano, dovrebbe trattarsi di una forma patronimica dove il De sta per figlio di, riferito a padri del capostipite di nome Liberale (vedi LIBERALE). |
DE LIBERTI
DELIBERTI DE LIBERTO DELIBERTO |
De Liberti, assolutamente rarissimo, è del napoletano, Deliberti è unico, Deliberto è praticamente unico, De Liberto lo è quasi, dovrebbero derivare da un nome della devozione tardo latina medioevale Dei Libertus ( il liberto di Dio cioè colui che Dio ha reso vero uomo libero nella fede in Cristo, perchè solo nella fede, secondo la concezione medioevale l'uomo poteva trovare la propria libertà dalla schiavitù del peccato). |
DELICATA
DELICATI DELICATO |
Delicata è tipico del frusinate, di Atina e Gallinaro, Delicati ha un ceppo umbro, a Perugia e Foligno nel perugino, ed uno laziale, a Roma, ad Alatri nel frusinate, ad Oriolo Romano nel viterbese ed a Cisterna di Latina nel latinense, Delicato ha un ceppo laziale, a Roma e nel frusinate a Cassino ed a Piedimonte San Germano, ed uno nel napoletano, a Pozzuoli ed a Napoli, dovrebbero derivare dal cognomen latino Delicatus, Delicata, di cui abbiamo un esempio d'uso in epoca medioevale in un documento scritto nel 1132 a Casandrino nel napoletano: "Ego Willelmus clericus et notarius permanens in Aversana civitate Aymerico de Casandrino, et a suo domino Aimoni de Argentia, hanc chartulam donationis et offertionis manu propria scripsi. Ego prephatus Aimo baro de Argentia, amnia que in hac chartula leguntur laudo et confirmo. Signum crucis manus predicti Aymerici filii quondam Hugonis de Casandrino. + Ego prenotatus Hugo frater eius insimul cum filio suo Hugone + interfui et consensimus atque subscripsimus. + Ego Herbertus iudex Averse, interfui et subscripsi.Isti tales interfuerunt testes et propriis manibus subscripserunt. + Riccardus Delicatus. + Matheus filius quondam Richardi d'Avenabulo....". |
D'ELIGIO
DELIGIO |
D'Eligio è praticamente unico, Deligio è tipicamente pugliese, di Bitritto e Casamassima nel barese e di Cerignola nel foggiano, si dovrebbe trattare di forme patronimiche dove il D- sta per il figlio di, riferito a capostipiti il cui padre si fosse chiamato Eligio, una forma arcaica del nome Luigi. |
DELIGIOS | Deligios è tipicamente sardo di Sassari , Alghero e Porto Torrews nel sassarese e di Calangianus in Gallura, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine sardo ligios (gigli) (vedi LIGIA e LIGIOS), forse ad indicare che i capostipiti provenissero da località con quel nome. |
DE LIGUORI
DE LIGUORO |
Entrambi rarissimi sembrerebbero del napoletano, derivano dal nome medioevale
Ligorius (vedi
Ligorio)
integrazioni e stemma forniti da Fabio Paolucci (Salerno) Il cognome dell'illustre famiglia de Liguoro deriva dall'originario de Ligorio, chiara cognominizzazione in senso patronimico del nome medievale Ligorius. Tale famiglia vanta origini molto antiche, risultando aggregata al Seggio di Portanova di Napoli fin dalla sua creazione: nel XII sec. Marco de Ligorio, probabilmente proveniente da Lettere, fu nominato Console di Napoli assieme a Giovanni Pignatelli, come risulta in un documento del 9-5-1190. Nel corso dei secoli, altri valenti personaggi di questa Famiglia diedero lustro alla Casata: Crescenzio e Florimondo de Ligorio furono armati cavalieri da Carlo I Re di Sicilia nel 1273; Giovanni de Liguoro fu Sollecitatore delle Regie Entrate nel 1412 e, in seguito, Tesoriere del Re Ladislao I di Sicilia; nel cedolario del 1430 erano menzionati un cavaliere Francesco de Liguoro Signore di Canne e un Pietro de Liguoro Signore di Ruscigna. La variazione del cognome da de Ligorio a de Liguoro è avvenuta nel corso del Quattrocento per effetto dell'inflessione dialettale napoletana che ne ha viziato la pronuncia. La genealogia dei de Liguoro è ben accertata fin dal 1100, e inizia con un Bernardo de Liguoro, padre di quel Marco succitato che fu nominato Console di Napoli. Sant'Alfonso Maria de Liguoro appartenne alla diciottesima generazione della Casata: figlio del Patrizio Napoletano Giuseppe Felice (San Paolo Belsito 11-2-1670 + 11-11-1745), Capitano della Galera Padrona della Regia Squadra del Regno di Napoli, e di Donna Anna Caterina Cavalieri (Napoli 24-11-1670 + ivi 28-11-1755), figlia di Federico Cavalieri, Presidente della Regia Camera della Sommaria e Consigliere del Sacro Real Consiglio di Santa Chiara, e di Elena dei Marchesi d'Avenia, sorella di Emilio Giacomo Cavalieri Vescovo di Troia. Primo di otto fratelli (Antonio, Barbara, Maddalena, Gaetano, Anna Maria, Teresa, Ercole) Sant'Alfonso nacque a Marianella il 26-9-1696. Dopo aver frequentato dal 1708, appena dodicenne, l'Università di Napoli (dove sostenne un esame con il celebre filosofo Giambattista Vico), fu Dottore in utroque iure dal 1713, e quindi brillante Avvocato a Napoli. Ben presto, in seguito ad una sconfitta professinale, decise di seguire la sua vocazione cristiana: fu sacerdote dal 1727 e fondò la Congregazione del Santo Redentore il 9-11-1732. Dal 9-3-1762 fu Vescovo di Sant'Agata dei Goti (BN); nel nuovo compito pastorale sviluppò un'attività che ha quasi dell'incredibile, nella duplice direzione del ministero diretto - avviando una riforma spirituale del clero nei tre fondamentali momenti della vocazione, del ministero e della preghiera - e dell'apostolato della penna. Immensa fu la Sua opera spirituale, rivolta ai cuori di tutti e soprattutto dei più umili e diseredati, cui Sant'Alfonso non esitava a rivolgersi affettuosamente in dialetto. Come missionario percorse i paesi vesuviani, gli Appennini e le Puglie annunciando con semplicità i princìpi della vita cristiana. Nel 1775, fiaccato da molte sofferenze fisiche e spirituali, sant'Alfonso lasciò la diocesi e si ritirò a Pagani, nel Salernitano, in una casa del suo istituto religioso, dove rimase fino alla morte, avvenuta il 1° agosto 1787. Beatificato nel settembre 1816, Alfonso de Liguoro fu proclamato Santo il 26-5-1839, dichiarato Dottore della Chiesa Universale il 23-3-1871, e Patrono dei confessori e dei teologi moralisti il 26-4-1950. Oltre a numerose opere sacre che gli diedero fama come Padre della Chiesa ("Le massime eterne", le "Storie delle eresie" e le "Riflessioni utili ai vescovi per ben governare le loro diocesi"), si occupò di musica scrivendo la celebre pastorale "Tu scendi dalle stelle" nel 1755, il "Recitativo" e "Duetto tra l'Anima e Gesù Christo" (eseguito a Napoli nel 1760) e un'opera teorica sulla musica applicata al culto "La Messa e l'officio". Essendo la Casata de Liguoro tra le più nobili del Mezzogiorno, la sua genealogia è ben attestata fin dalle origini: ciò lascia facilmente intuire l'estraneità delle numerosissime famiglie Liguori e Liguoro presenti al Sud che non sono documentate nella genealogia. Il nome Ligorius deriva dal personale Lidorius, diffusosi in Occidente per effetto del Cristianesimo grazie al culto di San Ligorio o Lidorio, vescovo di Tours, morto nel 371. Lidorius, la cui variante nell'accezione comune divenne Ligorius, significava letteralmente "colui che colpisce", derivando dal verbo latino "laedo, is, laesi, laesum, ere". Ritengo che non ci sia alcuna connessione tra il nome di persona Ligorio e il ramarro, che in latino era denominato "lacerta viridis" o semplicemente "lacerta". |
DE LILLO | L'origine dovrebbe essere dell'area compresa tra le provincie di Foggia ed Avellino, può derivare da un vezzeggiativo di uno dei tanti nomi tardo latini o medioevali terminanti con lius, come Acilius, Atilius ecc., come potrebbe pure derivare da una corruzione dialettale del nome latino Laelius. |
D'ELISI
D'ELISO DE LISI DE LISO DI LISI DI LISO |
D'Elisi è praticamente unico, De Lisi è tipico di Palermo e del palermitano, con ceppi anche nel foggiano, nel casertano e nel romano, D'Eliso, assolutamente rarissimo, è del barese, De Liso ha un ceppo a Napoli e Marano di Napoli ed uno nel barese, a bari, Mola di Bari e Trani, Di Lisi ha un ceppo a Termini Imerese nel palermitano ed uno tra salernitano ed avellinese, Di Liso è specifico di Modugno e Bari nel barese, si dovrebbe trattare di una forma patronimica dove il De ed il Di stanno per figlio di e si riferiscono ad un Lisi o ad un Liso, originato dall'aferesi di contrazioni del nome Aloisi (Luigi o Eligi), (vedi LISI). |
DE LITTERIS | Assolutamente rarissimo, sembrerebbe avere un ceppo foggiano ed uno napoletano,
potrebbe derivare dal mestiere di scrivano.
integrazioni fornite da Giovanni De Litteris l'origine dovrebbe essere da San Severo (FG). integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli De Litteris è un cognome foggiano patronimico dalla forma base Lettère. È la cognominizzazione del personale Lettèria, che, specie nella Sicilia nord-orientale, si è diffuso per la devozione locale per la Madonna della Lèttera, patrona di Messina. Potrebbe anche derivare dai toponimi Lettère (NA), Littèri (in Sicilia in agro di Ragusa) o Pòsta Lettièri (in Puglia in agro di Canosa, BA) oppure dal termine dialettale pugliese: letterae = giaciglio di paglia per animali domestici e per uomini. E' attestato in docc. mediev. pugl. nel 1301 : "magister Letterius"; in Puglia a Castelluccio dei Sauri (FG) nel 1220: "Lettèrio de Riccardo ; nel 1786: "Girolamo Littèrio". Minervini 270. |
DE LIZZA | De Lizza, ormai quasi scomparso, dovrebbe aver avuto un ceppo a Sorrento nel napoletano ed uno a Ferrandina nel materano, probabile area d'origine del cognome, che dovrebbe derivare dal nome di una località salentina presso Alezio nel leccese, dove esiste la contrada della Lizza ed anche una parrocchia con la chiesa di Santa Maria della Lizza. |
DELLA BELLA
DELLABELLA |
Della Bella sembra avere un ceppi nel nordmilanese e varesotto, nel trevigiano, nell'alta Toscana, nell'anconetano, nel napoletano ed in provincia di Roma, Dellabella rarissimo sembrerebbe anconetano, derivano dal nome medioevale Bella, troviamo tracce di questa cognominizzazione a Firenze con il Priore Giano Della Bella nella seconda metà del 1200. |
DELLA BIANCA
DELLABIANCA |
Della Bianca ha un ceppo nel pavese a Broni e Pietra de' Giorgi, uno a Dubino nel sondriese, ed uno tra veneziano, pordenonese ed udinese, a Portogruaro e Fossalta di Portogruaro nel veneziano, di Sesto al Reghena e San Vito al Tagliamento nel pordenonese e di Udine, Cassacco, Palazzolo dello Stella e Muzzano del Turgnano nell'udinese, Dellabianca, molto più raro, è specifico dell'Oltrepo pavese, di Broni e di Casteggio, dovrebbero entrambi derivare da una capostipite di nome Bianca, da cui sarebbe poi nato il cognome, dove il prefisso Della- starebbe per il figlio della. |
DELLA BONA | Della Bona ha vari ceppi, uno lombardo a Tirano nel sondriese, a Gambara e Fiesse nel bresciano ed a Casalromano nel mantovano, uno a Vodo Cadore nel bellunese, uno toscano a Massa e Montignoso nel massese ed a Viareggio nel lucchese, ed uno nel leccese a San Pietro in Lama, Veglie, Lequile e Lecce,dovrebbe essere di origini matronimiche e riferirsi a capostipiti la cui madre si fosse chiamata con il nome longobardo Bona, ricordiamo con questo nome la granduchessa di Lituania e Regina di Polonia Bona Sforza, figlia del Duca di Milano Gian Galeazzo Sforza. |
DELLA BRUNA | Della Bruna ha un ceppo nel pordenonese a Fontanafredda ed uno nel napoletano e nell'avellinese, dovrebbe trattarsi di una forma matronimica indicante la famiglia del figlio di una Bruna, ma è pure possibile una derivazione dal toponimo di Santa Maria la Bruna (NA) o La Bruna nel materano. |
DELLA CASA
DELLACASA |
Della Casa ha un ceppo a Modena e Bologna, uno a Genova, ed uno a Roma ed a Montefiascone nel viterbese, Dellacasa è tipicamente genovese, dovrebbero derivare dal fatto che i capostipiti provenissero da una casa di accoglienza per trovatelli, nei secoli XVIII° e XIX° i trovatelli venivano chiamati, ad esempio a Genova, della casa grande o de domus magna. |
DELLA CHIAIA
DELLA CIAIA DELLE CHIAIE |
Sia Della Chiaia che Della Ciaia, probabilmente originari di Chiusi nel senese, sono praticamente quasi scomparsi in Italia, Delle Chiaie è tipico di Roma e Frascati nel romano e di Ferentino nel frusinate, dovrebbero tutti derivare da nomi di località come Chiaia nell'iserniese o Foiano Della Chiaia nell'aretino, località che potrebbero rifarsi al termine medioevale chiaia o chiana (terreno paludoso). Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Chiusi nel senese nel 1598 quando è Capitano del Popolo Emilio di Giovanni di Battista Della Ciaia. |
DELLA CHIAVE | Della Chiave, molto molto raro, sembrerebbe tipico di Marsala nel trapanese, potrebbe derivare dal fatto di essere stato insignito il capostipite dell'Ordine della Chiave d'Oro, uno dei riconoscimenti nobiliari dei Borboni. |
DELLA CONTRADA | Della Contrada, estremamente raro, sembrerebbe di origini beneventane, di Frasso Telesino in particolare, dovrebbe derivare da un soprannome stante ad indicare un'origine paesana del capostipite. |
DELLA CORTE | Sembrerebbe specifico della fascia che comprende il casertano, il napoletano
e l'alto salernitano.
integrazioni fornite da Fabio Paolucci Il cognome Della Corte è diffuso in tutto il territorio nazionale a macchia di leopardo, con consistenti picchi d'intensità in Campania, a Napoli, a Villa di Briano nel Casertano, e a Cava de'Tirreni nel Salernitano, nonchè in Puglia, a Francavilla Fontana nel Brindisino. Vanno individuati svariati ceppi Della Corte di origine diversa, che trovano la loro origine nel toponimo medievale "curtis". Tale toponimo nasce dal sistema di riorganizzazione fondiaria creato intorno all'VIII sec. nei territori dei Franchi ed esportato poi in molti dei paesi conquistati da Carlo Magno, compresi, ovviamente, quelli italiani. La corte (o "villa") era un'azienda agraria divisa in due parti, delle quali una, la cosiddetta parte dominica (cioè del dominus, del signore), che il proprietario faceva coltivare direttamente ai suoi servi e i cui frutti utilizzava direttamente per il suo fabbisogno, e un'altra, detta parte massaricia, divisa in mansi, cioè poderi, data in affitto a famiglie di contadini liberi o di servi casati in cambio di censi in denaro o in natura. Tale sistema di riorganizzazione del lavoro nei latifondi durò dalla sua creazione, avvenuta come precedentemente accennato intorno all'VIII sec., fino all'XI sec. inoltrato. In relazione a tale sistema, molti toponimi si sono in seguito creati sulla base del termine curtis o corte, e molte persone nel medioevo vennero documentate come provenienti da corti, sia contadini dipendenti di condizione servile che ricchi proprietari delle corti stesse: avvenne così la cognominizzazione del toponimo nella forma cognominale "de Curte" (oppure Curtense o Cortense, Cortese e Cortexano), italianizzato poi nell'attuale diffuso cognome Della Corte (o, negli altri casi, Cortese o Cortesano e Cortegiano). Dal punto di vista araldico, una Famiglia Della Corte fu nobile e potente in passato: trattasi dei de Curte Isei, il cui Capostipite fu Romualdus, attestato nel 1123, che tennero supremazie feudali nei dintorni del lago d'Iseo sino al secolo XIII e furono spesso registrati come de Ridanis nei secoli XIV-XV. Un ramo di questa ricca e potente Famiglia, conosciuta già verso la metà del 1100 a Brescia, Bologna e Verona, si trasferì in un secondo momento nel Salernitano, nel territorio di Cava de'Tirreni, dove erano già presenti altri "Della Corte" di umili e borghesi origini, provenienti da altre "corti" italiane. E' probabile, per questo ceppo aristocratico elevato al rango comitale, una discendenza longobarda, essendo il nome del Capostipite, Romualdus, di chiara derivazione germanica. Ancora una precisazione, circa l'origine del cognome in questione, andrebbe affrontata per ottenere un quadro completo sulla corretta genesi: molto spesso, in epoca medievale e moderna, soprattutto nelle aree meridionali del notro Paese, chi viveva o prestava servizio presso corti di principi, re o imperatori, veniva spesso registrato a livello documentario con l'appellativo, poi cognominizzato, di "Cortese", "Cortense", "Corteggiano", "Cortesano" o, per l'appunto, "Della Corte". |
DELLA FERA
DELLAFERA |
Della Fera è tipico di Calabritto nell'avellinese, Dellafera è un cognome ormai quasi scomparso in Italia, dovrebbe trattarsi di un errore di trascrizione del precedente, dovrebbero derivare da forme matronimiche riferite a capostipiti notevoli per la loro fierezza se ipotizziamo che il fera sia da intendersi per il suo significato di fiera o altera, ma è pure possibile che si riferiscano al termine fera inteso come bestia feroce e che i cognomi nascano da soprannomi originati da fatti particolari di caccia, che coinvolgano lupi o orsi. |
DELLA FERRERA
DELLAFERRERA |
Entrambi tipici del Piemonte occidentale, del cuneese in particolare, dovrebbero
derivare da nomi di località caratterizzate dalla presenza di attività
di estrazione o di lavorazione del ferro.
integrazioni fornite da Andrea Ferreri - Milano Dellaferrera è un cognome piemontese diffuso nelle province di Cuneo (Bossolasco, Dogliani ed Alba) e Torino (Isolabella, Torino). Alba, Dogliani e Bossolasco. Compare nei registri parrocchiali di Serravalle Langhe (Cuneo) sin dal 18° secolo. Un nucleo a Formazza (Verbania). Della Ferrera è una variante di DellaFerrera, è diffuso nelle province di Torino, Cuneo e Savona. Un nucleo isolato a Chiuro (Sondrio). |
DELLA GASPERA | Della Gaspera è specifico di Fontanafredda nel pordenonese, dovrebbe trattarsi di un matronimico stante ad indicare dei capostipiti le cui madri si fossero chiamati Gaspera, voce femminile del biblico Gasparre, anche se non si può escludere un'origine toponomastica, potendo anche derivare da nomi di località come il Gorgo Gaspera o la Corte della Gaspera presenti nel rovigoto. |
DELLA GIACOMA | Della Giacoma, assolutamente rarissimo, è tipico del bellunese, zona di Canale d'Agordo e Falcade, dovrebbe trattarsi di una forma matronimica riferita ad un capostipite figlio di una certa Giacoma. |
DELLA GIOVAMPAOLA | Della Giovampaola è tipicamente toscano, del senese, di Montepulciano in particolare e di Chianciano Terme, con presenze anche a Livorno e Grosseto ed a Roma, dovrebbe trattarsi di una forma matronimica riferita ad un capostipite la cui madre si fosse chiamata Giovampaola. |
DELLA GIOVANNA | Dovrebbe essere di origine cremonese, deriva dall'essere prima figli e poi discendenti di una Giovanna, il Della Giovanna caratterizzerebbe una linea di discendenza femminile. |
DELLA GIUSTA | Tipico del basso udinese, di Tarcento in particolare, dovrebbe derivare dal nome Giusta ed indicare una discendenza per linea materna, ricordiamo Santa Giusta della seconda metà del III° secolo, il nome deriva dall'aggettivo latino iustus (giusto, onesto). |
DELLA GIUSTINA | Cognome specifico di Vittorio Veneto (TV), dovrebbe derivare dal toponimo Santa Giustina (BL). |
DELL'AGNELLO | Dell'Agnello è tipicamente toscano, del pisano soprattutto, di Pontedera, Peccioli, Cascina e Pelaia, ma con ceppi anche a Livorno, a Chiusi nel senese ed a Firenze, dovrebbe derivare da nomi di località come Contrada dell'Agnello o Colle dell'Agnello. |
DELLA GODENZA | Della Godenza, molto raro, sembrerebbe romagnolo, dell'area tra ravennate e forlivese, di Forlì e Castel Bolognese nel ravennate, dovrebbe trattarsi di un matronimico e derivare dal nome medioevale Godenza, una forma arcaica del nome Gaudenzia, una seconda ipotesi collegherebbe questo cognome con l'ordine bolognese dei Frati Cavalieri di Maria Vergine Gloriosa detti Frati Godenti o Gaudenti, un ordine religioso istituito da Urbano IV° (rif INFERNO XXIII. fra gli ipocriti 103-XXIV. 45.): "..Frati Godenti fummo, e Bolognesi...". |
DELLA GRAZIA | Cognome raro forse triestino, potrebbe derivare dal nome femminile Grazia identificando una linea di discendenza femminile, ma potrebbe anche essere un cognome attribuito a dei trovatelli. |
DELLA GRECA | Della Greca è tipicamente campano, di Sessa Cilento ed Agropoli nel salernitano, si dovrebbe trattare di una forma matronimica riferita ad un capostipite, la cui madre si fosse chiamata con il nome medioevale Greca o fosse conosciuta come la greca. |
DELL'AIA | Raro, è presente qua e là, non sembra possibile individuare una zona d'origine, che potrebbe anche essere torinese, starebbe ad indicare che la famiglia fosse contadina, indicando l'aia come il luogo di lavoro della stessa. |
DELL'AIRA | Dell'Aira è tipicamente siciliano, ha un ceppo a Caltanissetta ed uno a Palermo, dovrebbe trattarsi di una forma arcaica simile al cognome Dell'Aia, in quanto dovrebbe derivare dal termine francese aire (area, aia), e starebbe quindi ad indicare la provenienza della famiglia da una località campestre. |
DELLA LUNGA | Della Lunga è tipicamente toscano, di Firenze e Bagno a Ripoli nel fiorentino e di Arezzo, dovrebbe derivare dfa un soprannome basato su caratteristiche del luogo d'abitazione del capostipite, che potrebbe ad esempio aver abitato in una lunga casa o al termine di una lunga strada. |
DELLA MADDALENA | Della Maddalena è specifico della Valtellina di Montagna in Valtellina soprattutto e di Sondrio, potrebbe derivare dal nome del monte Maddalena nel bresciano, ma molto più probabilmente indica che il capostipite proveniva dalla frazione di Santa Maria Maddalena in Valdisotto in provincia di Sondrio. |
DELLA MAGGIORA | Raro, è tipico della provincia di Lucca, dovrebbe derivare da un soprannome legato al luogo in cui abitava il capostipite. |
DELLA MARCHINA | Della Marchina, molto molto raro, è specifico di Rimini e del riminese, si dovrebbe trattare di una forma matronimica identificando la famiglia del figlio di una certa Marchina, ma non si può escludere che derivi invece da un soprannome originato dal termine dialettale marchina (contrappeso della stadera, o bilancia a mano), forse riferito ad un particolare episodio della vita di un venditore ambulante. |
DELLA MEA | Della Mea è tipicamente friulano, di Tarvisio, Chiusaforte, Udine e Gemona del Friuli, con qualche presenza anche a Trieste, dovrebbe trattarsi di una forma matronimica riferita a capostipiti le cui madri si chiamassero Mea, una forma aferetica del nome Bartolomea. |
DELLA MONACA
DELLA MONICA DELLAMONICA DELLE MONACHE |
Della Monaca, abbastanza raro, ha un ceppo a Monte Argentario (GR), uno a Palombara Sabina (RM) ed uno nel Salento, Della Monica è tipico dell'area del napoletano e salernitano, soprattutto della zona di Cava De' Tirreni (SA), Vietri e Salerno, Dellamonica, praticamente unico è dovuto ad errori di trascrizione, Delle Monache ha un ceppo a Sanremo in provincia d'Imperia, uno a Viterbo e Vetralla nel viterbese ed a Roma ed uno a Penne, Montesilvano, Loreto Aprutino, Farindola, Montebello di Bertona e Pescara nel pescarese, dovrebbero tutti derivare da soprannomi connessi con legami a vicini monasteri o alla presenza di una religiosa in famiglia (vedi Monaci). Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Sorrento nel 1600 con una certa Maria Della Monica che va in sposa ad un nobile sorrentino e a Taranto: "...In anno 1665 se vista il Regio Assenso alla vendita libera fatta per Gio: Simone della Monica...et per li deputati delli creditori del quondam Gio: Cristofaro de Franchi, della Città di Castellaneta...". |
DELLA MORTE
DELLAMORTE |
Dellamorte è assolutamente rarissimo, Della Morte ha un ceppo in
Valtellina ed uno nel napoletano e casertano.
integrazioni fornite da Fabio Paolucci Della Morte è un cognome discretamente diffuso in Italia: è presente in più regioni, con epicentri in Lombardia nei comuni di Capodolcino, Chiavenna e Tirano in provincia di Sondrio, nel Lazio a Roma, in Campania nei comuni del Casertano (San Felice a Cancello, Castel Campagnano, Santa Maria a Vico e Arienzo) e a Napoli, e in Basilicata nel comune di Maratea. Più ipotesi possono essere formulate circa l'origine del cognome preso in analisi: potrebbe trattarsi della cognominizzazione di un nome apotropaico, ovvero assegnato al nascituro allo scopo di allontanare influssi maligni, pericoli e mali. Potrebbe quindi trattarsi di un cognome apotroaico assegnato a fanciulle o fanciulli proietti, cioè abbandonati al loro destino subito dopo la nascita. Una seconda ipotesi, da non sottovalutare per il ceppo lombardo, è la derivazione del cognome dalla famosa Compagnia della Morte attorno al Carroccio che operò durante la battaglia di Legnano del 1176, ai cui adepti fu probabilmente assegnato Della Morte come soprannome dalla popolazione. Una terza ed ultima ipotesi indicherebbe l'origine del cognome Della Morte nell'attività di avere la cura dei defunti, ovvero dare sepoltura alle persone trovate morte in strada e in campagna, che in passato erano veramente molte: molte Compagnie della Morte furono fondate in Italia, a partire da quella romana, creata nel 1538 ed elevata ad Arciconfraternita con molti privilegi ed indulgenze da Pio IV nel 1560. I confratelli, oltre a cercare i morti e a condurli in Chiesa, erano obbligati a fare quaranta ore di orazione ogni mese. Inoltre, il loro vestito era composto da un sacco nero con cordone di lana di uguale colore, uno scapolare nero con ai lati scudi nei quali si vedeva un teschio, una croce e due orologi a polvere (la Compagnia esiste ancora oggi, ma con funzioni totalmente diverse rispetto al passato). |
DELLA NEGRA | Della Negra è tipico dell'udinese, di Udine, Mortegliano e Latisana, si potrebbe trattare di un matronimico, dove il Della sta per il figlio della, riferito ad una madre del capostipite che potrebbe essere stata di carnagione nera o scura, ricordiamo che in epoca medioevale, durante il periodo della Serenissima Repubblica di Venezia, non era rara la presenza di persone di colore tra i cittadini veneti, soprattutto nell'area dalmata. |
DELLA NEVE | Della Neve, estremamente raro, sembrerebbe specifico di Napoli, potrebbe trattarsi di una forma matronimica, dove il Della- sta per il figlio della, riferito ad un capostipite la cui madre si fosse chiamata Neve, forma italianizzata del nome femminile latino Nevia., anche se non si può escludere che possa proprio essersi chiamata direttamente Neve, forse come nome attribuito alla propria figlia in quanto nata in un giorno in cui stava nevicando o in un inverno particolarmente rigido, o che l'origine del cognome sia stata toponomastica, cioè da località intitolate alla Madonna della Neve, come ne troviamo ad esempio nel frusinate. |
DELLA NOCE
DELLE NOCI DEL NOCE |
Della Noce ha un ceppo tra cremonese e bresciano, uno nel romano ed uno nel napoletano, Delle Noci è tipicamente pugliese, con ceppi a Bari ed Andria nel barese, a Foggia e Monte Sant'Angelo nel foggiano, ed a Vernole nel leccese, Del Noce ha un ceppo nel sudmilanese, uno nel genovese, uno nel napoletano ed uno nel palermitano, dovrebbero derivare dai molti nomi di località contenenti il termine Noce o Noci, come, a solo titolo di esempio, Noce (BS) o (PA), Noceverde nel beneventano, Nocegrossa nel mantovano, Agata Delle Noci nel foggiano e, come questi, molti altri toponimi. |
DELLA PACE
DE PACE |
Della Pace, molto raro, ha un piccolissimo ceppo nel pisano, nel beneventano e nel leccese, De Pace, decisamente più comune, è tipico del Salento, di Taranto e Mottola nel tarantino, di Nardò e Porto Cesareo nel leccese, di Brindisi ed Oria nel brindisino e di San Ferdinando di Puglia nel foggiano, potrebbe derivare dal nome di località come Borgo Pace di Lecce, Madonna della Pace nel pescarese, La Pace nell'aretino o Pace nel reatino, come potrebbe trattarsi di porme patronimiche riferite a capostipiti il cui genitore si fosse chiamato Pace, nome abbastanza diffuso dal medioevo in poi. |
DELLA PASQUA
DEL PASQUA |
Della Pasqua è tipicamente romagnolo, di Savignano sul Rubicone nel forlivese, e di Sant'Arcangelo di Romagna e di Rimini nel riminese, Del Pasqua è toscano, di Rapolano Terme nel senese, di Arezzo e di Grosseto, dovrebbe trattarsi di forme matronimiche o patronimiche riferite a capostipiti, uno dei cui genitori si fosse chiamato con il nome medioevale Pasqua. |
DELLA PELLE | Della Pelle è un cognome tipicamente abruzzese di Ortona e Guardiagrele nel teatino e di Penne nel pescarese, con un ceppo anche a Roma, il cognome dovrebbe derivare da un soprannome forse originato dal mestiere di conciatore o di confezionatore di abiti in pelle svolta dal capostipite, ipotesi resa plausibile dal fatto che l'Abruzzo è da moltissimo tempo terra ricca e famosa per l'artigianato della pelle. |
DELLA PEPA | ipico della zona di Montecorice nel salernitano.
integrazioni fornite da Fabio Paolucci Tipico dell'area cilentana, Della Pepa è originario del comune di Montecorice, centro nel quale tuttora si registra il maggior numero di occorrenze (34,44), seguito da altri vicini comuni salernitani che sono, in ordine di diffusione del cognome, Agropoli (16,50), Laureana Cilento (13,45), Perdifumo (10,24), Eboli (6,28), Capaccio (3,31), Battipaglia (3,15), Salerno (2,86) e Castellabate (2,71). Sporadica la presenza dei Della Pepa, sempre in territorio campano, anche a Napoli (3,07) e a Marigliano (3,27), nonché nell'area del Centro-Nord della Penisola, per effetto del fenomeno migratorio dal Mezzogiorno. Dal punto di vista etimologico, si possono seguire due differenti interpretazioni riguardo l'origine del cognome preso in analisi: una prima linea di pensiero indurrebbe a considerare il cognome come derivato, in senso matronimico, dal nomen di origine latina Pepa, ae, già frequentemente attestato in epoca romana. Altra ipotesi, forse più plausibile, spingerebbe a ritenere tale forma cognominale come cognominizzazione del termine dialettale locale pepa, ancora in uso nel Cilento, nel Vallo di Diano e nell'Agro nocerino-sarnese, adoperato per apostrofare una persona di sesso femminile goffa, stupida, beota, priva di senso intellettivo o pratico. Nel gergo del trivio, inoltre, il vocabolo pepa veniva in passato, e viene tuttora, adoperato in riferimento all'organo genitale femminile. Alla luce dell'ultima considerazione, si potrebbe ipotizzare che l'origine del cognome sia da attribuire al processo di cognominizzazione di un nome dialettale attribuito in senso canzonatorio al (o alla) capostipite del ceppo. Soltanto in America, alcuni emigrati italiani con questo cognome sono stati registrati erroneamente dalle autorità locali con la forma cognominale integrale Dellapepa. |
DELLA RAGIONE
LA RAGIONE |
Della Ragione è specifico di Bacoli nel napoletano e di Napoli, Pozzuoli, Monte di Procida, Giugliano in Campania e Quarto sempre nel napoletano e di Montoro Superiore nell'avellinese e di Caserta, La Ragione, molto meno comune, ha un ceppo a Pozzuoli, Napoli e Portici nel napoletano, uno a Sant'Arcangelo nel potentino ed uno molto piccolo a Taranto, si possono formulare due ipotesi, la prima consiste in una derivazione dal termine Ragione come veniva inteso anticamente, cioè Giustizia, ed il riferimento intenderebbe che i capostipiti fossero il prodotto di un atto giudiziario, probabilmente figli di condannati o condannate, la seconda propone invece una derivazione da un diverso significato del termine ragione, come anticamente veniva chiamata la razione, e starebbe ad indicare che i capostipiti fossero figli di amministratori o magazzinieri pubblici. |
DELLA RATTA | Specifico di Sant'Agata Dei Goti (BN), ha un ceppo, probabilmente non secondario a Prato, deriva dal casato dei Della Ratta di origine spagnola, di cui sarebbe il capostipite il catalano Diego de La Rath Conte Gran Camerlengo" (1285-1328), che venne Italia verso il 1302 tra i cortigiani della Regina Sancia di Napoli; Governatore di Cotrone, Maresciallo, Capitano Generale in Toscana nel 1305, Conte di Caserta e Gran Camerlengo del Regno di Napoli; nel Salento nel 1600 i Conti de Alneto della Ratta furono feudatari del basso salentino zona di Leverano e Castrignano del Capo. |
DELL'ARCIPRETE | Dell'Arciprete è tipico dell'area teatino, pescarese, sembrerebbe originario di Guardiagrele, dovrebbe derivare da un capostipite arciprete della chiesa cristiano ortodossa, quell'area abruzzese accolse già nel X° secolo una comunità di padri basiliani che edificò presso la vicina Casoli (CH) un monastero nel rispetto del rito greco bizantino ortodosso. |
DELLA ROCCA | Della Rocca è molto diffuso nell'area che comprende l'Abruzzo, il Lazio e la Campania, con un ceppo anche nel Salento, dovrebbe derivare dai molti toponimi contenenti la radice Rocca, come a solo titolo di esempio Rocca Canterano nel romano, Rocca d'Arce nel frusinate, Rocca d'Evandro nel casertano,Rocca Cilento nel salernitano, Rocca Cinquemiglia nell'aquilano e così molte altre, ma è pure possibile che derivi dal fatto di abitare la famiglia all'interno o nei pressi di una rocca o castello. |
DELLA ROSA | Della Rosa ha vari ceppi sparsi qua e là, in Friuli, nel pisano e livornese, nel riminese, nel viterbese, romano, frusinate e latinense, nel casertano e nel napoletano, con qualche presenza anche nel Salento, potrebbe trattarsi di un matronimico riferito a capostipiti la cui madre si fosse chiamata Rosa, secondo Guglielmo Peirce si potrebbe trattare di un cognome attribuito a dei trovatelli. |
DELLA ROSSA | Della Rossa ha un ceppo in Friuli, ad Udine in particolare, uno a Roma ed uno a Sant'Arpino e Succivo nel casertano e nel napoletano a Caivano, Napoli, Casoria, Grumo Nevano e Frattamaggiore, potrebbe trattarsi di un matronimico riferito a capostipiti la cui madre si fosse chiamata Rossa, di soprannome, forse a causa del colore dei suoi capelli, secondo Guglielmo Peirce si potrebbe trattare di un cognome attribuito a dei trovatelli. |
DELLA ROTONDA | Assolutamente rarissimo sembrerebbe originario del napoletano, dovrebbe derivare da un nome di località. |
DELLA ROTTA | Della Rotta . assolutamente rarissimo, è probabilmente dovuto ad errori di trascrizione del cognome Della Ratta (vedi DELLA RATTA), è anch'esso originario di Sant'Agata dei Goti nel beneventano. |
DELLA ROVERE | Molto molto raro ha un piccolo ceppo nell'udinese ad Udine, Cividale del Friuli e Manzano, uno a Montebello Di Bertona nel pescarese, e due altrettanto piccoli a Roma ed a Genova, derivano da nomi di località legati alla presenza di querceti (vedi Rovere), tracce di questa cognominizzazione le troviamo nel Codice Diplomatico della Lombardia Medioevale in un atto di vendita dell'anno 1196 dove leggiamo: "...Anno dominice incarnationis millesimo centesimo nonagesimo sesto, decimo kalendas octubris, indictione quintadecima. Vendicionis cartam fecerunt ad proprium sub dupla defensione Stirpacesia, filius quondam Refutati qui dicebatur de la Rovore, de loco Azello, et Amizetus, filius quondam Gisiberti qui dicebatur similiter de la Rovore...", il casato dei Della Rovere annovera Principi, Cardinali e Papi, ricordiamo il savonese Giuliano Della Rovere che diventò poi Papa Giulio II°, il savonese Francesco della Rovere di Albissola che divenne Papa Sisto IV°, un ramo marchigiano del casato fu signore di Senigallia e divenne poi anche Duca di Urbino, un altro con Carlo della Rovere ebbe signorie nel torinese. |
DELLA SALA | vedi SALA |
DELLA TORRE | Sembrerebbe tipico lombardo, anche se sono presenti ceppi a Perugia, Pescara, Roma, nel napoletano e nel salernitano, deriva dalla località d'origine individuabile dalla presenza di una torre. I Della Torre parteciparono alle Crociate, ebbero titolo di Conti, Marchesi e Principi, detennero feudi in Friuli, in Piemonte, in Romagna, in Puglia e, soprattutto, in Lombardia. si ricordino i Torriani chiamati in primis Della Torre. (vedi Torre) |
DELL'ATTI | Originario della zona che comprende
le provincie di Lecce e Brindisi.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli Dell'Atti è cognome pugliese patronimico della forma base Atti, cognominizzazione del soprannome Atti che potrebbe derivare dal greco antico 'aktinòs' = raggio di luce, con intento gratulatorio dato a un bambino, oppure dal nome gotico alterato 'atta' = padre, oppure ancora dall'antico etrusco 'atta' = persona dalle gambe storte. Minervini 67. |
DELLA VALLE
DEL VALLE LA VALLE LAVALLE |
Della Valle è diffuso a macchia di leopardo un pò in tutta l'Italia peninsulare, Del Valle, assolutamente rarissimo, è dovuto probabilmente a errori di trascrizione, La Valle ha ceppi nel Lazio centromeridionale, tra potentino e cosentino ed in Sicilia, Lavalle ha ceppi nel Lazio centromeridionale, tra barese e Basilicata e nell'ennese, tutti questi ceppi dovrebbero derivare da nomi di località contenenti il vocabolo valle, come ne esistono ovunque in Italia. |
DELLA VECCHIA | Della Vecchia ha un ceppo nel bellunese, uno tra romano, latinense e frusinate ed uno in Campania tra casertano, napoletano ed avellinese, dovrebbe derivare da un soprannome stante ad indicare un figlio di una chiamata La Vecchia. |
DELLA VEDOVA | Presenta 3 ceppi apparentemente autonomi, in provincia di Udine, in provincia di Milano ed in quella di Sondrio, dovrebbero derivare dall'essere il capostipite il figlio di una vedova. |
DELLA VENTURA | Della Ventura è un cognome specifico di Maddaloni nel casertano, potrebbe trattarsi di un cognome indicatore del fatto che il capostipite fosse un figlio della ventura (fortuna), e che potrebbe quindi trattarsi di un bambino abbandonato. |
DELLA VOLPE | Della Volpe ha un ceppo a Villa Celiera nel pescarese, uno a Roma ed uno principale nel casertano ad Aversa, Trentola-Ducenta, Carinaro, Teverola, Lusciano, San Marcellino e Frignano, con significative presenze anche nel napoletano, a Napoli, Frattamaggiore e Pozzuoli, ma le tracce storiche più antiche le troviamo in Romagna ad Imola e Ravenna, Dellavolpe, che sembrerebbe unico, è dovuto ad un errore di trascrizione del precedente, l'origine di queste cognominizzazioni è legata a soprannomi originati da collegamenti ad episodi , il Casato dei Della Volpe nella seconda metà del 1400 è presente ad Imola dove acquista quello che ancor oggi viene chiamato Palazzo Della Volpe e dove ebbe i natali il condottiero e capitano di Ventura Taddeo della Volpe (1474 - 1534), nel 1916 Francesco Salesio Della Volpe venne fatto Cardinale da Papa Leone XIII°. |
DELLA ZUANA | Rarissimo sembra originario della Val di Fiemme, dovrebbe derivare dalla Zuana (Giovanna) donna processata per stregoneria nel secolo XV° in Val di Fiemme. |
DELLEA | Dellea è tipico del varesotto, di Dumenza, Luino, Agra e Maccagno,
secondo la leggenda dovrebbe essere di origini spagnole e derivare dall'alterazione
del cognome De Leyva.
integrazioni fornite da Silvano Dellea il cognome Dellea sembra essere appartenuto ad uno dei quattro soldati spagnoli (Dellea, Morandi, Ranzoni e Cassina) disertori dell'esercito di Carlo V° di Spagna, che fondarono Monteviasco nel varesotto. Sembra che la forma attuale derivi dal cognome spagnolo DeLeya. I due ceppi pricipali si sono diffusi nel varesotto e nel canton Ticino partendo dai comuni di Curiglia con Monteviasco e Veddasca. |
DELLE CANNE | Delle Canne è quasi unico, dovrebbe essere di origini pugliesi e dovrebbe derivare dal nome di Canne nei pressi di Barletta nel barese, probabile luogo d'origine del capostipite. |
DELLE DONNE | Presente al sud della penisola, ha più origini, una sicura campana, una salentina ed una abruzzese, dovrebbero tutti derivare da toponimi come Destra delle Donne o Acqua delle Donne nel potentino o altri simili. |
DELLE FOGLIE | Delle Foglie è specifico di Bari, l'origine etimologica del cognome è riconducibile ad un soprannome legato a caratteristiche del luogo d'origine del capostipite, o ad un aspetto del luogo di abitazione o anche ad episodi. |
DELLE FRATTE | Delle Fratte è tipico di Roma e del romano, di Zagarolo, Anguillara Sabazia e Palestrina, e di San Cesareo nel frusinate, potrebbe derivare da nomi di località indicate come fratte (luoghi irti e scoscesi, perlopiù intricati di rovi e sterpi, tanto da renderli impraticabili), in tutt'Italia sono moltissimi i toponimi che contengono questa radice, come, a solo titolo di esempio, Fontana Fratta o Vallefratta nel frusinate, luoghi che probabilmente erano identificabili come zona d'origine o di abitazione dei capostipiti. |
DELLE GROTTAGLIE | Molto raro e tipico della zona tra Mesagne (BR) e Avetrana (TA), deriva dal toponimo Grottaglie (TA), come si può evincere da quest'atto del 1635: "...in virtù d'Istrumento per mano di notaro Cataldo Caforio Delle Grottaglie...". |
DELL'ELCE | Tipico abruzzese, della zona di Lanciano (CH) e Silvi (TE) in particolare
potrebbe derivare dalla toponomastica, si pensi ad Elce (TE), Villa Elce
di Lanciano (CH) o Castellelce (CB).
integrazioni di Stefano Ferrazzi Dell'Elce è un cognome tipicamente abruzzese, diffuso fra il chietino, il pescarese e il teramano. Per quanto riguarda il suo significato, dovrebbe trattarsi di un cognome di origine topografica: il termine elce, infatti, è una variante del più comune leccio, un tipo di albero simile alla quercia, il cui legno è spesso utilizzato nei lavori di carpenteria. Si tratterebbe, quindi, della cognominizzazione di un soprannome probabilmente derivato dall'abitare il capostipite presso un lecceto (bosco di lecci). |
DELLE MACCHIE | Delle Macchie, estremamente raro è specifico del senese, di Piancastagnaio in particolare, dovrebbe derivare dal nome della località Le Macchie nel senese, nei pressi di Pienza. |
DELLE PIANE
DELLEPIANE |
Dellepiane è tipico dell'area che comprende le province di Alessandria,
Savona e Genova, Delle Piane, molto meno diffuso, è più tipicamente
ligure e genovese in particolare, dovrebbe derivare dall'essere la famiglia
originaria di zone pianeggianti, ma è pure possibile che derivino
da toponimi contenenti la radice Piane o Piana.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli Dellepiane, Delle Piane, è un cognome esclusivo della zona di Genova e in particolare della val Polcevera. De Felice (1978, 194) lo associa genericamente al tipo Piano, ma va osservata la specializzazione semantica subita in Liguria dalla voce ciann-a, che indica un particolare tipo di coltivazione terrazzata, caratteristica delle impervie montagne del paese. integrazioni fornite da Carlo Della Volta Antica e nobile famiglia ligure originaria della Valle Sturla e Valle Polcevera. Già nel XII secolo i Delle Piane compaiono nell’ambito dei liberi livellari, piccoli "vassalli rurali" dell’Arcivescovo di Genova, al quale pagano terratico, ed intorno al quale gravitano, come attestato dalla presenza di Oberto, che compare come teste in atti della Curia nel 1254, e di Fulco, teste in atti dell’Arcivescovo nel 1255. Dopo aver ricoperto cariche locali nel XII sec., qual i Consoli dei Ceranesi, un ramo della casata, dal XIV, militando nei "populares" tra gli "artifices albi" di parte ghibellina, partecipò attivamente al governo dell’antico Comune di Genova, con Matteo, ufficiale di Gazaria nel 1313, Niccolò Castellano di Pornassio e della Valle d’Arroscia nel 1343, Giovanni Anziano del Comune nel 1362, Benedetto Castellano della Corvara nel 1378, Oberto Anziano nel 1374, 1386, 1394 e Cavaliere del Doge nel 1380, Giacobo Consigliere nel 1382 e Anziano nel 1390, Antonio Anziano nel 1401 e Abate della Podesteria di Voltri nel 1404, Bertone Consigliere e membro dell’Ufficio di Moneta nel 1427, Bartolomeo Consigliere nel 1518. A seguito della riforma costituzionale del 1528 alcuni Delle Piane aventi "casa aperta" in Genova e appartenenti a questo ramo vennero ascritti al "Liber Nobilitatis" in Albergo De Franchi nel 1528/1531 ed in Albergo Cybo nel 1566/1568. Altro ramo della famiglia. si orig. con i discend. di Antonio, che vissero "more nobilium" in Polcevera quali "primari e principali", trasferiti a Novi Ligure sul finire del XVIII secolo., si ricordano Stefano, che nel 1564 fonda la tomba gentilizia nella badia benedettina di San Nicolò del Boschetto in Rivarolo; il magnifico Giovanni Battista abate della Polcevera nel 1582, i Rev.di D. Francesco e D. Giuseppe, che ancora nel 1768 pagano investitura alla Mensa Arcivescovile di Genova per le loro terre e proprietà di Le Folle in S. Quirico; Mariano (nato a Novi nel 1844 † ivi nel 1916), industriale tessile, "padre dei poveri", benefattore della Città di Novi, al quale è dedicata il palazzo e la piazza principale; suo figlio On. Francesco (nato a Novi 1881 † ivi 1953), Deputato al Parlamento del Regno nel 1913; professore Giuseppe Ernesto (nato a Novi nel 1897 † Torino nel 1973), Preside della Facoltà di Medicina dell’Univ. di Torino. Appartiene ad altro ramo, pure di Polcevera, il celebre Giovanni Maria detto il Mulinaretto (nato a Genova nel 1660 † Monticelli d’Ongina nel 1745), pittore di Corte di Casa Farnese a Parma, Reale pittore di Camera di Carlo di Borbone a Napoli, da cui discende Giovanni Maria (nato a Monticelli 1756 † a Fiorenzuola d’Arda nel 1836), nominato nel 1799 dal Duca di Parma Ferdinando I di Borbone capitano del Terzo di Busseto e della prima compagnia delle milizie di Monticelli. La famiglia, divisa in vari rami, nella linea della quale diamo qui la discendenza , venne ricevuta con prove di nob. nel ceto dei cavalieri di jure sanguinis nel S.M.O. Cost. di S. Giorgio (Alf.). ARMA: d’azzurro alla figura della dea Fortuna, posata su di una palla d’argento, il tutto al naturale, corona di Nobile cimata di 8 perle (di cui 5 visibili), in base al titolo posseduto dal ramo familiare. alias: d’azzurro alla figura della dea Fortuna, posata su di una ruota, il tutto al naturale, corona di Nobile cimata di 8 perle (di cui 5 visibili), in base al titolo posseduto dal ramo familiare. Titoli nobiliari posseduti dai vari rami della famiglia Delle Piane: Dominus e Nobile (corona cimata di 8 perle, di cui 5 visibili). ipotesi di origine etimologica di Carlo Della Volta Cognome genovese abbastanza raro e molto antico, deriva dal nome medioevale “de Planis”. Dovrebbe derivare dal fatto che i o le capostipiti provenissero dalle Piane di Genova, le Piane per eccellenza in Liguria. Potrebbe derivare dal nome della localita dove la famiglia possedeva terre nel medioevo. |
DELL'ERA
DELLERA DOLERA |
Dell'era è specifico del comasco e lecchese e del nordmilanese,
Dellera, abbastanza raro sembrerebbe milanese, Dolera è molto molto
raro, sembrerebbe tipico della zona che comprende il sudmilanese, il lodigiano
ed il cremasco, ma tracce di questo cognome le troviamo a Moneglia fin
dal 1400, si ricorda Clemente Dolera nato il 21 maggio 1501 a Moneglia
che divenne ministro generale dell'ordine dei francescani e nel 1557 fu
fatto cardinale, potrebbero derivare da soprannomi dialettali originati
da nomi di località contenenti la radice Era.
integrazioni fornite da Aldo Piglia Milano Trattandosi di cognomi lombardi, la radice Era non dovrebbe avere nessun collegamento a nomi di località, ma dovrebbe derivare dalla voce era del dialetto milanese che significa aia. Si tratta quindi di cognomi che si riferiscono all'attività agricola della famiglia. Lo stesso vale, in parallelo per le forme cognominali lombarde Dallara, Dallera, ecc. Vedere il Dizionario Milanese-Italiano di Cletto Arrighi. (Alpi) |
DELLI CARRI | Cognome specifico di Foggia, potrebbe riferirsi all'attività di carrettiere svolta dal capostipite. |
DELLI COMPAGNI | Delli Compagni è specifico del teramano, di Cermignano in particolare e di Teramo, Roseto degli Abruzzi e Giulianova, dovrebbe derivare dal nome della frazione Villa Compagni di Cermignano, probabile luogo d'origine dei capostipiti. |
DELLI ROCILI
ROCILI ROCILIA |
Delli Rocili è specifico del pescarese, di Pescara, Spoltore e Montesilvano, Rocili e Rocilia sono praticamente unici, dovrebbero tutti derivare dal cognomen latino Rucilius, o Rocilius, un'alterazione locale del cognomen latino Rogelius. |
DELLI SANTI | Delli Santi è tipicamente pugliese, di Oria e Brindisi nel brindisino, di Bari, di San Marzano di San Giuseppe e Taranto nel tarantino e di Manfredonia e Vieste nel foggiano, dovrebbe derivare dal fatto che il capostipite provenisse da contrade di parrocchie dedicate ai Santi Pietro e Paolo, Nazaro, e Celso, Fabiano et Sebastiano, o altri. |
DELL'ISOLA | Dell'Isola ha un piccolo ceppo probabilmente autoctono a Loano nel savonese (vedi DELLISOLA), un ceppo tra napoletano, avellinese e salernitano ed uno tra barese e tarentino, dovrebbe derivare da nomi di località contenenti la radice Isola, o dal fatto che i capostipiti provenissero proprio da un'isola. |
DELLISOLA | Dellisola, assolutamente rarissimo, è specifico di Loano nel savonese, potrebbe derivare dal fatto che il capostipite provenisse dalla Borgata Isola Superiore della frazione Verzi di Loano. |
DELLI ZOTTI | Delli Zotti tipico dell'udinese, di Paluzza, Udine e Treppo Carnico, dovrebbe essere una forma patronimica dove il Delli sta per figlio di e Zotti è una forma aferetica di un ipocoristico di una modificazione dialettale del nome Giorgio (vedi ZOTTI). |
DELLI ZUANI | Delli Zuani, molto molto raro, è tipico dell'udinese, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale originato dal vocabolo zuane (giovane), forse ad indicare che il capostipite apparteneva ad un ceppo di formazione più recente del resto del paese, secondo un'altra tesi si tratterebbe invece di una forma dialettale contratta del nome Giovanni e starebbe quindi ad indicare che il capostipite fosse un figlio di un Giovanni. |
DELL'OGLIO
DELL'OLIO DELLOLIO |
Dell'Oglio ha un ceppo in Puglia a San Severo nel foggiano ed a Trani nel barese, un piccolo ceppo a Napoli e ad Apollosa nel beneventano, ed un ceppo a Palermo, Dellolio è quasi unico, Dell'Olio sembrerebbe pugliese, con un grosso ceppo a Bisceglie nel barese e con presenze significative sempre nel barese a Molfetta, Andria, Trani e Bari e nel foggianoa San Ferdinando di Puglia, Trinitapoli, Cerignola, Manfredonia e Foggia, dovrebbero derivare da soprannomi stanti ad indicare che i capostipiti fossero produttori o commercianti importanti d'olio di oliva. |
DELLO IACONO | Tipicamente campano, del napoletano in particolare, deriva dalla forma aferetica del termine diacono e starebbe ad indicare quelli del diacono, i famigliari del diacono. |
DELL'OMODARME
OMODARME |
Dell'Omodarme, molto molto raro, è tipicamente toscano di Pisa, Omodarme, praticamente unico, è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione del precedente, l'origine di questo cognome è oscura, anche se si può ipotizzare una derivazione dal fatto che il capostipite fosse probabilmente il figlio, probabilmente naturale o cadetto, di un ufficiale vissuto in epoca tardo medioevale o rinascimentale. |
DELLO PREITE
DEL PREITE |
Dello Preite è specifico di Campi Salentina nel leccese, Del Preite, quasi unico, sembrerebbe campano, dovrebbero derivare dal fatto che i capostipiti appartenessero alla famiglia di un prete, probabilmente ortodosso, indicato con il termine preite, forma dialettale contratta del più comune previte. |
DELL'OSBEL | Cognome molto raro, tipico dell'agordino nel bellunese, di La Valle Agordina (BL) in particolare. |
DELL'OSO | Dell'Oso è tipicamente abruzzese, di Vasto nel teatino e di Cepagatti nel pescarese, potrebbe derivare dal nome della zona delle risorgenze dell'Auso nel salernitano. |
DELL'OSTE | Dell'Oste ha un ceppo a Pasian di Prato ed Ovaro nell'udinese, un ceppo a Roma e Civitavecchia ed uno nel beneventano a Sant`Angelo a Cupolo e Benevento, il cognome dovrebbe essere nato dal fatto che il capostipite fosse uno dell'oste, cioè fosse figlio di un particolare oste o che fosse comunque conosciuto come Oste. |
DELL'UTRI
DELLUTRI |
Dell'Utri ha un ceppo grosso a Caltanissetta ed a Palermo e nel nisseno a San Cataldo e Santa Caterina Villarmosa, Dellutri, molto raro, ha un ceppo a Caltanissetta, si dovrebbe trattare di una forma alterata del precedente, che dovrebbe derivare da un soprannome basato sul termine dialettale siciliano utri (otre), con molta probabilità ad identificare i capostipiti come degli acquaioli. |
DEL MAGRO | Del Magro, molto molto raro, è tipico del lucchese, di Lucca, Viareggio e Capannori, potrebbe stare ad indicare la famiglia di un figlio di un capostipite noto per la sua magrezza, si può anche considerare la possibilità che derivi invece dal fatto che il capostipite provenisse dalla zona del fiume Magro nello spezzino. |
DEL MASTRO
DELMASTRO |
Del Mastro ha un ceppo nel romano, a Roma, Marino ed Anzio, uno campano, nel napoletano ad Ercolano, Napoli, Caivano, e Portici, a Sessa Aurunca nel casertano, ad Avella, Avellino, Monteforte Irpino e Sirignano nell'avellinese e nel salernitano, ed uno pugliese, nel foggiano a San Marco in Lamis, Lucera, Pietramontecorvino e Foggia, ad Andria, Bari, Trani e Spinazzola nel barese ed a Lecce, Delmastro è tipicamente piemontese, di Torino soprattutto, di Lozzolo e Gattinara nel vercellese, di Isolabella, San Sebastiano da Po. collegno e Chieri nel torinese e di Pino d'Asti ed Albugnano nell'astigiano, questi cognomi dovrebbero essere forme patronimiche stanti ad indicare i figli di un artigiano o mastro a sua volta derivato dal termine latino magister (mastro). |
DELMATI | Tipico del milanese e lodigiano, potrebbe derivare dalla contrazione del cognomen latino Delmaticus di cui abbiamo un esempio nel console Lucius Caecilius Metellus Delmaticus del II° secolo. a.C.: "...Aliqui, pro Dalmatis, apud Caesar. Delmatis reponunt, et ita antiqui lapides et Fasti Capitol. in quibus est Delmaticus, non Dalmaticus...". |
DEL MESE | Del Mese è tipicamente campano, abbastanza raro, è caratteristico di Eboli nel salernitano e di Capua, Pastorano e Vitulazio nel casertano, potrebbe trattarsi di un cognome attribuito a dei trovatelli. |
DEL MIGLIO
DELMIGLIO |
Del Miglio dovrebbe essere dell'area tra Cremona, Lodi, Pavia e Milano, Delmiglio dovrebbe essere lodigiano e del milanese, possono essere derivati sia dalla contrazione e modifica dei nomi medioevali Migliore e Migliorozzo, che dal fatto che il capostipite vivesse producendo o vendendo miglio. |
DEL MOLINO
DEL MULINO DE MOLINI DE MULINI |
Del Molino è specifico di Postalesio nel sondriese, Del Mulino e De Molini sono praticamente unici, De Mulini, quasi unico, sembrerebbe originario dell'alessandrino, dovrebbero derivare probabilmente dal fatto che il capostipite facesse di mestiere il mugnaio e fosse conosciuto come quello del molino o dei mulini. |
DE MONACO
DEL MONACO DEL MONICO DELMONICO DI MONACO |
Del Monaco è tipico dell'area che comprende l'Abruzzo, le province di Roma e Latina, il Molise, il casertano, il napoletano ed il beneventano, con un ceppo anche nel tarentino, Del Monico e Delmonico, quasi unici, sembrerebbero del pavese, De Monaco, molto molto raro, è tipico di Teano nel casertano, Di Monaco è ben presente nel Lazio centromeridionale e nelle province di Campobasso, Napoli e Caserta, ma è nel casertano che ha il suo nucleo principale a San Prisco, Santa Maria Capua Vetere, Macerata Campania e Capua in particolare, tutti questi cognomi dovrebbero derivare dal fatto che nella famiglia era presente un frate o che abitavano vicino ad un monastero o che erano alle sue dipendenze. |
DEL MONDO
DE MONDI DE MUNDA DE MUNDO DEMUNDO DI MONDA DIMONDA DIMONDO DI MUNDO DIMUNDO |
Del Mondo, molto molto raro, è tipicamente napoletano, De Mondi,
quasi unico, parrebbe del romano, De Munda, molto molto raro, è
del catanzarese, De Mundo, ancora più raro, parrebbe avere un ceppo
nel barese ed uno nel cosentino, Demundo, ormai quasi scomparso, è
specifico del barese, in particolare di Bitonto, Di Monda è tipico
delnapoletano e casertano, Dimonda sembrerebbe unico, Dimondo, estremamente
raro, è calabrese, Di Mundo ha un ceppo a Raviscanina nel casertano
ed uno a Biutonto nel barese, Dimundo è specifico di Bitonto nel
barese, potrebbero derivare da forme aferetiche di nomi di origine germanica
come Raimondo, Sigmundo o altri simili.
integrazioni fornite da Fabio Paolucci Del Mondo è un tipico cognome napoletano, intensamente diffuso nei comuni di Afragola, Casoria, Napoli e Cardito, nonchè nei limitrofi centri campani. Se analizziamo il cognome etimologicamente, ci accorgiamo che sono molteplici le chiavi di interpretazione per poter intavolare una teoria di possibile genesi; il termine mondo deriva dal latino mundus, aggettivo con il significato di adorno, sontuoso, elegante. Il termine mundus, nel vocabolario latino, ebbe anche valore sostantivale di ornamento, oppure, come si legge in autori di notevole spessore come Ennio e Plauto, di cielo e universo creato: l'idea di considerare il mondo come un complesso di ornamento per l'ordine e la bellezza che vi regna è dovuto alla scuola Pitagorica, la cui filosofia mediante la Magna Grecia ebbe proseliti anche in Roma al tempo della sua grandezza. E' per tale motivo che l'aggettivo mundus, prima unito al termine (a volte sottinteso) locus, cioè luogo (luogo elegante), è divenuto sostantivo con il significato anche di "Terra", pianeta in cui viviamo, appunto, "mondo". E' possibile, seguendo questo filo di pensiero, che il cognome derivi dal sostantivo "mondo", attribuito come nome da ecclesiastici e uomini di Chiesa ad infanti abbandonati al loro miserabile destino di trovatelli avanti a portoni, usci o "ruote" di conventi, monasteri e sedi di Ordini religiosi. Una seconda ipotesi muoverebbe a considerare Del Mondo come derivato dalla cognominizzazione di un soprannome: mòndo, inteso come "netto, pulito", originato dal participio passato del verbo "mondare", cioè "pulire". Si ricordi come alcuni termini, come ad esempio "mondezza" o "immondezza", "mondezzaio", "mondigia" e "mondizia", siano derivati dal termine "mondo" inteso con il significato di "pulito, netto". E' possibile che il capostipite del ceppo Del Mondo sia stato un "mondo" nel senso di "ripulito", cioè riscattatosi dalla povertà. Ancora un'altra considerazione circa la genesi del cognome in questione indurrebbe a riflettere sulla possibile cognominizzazione in senso patronimico del nome Mondo, ipocoristico aferetico di nomi di persona di origine germanica come Gismondo (già derivato da Sigismondo), Raimondo, Edmondo, etc. Esempi di tali cognomi patronimici possono essere Mondo, Mondi, Monda, Munda, Mundo, Mundi, De Mundo, De Munda, Di Mondo, Di Monda, Dimonda, Dimondo, Demundo, De Mondi, etc, cognomi variamente diffusi sul suolo nazionale italiano e all'estero per effetto del fenomeno migratorio che dall'Ottocento ha spopolato costantemente molti territori della nostra amata Penisola. |
DEL MORO | Del Moro ha ceppi in Toscana, nel livornese, pisano, pistoiese e fiorentino, nelle Marche nel pesarese, anconetano e Piceno e nel vicino teramano, e nel Lazio nel viterbese, romano, reatino e frusinate, si dovrebbe trattare di una forma patronimica dove il Del- sta per il figlio del, riferito a capostipiti, i cui padri fossero riconosciuti con il nome o soprannome di Moro (vedi MORI), o fossero di carnagione scura. |
DEL NERI | Del Neri, molto raro, è tipico dell'area friulana ai confini con la Venezia Giulia, di Monfalcone nel goriziano in particolare, dovrebbe trattarsi di una forma patronimica riferita ad un capostipite il cui padre si fosse chiamato Nereo, nome, particolarmente usato in Friuli, derivato dal nome greco Νηρεύς Nereus, il nome di una antichissima divinità marina della mitologia greca, figlio di Ponto e di Gea. |
DEL NERO | Del Nero ha un ceppo lombardo, in particolare nel sondriese, di Morbegno e di Albaredo per San Marco, uno toscano, di Carrara, ed uno laziale, di Roma e Rocca di Papa nel romano, di Veroli nel frusinate e di Ronciglione nel viterbese, si dovrebbe trattare di una forma patronimica riferita a capostipiti che fossero figli, di un moro in qualche raro caso, o, molto più probabilmente, appartenessero alla Gens Neria, o, più semplicemente, si chiamassero Nero, nome portato ad esempio dall'imperatore Nerone. Troviamo tracce di questa cognominizzazione a Firenze tra la fine del 1300 e gli inizi del 1400 con Jacopo di Giorgio d'Aldobrandino Del Nero, camarlingo della gabella delle porte, questa famiglia toscana, sembrerebbe essere stata di origine ligure, trasferitasi a Firenze ed iscritta nella congregazione dei rigattieri, si schierò apertamente per i Medici, ottenendone l'aiuto per il passaggio alla congregazione dei lanaioli, decisamente più importante nel contesto fiorentino. Nel 1568 ottennero il titolo di Baroni di Porcigliano (l'attuale Porciano nell'aretino). |
DEL NISTA
DELNISTA |
Del Nista è specifico di Livorno, con un piccolo ceppo anche nel pisano, Delnista, praticamente unico, dovrebbe essere dovuto ad un'errata registrazione del precedente, si dovrebbe trattare di forme patronimiche riferite a capostipiti i cui padri si fossero chiamati Nista (vedi NISTA). |
DE LOGU
DELOGU |
De Logu, estremamente raro, originario della Sardegna, è ora più
presente in Toscana e Lazio che sull'isola stessa, Delogu è anch'esso
tipicamente sardo in particolare del nord dell'isola, dovrebbero derivare
dal nome della regione del Logoduro, località della Sardegna settentrionale
occidentale.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas DELOGU; DE LOGU: de logu = dal o del luogo. Logu o più anticamente locu. Su Logu, nella Sardegna Giudicale indica il “Luogo” per eccellenza: lo Stato, inteso come territorio e popolo. La Carta de Logu del Regno di Arborea è il primo “documento costituzionale scritto”, interamente pervenutoci, della storia della Sardegna: è un codice delle leggi dello stato. Riguardo alla Carta noi sappiamo solo del penultimo tentativo di raccolta (di leggi) di Mariano IV° del 1376 e possediamo, fortunatamente, l’ultima raccolta, definitivamente redatta e promulgata il 14 aprile del 1392 dalla figlia di Mariano IV°, regina – reggente Eleonora d’Arborea. Nella compilazione del testo sardo della Carta ebbe parte preminente il giurista Filippo Mameli, del quale resta l’iscrizione funeraria nella Cattedrale di Oristano (– IOBIA DIES VIII DE MAIU DE MCCCXLIX MORIVIT MESSER PHILIPO MAMELI DOTORE DE DECRETU ET DE LEGE ET CANONICU…OSSA SUA-). Locu o Logo è il nome di un centro abitato scomparso. Sito in località San Giorgio, in agro di Sassari, nel medioevo fu villa (bidda), della Curadorìa di Nurra, nel regno giudicale di Torres. Nel 1325 Locu passò al Regno catalano aragonese di Sardegna. Fu abbandonata circa 40 anni dopo. Logudoro: era così chiamato il Regno di Torres o Giudicato di Torres; > secondo la ricostruzione di alcuni linguisti Logu de Tore > Logu de Dore > Logudore > Logudoro. Come cognome compare nelle carte antiche da noi consultate. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE del 1388, compaiono: Loghu (de) Joanne, ville Macumerii (*** MACUMERII et Curatorie de Marghine de Gociano…Macomer etc. In posse Chelis Simonis, notarii publici...die XII Januarii 1388); Loghu (de) Arsòco, burgi de Osilo (* Osilo …odierno Osilo); Logu (de) Mariano, ville Mumutata (* Mumutata...l’odierna Mamoiada. Barbagie Ollolai et Curatorie de Austis); Logu(de) Petro, ville Macumerii; De Loghu Xpoforo, jurato ville Birore ( * BIRORE…odierno Birore. Curatorie de Marghine de Gociano); De Logu Agustino, major ville de Ilani(Montis Acuti Contrate); De Logu Andrea, jurato ville Giavi (* Giavi…odierno Giave. Contrate Caputabas); De Logu Anthonio – ville de Donani ( * Donani…esistente, Contrate Montis Acuti – Ozieri); De Logu Georgio, jurato ville Tresnuraghes ( * TRESNURAGHES…odierno. Contrate Castri Serravallis); De Logu Joanne, jurato ville de Donani; De Logu Joanne, jurato ville de Geaciana ( * Geaciana … distrutto (Contrate Montis Acuti); De Logu Laoreto – ville de Nughedu ( * Nughedu…San Nicolò: diocesi di Ozieri. Contrate Montis Acuti; De Logu Laurencio, ville Bordigale ( * BORTIGALE…odierno Bortigali. Curatorie de Marghine de Gociano); De Logu Leonardo, jurato ville de Geaciana; De Logu Petro – ville de Donani ; De Logu Petro – ville de Lecon ( * Lecon…distrutto. Contrate Montis Acuti (Salto di Pattàda); De Logu Petro, jurato ville de Geaciana; De Logu Thoma, ville Macumerii; Delogu Anthonio, jurato ville de Sorefa ( * Sorefa…distrutto per Spano( Contrate Montis Acuti); Goreai o Gorofai); Delogu Guantino, majore ville Urune (* Urune…attuale Orune ( Oruni). Curatorie de Anella). Nel Condaghe di San Pietro di Silki, CSPS, XI°, XIII° secolo, figura: Locu (de) Dorgotori (89°), in una lite (kertu) per il possesso della servitù (de servis). Ego presbiteru Ithoccor de Fravile, ki kertai cun Ithoccor de Kerki, curatore de Nurra et cun Furatu de Gunale et cun Ithoccor Kerki Murris, generu de Dorgotori de Locu, pro fetu (per i figli) ki fekerun servos issopo cun ankillas de scu. Petru ( che fecero i loro servi con le serve (ancelle) di San Pietro; etc. etc. Nel Condaghe di San Nicola di Trullas, CSNT, XI°, XIII° sec. Abbiamo: Dorgotori de Locu (- diverso dal precedente – 92): positinke (diede- donazione) a San Nicola sa iscla (valle acquitrinosa) suta bia (sottostrada) tenende assu cuniatu ki fuit de Dorgotori de Locu (confinante col podere – chiuso – che fu di Dorgotori de Locu); Petru de Locu (286) – donazione – Ego Petru de Locu et muiere mea Maximilla de Gunale fakemus custa carta, ca nos afferimus a Sanctu Nichola de Trullas( ci offriamo a) pro sas animas nostras et ponemus (doniamo) parthone (una parte o porzione) d’onu fiiu (di ciascun figlio). Seguono i testimoni. Nella storia contemporanea ricordiamo: Delogu Raffaello, nato a Siracusa, ma da genitori sardi di Ghilarza, nel 1909. Dottore in Leggi e poi in Lettere. Si occupò soprattutto di Storia dell’Arte. Docente all’Ateneo di Cagliari di Storia dell’Arte Medioevale e Moderna. È di grande rilevanza la sua opera, “L’Architettura Medioevale in Sardegna”. Morì nel 1971. Delogu Salvatore, di Bitti (1915), vescovo della diocesi di Lanusei dal 1972 al 1981, e successivamente della diocesi di Valva e Sulmona (L’Aquila). Attualmente il cognome Delogu è presente in 267 Comuni italiani, di cui 96 in Sardegna: Sassari 494, Nuoro 211, Alghero 98, Bitti 92, Quartu 91, Cagliari 89, etc. In continente: Roma 161, Milano 27, Genova 24, etc. De Logu è presente in 26 Comuni italiani, di cui 5 in Sardegna: Assemini 3, Sassari 3, Quartu 3, Cagliari 3, etc. |
DE LONGHI | De Longhi è un cognome tipico di Treviso e di Ponzano Veneto nel
trevisano, con presenze significative anche nel veneziano e nel vicentino.
integrazioni fornite da Antonio de Longhi è un cognome tipico dell'area veneta e specialmente delle province di Treviso e Vicenza, dove è localizzata la maggiore densità di diffusione. Si tratta di un cognome di probabile origine germanica, nella sua forma originaria Longhi a cui è stato aggiunto per errata traslitterazione il De nel corso del Sei-Settecento. E' documentato il ceppo facente riferimento a nuclei famigliari provenienti dall'Altopiano di Lavarone (TN) e successivamente stanziatisi nell'area dell'Alto Vicentino successivamente alla peste di metà Seicento. La diffusione in aree distanti dal Veneto (Friuli e in misura minore Piemonte e Liguria) è imputabile a migrazioni in epoche recenti di autoctoni veneti. |
DE LONGIS | De Longis ha un ceppo romano ed uno molto piccolo a Napoli ed a Benevento, dovrebbe stare ad indicare l'appartenenza ad una famiglia di persone particolarmente alte. |
DE LORENZI
DE LORENZIS DE LORENZO DELORENZI DELORENZIS DELORENZO |
De Lorenzi è diffuso in Liguria, Lombardia, Veneto, Romagna e Salento, Delorenzi, estremamente raro, sembrerebbe tipico dell'area alessandrino, genovese, De Lorenzis è tipicamente salentino, Delorenzis è quasi unico e si tratta quasi sicuramente di un errore di trascrizione del precedente, De Lorenzo è molto diffuso in tutto il sud peninsulare ed a Roma, ha anche un ceppo nel genovese e nel bellunese, Delorenzo, assolutamente rarissimo sembrerebbe specifico della Basilicata e di Cirigliano (MT) in particolare, derivano tutti da una forma patronimica del nome Lorenzo, dove il De sta per figlio di. |
DELOS | Delos, molto molto raro, è tipico del Salento, dovrebbe indicare un origine greca e derivare dal toponimo Delos, l'isola sacra nel centro dell'arcipelago delle Cicladi dove sarebbe nato il divino Apollo. |
DE LOTTO | De Lotto sembrerebbe specifico di San Vito di Cadore nel bellunese, dovrebbe trattarsi di una forma patronimica, dove il De- stia per il figlio di, riferito a capostipiti i cui padri si fossero chiamati Lotto (vedi LOTTI). |
DEL PAPA | Del Papa ha un ceppo toscano tra massese, lucchese e pisano, uno nella fascia che comprende le Marche centrosettentrionali, l'Abruzzo e l'iserniese ed uno tra viterbese e romano, questo cognome potrebbe derivare dalla consuetudine di chiamare i trovatelli dello stato della Chiesa come figli del Papa, in quanto affidati alla benevolenza delle sue istituzioni. |
DEL PECORA | Casato toscano di Montepulciano (SI), ormai scomparso, potrebbe prendere
il nome da una località come il fiume Pecora in Lunigiana. (vedi
Pecora)
notizie ulteriori fornite da Simone I Conti Del Pecora erano un importante famiglia della Toscana , più precisamente del Comune di Montepulciano (SI) che di arme 7 sbarre gialle e rosse. La dinastia inizia nel 1150, ovvero l'anno in cui si hanno le prime notizie certe. Tale anno segna anche la crescita della famiglia in potere e ricchezza divenendo successivamente anche i Tiranni di Montepulciano. essi ebbero amicizie sia con la Signoria di Perugia, Siena, Firenze, uno di essi divenne anche Podestà di Firenze . Per Ulteriori informazione vedi anche Storia di Montepulciano (Autore Spinello Benci, Casa Editrice Arco dei Gavi ), Archivio di stato di Siena (Fondo: Archivio Bucelli / Filza: N° 62), Dizionario geografico Fisico Storico della Toscana (Autore Emanuele Repetti ) |
DEL PERO
DELPERO |
Del Pero ha un piccolo ceppo a Torino, uno nel comasco a Cantù e nel milanese a Meda, Seveso e Lentate sul Seveso, ed uno in Toscana a Pistoia, Delpero ha piccoli ceppi piemontesi a Torino, Asti e Santo Stefano Roero e Canale nel cuneese, ha un piccolo ceppo nel bresciano ad Offlaga, Quinzano d'Oglio e Bagnolo Mella, ed un ceppo più consistente in Trentino a Vermiglio, dovrebbe trattarsi di forme patronimiche riferite a capostipiti i cui padri si fossero chiamati Pero, forma dialettale contratta del nome Petro, un alterato di Pietro. |
DEL PIANO
DE PIANO |
De Piano è tipico dell'avellinese, di Solofra, Serino, Santa Lucia di Serino e Montoro Superiore, Del Piano ha un ceppo nell'area casertano, napoletana, a Napoli, Nola, Casoria e Frattamaggiore nel napoletano e ad Aversa e Casal di Principe nel casertano, con un ceppo anche a Barletta nel barese ed a Soleto e Taviano nel leccese, questi cognomi dovrebbero derivare dal fatto che i capostipiti fossero giunti in una zona collinare probabilmente provenendo dalla pianura campana, dal piano. |
DEL PICCOLO | Del Piccolo ha un ceppo a Muzzana del Turgnano nell'udinese ed a Cervignano del Friuli e San Giorgio di Nogaro, sempre nell'udinese ed a Trieste, con un piccolo ceppo anche a Pesaro, dovrebbe trattarsi di un forma patronimica, dove il Del- sta per il figlio del, riferito a capostipiti i cui padri si fossero chiamati con il nome Piccolus o Piccolo (vedi PICCOLA). |
DEL PIERO
DE PIERO |
Del Piero è tipico dell'area friulana, di Roveredo in Piano e Pordenone nel pordenonese, di Udine, con un ceppo anche a Trieste ed uno molto piccolo in Val d'Ossola, De Piero è anch'esso friulano, ma sembra specifico di Cordenons nel pordenonese, dovrebbero derivare da un soprannome originato dal fatto che i capostipiti abitassero in prossimità di un masso pièro (grosso sasso) in dialetto, ma non si può escludere la possibilità che possa anche trattarsi di una forma patronimica riferita a famiglie di figli di un Piero. |
DEL PINO | Del Pino è molto raro, se ne individuano alcuni ceppi distinti, a Magnano in Riviera e Tarcento nell'udinese, nel genovese, ad Impruneta nel fiorentino ed a Bella nel potentino, in tutti questi casi i cognomi dovrebbero derivare da soprannomi causati dalla presenza di un particolare pino nei pressi dell'abitazione della famiglia, tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Chiavari dove un certo Francesco Del Pino è notaio dal 1458 al 1476, o anche a Brebbia nel varesotto, dove un certo Andrea Del Pino è parroco dal 1585 al 1624, dal 1715 al 1734 è Podestà di Sestri Levante un certo Domenico del Pino. |
DEL PINTO | Tipico della zona che comprende le province di Roma e dell'Aquila di Scoppito (AQ) e di Roma in particolare, dovrebbe derivare da un soprannome legato al vocabolo tardo latino pinctus (dipinto). |
DEL POIO
DELPOIO |
Sia Del Poio che Delpoio sono assolutamente rarissimi, quasi unici, dovrebbero essere originari dell'area che comprende il parmense, il carrarese e lo spezzino, potrebbero essere di origini spagnole e derivare dal nome del paese di Poio vicino a Pontevedra in Galizia. |
DEL PONTE
DELPONTE |
Del Ponte ha un ceppo nel basso udinese nella zona interna prospicente alla Laguna di Marano, uno nel novarese tra Oleggio e Borgomanero, Delponte è tipico della zona tra genovese ed alessandrino, derivano da nomi di località o dalla vicinanza ad un ponte da parte dell'abitazione del capostipite. |
DEL POPOLO
DELPOPOLO |
Del Popolo è siciliano, specifico in particolare del catanese, di Catania, Linguaglossa, Castiglione di Sicilia, Fiumefreddo di Sicilia e San Giovanni la Punta, e di Messina, Delpopolo, quasi unico, è dovuto ad errori di trascrizione del precedente, si dovrebbe trattare di un cognome attribuito, in epoca borbonica, a fanciulli abbandonati, accolti da istituzioni cui il Re Ferdinando di Borbone destinava delle misere rendite da utilizzare esclusivamente per il loro mantenimento. (vedi anche DEL REGNO) |
DEL PRATO | Sembrerebbe avere un ceppo bergamasco, uno nel parmense ed uno napoletano, deriva da un toponimo contenente la radice Prato o da un soprannome legato al tipo di località identificabile per la presenza di un prato, tracce di questo cognome le troviamo a Parma nel 1400 con il notaio Gaspare del Prato. |
DEL PRETE
DE PRETE |
Del Prete, presente un pò in tutta l'Italia peninsulare, ha un nucleo importante in Campania e nel basso Lazio, in Puglia e nelle Marche, De Prete, estremamente raro, ha un piccolissimo ceppo a Viareggio e presenze nel napoletano, dovrebbero derivare dall'essere stati i capostipiti appartenenti alla famiglia di un prete, probabilmente ortodosso, troviamo tracce di questa cognominizzazione a Manfredonia nel foggiano nel 1500 con una certa Aurelia Del Prete, di Sant'Anastasia. |
DEL QUONDAM
DEL QUONDAM CELLI DEL QUONDAM CELLO DEL QUONDAM GIUSEPPE DETTO CELLI DEL QUONDAM GIUSEPPE DETTO CELLI GIUSEPPE DEL QUONDAM GIUSEPPE DETTO CELLI LUCA DEL QUONDAM GIUSEPPE DETTO CELLI NELLO |
Del Quondam, Del Quondam Celli, Del Quondam Cello, Del Quondam Giuseppe Detto Celli, così come i suoi composti: Del Quondam Giuseppe Detto Celli Luca, Del Quondam Giuseppe Detto Celli Giuseppe e Del Quondam Giuseppe Detto Celli Nello, sono dovuti probabilmente ad un'errata interpretazione dell'ufficiale anagrafico, o del parroco, che ha interpretato, ad esempio, la frase Del Quondam Giuseppe Detto Celli, riferita al padre del capostipite, non come: figlio di un certo Giuseppe chiamato Celli, ma considerando l'intera frase come se fosse un cognome. Questo è un chiaro esempio del livello culturale e intellettivo degli antichi addetti alle registrazioni anagrafiche, una delle cause, non trascurabile, della straordinaria mole di cognomi (circa 350.000) esistenti oggi in Italia. |
DEL RE | Del Re ha vari ceppi, in Abruzzo, nel romano e latinense, in Campania, in particolare nel napoletano ed in Puglia, in particolare nel barese, dovrebbe derivare da un soprannome attribuito al padre del capostipite, in alcuni casi potrebbe invece trattarsi di un cognome attribuito a trovatelli da funzionari di orfanotrofi borbonici (vedi anche DEL REGNO). |
DEL REGNO | Il cognome Del Regno tipico di Montoro Inferiore nell'avellinese e di Fisciano, Mercato San Severino, Salerno, Nocera Inferiore, Pontecagnano Faiano e Baronissi nel salernitano, dovrebbe essere un cognome attribuito nel 1800 a dei bambini abbandonati, lasciati al poco sostentamento che il Re Ferdinando di Borbone stanziava annualmente per quello scopo. |
DEL RIO
DEL RIU DELRIO DELRIU DERRIU |
Del Rio parrebbe tipico sardo, ma è presente un forte nucleo
anche in provincia di Reggio Emilia, Delrio è specifico di Sassari,
Alghero, Sorso nel sassarese e di Sindia ed Ottana nel nuorese, sia Delriu
che Del Riu sono quasi unici, Derriu è specifico di Alghero.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas DEL RIO; DELRIO; DEL RIU; DELRIU; DERRIU: (per significato ed etimologia vedi Deriu) si tratta di cognomi che hanno subito, nel tempo, modifiche nella trascrizione anagrafica. Nella storia contemporanea ricordiamo Delrio Giorgio Maria, vescovo dell'Archidiocesi di Oristano, dal 1921 al 1938 (Di.Sto. Sa). Del Rio, attualmente, è presente in 158 Comuni italiani, di cui 38 della Sardegna: Cagliari 105, Alghero, Nuoro 27, Sindia 25, Sassari 20, etc. Delrio, è presente in 76 Comuni italiani, di cui 32 della Sardegna: Sassari 128, Alghero 123, Sorso 76, Sindia 32, Ottana 27. ( Del Rio e Delrio, presentano ceppi consistenti anche in centro - nord Italia: Liguria, Em. Romagna, Lombardia, Toscana, etc.) Del Riu è presente in du Comuni della Liguria ed in un solo Comune della Sardegna, a Telti, con un solo nucleo familiare. Delriu, è presente in 8 Comuni italiani, di cui 4 in Sardegna: Sassari 9, Monastir 3, etc. Infine Derriu è presente a Sassari e ad Alghero con un nucleo familiare ciascuno. |
DEL ROSARIO | Del Rosario ha un ceppo a Chieti ed uno molto più piccolo a Taviano nel leccese, dovrebbe derivare da nomi attribuiti grazie al culto della Madonna; nel teatino è molto forte il culto della Madonna del Rosario e del suo miracolo avvenuto nel 1566 durante la battaglia tra i teatini di Tollo ed i saraceni, "Ci furono numerosi attacchi dei turchi, i quali stavano per sopraffare le stremate forze tollesi quando all'improvviso, le campane del paese, miracolosamente, cominciarono a suonare a distesa, mentre, un angelo, in alto sulla torre, apparve indicando con la spada in mano, il luogo ove, in tutta la sua bellezza, si intravedeva la figura della Madonna del Rosario. A quel punto i turchi si diedero alla fuga, nonostante gli sforzi profusi dal loro comandante per indurli a combattere ancora. I cristiani, vedendo l'immagine della Madonna, depongono le armi e si inginocchiano pregando con le mani giunte: anche il comandante turco si arrende definitivamente. (tratto da http://www.comune.tollo.ch.it/eventi_battagliaDeiTurchi.asp )". |
DEL ROSSO | Sembrano esserci 3 ceppi, nel barese, nel pisano e pistoiese e nel pescarese, deriva probabilmente da caratteristiche fisiche come i capelli rossi. Troviamo in un atto redatto in Siena nel 1178, come teste Berlinguiero del Rosso, nel 1280 Cione di Lapo del Rosso fa parte del consiglio della Signoria di Poggibonsi (SI), nel 1400 Boccia di Niccolò del Rosso fu nominato Commissario della Repubblica Fiorentina a S.Giovanni Valdarno. |
DEL SIGNORE | Del Signore è specifico di Lazio ed Abruzzo, con questo cognome si identificavano i bambini abbandonati che venivano quindi considerati proprietàdel Signore e quindi da Lui protetti. |
DEL SORBO | Tipico del napoletano |
DEL TESTA | Del Testa, tipicamente toscano, di Lucca e Capannori nel lucchese, di Volterra e Peccioli nel pisano e di Rosignano Marittimo e Cecina nel livornese, ha anche un ceppo a Bagno di Romagna nel forlivese, sull'appennino toscoemiliano, dovrebbe trattarsi di una forma patronimica, dove il prefisso Del- stia per il figlio di, riferito a capostipiti, il cui padre fosse noto come Testa, tracce antiche di questa cognominizzazione le troviamo nelle Dissertazioni di Ludovico Muratori, dove viene citato in qualità di Podestà di Modena per l'anno 1269 un tale Rainerius del Testa de Mutina, nel 1255, nell'elenco dei partecipanti al Consiglio della città di Firenze, compare un certo Uttinello del Testa, la famiglia Del Testa viene annoverata tra i Nobili di Pisa fin dal XIII° secolo. |
DEL TITO | Del Tito è tipico del foggiano, di Deliceto e Foggia, dovrebbe trattarsi di una forma patronimica, dove il Del- iniziale stia per il figlio di, riferito ad un capostipite, il cui padre si fosse chiamato Tito. |
DEL TONGO | Del Tongo è tipicamente toscano, di Civitella in Val di Chiana nell'aretino, di Grosseto, di Prato e di Livorno, dovrebbe trattarsi di una forma patronimica riferita a capostipiti il cui padre si fosse chiamato con il nome medioevale di origini celtiche Tongo, secondo un'altra ipotesi potrebbe derivare da una forma aferetica dialettale derivata dal nome Antonio, esiste anche la possibilità di una derivazione da toponimi come, a titolo di esempio, il paese medioevale di Tongo, l'attuale Tonco nell'astigiano, ma l'eccessiva lontananza del luogo non ne favorisce certo la condivisione dell'ipotesi, tracce di questa cognominizzazione le troviamo in un atto di compravendita del 1349: "...Actum sub Logia Comerchij Civitatis Sij anno dominice nativitatis 1349, XIII Martii presentibus Maistro Nicola Scalamacha et Georgio Gara de Sio et Bartholomeo de Tongo et Rolandino de Castilliono Sigestri Civibus Janue.". |
DEL TUFO | Del Tufo ha un ceppo nel beneventano tra Airola e Sant`Agata De` Goti ed
a Napoli ed ha un ceppo ad Alliste nel leccese, dovrebbe derivare dal toponimo
Tufo (AV).
integrazioni fornite da Fabio Paolucci - Salerno DEL TUFO - Baroni, poi Marchesi, di Tufo Del Tufo è diffuso a macchia di leopardo su tutto il territorio nazionale, ma presenta principalmente tre picchi d'intensità nel beneventano, ad Airola e Sant'Agata dei Goti, nell'area del napoletano, e nei comuni leccesi di Alliste, Matino e zone limitrofe. Come attesta la documentazione relativa ai vari ceppi Del Tufo, il cognome sembrerebbe con certezza trarre origine dalla toponomastica. E' questo, ad esempio, il caso dei del Tufo baroni, poi marchesi, di Tufo, attualmente comune della provincia di Avellino: in questo borgo si stabilì nel XIII il capostipite, Simone, originario di Aversa e di famiglia normanna, che divenne primo Barone di Tufo e nel 1269 fu armato Cavaliere da Carlo I di Sicilia. I discendenti di Simone presero il cognome del Tufo dal nome del feudo in loro possesso. Verso gli inizi del '600, un ramo di questa potente e nobile famiglia di guerrieri si trasferì a Benevento, città che già aveva intessuto rapporti di alleanza con i del Tufo soprattutto nel 1571, quando il barone Giovan Vincenzo del Tufo aveva combattuto al fianco dei beneventani nella battaglia delle Curzolari. A Benevento, da Simonetto del Tufo (ante 1578 + 6-3-1643) nacque Carlo, Patrizio di Aversa e Patrizio di Benevento, divenuto Marchese il 19-6-1657. Maestro di campo spagnolo in Lombardia, Consigliere di Stato del Regno di Napoli, Capitano Generale d'artiglieria e Governatore delle armi della Calabria, Consigliere Collaterale nel 1657, Governatore del Principato Ultra nel 1662, Governatore e Capitano Generale del Molise nel 1667, Carlo passò alla storia soprattutto per essere stato protagonista di un tragico episodio: l'aver egli trucidato in Benevento, nell'autunno 1642, l'innocente bellissima sua moglie e cugina Elena del Tufo (figlia di Fulvio Barone di San Cipriano, Patrizio di Aversa, e di Ippolita Carmignano, sposata il 16-2-1631), soltanto perchè ingiustamente sospettata d'infedeltà. Per dimenticare l'orribile tradedia familiare, Carlo militò valorosamente al servizio di Filippo IV e di Carlo II, conquistando alti gradi della milizia e sfidando la morte in ardite imprese. Il figlio Antonio, causa indiretta della tragedia, seguì le orme paterne, restando poi vittima del disastroso terremoto del 1688. Sempre nel capoluogo sannita, nella seconda metà del XVIII, dallo stesso nobile casato nacque Domenico, insigne drammaturgo. I del Tufo si sono distinti nel corso dei secoli in vari rami aristocratici in Campania ed in Puglia, dando luogo ad una ricca genealogia tuttora fiorente. |
DEL TURCO | Del Turco ha un piccolo ceppo nel fiorentino ed uno tra aquilano e romano, si dovrebbe trattare di una forma patronimica, dove il Del- sta per il figlio del, riferito ad un capostipite, il cui padre fosse di origini saracene, cosa più probabile per il ceppo abruzzese, o, più semplicemente, avesse partecipato alle campagne militari del 1500 contro i Turchi. |
DE LUCA | Diffuso massicciamente in tutt'Italia, deriva dal nome Luca. |
DE LUCI
DE LUCIO DE LUCIS DE LUZI |
De Luci, assolutamente molto raro, ha un piccolissimo ceppo a Fasano nel brindisino, De Lucio è quasi unico, De Lucis ha qualche sparuta presenza nel basso Piemonte e nel savonese, De Luzi, molto raro, ha qualche presenza nel Piceno e qualcuna a Velletri e Tivoli nel romano, dovrebbero derivare, direttamente o tramite alterazioni dialettali, dal fatto che i capostipiti provenissero dalla Gens Lucia, probabilmente come liberti. |
DE LUCIA
DI LUCIA |
De Lucia è un cognome panitaliano, con massima diffusione nel romano, nel teatino, in Campania, soprattutto nel casertano e nel napoletano, in Puglia ed in Basilicata, Di Lucia ha un ceppo laziale nel romano, frusinate e latinense, uno campano, nel casertano e salernitano ed uno siciliano nel palermitano ed agrigentino, possono avere origini diverse, da quelle da toponimi contenenti la radice Lucia, come ne esistono ovunque in Italia, ed in questo caso il De ed il Di hanno funzione di indicatori di provenienza, a quelle di tipo matronimico dove il De ed il Di hanno funzione di figlio di. |
DELUGAN | Tipico trentino, della val di Fiemme, tra Predazzo e Tesero, dovrebbe derivare dal cognomen latino Lucanus, nome imposto usualmente dai latini ai figli nati all'alba, con questo nome ricordiamo: "Marcus Annaeus Lucanus, poeta, natus Cordubae 39 post Christum. natum., filius M. Annaei Melae fratris Lucii Annaei Senecae, educatus Romae. ", tracce di questa cognominizzazione le troviamo nel 1700 a Panchià (TN). |
DE LUIGGI
DE LUIGI DELUIGI DI LUIGI DILUIGI |
De Luigi ha un ceppo a Rimini ed uno a Ferrara, presenze significative, probabilmente secondarie in Lombardia e Piemonte ed a Roma, Deluigi, molto raro, ha un ceppo nel riminese a Rimini e Verucchio ed uno sardo a Dorgali nel nuorese, De Luiggi, quasi unico, è probabilmente dovuto ad un errata trascrizione del precedente, probabilmente alterata dal dialetto, Diluigi è unico ed è riminese, Di Luigi ha un ceppo a Riccione (RN), uno nel teramano a Teramo, Montorio al Vomano e Civitella del Tronto ed a Pescara, uno a Roma ed uno a Sant`Antimo nel napoletano, derivano da forme patronimiche del nome Luigi, stanno cioè per la famiglia del figlio di un Luigi, della forma alterata De Luiggi si hanno tracce almeno dalla seconda metà del 1700 nel mantovano con l’arciprete di Ostiglia un tale De Luiggi. |
DE LUIS
DE LUISE DE LUISI DELUIS DELUISE DELUISI DI LUISE DI LUISI |
Deluis è praticamente unico, De Luis è assolutamente rarissimo
e sembrerebbe della provincia di Sondrio, Deluise è quasi unico
ed è quasi sicuramente dovuto ad errori di trascrizione di De Luise
che ha un ceppo a Napoli, Casamicciola Terme (NA), Gricignano di Aversa
(CE), Lacco Ameno (NA), Salerno e Praiano (SA), con un piccolo ceppo anche
a Spinoso nel potentino, Deluisi è unico, De Luisi è specifico
di Bari, Di Luise è tipico del casertano, di Gricignano di Aversa
in Particolare e di Marcianise, con un piccolo ceppo anche a San Salvatore
Telesino nel beneventano, Di Luisi, quasi unico, è meridionale,
dovrebbero tutti derivare da forme patronimiche, dove il prefisso De-
o Di- stiano per il
figlio di, riferito a capostipiti, i cui padri si fossero chiamati
con varie modificazioni dell'aferesi del nome medioevale Aloisius.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi L'origine di questi cognomi va ricercata nel nome medievale Luise o Luisi, una delle tanti italianizzazioni, cioè, del personale germanico Ludwig, che, composto dagli elementi hrod (gloria, fama) e wig (guerra), può essere tradotto come glorioso in guerra (vedi anche Aloisi). Per quanto riguarda i cognomi in questione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni dei nomi personali dei capostipiti. |
DE LUSSU
DELUSSU |
De Lussu, assolutamente rarissimo, è sardo, Delussu sembra specifico del nuorese, di Dorgali e Orosei, dovrebbero derivare da un antico nome di località, ma è pure possibile un collegamento con il termine sardo lussu attraverso un soprannome ad indicare una condizione particolarmente agiata della famiglia. |
DEL VACCHIO | Molto raro è specifico del napoletano e avellinese. |
DEL VAI
DELVAI |
Del Vai, praticamente unico, è del veronese, Delvai è tipico del Trentino, di Carano, Cavalese e Castello Molina di Fiemme, e di Bolzano e Trodena in Alto Adige, dovrebbe trattarsi di forme patronimiche dove il Del- iniziale sta per il figlio di, riferito ad un capostipite ilk cui padre si fosse chiamato Vaius, Vai in dialetto, (vedi VAI). |
DEL VECCHIO
DELVECCHIO |
Del Vecchio è tipico della zona centro meridionale d'Italia, Delvecchio
ha un ceppo tra milanese e bergamasco, uno tra ravennate, forlivese, riminese
e pesarese, ed uno tra foggiano, barese e brindisino, derivano da
forme patronimiche relative a capostipiti figli di uno di nome o con soprannome
Vecchio, troviamo tracce di una famiglia
Del Vecchio a Firenze fin dal 1200.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi Sull'origine di questi cognomi confluiscono per lo meno due ipotesi, che, sommate l'una all'altra, ne giustificano l'elevata diffusione nel paese. Da una parte, innanzitutto, è molto probabile una derivazione dal soprannome o nome medievale Vecchio, che, di regola, veniva attribuito al più vecchio o al più grande fra due parenti con lo stesso nome (per una spiegazione più approfondita, vedi Vecchi). In molti casi, però, va notato che i cognomi Del Vecchio e Delvecchio appartengono ad antiche famiglie ebreo-italiane, che, a quanto si dice, abitano in Italia ormai da moltissimi secoli - presumibilmente fin dai tempi della cattura di Gerusalemme da parte dei romani (anche se, a ben vedere, non sono escluse delle successive ondate migratorie): in questo senso, si racconta che ai tempi dell'emigrazione ebreo-sefardita in Italia - dal 1492 in poi - molte delle vecchie famiglie ebreo-italiane adottarono il cognome Del Vecchio o Delvecchio per meglio distinguersi dalla nuova ondata migratoria di ebrei (di provenienza spagnola o portoghese), come a voler rivendicare un'appartenenza più antica alla comunità ebraica d'Italia - ma, forse, anche per evitare discriminazioni o persecuzioni di natura antisemita, come poteva accadere agli ebrei espulsi dalla Penisola iberica. |
DEL VENEZIANO | Del Veneziano, assolutamente rarissimo, sembrerebbe tipico di Carrara e di Serravezza nel lucchese, l'origine del cognome dovrebbe essere intuitiva, cioè derivare dal fatto che il capostipite fosse stato figlio di un veneziano, in epoca medioevale tra Carrara e Venezia vi furono periodi alternativamente di fedele collaborazione e di fiera ostilità. |
DEL VERME | Del Verme, molto raro, è specifico del salernitano, di Torchiara e Battipaglia, si dovrebbe trattare di un ramo cadetto della famiglia veronese dei Dal Verme (vedi DAL VERME), un esponente di quella famiglia il Conte Filippo Dal Verme andò in meridione verso il 1400, per sposare Antonia Monforte dei Duchi di Laurito, servì in guerra la casa D'Angiò ed ottenne dalla regina Giovanna II d'Angiò, Regina di Napoli, Gerusalemme, Sicilia ed Ungheria, il feudo di Alfano nel salernitano, feudo che venne successivamente confermato dal Re Alfonso d'Aragona. |
DEL VESCOVO
DEL VISCOVO DE VESCOVI DE VESCOVO |
De Vescovi, molto raro, è presente a macchia di leopardo in tutta l'Italia settentrionale, De Vescovo è praticamente unico, Del Vescovo ha un ceppo laziale a Alatri (FR), a Roma ed a Poggio Moiano (RI) ed un ceppo pugliese a Molfetta (BA), Del Viscovo, abbastanza raro, è tipico di Grottaminarda (AV), dovrebbero derivare da soprannomi legati a rapporti di vario genere, quali dipendenza o vicinanza con un vescovo o anche a caratteristiche fisiche o comportamentali. |
DEL VINCIO | Molto raro, potrebbe essere originario della Toscana ed in particolare dei suoi confini meridionali |
DEL VO
DEL VO' DELVO DELVO' |
Sembrerebbero tutti decisamente lombardi, Del Vo è quasi unico, così come l'altrettanto raro Delvo e Del Vò, Delvò, il meno raro, sembrerebbe del cremonese e del mantovano, dovrebbero stare ad indicare l'origine dei capostipiti dal paese di Vhò nell'alessandrino o Vho nel cremonese. |
DE MAESTRI
DEMAESTRI |
Demaestri, molto raro, è tipicamente piemontese, dell'alessandrino in particolare, De Maestri ha un ceppo ligure tra Genova e Spotorno (SV), ed in Lombardia uno a Pieranica (CR) ed uno a Fusine (SO), dovrebbero derivare dall'attività di mastri artigiani svolta dalla famiglia, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Fusine nella seconda metà del 1600 con Giovanni Pietro De Maestri fu Simone, decano della comunità di Fusine. |
DE MAGGI
DE MAGGIO DE MAIO DE MAJO DI MAGGIO DI MAIO DI MAJO |
De Maggi, molto raro, è del centro Italia, di Roma in particolare, De Maggio ha un ceppo salentino ed uno messinese, De Maio è tipicamente campano, De Majo, estremamente raro, sembrerebbe campano, Di Maggio è diffuso nel Lazio, Campania, Puglia e Sicilia, Di Maio, ha un nucleo campano ed uno nell'area situata all'estremità occidentale della Sicilia, Di Majo parrebbe palermitano, dovrebbero derivare dal nome medioevale Maggio (vedi MAGGI) e riferirsi a famiglie di capostipiti il cui padre si fosse chiamato Maggio o Majo, quelli di Maggio o Majo. Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo ad esempio in Sicilia in un testamento della prima metà del 1300: "...item quondam domino Rinaldo de Thermis sive suis heredibus uncias sex; Item Simoni de Maggio de Cammarata sive suis heredibus uncias octo...". |
DE MAGISTRIS
DEMAGISTRIS |
De Magistris ha un ceppo in Lombardia ed uno nel napoletano, Demagistris, assolutamente rarissimo, parrebbe piemontese, dovrebbero derivare dal fatto che la famiglia apparteneva ad una corporazione artigiana da magister (mastro artigiano) de magistris starebbe per quelli dei mastri artigiani. Tracce di questa cognominizzazione le troviamo ad Asti nella seconda metà del 1200 con il notaio Guglielmo De Magistris e a Bergamo nella seconda metà del 1500: "...Paulus de Magistris congregationem vocavit, et dixit loqutum fuisse cum Domino magistro capelle qui precipit ei ut nomine ipsius congregationi excusationem faceret atenta ocupatione in Sancto Petro..." e a Fusine (SO) nella seconda metà del 1600 con un certo Giovanni Pietro de Magistris fu Simone, decano di quel comune. |
DE MAGLIE | De Maglie è tipicamente pugliese, di Minervino di Lecce nel leccese, di taranto e di Manduria (TA) in particolare, il De dovrebbe indicare la provenienza del capostipite dalla città di Maglie nel leccese. |
DE MAIOLO | Molto molto raro è specifico di Brusciano (NA) e dintorni, dovrebbe derivare dal nome gallico Maiolus o Majolus di cui abbiamo un esempio in epoca tardo romana: "Maiolus patria Aruernensis, archidiaconus Matiscensis, ex morbo luminibus orbatus est: visum tamen compluribus prodigiose restituit." o anche poi in un atto di vendita del 1206: "...a mane Sanctus Maiolus, a meridie morticia, a sero via et in parte Belloni, ab aquilone comes Amselmus..." , tracce di questa cognominizzazione le troviamo nella seconda metà del 1400 con Laurentius Maiolus autore del De gradibus medicinarum. |
DE MAIORIBUS | Assolutamente rarissimo, parrebbe molisano.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli è un cognome rarissimo, presente nel solo comune di S. Croce di Magliano (CB). E' uno di quei cognomi patronimici che hanno mantenuto fonemi o nessi latini, come per es. De Dominicis, De Iuliis, De Sanctis, De Vincentiis ecc. In epoca romana i 'Maiores' erano 'gli antenati', quindi il cognome, tradotto letteralmente, significa: (discendente) dagli antenati. Il cognome si è mantenuto nella forma latina probabilmente per la grande importanza che la religione romana attribuiva al culto degli avi. |
DEMALDE
DEMALDE' |
Demalde, quasi unico, è dovuto ad errori di trascrizione di Demaldé,
che è tipico dell'area parmense, con Busseto, Fontanellato e Salsomaggiore,
e piacentina, con Villanova sull'Arda e Piacenza.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli Demaldè è cognome piacentino. Per Olivieri 196 deriva dalla formula antica Dio-mel-dè (Dio me lo ha dato), già presente come nome a S. Bonifacio nel 1544. (n.d.r.: nel 1260 a Guercinoro Ravenna troviamo, citato in un atto, un tale Diomelde figlio di Salomone da Guercinoro) |
DE MARCA
DI MARCA DIMARCA |
De Marca, molto raro, parrebbe del potentino, di Potenza e Tramutola, Di Marca è decisamente siciliano, di Caltanissetta, Catania e Pietraperzia nell'ennese, Dimarca, quasi unico, è del nisseno, dovrebbe trattarsi di forme patronimiche, dove il De- ed il Di- stanno per il figlio di, riferito a capostipiti i cui padri si chiamassero Marke o la cui madre si chiamasse Marca o Marka., dei quali nomi l'uso, a titolo di esempio è riportato in una Carta commutationis dell'anno 1150: "...idest omnes casas et res territorias proprias seu libellarias, reiacentes in locis et fundis Paneinsacco et Fossadolto aut in eorum territoriis, quas ipse domnus Anselmus emit a filiis quondam Marke si qui fuit dictus Partimaccum ...", ma è pure possibile una derivazione dal termine medioevale germanico marka o marha (terra) ed in questo caso i cognomi intenderebbero un'origine contadina dei capostipiti. |
DE MARCANTONIO
DI MARCANTONIO |
De Marcantonio è quasi unico, probabilmente laziale, Di Marcantonio è specifico della zona abruzzese, laziale, di Pescara e Montesilvano nel pescarese, di Teramo, Roseto degli Abruzzi, Cellino Attanasio, Morro d'Oro, Giulianova ed Arsita nel teramano, e di Sulmona nell'aquilano, e di Roma soprattutto e Civitavecchia nel romano, e di Aprilia e Latina nel latinense, si dovrebbe trattare di forma patronimiche, dove il De- ed il Di- stanno per il figlio di, riferito a capostipiti i cui padri si chiamassero con il nome Marcantonio (vedi MARCANTONI). |
DE MARCHI
DEMARCHI DE MARCHIS DEMARCHIS DE MARCO DEMARCO |
De Marchi è diffuso in tutto il nord, Veneto in particolare, e nel Lazio, Demarchi ha un nucleo piemontese, un piccolo ceppo ligure, uno trentino ed uno tra Gorizia e Trieste, De Marchis è specifico della zona che comprende le province di Roma e Latina, Demarchis, molto molto raro, parrebbe dell'astigiano, De Marco è molto diffuso in tutt'Italia, Demarco sembra essere del barese, derivano tutti dal nomen latino Marcius, Marcia era, tra i nomi di clan, uno dei più popolosi della Latinità, starebbe ad indicare quelli dei Marchi cioè gli appartenenti a quella famiglia. |
DE MARI
DEMARI DI MARI DIMARI |
De Mari ha un ceppo nel trevisano e bellunese ed uno nel napoletano, Di Mari è tipicamente siciliano del siracusano, di Rosolini, Lentini, Siracusa e Carlentini, Demari e Dimari sono quasi unici, dovrebbero derivare da forme aferetiche del nome germanico Ademar o Adimar, a loro volta nati dai termini medioevali germanici adal (nobiltà) e mari (celebre, noto), con il significato di persona celebre per la sua nobiltà. |
DE MARIA
DEMARIA DI MARIA DIMARIA |
De Maria è presente a macchia di leopardo in tutta Italia, particolarmente al sud e soprattutto nel napoletano, Demaria invece è tipico del Piemonte, torinese e cuneese in particolare, anche se presenta un piccolo ceppo autonomo in Lombardia e nel bolognese, Di Maria ha un grosso nucleo in Sicilia, ma ha ceppi anche nel brindisino, nel foggiano, beneventano e molisano, nel napoletano e nel romano e latinense, Dimaria, assolutamente rarissimo, è dovuto ad errori di trascrizione del precedente, si dovrebbe trattare di cognomi matronimici, cioè derivati dal nome della madre del capostipite, ma è anche molto probabile una derivazione geografica, ad esempio dal nome della Pieve di provenienza dedicata alla Madonna in una delle sue varie forme. come potrebbe essere Maria Ausiliatrice, Maria Delle Grazie, Maria Del Ponte ecc., tracce di questo tipo di cognominizzazione le troviamo ad esempio a Meda (MI) in un resoconto giudiziario Sindicatus comunis Brusii pro removendo Reverendo domino presbitero Augustino de Meda curatoBrusii a cura 1531 die 25 septembris: "...constituerunt et ordinaverunt ac fatiunt constitunt et ordinant suos et dictorum hominum et vicinorumde Bruxio certos missos nontios sindicos et legiptimos procuratores et quod quod melius dici posunt videlicet dominum Christoforum de Maria de Ponte, dominum Iohannem filius quondam domini Viviani...". |
DE MARINIS
DE MARINO DEMARINIS DI MARINO |
De Marinis ha un ceppo napoletano, uno principale nel barese ad Acquaviva Delle Fonti, Bari, Spinazzola, Noci, Putignano, Rutigliano e Monopoli, ed uno a Ruffano (LE), Demarinis è specifico del barese, di Acquaviva Delle Fonti, Putignano e Rutigliano, De Marino ha un ceppo tra napoletano e salernitano ed uno nel barese, Di Marino è più spiccatamente campano, del napoletano, salernitano ed avellinese, con presenze significative anche in Abruzzo e nel Lazio, dovrebbero derivare dal cognomen latino Marinus. Troviamo tracce di queste cognominizzazioni nel materano nel 1600 quando i De Marinis, nobile casato genovese di origine spagnola trasferitosi a Napoli nel 1600, figurano tra i feudatari più importanti. |
DE MARIO
DEMARIO DI MARIO DIMARIO |
De Mario ha un ceppo nel bellunese a Santo Stefano di Cadore ed uno nel
barese a Valenzano, Capurso e Bari, Demario è praticamente unico,
Di Mario ha un grosso nucleo tra Lazio, Abruzzo e Molise, con massima concentrazione
nel romano e nel frusinate, ha un ceppo nel barese ed uno nella Sicilia
orientale, Dimario è quasi unico.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi L'origine di questi cognomi va ricercata nel nome medievale Mario, la cui diffusione in Italia deve molto al culto della Vergine Maria (vedi De Maria): per secoli, infatti, si è ritenuto che Mario fosse il maschile del nome Maria, ma la sua vera origine, in realtà, è precristiana e il suo significato, al giorno d'oggi, è molto incerto e discusso. Per quanto riguarda i cognomi in questione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni dei nomi personali dei capostipiti. |
DE MARTA | De Marta, assolutamente rarissimo, sembrerebbe originario del sud Italia, con un possibile ceppo nel reggino ed uno nel casertano, anche se esistono tracce molto antiche di questa cognominizzazione anche in Lombardia, come si evince da una Cartula venditionis dell'anno 1180 a Pavia: "...in parte iuris eorum, que esse videntur in Campanea Papie , in via Fura, et est suprascripta pecia de vitibus cum area sua pertice quatuor et tabule sedecim, ex qua datur omni anno fictum denarios decem ecclesie Sancti Andree de Broilo; coheret suprascripte pecie de vitibus: ab una Alberti Gratalis, ab alia Martini de Martha, a tercia via Fura, a quarta Iohannes de Gunterio sive ibi alie sint coherencie, omnia cum omnibus inintegrum...", si dovrebbe trattare di una forma matronimica, il De sta per figlio di, riferita alla famiglia di discendenti di una tal Martha o Marta. |
DE MARTIIS
DE MARTIS DE MARZI DE MARZIIS |
De Martiis ha un ceppo piemontese ed uno romano, De Martis, presente in tutt'Italia ha solo un ceppo romano ed è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione del precedente, De Marziis è unico e dovrebbe anch'esso essere stato originato da un errore, De Marzi, il più diffuso ha un ceppo lombardo a Sondrio, uno veneto nel vicentino ad Arzignano e Carrè con un ceppo anche a Venezia, ma il ceppo principale è a Roma e nel romano a Marino e Velletri, tutti questi cognomi dovrebbero derivare da patronimici, il De sta per della famiglia dei, del nome Martius o Marcius, ricordiamo un re di Roma, appartenente a questa famigliA, Anco Marzio. |
DE MARTINI
DEMARTINI DE MARTINIS DEMARTINIS DE MARTINO DEMARTINO |
Demartini è specifico del genovese, alessandrino e torinese, Demartinis è quasi unico, De Martini, ha un ceppo nella zona che comprende il genovese, l'alessandrino, il pavese ed il milanese, un ceppo nel basso bellunese ed uno di origine genovese nel cagliaritano, De Martinis ha un ceppo nel teramano ed uno nel foggiano, De Martino, tipico campano, del napoletano in particolare è presente in tutto il sud e nel Lazio, Demartino è assolutamente rarissimo, derivano tutti dal cognomen latino Martinus di cui abbiamo un esempio nel Codice Diplomatico Bresciano nell'anno 1178: "...Loterius et Maifredus germani, filii quondam Alberti de Calcaria, et Martinus, filius quondam Obizonis ...". Troviamo tracce di queste cognominizzazioni ad Asolo (TV) nel 1400 con Alvise de Martini cancelliere di Caterina Cornaro reina de Jerusalem Cypri et Armeniae, a Milano nel 1500 con il notaio Jacomo de Martini. |
DEMARTIS | Demartis è un cognome tipicamente sardo, distribuito in tutta la
Sardegna, ma particolarmente al nord, cognome nobile, con il titolo di
Cavaliere ereditario attribuito a Giovanni Angelo Demartis nel 1646, con
possibilità di fregiarsi del distintivo Don.
Arma: di rosso al cavallo d'argento scalpitante la coda e criniera irte e la zampa anteriore destra alta sopra al mare al naturale nella punta dello scudo (tratto dal Dizionario Storico Feudale, pubblicato da Vittorio Prunas Tola) . Improbabile una derivazione dal vocabolo sardo martis (martedì), più probabile una connessione con il nome medioevale Martius. integrazioni fornite da Giuseppe Concas DE MARTIS; DEMARTIS: De Martis, proveniente da Martis. Nel vocabolario sardo geografico, patronimico ed etimologico del canonico Giovanni Spano si legge: Martis - villaggio, così chiamato da un tempio dedicato a Marte, che sorgeva nella vicina collina, detta Monte Francu, dove tuttora si vedono i ruderi. I popoli vicini li appellavano Mertenses (sic). Nel Di. Sto. Sa. Di Francesco Cesare Casula troviamo Martis, centro abitato, probabilmente dal latino Mars = Marte, forse per la presenza nel luogo di un tempio dedicato al dio della guerra. In passato è stato un centro abitato molto fiorente, oggi Martis è un paesino di 630 anime, della Sardegna settentrionale, in provincia di Sassari, nella regione storica dell'Anglona, che si affaccia sul golfo dell'Asinara. Le sue origini risalgono al periodo punico e fu villa romana prima e medioevale poi, appartenente alla Curadorìa d'Anglona del Giudicato di Torres e fu possedimento privato dei Doria, poi fece parte del regno di Sardegna catalano -aragonese. Gli abitanti di Martis parteciparono alla Corona de Curadorìa (assemblea) per la Pace di Eleonora del 1388. Il cognome è presente nelle carte antiche della Sardegna. Nella storia ricordiamo De Martis Comita, vescovo dell'antica diocesi di Ampurias (oggi Tempio - Ampurias) dal1170 al 1179: anno in cui lo troviamo al Concilio Lateranense III°. Gli successe De Martis Pietro. Un altro De Martis Pietro, fu vescovo della Diocesi di Santa Giusta, nel regno giudicale di Arborea, dal 1228 al 1237. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE del 1388, troviamo: Demartis Nicolao, jurato ville Sune(* SUNE.Suni. Contrate Castri Serravallis); Martis (de) Anthonio, ville Burgi (* Burgi de Gociano...odierna Burgos - fondata da Mariano IV, padre di Eleonora. Curatorie de Anella); Martis (de) Anthonio, ville Sammungleo ( * Sammungleo.odierno Samugheo. Mandrolisay o Barbagia di Belvì); Martis (de) Anthonio, ville Silano ( * SILANO....distrutto - Curatorie de Marghine de Gociano. (da non confondere con l'odierno Silanus); Martis (de) Arsocho, jurato ville Birore ( * BIRORE.odierno Birore. Curatorie de Marghine de Gociano); Martis (de) Bartholomeo, ville Genone ( * Genone .odierno Genoni (contrate Laconi et Partis Alença); Martis (de) Comita, ville Sammungleo; Martis (de) Fuliato, jurato ville Laconi (** Laconi.et Contrate Partis Alença et etc. seu Atara Barçolo, officiali Curatorie de Parte Alença. In posse Penna Ambrosii et filii Guiducii (Penna) notari...die XII januarii 1388.( nisi pastores bestiarium et etc.); Martis (de) Gomita - ville Terrenove ( ** Terranova et Fundi de Montis (Olbia e Monti). Sempre De Yola Petro et Filio Guantino di Sassari, notai imperiali( 15 - gennaio - 1388). Habitatoribus Fundi Montis...XV Januarii 1388; in posse ...); Martis (de) Gosantino - ville Terrenove; Martis (de) Gosantino - ville Terrenove; Martis (de) Gunnario, ville de Sardara (** SARDARA MONTIS REGALIS...11 GENNAIO 1388, et ego...Gadulesu Margiano habitator velle Sardara, sindicus actor et procurator universitatis Contrate Montis Regalis et villarum et etc. In posse Virde Andrea, Virde Joanne, de Civitate Sasseri, notarii publici, die XI Januarii 1388); Martis (de) Joanne - ville Terrenove; Martis (de) Joanne - ville Terrenove; Martis (de) Joanne, jurato ville Sedilo ( * Sedilo.odierno Sedilo. Contrate Partis de Guilcier); Martis (de) Joanne, majore ville Fonte. * Fonte.distrutto .della Diocesi di Dolia. Barbagie Ollolai et Curatorie Austis); Martis (de) Joanne, ville Masudas ( * Masudas.odierno Masullas; Masuddas. Partis de Montibus; Martis (de) Joannes, ville Sasseri ( ** Sasseri.Sassari. Et nos Pugioni Anthonius et De Lacon Salatinus, cives Sasseri, sindici, actores et procuratores.Marringoni Arsòcus potestas ac capitanus civitatis Sasseri. Omnes cives congregatis in civitate Sasseri, apud ecclesiam Sancte Caterine.presentibus Corda Jacobo, Magnispesa Francisco, De Mascara Francisco. In die XIII mensis Januarii MCCCLXXXVIII - 1388); Martis (de) Juentinu, jurato ville Açàra (* Açàra .odierno Atzàra. Mandrolisay e Barbagia di Belvì); Martis (de) Murrone, ville Ecclesiarum (** Villa Ecclesiarum.odierno Iglesias. Et ego De Nelli Pelipaparius Ludovicus, civis et habitator terre et Ville Ecclesiarum.sindicus, procuratoruniversitatis Ville Ecclesiarum.seu a Formenyino Joanne, capitano, camerlengo Ville Ecclesiarum di Sigerro. Omnibus habitatoribus dicte terre Ville Ecclesiarum, congregatis in Curia Magna.in posse Virde Andree, quondam Virde Joannis de Civitate Sasseri.nona die januarii 1388); Martis (de) Oguito, ville Orgosolo (* Orgosolo...odierno. Curatorie Dore); Martis (de) Paulus, ville Sasseri; Martis (de) Petro, Curie de Sacargia ( * Curie de Sacargia.curia di Saccargia: distrutto - presso Codrongianus (Spano); Martis (de) Petro, jurato ville Fodrongiani ( * Fodrongiani.odierno Fordongianus. Contrate Partis Varicati - Barigadu); Martis (de) Philipo, jurato ville Sammungleo; Martis (de) Valganuçu, ville Bangios (* Bangios.villaggio distrutto(contrate Anglona - Chiaramonte); Martis (de)Serio, ville Macumerii ( *** MACUMERII et Curatorie de Marghine de Gociano.Macomer etc. In posse Chelis Simonis, notarii publici...die XII Januarii 1388); Martis Petro, ville Mumutata ( * Mumutata...l'odierna Mamoiada. Barbagie Ollolai et Curatorie de Austis); Martis(de) Gonnario, jurato ville Solarussa ( * Solarussa .odierno Solarussa. Campitani majoris); Martis(de) Guantino - de Castri Januensis(Castelsardo); Martis(de) Joanne, jurato ville Magumadas (* MAGUMADAS - Magomadas. Contrate Castri Serravallis); Martis(de) Petro, jurato ville Orteddi ( * Orteddi.Oroteddi.odierna Orotelli - Curatorie Dore); Martis(de)Petro, ville Dualche ( * Dualche.odierna Dualchi. Curatorie de Margine de Gociano). Nel Con daghe di San Pietro di Silki, XI°, XIII° secolo, figurano: Martis (de) Donnantine, testis ( 102): teste in una lite (kertu) per la partizione della servitù; Martis (de) Gosantine donnu e maiore de Scolca - comandante della guarnigione di guardia ai confini (28/95/97/105/111/112/114/129/140), teste in diversi capitoli, donazioni, partizioni di servitù, etc.; Martis(de) Barusone(25), testis parthizione de servis - teste in una partizione di servi: Ego presbiteru Petru Iscarpis ki ponio in ecustu Condake de scu. Petru de Silki, pro ca mi la furait Petru Tecas a Nastasia de Funtana.(Petru Tecas mi ha preso Nastasia de Funtana.).sene mi la peter (senza chiedermela).Testes: Therkis de Nureki, Barusone de Martis, Jorgi de Iscanu, Egithu de Seuin, Mariane de Nureki; Martis(de) Dericcor (45) kertu de servis( teste in una lite per la partizione della servitù); Martis(de) Gosantine(28), teste in una donazione(postura): sendevi a testimonju (essendo testimone). Nel Condaghe di San Nicola di Trullas, CSNT, XI°, XIII° secolo figurano diversi De Martis: Barusone de Martis (60), teste in una compera: comporaili ad Içoccor de Serra terra in Colletariu (regione tra Trullas e Semestene), tenende a ssa ki li comporararat su donnu maiore a Niscoli de Serra( confinante con la terra comprata dal giudice da Niscoli de Serra). Et ego dei bili .I.eba.(ed io gli diedi in cambio una cavalla). Testes: Barusone de Martis et Comita de Nurki. ; De Martis Pretiosa e De Martis Iorgia (sorelle - 298), cugine di Petru e di Comita; Pretiosa fa una donazione a San Nicola: ego Pretiosa de Martis ki ponio a Sanctu Nichola de Trullas phartones de sa terra in quo las aveat in Cosedin( dono a San Nicola la mia parte di terra che avevo in Cosedin - l'attuale Cossoine). Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, XI°, XIII° secolo, abbiamo ben 12 persone di cognome De Martis, tra i quali citiamo: Martis de Arzocco (24/172/178/180), curatore di Simaxis prima e successivamente di Ortueri; il curatore era ufficiale amministrativo e giudiziario di una Curadorìa(Distretto Territoriale Amministrativo e Giudiziario) e presiede la Corona de Curadorìa, cioè il Tribunale. De Martis Barisone (14), teste in una donazione (detj) di donnu Mariane de Gunale a Santu Petru de Bitoni; De Martis Comita, arcivescovo di Arborea(110/125), teste in uno scambio: Terico Melone fuit servum de iudice et ego petivillu; et ipse prohonore suo dedimillu.De Martis Gosantine, filiu a Petru(donnu), curatore de Sia (171/178). De Martis Petru (33/179) vescovo di Santa Giusta. Etc. nel testo del Fara - Ioannis Francisci Farae, "In Sardiniae Chorographiam", il centro abitato di Martis figura in tre posti: 1°) nel cap. "de natura e bonitatae soli" - Paeterea in regione Logudori.sunt multa campestria loca, sed insigniores planities.Melae, Martis, Milis.etc. 2°), nel cap. de fluviis - lumen aliud oriens ex monte Leddas .decurrit per regionem Anglonis inter oppia Martis et Nulvi.in fluvium Cocinae (Coghinas) se effundit (sfocia); 3) - al cap. sulla ( elenco dei centri abitati della)Diocesi di Ampurias: - .Ostiae de Montibus, Baptanae, Orriae Magnae et Orriae Parve cum castro Burgis cuius oppidulum extat et alia semptem, Nulvis, Claramontis, Martis, etc. Come cognome il "De Rebus Sardois II°, nel cap. Pisani, Genuenses et Musactum, nella parte ultima dedicata agli arcivescovi e vescovi sardi, riporta: anno 1175 - Comita de Martis episcopus Ampuriensis; anno1187 - Petrus de Martis episcopus Ampuriensis; anno 1224 - Petrus de Martis episcopus Sanctae Iustae. Nel "De Rebus Sardois III°", in calce al cap. Ioannes Rex, dedicato a Giovanni re d'Aragona, succeduto al padre Pietro I° il Cerimonioso, dopo la sua morte, nel 1387, sono citati i più insigni presuli sardi: His Ionnis regis temporibus insignes paesules in Sardinia infrascripti fuere: .anno1391 - Ioannes de Martis episcopus Sorrensis (della diocesi di Sorres). Per la cronaca: Re Giovanni morì il 18 maggio del 1396, cadendo da una mula nelle campagne di Castellon, e gli succedette, nello stesso giorno, al trono (dei regni di Aragona, Sardegna e Corsica) il fratello Martino. Nella storia ricordiamo inoltre, Demartis fra' Salvatore Angelo Maria, vescovo della Diocesi di Galtelì e Nuoro, dal 1867, al 1902. Durante il suo vescovado, fu eretta nel monte Ortobene la statua del Cristo Redentore. Attualmente il cognome De Martis è presente in 102 Comuni italiani, di cui 24/377 in Sardegna( si badi bene: non vi sono relazioni, se non per pochi emigrati in Continente, tra i De Martis sardi e quelli della Penisola, anche se la voce "martis", sia nella Penisola che nell'Isola, presenta la stessa radice): Quartu S. E. 20, Cagliari 19, Alghero 10, Macomer 8, Oristano 6, etc. Demartis(valgono le osservazioni del precedente) è presente in 109 Comuni italiani, di cui 57 in Sardegna: Sassari 169, Alghero 74, Mores 52, Chiesi 45, Ossi 40, etc. |
DE MAS | De Mas è tipico del bellunese, di Lorenzago di Cadore in particolare, dovrebbe derivare dal fatto che il capostipite provenisse da località chiamate Maso, come a titolo di esempio Maso Spilzi e Maso Roncador in Trentino o Maso Corto in Alto Adige, o anche dal fatto di provenire da un maso (abitazione rurale sui monti). (vedi anche DAL MAS) |
DE MASI
DEMASI DE MASO |
De Masi è comune in Campania, Puglia e Calabria, Demasi, non comune, è tipico del reggino, De Maso, abbastanza raro, è specifico del foggiano, derivano dal nome medioevale Masus derivato o dall'aferesi del nome Tomasus o dal nome germanico Maso (Masonis), di cui abbiamo un esempio nel 1400 con il Masaccio, famosissimo pittore fiorentino: "Masus S. Johannis Simonis pietas populi S. Nicholai de Florentia". Tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Solofra (AV) nel 1400 con un certo Iuliano De Masi de Andrea citato in un atto del 1442. |
DE MASSARI | Cognome molto raro tipico del veronese, dovrebbe derivare dal fatto che la famiglia era o una discendenza di una famiglia Massari o apparteneva ad una famiglia di fattori agricoli. (vedi Massarelli) |
DE MATTE'
DEMATTE DEMATTE' |
De Mattè è assolutamente rarissimo, Demattè è tipico del trentino di Trento, Civezzano e Vigolo Vattaro in particolare, Dematte è praticamente unico, dovrebbero derivare da patronimici del nome latino Mattheus o dalla forma germanica Mathè derivati dall'ebraico Mattithyah formato da mattah (dono) e Yah (abbreviazione di Yahvé) il Dio degli ebrei. |
DE MATTEI
DE MATTEIS DE MATTEO DE MATTIO DEMATTIO |
De Mattei, molto molto raro, sembra tipico ligure, De Matteis diffuso in tutt'Italia, ha un nucleo importante nel Salento, nel foggiano, Molise, alta Campania, Lazio ed Abruzzo, De Matteo, è specifico del napoletano e casertano, De Mattio, quasi unico, è del triveneto, Demattio ha un ceppo in Trentino a Cavalese e Carano ed a Laives in Alto Adige, si dovrebbe trattare di forme patronimiche, dove il De stia per il figlio di, riferito a capostipiti, i cui padri si chiamassero con il nome medioevale Matteo, o con il suo equivalente arcaico Mattio, a loro volta derivati dal nome normanno Mathe o dal cognomen latino Matho. Tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Roma del 1500: "...porticus s. Angeli versus plateam Montanariam ubi est domus illorum De Matteis..:" e in Campania nel 1600 con il pittore Paolo De Matteis (1662 - 1728). |
DE MATTIA | Presente in tutt'Italia, sembrerebbero esserci ceppi autonomi in Lazio, Campania, Puglie e Veneto, deriva dal nome Mattia. |
DE MAURO
DEMAURO DI MAURO DIMAURO |
De Mauro sembrerebbe tipicamente pugliese, con un ceppo anche a Napoli ed a Roma, Demauro, estremamente raro, è anch'esso pugliese, del barese in particolare, Di Mauro è molto più diffuso, nel fiorentino, nel Lazio, in Campania, in Puglia e, soprattutto, in Sicilia, Dimauro ha un ceppo nel barese a Sant'Eramo in Colle nel barese ed a Vieste nel foggiano, ed uno in Sicilia a Siracusa e Ragusa, si dovrebbe trattare di forme patronimiche, dove il De- ed il Di- stanno per il figlio di, riferiti a capostipiti il cui padre si fosse chiamato Mauro,, di quest'uso abbiamo un esempio in uno scritto del decimo secolo ad Amalfi: "..Hoc opus fìeri iussit prò redemptione animae suae Pantaleo fìlii Mauri de Pantaleone de Mauro de Maurone Comite ..". |
DE MECCO
DE MICCO DI MICCO |
De Mecco, sembrerebbe unico, probabilmente si tratta di un errore di trascrizione di De Micco che è decisamente napoletano, con presenze significative anche a Caivano (NA), Volla (NA) e Caserta, Di Micco ha il nucleo principale nel napoletano a Cardito, Caivano, Afragola, Crispano, Napoli e Casoria, ha ceppi in Lazio a Sonnino (LT), Latina e Minturno, a Roma ed a Sora (FR), ed ha un ceppo nel barese a Barletta e Trani, derivano tutti dal nome Domenico (vedi Mecca) il De o Di davanti al cognome sta ad indicare il figlio di. |
DE MELAS
DEMELAS |
De Melas, assolutamente rarissimo, è sardo, Demelas, presente in
tutta la Sardegna, ha un ceppo a Stintino (SS), uno a Samugheo (OR), uno
ad Atzara (NU) ed uno piccolo anche a Cagliari, dovrebbero derivare da
un toponimo Melas ora scomparso, vicino a Guspini (CA) esiste un Nuraghe
Melas ed un fiume Melas.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas DE MELAS; DEMELAS: is o sas melas, sono le mele; più che dal latino mala, neutro plurale di malum, lo prendiamo dal greco μήλον, ma nel tardo latino troviamo anche melum/mela. In sardo sa mela, is o sas melas indicano tanto il frutto quanto l'albero. Mela e Melas sono toponimi frequenti in tutto il territorio della Sardegna. Mela de Taras, abitato scomparso: detto anche Taras (Taras è presente in Sardegna come cognome, con maggior frequenza in Gallura), fu capoluogo della omonima Curadorìa, nel regno giudicale di Gallura, fece parte dei possedimenti di Pisa ed infine del Regno catalano - aragonese di Sardegna; fu abbandonato alla fine del XIV° secolo; era ubicato in agro di Santa Teresa di Gallura. nel testo del Fara " Ioannis Francisci Farae - In Sardiniam Chorographiam -", al capitolo De Fluviis, troviamo: Flumen Mascaris oritur ex agro oppidi Salvenneris, regionis Plovacae (nasce dalle campagne del paese di Salvennero, nella regione di Ploaghe).per Campum Melae impigre excurrit (.percorre impetuoso Campo Mela). De Mela e De Melas li troviamo come cognomi nei documenti antichi della Sardegna. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE del 1388 troviamo: Mela(de) Amico, jurato ville Solarussa (* Solarussa .odierno Solarussa. Campitani Majoris); Mela(de) Gantino, ville Zaramonte ( * Zaramonte... odierno Chiaramonte. Contrate de Anglona - Chiaramente); Melas (de) Paschalino, ville Mahara (* Mahara - Barbaraquesa .Arbarei - Villamar. Contrate Marmille); Melas(de) Molentino, jurato ville de Sancto Gavino ( * Sancto Gavino. San Gavino Monreale. Montis Regalis). Nel Condaghe di San Nicola di Trullas, CSNT, XI°, XIII° secolo, sono presenti: De Mela Dorgotori (27), teste in un acquisto e membro della Commissione che stabilisce il prezzo di una vigna, in Semestene: comporaili binia perdita (una vigna lasciata in abbandono) a Gosantine Capiça, in binias de Semeston, tenendo a sa binia(confinante con la vigna di) de donnu Comita de Laccon.Testes, ki bi furun ad apreçare(quelli che ne dovevano decidere il prezzo), Simio Mabronti et Dorgotori de Mela.De Mela Ytçoccor e Mariane, fratelli (133), insieme al loro cognato Gosantine Taras, vendono una terra: comporailis a fratres De Mela, a Mariane et ad Ytçoccor et assu connatu Gosantine Taras, terra in padule (palude), tenende (confinante) assa de Andria Voço. Et devili (loro diedi) sollo decasu(un soldo di formaggio) et .III.çiricas, et .XX. cubita de pannu, et .I. berbere. Testes.(3 tele di seta e 20 cubiti di panno e una pecora. Testimoni.); De Mela Petru (96): comporaili a Petru de Mela latus (ho comprato da Petru de Mela, la metà - del servizio -) in (di)Iusta Lorica; et ego deibili (ed io gli ho dato), .I. caballu in .IIII. sollos, et .I. maiale in dsollo, et .I. bacca in .II. sollos, a boluntade de pare( ed io gli ho dato un cavallo del valore di 4 soldi, un maiale del valore di un soldo, una vacca del valore di 2 soldi, con l'accordo reciproco). Teste, Furatu Melone et Gosantine Reças. Attualmente il cognome De Melas è presente in 26 Comuni italiani, di cui 8 in Sardegna: Samugheo 3, Muros 3, Fonni 3, etc. Il cognome Demelas è presente in 105 Comuni italiani, di cui 62 in Sardegna: Atzara 75, Samugheo 62, Sassari 38, Budoni 33, Cagliari 32, etc. |
DE MENEGHI
DEMENEGHI |
Assolutamente rarissimi Demeneghi è probabilmente dovuto a errori di trascrizione di De Meneghi, sembrerebbero tipici della zona di Treviso, dovrebbero derivare da modificazioni dialettali dell'aferesi del nome Domenico. |
DE MEO
DI MEO |
De Meo è diffuso a Formia nel basso Lazio e nel foggiano, Di Meo è molto diffuso nell'area che comprende Lazio, Abruzzo, Molise, Campania e Puglia, derivano dal nome/cognome Meo (vedi Meo), tracce di questa cognominizzazione le troviamo in Sicilia in un atto del 1420 scritto in Palermo: "...Ego Aloysius de Meo de Panormo Jnperialj autoritate vbique ac regia per totum regnum Jnsole Sicilie et archiepiscopali per dyocesim Panormitanam Judex ordinarius atque notarius puplicus premissa omnia rogatus scripsi et puplicaui et meo signo signaui.... |
DE MESTRIA
DE MESTRIO MESTRI MESTRIA |
De Mestria è quasi unico, così come De Mestrio e Mestri, Mestria, comunque rarissimo, sembrerebbe avere un ceppo a Ferrandina nel materano, dovrebbero derivare dal nome della Gens Mestria, una Gens consolidata nel riminese ed in Sabina, è anche possibile una derivazione dal nome greco Mestrius, ricordiamo Mestrius Plutarchus, il famosissimo storico e biografo greco Plutarco. |
DE METRI
DEMETRI DEMETRIA DEMETRIO DE MITRI DEMITRI DI METRI DI MITRI DIMITRI |
De Metri, estremamente raro, dovrebbe essere dovuto ad errori di trascrizione
di Demetri, che ha un ceppo nel rovigoto, uno nel varesotto ed uno nel
torinese, Demetria è unico, Demetrio ha un piccolo ceppo pugliese
ed uno nel reggino, Demitri è decisamente pugliese, di Taranto e
Sava nel tarantino e di Ceglie Messapica, Francavilla Fontana e Mesagne
nel brindisino, è una forma più antica del cognome De Mitri
che è molto diffuso in tutto il Salento, soprattutto a Taranto,
Lecce, Galatone, Carmiano, Nardò, Botrugno, Copertino, Poggiardo
e Calimera nel leccese ed a Brindisi, Di Metri è quasi unico, mentre
Di Mitri ha un grosso ceppo nel Salento, a Manduria, Taranto e Pulsano
nel tarentino ed a Calimera e Corigliano d'Otranto nel leccese, ed
uno a Palermo e Monreale nel palermitano, Dimitri è anch'esso molto
diffuso a Manduria, ma è ben rappresentato anche a Taranto, Avetrana,
Pulsano e Maruggio nel tarentino ed a Calimera e Corigliano d'Otranto nel
leccese, dovrebbero tutti derivare direttamente dal nome slavo Dimitri
o dal nome greco Demetrios,
o dal nome latino Demetrius, entrambi
derivati dal nome della dea pagana della Terra Demetra,
di queste origini abbiamo un esempio nel Ab Urbe
Condita di Tito Livio: "... Demetrio
rege in Syria regnabat. Hunc Demetrius,
Demetri filius,
qui a patre quondam ob incertos belli casus ablegatus Cnidon fuerat ...".
integrazioni fornite da Sergio De Mitri Il cognome De Mitri nasce da quella parte del Friuli a ridosso dei rilievi delle Prealpi Giulie, storica zona di transito aperta ad influenze orientali. Dall'agionimo Demetrio, Demitri deriva il cognome che subirà nei secoli continue trasformazioni nelle trascrizioni parrocchiali , notarili , comunitarie. E'documentato in varie epoche che persino il nome di una singola persona , appartenente alla stessa famiglia, nell' arco della sua vita, verrà scritto e trascritto indifferentemente come Dimitri o Demitri e (nella forma aferetica) Mitri e de Mitri. Viene ipotizzato un unico stipite, nel Quattrocento ben radicato a Cormòns (Giacomo Demitri in età matura nel 1559) la famiglia si diffonde a S. Giovanni al Natisone, nella zona di Santa Maria la Longa ed infine nella fortezza veneziana di Palmanova. Il ceppo cormonese si dirama a Galleriano (1517 , Zuan Demetri ) e Remanzacco (1508, Daniele Mitri di Giovanni di Matteo) quindi la famiglia si sviluppa nelle località tra Udine ed il cividalese (tra le quali Pavoletto , Grions , Gagliano , Prepotto). Alcuni rami raggiungeranno le località di Venzone, Buja , Dignano , Sedigliano. Nel Settecento ci sarà un notevole sviluppo a Trieste mentre una famiglia, dopo qualche anno di permanenza a Gorizia, si trasferirà in laguna, nell' isola di Murano quindi a Venezia. |
DEMETRICO | Demetrico, quasi unico, sembrerebbe siciliano, dovrebbe derivare da un termine tardo latino per colono o servo di un Demetrios. |
DEMI
DEMO |
Demo sembra tipico del padovano, con un ceppo, probabilmente secondario, nel torinese, Demi è tipicamente toscano, in particolare del livornese, dovrebbero derivare dall'aferesi di nomi come Niccodemo. |
DE MICHELE
DE MICHELI DEMICHELE DEMICHELI DI MICHELE DI MICHELI DIMICHELE |
De Michele è tipico dell'area che comprende la Puglia in particolare, la Campania ed il Molise, con ceppi anche nell'aquilano e nel romano ed in Sicilia nel messinese e nel palermitano, Demichele sembrerebbe specifico del barese, De Micheli ha un ceppo in Lombardia, nell'alessandrino, nel piacentino ed in Liguria, ha un ceppo fiorentino, uno romano ed uno nel Salento, Demicheli sembrerebbe specifico dell'area alessandrina, Demichelis, sicuramente piemontese, è molto diffuso nel torinese e nel cuneese, ma con presenze significative anche nell'alessandrino, De Michelis ha un ceppo ligure ed uno nell'area che comprende l'aquilano, il reatino ed il romano, Di Michele ha un grosso ceppo abruzzese con un ceppo romano e nel reatino, uno molisano, uno nel foggiano ed uno nel tarentino, Dimichele è tipico del tarentino, Di Micheli, praticamente unico è quasi sicuramente dovuto ad un errore di trascrizione, tutti questi cognomi sono forme patronimiche dove il De ed il Di stanno per figlio di, riferendosi a famiglie il padre del cui capostipite aveva come nome Michele. |
D'EMIDI
D'EMIDIO |
D'Emidi è quasi unico, sitratta probabilmente di errori di trascrizione del cognome D'Emidio, che è tipico della fasca che comprende il Piceno, soprattutto con Ascoli, il teramano, con Sant`Egidio alla Vibrata e Teramo, il pescarese, con Collecorvino e Pescara, ed il romano, con Roma e Monterotondo, si dovrebbe trattare di forme patronimiche relative a capostipiti i cui padri si chiamassero Emidio (vedi EMIDIO). |
DE MIERE
DE MIERI DEMIERI DI MIERI DIMIERI DI MIERO MIERA MIERE MIERI MIERO |
De Miere è praticamente unico e dovrebbe trattarsi del frutto di un errata trascrizione del cognome De Mieri, che, molto raro, presenta un ceppo a Sanza nel salernitano, Demieri, quasi unico, dovrebbe essere dovuto ad errate trascrizioni del precedente, Di Mieri è anch'esso specifico del salernitano, di Teggiano e di Agropoli, Dimieri, quasi unico anch'esso, dovrebbe essere dovuto ad un'errata trascrizione del precedente, Di Miero è specifico di Chieti, Miera, Miere, Mieri e Miero sono praticamente unici, tutti questi cognomi dovrebbero derivare, direttamente o tramite forme patronimiche dove il prefisso De- o Di- stiano per il figlio di, da capostipiti i cui padri, o loro stessi si chiamassero con il nome germanico Meier che derivava dal termine germanico per fattore, o anche operaio, ma potrebbero anche essere derivati dal nome francese arcaico Demier, non è esclusa una possibile derivazione da soprannomi basati sul termine francese medioevale miere (medico), o da toponimi francesi come Miers, presenti nelle vicinanze di Brive la Gaillarde, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo con il pittore padovano del 1500 Pietro Antonio Miero. |
DE MILATO | De Milato è specifico di Francavilla Fontana nel brindisino, potrebbe stare ad indicare una provenienza del capostipite da Milatos una località sull'isola di Creta. |
DE MITA
DEMITA |
Demita ha un piccolo ceppo nel tarentino, dovrebbe derivare da errori di trascrizione di De Mita, che è specifico di Foggia e Lucera nel foggiano, di Martina Franca e Massafra nel tarantino e di Nusco nell'avellinese, potrebbe derivare dal fatto che i capostipiti fossero appartenenti alla Gens Mettia, ma è pure possibile che si tratti invece di forme patronimiche legate al nome tardo latino Mitia, di cui abbiamo un esempio in questo scritto: "...Invidiae semper regnum est: omnisque potestas Impatiens socii. Quid multum? haec summa precandi: Caelesteis Aquilas in visaque regna relinquas Arce procul, nostroque velis te credere iuri. Sic genus aethereum spretis sibi consulat armis, Inque vicem gens omnis amet. pax missa per orbem Munera militiae volet exercere togatae: Pacato quisque imperio, sine sanguinis haustu Mitia legitimo sub iudice bella movebit. Sin, quae iusta, rogo, porro abnuis ore superbo; heic subito, heic pacem temerataque iura relinquam: Teque sequar Fortuna. procul tunc faedera. si nos Credidimus fatis; utendum est iudice bello. ..", o anche che possa trattarsi di una forma matronimica legata al nome femminile Mita. |
DE MOLO | De Molo, assolutamente rarissimo, sicuramente veneto, sembrerebbe del vicentino, forse di Piovene Rocchette, Velo d'Astico od Arsiero, dovrebbe derivare da un antico nome di località Molo, come quello indicato ad esempio in un atto del 1195 a Chiavenna nel sondriese: "...petia una vinee in Runcalia Bertrami de Molo medietas unius vinee ad Molum, que fuit Arnoldi Zue petie due vinee ad Molum Bunzeri Tantoni petia una vinee Bertrami de Molo ad Molum...". |
DE MONTE
DEMONTE DE MONTI DE MONTIS DEMONTI DEMONTIS |
De Monte ha un ceppo friulano, ad Artegna, Ragogna, Udine, San Daniele
del Friuli, Ampezzo e Buia, un ceppo a Trieste ed uno pugliese, a Nardò
e Lecce nel leccese, a Mola di Bari nel barese, a Taranto ed a Brindisi,
Demonte ha un ceppo nel torinese, probabilmente secondario, e probabilmente
dovuto all'emigrazione dal meridione, ed un ceppo pugliese a Mola di Bari
nel barese ed a Cerignolka nel foggiano, Demonti, molto raro, è
tipico della zona tra bresciano e trentino, De Monti invece è tipico
della Valtellina, di Valdisotto nel sondriese, Demontis è decisamente
sardo ed è molto diffuso, De Montis ha un ceppo nel cagliaritano,
uno nel romano ed uno nel genovese, dovrebbero tutti indicare una provenienza
dei capostipiti da zone di montagna, si trovano tracce di Demontis in Sardegna
almeno dal 1500.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas DEMONTIS: dai monti (ad indicare la provenienza). In latino suonerebbe "de montibus". Esistono tantissimi toponimi col termine monte o monti. Molti centri abitati, che contenevano il vocabolo "monti" o "monte" sono scomparsi. Attualmente Monti è un centro di 2500 abitanti (Paesino di montagna, a 300 m. s.l.m.) della nuova provincia di Olbia - Tempio. Nelle carte antiche il cognome è registrato con "De" separato da "Montis". Tra i firmatari della Pace di Eleonora, *LPDE del 1388, troviamo 15 de Monte, 2 de Montes, 6 de Montis: Monte (de) Anthonio, ville Macumerii(Macomer); Monte (de) Comita - ville Terrenove et Fundi Montis(Olbia) ; Monte (de) Gaìno, jurato ville Tiesi; Monte (de) Guantino, jurato ville Borone(* odierno Boroneddu. Contrate Partis de Guilcier); Monte (de) Joanne - ville Terrenove ; Monte (de) Joanne - ville Terrenove ; Monte (de) Joanne, ville Bonorbe(Bonorva) ; Monte (de) Martino, jurato ville Cerchillo(* attuale Berchidda. Curatorie de Costa de Valls; Monte (de) Martino, jurato ville Silanus; Monte (de) Rafuco, ville Macumerii; Monte (de) Sergadorio, ville Macumerii; Monte (de) Thoma, ville Ribechu(* attuale Rebecu. Curatorie de Costa de Valls ; Monte (de) Valentino, jurato ville Silanus; Monte(de) Joannes -de Aristanni ; Monte(de) Iulianus - de Aristanni ; Montes (de) Andrea, jurato ville Lequeses(* Lachesos...villaggio distrutto della Diocesi di Sorres( Meylogu)- Contrate Ardar et Meylogu); Montes (de) Guantino, jurato ville Cossein (*odierno Cossoine - Contrate Caputabas); Montis (de) Andrea, ville Ardar(Ardara); Montis (de) Joanne, ville Macumerii ; Montis(de) Petro, jurato ville de Biti ; Montis (de)Joanne - de Bosa; Montis (de) Juliano, ville Lunamadrona; Montis(de) Librando, jurato ville Mahara(Villamar). Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, *CSMB XI°, XIII° sec., è presente un certo Janne de Monte(94), in una donazione alla chiesa: "posit Janne de Monte terra ad clesia.pro s'anima sua .". Nel Condaghe di San Nicola di Trullas, *CSNT, XI°, XIII° sec., son citati 4 de Monte: Gosantine (186), figlio di Pietro, testimone, insieme al padre, in un acquisto di servi (del servizio): Comporaili a Comita de Thori. Latus de Gunnari Masala et pede de sa filia Vera, e deivili 1 mesa libra de argentu laborata, et unu pulletru de domare = ho comprato da Comita de Thori, la metà (del servizio) di Gunnari Masala e un quarto della figlia Vera; in cambio di mezza lira d'argento, e un puledro non domato; De Monte Petru, padre di Gosantine è, tra l'altro, maiore de ianna ( il maiore de ianna sta a capo di una kita di armati: kita = turno di guardia di una settimana); de Monte Ithoccor (236; 270), priore della chiesa di San Pietro di Sorres, membro della Corona della Curadorìa in Bonorzoli, presieduta dal Giudice Ic(i)occor de Laccon. Nel Condaghe di San Pietro di Silki, *CSPS, XI°, XIII° sec., troviamo: Monte(de) Janne(27), rapitore e poi marito di De Funtana Elene ed i loro 4 figli, Caterina, Gavini, Justa e Maria, in una spartizione di servi: Ego presbiteru Petru Iscarpis (priore della chiesa di San Pietro) ponio in ecustu Condake .pro Elene de Funtana, ki fuit ankilla de scu. Petru de Silki, e levatilla a llarga Janne de Monte e fekerun iiij (4)fiios.etc. (Io prete Petru Iscarpis registro in questo Condaghe di San Pietro.Elene de Funtana che era serva di San Pietro e fu rapita da Janne de Monte e fecero 4 figli.segue la lite (kertidu de servis) nella Corona (tribunale) del Giudice Barusone (di Torres), per il possesso dei 4 figli, con i padroni di Janne de Monte: Furatu de Seuin e Comita de Gunale. Attualmente Demontis è presente in 245 Comuni italiani, di cui 124 in Sardegna: Sassari 235, Cagliari 222, Quartu S. E. 82, Alghero 64, Escalaplano 52, Ozieri 51, etc. Nella penisola Roma 35, Torino 29, Milano 27, Genova 16. Negli USA è presente in 5 Stati, per lo più della costa occidentale, con un nucleo familiare a testa. |
DE MUNARI
DE MUNER |
De Munari, tipicamente veneto, sembrerebbe tipico del vicentino con diramazioni anche nel veneziano e nel basso pordenonese, De Muner, assoltamente estremamente raro, dovrebbe essere veneto, questi cognomi dovrebbero essere forme patronimiche arcaiche riferite a famiglie di figli di mugnai (vedi MUNARETTI ), nell'antichità il mugnaio era un personaggio importante nelle comunità soprattutto agricole e la forma patronimica con il De ne evidenzia il prestigio. |
DE MUNNO
DEMUNNO DI MUNNO DIMUNNO |
Demunno, quasi unico, è del cosentino, come De Munno, che, assolutamente molto molto raro, è specifico di Amantea nel cosentino, Dimunno, quasi unico, è del barese, Di Munno ha un ceppo pugliese a Lucera e Cerignola nel foggiano ed a Monopoli nel barese, con un piccolo ceppo anche a Poggiofiorito nel teatino, questi cognomi dovrebbero derivare da forme patronimiche, dove il De- ed il Di- starebbero per il figlio di, riferiti a capostipiti i cui padri si chiamassero Munno (vedi MUNNO). |
DE MURO
DEMURO DE MURU DEMURU |
De Muro ha un ceppo cagliaritano ed uno napoletano, Demuro è tipicamente
sardo, diffusi in tutta l'isola, in particolare nella parte settentrionale,
De Muru è tipicamente sardo, Demuru è dovuto probabilmente
ad un errore di trascrizione del precedente, potrebbero derivare da soprannomi
originati dal vocabolo sardo muru (asino,
ma anche muro, parete), è pure
possibile una derivazione dal toponimo Muros (SS).
integrazioni fornite da Giuseppe Concas DE MURO; DEMURO; DE MURU; DEMURU: de muru = dal o del o di muro; in latino murus. Murai/re = murare, fare i muri. Murayolu (log. antico)= muratore; oggi méstu o maìstru de muru = maestro di muro. Muru a bullu = muro (di pietre) senza malta. Muro, muros, muru, murus, murèra, sono toponimi comuni, diffusi in tutta la Sardegna. Muros è il nome di un centro abitato; in periodo medioevale appartenne alla Curadorìa di Figulina, nel regno giudicale di Torres. Fu possedimento privato dei Malaspina. Dal 1365 al 1388 appartenne al regno giudicale di Arborea. Dopo alterne vicende, dal 1410 in poi andò a far parte del Regno catalano aragonese di Sardegna. Nel 1928 il paese fu aggregato al Comune di Cargeghe. Nel 1950 tornò autonomo. Oggi è un paese di 754 abitanti della provincia di Sassari. Muro è inoltre il nome di un centro abitato scomparso; ubicato in agro di Galtellì, in periodo medioevale fece parte della Curadorìa di Orosei - Galtellì, nel regno giudicale di Gallura. Fu abbandonato verso le fine del XIV° secolo. Come cognomi, li ritroviamo nei documenti antichi della lingua e della storia della Sardegna. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE del 1388 troviamo: De Muru Bernardo, jurato ville Culleri ( ** CULLERI.(attuale Cuglieri) CASTRI MONTIS DE VERRO.in posse Salari Arsocho, notarii publici et etc. die X januario 1388. nisi bestiaris pastores.congregatis in villa de Guilciochor .in posse Salari Arsoci, habitatoris Bose .notarii publici et etc. die X januari 1388); De Muru Florencio, jurato ville Culleri; De Muru Joanne - de Bosa ( ** Bosa: omnibus civibus et habitatoribus civitatis Bose.nisipastores.congregatis intus Ecclesiam Beate Marie Virginis .die XV Januarii 1388); De Muru Juliano, jurato ville Sia Sancti Nicolai ( * Sia Sancti Nicolai.odierno Sia Piccina o Picca - Contrate Campitani Simagis); De Muru Petro, jurato ville Macumerii (*** MACUMERII et Curatorie de Marghine de Gociano.Macomer etc. In posse Chelis Simonis, notarii publici...die XII Januarii 1388); De Muru Petro, majore ville Bortigale ( * BORTIGALE.odierno Bortigali. Curatorie de Marghine de Gociano); De Muru Stefano, jurato ville Culleri; Demuru Joanne, ville de Guspini ( * Guspini...Guspini. Contrate Montis Regalis); DeMuru Leonardo, ville Zaramonte ( * Zaramonte... odierno Chiaramonte. Contrate de Anglona - Chiaramente); Demuru Leorio, majore ville Usthei ( * Usthei ...villaggio distrutto della Diocesi di S. Giusta. Contrate Partis de Guilcier); DeMuru Nicolao, jurato ville Nulvi ( * Nulvi...odierno Nulvi. Contrate de Anglona- Chiaramonte); Muru(de) Georgio, jurato ville Spina Alba (* Spina Alba.distrutto.Contrate Partis Milis); Muru(de) Guantino, ville Modolo ( * Modolo...Modulo. Contrate Castri Serravallis); Muru(de) Martino, ville Laconi ( ** Laconi.et Contrate Partis Alença et etc. seu Atara Barçolo, officiali Curatorie de Parte Alença. In posse Penna Ambrosii et filii Guiducii (Penna) notari...die XII januarii 1388.( nisi pastores bestiarium et etc); Muro (de) Joanne, ville Montis leonis (* Montis Leonis.odierno Monteleone Roccadoria. Caputabas). Nel Condaghe di San Nicola di Trullas, CSNT, XI°, XIII° secolo, troviamo: sos de Muru (108), proprietari di terre in Arkennor( o Arcennor: centro abitato oggi scomparso. Appartenne alla Curadorìa di Costavalle, nel regno giudicale di Torres. Era sito in territorio di Semestene. Il nome rimane oggi in un piccolo corso d'acqua, Riu Alchennero); De Muru Dorgotori - (210) - (fratello di Petru, e di Yçoccor, coi quali vende servi (il loro servizio)in Consedin (l'attuale Cossoine - Caputabas). Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, CSMB, XI°, XIII° secolo, troviamo: De Muru Arzocco, diacono(167, 202, 205), teste in partizioni di servi; De Muru Cerkis ( 81) (teste in una compera di servi): comporeilli assu conte (de Sollie - Solii, abitato scomparso, appartenente, in periodo medioevale, alla Curadorìa o parte Campidano di Milis, nel regno giudicale di Arborea. Il paese fu abbandonato, presumibilmente, verso la fine del XIV° secolo). De Muru Goantine (214), prete di Senuski( Senuski - o anche Sa Nuschi - abitato scomparso. Era sito in agro di Nuràchi. In periodo medioevale appartenne alla Curadorìa o Parte di Campidano di Cabras, nel regno giudicale di Arborea. Nel 1410, in seguito alla sconfitta delle truppe arborensi, passò al regno catalano -aragonese di Sardegna. Fu abbandonato all'inizio del XVII° secolo, molto probabilmente a causa delle continue incursioni barbaresche); De Muro Gunnari (173), testimone in una lite (kertu) per la partizione della servitù; De Muru Izoccor, scrivano (8)- testes (in una donazione a Santa Maria da parte di donnu Guantine Murtinu): Deus et Sancta Maria et Izoccor De Muru ke iscripsit custa carta et donnuMariane de Zepera, donnu Comita de Loy, donnuGosantine de Thori, majstru Bigenzu etc.; De Muru Troodori (169), testimone in una lite per la concessione di donna Bera d'Uda, della sua parte (parzone) a Santa Maria; De Muru Troodori o Torkitorio(diverso dal precedente - 24, 33, 205), arcivescovo di Arborea( dal 1224 al 1253), per nomina di papa Onorio II° ( vedi Di.Sto.Sa di F. C. Casula); al cap. 205 del CSMB è parte in uno scambio di servitù: In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti amen; ego Arrigu priore di Sancta Maria de Bonarcadu, partivi serbos cun Troodori de Muru arkiepiscopu de Sancta Maria d'Aristanis. Attualmente il cognome De Muro è presente in 104 Comuni italiani, di cui 17 in Sardegna: Cagliari 43, Quartu 9, Tempio 6, etc. Nella penisola, Roma ne conta 50, Napoli 43, Genova 9, etc. Depuro è presente in 138 Comuni italiani, di cui 65 in Sardegna: Tempio 112, Cagliari 92, Sassari 89, etc. De Muru è presente in 15 Comuni italiani, di cui 2 in Sardegna: Oschiri 3, Las Plassas 2. Demuru è presente in 117 Comuni italiani, di cui 71 in Sardegna: Meana Sardo 126, Berchidda 65, Cagliari 43, Sassari 41, etc. |
DE MURTAS
DEMURTAS |
Tipici sardi, Demurtas è molto diffuso in tutta l'isola, De Murtas
è specificatamente cagliaritano, potrebbero derivare da toponimi
contenenti la radice Murtas, come se ne trovano sia nel cagliaritano che
nel nuorese e nel sassarese, ma più probabilmente sono originati
dalla presenza di molti cespugli di mirto
(sa murtas) nelle vicinanze della casa
del capostipite.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas DE MURTAS; DEMURTAS: de murtas: letteralmente, dai mirti; dal latino murta o myrta = mirto. Sa murta druci = la coccola del mirto. Il liquore di mirto è oggi uno degli sciroppi più classici della Sardegna. Murta, murtas, sono termini molto frequenti nella toponomastica sarda. Es: Rio Mùrtas, in agro di Arbus; planu de murta, sa valle dessa murta, nel CSNT(191 - 206), etc. etc. Ricordiamo poi che Murta Urci o Durci è il nome di un centro abitato scomparso. Apparteneva come villa (bidda) medioevale, alla Curadorìa di Campidano, nel regno giudicale di Càrali. Il centro abitato fu abbandonato alla fine del XIII° secolo. Oggi è rimasto come toponimo, ad indicare una "cala" in prossimità della Sella del Diavolo e della spiaggia del Poetto, nel golfo degli Angeli, meglio conosciuto come golfo di Cagliari. Un altro centro abitato scomparso, di nome Murta, si trovava in agro di Monastir. Di origine nuragica, in periodo medioevale fu villa (bidda) appartenente alla Curadorìa di Gippi, nel regno giudicale di Carali. Dal 1324 fu un paese del Regno catalano - aragonese di Sardegna. Fu abbandonato verso la fine del XIV° secolo, probabilmente a causa delle continue guerre tra il Giudicato di Arborea ed il Regno di Sardegna. A Villaputzu, sulla costa si trova la Torre antibarbaresca di Murtas, detta anche Torre di Quirra. Il cognome è presente negli antichi documenti della storia e della lingua della Sardegna. In questi è sempre preceduto da "de", ad indicare, probabilmente, la provenienza Tra i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE del 1388, figurano: Murta (de) Joanne, ville Gononò (* Gononò.Gonnosnò; Gonnunou. Partis de Montibus); Murta Comita, jurato ville Urune ( * Urune.attuale Orune ( Oruni). Curatorie de Anella); Murtas (de) Anthonio, ville Mahara ( * Mahara - Barbaraquesa .Arbarei - Villamar. Contrate Marmille); Murtas (de) Barçòlo, ville Mahara; Murtas (de) Coco, ville Mahara; Murtas (de) Francisco, ville Selluri (** Selluri - Sedduri - Seddori: odierno Sanluri. Et ego Capula Marcus .sindicus, actor et procurator ville Selluri.seu a Petro De Castay, locuntenente capitanei et Margiano Costa, locuntenente potestatis terre Selluri et omnibus habitatoribus dicte terre, congregatis. X die januarii 1388); Murtas (de) Laurencio, curie de Ploaghe ( * Curie de Ploaghe.odierno Ploaghe); Murtas (de) Petro, curie de Ploaghe; Murtas (de) Salvadu, jurato ville Solgono ( * Solgono.odierno Sorgono. Mandrolisay e Barbagia di Belvì); Murtas (de)Nicolaus - de Aristanni (*** Aristanni: elenco dei nomi dei firmatari della PETIZIONE. Omnes cives mercatores et habitatores dicte civitatis.nisi pastores bestiaminum et quorum dificulter demorari non poterant.congregati. Porta la data : die XIIII mensis Januarii M°. CCC°. LXXXVIII° et etc.); Murtas(de) Margiani, jurato ville de Dure ( * Dure.distrutto - salto di Bitti - Contrate Montis Acuti - Ozieri); Murtas(de) Petro, jurato ville Solli ( * Solli.odierno Silli. Contrate Partis Milis). Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, CSMB, XI°, XIII° secolo, troviamo: De Murtas Eissu (194), vende un terra alla chiesa: comporai a Terico Nonne e a Eissu de Murtas et assas sorres terra et figu et omnia cantu aviant (e tutto quello che avevano) in Pirastru de Zinzalu (località probabilmente sita in agro di Sancte Eru - San Vero), et una terra dae segus (dietro) de domo de Iuanni de Urri(la casa di .)et clompet usque assos ortos dessu erriu (arriva sino agli orti del rio). Dilli in prezu sollos XII de denaris.(gli ho dato in cambio 12 soldi in contanti.). Testes..(seguono i testimoni). Nel Condaghe di San Nicola di Trullas, CSNT, XI°, XIII° secolo, troviamo: De Murta Victoria(272), serva in Trullas: tramutai (scambio) cun su priore de Ferrukesos.et isse deitimi.me deit latus (la metà del servizio) de Sirica, fiia de Victoria de Murta.Testes.(seguono). Attualmente il cognome De Murtas è presente in 92 Comuni italiani, di cui 22 in Sardegna: Cagliari 40, Oristano 9 Nuoro6, Quartu 6, etc. Demurtas è presente in 173 Comuni italiani, di cui 87 in Sardegna: Cagliari 132, Villa Grande Strisaili 120, Nuoro 83, Tortolì 79, Arzana 67, etc. |
DE MUSSI
DE MUSSO |
De Mussi è unico ed è del barese, si tratta di un errore di trascrizione di De Musso, che sembrerebbe specifico di Molfetta nel barese, dovrebbe derivare dal nome Musso (vedi MUSSI) il De iniziale è patronimico e sta per figlio di, intendendo quindi la famiglia di un figlio di un Musso. |
DE NADAI
DENADAI |
De Nadai è specifico del trevisano, di Vittorio Veneto, Cappella Maggiore, Salgareda, Cordignano, Vazzola e Conegliano, con un piccolo ceppo anche a Padova, ed un ceppo a Roma, probabile frutto dell'emigrazione veneta in occasione della bonifica Pontina, Denadai, quasi unico, è probabilmente una forma alterata del precedente, che dovrebbe derivare dalla forma dialettale trevisana del nome Natale, si tratterebbe quindi di un patronimico, dove il prefisso De- starebbe per il figlio di, riferito a capostipiti il cui padre si fosse chiamato Natale, in veneto Nadal, al plurale Nadaj o Nadai. |
DE NAPOLI
DENAPOLI DI NAPOLI DINAPOLI |
De Napoli ha un ceppo nel barese, uno nell'avellinese ed uno nel cosentino, al centro è ben presente nel romano, Di Napoli è diffuso in tutto il sud, in particolare in Campania, nel napoletano e nel salernitano e nel romano, sia Denapoli che Dinapoli sembrerebbero del barese, di Acquaviva delle Fonti ed Altamura, anche se il secondo ha anche un ceppo ad Alghero, si dovrebbe trattare di indicatori di provenienza dei capostipiti, probabilmente originari di Napoli, ma si può anche trattare di forme patronimiche dove il De ed il Di stanno per figlio di qualcuno chiamato Napoli (vedi NAPOLI). |
DE NARDI
DE NARDO DENARDI DENARDO |
De Nardi è tipicamente veneto del trevisano, di Vittorio Veneto, Conegliano, Treviso, Farra di Soligo, San Vendemiano, Tarzo, Morgano, Cappella Maggiore, Montebelluna, Salgareda e Cordignano, Denardi, decisamente molto molto raro sembrerebbe del Trentino, Denardo, quasi unico, potrebbe essere dell'area piemontese, De Nardo ha un ceppo tra trevisano , pordenonese ed udinese, uno a Roma, uno campano ed uno nel catanzarese, dovrebbe trattarsi di forme patronimiche dove il prefisso De- stia per il figlio di, riferito a capostipiti il cui padre si fosse chiamato Nardo, una forma aferetica del nome Bernardo, Leonardo o altri simili. |
DE NARO
DENARO DI NARO DINARO |
De Naro, assolutamente rarissimo, è del ragusano, Denaro è tipico della Sicilia, dove è molto diffuso nel messinese e nel ragusano, ma è presente in misura molto significativa in tutta l'isola, ed ha un ceppo anche nel reggino, Di Naro, molto molto raro, è tipico dell'agrigentino e del nisseno, Dinaro, altrettanto raro, è specifico invece del catanese e soprattutto del siracusano, dovrebbero essere originati dal fatto di essere i capostipiti originari della città di Naro nell'agrigentino, ed il prefisso De o Di indicherebbero provenienza delle famiglie. |
DE NATALE
DI NATALE |
De Natale ha un ceppo nel barese ed uno nel messinese, Di Natale ha un grosso nucleo in Sicilia, ma è molto presente anche nel Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia, con ceppi probabilmente secondari a Trieste, Genova, milanese e torinese, dovrebbero entrambi derivare dal fatto che il capostipite portava il nome di Natale, probabilmente perche nato durante il periodo natalizio. |
DE NEGRI
DE NEGRIS DE NIGRI DE NIGRIS DENEGRI DENIGRI DENIGRIS |
De Negri ha un ceppo tra alessandrino e genovese ed uno nel trevigiano, Denegri oltre al ceppo tra genovese ed alessandrino ne presenta uno a Stintino (SS), De Negris è quasi unico, Denigri, rarissimo, è presente solo nel milanese, DeNigris è tipico dell'area che comprende Campania, Molise, Basilicata e Puglia, con piccoli ceppi anche in Lombardia, Denigris e De Nigri sono quasi unici e probabilmente sono dovuti ad errori di trascrizione, possono essere derivati dal nomen latino Nigrius, come da un soprannome legato al colore dei capelli. Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo nella prima metà del 1500 a Bergamo dove opera il notaio Giovanni Francesco Alfonso fu Marino de Nigris. |
DE NICCOLO
DE NICCOLO' DE NICOLO DE NICOLO' |
De Niccolo, assolutamente rarissimo, sembrerebbe romano, De Nicolo è tipicamente pugliese, diffusissimo a Terlizzi nel barese, ma con presenze molto significative anche a Bari, Molfetta, Bitonto e Ruvo di Puglia, sempre nel barese, De Nicolò oltre al ceppo pugliese a Bari, dove è diffusissimo, e alle buone presenze a Terlizzi, Capurso, Acquaviva delle Fonti, Molfetta, Modugno, Triggiano, Putignano ed Adelfia, sempre nel barese, ha un ceppo nel riminese, a Cattolica e Rimini, nel bellunese a Vigo di Cadore ed in Friuli a Procenicco nell'udinese, De Niccolò, praticamente unico, dovrebbe essere dovuto ad un'errata trascrizione del precedente, si dovrebbe trattare di forme patronimiche riferite a capostipiti i cui padri si fossero chiamati Nicolo o Nicolò o con suoi alterati. |
DE NICHILO
NICHIL NICHILO NIHIL |
De Nichilo è specifico del barese, di Molfetta soprattutto, Nichil è tipico di Miggiano, di Tricase e San Cassiano nel leccese, Nichilo è invece del barese di Corato in particolare, Nihil, quasi unico, è del Salento, si dovrebbe trattare di cognomi attribuiti a fanciulli abbandonati derivando dal termine latino nihil (niente, nulla) intendendo con ciò che si trattava di figli di nessuno. |
DE NICOLA
DENICOLA DI NICOLA DINICOLA |
De Nicola è molto diffuso in tutto il centrosud, soprattutto a Roma ed in Campania, Denicola, assolutamente rarissimo, è una forma alterata del precedente, Di Nicola è diffuso in tutta Italia, ma particolarmente in Abruzzo, nel romano, nell'area tra salernitano e potentino e nel palermitano, Dinicola, assolutamente molto raro, parrebbe specifico di Comiso nel ragusano, tutti questi cognomi dovrebbero derivare da forme patronimiche, dove il De- o il Di- stanno per figlio di, riferiti a capostipiti i cui padri avessero come nome Nicola. Personaggio di altissimo rilievo è stato il giurista Enrico De Nicola Presidente della Camera dei deputati e dell'Assemblea Costituente, Capo provvisorio dello Stato e primo Presidente della Repubblica italiana. |
DE NICOLAI
DENICOLAI |
De Nicolai, assolutamente rarissimo, parrebbe del genovese, mentre Denicolai, altrettanto raro, sembrerebbe piemontese, si dovrebbe trattare di forme patronimiche riferite a capostipiti il cui padre si chiamasse Nicolao. |
DE NILO
DI NILLO |
De Nilo, praticamente unico, sembrerebbe napoletano, Di Nillo, quasi unico è del centro Italia, dovrebbe trattarsi di forme patronimiche, dove il De- o il Di- starebbero per il figlio di, riferito ad un capostipite il cui padre si fosse chiamato Nilo o Nillo (vedi NILI). |
DE NIRO
DENIRO |
Estremamente rari, sembrerebbero originari della zona tra Molise. Puglia
e Basilicata.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi De Niri, rarissimo, probabilmente originario del Centro-Sud orientale (sebbene sia difficile indicarne il ceppo principale), dovrebbe derivare da una variante dialettale del termine nero, inteso o come nome di persona o come soprannome indicante caratteristiche fisiche del capostipite (vedi Negri). Il noto attore italo-americano Robert De Niro, per quanto riguarda le sue radici italiane, ha origini molisane (sebbene abbia anche altre origini, fra le quali irlandesi): i suoi antenati italiani venivano infatti da Ferrazzano (CB). |
DE NITTI
DE NITTIS DE NITTO DENITTI DENITTIS DENITTO DI NITTO DINITTI DINITTO NITTI NITTO |
De Nitti, molto raro, è pugliese, ha un ceppo a Bitonto e Bari nel
barese ed uno a Copertino e Lecce nel leccese, Denitti è praticamente
unico, De Nittis ha un grosso ceppo nel foggiano, in particolare a Peschici,
Manfredonia, Monte Sant'Angelo, Foggia, San Giovanni Rotondo e Vieste,
ed uno a Pisticci e Bernalda nel materano, Denittis, estremamente raro,
è specifico di Vieste, De Nitto è specifico del brindisino,
in particolare di Mesagne, Latiano, Brindisi ed Erchie, Denitto, leggermente
più raro, è anch'esso specifico di Mesagne, Di Nitti è
unico, Di Nitto è caratteristico del latinense, di Gaeta e Formia,
con un grosso ceppo anche a Roma, Dinitto, sembrerebbe quasi unico, Nitti
sembrerebbe originario della Puglia, è molto diffuso nel barese
a Bari, Triggiano e Castellana Grotte, con buone presenze anche a Casamassima,
Capurso, Grumo Appula, Modugno, Monopoli, Noicattaro, Conversano ed Adelfia
e nel tarantino a Taranto e Massafra, con ceppi anche in Campania a Gesualdo
nell'avellinese ed a Napoli, Nitto ha un ceppo campano nel salernitano
a Pagani, Buccino e San Marzano sul Sarno, uno pugliese molto piccolo,
a Novoli nel leccese ed a Taranto, ed uno a Siracusa ed a Palazzolo Acreide
nel siracusano, dovrebbero tutti derivare, direttamente o tramite forme
patronimiche dove il De ed il Di
stanno per figlio di, dall'aferesi
dialettale contratta del nome medioevale Benedictus
(Benedetto) o Salnictus.,
dell'esistenza di questo nome abbiamo un esempio ad Agrigento in un atto
della prima metà del 1300, dove risulta beneficiario di un'investitura
un Salnicto de Abrignali, dell'uso di questa forma contratta abbiamo un
esempio in un'antica registrazione notarile medioevale: "...Benedictus,
qui pro nomine Nitto
Sproccus vocor, refutavi per virgulam ...".
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli De Nitto, De Nittis sono cognomi pugliesi patronimici della forma base Netti che potrebbe essere la cognominizzazione di Nétto, forse derivato dall'aggettivo 'netto' < latino nitidu(m) col senso figurato di 'persona innocente, senza colpa', oppure dall'ipocoristico aferetico di Benétti, Iaconétti, Bonètti, Leonètti, Marianètti, ecc. Minervini 346. |
DENNI | Molto raro è specifico delle province di Roma e Latina, dovrebbe derivare dal cognomen latino dell'età preimperiale Dennius, di cui si hanno tracce in un'iscrizione che cita un Dennius Auli filius della tribù Scaptia, originaria della zona fra Sora e Fabrateria. |
DE NOLA | Specifico di Ugento (LE), potrebbe derivare dal toponimo Nola (NA), il capostipite potrebbe essere stato al servizio di Niccolò Orsini conte di Nola, e Signore di Galatina (LE). |
DE NORA | Di probabile origine della provincia di Bari, potrebbe derivare come soprannome dal toponimo Noha (LE). |
DE NOTARIIS
DE NOTARIS |
De Notariis, molto molto raro, ha un ceppo a Larino nel campobassano, ma
parrebbe di origine nolana nel napoletano, De Notaris ha un piccolo ceppo
nel ravennate ed uno in Campania a Napoli, Montoro inferiore nell'avellinese
e Salerno, si dovrebbe trattare di famiglie notarili molto antiche (vedi
NOTARI), tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Nola nel
1500 con Nicola Primo De Notariis, che fu il primo ad essere ammesso, nel
regno di Napoli, a far parte della Compagnia di Gesù, fatto che
avvenne nel 1553 appena la Compagnia venne istituita a Nola, in Piemonte,
sempre nel 1500 ne troviamo tracce a Vercelli: "Ego
Iohannes, filius condam domini Thome de Notariis
de Blanzate, publicus imperiali et ducali
auctoritatibus nottarius Vercellensis, in civitate Vercellarum et in vicinia
Sancti Salvatoris habitans, de anno millesimo quingentesimo sexagesimo
tertio, die primo mensis iullii, indictione sexta collegium notariorum
intravi predicte civitatis et in eo assumptus fui, prout constat publico
instrumento recepto per nobilem dominum Petrum de Advocatis Bene nottarium
publicum dicti collegii, ideo manu mea propria in presenti matricula notariorum
collegiatorum hic me subscripsi cum mey soliti signi tabellionalis apposicione
in veritatis fidem et omnium premissorum.".
integrazioni suggerite da Francesco de Notaris Si ricordano Nicola (I) de Notaris gesuita, direttore del Collegio di Perugia ove morì nel 1586, Costantino, primo Priore dell'Abbazia di Cava dei Tirreni, Francesco (II) Vescovo di Lavello nel 1644, Camillo (1649/1686) storico e filosofo, Nicola (II) Vescovo di Squillace nel 1778. Nel 1805 nacque a Milano il botanico Giuseppe de Notaris, originario di Trobaso, poi Senatore del Regno nel 1876, morì nel 1877. |
DE NOTARISTEFANI
DE NOTARISTEFANO |
De Notaristefani e De Notaristefano sono entrambi assolutamente rarissimi, probabilmente meridionali, si dovrebbe trattare di rami cadetti dei cognomi Notaristefani e Notaristefano (vedi NOTARISTEFANI ) |
DE NOTARPIETRO | Assolutamente rarissimo, parrebbe salentino, potrebbe trattarsi di una connessione con la famiglia Notarpietro (vedi), ma è pure possibile una diretta origine dalla famiglia di un notaio di nome Pietro. |
DE NOTTI
DENOTTI |
De Notti è quasi unico, Denotti sembra essere specifico di Quartu Sant`Elena nel cagliaritano e delle zone limitrofe, potrebbe derivare sa un nome di località indicato come notte in sardo notti, ma è anche possibile che si tratti in origine di un soprannome originato dal fatto che il capostipite fosse nato durante sa notti (la notte, sottinteso santa o di Natale). |
DE NOVELLIS
DENOVELLIS |
De Novellis ha un ceppo ina Abruzzo nel pescarese a Caramanico Terme, uno
a Roma ed uno a Napoli ed Aversa (CE), Denovellis, assolutamente rarissimo,
parrebbe pugliese, dovrebbero derivare dal nome medioevale Novello,
in alcuni casi il De si può intendere come Dei e considerare un
attributo nobiliare, che molti scriverebbero in minuscolo. (vedi
NOVELLA)
integrazioni fornite da Luigi de Novellis La famiglia de Novellis ha altri 2 ceppi, non citati ma molto presenti e con origini nobili accertate, in Calabria e Lucania. In Calabria in particolare la famiglia (comunque risalente allo stesso capofamiglia) si divise tra Belvedere Marittimo e Corigliano Calabro. A Corigliano Calabro, dove vivo io, siamo ancora presenti anche se in pochi, mentre a Belvedere la famiglia si è ormai estinta con la morte dell'Ambasciatore Gennaro de Novellis figlio del senatore a vita del Regno d'Italia e ministro plenipotenziario Fedele de Novellis. Il nome più ricorrente in questa famiglia tra Calabria, Lucania ed altri luoghi d'Italia è appunto Fedele, che riporta alla stessa origine. |
DENTE
DENTI |
Dente ha un ceppo a Monte Compatri e Roma nel romano ed uno tra la Campania, principalmente a Napoli, nell'avellinese a Montefredane e Montefusco e nel salernitano a San Gregorio Magno e Salerno, e Cerignola nel foggiano e Bisceglie e Gravina in Puglia nel barese, Denti è diffuso in tutto il centro nord, con massima concentrazione tra Emilia e Lombardia, ed in Sardegna, potrebbero derivare da soprannomi originati dall'attività di cavadenti, o da episodi dove il capostipite si sia distinto per la forza della dentatura. |
DENTONE
DENTONI |
Dentone ha un ceppo a Sestri Levante, Chiavari e Casarza Ligure nel genovese, ed uno a Livorno, Dentoni, estremamente raro, sembrerebbe dell'area ligure, toscana, dovrebbero derivare da soprannomi originati dalla dentatura particolarmente prominente dei capostipiti. |
DE NUCCIO
DE NUZZO |
De Nuccio ha un piccolo ceppo nel casertano, a Riardo Teano e Pietramelara, ma il nucleo principale è pugliese di Castrignano del Capo nel leccese, dove ha piccoli ceppi anche a Patù, Copertino ed Alessano, ed a Brindisi, De Nuzzo è anch'esso oiriginario della penisola salentina, deriva per lo più da una forma patronimica, dove il De sta per figlio di, riferito ad un capostipite il cui padre aveva un soprannome originato da un diminutivo del nome Antonio o Stefano, in alcuni casi potrebbe derivare invece dal toponimo Nuccio nel trapanese, ma è altamente improbabile. |
DE NUNNO
DI NUNNA DI NUNNO |
De Nunno e Di Nunna, sono praticamente unici o quasi, Di Nunno, è tipicamente pugliese, del foggiano, di Deliceto e di Foggia, e del barese soprattutto, di Canosa di Puglia in particolare e di Bari, Barletta e Trani, dovrebbero essere forme matronimiche e patronimiche riferite a capostipiti individuabili come i figli del padrino di battesimo (vedi NUNNA). |
DE NUNTIIS | De Nuntiis, molto raro, è specifico dell'aquilano, de L'Aquila e di Scoppito, potrebbe trattarsi di una forma patronimica riferita ad un capostipite discendente da un Nuntius (Nunzio) di nome o di fatto nuntius (messaggero). |
DE NUNZIO
DENUNZIO DI NUNZIO DINUNZIO |
De Nunzio ha un ceppo campano, a Teano nel casertano, a Benevento e Frasso Telesino nel beneventano ed a Napoli, ed uno pugliese, a Brindisi e Lecce, Denunzio e Dinunzio, quasi unici, hanno qualche rara presenza in Puglia ed in Campania, dovrebbero essere forme alterate del precedente o del successivo, Di Nunzio è ben diffuso in Abruzzo, nel teatino a Lanciano, Santa Maria Imbaro ed Ortona, a Pescara e nell'aquilano ad Avezzano ed a Villetta Barrea, in Molise nel campobassano a Campobasso, Roccavivara e Bojano, e nel foggiano a San Severo, Poggio Imperiale e Foggia, con un ceppo a Napoli, Pozzuoli, Quarto e Marano di Napoli nel napoletano ed a Morcone nel beneventano, ed uno tra brindisino e tarantino ad Oria, Francavilla Fontana nel brindisino ed a San Marzano di San Giuseppe nel tarantino, questi cognomi dovrebbero essere forme patronimiche riferite a capostipiti i cui padri si fossero chiamati Nunzio (vedi NUNZI). |
DEODATI
DEODATO DI DATO DIDATO DIODATI DIODATO |
Deodati è tipico della provincia di Roma, Deodato sembrerebbe specifico della Calabria centromeridionale, di Ionadi (VV) in particolare, Di Dato è specifico di Napoli, Portici, San Giorgio a Cremano, Ercolano e tutto il napoletano, con un ceppo anche ad Angri nel salernitano, Didato, oltremodo raro, è anch'esso del napoletano, Diodati sembra avere più ceppi, nel lucchese, nel pescarese, in provincia di Roma, nel casertano e nel cosentino, Diodato più raro sembra avere un ceppo nel chietino ed uno nella fascia costiera della Campania, dovrebbero tutti derivare dal nome beneaugurale medioevale Deodatus, di cui si legge ad esempio nel Codice Diplomatico Longobardo riferentesi all'anno 715: "... nisi anno isto uenit Deodatus de Sena episcopus et fecit in oraculo isto Sancti Petri fontis...", in alcuni casi si potrebbe trattare di cognomi attribuiti a dei trovatelli. Tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Lucca nel 1500 con il dignitario Michele Diodati di cui si ha memoria storica per il fatto curioso di aver avuto come padrino di battesimo del proprio figlio l'Imperatore Carlo V° e per essere stato quel battesimo celebrato dall'allora Papa Paolo III°. |
DEOLA | Deola è tipico del bellunese, di Mel soprattutto, Lentiai, Limana e Belluno, potrebbe derivare da una forma ipocoristica latina del nome Dea, in questo caso si tratterebbe probabilmente di una capostipite con questo nome. |
DE OLIVA | De Oliva, quasi unico, è del basso trentino, dovrebbe probabilmente indicare nel capostipite uno dei produttori dell'olio d'oliva gardesano. |
DEON | Tipico della zona tra bellunese e trevigiano, potrebbe derivare dal nome
Dione (la madre di Venere), ma è
pure possibile una derivazione dalla toponomastica.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli Deon è cognome veneto, forse dal personale germanico Deto (Förstemann 388), piuttosto che da 'digitus'. Olivieri 159. |
DEOTTI
DEOTTO |
Deotti, assolutamente rarissimo, è specifico dell'udinese, Deotto, più diffuso, sempre friulano, ha un ceppo a Verzegnis, Udine e Tolmezzo nell'udinese, ed uno a San Vito al Tagliamento nel pordenonese, dovrebbero derivare dal nome medioevale Deotto di cui abbiamo un esempio in uno scritto dell'ottavo secolo: "In Christi nomine, haec sunt nomina, hominum. quos Machelmus vir clarissimus. tradidit. ad aecclesiam. sci Stephani et Valentini. ad vicum qui dicitur. Eckiolfincus et sunt liberi. numero. VIIII. Hrodolf. Walto. Hramnolf. Perolf. Zacco, Horskeo. Ekinolf. Wanolf. Willeof. Perahart. Peracrim. duorum illorum terra est propria ad illam aecclesiam. ad Echiolfinicus. Peraharti et Peracrim haec omnia quanta tradidit Machelmus ad ipsam aecclesiam. hi sunt omnes qui audierunt. et viderunt. et toti sunt testes pauperes traditi. Sign. manus Hrodperti presbyteri tt. Altman. tt. Mekilo. test. Humpert. tt. Alamannus tt. Titto tt. Chuntilo. tt. Into. tt. Snello tt. Cundalpald. tes. Luitperht tt. Cotadeo. tt. Angilhart. tt. Lantfrid. tt. Mekinhelm. Machelm. Ulit tt. aso tt. Walthat tt. Nendilo tt. Heriprant tt. Deotto tt. Pero, Adalpert. Kerpert. Hrodart. Ermanolt. Reckeo. Eparahar. Rekinolf. Deotuni tt. Epo Uaato presbit, scripsi, jussus a Machelmo comite et testes subscripsi.". |
DE PADOVA
DE PADUA DI PADOVA DI PADUA |
De Padova ha un ceppo nel foggiano ed uno nel tarentino, De Padua, molto molto raro, ha un ceppo nel frusinate ed uno nell'avellinese, Di Padova ha un ceppo nell'aquilano ed uno nel foggiano, Di Padua, assolutamente rarissimo è dell'area che comprende il frusinate e la Campania, potrebbero derivare dal fatto che il capostipite proveniva dalla città di Padova, ma , molto più probabilmente, si tratta semplicemente di un patronimico indicante che il padre del capostipite si chiamava Padova, in epoca tardo medioevale era abbastanza diffuso l'uso di dare al proprio figlio il nome di una grande città. |
DE PADUANIS | Cognome assolutamente rarissimo dovrebbe derivare dall'etnico della città di Padova e starebbe ad indicare la provenienza originaria della famiglia da quella città. |
DE PALMA
DE PALMAS DEPALMA DEPALMAS |
De Palma è tipicamente meridionale, dell'area che comprende la Puglia,
il napoletano, il beneventano, l'avellinese ed il potentino, con un grosso
ceppo anche nel romano, Depalma ha un ceppo a Giovinazzo e Bitonto nel
barese, potrebbero derivare dal toponimo Palma Campania nel napoletano,
ma è anche possibile e probabile una derivazione dal nome medioevale
Palma (vedi PALMA),
probabile nome del capostipite, e la particella De-
starebbe per il figlio di, De Palmas,
molto raro, è tipicamente sardo, presente in modo sporadico in tutta
l'isola, Depalmas, tipicamente sardo anch'esso, ha un ceppo a Sassari e
Porto Torres nel sassarese, a Posada e Lodè nel nuorese ed a Sedilo
nell'oristanese, per questi ultimi è evidente il riferimento a nomi
di località della Sardegna.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas DEPALMA; DE PALMA; DEPALMAS; DE PALMAS: per il significato, l’etimologia e per i riferimenti storici, vedi Palma, Palmas. Attualmente il cognome Depalma è presente in 42 Comuni italiani (nessuno in Sardegna): la maggiore frequenza si registra in Puglia; De Palma è presente in 492 Comuni italiani, di cui 3 in Sardegna: Quartu, Gonnesa e Stintino, con un solo nucleo familiare a testa. Nella penisola i ceppi più consistenti si hanno in Puglia, Lazio, Lombardia, Piemonte e Campania; Depalmas è presente in 25 Comuni d’Italia, di cui 18 in Sardegna: Sassari 56, Posada 46, P. Torres 44, etc.; De Palmas è presente in 26 Comuni italiani, di cui 16 in Sardegna: Baratili s. Pietro 8, P. Torres 6, Sassari 6, etc. |
DE PALO | Di origine pugliese, provincia di Foggia e Bari, dovrebbe derivare dal toponimo Palo del Colle (BA). |
DE PANFILIS | De Panfilis è tipicamente abruzzese, dell'aquilano e di Sulmona in particolare, dovrebbe derivare da connessioni parentali con la famiglia Panfili. (vedi Panfili), a Sulmona la Famiglia De Panfilis annovera notai e giudici fin dal 1600. |
DE PAOLA
DE PAOLI DEPAOLI |
De Paola è diffuso massicciamente in tutto il sud, con nuclei diversi, ma il maggiore e più significativo proviene dalla Campania ai confini con la Basilicata, De Paoli diffuso al nord, sembra avere due nuclei, uno pavese ed uno veneto, forse dalla provincia di Belluno, Depaoli mostra un nucleo certo nel trentino, sembra averne uno nel riminese, uno nel pavese e forse anche uno nel torinese. Questi cognomi derivano dal nome Paolo. |
DE PAOLIS | De Paolis ha un ceppo nel Lazio ed uno nel Salento, deriva dal nome Paolo. |
DE PARDI | De Pardi, quasi unico, sembrerebbe lombardo, potrebbe trattarsi di un'errata trascrizione del cognome De Pardo, ma è anche possibile una derivazione da un indicatore etnico basato su di un'alterazione dell'aferesi del termine longobardi (vedi DE BARDI). |
DE PARDO
DI PARDO DIPARDO |
Di Pardo è tipicamente molisano, di Petacciato, Termoli e Campobasso nel campobassano e di Macchiagodena nell'iserniese, con un ceppo anche nel teatino a Celenza sul Trigno, Palmoli e Vasto, Dipardo e De Pardo sembrerebbero quasi unici, si dovrebbe trattare di forme patronimiche, dove il De ed il Di stanno per figlio di, e si dovrebbero quindi riferire alle famiglie dei figli di uno di nome Pardus (vedi PARDI), ma è pure possibile che le particelle indichino la provenienza dai territori di Collepardo nel frusinate. |
DE PARIGI
DI PARIGI |
De Parigi, molto molto raro, è tipico di Ostuni nel brindisino, Di Parigi, quasi unico, è probabilmente dovuto ad errori di trascrizione del precedente, che dovrebbe derivare da un capostipite il cui padre avesse come nome Parigi, l'uso di attribuire al proprio figlio il nome di importanti città italiane od estere era abbastanza diffuso anticamente. |
DE PASCAL
DE PASCALE DE PASCALI DE PASCALIS DE PASQUAL DE PASQUALE DE PASQUALI DE PASQUALIN DE PASQUALIS DI PASCALE DI PASCALI DI PASQUALE DIPASQUALE DI PASQUALI |
De Pascal, assolutamente rarissimo, è dell'udinese, De Pascale è
diffuso in Campania, Puglia e cosentino, De Pascalis e De Pascali sono
assolutamente originari della penisola salentina, De Pasqual, tipicamente
veneto, è specifico di Ponte Nelle Alpi nel bellunese, De Pasquale
è diffuso in tutto il sud, De Pasquali è quasi scomparso,
De Pasqualin, estremamente raro è tipico dell'area veneto, friulana,
De Pasqualis, estremamente raro, sicuramente laziale, è forse romano,
Di Pascale è tipico del napoletano, ma con un ceppo importante anche
a Roma, Di Pascali, quasi unico, sembrerebbe abruzzese, Di Pasquale è
molto diffuso nel centrosud, nel Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia,
Basilicata e soprattutto Sicilia, Di Pasquali ha un ceppo a Subiaco e Roma
nel romano ed uno nell'agrigentino a Ravanusa e Canicattì, Dipasquale
ha un ceppo nel foggiano ed uno nel ragusano, derivano tutti dal nome Pasquale,
le particelle De e Di stanno
ad indicare l'appartenenza al gruppo,
alla famiglia dei Pasquale, cioè stanno ad indicare le famiglie
discendenti dai figli dei vari Pasquale o Pascale.
integrazioni fornite da Francesco Pasquali De Pasquali è raro ma riscontrabile in Emilia Romagna, Toscana, Lazio. Le forme cognominali Pasquale-Pascali-Pascale-Pascalis sono storicamente presenti anche nel nord Italia: in Piemonte famiglie con questi cognomi hanno goduto anticamente di nobiltà in questa regione. Il piemontese Bernardo Pasquale o Pascale fu Magnifico Signore della Trinità nel XVI sec., Giacomo Pasquale fu Cancellier Grande di Chioggia dal 1353 al 1401 nella Serenissima Repubblica di Venezia, messer Andrea de' Pasquali fu medico del granduca di Toscana Cosimo I de' Medici. Il cognome base è Pasquali, anticamente Pascali o Paschalis [v. Pasquali], ma più frequente al centro nord. Con il cognome Pasquali -con o senza de- alcune famiglie furono iscritte alla nobiltà del Trentino, della Lombardia, della Toscana, del Lazio, dell'Abruzzo, del Regno di Dalmazia. Le particelle de e di nel sud Italia furono cognomizzate in genere tra il 1700 e il 1800 e in alcuni casi, sempre nel sud, i cognomi Pasquale-Pascali-Pascale, con o senza particella, derivano dal cognome spagnolo Pascual o dal cognome catalano Pasqual. Alcuni membri di un'antica e nobile famiglia Pascual della Spagna si stabilirono in Italia in tre ondate. La prima nel XIII secolo a Cosenza da dove poi si diramò "a Giovinazzo, Sessa, Brindisi, Conversano, Lucera". Un secondo ramo proveniente da Valencia (Spagna) fu "portato in Sicilia nel XV secolo da un Giacomo Pasquale gentiluomo di Valenza", ramo iscritto alla nobiltà di Palermo e Messina. Un terzo ramo giunse a Napoli nel 1668 con un Domenico capitano dell\'assedio di Barcellona, ma per il Crollalanza un ramo napoletano si formò prima dell'arrivo degli Angioini. [Fonti: A. Manno, Il Patriziato subalpino (1895); G. B. di Crollalanza, Dizionario storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane, estinte e fiorenti (1965); Annuario della nobiltà italiana (1885); L. Palmieri, Cosenza e le sue famiglie (1999)]. |
DE PASQUA
DI PASQUA |
De Pasqua, assolutamente rarissimo, con presenze qua e là per l'Italia, ha un piccolissimo ceppo a Lanciano nel teatino, Di Pasqua ha ceppi nel romano, nel foggiano, nel napoletano e casertano ed in Sicilia nell'ennese e catanese, dovrebbero derivare da forme patronimiche riferite a capostipiti si fosse chiamato Pasqua (vedi PASQUA). |
DE PAU
DEPAU |
Entrambi tipicamente sardi, De Pau ha un ceppo a Sassari, uno a Macomer
nel nuorese ed uno a Cagliari, Depau ha un ceppo a Cagliari, Quartu Sant'Elena
e Selargius, ed uno nell'Ogliastra a Tertenia, Jerzu, Tortolì, Lanusei,
Ilbono, Ulassai e Cardedu, dovrebbero essere di origini toponomastiche
(vedi PAU).
integrazioni fornite da Giuseppe Concas DE PAU; DEPAU: per il significato, l’etimologia ed i riferimenti storici, vedi il cognome Pau. Attualmente il cognome De Pau è presente in 38 Comuni italiani, di cui 19 in Sardegna: Sassari 23, Macomer 14, Cagliari 13, etc. Il cognome Depau presente in 54 Comuni d’Italia, di cui 26 in Sardegna: Cagliari 65, Tertenia 51, Jerzu 38, Tortolì 33, etc. |
DE PAULIS | De Paulis sembrerebbe tipico de L'Aquila, deriva dal nome Paolo.
integrazione e stemma forniti da Fabio Paolucci accreditati studiosi di araldica (Guelfi Camajani, Spreti e altri) sono concordi nell'individuare l'origine di questo casato nel Regno di Napoli, da dove si sarebbero diffusi distinguendosi in più rami nobili. La dinastia in Italia inizia con Johannes de Paulie, barone del Regno di Napoli e Signore di Sessa Aurunca, giunto dalla Francia per combattere in Terrasanta la Terza Crociata voluta dal re Guglielmo II di Altavilla detto "il Buono" nel 1189. Johannes risulta iscritto al Catalogus Baronum di Napoli:da lui la genealogia è accertata. |
DEPECCATI | Molto raro, potrebbe essere dell'areale milanese o pavese. |
DE PELLEGRIN
DE PELLEGRINI | De Pellegrin sembrerebbe specifico dell'area bellunese, di Belluno e Forno di Zoldo in particolare, con estensioni anche nel vicino trevigiano e pordenonese, De Pellegrini, più raro, ha un ceppo a Falcade nel bellunese ed uno, probabilmente secondario, a Venezia, dovrebbero derivare dal nome del paese di San Pellegrino a pochi chilometri da Falcade nel bellunese, paese che dovrebbe essere il luogo d'origine dei capostipiti. |
DE PELLEGRINO | De Pellegrino è specifico di Foggia, potrebbe derivare dal nome del paese di San Pellegrino nel pescarese o da altri simili. |
DE PERNA
DI PERNA | De Perna, assolutamente rarissimo, è del centrosud, Di Perna è molto diffuso nel basso Lazio, in Campania, in Puglia e nella Sicilia orientale, dovrebbe trattarsi di una forma matronimica, dove il De- ed il Di- stanno per il figlio di, riferiti ad un capostipite la cui madre si chiamasse Perna (Perla), o di una forma patronimica originata dall'aferesi del cognomen latino Perperna. |
DE PERO
DEPERO |
De Pero, quasi unico, è settentrionale, Depero, estremamente raro, ha qualche presenza in Trentino ed in Veneto, dovrebbe trattarsi di forme patronimiche dove il DE- stia per il figlio di, riferito ad un capostipite il cui padre si fosse chiamato Pero (Pietro o Piero). |
DE PERON | Tipico vicentino, deriva da una variazione dialettale del nome Pietro. |
DE PERSIIS | Estremamente raro, sembrerebbe specifico del Lazio, della zona tra la provincia di Roma e Frosinone, dovrebbe derivare dal nomen latino Persius di cui abbiamo un esempio nel poeta latino Aulus Persius Flaccus, autore di sei Satire, nato a Volterra nel 34 d.C. e nel De Civitate Dei di Sant'Agostino: "...eos libido perpulerit feruenti, ut ait Persius, tincta ueneno, magis intuentur quid luppiter fecerit, quam quid docuerit Plato uel censuerit Cato...". |
DE PERU
DEPERU |
De Peru è praticamente unico, decisamente sardo, dovrebbe essere
una forma alterata di Deperu, che, molto molto raro, ha un piccolo ceppo
a Perfugas nel sassarese ed a Luras in Gallura, e che potrebbe derivare
da un soprannome originato dal termine logudorese depere
(dovere).
integrazioni fornite da Giuseppe Concas DEPERO ; DE PERO ; DEPERU ; DE PERU : per il significato, l’etimologia ed i riferimenti storici, vedi Pero/u. Depero e De Pero non si trovano in Sardegna. E presente in Sardegna Deperu, in 9 Comuni su 11 del territorio nazionale : Perfugas 14, Luras 11, Tempio 6, etc. De Peru è rarissimo e si trova solo ad Iglesias, con un solo nucleo familiare. |
DE PETRIS
DEPETRIS DE PIETRI DE PIETRO |
De Petris è rarissimo ed è tipico delle province di Latina e Frosinone, con un ceppo in Abruzzo nel teramano e pescarese, Depetris ha un ceppo a Bagnolo Piemonte nel cuneese ed a Torino e nel torinese ed uno a Vermiglio nel trentino, De Pietri molto molto raro, è specifico del reggiano e modenese, De Pietro è tipico del sud, del napoletano, dell'alto cosentino e del Salento, derivano tutti dal nome latino Petrus, anche attraverso toponimi o nomi di località contenenti il nome Pietro per De Pietri, come ad esempio San Pietro in Casale (BO) o Monte S. Pietro (BO). |
DE PIAZ
DE PIAZZA |
De Piaz, molto raro, è specifico di Tirano nel sondriese, De Piazza, anch'esso rarissimo, è specifico di Grosotto sempre nel sondriese, dovrebbero derivare dal nome della località Piaz de l'acqua nel comune di Mazzo di Valtellina sempre nel sondriese. |
DE PICCOLI | De Piccoli ha un ceppo nel milanese a Bovisio Masciago e Milano, ed uno veneto a Venezia, San Donà di Piave e Sato Stino di Livenza nel veneziano, a Casale sul Sile, Treviso, Salgareda e Ponte di Piave nel trevisano ed a Puos d'Alpago e Farra d'Alpago nel bellunese, dovrebbe trattarsi di una forma patronimica, dove il prefisso De- stia per il figlio di, riferito a capostipiti il cui padre si fose chiamato con il nome medioevale Piccolus o Piccolo. |
DE PILLA
DI PILLA |
De Pilla sembrerebbe specifico di San Nicandro Gargamico nel foggiano, Di Pilla, molto più diffuso, è specifico dell'iserniese, di Sant'Agapito, Isernia e Chiauci e di Larino nel campobassano, si dovrebbe trattare di forme che indichino la provenienza dei capostipiti dal paese di Pilla nel beneventano, ma è pure possibile possa in alcuni casi trattarsi di forme patronimiche, dove il De- ed il Di- stiano per il figlio di, riferito a capostipiti i cui padri si chiamassero con il nome medioevale Pilla (vedi PILLA). |
DE PINE'
DEPINE DEPINE' |
Cognomi assolutamente rarissimi, probabilmente del Trentino Alto Adige,
dovrebbero derivare da una modificazione dialettale dell'aferesi del nome
Giuseppe.
ipotesi fornite da Aldo Piglia, Milano Potrebbe trattarsi anche di cognomi derivati dal toponimo Pinè, piccolo altopiano del Trentino, sopra la Valsugana, e che comprende i comuni di Baselga de Pinè e Bedollo, nonché le località di Montagnaga de Pinè, le Piazze, Serraia. |
DE PINTO
DI PINTO |
De Pinto è tipico del barese, di Molfetta, Bisceglie e Sannicandro Di Bari soprattutto, con un ceppo anche a Cassano allo Ionio (CS), Di Pinto, oltre al ceppo nel baresa a Bisceglie, Bari, Turi e Noicattaro, ha un ceppo a Napoli, uno a Montenero di Bisaccia (CB), uno a Roma e a Terracina e Fondi in provincia di Latina, dovrebbero derivare dall'essere il capostipite il figlio di un Pinto (vedi PINTI) cioè probabilmente il padre del capostipite era di carnagione scura. |
DE PISA | De Pisa, assolutamente rarissimo parrebbe concentrato a Roma ed a Olevano Romano (RM), dovrebbe indicare una provenienza originaria dalla città pisana, un esempio di quest'uso lo troviamo in una Charta Commutationis dell'anno 766 a Lucca dove un testimone è indicato come: "...Signum + manus Filinghi filio quondam Gudolini de Pisa testis...". |
DE PISCOPO
D'EPISCOPO |
D'Episcopo. assolutamente rarissimo dovrebbe essere campano, De Piscopo, quasi unico, sembrerebbe napoletano, dovrebbero derivare da un soprannome originato da rapporti di vario genere, quali dipendenza o vicinanza con un vescovo o anche da caratteristiche fisiche o comportamentali. |
DE PISIS | De Pisis, quasi unico sembrerebbe napoletano, dovrebbe derivare o das soprannomi originati dal vocabolo latino pisus (seme) o dal nomen latino Piso (Pisonis). (vedi PISELLI) |
DE PLANO
DEPLANO DEPLANU |
De Plano, molto molto raro, ha un ceppo nel lucchese, soprattutto a Viareggio
ed uno a Roma, Deplano è tipicamente sardo, del Cagliaritano, dell'Ogliastra
e del nuorese, di Cagliari soprattutto e di Quartucciu nel cagliaritano
e di Lanusei , Tertenia e Ussassai nell'Ogliastra, Deplanu, quasi unico,
è sempre sardo del cagliaritano, dovrebbero derivare da un soprannome
originato dal termine latino de
plano, riferito a gente proveniente dalla pianura, di quest'uso
abbiamo un esempio nel 1200 nel "Libellus historicus
Ioannis De Plano
Carpini, qui missus est Legatus ad Tartaros anno Domini 1246. ab Innocentio
quarto Pontifice maximo" dove si vede l'utilizzo del termine De
Plano come principio di cognominizzazione.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas DEPLANO; DEPLANU; DE PLANO: de plano, de planu, de pranu = dal piano, ad indicare la provenienza. In latino planus. Qui da noi usiamo dire: "Benit de pranu"! Per indicare una persona che viene dal Campidano; is biddas de pranu = i centri abitati del Campidano. Is tallus o is/sas ceddas de pranu = le greggi del Campidano. Plano, planu e pranu sono comuni come nomi di luogo (toponimi): su Pranu de Barànta; su Pranu de Camèdda; sono due località pianeggianti, a circa 1000 metri s.l.m. della montagna del Linas, nella Sardegna sud occidentale; Planu de Donnikellos (CSNT, XI°, XIII° sec. - 311) è il nome di un "salto" nella Curadorìa di Caputàbbas, che faceva capo al centro abitato di Gurulis Vetus, oggi Pàdria. Planu de Monte (CSMB, XI°, XIII° sec.-130). Planu de Silki (CSPS, XI°, XIII° sec. - 129), località in agro di Silki, non lontana dalla chiesa di San Pietro. Pranu Mois o Plano Moys, centro abitato scomparso, sito in agro di San Basilio. In periodo medioevale, fece parte della Curadorìa di Trexénta. Planus de Sédima, oggi Sédini, centro abitato. Anche come cognome è presente negli antichi documenti della storia e della lingua di Sardegna. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE del 1388, abbiamo: Plano (de) Anthonius, ville Algueri (** Ville Algueri. Camella Bernardus, Bos Franciscus, Ferret Anthonius sindici, actores et procuratores. In die vigesima mensis Januarii, anno millesimo CCCLXXXVIII - 1388). Nella storia ricordiamo Depilano Francesco Antonio, vescovo della diocesi di Iglesias (un tempo Sulcis), dal 1774 al 1781. Attualmente il cognome Depilano è presente in 131 Comuni italiani, di cui 62 in Sardegna: Cagliari 303, Quartu 67, Ussassai 51, Lanusei 41, etc. Deplanu è presente in 9 Comuni italiani, di cui 7 in Sardegna: Monastir 12, Sadali 7, Monserrato 6, etc. De Plano è presente in 22 Comuni italiani, di cui 1 in Sardegna: Barisardo 3. |
DE PODA | Rarissimo cognome trentino, vedi PODA. |
DE POL
DE POLO DI POL DI POLO |
De Pol è tipicamente veneto, della parte orientale della regione, di Venezia, Pievedi Cadore e San Pietro di Cadore nel bellunese, di Montereale Valcellina nel pordenonese e del trevigiano, De Polo è anch'esso veneto, del trevigiano in particolare, di Tarzo e Treviso, ma anche di Venezia e di Pieve di Cadore e Limana nel bellunese, Di Pol, molto più raro, è veneziano, Di Polo è praticamente unico, dovrebbero derivare o dai vari toponimi come San Polo di Monfalcone nel goriziano, o San Polo di Piave nel trevisano, o possono anche essere forme patronimiche dove il De ed il Di, invece di indicare provenienza, come nel primo caso, stanno per figlio di, riferito a capostipiti i cui padri si chiamassero Polo (vedi POLI). |
DE POMPEI
DE POMPEIS DI POMPEI |
De Pompeis è specifico di Napoli e di Grumo Nevano nel napoletano, De Pompei e Di Pompei sono quasi unici, l'ipotesi più probabile è che stiano ad indicare la provenienza dei capostipiti dal paese di Pompei, la terminazione ablativizzata alla latina con terminazione in -is è molto probabilmente dovuta ad un vezzo mirante ad attribuire maggiore nobiltà fittizia al cognome, che probabilmente venne modificato in epoca tardo medioevale o rinascimentale, una seconda ipotesi, molto meno probabile proporrebbe un'ipotesi patronimica dal nome Pompeo, nome che potrebbe essere stato portato dai padri dei capostipiti. |
DE PONTI | Decisamente lombardo, della zona che comprende le provincie di Bergamo, Lecco, Como e Milano, deriva da toponimi che contengono il vocabolo ponte, come Ponte Nuovo (MI), Ponte Caffaro (BS), Ponte Giurino (BG), ecc.. Può anche essere originato da un soprannome legato alla posizione, vicino ad un ponte, dell'abitazione del capostipite. |
DE PORZIO
DI PORZIO |
De Porzio sembrerebbe unico, dovrebbe trattarsi di una forma mal riportata del cognome Di Porzio, che ha un ceppo romano ed uno napoletano, si tratta di una forma patronimica del nome Porzio ad indicare la famiglia di un figlio di un Porzio (vedi PORZIO). |
DE PRATO | De Prato è tipico dell'udinese, della zona di Ovaro, Tolmezzo, Enemonzo e Socchieve, potrebbe derivare da toponimi come Pasian di Prato (UD) o Prato Carnico (UD). |
DE PRESBITERIS
DEPRESBITERIS PRESBITERI |
Depresbiteris e Presbiteri sono praticamente unici ed sono probabilmente dovuti ad un errore di trascrizione di De Presbiteris che sembra specifico del cosentino di Praia a Mare e Tortora, dovrebbero derivare dal vocabolo latino presbyter (prete), forse ad indicare la famiglia di cui faceva parte un prete. Di queste cognominizzazioni abbiamo un esempio a Bologna nello statuto e ordinamento di una loggia massonica del 1376: "...In Christi nomine Amen. Anno nativitatis eiusdem millio trecentesimo septuagesimo sexto inditione quartadecima die decimo octavo mensis novembris tempore pontificatus sanctissimi in Christo pascatis domini Gregorii dominum providentia pape undecimi. Sapientes viri domini Francischus de Ramponibus, Antoniu de Presbiteris, Santus de Dayruxiis, Andreas de Bobus, ..:". |
DE PRETIS | Cognome decisamente rarissimo,
dovrebbe derivare da un soprannome stante ad indicare una connessione con
una famiglia di prelati. Un'ipotesi degna di attenzione fa discendere il
cognome dal nome proprio proprio Adalpreto (formato dal sostantivo ATHAL=indole,
inclinazione disposizione naturale, carattere e dall'aggettivo BERT=chiaro
illustre, rinomato) variante del più diffuso Adalberto; al cognome
è premessa la preposizione latina "de", reggente il caso ablativo,
ad indicare relazione d'origine, di appartenenza dei membri della medesima
stirpe. Quindi ablativo plurale "de Pretis" dei Preti, cioè appartenenti
alla gente degli Adal-preti. (nota tratta dal libro "Cagnò" di Pietro
Micheli edito a Trento nell'anno 1991. A testimonianza dell'uso di questo
nome, troviamo nella seconda metà del 1100 un Adalpretus principe
e vescovo di Trento poi fatto santo. Già dal 1400 troviamo
un Hyeronimus de Pretis quale destinatario di un libro: "...Hunc
librum feci exemplari ego Galeaz Marescottus de Caluis per Hyeronimum de
Pretis...", famosi furono i pittori fratelli
De Pretis che ospitarono Leonardo da Vinci nella loro casa di Porta Ticinese
a Milano verso la fine del 1400, nel 1856 è Presidente del Consiglio
del regno di Sardegna l'Onorevole Agostino De Pretis, che nel 1861 viene
nominato Luogotenente del Re per la Sicilia.
integrazioni fornite da Paola de Pretis |
DE PROPRIS | De Propris è tipico di Roma, Gerano e Tivoli sempre in provincia
di Roma, la derivazione oscura potrebbe essere ipotizzata correlata alla
formula delle donazioni ecclesiastiche: "de propris
suis bonis" intendendo una specie di servitù della gleba
da parte della famiglia del capostipite.
integrazioni fornite da Fabio Paolucci Cognome laziale di difficile interpretazione, che presenta rare varianti nelle forme cognominali De Propriis e De Propis, De Propris dovrebbe a mio avviso derivare, come già asserito dal buon Zanchi, dalla latinizzazione e contrazione del personale Prospero usato in senso patronimico. Ad avvalorare questa tesi sembrerebbe la diffusione nella medesima area laziale dei cognomi De Prosperis, Prosperi, De Prosperi e Prospero (quest'ultimo molto raro), che attestano l'alta frequenza in passato del nome Prospero nella stessa zona. Inoltre, un motivo per il quale non considerare la formula "de propris suis bonis" e optare per la derivazione patronimica è offerto dal fatto che, contrariamente a quanto si pensi, i cognomi espressi in forma latina sono solitamente più recenti rispetto a quelli "italiani" e di conseguenza soggetti a continue modificazioni, correzioni e contrazioni (ciò potrebbe spiegare il passaggio da Prospero, a Prosperi, De Prosperi, De Prosperis e De Propris), per cui la formula risulterebbe più antica dello stesso cognome De Propris. In definitiva, sembrerebbe difficile pensare alla derivazione da una formula ecclesiastica: più veritiera risulterebbe la teoria di derivazione da un patronimico latinizzato e contratto. Non sarebbe da escludere anche la possibilità di derivazione dal nome Procopio, spesso erroneamente trascritto nella forma Procoprio. integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli Anch'io sono del parere che l'origine del cognome De Propris venga da un nome proprio. É stato proposto Prospero, ma io vorrei invece suggerire in via puramente ipotetica il personale latino Propertius che fu già di un celebre antico poeta elegiaco umbro. Il cognome. Properzio/i è ancora molto presente nel Lazio e in Abruzzo, dove troviamo addirittura un De Propertis in provincia de L'Aquila. Supponendo sincope di 'e' (le vocali, come si sa, sono le più soggette a tale fenomeno), avremmo l'impronunciabile De Proprtis ma, con successiva sincope di 't' per ragioni eufoniche, ne risulterebbe De Propris. |
DE QUARTO | De Quarto sembrerebbe specifico di Taranto e della sua provincia, dovrebbe trattarsi di una forma patronimica dove il De sta per figlio di uno di nome Quarto (vedi Quarto). |
DE RAFFAELE
DI RAFFAELE |
De Raffaele, estremamente raro, ha un piccolissimo ceppo a Torre del Greco nel napoletano ed uno a Crotone, Di Raffaele, solo un poco meno raro, ha un piccolo ceppo a Roma, uno a Crispano, Napoli, Caivano e Cardito nel napoletano ed uno a Palermo, si dovrebbe trattare di forme patronimiche dove il De ed il Di stanno per figlio di, riferito a capostipiti, i cui padri si chiamassero Raffaele. |
DE RAHO
RAHO REHO |
De Raho, assolutamente rarissimo è una forma nobiliare del più
diffuso Raho, che è tipico del Salento, di Nardò, Castrì
Di Lecce, Lequile, Castrignano Del Capo, Copertino e Calimera, Reho è
specifico anch'esso del leccese, di Racale, Taviano, Casarano, Matino,
Ugento, Alliste e Gallipoli, si dovrebbe trattare di alterazioni contratte
del nome medioevale Raodolfus (Rodolfo)
anche nella forma alterata dialettalmente di Ragulfus
e Rehodulfus, ricordiamo ad esempio
Rehodulfus Episcopus degli inizi del
decimo secolo. Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo nell'iserniese
nella seconda metà del 1400 con Antonio de Raho consigliere del
re di Spagna Ferdinando II° e Signore di Caccavone (IS).
integrazioni forniti da Rocco Rago in alcuni documenti relativi ai feudi molisani (Elenco delle famiglie che possedettero feudi urbani e rustici nel territorio corrispondente all'attuale regione Molise, dall'epoca normanna fino all'eversione della feudalità) ed otrantini si leggono notizie su di una famiglia detta (de) Raho estintasi . Negli stessi documenti viene trascritto il cognome anche come Rago o de Rago. L'arma descritta è la seguente: scaccato d'oro e d'azzurro di sedici pezzi, ed aventi gli scacchi d'oro caricati da una piccola coda d'ermellino. |
DE RAI | De Rai, assolutamente rarissimo, potrebbe trattarsi di una forma patronimica in De, con il prefisso che ha il valore di il figlio di, riferito ad un capostipite il cui padre si chiamasse Rai (vedi RAI). |
DE RAIMONDO
DI RAIMONDO |
De Raimondo, praticamente unico, dovrebbe essere un errore di trascrizione di Di Raimondo, che è tipicamente siciliano, con un grosso ceppo nell'area che comprende il nisseno, il ragusano in particolare, il siracusano ed il catanese, ed un ceppo anche a Palermo, tipico di Modica, Acate, Ragusa e Vittoria nel ragusano, di Catania, di Siracusa, Rosolini e Pachini nel siracusano, e di Villalba nel nisseno, si dovrebbe trattare di forme patronimiche, dove il De ed il Di stanno per figlio di, riferito ad un padre del capostipite, il cui nome era probabilmente Raimondo. |
D'ERAMO
DERAMO |
D'Eramo è specifico dell'area che comprende il romano, il frusinate, l'aquilano, il pescarese ed il teatino, con massima concentrazione a Roma, Albano Laziale ed Ariccia nel romano, ad Alvito nel frusinate, a Sulmona, Pescocostanzo, Introdacqua e Prezza nell'aquilano, ad Archi, Lama dei Peligni e Tornareccio nel teatino ed a Pescara, Deramo, molto più raro, ha un piccolo ceppo a Cerignola nel foggiano ed uno a Sammichele di Bari nel barese, dovrebbero derivare da uno dei vari toponimi dedicati a Sant'Eramo, come ad esempio Sant'Eramo di Ateleta nell'aquilano, Sant'Eramo in Colle nel barese o altri simili, ma è anche possibile che invece in molti casi si possa trattare di forme patronimiche riferite a capostipiti i cui padri si chiamassero Eramo (vedi ERAMI) e dove il D- stesse per figlio di. |
D'ERCOLE
D'ERCOLI |
D'Ercole è tipico dell'area che comprende il romano, il latinense ed il frusinate, l'Abruzzo, in particolare il teatino, il campobassano ol foggiano ed il barese, con presenze anche in Basilicata, D'Ercoli ha un piccolo ceppo a Riccione nel riminese, uno a Sant'Elpidio a Mare, San Benedetto del Tronto e Grottammare nel Piceno ed uno a Roma, si dovrebbe trattare di forme patronimiche relative al nome Ercole, dove il D' sta per figlio di, riferito ad un padre del capostipite di nome Ercole. |
DE REGE
DE REGIBUS DEREGIBUS DE REGIS |
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi Cognome alquanto raro, di origini piemontesi, Deregibus deriva da un soprannome legato alla parola re (vedi Re), stante quindi ad indicare quelli della famiglia del "re". |
DE RENTIIS
DE RENZI DE RENZO DI RENZI DI RENZO DIRENZO |
De Rentiis, tipicamente abruzzese, ha un ceppo a Lanciano nel teatino ed uno molto piccolo a Lettomanoppello nel pescarese, De Renzi è tipicamente laziale, di Roma e Sezze nel latinense, con un piccolo ceppo anche nel napoletano ed uno nel cosentino, De Renzo è tipico del meridione di Bari e di Napoli, Di Renzi, molto raro, è tipico di Roma, Di Renzo sembra specifico della fascia che comprende Abruzzo, Molise e Lazio, ma con ceppi significativi anche ad Andria, Altamura e Bari nel barese, a Napoli ed a Mileto in provincia di Vibo Valentia, Direnzo sembrerebbe tipico di Altamura nel barese, dovrebbero tutti derivare da forme patronimiche, dove il De- o il Di- starebbero ad indicare quelli del figlio di, riferito a capostipiti il cui padre fosse stato noto come Rentius o Renzo, una forma aferetica del nome Laurentius o Lorenzo, e sarebbero l'equivalente di indicatori di famiglie del figlio di Renzo. |
DE RENZIO | De Renzio, quasi unico, sembrerebbe del barese, dovrebbe trattarsi di una forma patronimica dove il De- sta per il figlio di, riferito ad un capostipite il cui padre si chiamasse Rentius, forma aferetica del nome Laurentius (Lorenzo) o di Florentius (Fiorenzo). |
DE RIENZI
DE RIENZO DI RIENZI DI RIENZO |
De Rienzi è assolutamente rarissimo, De Rienzo, sicuramente campano, ha ceppi a Benevento, Napoli e Paternopoli (AV), Di Rienzi è quasi unico, Di Rienzo è molto diffuso in Lazio, Abruzzo, Molise, Campania e Puglia, dovrebbero tutti derivare dall'essere il capostipite o figlio di un Rienzo o di un Rienzi, cioè di un discendente di un Rienzo, il De o il Di sta appunto per figlio di, (vedi Rienzi), tracce di un principio di questa cognominizzazione le troviamo a Roma nel 1300, nel 1347 un intelligente popolano romano diviene notaio è Nicola di Rienzo Cabrini, comunemente chiamato Cola di Rienzo dove il Di Rienzo acquisisce importanza cognominale (vedi Cabrini). |
DERIO
DE RIU DERIU |
Derio, quasi unico, sembrerebbe sardo, De Riu, ha un piccolissimo
ceppo nel sassarese ed uno romano, Deriu è molto diffuso in tutta
la Sardegna, soprattutto nella parte occidentale dell'isola.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas DERIU: DE RIU; DERIO: de riu, de rio = dal rio. Dal Latino rivus. Ricordiamo che Riu è un toponimo comune a tutta la Sardegna, inoltre tutti i nomi dei fiumi, ruscelli e torrenti, sono preceduti dal termine Riu o Rio. Tra le varie uscite (Ariu, Arriu, Eriu, Erriu, Deriu, Derio, Del Rio, Delrio, Delriu, Del riu, Derriu) Deriu, De Riu e De Rio sono, secondo noi, le originali, perché così le troviamo nelle carte antiche della lingua sarda. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, *LPDE del 1388 figurano: Deriu Barisono, ville Magumadas (*Magomadas. Contrate Castri Serravallis); Deriu Barçolo, jurato (collaboratore del majore - guardia giurata) ville Layrru (*Laerru - Contrate de Anglona- Chiaramonte); Deriu Dorcodorio, majore (amministratore - sindaco) ville Layrru; De Rio Gunnario, ville Iscano (*Scanu M. Ferro. Contrate Castri Montis de Verro); De Riu Comita, ville Sasseri; De Riu Guantinus, ville Sasseri; De Riu Leonardo, majore ville Aidu (* Aidomaggiore. Contrate Partis de Guilcier); De Rius Guantinus - de Aristanni (*Oristano); Riu (de) Bissacha, ville Muores(Mores(Meylogu). Contrate de Ardar et Meylogu). Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado,*CSMB, XI°, XIII° sec. Troviamo: Riu de Petro, teste in una spartizione di servi: coiuvedi Iorgi Casula, servu de Sancta Victoria cun Iusta Turiu, ancilla de regnum et fecerunt III fiios : Maria..et Goantine et a Mindala. Maria morivit.Postea partirus cun Frevare Coco, mandatore de regnum(incaricato delle ambasciate, dei messaggi e delle citazioni regie). Iudice levedi a Goantine e clesia (di Santa Vittoria) a Mindala. Testes.(si sposò Giorgio Casula, servo di Sanra Vittoria, con Giusta Turiu, serva del giudice e fecero tre figli : Maria..Costantino e Mindala ; Maria morì.Poi furono divisi sotto la responsabilità di Frevare Coco.Il giudice prese Costantino e la chiesa Mindala.testimoni. ; Riu de Gantine(108) coiuvedi Goantine de Riu cun ankilla de clesia de Sancta Victoria et iuredi. ( si tratta di un giuramento di « servizio » fatto alla chiesa). Nel Coaghe di San Nicola di Trullas, *CSNT, XI°, XIII° sec. troviamo il cognome nell'uscita Ribu o Rivu : Ribu(o Rivu) de Acketore(163), Ribu de Furatu(122), Ribu de Iusta (163), Ribu de Simione( 163) : si tratta di parenti, tutti e quattro servi nella domo di Olvesa (di San Nicola). Etc. Nella storia contemporanea ricordiamo Deriu Francesco (Ittiri 1917), politico, sottosegretario di Stato, consigliere regionale. Di lui ci rimane, oltre a numerosi articoli su giornali e riviste, il saggio, « Una lotta per la Rinascita » (Di.Sto.Sa.). Attualmente il cognome Deriu è presente in 299 Comuni italiani di cui 118 in Sardegna: Sassari 226, Alghero 113, Ittiri 113, Cagliari 105, Oristano 83, Macomer 78, etc. ..De Riu invece è rimasto in Sardegna in soli 2 Comuni: Alghero e Pozzomaggiore, con un solo nucleo familiare a testa. Anche Derio(de rio) è rimasto in soli 4 Comuni sardi: Olbia, Sassari, Usini, Cagliari, con un solo nucleo familiare ciascuno. |
DE RISI
DE RISO DERISI DERISO DI RISI DI RISO DIRISO |
De Risi è specifico dell'area campana tra napoletano, con Nola, Saviano, Napoli, Cicciano, Camposano, Santa Maria la Carità, Castellamare di Stabia e Roccanairola, e salernitano, con Pagani e Scafati e con un ceppo significativo anche nel casertano a Sant'Angelo d'Alife, De Riso è specifico della stessa zona, di Santa Maria Capua Vetere nel casertano, di Gragnano, Sant'Antonio Abate, Castellammare di Stabia, Napoli, Casoria e Santa Maria la Carità nel napoletano e di Amalfi, Angri e Minori nel salernitano, Derisi e Deriso, quasi unici, dovrebbero essere il prodotto di errori di trascrizione dei precedenti, Diriso è praticamente unico, Di Risi, estremamente raro, è dell'avellinese, Di Riso, sempre campano, è specifico di Sant'Antonio Abate, Lettere e Gragnano nel napoletano e di Scafati nel salernitano, si dovrebbe trattare per tutti di forme patronimiche, dove il De- od il Di- stanno per il figlio di, riferito a capostipiti, i cui padri si fossero chiamati Riso (vedi RISI). |
DE ROBERTI
DE ROBERTIS DEROBERTI DEROBERTIS |
De Roberti e Deroberti sono praticamente unici e, con Derobertis che, molto raro, è tipico di Putignano, dovrebbero essere dovuti ad errori di trascrizione del cognome De Robertis, che è tipico del barese, di Molfetta in particolare e di Bari, Putignano e Corato, con un ceppo anche a Napoli, si dovrebbe trattare di una forma patronimica riferito ad un gruppo familiare il cui capostipite era uno di nome Roberto.) |
DE ROCCHI
DE ROCCO DI ROCCHI DI ROCCO |
De Rocchi ha un ceppo lombardo nel varesotto e nel lecchese, uno nel genovese ed uno nel romano, De Rocco ha unceppo nel bellunese ed alto trevisano, uno nel romano, uno nel napoletano, uno nel potentino ed uno nel Salento, Di Rocchi, assolutamente rarissimo, parrebbe laziale, Di Rocco ha un nucleo nella fascia centrale che comprende l'Abruzzo, il Lazio, il Molise, il napoletano ed il casertano con un ceppo anche tra agrigentino e nisseno, si dovrebbe trattare di forme patronimiche in De o in Di, dove le particelle stanno per figlio di, riferite al nome medioevale Rochus o Rocchus di origine germanica originato dal termine germanico hrock (corvo). (vedi ROCCHI) |
DE RODI
DI RODI |
De Rodi è quasi unico, Di Rodi è tipico del foggiano, del Gargano in particolare e di Vieste e Rodi Garganico nello specifico, dovrebbe derivare dal toponimo Rodi Garganico, probabilmente ad identificare la località d'origine del capostipite, ma è pure possibile che identifichi invece una radice greco rodigina. |
DE ROMA
DI ROMA DIROMA |
De Roma ha un piccolo ceppo tra napoletano ed avellinese, ed un ceppo pugliese
nel tarentino a Grottaglie e Taranto, con un piccolo ceppo anche a Tricase
nel leccese, e sparute presenze in Sardegna, probabili errori di trascrizione
del cognome Deroma (vedi DEROMA), Di Roma
è abbastanza diffuso a Roma, Latina, nell'avellinese e potentino
ed in Puglia, in particolare nel tarentino, ma con presenze anche nel foggiano
e nel barese, Diroma, assolutamente rarissimo, è del barese, dovrebbero
tutti derivare da un soprannome originato probabilmente dal fatto di essere
i capostipiti originari di Roma o anche dall'essere stati nella loro vita
a Roma.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas DE ROMA: proveniente da Roma. È un cognome presente in 87 Comuni italiani, con maggior diffusione in Puglia: Grottaglie (TA) 74, Taranto 37; Roma ne conta 15 e Napoli 12. In Sardegna è presente in 8 Comuni: Carbonia 8, San Teodoro 6, Sassari 6, Olmedo 3, etc. Con molte probabilità il cognome De Roma, nella Sardegna medioevale, era molto più diffuso di oggi. Ne sono prova le numerose presenze nelle carte antiche. Tra i firmatari della Pace di Eleonora figurano 5 de Roma: Roma (de) Leonardo, jurato ville Tresnuraghes ; Roma (de) Mar. P. Guantino, ville Macumerii; Roma (de) Petro, majore ville Magumadas, (* Magomadas. Contrate Castri Serravallis); Roma (de) Petro, ville Macumerii; Roma (de) Petro, ville Tresnuraghes. Nel Condaghe di San Pietro di Silki, *CSPS XI°, XIII° sec., figurano : Roma (de) Dorgotori (postura), *CSPS 133°; Roma (de) Petru, kertu de servis, *CSPS 106°. Nel Condaghe di San Nisola di Trullas, *CSNT, XI°, XIII° sec., c'è Roma (de) Petru(221), cugino di Furatu de Gitil: comporaili a Petru de Roma , su fratile, sa parçone sua ivi puru, et parçone de sos fratiles, de furatu de Barru, ponendose isse in pala; e dei bili v berbeces, et iiii sues set vii moisos de laore. (ho comprato da Petru de Roma, il cugino( di Furatu de Gitil), la porzione sua, sempre lì, e la porzione dei cugini di Furatu de Barru, addossandosi lui la responsabilità; e diedi (in cambio) 5 pecore, 4 scrofe, e 7 moggi di grano). |
DEROMA | Deroma è tipicamente sardo, del sassarese, in particolare di Sassari,
Porto Torres e Pattada.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas DEROMA: de Roma: proveniente da Roma, romano/a. è un cognome poco diffuso. È presente in Italia in 43 Comuni, di cui 20 in Sardegna(nord): Sassari ne conta 74, P. Torres 36, Pattàda 23, San Teodoro 9, etc. Il cognome è presente nelle carte medioevali, ma nella forma De Roma (vedi De Roma). |
DE RONI | De Roni, assolutamente rarissimo, è della zona tra bellunese e pordenonese, dovrebbe derivare da una forma patronimica, dove il De- stia per il figlio di, riferito ad un capostipite il cui padre si fosse chiamato con il nome gotico Ronius (vedi RONI). |
DE RONZI
DE RONZO DERONZO |
De Ronzi è specifico di Galatina e Surbo nel leccese, Deronzo, che sembrerebbe unico, è probabilmente dopvuto ad un errore di trascrizione di De Ronzo, che, molto raro anch'esso, è specifico di Spongano, sempre nel leccese, questi cognomi potrebbero essere forme patronimiche, dove il De- sta per figlio di, riferito a capostipiti il cui padre si chiamasse Oronzo, che per aferesi sia divenuto Ronzo, il culto di Sant'Oronzo è ed era molto sviluppato in tutta la Puglia, ricordiamo che Sant'Oronzo è il patrono di Lecce. |
DE ROS
DEROS |
De Ros sembrerebbe tipico della zona di Aviano (PN, quasi unico Deros , sembra originario della provincia di Gorizia, potrebbero derivare da nomi di località, come Ros di San Vito al Tagliamento (PN) o Ros di Vito d'Asio (PN) o altre simili. |
DE ROSA
DI ROSA |
De Rosa è diffusissimo in tutta l'Italia peninsulare, soprattutto al sud ed in Campania in particolare, Di Rosa ha ceppi nelle Marche, in Abruzzo e Molise, in Campania e soprattutto in Sicilia, derivano dal nome Rosa utilizzato nel medioevo come nome augurale e più tardi come devozione alla santa omonima e starebbe ad indicare quelli di Rosa, i figli o i parenti, tracce molto antiche di questa cognominizzazione si trovano ad esempio nel Codice Diplomatico della Lombardia medievale, in un atto redatto a Milano nel 1177, dove si legge: "...presentibus et consentientibus Prexano, Ambroxio Rolandi, Zanatto et Bellone ac Petro Longo, Ambrosio de Rosa, Martino Zanatti et Petro Botto ac Iohanne Garaverni vicinis suis...". |
DEROSAS | Derosas sembrerebbe specifico di Olbia, con ceppi anche a Sassari e Usini nel sassarese e ad Orosei nel nuorese, un'ipotesi è che derivi dal toponimo Rosas nel cagliaritano, ma, molto più probabilmente deriva da un soprannome indicante il capostipite come quello delle rose (rosas in sardo), probabilmente per il fatto di avere un grosso roseto nelle vicinanze della propria abitazione. |
DE ROSE
DEROSE |
De Rose è specifico del cosentino, di Cosenza, Rende, Torano Castello, Fagnano Castello, Castrolibero, Montalto Uffugo, Rose, Mendicino, Cassano allo Ionio, Carolei, Rovito e Spezzano Piccolo, Derose, quasi unico, dovrebbe essere dovuto ad un'errata trascizione del precedente, che dovrebbe stare da indicare la provenienza dei capostipiti dal paese di Rose sempre nel cosentino. |
DE ROSSI | Parrebbe di origine veneta, è stato originato da soprannomi legati a caratteristiche fisiche del capostipite, quali i capelli, la barba o la carnagione particolarmente rossastra, può anche indicare la discendenza da dei Roscii (Roscius è un nomen latino). |
D'ERRICO
D'ERRIGO DERRICO DERRIGO |
D'Errico è molto diffuso in tutto il sud, D'Errigo, molto molto più raro, ha un ceppo romano ed uno calabrese a Campo Calabro nel reggino, Derrico e Derrigo sono estremamente rari e si tratta probabilmente di errori di trascrizione dei precedenti, dovrebbero tutti derivare dall'essere il capostipite il figlio di un Errico o di un Errigo (vedi ERRICO). |
DE RUGERIIS
DE RUGGERI DE RUGGERIIS DE RUGGERIS DE RUGGERO DE RUGGIERI DE RUGGIERO |
De Rugeriis è specifico di Colledara (TE), De Ruggieri, De Ruggeriis e De Ruggeris, molto molto rari, sembrerebbero originari dell'Abruzzo con un ceppo secondario in Puglia, De Ruggeri è dovuto ad un errore di trascrizione del precedente, De Ruggiero è napoletano, De Ruggero dovrebbe essere dovuto ad un errore di trascrizione del precedente, derivano tutti dal nome medioevale Rugerius (vedi Ruggeri), tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Bologna nel 1400 con un Ugonem De Rugeriis. |
DE RUSSO
DI RUSSO |
De Russo, quasi unico, è dell'area tra latinense e casertano, Di Russo ha un piccolo ceppo abruzzese a Pescara, uno molto grande a Roma ed uno ancora più grande a Formia nel latinense, con buone presenze, sempre nel latinense, a Gaeta, Fondi, Minturno, Itri e Latina, e nel frusinate ad Esperia e Pontecorvo, dovrebbe trattarsi di forme patronimiche dove il De- ed il Di- stanno per figlio di, riferiti a capostipiti, i cui padri avessero come nome o soprannome il Rosso, Russo in dialetto, forse a causa del colore dei loro capelli, ricordiamo che presso i latini era molto diffuso il fatto di avere i capelli rossi, un esempio per tutti Silla, il dittatore della famosa guerra civile con Mario, aveva proprio i capelli rossi, una caratteristica propria della Gens Fulvia, che da questa caratteristica aveva preso il nome. |
DE RUVO | Dovrebbe essere proprio della provincie di Bari, deriva dal toponimo Ruvo di Puglia (BA). |
DE SABATO
DI SABATO DISABATO |
De Sabato ha un piccolo ceppo a Lucera nel foggiano e nel leccese, a Lecce ed a Castrignano del Capo, Di Sabato ha un ceppo a Roma, in Molise, a Napoli, nel potentino e soprattutto in Puglia, ad Altamura nel barese e nel foggiano a Lucera, Manfredonia e Foggia, Disabato è decisamente pugliese di Altamura nel barese, si dovrebbe trattare di forme patronimiche, dove il De- od il Di- stiano per il figlio di, riferiti a capostipiti i cui padri si fossero chiamati Sabato (vedi SABATO). |
DE SALVO | Cognome meridionale, ha un ceppo nella zona dello stretto sia in provincia di Messina che di Reggio Calabria, un altro tra Potenza e Cosenza, un terzo nel leccese, deriva dal nome Salvo o dal precedente nomen latino Salvius. |
DE SANCTIS
DESANCTIS DE SANTE DE SANTI DE SANTO DI SANTE DI SANTI DISANTI DI SANTIS DI SANTO |
De Sanctis è molto diffuso nel Lazio ed in Abruzzo, mentre Desanctis è, quasi sicuramente, dovuto ad errori di trascrizione, De Sante, molto molto raro, è del romano, De Santi è diffuso in Veneto, Toscana e nel varesotto, De Santo è specifico dell'area che comprende la Campania, la Basilicata ed il cosentino, con massima concentrazione nel napoletano, Di Sante ha un ceppo a Fano nel pesarese, uno in Abruzzo, nel teramano a Roseto degli Abruzzi, Teramo, Bellante, Silvi, Morro d'Oro, Atri e Pineto, nel pescarese a Montesilvano, Città Sant'Angelo e Pescara, ed a Francavilla sul Mare nel teatino, ed a Roma, Di Santi è caratteristico del basso salernitano, di Vallo della Lucania ed Atena Lucana, Disanti, estremamente raro, è probabilmente dovuto ad un'errata trascrizione del precedente, Di Santis, quasi unico, sembrerebbe campano o comunque del meridione, Di Santo è molto diffuso in tutto il centrosud, dovrebbero derivare dal nome medioevale di tradizione cristiana Sanctus (Santo o Sante), con l'aggiunta della forma patronimica in De- o in Di-, che sta per il figlio di, nel caso dei De Sanctis sta per i discendenti del casato dei De Sanctis è presente in Abruzzo fin dalla prima metà del 1000, quando il duca di Spoleto nominato valvassore Pietro De Sanctis gli affida in feudo i territori dell'area di Sulmona, questi erige quindi il castello di Roccacasole (AQ) come sede del suo feudo, in seguito il casato acquisì il titolo baronale. |
DE SANSO
DESANSO |
De Sanso, assolutamente rarissimo e Desanso, che è quasi unico, dovrebbero essere originari della zona calabro, lucana, si possono formulare due ipotesi circa la possibile origine, la prima potrebbe indicarli come forme patronimiche derivate da capostipiti, probabilmente francesi, i cui padri si fossero chiamati Sanson (Sansone), la seconda propone invece una derivazione da una forma dialettale apocopaica del toponimo San Sosti nel cosentino. |
DE SANTIS | Diffuso in tutto il centro sud, deriva da uno dei tantissimi toponimi che hanno nella loro radice il vocabolo San ...., come San Giorgio a Cremano (NA), San Bartolomeo in Galdo (BN), San Biase (SA) - (CS), ecc.. |
DE SCALZI
DESCALZI DE SCALZO DESCALZO |
Tutti estremamente rari sono tipici della zona di Chiavari, potrebbero derivare da un soprannome legato al vocabolo descalzo o scalzo (quelli scalzi, o dello scalzo, o degli scalzi), tracce di questa cognominizzazione si ha a Chiavari fin dalla fine del 1700, una certa fama ottenne Gaetano Descalzi detto Campanino di Chiavari, ebanista e mobiliere. |
DE SENSI | De Sensi è specifico di Lamezia Terme nel catanzarese, dovrebbe stare ad indicare l'appartenenza dei capostipiti alla Gens latina, repubblicana, di origine plebea Sentia (pronuncia Senzia). |
DESENZANI | Cognome tipico di Brescia e del basso bresciano, deriva dal toponimo Desenzano (BS), tracce di questa cognominizzazione si trovano nella bassa bresciana fin dal 1200, nel 1600 troviamo tracce di un desenzani autore di un lascito alla chiesa di San Marco di Esenta di Lonato (BS). |
DE SERRA
DESERRA |
Sia De Serra che Deserra, assolutamente rarissimi, sono di origini sarde, dovrebbero stare ad indicare un'origine montanara dei capostipiti, in sardo il termine serra indica un'altura, una collina, una montagna: sa serra de su monti significa il crinale della montagna, ed il prefisso De- starebbe ad indicare provenienza, originari di. |
DESERTI | Deserti è tipico dell'area ferrarese e bolognese, l'ipotesi più
probabile è che si tratti di un cognome attribuito, in epoca non
recente, a bambini abbandonati.
ipotesi fornita da Petra Motta E' un cognome abbastanza raro, concentrato soprattutto in Emilia, la mia ipotesi è che derivi dal verbo latino desero, is, deserui, desertum, che significa abbandonare. Si tratterebbe di uno dei tanti cognomi attribuiti ai bambini abbandonati. |
DESERTO | Deserto, quasi unico, potrebbe essere del sud, pugliese, dove potrebbe derivare dal toponimo Deserto di Ostuni (BR) e siciliano, dove potrebbe anche avere origini da esperienze del capostipite nel deserto libico. (vedi comunque anche Deserti) |
DE SERVI
DESERVI SERVI |
De Servi ha un ceppo nel milanese tra Rescaldina e Legnano ed uno toscano a Lucca e Viareggio, Deservi, quasi unico, è dovuto ad errori di trascrizione del ceppo lombardo del cognome precedente, Servi ha un ceppo a Milano, uno a Firenze ed a Viareggio (LU) ed uno a Roma, la possibile origine di questo cognome potrebbe essere quella di individuare i capostipiti come dei serviti o legati comunque alla confraternita dei Servi di Maria, la presenza di una Chiesa dei Servi di Maria a Lucca e a Firenze e Roma ed il fatto che i Servi di Maria sono a Milano fin dal 1288 da credito a questa ipotesi, bisogna citare, anche se poco probabile, una possibile derivazione dal nomen latino Servus o Servius. |
DESIANTE
DESIATO |
Desiante parrebbe barese, Desiato, tipico campano, ha forse un ceppo nel Molise. Questi cognomi dovrebbero essere originati da un nome tardo medioevale relativo al fatto di essere arrivato il bambino dopo essere stato tanto desiderato. |
DESIDERI
DESIDERIO |
Desideri è molto presente nella fascia centrale, potrebbe essere di origine laziale, Desiderio presenta un ceppo originario della zona tra Il napoletano ed il salernitano eduno tra Abruzzi e Molise, dovrebbero derivare dal nome longobardo e tardo latino Desiderius. Famoso è l'ultimo Re longobardo Desiderius (756-74), ma di questo nome esistono tracce antecedenti, nel 600 vive ad esempio San Desiderio di Cahors, Vescovo del narbonese, in Francia. |
DE SIENA
DESIENA DI SIENA |
De Siena, tipicamente meridionale, ha un ceppo a Napoli, Caserta e Sarno nel salernitano, uno nel leccese, ad Andrano, Specchia e Lecce, ed uno tra catanzarese e crotonese, a Catanzaro, Crotone ed a Strongoli nel crotonese, nel leccese esiste, anche se quasi unico, Desiena, che è probabilmente il frutto di un errore di trascrizione del precedente, Di Siena è specifico dell'area che comprende il Lazio meridionale e la Campania settentrionale, Coreno Ausonio nel frusinate e Roma, Termoli nel campobassano e Maddaloni nel casertano, dovrebbero derivare da soprannomi indicanti una provenienza dalla città di Siena da parte dei capostipiti, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Grosseto nel 1440 con il testamento di una certa donna Bartolomea di Iacopo de Siena, nella seconda metà del 1500 a Palermo troviamo il mastro falegname e intagliatore Cesare di Siena originario di Carrara, in un atto del 1677 a Genova si legge: "...rogata da Gianni de Siena a 23 del corrente havertendo che se bene detta scritura a favor di Angelo Durazzo dice che il risigo al andata è sopra la nave S.Pedro del Cantera e Sta Rosa Maria e per ciò come sopra come appare per papele a parte et altro che dichiare che il premio si è ragiunto...". |
DE SIMINE
DESIMINE DI SIMINE |
De Simine, tipicamente pugliese, sembrerebbe specifico del barese, di Terlizzi e Molfetta, Desimine, assolutamente rarissimo, è sempre del barese, Di Simine è invece specifico di Matera, potrebbero derivare dal nome di San Simine, per devozione a quel santo, così come potrebbero riferirsi ad un ex voto per grazia ricevuta dal santo nella Chiesa rupestre di San Simine a Pantaleo di Massafra. |
DE SIMON
DE SIMONE DE SIMONI |
De Simon è tipicamente friulano dell'udinese, di Osoppo e di Forgaria nel Friuli in particolare, De Simone è diffuso in tutto il centro sud, De Simoni è tipico laziale, con un ceppo primario anche in Lombardia, derivano da forme patronimiche (il De sta per figlio di) del nome Simone, tracce di questa cognominizzazione si trovano a Bormio agli inizi del 1600 dove in una deposizione viene citato un certo Giovanni de Simoni, originario della Valmalenco, che aveva bottega a Premadio che diventerà poi uno dei Patrizi di Bormio. |
DESINI | Desini è tipico della Gallura e di Olbia in particolare, potrebbe
derivare dal toponimo Sini , un piccolo paese ai confini tra oristanese
e cagliaritano e il De- starebbe per
proveniente da.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas DESINI : de Sini : per significato ed etimologia vedi i cognomi Dessì e Sini. Il cognome Desini attualmente è presente in 24 Comuni italiani, di cui 12 in Sardegna(per lo più in Gallura) : Olbia 124, Sassari 15, Loiri Porto S. Paolo 13, etc. Il cognome Desini mantiene per certo la variante più antica, documentata nelle carte antiche della lingua e della storia della Sardegna. |
DE SISTI
DE SISTO |
De Sisti è tipicamente romano, De Sisto, oltre al ceppo romano, ne ha uno ad Airola nel beneventano, con presenze significative anche a napoli ed Alife nel casertano, si dovrebbe trattare di forme patronimiche, dove il De sta per figli di, riferite a padri del capostipite che facevano di nome Sistus, dell'uso di questo nome abbiamo un esempio in una Charta venditionis del 1208 a Pavia, dove tra i testi figurano: "...Interfuerunt Sistus Canister et Carbo de Piscaria testes. Ego Girardus de Balbis imperialis aule notarius hanc cartam tradidi et scripsi.". |
DESOGOS
DESOGUS |
Desogos sembra specifico di Scano Di Montiferro nell'oristanese,
Desogus è un cognome sardo molto diffuso in tutta la Sardegna, particolarmente
nel cagliaritano e nell'iglesiente, dovrebbero indicare con il prefisso
De- la provenienza dal paese di Sogos,
un antico borgo medioevale tra Monastir e Villasor nel cagliaritano.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas Desogus deriva dal paese di Sogus o Sogos, che è il nome di un antico centro abitato scomparso (Villa de Sogus), ubicato tra Monastir e Nuraminis, in località Sa bia de is Ogus (la strada degli occhi: secondo la testimonianza degli abitanti del luogo), appartenente alla Curatoria di Gippi, del regno giudicale di Calari, poi passato al giudicato d'Arborea, ceduto nel 1300 dal Giudice Mariano II alla Repubblica di Pisa e successivamente abbandonato ( verso la fine del XIV° secolo, probabilmente per effetto del conflitto tra Mariano IV d'Arborea ed il re D'Aragona. Il cognome lo ritroviamo nelle carte antiche, quasi sempre nella variante De Sogos. Tra i firmatari della Pace di Eleonora del 1388, ci sono 13 con questo cognome: Sogos (de) Antiogo, ville Gemussi(* Gemussi.distrutto: Jemussi o Gimussa? Partis de Montibus); Sogos (de) Baldo ,ville Iscano ; Sogos (de) Francisco, jurato ville Modolo(* Modolo...Modulo. Contrate Castri Serravallis); Sogos (de) Guantino, jurato ville Pauli(* Pauli ...odierno Paulilatino. Contrate Partis de Guilcier); Sogos (de) Joanne, ville Culleri; Sogos (de) Joanne, ville Gorare. (*...Odierna Borore. Marghine de Gociano); Sogos (de) Nicolao, jurato ville Iscano; Sogos (de) Trogodorio, jurato ville Nuracogoma(* .odierna Noracugume. Curatorie de Marghine de Gociano; Sogos(de) Benedico, Burgi Castri M. Regalis(Castello di Monreale); Sogos(de) Francisco, jurato ville Seercela (* Seercela.distrutto. Sarcela - Serzele. Partis de Montibus); Sogos(de) Gettadu, ville de Sardara; Sogos(de) Luchino, ville Macumerii; De Sogos Anghelo - ville de Dure(* Dure.distrutto - salto di Bitti ( Contrate Montis Acuti - Ozieri). Nel Con daghe di Santa Maria di Bonarcado *CSMB XI°, XII° sec., troviamo 4 Sogos (de) e 2 Sogus (de), dei quali citiamo: Sogos (de) Comida (88), Sogos (de) Dorgotori (174), curatore di Norgillo (*Nurgillo...Norghiddo...odierno Norbello. Contrate Partis de Guilcier), teste in un affidamento di servi; Sogus (de) Gosantine(164) d'Orruinas (* Oruinas...odierno Ruinas (Contrate Laconi - Partis Alença), teste in una richiesta di costruzione di molini in Bonarcado. Attualmente il cognome Desogus è presente in 181 Comuni del territorio nazionale; nel Continente si registra la maggiore diffusione nel centro nord. Non è presente in USA. In Sardegna lo troviamo in 90 Comuni, per lo più del meridione dell'isola, a parte Sassari, per un totale di 1640 circa (*2007). Desogos: attualmente è presente nel territorio nazionale in 10 Comuni: 2 della Lombardia, 2 del Lazio e 6 della Sardegna centro settentrionale. |
DESOLE | Desole è specifico di Sassari, dove è molto diffuso, con ceppi più piccoli ad Olbia e ad Ittiri, Sorso ed Alghero nel sassarese, potrebbe trattarsi di un soprannome basato su di un deverbale del verbo sardo desolare (distruggere, devastare), secondo un'altra ipotesi deriverebbe invece dal nome di un paese come Soleminis nel cagliaritano, Girasole nel nuorese, o altri simili, ad indicarne la provenienza del capostipite. |
DE SORTES
DESORTES |
De Sortes è quasi unico, dovrebbe trattarsi di una forma alterata di Desortes, che è specifico di Sassari e di Olbia, e che dovrebbe derivare dal termine sardo logudorese desorte (di ogni sorta) con il significato di benestante, cioè di chi possiede di tutto, a sottolineare probabilmente lo stato agiato del capostipite. |
DE SPIRITO
DESPIRITO DI SPIRITO DISPIRITO |
De Spirito è specifico del casertano, di Teano in particolare e di Carinola, Despirito, quasi unico è dovuto probabilmente ad un errore nella trascrizione anagrafica del cognome nella regione piemontese, Di Spirito è specifico dell'area campano, laziale, con particolare concentrazione nel napoletano e casertano, Dispirito, estremamente raro, è del tarentino, dovrebbero derivare da nomi di località (vedi anche SPIRITELLI). |
D'ESPOSITO | D'Esposito è tipicamente del napoletano, di Piano di Sorrento, Sant'Agnello, Napoli, Sorrento, Anacapri, Meta, Massa Lubrense, Vico Equense e Torre del Greco, è una tipica forma patronimica dove il d'- o il D'- stanno per il figlio di, riferito a capostipiti, i cui padri fossero degli espositi (alla pubblica compassione e carità), cioè dei trovatelli. Il vezzo di usare la minuscola, peraltro molto usato nel meridione era spesso motivato da un desiderio, purtroppo malriposto di nobiltà. |
DESSENA | Dessena è tipico del nord della Sardegna, di Orosei e Nuoro nel
nuorese, di Olbia e di Nule nel sassarese, dovrebbe trattarsi di un cognome
di origini catalane, che trarrebbe origine dal termine logodurese s'ena
(la palude, la zona acquitrinosa),
probabilmente ad indicare le caratteristiche della zona di provenienza
della famiglia.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas DESSENA: nelle carte antiche della lingua e della storia della Sardegna troviamo Dessena o De Sena, spesso per indicare la stessa persona. Per il significato e l'etimo di Dessena o De Sena rimane ancora qualche incertezza, per il semplice fatto che abbiamo tre ipotesi e tutte e tre valide e documentate. Non è da escludere la possibile esistenza di tre ceppi distinti. 1^ ipotesi: i Dessena o De Sena che divennero visconti di Sanluri, discendevano da Cristoforo Piccolomini e da Margherita Sarrazzini di Siena, i quali, nel 1396, con la numerosa famiglia si erano rifugiati a Cagliari, per sfuggire al capestro, accusati di un gravissimo delitto. Il loro figlio Giovanni assunse il cognome De Sena perché proveniente da Siena. Si arruolò nelle truppe catalano aragonesi e combatté valorosamente nella guerra contro il Giudicato d'Arborea e contro i Baroni siciliani, ribelli alla Corona. Per il suo grande merito militare il re Alfonso il Magnanimo lo elevò alla dignità di visconte di Sanluri, con diploma regio redatto in Taranto in data 8 luglio 1436, ma da altra documentazione (codex diplomaticus Sardiniae di Pasquale Tola) sappiamo che del titolo fu beneficiario il figlio maggiore Antonio, che continuò la linea feudale. Quindi il primo vero visconte di Sanluri fu Antonio De Sena o Dessena ( per i più curiosi abbiamo intervistato l'attuale Conte di Sanluri: vedi nel Web: Giuseppe Concas - Feste ed eventi di Sardegna - Il Castello di Sanluri). Dessena o De Sena Giovanni 2° fu, a tutti gli effetti, il secondo visconte di Sanluri (sta di fatto che oggi, né a Sanluri, né in tutto il Medio Campidano, di cui Sanluri è Capoluogo, è rimasto un solo Dessena). 2^ ipotesi: De Sena potrebbe essere la corruzione e quindi variante di De Atzena, che nell'attuale variante dà Atzeni (vedi Atzeni), e che nei documenti più antichi appare De Athen o de Açen. Ad esempio, Alibrandino Atzeni, fu comandante militare, prima di Pietro d'Aragona, nel 1355 e poi lo troviamo comandante delle truppe di Mariano IV° all'assedio di Villa di Chiesa (Iglesias) nel 1365; lo stesso è detto Alibrandino de Açen o addirittura Alibrandino De Sena e così anche il fratello Guantino. Vi sono inoltre altri casi simili. I De Athen costituivano una importante famiglia magnatizia del Regno di Torres. Ma li troviamo in posti sociali di rilievo anche negli altri regni giudicali sardi. Sta di fatto che nei documenti storici c'è un bel po' di confusione, che fa tuttora "impazzire" storici e ricercatori. 3^ ipotesi: De Sena può venire dal toponimo sardo Sena o Senae o Seve: villaggio distrutto nella regione di Figulina, secondo il canonico Giovanni Spano; anche nel Dizionario Storico Sardo di F. C. Casula è registrato come villaggio abbandonato, appartenente alla Curadorìa di Figulina, nel regno giudicale di Torres; nel Condaghe di San Pietro di Silki, CSPS, XI°, XIII° secolo, il villaggio è documentato come possedimento dell'Ordine di San Giacomo di Altopascio, in una "bolla" del pontefice Innocenzo III° del 1198. Nell'opera "in chorographiam Sardiniae" di Giovanni Francesco Fara, al capitolo "de civitate Plovache eiusque dioecesi - riga 14 -: Interiore autem oppida Figulinis, Noagrae, Musellani, Sevae.etc. Figulina, oggi Florinas, si trova non lontano da Sassari ed è un pese di 1574 abitanti, nella cosiddetta regione di Ploaghe. Oggi il cognome Dessena è presente in 70 Comuni italiani, di cui 37 in Sardegna(per la maggior parte nel nord dell'isola): Orosei 175, Sassari 77, Olbia 65, etc. |
DESSI
DESSI' |
Sia Dessi che Dessì sono tipici dell'oristanese e dell'iglesiente
con un ceppo anche nel sassarese, dovrebbero entrambi derivare dall'antico
nome del paese di Sini nell'oristanese, che in epoca nuragica veniva chiamato
Sinu, successivamente, in epoca medioevale venne riconosciuto come Sii,
per poi acquisire l'attuale nome di Sini.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas DESSI': anticamente era De Sî o De Sìi ( î nasale), cioè De Sini. Attualmente Sini è un piccolo centro abitato della Marmilla, situato ai piedi della Giara di Gesturi, con 586 abitanti, Comune della Provincia di Oristano. Anticamente Sini, apparteneva alla Diocesi di Usellus, oggi di Ales -Terralba. In periodo giudicale era una villa (bidda) appartenente alla curadorìa di Marmilla del regno giudicale di Arborea. Nel 1206, in seguito ad una guerra il territorio entrò a far parte del Giudicato di Calari (Cagliari), ma nel 1258 fu riconquistato dai signori d'Arborea. Nel 1324 nacque il regno Catalano Aragonese, prima alleato e poi nemico dei signori d'Arborea. Nel 1383 il re di Sardegna Pietro il Cerimonioso investì Brancaleone Doria, marito di Eleonora d'Arborea, del titolo di barone di Marmilla, ma la Curadorìa di Marmilla già apparteneva al Giudicato Di Arborea. Nel 1388 i rappresentanti della villa di Sini parteciparono alla Pace di Eleonora. Dal 1410, in seguito alla sconfitta, inflitta alle truppe di Eleonora, dal re d'Aragona, Sini entrò a far parte del regno catalano aragonese di Sardegna. Appartenne poi alla potente famiglia aragonese dei Carròs, definitivamente, dopo un breve intervallo, ed alla contea di Quirra. Nel 1928 il Comune di Sini fu soppresso ed aggregato a quello di Baressa. Dal 1945 è di nuovo Comune autonomo, ed è andato a far parte, nel 1974 della, allora appena creata, provincia di Oristano. De Sî è un cognome diffuso nella Sardegna meridionale del periodo giudicale. Tra i firmatari della Pace di Eleonora *LPDE del 1388, troviamo un De Sî e ben 42 De Sii, quasi tutti concentrati negli antichi villaggi della Marmilla (Contrate Marmille, che faceva capo a Mahara Barbaraquesa - l'odierna Villamar), del Campidano di Oristano e della Trexenta, dei quali citiamo: De Si Clemente, ville Laconi; De Sii Comita, jurato ville Sancto Haeru (odierno San Vero Congius. Contrate Campitani Simagis); De Sii Crescentino, jurato ville Milis ; De Sii Deodatus - de Aristanni ; De Sii Folcus, sindicus actor et procurator ville Ocieri e Contrate Montis Acuti et etc ; De Sii Francisco, majore(sindaco, amministratore) ville Funtana. (* villaggio distrutto. Partis de Montibus); De Sii Gonnario, majore ville Pauli (* Pauli. Gerrei .odierno San Nicolò Gerrei. Contrate Marmille); De Sii Joanne, jurato Sii Majore.(Sia Maggiore - Campidano di Oristano); De Sii Joanne, jurato ville Desilo (Desulo); De Sii Petro, ville Ecclesiarum(Villa di Chiesa - Iglesias); De Sii Petro, ville Selluri (Sanluri - Seddòri); De Sii Philipo, ville Gonnos de Tramacia(Gonnostramatza); De Sii Salvatore, jurato ville Funtana. Etc. nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado ( alto Oristanese) *CSMB - XI°; XII° sec. Troviamo: De Sii Comita, prete, teste in una donazione(130). Sempre del *CSMB, al cap. 33 è citato Comida Spanu, maiore de Sini(s), teste in una donazione, o meglio, concessione, da parte del Giudice di Arborea e visconte De Basso, Petrus de Laccon, alla chiesa di Santa Maria, di pescare nel mare di Ponte* (nei pressi di Othoca - oggi Santa Giusta: nello stagno omonimo) con due barche e in mare aperto (pro piscare in mare de Ponte cun duas barca set in mare vivu). Il cognome De Sii non è presente nei Condaghi logudoresi, Di San Nicola di Trullas e Di San Pietro di Silki. La trasformazione di De Sî in Dessì è avvenuta sin dai tempi antichi e lo attesta il fatto che monsignor Giovanni Dessì, fu eletto arcivescovo della archidiocesi di Oristano, allora di Arborea, nel 1462 dal papa Pio II°. Tenne il seggio vescovile sino alla morte, avvenuta nel 1485. Da ricordare, Dessì Vincenzo, sassarese (1859 - 1908) storico e numismatico (Di.Sto.Sa di F. C. Casula). Una considerazione a parte merita inoltre lo scrittore di Villacidro Giuseppe Dessì( 1909 - 1977) autore di numerose opere letterarie, tra i quali i romanzi, il Disertore e Paese d'Ombre, e vincitore di numerosi premi, tra cui il premio Strega. Attualmente il cognome Dessì è presente in 364 Comuni d'Italia. Di questi 160 sono della Sardegna. Nell'isola la maggiore diffusione si registra nel centro sud. È presente anche in 6 Stati USA: New York, con 3 nuclei familiari, Florida con 2, gli altri con 1. |
DE STASI
DE STASIO DE STAZIO DI STASI DI STASIO DI STASO DISTASO DI STAZIO |
De Stasi, quasi unico, parrebbe pugliese, De Stasio è tipico dell'area che comprende le province di Napoli, Caserta, Benevento e Foggia, con massima concentrazione a Napoli e Mugnano di Napoli (NA) ed a Foggia, mentre De Stazio è quasi unico, Di Stasi è molto diffuso nel romano e latinense, nel salernitano, potentino, materano, campobassano, foggiano e barese in particolare, Di Stasio sembrerebbe originario della Campania, con presenza forse di un ceppo nella provincia di Foggia, Di Staso ha un ceppo a Margherita di Savoia, San Ferdinando di Puglia, Manfredonia, Trinitapoli e Foggia nel foggiano, ed a Barletta nel bareseed uno a Guardia Sanframondi nel beneventano, Distaso è tipicamente pugliese, di Margherita di Savoia e San Ferdinando di Puglia nel foggiano e di Barletta nel barese, Di Stazio, oltre al ceppo campano nel napoletano, casertano e beneventano, ha un ceppo anche nel romano, latinense e frusinate, dovrebbero entrambi essere forme patronimiche, dove il De o il Di stanno per figlio di, riferito a capostipiti i cui padri si chiamassero con il cognomen latino Statius o con il nome medioevale Stagio. (vedi STASI) |
DESTEFANI
DE STEFANI DESTEFANIS DE STEFANIS DESTEFANO DE STEFANO |
De Stefani è specifico del nord, Destefani, molto raro, sembra tipico del trentino, De Stefanis ha ceppi nel genovese, nel torinese, nel milanese, nel romano e reatino e nell'aquilano, pescarese e teatino, Destefanis è decisamente piemontese, molto diffuso soprattutto nel torinese e cuneese, De Stefano è diffuso in tutto il sud della penisola italiana, Destefano ha ceppi nel barese e nel reggino, si dovrebbe trattare di forme patronimiche, dove il De- sta per il figlio di, riferito a capostipiti i cui padri si fossero chiamati Stefano. |
DESTINO | Destino ha un ceppo a Melfi nel potentino, uno a Mesagne nel brindisino ed uno a Canosa di Puglia nel barese, dovrebbe derivare dal nome medioevale Destino, attribuito ai propri figli richiamandosi all'antico motto "homus destinus suus faber est", un adattamento medioevale del ciceroniano "suae quisque fortunae faber est", bisogna inoltre considerare che in alcuni casi può trattarsi di un cognome attribuito a dei trovatelli. |
DESTER
DESTRI DESTRO |
Dester, assolutamente raro, è della bassa bresciana, di Manerbio in particolare, Destri ha un ceppo nello spezzino a Sarzana, La Spezia e Riccò del Golfo di Spezia, ed un ceppo a Calci nel pisano, Destro ha un grosso nucleo tra veneziano, padovano e rovigoto, uno tra novarese, alessandrino, pavese e milanese, ed uno siciliano nell'agrigentino, nel messinese e catanese, potrebbero derivare da un nome tardo medioevale Dester o Destro (inteso come l'opposto di maldestro) o anche da uno dei molti toponimi contenenti la radice destr-, come ad esempio Tombelle Destra (PD), Bevazzana Destra (VE), Casanova di Destra (PV) o altri simili. |
DE TARANTO
DI TARANTO |
De Taranto è tipico di Oria nel brindisino, Di Taranto ha un ceppo a Laterza e Taranto nel tarentino, a Foggia e Deliceto nel foggiano ed a Gravina di Puglia e Bari nel barese, con un ceppo anche nel materano a Montescaglioso ed a Marsico Nuovo nel potentino, questi cognomi dovrebbero indicare o il fatto di essere i capostipiti originari della città di Taranto o di essere figli di un padre chiamato Taranto, era consuetudine abbastanza diffusa in epoca medioevale, quella di dare ai propri figli il nome di una città importante. |
DE TINTIS | De Tintis, quasi scomparso, è decisamente pugliese, probabilmente del barese, anche se tracce antiche si trovano anche nel parmense, si dovrebbe trattare di una forma patronimica, dove il De sta per figlio di, riferendosi al capostipite che dovrebbe essere stato il figlio di un Tinto, nome medioevale derivato dal cognomen latino Tinctus. Tracce antiche di questa cognominizzazione le troviamo nel parmense nell'anno 1230: "..Additum est quod Potestas teneatur sacramento expeditas facere tenere vias degatas per dominum Henricum de Tintis, quae degatura est x. pedes perticae per amplum circa foveas de capite pontis et intus a terraliis ipsarum fovearum. Et teneatur Potestas sacramento dampnum emendare vel facere emendari de avere Communis hominibus qui dampna habuerunt occasione fovearum de capite pontis, secundum quod extimata fuere per extimatores electos per dominum Henricum de Tintis, hinc ad octavam Pascae Resurrectionis. In M. CC. XXX..."e nell'Archivio Diocesano di Conversano (BA) dove nell'anno 1662 si legge di una causa intentata dal "Reverendo Capitulo Sanctae Mariae Grecae contra Ottavio fu Nicola Antonio de Tintis". |
DE TOGNI
DETOGNI |
Sia Detogni, molto più raro, che De Togni, sono specifici del veronese, derivano da patronimici (il De sta per figlio di) di un Antonio, attraverso modificazioni dialettali dell'aferesi del nome del capostipite. |
DE TOMASI
DE TOMASO DE TOMMASI DE TOMMASO DI TOMASI DI TOMASO DI TOMMASI DI TOMMASO DITOMMASO |
De Tomasi ha un ceppo in Lombardia, nella zona tra Samarate, Busto Arsizio, Gallarate e Milano ed uno in Veneto nel vicentino tra Isola Vicentina e Vicenza, De Tomaso, molto raro, sembra specifico di Turi (BA), De Tommasi sembrerebbe pugliese con ceppi a Novoli (LE), Lecce e nel Salento, e nel barese, Fe Tommaso ha un nucleo pugliese tra barese e brindisino soprattutto a Casamassima (BA) e nel brindisino a Oria, Erchie, Brindisi e Francavilla Fontana, un piccolo ceppo a Napoli, nel cosentino ed a Messina, Di Tomasi, quasi unico, è probabilmente do vuto ad un'errata trascrizione di Di Tommasi che è specifico di Rosolini (SR), Modica (RG) e del ragusano, Di Tomaso ha un ceppo a Civitanova del Sannio (IS) e Casacalenda (CB), con un grosso nucleo a Rotonda (PZ), Di Tommaso è molto presente in Lazio, Abruzzo, Molise, casertano e napoletano, Puglia e potentino, con ceppi anche in Sicilia ad Augusta (SR) e Catania, Ditommaso, assolutamente rarissimo, è dell'area tra foggiano e potentino, derivano tutti dal nome medioevale Thomasus (vedi TOMASI). |
DE TONA
DE TONI |
De Tona è quasi unico, De Toni è tipicamente veneto e friulano, del bellunese, del vicentino, del padovano e del veneziano in Veneto e dell'udinese in Friuli, dovrebbero essere forme patronimiche dove il De- stia per il figlio di, riferito a capostipiti, il cui padre si fosse chiamato Antonio, che per aferesi ed alterazione dialettale sarebbe poi diventato Tona, o Toni. |
DETOND | Cognome assolutamente rarissimo, originario del centro sud Italia, probabilmente delle Puglie, potrebbe derivare da toponimi quali Locorotondo (Ba), Camporotondo (MC), Monterotondo (RM) e tanti altri. |
DE TORREBRUNA | De Torrebruna è quasi unico, dovrebbe stare ad indicare la provenienza del capostipite dal paese di Torrebruna nel teatino, paese il cui nome sarebbe nato dalla presenza in loco di un'antica torre imbrunita dal tempo. |
DE TROIA
DE TROJA |
Tipico di Lucera (FG), dovrebbe derivare dal toponimo Troia (FG).
integrazioni fornite da Fabio Paolucci De Troia è un tipico cognome pugliese, diffuso maggiormente nel comune di Lucera nel Foggiano, dove è il quarto cognome in ordine di frequenza. Il cognome ha chiare origini toponomastiche: persone migrate in tempi passati dal vicino borgo di Troia venivano registrate con il cognome de Troja, divenuto poi nel corso dei secoli de Troia e, infine, De Troia. E' interessante notare come una famiglia lucerina de Troja di umili origini sia passata agli onori della tradizione storica per aver dato alla luce due importanti personaggi morti in concetto di grande santità: il Servo di Dio don Alessandro de Troja (Lucera, 1801 - 1834) e la Venerabile Genoveffa de Troja (Lucera, 1887 - Foggia, 1949), discendenti dal medesimo ceppo de Troja. |
DETTONI | Un ceppo torinese ed uno del varesotto, potrebbe essere una modificazione del nome franco Dudon o una aferesi del nome Benedetto modificato in Benedettoni. |
D'ETTORE
DETTORE D'ETTORRE DETTORRE DI ETTORE |
D'Ettore ha un ceppo tra napoletano e casertano e piccolissimi ceppi nel teatino, nel romano e nel tarentino, Dettore è assolutamente rarissimo così come Di Ettore, D'Ettorre ha un ceppo tra romano e latinense, uno tra pescarese e teatino ed uno tra tarentino e materano, molto molto raro, sembrerebbe specifico del tarentino, Dettorre, molto molto raro, sembrerebbe specifico del tarentino, si tratta di forme patronimiche dove il D- sta per figlio di, riferito ai padri dei capostipiti, il cui nome era Ettore o Ettorre. (vedi ETTORE) |
DETTORI | Dettori è tipicamente sardo, in particolare della parte centrosettentrionale,
con un ceppo importante anche a Roma, Firenze, Genova, Torino e Milano.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas Dettori è una forma per De Tori (di Salvatore), come de Loi (vedi LOI). Dettori, cognome con maggior diffusione nel centro nord dell'isola; (de) Loi nel centro sud. È presente in 112 Comuni su 377. Dettori è, si può dire, la versione moderna di De Tori, o meglio, De Thori, o De Zori, o De Cori, o De C(i)ori, o De Sori, infine c'è anche Dore, che è la versione accorciata di Sar-Ba-Dore = Salvatore. Così si presenta nelle carte antiche. È bene qui ricordare che i De Zori o De Thori (nel *LPDE troviamo inoltre De Sori o anche Dessori, o Sore, o Sori) hanno origine da un'antica nobile casata sarda, che salì al massimo della sua potenza allorquando( verso il 1113) Torchitorio De Zori, divenne Giudice di Gallura. I De Zori si imparentarono poi con le altre potenti casate sarde, con i (de) Athen, i (de) La©con, i (de) Serra e con i Gunale; questi ultimi subentrarono nel trono di Gallura ai De Zori. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, *LPDE del 1388, sono presenti: 8 De Cori, di cui citiamo De Cori Philipo majore (sindaco) ville de Ocieri (Ozieri - Contrate Montis Acuti), De Cori Saturno, jurato (guardia giurata e collaboratore del majore) ville de Ocieri; De Sore Benigno - de Castri Januensis (Castelsardo), De Sore Gabriele - de Castri Januensis, De Sori Joanne - de Castri Januensis, De Sori Mariane - de Bosa, De Sori Michaele - de Castri Januensis; De Zori Ambrosius - de Aristanni; De Zori Anthonius -de Aristanni, De Zori Guantinus - de Aristanni, De Zori Paulus - de Aristanni, De Zori Petrus - de Aristanni; Decori Andrea, majore ville Sagama(Contrate Castri Serravallis); Dessori Francisco, jurato ville Uta, (non si tratta dell'attuale, ma di un villaggio distrutto - Contrate Partis Varicati - Barigadu), Dessori Nicolao, jurato ville Uta. Nel Condaghe di San Nicola di Trullas *CSNT, sono citati 28 de Thori o de C(i)ori, o de Zori, e sono quasi tutti appartenenti al nobile casato di Gallura: Comita de Thori(27, 34, 39, 62..), marito di Vera de Athen, padre di Gosantine Thori - de Athen. Tutti, insomma, i de Thori citati nel *CSNT, occupano posti di rilievo nella società del tempo. Nel Condaghe di San Pietro di silki,*CSPS, figurano 12 de Thori, tutti di nobili origini, tra i quali ricordiamo: Thori (de) Mariane , donnu, curatore de corona (giudice di tribunale), *CSPS 111°; Thori (de) Petru, in corona(giudice di tribunale), *CSPS 106°; Thori (de) Porosa, donna, postura de ancilla (donazione di serva): " posit a Scu. Petru de Silki donna Porosa de Thori a Justa Papis, cun parthone sua aue Murusas = Donna Porosa de Thori donò a S. Pietro di Silki Justa Papis, con la parte che le spetta da Murusas) *CSPS 50°. Nel *CSMB sono citati 27 Zori, tra i quali ricordiamo: Anna De Zori, regina di Arborea, moglie di Gosantine de Lacon, giudice in una compera (comporeillis) di terra (63); De Zori Gantine, castellano di Marmilla e curatore di Barumini; De Zori Maria, moglie ad Orzocco de Lacon, figlio del Giudice Barisone d'Arborea; De Zori Vera sposa ad Erradore Pisanu *. In età moderna e contemporanea troviamo il cognome in Dettori: Dettori Antonio, di Suni, ministro della giustizia in Planargia, fu seguace di Giommaria Angioy e pertanto deposto dall'impiego. Dettori Paolo, politico, di Tempio (1926 - 1975), fu presidente della Giunta e del Consiglio Regionale della Sardegna. |
DE TUGLIE | De Tuglie è tipicamente pugliese, di Taranto e soprattutto di Campi Salentina e Nardò nel leccese, dovrebbe derivare dal toponimo sempre leccese Tuglie, indicando probabilmente in quel paese il luogo d'origine del capostipite in quanto il De, in questo caso, indicherebbe provenienza. |
DE TULLIO | Originario della provincia di Bari, dovrebbe derivare dal nome della Gens Tullia, cui appartenne anche il famosissimo Marco Tullio Cicerone. |
DEU | Deu, quasi unico è tipicamente sardo.
integrazione fornita da Giuseppe Concas DEU: rarissimo, presente in 5 Comuni d'Italia, di cui 3 in Sardegna: Arzana 6, Lanusei 6, Cagliari 3. In proposito abbiamo telefonato ai Déu presenti in Sardegna e tutti hanno risposto pronunciando il loro cognome con la e chiusa (accento acuto), quindi dal latino Déus = Dio. In sardo la parola dèu (e aperta- grave) significa io. Tutti gli interpellati hanno inoltre rimarcato la provenienza da Arzana: centro abitato di 2730 ab. della nuova provincia dell'Ogliastra, di origini preromane; appartenente in periodo feudale al regno giudicale di Càlari sino al 1258, anno in cui passò al regno di Gallura. Nel 1288 divenne un paese della Repubblica di Pisa e dal 1324 entrò a far parte del Regno Catalano - Aragonese di Sardegna. Un anno dopo fu concesso in feudo a Berengario Carròs. Nel 1363 i Carròs ottennero il titolo di conti di Quirra. Dal 1365 al 1409 in seguito alle conquiste di Mariano di Arborea, padre di Eleonora, il paese e tutta la Curadorìa di Ogiastra fu del giudicato arborense. Nel 1409, in seguito alla sconfitta delle truppe arborensi a Sanluri, il paese tornò al Regno di Sardegna e quindi ai Carròs. Nel 1511 il feudo passò ai Centelles etc. etc. (Di.Sto.Sa). Tra i firmatari della Pace di Eleonora, *LPDE del 1388 troviamo: Deus Graciadeus, jurato ville Sia Sancte Lucie (*Odierno Siamanna. Contrate Campitani Simagis). È importante qui fare una nota: in Sardegna, tanto nel logudorese, quanto nel Campidanese, Dio è pronunciato Deus, non Deu. Abbiamo dubbi quindi sul significato, sulla pronuncia e sull'etimologia del cognome sardo Deu: dèu in sardo, come già detto in precedenza, significa io e deriva da ego latino; a meno che non si tratti di un cognome di origine spagnola, che giustificherebbe la provenienza del cognome Deu in 11 Stati Usa, dal Centro o Sud America. Anche Deus è presente in USA, in 13 Stati, con oltre 20 nuclei familiari in California e Florida, etc. Ma non vi sono prove, comunque per stabilire un nesso tra Deo e Deu, né per verificare che tutti i Deo traggano origine da nobile casato spagnolo, considerata la presenza del cognome in ben 32 Stati USA e con diversi nuclei familiari! |
D'EUSTACCHIO
D'EUSTACHIO |
D'Eustacchio ha un ceppo a Roma, uno nel teramano, a Roseto degli Abruzzi e Notaresco, ed uno nel napoletano, D'Eustachio, molto più raro, è specifico di Roseto degli Abruzzi, si dovrebbe trattare di forme patronimiche in D'-, con il significato di figlio di, riferito a capostipiti il cui padre si chiamasse Eustacchio (vedi EUSTACCHI). |
DE VALLE
DEVALLE |
Devalle è tipico del Piemonte occidentale, di Dogliani, Racconigi e Busca nel cuneese e di Torino, Collegno e Moncalieri nel torinese, De Valle, quasi unico, è della stessa zona e dovrebbe trattarsi di un prodotto di un errore di trascrizione all'anagrafe, potrebbe indicare la provenienza delle famiglie da aree valligiane, ma potrebbe anche trattarsi di un'italianizzazione del cognome francese Duval o Duvallet. |
DE VECCHI
DE VECCHIA DE VECCHIO DE VECCHIS DEVECCHI DEVECCHIA DEVECCHIO DEVECCHIS |
De Vecchi è diffuso in tutto il settentrione, ha ceppi diversi, nel Veneto e nell'area tra le provincie di Milano, Lodi e Pavia, De Vecchia è praticamente unico, così come Devecchia, Devecchi è tipico dell'area che comprende il milanese, il pavese, il lodigiano, il novarese, il genovese e soprattutto l'alessandrino, De Vecchis è specifico del romano, dell'aquilano, del teramano e del Piceno, Devecchis è dovuto probabilmente ad un'errata trascrizione del precedente, sia De Vecchio che Devecchio sono assolutamente rarissimi e panitaliani, dovrebbero derivare tutti dal nome medioevale Vecchio, o da soprannomi o legati all'età del capostipite, o a toponimi come Vecchiano (PI) o Vecchiarello (CS), oppure a distorsioni del nome latino Vedius o del nome gotico Vetericus (vedi anche VECCHI). |
DE VENDICTIS
DE VENDITTIS |
De Vendictis è assolutamente rarissimo, parrebbe dell'area tra basso Lazio ed alta Campania, De Vendittis, molto molto raro, sembrerebbe specifico di Napoli, dovrebbero derivare entrambi da modificazioni del nome Benedictus attraverso il fenomeno del betacismo ed una contrazione, il De è una forma patronimica intendendo dei figli di, con possibili riferimenti nobiliari. |
DE VERGORI | De Vergori è specifico di Lecce, si dovrebbe trattare di una forma patronimica, dove il De- sta per figlio di, riferito ad un capostipite di nome Vergorio (vedi VERGORI). |
DE VHO | Cognome rarissimo con tracce solo in provincia di Milano, dovrebbe essere derivato o dal toponimo Vho (BS) - (AL), o, più probabilmente da Vho (CR) (importante per essere il primo luogo archeologico dell'Italia settentrionale, in cui siano stati rinvenuti resti di cereali, orzo e frumento monococco). |
DE VICARI | De Vicari è specifico del vicentino, di Malo, Montecchio Precalcino, Dueville e Vicenza, il De- starebbe ad indicare l'appartenenza dei capostipiti ad una particolare famiglia, quella dei vicarii, il vicarius medioevale era un funzionario di governo, cui era stato demandato un potere esecutivo, che poteva essere quello di riscuotere le imposte, come quello di far rispettare le leggi. |
DE VICO
DI VICO |
De Vico, abbastanza raro, ha un ceppo nel napoletano, uno nel cosentino ed uno nel chietino, Di Vico ha un grosso ceppo nel casertano, uno nel vicino frusinate ed uno nel cosentino, derivano dal termine latino vicus (villaggio) e il De e il Di stanno ad indicare appunto la provenienza della famiglia da un villaggio, di questo uso abbiamo un esempio nel Codice Diplomatico della Lombardia medievale sotto l'anno 1151 si legge: "...Ego in Dei nomine Iohannes qui dicor de Vico de loco Garbaniate Marcio qui professus sum lege vivere Longobardorum volo et iudico ...". |
DE VIDI
DI VIDO |
De Vidi è tipicamente veneto del trevisano, di Roncade, Treviso, Carbonera e Silea e di Quarto d'Altino nel veneziano, De Vido, sempre veneto, è più specifico del bellunese e del trevisano, di San Vito di Cadore nel bellunese, dove probabilmente il cognome deriva dallo stesso nome del paese, ad indicar probabilmente la provenienza delle famiglie dallo stesso San Vito, e di Conegliano, Roncade, San Vendemiano, Spresiano e Treviso nel trevisano, dovrebbero tutti derivare da forme patronimiche riferite a capostipiti i cui padri si chiamassero Wido (vedi VIDI). |
DE VIETRI
DE VIETRO DEVIETRO DI VIETRI DIVIETRI DI VIETRO DIVIETRO |
De Vietri è unico, Devietro è quasi unico, De Vietro è specifico del tarantino, di Taranto, Laterza e Ginosa, Di Vietro, molto più raro, ha un piccolo ceppo a Biccari nel foggiano ed a Minervino Murge nel barese, Di Vietri ha un ceppo nel potentino a Lavello e Venosa e nel barese ad Andria e Spinazzola, Divietri e Divietro, assolutamente rarissimi, dovrebbero essere forme alterate dei cognomi con la particella staccata, tutti questi cognomi dovrebbero indicare la provenienza dei capostipiti dalla città potentina di Vietri di Potenza. |
DE VILLA | De Villa è specifico del Cadore, di San Pietro di Cadore, Longarone e Cortina d'Ampezzo, dovrebbe stare ad indicare la provenienza del capostipite da un villaggio, in un'area dove la popolazione montanara era anticamente molto sparsa fra i monti. |
DEVILLA | Devilla, tipicamente sardo, della parte centrosettentrionale dell'isola,
di Sassari, Codrongianus e Sorso nel sassarese, di Nuoro e di Alà
dei Sardi in Gallura.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas DEVILLA: per il significato, l'etimologia e la presenza nelle carte antiche, vedi IDDA/S. Devilla è la versione centro settentrionale di Deidda; è presente in 10 Comuni sardi, in numero abbastanza modesto (20 in Italia): Sassari 27, Nuoro 15, Codrongianus 12, etc. |
DE VINCENTI
DEVINCENTI DE VINCENTIIS DEVINCENTIIS DE VINCENTIS DEVINCENTIS DE VINCENZI DEVINCENZI DEVINCENZIIS DEVINCENZIS DE VINCENZO DEVINCENZO |
De Vincenti ha un ceppo a Noli nel savonese, uno a Roma ed uno nel cosentino a Crosia, Rossano, Longobucco ed Acri, Devincenti, quasi unico, è settentrionale, Devincentis, assolutamente rarissimo, sembrerebbe piemontese, forse del cuneese, Devincentiis, che sembrerebbe unico, è forse pugliese, De Vincentiis è diffuso nel romano, nel napoletano, nel tarantino, ma soprattutto in Abruzzo tra pescarese e teatino, De Vincentis ha ceppi sparsi nel centrosud, in Abruzzo, Lazio, Campania, potentino, cosentino e soprattutto tarantino, De Vincenzi ha un ceppo nel genovese, uno nel veronese e mantovano, uno in provincia di Roma ed uno nel trapanese, Devincenzi ha un piccolo ceppo nello spezzino e nel parmense ed uno, ancora più piccolo, nel mantovano, Devincenzis e Devincenziis, praticamente unici, sembrerebbero pugliesi, così come il leggermente più diffuso Devincenzo, De Vincenzo ha un ceppo nella zona del Lazio e della Campania tra Roma e Napoli, uno tra barese e tarentino ed uno nel cosentino, dovrebbero tutti derivare da forme patronimiche, dove il De- sta per il figlio di, riferito a capostipiti il cui padre si fosse chiamato con il cognomen latino Vincentius. (vedi VINCENZA). Tracce di questa cognominizzazione le troviamo in Sicilia fin dal 1500 con il ragusano Giovanni De Vincenzo capitano della nave Santa Maria del Bissone citato in un atto. |
DE VIRGILIO
DI VIRGILIO |
De Virgilio è tipicamente pugliese, di Molfetta nel barese, ma anche di Bari e Bisceglie, sempre nel barese, di Casarano nel leccese, di Brindisi e Foggia, Di Virgilio è molto diffuso in Abruzzo, in particolare nel teatino, nel romano e nel latinense, nel casertano, napoletano e beneventano, nel campobassano, nel foggiano, nel barese e nel potentino, si dovrebbe trattare di forme patronimiche dove il De ed il Di stanno per figlio di, riferiti a capostipiti i cui padri si chiamassero Virgilio. |
DE VITA | De Vita è diffusissimo in tutto il sud e nel Lazio, si dovrebbe trattare di un matronimico e dovrebbe derivare dal nome Vita, sta ad indicare la famiglia del figlio di una certa Vita. |
DE VITIS | De Vitis ha un ceppo abruzzese nel chietino a Palombaro e Lettopalena, ma il nucleo principale è nel nel leccese a Lecce, Ruffano, Lizzanello, Supersano, Nardò, Racale e Squinzano, potrebbe derivare dal nome medioevale Vitus ed indicare l'appartenenza alla famiglia dei figli di un particolare Vitus, tracce di questa cognominizzazione le troviamo nel 1300: "...Et Jordano de Vitis Fratrum, quem Bernardus Riera praecipue laudat, appellatur Augustinus de Terano, aut priori nomine Mattheus de Terano...". |
DE VITO
DEVITO |
De Vito è molto diffuso in Puglia, in Campania e nella provincia di Catanzaro, Devito è tipicamente pugliese, di Toritto nel barese e di Martina Franca nel tarentino, con un piccolo ceppo a Grassano nel materano e presenze in Campania, dovrebbero derivare da forme patronimiche, dove il De- sta per il figlio di, riferito a capostipiti i cui padri si fossero chiamati Vito, stanno quindi ad indicare le famiglie dei figli di un Vito. |
DE VITTORI
DE VITTORIS DI VITTORI |
De Vittori, assolutamente molto raro, ha un piccolo ceppo a Luino nel varesotto ed a Valmorea nel comasco, con sparute presenze anche nel romano, De Vittoris è caratteristico di Sora nel frusinate, Di Vittori, molto molto raro, ha un piccolo ceppo ad Arquata del Tronto e Folignano nell'ascolano, ed a Roma, si dovrebbe trattare di forme patronimiche dove il De- o il Di- stanno per il figlio di, riferito a capostipiti i cui padri si chiamassero con il cognomen latino Victor, o con il nome medioevale Vittore (vedi VITTORE). |
DE VIVI
DE VIVO DEVIVI DEVIVO |
De Vivi e Devivi sono quasi unici, De Vivo è tipico del napoletano, salernitano e casertano, con un ceppo anche a Roma, a Potenza nel foggiano e nel barese, Devivo, molto molto raro parrebbe avere un ceppo, probabilmente secondario, nel biellese, potrebbero derivare da un antico nome di località, in una bolla del 1115 possiamo leggere: "..qui videlicet fines a Furca Ferrati decurrunt in caput Carriti; inde per viam de Merso in Portellam de Valle Putrida per terram de Feresca, per Argatonem, per terram de Camno, per terram Formellae; inde ad Molinum Veterem, inde ad Furcam Acerae, per terram de Vivo, per terram de Troia, inde a Pesculum Canalis; inde per Pinnam Imperatoris, per terram de Cerva..", o come De Vivo Fonte nel parmense, ma in molti casi si tratta di cognomi attribuiti a fanciulli abbandonati. |
DE VIZZI
DEVIZZI |
Della provincia di Pavia e Milano De Vizzi, sembrerebbe solo milanese Devizzi, potrebbero derivare dal nome medioevale Vezio. |
DE VONA
DI VONA |
De Vona è tipico di Crotone, Di Vona ha un piccolo ceppo a Lanciano nel teatino ed uno a Sora nel frusinate, dovrebbero indicare la provenienza dei capostipiti dalla zona di Valle Vona nell'aquilano ai confini con il frusinate, ma non si può escludere che in qualche caso possa trattarsi di forme matronimiche riferite a capostipiti le cui genitrici si fossero chiamate Vona o Bona. |
DEVOTA
DEVOTI DEVOTO |
Devota è praticamente unico, Devoti ha un ceppo nella zona che comprende il genovese, lo spezziino, il piacentino soprattutto, il parmense, il pavese ed il cremonese ed un ceppo nel veronese, Devoto è tipicamente ligure, dello spezzino, di La Spezia e Levanto, del genovese, di Carasco, Chiavari, Genova, San Colombano Certenoli, Rapallo e Borzonasca, con un ceppo anche a Cagliari di chiare origini liguri, dovrebbero derivare dal nome medioevale Devotus, attribuito da genitori a figli cui si augurasse una particolare devozione a Cristo o alla Vergine. |
DE ZAN
DEZAN |
De Zan è tipico dell'area che comprende le province di Treviso e Pordenone, Dezan è una forma derivata da errori di trascrizione, derivano da midificazioni in lingua veneta dell'aferesi del nome Giovanni, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Venezia nel 1500 con lo stampatore che così si firma: "Kolofon: Ipressu Venetiis p Augustinu de Zan de Portesio anno Dni M.D.XVIII". |
DE ZARDO | De Zardo, quasi unico, tipicamente veneto, dovrebbe indicare la famiglia di un capostipite il cui padre si fosse chiamato Zardo (vedi ZARDI). |
DEZI
DEZIO |
Dezi ha un ceppo nella zona che comprende il marchigiano, il maceratese soprattutto, l'ascolano ed il teramano, ed un ceppo tra viterbese e romano, Dezio ha un ceppo a Pescara, uno a Casoria nel napoletano, uno ad Altamura e Sant'Eramo in Colle nel barese, ed uno a Vittoria nel ragusano, l'origine dovrebbe essere per tutti dal nomen latino Decius (la cui pronuncia latina era Dezius), portato dai capostipiti, o dall'appartenenza della famiglia alla Gens Decia (la cui pronuncia era Dezia). |
DE ZORDO
DEZORDO |
Sia Dezordo che De Zordo sono praticamente unici, probabilmente sono originari del Cadore nel bellunese, dovrebbero derivare da forme patronimiche dialettali riferentesi ai figli di un Giorgio o forse di un Giordano. |
DE ZORZI
DEZORZI |
De Zorzi è tipico dell'area veneto, friulana, del veneziano, pordenonese e bellunese in particolare, Dezorzi, praticamente unico, è una forma mal trascritta del precedente, si dovrebbe trattare di una forma patronimica dove la particella De sta per figlio di, riferita ai capostipiti, figli di un Giorgio il cui nome sia stato trasformato dal dialetto in Zorzo, o Zorzi, troviamo tracce di quest'uso nella seconda metà del 1400 con Zorzi Corner, un partecipante al Consiglio dei Dieci veneziano, troviamo tracce di questa cognominizzazione, sui territori della Serenissima, in un atto del 1469, dove si cita un certo Zuanne de Zorzi de Ragusa. |
DE ZOTTIS
ZOTTIS |
De Zottis, molto molto raro, dovrebbe essere del trevigiano, Zottis, estremamente raro, parrebbe del Triveneto e dovrebbero derivare da modificazioni dialettali delll'aferesi di etnici come plazzottis (abitanti di Piazza toponimo molto presente in tutto il Triveneto). |
DEZZA | Specifico delle provincie di Milano e Pavia, potrebbe derivare dal nomen latino Dexius , come potrebbe pure essere originato dal toponimo Dezzo nel bergamasco. |
D'HERIN | D'Herin è tipicamente valdostano, di Champdepraz, Montjovet e Verres, dovrebbe derivare dal nome del paese francese di Herin, vicino a Valenciennes nel Nord della Francia ai confini con il Belgio. |
DHO
DHO' |
Dho è tipico del basso cuneese, di Roccaforte Mondovì, Mondovì e Villanova Mondovì, con un piccolo ceppo anche a San Remo, Dhò è quasi unico, dovrebbero derivare dal nome del paese di Dho, una frazione di Roccaforte Mondovì, o di Castel Dho esistente una volta nell'imperiese, distrutto dai saraceni, il nome di questi paesi dovrebbe derivare dal popolo dei Doj, che abitavano proprio quelle terre. |
DIACO | Diaco è tipicamente calabrese, di San Pietro a Maida, Catanzaro, Curinga e Davoli nel catanzarese, di Rossano e Crosia nel cosentino e di Crotone, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine greco antico διακονέω diakoneo (servire), probabilmente ad indicare il mestiere svolto dai capostipiti. |
DIACONI
DIACONO |
Diaconi, assolutamente rarissimo, parrebbe del centro Italia, Diacono, comunque molto raro, ha un piccolissimo ceppo a Bari ed uno nel cosentino, dovrebbe derivare dal fatto di essere stato il capostipite un Diacono, termine che origina dalla voce greca διάκονος diákonos (servitore), cioè una specie di segretario amministrativo che si occupava anche dell'assistenza al Vescovo, cui era subordinato. |
DIAFERIA
DIAFERIO |
Diaferia e Diaferio sono tipicamente pugliesi, in particolare di Corato
nel barese il primo e di Margherita di Savoia nel foggiano e di Canosa
di Puglia nel barese il secondo.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi (alcune informazioni sono tratte da WIKIPEDIA.ORG) L'origine di questi cognomi va ricercata nel nome medievale Diaferia, che, assieme alla sua variante Diaferio, sembra nascere da un'italianizzazione del personale balcanico Dzafer (adattamento dell'arabo Ja'far), col significato letterale di ruscello, piccolo torrente: nelle aree balcaniche, in effetti, l'onomastica araba occupa un posto di assoluto rilievo, in seguito alla lunga dominazione ottomana conosciuta da questi popoli. Nel caso di Diaferia e Diaferio, comunque, l'ipotesi più probabile è che si tratti di cognomi d'origine slava o, meglio ancora, albanese, se si tiene conto della folta schiera di cognomi arbëreshë presenti nel sud Italia: a questo proposito, d'altronde, va detto che Dzafer è un nome piuttosto diffuso in Albania, dov'è anche noto nelle varianti Djafer e Xhafer (da cui derivano i cognomi Dzaferi, Djaferi e Xhaferi, considerando che i suoni Dz-, Dj- e Xh- si pronunciano tutti come l'italiano Gi-). Da un punto di vista storico, comunque, il mondo musulmano offre parecchi esempi dell'uso dei nomi Dzafer e Ja'far, fra i quali si può citare: Ja'far al-Sadiq (702-705 d.C.), il sesto Imam della Comunità islamica sciita e uno dei membri della Ahl al-Bayt, la famiglia del profeta Maometto; Abu Ja'far Abdallah ibn Muhammad al-Mansur (712-775 d.C.), il secondo Califfo della dinastia Abbaside, ricordato, fra l'altro, come il fondatore della città di Baghdad; Ja'far bin Yahya Barmaki (767-803 d.C.), il visir del Califfo Harun al-Rashid, il cui personaggio, insieme a quello di Harun, appare spesso nei racconti di Le mille e una notte; Dzafer beg Kulenović (1891-1956), il vice presidente dello Stato Indipendente della Croazia durante la Seconda Guerra Mondiale, oltre che presidente del Partito Musulmano Jugoslavo; Xhafer Bej Ypi (1880-1940), un politico albanese che, dal gennaio al dicembre del 1922, occupò la carica di Primo Ministro dell'Albania; Arben Xhaferi, l'attuale presidente del Partito Democratico degli Albanesi in Macedonia. integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli Diafèria e Diafèrio sono cognomi pugliesi (Bari e Foggia), derivano dai termini latini 'dies feriae' = giorni festivi, consacrati al riposo. Divenuto soprannome e poi cognome, nome che fu dato forse a un nuovo nato per affermare a titolo augurale che il giorno della sua nascita era 'un giorno di festa'. Minervini, Diz. Cogn. pugliesi, p. 173. |
DIALE | Diale, molto molto raro, è del cuneese, potrebbe derivare da un soprannome originato dall'italianizzazione del termine dialettale piemontese arcaico dial (ditale), forse ad indicare che il capostipite facesse il sarto di mestiere, l'assonanza del cognome con il termine che indica la figura del flamine diale (sacerdote di Giove di epoca romana) è assolutamente casuale. |
DIALETTO | Dialetto, assolutamente rarissimo, sembrerebbe napoletano, potrebbe trattarsi di un cognome di fantasia attribuito ad un trovatello. |
DIALLEY | Dialley, assolutamente rarissimo è tipicamente valdostano, dovrebbe derivare dal nome del paese di Dialley, una frazione di Doues in Val d'Aosta. |
DIAMANTE
DIAMANTI DIAMANTINI DIAMANTINO |
Diamante ha un piccolo ceppo nel basso Friuli, uno a Genova, uno a Roma e nel frusinate, uno nel potentino, piccoli ceppi in Puglia, ed un ceppo nel siracusano, Diamanti ha un ceppo nel massese, tra bolognese e modenese, nell'anconetano, maceratese, ascolano, perugino, ternano, grossetano, viterbese e, soprattutto, romano, latinense e frusinate, Diamantini ha un ceppo nell'area che comprende riminese e pesarese, a Fano e Pesaro, Senigallia nell'anconetano, Gubbio nel perugino e Roma, Diamantino, quasi unico, potrebbe essere pugliese, questi cognomi dovrebbero derivare, direttamente o tramite forme ipocoristiche dal nome medioevale, sia maschile che femminile, Diamante, troviamo un esempio dell'uso di questo nome al maschile in quest'atto del 1571: "Ego Alexander Besutius filius quondam nobilis domini Francisci Porte nove parochie sancti Domini ad matiam mediolani notarius publicus mediolani suprascripta instrumenta ratificationis et confessionis rogatus confeci et pro fide apposito signo mei tabellionatus subscripsi. Die suprascripto fuit constituta dos suprascripte domine Sidonie Delphinone a domino Diamante de Villa eius marito apparente instrumento dotis rogato per dictum notarium dicta die decima sexta iunij 1571....". |
DIAN | Diàn è un tipico cognome veneto, di Castelbaldo nel padovano e di Monteforte d'Alpone, Verona, Legnago ed Oppeano nel veronese, con un ceppo secondario a Latina, probabile conseguenza della bonifica pontina ad opera di manodopera veneta, l'origine dovrebbe essere da una forma contratta, per elisione della consonante -g-, dal termine veneto degan (decano). (vedi DEGAN) |
DIANA
DIANI DIANO |
Diana ha un grosso nucleo in Sardegna, di probabili origini liguri, dai vari toponimi imperiesi con quel nome, un ceppo in Campania, uno nel barese, ed uno in Sicilia, Diani ha un ceppo lombardo, nel milanese, pavese, varesotto e bergamasco, uno nel fiorentino ed uno nel Lazio, Diano ha un ceppo nel napoletano ed uno in Calabria, soprattutto nel reggino, dovrebbero tutti derivare, direttamente o tramite alterazioni, dal nome Diana o dal suo significato dialettale di strega, in quanto divinità pagana, ma è molto probabile che in alcuni casi derivino da nomi di località come il Vallo di Diano nel Cilento e parzialmente in Lucania. |
DIANTI
DIANTO |
Entrambi rarissimi, Dianti ha qualche presenza nel cuneese e qualcuna tra rovigoto e ferrarese, Dianto ha qualche rara presenza nel cuneese ed astigiano e nel grossetano, dovrebbero derivare dal nome medioevale Dianto, a sua volta derivato dal nome greco Dianthos, che è il nome del cosiddetto fiore di Giove, di una bellezza maestosa. |
DIAS | Dias è assolutamente rarissimo, dovrebbe derivare dalla troncatura del nome greco Diascorides, uso che si trova ad esempio in questo testo del 1478: "...et valent contra multas infirmitates, et maxime lacrima que fluit ab eis, secundum Plinium et Dias...", è pure possibile che abbia un'origine portoghese, (il personaggio più famoso con questo cognome è stato il navigatore portoghese Bartolomeo Dias (1450 - 1500), che fu il primo navigatore che costeggiò il sud dell'Africa). Si trovano tracce di questo cognome a Cassano (BA) fin dalla fine del 1400 con Ferdinando Dias Garlon, conte di Alife. |
DIAZ | Diaz ha un ceppo a Milano, uno a Roma, a Sassari e Cagliari ed in Campania, è di origini spagnole e dovrebbe trattarsi di una forma patronimica del nome medioevale spagnolo Dia, una forma arcaica del nome Diego, di questo cognome in Spagna esistono vari ceppi distinti e completamente separati, anche se si può ritenere che il ceppo più importante provenga dal León. Personaggio di assoluto rilievo europeo è stato Don Rodrigo Díaz de Vivar, il famoso "Cid Campeador", mentre in Italia ricordiamo il generale italiano Armando Diaz, che da semplice ufficiale d'artiglieria allievo dell'Accademia Militare di Torino, divenne capo di stato maggiore del Regio Esercito durante la prima guerra mondiale, dopo la disfatta di Caporetto subita da Cadorna, quindi divenne ministro della guerra e maresciallo d'Italia, venne nominato duca della Vittoria dal re Vittorio Emanuele III. |
DI BAGGIO | Specifico di Isernia potrebbe derivare da modificazioni del nome Biagio. |
DIBARI
DI BARI |
Originari entrambi della provincia di Bari, il primo è quasi sicuramente dovuto ad un errore di trascrizione, ovvia la derivazione dal toponimo Bari. |
DI BARTOLO
DI BARTOLOMEI DI BARTOLOMEO DIBARTOLO DIBARTOLOMEI DIBARTOLOMEO |
Di Bartolo sembrerebbe originario della Sicilia, ma con un ceppo anche in provincia dell'Aquila, diffuso nel centro sud (Lazio, Abruzzi, Molise, Campania e Puglia), Dibartolomei, praticamente unico è dovuto ad un errore di registrazione di Di Bartolomei che è tipico di Roma, Velletri (RM) e di Toffia nel rietino, Di Bartolomeo, forse pugliese Dibartolomeo, probabilmente originario del siracusano Dibartolo, sono probabilmente frutto di un errore di trascrizione con il quale si è perso lo spazio dopo la particella DI.Tutti questi cognomi derivano dal nome Bartolomeo. |
DI BATTISTA | Concentrato negli Abruzzi e nel Lazio, forse con un ceppo anche in Puglia, deriva dal nome Battista. |
DI BELARDINO | Di Belardino è specifico del romano, di Velletri, Roma e Marino, dovrebbe trattarsi di una forma patronimica riferita ad un capostipite il cui padre si fosse chiamato Belardino (vedi BELARDETTI), cioè con un diminutivo dell'aferesi del nome medioevale germanico Abelardo. |
DI BELLA
DI BELLO |
Di Bella è tipico siciliano, Di Bello è diffuso nell'area che dal Lazio ed Abruzzo arriva al cosentino ed al brindisino, derivano dal nome augurale medioevale Bellus di cui abbiamo un esempio nel 1400 a Bergamo: "...Cristoforus dictus Bellus filius quondam Pedrini Bardelle de Rota...", un principio di cognominizzazione lo troviamo a Trivigno (PZ) nel 1283, quando vi diviene feudatario Bellono Di Bello da Messina, sempre nel potentino a Laurenzana nasce nel 1443 il Beato Egidio, al secolo Berardino Di Bello. |
DI BENEDETTO
DIBENEDETTO |
Di Benedetto è estremamente diffuso in tutt'Italia, all'infuori della Sardegna, Dibenedetto ha un grosso ceppo in Puglia a Barletta nel barese, ma, sempre nel barese, ha ceppi significativi anche ad Altamura e Gravina in Puglia, un ceppo è presente anche in Sicilia a Monterosso Almo nel ragusano ed a Caltanissetta e Siracusa, dovrebbero derivare da patronimici riferiti al nome Benedetto, probabile nome del padre dei capostipiti. |
DI BERT | Di Bert è tipicamente friulano dell'udinese e del goriziano, potrebbe derivare da un'alterazione dialettale friulana del termine dialettale sloveno birt (oste) ed indicare nel capostipite appunto il figlio di un oste. |
DI BIASE
DI BIASI DI BIASIO DI BLASI DI BLASIO |
Di Biase abbastanza raro sembra tipico della Campania, Di Biasi è diffuso in tutta l'area che comprende Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata e Puglia, Di Biasio è tipico dell'area che comprende il latinense, Fondi e Santi Cosma e Damiano ed il casertano, Di Blasi ha la massima concentrazione in Sicilia, con un nucleo anche in Calabria ed in Campania, Di Blasio è specifico della fascia che comprende Abruzzo, Molise, Lazio e Campania, si dovrebbe trattare di forme patronimiche, dove il Di sta per figlio di, derivate dal cognomen latino Blaesus o da un soprannome derivato dal nome Biagio. |
DI BITETTO | Di Bitetto è tipico di Bisceglie, Giovinazzo, Trani e Canosa di Puglia nel barese, il cognome deriva dal toponimo Bitetto (BA) indicando probabilmente il luogo d'origine della famiglia. |
DI BITONTO
DIBITONTO |
Di Bitonto è tipico di Barletta, Ruvo Di Puglia, Bisceglie, Bari, Andria e Modugno nel barese e di Trinitapoli e Lucera nel foggiano, Dibitonto è specifico di Barletta, il cognome deriva dal nome della città di Bitonto nel barese, indicando probabilmente in Bitonto il luogo originario dei capostipiti. |
DI BONITO | Di Bonito è caratteristico di Pozzuoli, dovrebbe trattarsi di una forma patronimica, dove il suffisso Di- stia per il figlio di, riferito a capostipiti il cui padre si fosse chiamato Bonitus (vedi BONITI). |
DI BRINA
DI BRINO |
Di Brina sembra essere specifico di Carpino nel Gargano, Di Brino è un cognome tipico del beneventano ed in particolare di Morcone, con un ceppo anche in Molise a Termoli e Campobasso, si dovrebbe trattare di forme matronimiche o patronimiche derivanti dal nome medioevale Brina (vedi BRINA), dove il Di sta per figlio di. |
DI BUCCI | Di Bucci, molto molto raro, ha un ceppo romano ed uno originario nell'area tra aquilano ed iserniese, tra Ateleta nell'aquilano e Capracotta nell'iserniese, si dovrebbe trattare di una forma patronimica classica dove il Di sta per figlio di un certo Buccio, che dovrebbe essere una forma aferetica di un ipocoristico del nome Jacobo, da Jacobo a Jacobuccio e quindi per aferesi Buccio, secondo un'altra ipotesi deriverebbe invece dal nome tardo latino Buccio, Buccionis, di cui abbiamo un esempio in un atto dell'anno 754 a Lucca: "..Ego Buccio presbitero rogatus a domno Uualprand episcopo in hanc pagina iudicati proprias manus meas testis subscripsi..". |
DI BUONO
DIBUONO |
Di Buono ha un nucleo nel napoletano ad Acerra, ma presenta piccoli ceppi
anche a Napoli, Ercolano (NA) ed Omignano (SA), a Campobasso, ad Armento
nel potentino, a San Lucido nel cosentino ed in Sicilia, Dibuono, quasi
unico, è probabilmente dovuto ad errori di trascrizione del precedente.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi L'origine di questi cognomi va ricercata nel soprannome o nome medievale Buono, che, nell'onomastica arcaica, assume un chiaro valore augurale (per una spiegazione più approfondita, vedi Buoni). In conclusione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni dei soprannomi o dei nomi personali dei capostipiti. |
DI CANDIA
DICANDIA |
Di Candia ha un ceppo importante a Teggiano nel salernitano ed un grosso
nucleo in Puglia nella zona di Manfredonia (FG) ed in quella di Barletta
(BA), Dicandia, molto molto più raro, è tipico di Barletta
(BA), do vrebbero derivare dall'antico nome della città principale
dell'isola di Creta.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi Molto raro, originario di Barletta (BA), Dicandia deriva dal vecchio nome, Candia appunto, con cui un tempo era conosciuta l'isola di Creta (Candia era, in realtà, il nome della capitale cretese, l'odierna Iraklio, esteso poi all'intera isola): si ricorda, infatti, che Creta è stata a lungo sotto il dominio veneziano (1204-1669). Il cognome sta, quindi, ad indicare che il capostipite della famiglia Dicandia era originario di Creta. |
DI CAPRIO | Parrebbe originario dell'area compresa tra le provincie di Caserta, Benevento e Napoli, potrebbe derivare dal cognomen tardo latino Caprarius. |
DI CARLO | Molto diffuso in tutto il centro sud, deriva ovviamente dal nome Carlo, tracce di questa cognominizzazione le troviamo ad esempio in Sicilia nel 1500 a Castiglione di Sicilia (CT) con una certa Maria Di Carlo. |
DICATI | Dicati, molto raro, è veneto, del padovano e del rovigoto, con rare presenze anche nel varesotto e nell'alessandrino, dovrebbe derivare da un nome medioevale originato dal termine latino dicatus (dedicato, sottinteso a Dio ed alla chiesa). |
DI CELMO | Di Celmo, ormai presente quasi esclusivamente a Napoli, dovrebbe essere originario della zona che comprende il teatino ed il vicino Molise, dovrebbe trattarsi di una forma patronimica, dove il Di- sta per il figlio di, riferito ad un capostipite il cui padre si fosse chiamato Celmus (vedi CELMI). |
DICEMBRE | Dicembre ha presenze a Fondi nel latinense, ad Angri nel salernitano, nel reggino, a Palermo ed a Siracusa, potrebbe trattarsi di un cognome attribuito a dei trovatelli affidati ad un istituto nel mese di dicembre. |
DI CENTA | Molto raro è tipico di Paluzza (UD) e dell'ampezzano, potrebbe derivare dal toponimo Centa frazione di Prepotto (UD) o da un nome di località individuata da una recinzione muraria, in antico chiamata centa. |
DI CHIANO | Di Chiano è tipicamente pugliese, di Trani nel barese, con ceppi anche nel foggiano, dovrebbe derivare da soprannomi stanti ad indicare che la famiglia proveniva dal chiano (piano, pianura), ma non si può escludere che si tratti invece di una forma patronimica riferita ad un padre del capostipite di nome Chianus dall'aferesi di nomi come Eutichianus, l'uso di questo nome in epoca medioevale è provata ad esempio nel 1200 da. Chiano Marchese di Massa. |
DI CHIARA | Di Chiara è specifico del centrosud, ha un ceppo nell'ascolano, uno tra romano e latinense, casertano, napoletano ed avellinese, un ceppo nel foggiano, ed uno nel cosentino, in Sicilia ha ceppi nel palermitano, nel trapanese e nel catanese, potrebbe derivare da nomi di località o contrade dedicate a Santa Chiara. |
DI CHIO
DICHIO |
Di Chio è tipicamente pugliese, di Andria in particolare, e di Canosa di Puglia, Bari e Barletta nel barese e di Foggia, Cerignola e Trinitapoli nel foggiano, Dichio ha un piccolo ceppo ad Andria nel barese ed a Cerignola nel foggiano, ma il ceppo più consistente è a Montescaglioso nel materano, dovrebbero essere cognomi derivati dal fatto che i capostipiti fossero giunti in Italia provenendo dall'isola greca di Chios nel mar Egeo, probabilmente per sfuggire all'invasione ottomana o alla barbara oppressione ed ai tremendi massacri operati dalle milizie islamiche. |
DI CIACCIO | Di Ciaccio è tipicamente laziale, di Gaeta nel latinense in particolare, ma anche di Formia, sempre nel latinense, e di Roma, si dovrebbe trattare di una forma patronimica, dove il Di- sta per il figlio di, riferito ad un capostipite il cui padre si chiamasse Ciaccio (vedi CIACCI), o più semplicemente Francesco, di cui Ciaccio è una forma ipocoristica contratta. |
DI CIANNO | Di Cianno, molto molto raro, sembrerebbe avere un ceppo nel foggiano a San Severo, dovrebbe trattarsi di una forma patronimica riferita ad un capostipite il cui padre si fosse chiamato Cianno, una forma ipocoristica contratta riferibile al nome medioevale Cantius e soprattutto Canzianus. |
DI CIO
DI CIO' |
Di Cio sembrerebbe specifico di Lucera nel foggiano, Di Ciò, molto più raro, ha qualche presenza nell'area abruzzese adriatica ed in Molise, questi cognomi dovrebbero essere forme apocopaiche del cognome Di Ciocco (vedi CIOCCO). |
DI CIOMMO | Molto raro è originario del barese, più propriamente della zona tra Barletta (BA) e Melfi (PZ), deriva dlla contrazione del nome Girolamo. |
DI CLEMENTE | Di Clemente è tipico di Lazio ed Abruzzo di Pescara in particolare, con un ceppo anche a Napoli ed a Bisceglie (BA), si tratta di una forma patronimica con il Di inteso appunto come figlio di un Clemente, cognome derivato dal nome latino Clemens, nome portato anche dal quarto Papa della chiesa romana Clemente primo o meglio Clemens Romanus. |
DI COLA
DICOLA |
Dicola , assolutamente rarissimo è probabilmente una forma dovuta ad errori di trascrizione, Di Cola è tipico di Lazio ed Abruzzo con un nucleo originario anche nel palermitano deriva chiaramente da un capostipite che era figlio di un tale Cola, aferesi del nome Nicola, tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Viterbo nella prima metà del 1300 dove opera un Notaio Pietro di Cola di Marco da Viterbo, in un atto del 1348 leggiamo: "...Petrus Colae ord. fratrum s. Dominici de Perusio superstes fabrice ecclesie dicti s. Dominici...". |
DI CORCIA | Di Corcia è specifico di Foggia, dovrebbe stare ad indicare la provenienza dalla città albanese di Korce, un antico insediamento illirico a circa 150 chilometri a sudest di Tirana. |
DI CORI | Di Cori è specifico di Artena e Roma nel romano, dovrebbe derivare dal nome del paese di Cori nel latinense, il Di starebbe quindi ad undicarne la provenienza del capostipite. |
DI COSOLA
DICOSOLA DICOSOLO |
Di Cosola, il più diffuso, ha un ceppo nel barese, a Bari soprattutto, a Triggiano ed a Valenzano, Dicosola è caratteristico del barese, di Triggiano e Capurso, Dicosolo, quasi unico, è del tarentino, potrebbero derivare dal nome del paese di Cosola nell'alessandrino, una frazione di Brignano-Frascata, e risalire al tardo medioevo in occasione dell'emigrazione piemontese valdese verso la Puglia. |
DI COSTA | Probabilmente siciliano e specificatamente della zona tra Enna e Catania, può essere originato da un soprannome legato alla zona costiera di provenienza oppure ad un toponimo contenente il vocabolo Costa. |
DI CRISTO | Le provincie di Napoli in primis, Potenza e Bari sembrerebbero l'areale di origine, la derivazione dovrebbe essere da soprannomi legati alla devozione. |
DI CUONZO
DICUONZO |
Entrambi tipicamente pugliesi, Di Cuonzo ha un grosso ceppo a Barletta nel barese ed uno piccolo a Trinitapoli nel foggiano, Dicuonzo è specifico anch'esso di Barletta, dove è molto diffuso, dovrebbe trattarsi di una forma patronimica, dove il prefisso Di- stia per il figlio di, riferito a capostipiti, i cui padri si fossero chiamati Cuonzo, una forma dialettale pugliese aferetica del nome latino di origini greche Acuntius, di cui abbiamo un esempio d'uso nei Fasti di Ovidio: "..causaque versiculis scripta duobus erit: // effigie pomi testatur Acuntius huius, // qua fuerint in eo scripta, fuisse rata.// Longior infirmum ne laiser epistola corpus: ..". |
DI DARIO | Molto raro sembra tipico del casertano, dovrebbe derivare dal nome grecolatino
Darius.
integrazioni fornite da Di Dario, prov. Caserta alcuni anni or sono ho iniziato una lunga ricerca genealogica sulla mia famiglia (Di Dario, prov. Caserta, Campania), riuscendo a risalire ad un mio antenato che nella prima metà del 1600 giunse dal Molise (Guardiaregia). Ho scoperto molte cose interessanti (ad esempio che in Abruzzo il mio cognome è D'Addario o Addario e che la modifica la si deve ai censimenti borbonici). |
DI DEO
DI DIO DIDIO |
Di Deo è specifico del teatino, di Ortona in particolare e di Pescara, Di Dio è molto diffuso al sud in Puglia, Basilicata, Campania e soprattutto Sicilia, Didio è tipico del materano, dovrebbe trattarsi di cognomi attribuiti da organizzazioni caritatevoli religiose a figli abbandonati, tracce di queste cognominizzazioni si ritrovano almeno dal 1400. |
DI DIA
DIDIA |
Didia è quasi unico, Di Dia è tipicamente siciliano, di Marsala, Mazara del Vallo e Petrosino nel trapanese e di Partinico e Palermo nel palermitano, si dovrebbe trattare di una forma, alterata dialettalmente o per pura mimesi, del cognome Di Dio (vedi DI DEO), dovrebbe riferirsi a trovatelli. |
DI DOMENICANTONIO | Di Domenicantonio è tipico di Teramo e del teramano e pescarese e di Roma soprattutto, e del romano, si dovrebbe trattare di una forma patronimica riferita a capostipiti i cui padri avessero portato il nome doppio composto dai nomi Domenico ed Antonio. |
DI DOMENICO | Di Domenico è tipico della fascia che comprende Abruzzo, Lazio, Campania, Molise e Puglia settentrionale con un ceppo anche nella Sicilia sudorientale, deriva dal fatto di essere il capostipite un figlio di un Domenico, il Di quindi ha valore patronimico. |
DIDONE | Didone, molto raro, è presente in modo sporadico nel Lazio, in Abruzzo ed in Campania, dovrebbe derivare dal nome femminile fenicio Didone, che dovrebbe significare donna virile, ricordiamo la regina cartaginese Didone dell'Eneide, cui si rivolge Enea nei famosissimi versi di Virgilio: ".. Infandum, regina (Didone), iubes renovare dolorem, // Troianas ut opes et lamentabile regnum // eruerint Danai, quaeque ipse miserrima vidi ..". |
DIDONI | Didoni è specifico del milanese, di Macherio in particolare, potrebbe derivare da un soprannome originato dal termine dialettale milanese didoni (dita grosse), probabilmente a sottolineare una caratteristica fisica del capostipite. |
DI DONNA
DI DONNO |
Di Donna è caratteristico di Ercolano e soprattutto di Torre del Greco (NA) con un ceppo anche nel barese tra Noicattaro, Rutigliano e Bari, Di Donno, estremamente raro probabilmente è dovuto ad errori di trascrizione, derivano da soprannomi originati dalla contrazione del vocabolo medioevale domna, contrazione del latino domina, stante ad indicare la Signora o persona di riguardo. |
DIECI | Assolutamente emiliano della fascia compresa tra Parma e Reggio Emilia, dovrebbe derivare dal nomen latino Decimus o dal cognomen Decianus. |
DIEGO | Diego è un cognome tipico di Oriolo nel cosentino, dovrebbe derivare dal nome di origine spagnola Diego. |
DIEGOLI | Diegoli è decisamente emiliano, di Finale Emilia e San Felice sul Panaro nel modenese e di Cento, Sant'Agostino e Ferrara nel ferrarese, potrebbe derivare da una forma ipocoristica del nome Diego di origini spagnole, ma comune anche in terra veneta e nel vicino ferrarese. |
DIENA
DIENI |
Diena ha un ceppo a Torino ed uno a Milano, presenze in Liguria ed Emilia ed in Calabria, Dieni ha un ceppo romano ed uno calabrese nel reggino, a Brancaleone, Palizzi, Bova Marina e Condofuri, dovrebbero derivare da forme ipocoristiche arcaiche francesi del nome Denis, a sua volta derivato dal greco Dionysos con il significato di figlio di Dio. |
DI FAZIO | Tipico di Lazio, Abruzzo e Sicilia. (vedi Fazio) |
DI FEBO | Di Febo è tipicamente abruzzese, molto diffuso a Silvi nel teramano, ma ben presente anche a Montesilvano, Pescara, Città San'Angelo, Cappelle sul Tavo e Spoltore nel pescarese ed a Pineto, Roseto degli Abruzzi, Atri e Basciano nel teramano, dovrebbe trattarsi di una forma patronimica, dove il Di- sta per il figlio di, riferito a capostipiti il cui padre si chiamasse con il nome latino Foebus (Febus) (vedi FEBI). |
DI FEDE | Abbastanza raro, sembra specifico siciliano. (vedi Fede) |
DI FEDERICO | Di Federico è tipicamente abruzzese, di Pescara, Penne, Picciano e Rosciano nel pescarese, di Chieti, Fara Filiorum Petri e San Martino sulla Marrucina nel teatino, dovrebbe trattarsi di una forma patronimica dove il Di sta per figlio di e si riferirebbe a famiglie dove il capostipite era figlio di un Federico. |
DI FEO | Originario dell'areale definito dalle provincie di Salerno, Avellino e Foggia, è derivato da un'aferesi del nome medioevale Maffeo (modificazione di Matteo), in alcuni casi potrebbe essere una distorsione del nome arabo antico Mahfuza. |
DI FILIPPO | Presente in tutt'Italia, è particolarmente concentrato nella fascia compresa tra Lazio, Abruzzi, Molise e Campania, con nuclei anche in Basilicata, Puglie e Sicilia, deriva dal nome Filippo. |
DI FOGGIA
FOGGIA |
Di Foggia ha un ceppo a Gricignano di Aversa nel casertano con presenze significative anche ad Aversa e ad Orsara di Puglia nel foggiano, Foggia ha ceppi a Roma, a Supino nel frusinate ed a Latina, a Napoli e Frattamaggiore nel napoletano ed a San Marzano sul Sarno nel salernitano, nel cosentino ed a Mazara del Vallo nel trapanese, dovrebbero derivare dal toponimo Foggia in Puglia, indicando quella città come probabile luogo d'origine dei capostipiti. |
DI FRANCESCANTONIO
FRANCESCANTONIO |
Di Francescantonio è specifico dell'area abruzzese, laziale, ha ceppi in Abruzzo a Bussi sul Tirino, Pescara e Popoli nel pescarese, a Lanciano, San Vito Chietino ed Ortona nel teatino, a San Vincenzo Valle Roveto nell'aquilano e nel teramano a Teramo e Castellalto, nel Lazio lo troviamo a Roma ed a Monterotondo nel romano, Francescantonio, praticamente unico, è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione del precedente, che dovrebbe essere una forma patronimica originata da capostipiti il cui padre si fosse chiamato con il nome composto dai nomi Francesco ed Antonio, dell'uso di questo nome abbiamo un esempio nel 1600 con il Beato Francescantonio Tommaso da Cori nel latinense. |
DI FRONZO
DIFRONZO |
Tutti abbastanza rari, sono tipici del barese della zona che comprende Triggiano e Capurso, con un ceppo anche nel napoletano tra Arzano e Sant'Antimo ed in Irpinia, dovrebbero derivare dal cognomen latino Frontius, portato ad esempio dal governatore della Britannia Sextus Julius Frontius nel I° secolo d.C. |
DI GARBO | Di Garbo è specifico del palermitano, di Castelbuono in particolare, ma ben presente anche a Palermo e Pollina, si dovrebbe trattare di una forma patronimica dove il Di- sta per il figlio di, riferito ad un capostipite il cui padre si chiamasse Garbo (vedi GARBO). |
DI GENNARO | Presente nell'Italia continentale centro meridionale, è particolarmente concentrato nelle provincie di Napoli e Caserta, di Teramo e di Foggia e Bari, deriva dal nome Gennaro che a sua volta è originato dal cognomen latino Januarius (probabilmente per nato in gennaio). |
DI GESU
DI GESU' DIGESU DIGESU' |
Digesu è quasi unico, Digesù, sempre oltremodo raro è
del barese, Di Gesu ha un ceppo calabrese nel valentiano ed uno in Sicilia
nell'area dove confluiscono le province di Palermo, Caltanissetta ed Enna,
Di Gesù ha ceppi in Sicilia, in Basilicata ed in Puglia, nel Salento
in particolare, si dovrebbe trattare
di cognomi attribuiti a delle fanciulle abbandonate, da funzionari di istituti
di assistenza borbonici.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi L'origine di questi cognomi va ricercata nel nome medievale Gesù, l'italianizzazione cioè del personale ebraico Yeshua o Yehoshua, che viene più spesso tradotto come Dio salva o Dio è salvezza, anche se pare che il significato originale fosse quello di Dio aiuta o che Dio ti aiuti (vedi DIOLAIUTI): com'è facile intuire, la diffusione di questo nome si deve al culto per la figura di Gesù Cristo e, nonostante Gesù sia un nome poco comune nel nostro paese (per lo meno ai giorni nostri), va notato che nell'occidente cristiano il nome del Profeta si diffuse molto attraverso il personale latino Salvator, usato già dai primi cristiani come traduzione dell'ebraico Yeshua. Per quanto riguarda i cognomi in questione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni dei nomi personali dei capostipiti, anche se non è escluso che, in alcuni casi, questo nome fosse attribuito a dei trovatelli (come a voler auspicare loro la protezione di Gesù Cristo). |
DI GIACOMO | Molto presente in tutta l'Italia centro meridionale, deriva dal nome Giacomo. |
DI GIAMBATTISTA | Di Giambattista è tipicamente abruzzese, dove è molto diffuso a Pescara, San Valentino in Abruzzo Citeriore e Montesilvano nel pescarese, a Montorio al Vomero nel teramano, ad Altino e Archi nel teatino e a L'Aquila, ha un grosso ceppo a Roma, si dovrebbe trattare di una forma patronimica riferita a dei capostipiti il cui padre si chiamasse Giambattista. |
DI GIAMPAOLO | Tipico della provincia di Pescara, è derivato dal nome Gianpaolo. |
DI GIANNANTONIO | Cognome tipico dell'aquilano, di Raiano in particolare, ma anche di Sulmona e Roccacasale, con ceppi anche a Pescara ed a Roma deriva dal fatto che probabilmente il capostipite ara un figlio di un certo Giovanni Antonio. |
DI GIANO | Di Giano, molto raro, è tipico di Rotonda nel potentino, potrebbe trattarsi di una forma patronimica del nome latino Janus (Giano), ma, molto più probabilmente, si potrebbe riferire a nomi di località identificabili dalla presenza di un tempio del dio pagano Giano, il dio romano della pace e della guerra. |
DI GIANVITO | Di Gianvito ha un ceppo nel teramano, a Teramo e Cortino, ed uno a Roma, con presenze anche ad Amatrice nel reatino, si dovrebbe trattare di una forma patronimica, dove il Di- stia per il figlio di, riferito a capostipiti il cui padre si fosse appunto chiamato con il nome composto Gianvito. |
DI GIESI
DIGIESI |
Di Giesi e Digiesi sono entrambi specifici di Gravina in Puglia nel barese, anche se il più diffuso è il secondo, dovrebbero derivare da Giese una forma dialettale del nome Gesù, ma non si può escludere che possa trattarsi di cognomi attribuiti a dei trovatelli, cui venisse attribuito un cognome equivalente all'italiano di Gesù, indicando così che i fanciulli venivano affidati alla sua misericordia. |
DI GIGLIO
DIGIGLIO |
Di Giglio ha un ceppo molisano a Mirabello Sannitico e Campobasso nel campobassano, uno a San Nicandro Garganico nel foggiano ed uno a Noicattaro e San Nicandro di Bari nel barese, uno piccolo nel materano a Stigliano ed Aliano, ed uno a Laureana del Borrello nel reggino, Digiglio ha un ceppo a Noicattaro nel barese e Cerignola nel foggiano ed uno a Laureana del Borrello nel reggino, dovrebbero derivare da forme patronimiche, dove il prefisso Di- sta per il figlio di, riferito a capostipiti, i cui padri si fossero chiamati Giglio (vedi GIGLIA). |
DI GIOIA | Un nucleo molto forte nelle Puglie, qualche ceppo in Campania ed uno in provincia di Agrigento, dovrebbe derivare da soprannomi legati a toponimi come Gioia del Colle (BA), Gioia Sannitica (CE), ecc. o anche dal nome latino Jovia. |
DI GIORGI
DI GIORGIO DIGIORGIO |
Di Giorgi ha un ceppo laziale a Roma e Fiano Romano nel romano ed a Sezze
e Latina nel latinense, ma il nucleo più importante è nella
Sicilia occidentale, a Palermo e Castelbuono nel palermitano, a Mazara
del Vallo, Alcamo e Paceco nel trapanese, a Ribera nell'agrigentino ed
a Militello in Val di Catania e Catania nel catanese, Di Giorgio è
diffuso in misura notevole in tutto il centro sud, Digiorgio, abbastanza
raro, sembrerebbe pugliese, di Barletta e Sant'Eramo in Colle nel barese
e di Taranto, dovrebbero tutti derivare da forme patronimiche in Di-
riferite a capostipiti i cui padri si chiamassero Giorgio.
integrazioni fornite da Giuseppe Claudio Di Giorgio Ci sono diverse notizie di notevole interesse storico sul conto della famiglia Di Giorgio o Di Giorgi di Sicilia, la quale viene annoverata dal Mango di Casalegerardo come famiglia nobile di questa regione. Infatti è già nota ai tempi di Pietro d'Aragona dove troviamo un Guglielmo, Miles, titolare del feudo di Montesano che andò poi in dote alla famiglia Filangieri a seguito di un matrimonio (acta siculo aragonesia). Nella famiglia si annoverano diversi giurati di Mazara e Capitani di Giustizia di Marsala. Inoltre venne decorata del titolo di Don dal re di Spagna nel XVII secolo trasmissibile ereditariamente sia per linea maschile che femminile. Un componente della famiglia di nome Antonio nel XVI secolo venne iscritto nella nobile Compagnia della Pace di Palermo. Inoltre, presso la corte straticoziale di Messina nel XVIII secolo Di Giorgio Vincenzo rivestì la carica di giudice. Tale famiglia visse distintamente in diverse città di Sicilia ed ebbe la seguente arma:- di rosso al leone d'oro. |
DI GIOVANNANGELO
GIOVANNANGELO |
Di Giovannangelo, assolutamente rarissimo, è specifico di Roccascalegna nel teatino, Giovannangelo ha un ceppo a Torino di Sangro e Guardiagrele nel teatino, un piccolo ceppo a Roma ed uno a Sperlonga ed a Cisterna di Latina nel latinense, dovrebbero derivare, direttamente o attraverso il Di patronimico, che significa figlio di, da un capostipite o il cui padre si chiamasse con il nome composto Giovanni Angelo. |
DI GIULIO CESARE | Il cognome Di Giulio Cesare è specifico di Napoli, si dovrebbe trattare di un cognome attribuito ad un trovatello in epoca borbonica. |
DIGIUNI | Tipico del cremonese, dovrebbe derivare dal cognomen latino Iunius. |
DI GIUNTA | Di Giunta, estremamente raro, è tipico dell'area ennese di Leonforte e di Catania, si dovrebbe trattare di una forma patronimica, dove il Di sta per figlio di, riferito ad un padre del capostipite di nome Bonaggiunta, per aferesi Giunta (vedi GIUNTA) |
DI GLORIA | Di Gloria è tipicamente siciliano, di Pietraperzia nell'ennese, di Caltanissetta, di Porto Empedocle e Favara nell'agrigentino, di Palermo, di Catania e di Capizzi nel messinese, potrebbe derivare da un nome di località, o essere una forma matronimica, riferita a capostipiti la cui madre si fosse chiamata Gloria. |
DIGNANI | Molto raro è specifico del maceratese, zona di Tolentino e San Severino Marche, potrebbe derivare da uno dei tanti toponimi con il suffisso ..gnano, esiste anche una possibilità che derivi dal toponimo Dignano (UD), anche se improbabile. |
D'IGNAZI
D'IGNAZIO |
D'Ignazi ha un ceppo nel romano a Roma e Gerano, ed uno nel Piceno a Ripatransone, MOnteprandone e San Benedetto del Tronto, D'Ignazio parrebbe originario del teramano dove ha un grosso ceppo a Teramo, Cellino Attanasio, Montorio al Vomano, Castellalto, Roseto degli Abruzzi e Mosciano Sant'Angelo, ad Avezzano nell'aquilano ed a Montesilvano nel pescarese, ha un ceppo a Roma ed a Borgorose nel reatino, ed uno nel tarantino a Martina Franca e Crispiano, con un ceppo anche a San Vito dei Normanni nel brindisino, si dovrebbe trattare di porme patronimiche riferite a capostipiti, i cui padri si chiamassero Ignazio (vedi IGNAZI). |
D'IGNOTI | Molto molto raro, sembrerebbe siciliano, se ne trovano ceppi a Catania, a Villafrati (PA) ed a Noto (SR), dovrebbe derivare da identificazioni fornite a figli di NN da parte di organizzazioni Ospedaliere. |
D'IGNOTI PARENTI | D'Ignoti Parenti, assolutamente rarissimo, sembrerebbe della Sicilia orientale, si dovrebbe trattare di un cognome attribuito ad un trovatello da ospizi a loro dedicati. |
DI GREZIA | Di Grezia è tipicamente campano, di Mercogliano nell'avellinese in particolare, si potrebbe trattare di un cognome che indichi il capostipite o la famiglia come proveniente dalla regione balcanica greco albanese. |
DI GUARDO | Di Guardo è tipicamente siciliano del catanese, di Catania in particolare e di Misterbianco, Mascalucia, Gravina di Catania, Scordia, Nicolosi e Ragalna, dovrebbe trattarsi di una forma patronimica, dove il prefisso Di- stesse per il figlio di, riferito a capostipiti il cui padre si fosse chiamato Guardo (vedi GUARDO). |
DI IORIO
DI IUORIO D'IORIO |
Di Iorio è tipico dell'area che comprende Abruzzo, Molise, foggiano, e Campania, Di Iuorio è senz'altro molisano, di Cercemaggiore nel campobassano, D'Iorio sembrerebbe tipicamente romano, derivano da forme patronimiche, dove il D'- ed il Di- stanno per il figlio di, riferiti a capostipiti i cui padri si chiamassero con il nome medioevale Iorius (Giorgio) (vedi Iorio). Esempio di questa cognominizzazione nel 1700 è il "soprano" Ubaldo Di Iorio di Lanciano nel teatino cantore di Cappella a Ortona sempre nel teatino. |
DI LAO | Di Lao, molto raro, è tipicamente siciliano, di Catania e del catanese, dovrebbe trattarsi di una forma patronimica, dove il Di- stia per il figlio di, riferito ad un capostipitr il cui padre si fosse chiamato Lao, una forma aferetica di nomi greci come Agelao, Ermolao, Menelao o altri nomi simili. |
DI LAORA | Di Laora è campano, di Frattaminore nel napoletano e di Sant'Arpino nel casertano, dovrebbe stare ad indicare la provenienza dei capostipiti dalla località di Laora nel salernitano,una frazione di Paestum. |
DI LASCIO | Di Lascio è specifico dell'area che comprende il salernitano, con Acerno, Capaccio, Battipaglia, Bellizzi, Salerno ed Olevano sul Tusciano, il potentino soprattutto a Lauria, ma anche a Nemoli, Moliterno, Trecchina e Rivello, ed in Calabria Crotone, un'ipotesi propone un'origine normanna, dal cognome brettone Dilasseur. |
DI LAUDA
DI LAUDI DI LAUDO |
Di Lauda e Di Laudi, praticamente unici, dovrebbero essere dovuti ad un'errata trascrizione di Di Laudo, che è specifico del teatino, di Vasto, Torrebruna e San Salvo, dovrebbe trattarsi di una forma patronimica, dove il Di- sta per il figlio di, riferito a capostipiti il cui padre si fosse chiamato Laudus o Lauda (vedi LAUDA e LAUDI). |
DI LAURO | Ha due nuclei, uno molto importante in Campania ed uno nelle Puglie. (vedi LAURA) |
DI LAZZARO
DILAZZARO |
Di Lazzaro ha un nucleo importante tra Velletri e Roma, con ceppi non secondari nel basso Friuli, in Molise e nel cosentino nella zona di Castroregio e Trebisacce, Dilazzaro, quasi unico, è certamente dovuto ad un errore di trascrizione del primo, per la derivazione vedere Lazzaro. Tracce di questa cognominizzazione le troviamo nel 1400 nel Mugello con Andrea di Lazzaro detto il "Buggiano" erede di Filippo di ser Brunellesco Lippi un rinomato artista costruttore di pregiatissimi orologi meccanici, e a Vasto (TE) nel 1600 con un certo Ermenegildo di Lazzaro. |
DI LECCE
DILECCE |
Di Lecce è tipico delle Puglie e del materano, Dilecce, assolutamente rarissimo, è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione del primo, deriva dal toponimo Lecce. |
DI LELIO | Tipico laziale, dell'area che comprende le province di Roma, Latina e Frosinone, deriva dal nomen latino Loelius, reso famoso da Cicerone I° secolo a.C. con il suo Loelius Seu De Amititia. |
DI LENOLA | Di Lenola, è caratteristico di Sezze nel latinense, dovrebbe derivare dal nome del paese di Lenola nel latinense, paese collinare situato tra Fondi, Campodimele, Pastena e Vallecorsa, ad una trentina di chilometri da Terracina e ad una settantina di chilometri da Sezze, anticamente ai confini del Regno di Napoli verso lo Stato Pontificio. |
DILETTI
DILETTO |
Diletti è abbastanza raro ed è tipico della fascia che comprende anconetano, maceratese e Piceno, reatino, viterbese e romano, Diletto ha un piccolo ceppo nel reggiano, uno nel napoletano ed uno nel crotonese, dovrebbero derivare dal nome medioevale Dilectus di cui abbiamo un esempio in quest'atto dell'anno 1042 a Solofra: "...ante presentia domini Amati venerabilis archiepiscopi sancte sedis Salernitane et ibidem addesent ydones hominibus per convenientiam, per largietatem ipsius domini archiepiscopi tradidi Truppoaldi presbiteri fi(lius) quondam Dilecti clerici de locum Solofre ecclesiam vocabulum Sancti Angeli et Sancte Marie, que est plebe et constructa in ipso locum Solofre subi[ecte et pertinentis ipsius archiepiscopii...". |
DILETTOSO
DILETTUSO |
Dilettoso sembra specifico di Randazzo (CT), Dilettuso, molto più
raro sembra tipico di Bitonto (BA).
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi Dilettoso ha un nucleo principale nel catanese, Dilettuso è originario di Bitonto (BA), entrambi questi cognomi dovrebbero derivare dal nome Dilettoso, col significato di diletto, amato: si tratta, infatti, di una chiara variante del nome Diletto, probabilmente formatasi allo stesso modo del nome Amoroso o Amoruso (anch'esso una variante del personale Amore). In alternativa a questa ipotesi, tuttavia, i cognomi Dilettoso e Dilettuso potrebbero derivare anche da particolari caratteristiche dei capostipiti, forse noti come persone piacevoli, dilettevoli. |
DI LEVA | Di Leva è tipicamente campano, di Napoli, Sorrento, Ischia, Massa Lubrense, Torre Annunziata, Casoria, Volla e Castellammare di Stabia nel napoletano e di Marcianise, Succivo ed Orta di Atella nel casertano, con un ceppo anche a Roma e Civitavecchia nel romano, che potrebbe derivare dal nome del paese di Castel di Leva nel romano, ma sia il ceppo campano che quello romano potrebbero derivare dall'italianizzazione del nome del paese catalano di Leyva, probabilmente il luogo d'origine dei capostipiti. |
DI LIBERTI
DILIBERTI DI LIBERTO DILIBERTO |
Di Liberti, tipicamente siciliano, è specifico del trapanese e palermitano, di Mazara del Vallo e Castellammare del Golfo nel trapanese e di Palermo e Castelbuono nel palermitano, Diliberti, molto molto raro, decisamente siciliano, è specifico di Villalba nel nisseno, Diliberto decisamente siciliano della zona cui appartengono le provincie di Caltanissetta ed Agrigento, Di Liberto, il più diffuso, è veramente molto diffuso a Palermo, con consistenti presenze anche a Monreale, Belmonte Mezzagno, San Giuseppe Jato, Bagheria, Villabate, Bisacquino, Termini Imerese, Lercara Friddi, Villafrati e San Cipirello nel palermitano, a Casteltermini, Palma di Montechiaro, Alessandria della Rocca, Licata, Campobello di Licata e Sciacca nell'agrigentino, di Alcamo nel trapanese, di Caltagirone, Ramacca e Catania nel catanese e di Niscemi e Gela nel nisseno, dovrebbero tutti derivare da un nome della devozione tardo latina medioevale Dei Libertus ( il liberto di Dio cioè colui che Dio ha reso vero uomo libero nella fede in Cristo). |
DI LIDDO | Di Liddo è specifico di Bisceglie, con presenze minori anche a Canosa Di Puglia, Andria e Trani sempre nel barese, il cognome dovrebbe derivare come forma patronimica dalla modificazione dialettale dell'aferesi di un ipocoristico del nome Angelo, Angelino, Angeliddo, Liddo e definirebbe la famiglia come quella del figlio del piccolo Angelo. |
DI LISCIANDRO | Di Lisciandro è assolutamente rarissimo, parrebbe di origini siciliane, dovrebbe derivare da una forma patronimica, dove il Di dovrebbe stare per figlio di, e riferirsi quindi alla famiglia il cui capostipite sarebbe stato un figlio di un certo Alessandro, divenuto per aferesi prima Lessandro e poi, tramite una modificazione dialettale, Lisciandro. |
DI LOLLO | Di Lollo ha un piccolissimo ceppo a Sulmona nell'aquilano, nell'iserniese ed a Roma, dovrebbe trattarsi di una forma patronimica, dove il Di sta per il figlio di, riferito a capostipiti i cui padri si fossero chiamati Lollus (vedi LOLLI). |
DI LORENZO
DILORENZO |
Di Lorenzo è molto molto comune in tutto il centrosud, Dilorenzo, molto raro, è pugliese del barese e tarentino, derivano dal nome Lorenzo, il cognome sta ad indicare quelli della famiglia di un Lorenzo, uso che ritroviamo in un atto del 1622: "...nell'ottobre furono incarcerati Cristoforo fu Bernardo de Mighina, Balsar de Scalotta e Cristoforo fu Francesco di Lorenzo...". |
DI LORETO | Di Loreto è tipico della fascia centrale che comprende Lazio ed Abruzzo, con presenze significative anche nel ternano, potrebbe trattarsi di una forma patronimica dal nomen latino Lauretus, ma è pure possibile una derivazione da toponimi come ad esempio Loreto Aprutino (PE) e il di starebbe ad indicarne la provenienza. |
DI LUCA | Lazio Abruzzi Marche e Campania e Venezia Giulia |
DI LUCANTONIO
DILUCANTONIO |
Di Lucantonio, estremamente raro, parrebbe del teramano, Dilucantonio, che sembrerebbe unico, è una forma alterata del precedente, dovrebbe trattarsi di una forma patronimica dove il Di sta per figlio di, riferito ad un capostipite il cui padre si chiamasse con il nome composto Luca Antonio. |
DI LUDOVICO | Molto raro, sembrerebbe di origini abruzzesi, ed esattamente della fascia costiera nel pescarese, è ovvia la derivazione dal nome italo germanico Ludovico. |
DI MAGGIO
DI MAIO DI MAJO |
Di Maggio è molto comune nel Lazio, in Puglia ed in Sicilia, ha un ceppo anche a Napoli, Di Maio comunissimo in Campania, Molise, Lazio e Sicilia occidentale, Di Majo, assolutamente rarissimo, sembrerebbe del palermitano, dovrebbero derivare dal nome medioevale Maggio attribuito a volte per devozione ai nati in quel mese dedicato alla Madonna o dalle sue forme dialettali Majo e Maio. |
DI MAGLIE | Di Maglie è specifico del tarentino, di San Marzano di San Giuseppe in particolare e di Taranto, e Manduria, dovrebbe derivare dal toponimo Maglie nel leccese, probabile luogo di provenienza del capostipite. |
DI MAIDA | Specifico di Ravanusa (AG) dovrebbe derivare dal toponimo Maida (CZ). |
DI MARCELLO | Di Marcello ha un ceppo a Teramo e nel teramano a Pineto, Roseto degli Abruzzi, Mosciano Sant'Angelo e Bellante ed a Tagliacozzo nell'aquilano, ed uno a Roma, si dovrebbe trattare di una forma patronimica, dove il Di- sta per il figlio di, riferito ad un capostipite il cui padre si chiamasse Marcello. |
DI MARCO | Assolutamente diffuso in tutt'Italia, deriva dal nomen latino Marcius, Marcia era, tra i nomi di clan, uno dei più popolosi della Latinità. |
DI MARTINO | Di Martino è tipico del centro sud con ceppi un pò in tutt'Italia, deriva dal nome Martinus. (vedi De Martino) |
DI MARZIO | Tipico della fascia centrale, Abruzzi e Lazio, ha piccoli ceppi anche nel
materano, in Campania ed in Puglia, dovrebbe derivare dal nome medioevale
Marzio (vedi Marzi).
ipotesi fornite da Emiliano Di Marco L'origine del cognome potrebbe essere attribuita al mese, l'antico Martius, o alle armi. Marte, dio della guerra, da cui il nome del mese Marzo era il periodo in cui, finito l'inverno, iniziavano le campagne militari (tutt'oggi gli americani hanno iniziato le campagne militari in Kossovo e in Iraq nel mese di Marzo). Data la probabile origine "esposta" della stragrande maggioranza dei cognomi italiani l'origine potrebbe essere legata allo stato di trovatello figlio di soldato, oppure ad una cognominizzazione di chi aveva prestato opera di soldato. |
DI MASSA | Di Massa è tipicamente campano, di Ischia, Barano d'Ischia e Casamicciola Terme sull'Isola d'Ischia nel napoletano, di Napoli, Gragnano e Pompei, sempre nel napoletano, di Solopaca nel beneventano e di Scafati nel salernitano, dovrebbe derivare dal nome di paesi come Massa nel beneventano e nel salernitano, o come Massa di Somma o Massa Lubrense nel napoletano, probabile luoghi d'origine dei capostipiti. |
DI MASTRANTONIO | Molto raro è tipico del pescarese.
integrazioni fornite da Fabio Paolucci tipico del comune di Lettomanoppello in provincia di Pescara, è uno di quei tanti cognomi italiani derivati dalla fusione del titolo professionale mastro, cioè artigiano, e il nome di persona, nel caso specifico Antonio, patronimizzato nella forma Di Mastrantonio. Di frequente, durante le mie ricerche archivistiche, mi è accaduto di indagare per caso sull'origine di cognomi derivati dalla fusione dell'epiteto mastro con un nome personale (Andrea, Domenico, Giacomo, Giovanni, Ianni, Nicola, Cola, etc.): nei documenti più antichi, cinquecenteschi e seicenteschi, il cognome viene trascritto nella sua forma non ancora evoluta per fusione dei termini. In tal senso, potremmo trovare ad esempio un Filippo Mastro Antonio, o Filippo di Mastro Antonio o ancora Filippo (di) Mastr\'Antonio. Non mancano in tali documenti cognomi espressi con la forma abbreviata Mro: il cognome Mastro Antonio diventa così Mro Antonio. |
DI MATTEO
DIMATTEO |
Dimatteo originario delle Puglie e Basilicata è sicuramente dovuto ad un errore di trascrizione del cognome Di Matteo che è molto diffuso in tutto il centro sud, ha un nucleo importante negli Abruzzi e Molise ed uno in Campania, ma ne esistono sicuramente anche altri in altre zone del sud. Questi cognomi derivano dal nome Matteo. |
DI MATTIA
DIMATTIA |
Di Mattia, ha un nucleo tra Piceno, aquilano e la provincia di Roma, con ceppi anche a Napoli, nel barese a Gravina In Puglia (BA) e ad Enna, Dimattia, molto molto raro, è specifico di Gravina In Puglia (BA), deriva dal nome Mattia o Matteo, e starebbe ad indicare i figli di uno con quel nome. |
DI MELFI | Di Melfi è specifico del potentino, di Anzi, Potenza e Melfi, dovrebbe stare ad indicare che la provenienza del capostipite fosse dalla città di Melfi nel potentino. |
DI MICELI | Non comune, sembrerebbe di origini sicule, della zona tra la provincia di Palermo e di Agrigento, deriva da una modificazione del nome Michele; tracce di questa cognominizzazione si trovano a Palermo fin dal 1600, nella seconda metà del secolo a Palermo esercita il notaio Leonardo di Miceli nativo di quella città, Personaggio notevole è stato il pittore monaco Domenico Di Miceli di Naro (AG) nel 1700. |
DI MICO
DIMICO |
Di Mico, molto molto raro, sembrerebbe del tarentino, Dimico, ancora più raro, è anch'esso originario dell'area tarentino, brindisina, si dovrebbe trattare di forme patronimiche dove il prefisso Di- stia per il figlio di, riferito a capostipiti i cui padri venissero chiamati Mico o Domenico (vedi MICHI e DE MECCO). |
DI MINO
DIMINO |
Originari entrambi della zona ai confini tra la provincia di Agrigento e quella di Trapani. |
DI MITRI
DI MITRIO DI MITRO DIMITRI DIMITRIO DIMITRO |
Dimitri è tipico della penisola salentina, soprattutto della provincia
di Taranto, Dimitrio, assolutamente rarissimo, ha un piccolo ceppo nel
fiorentino ed uno nel barese, Di Mitrio, molto molto raro, è del
barese, Dimitro è quasi unico, così come Di Mitro, Di Mitri
ha un ceppo salentino a Manduria nel tarentino e a Calimera nel leccese,
ed uno a Palermo e Monreale nel palermitano.
ipotesi fornite da Stefano Ferrazzi L'origine di questi cognomi va ricercata nel nome medievale Dimitrio, che, assieme alla variante Dimitri, nasce da un adattamento del personale greco Dimitrios, versione neogreca dell'antico Demetrios (vedi Demetri). In questo contesto, tuttavia, va fatta un'osservazione riguardo ai cognomi in questione: in molti casi, infatti, Dimitri e le sue varianti provengono dai Balcani e, dalla loro diffusione, sembrano risalire ad un'origine arbëreshë (anche se, talvolta, non è esclusa una discendenza grika). Nel caso arbëreshë, ad ogni modo, questi cognomi derivano o dall'albanese Dhimitri o dal greco Dimitrios, che, sia in Albania che in Grecia, sono piuttosto diffusi come nomi di persona (nonché come cognomi). Per quanto proponibile, invece, pare meno probabile un'origine slava, tenendo conto, soprattutto, della distribuzione geografica delle famiglie Dimitri, Di Mitri, etc (i ceppi maggiori, in effetti, si riscontrano per lo più nel sud della Puglia, in una zona fortemente soggetta all'emigrazione albanese). |
DI MODUGNO
DIMODUGNO |
Di Modugno è tipicamente pugliese, del barese e del vicino foggiano, Dimodugno, assolutamente rarissimo, sembrerebbe specifico di Cerignola nel foggiano, dovrebbero derivare dal fatto di essere stato il capostipite originario del paese di Modugno nel barese. |
DI MOLA
DIMOLA |
Tipici entrambi del barese e di Monopoli in particolare, Di Mola ha presenze significative a Polignano A Mare, Conversano, Altamura e Castellana Grotte, Dimola invece, meno diffuso, le ha solo ad Altamura, dovrebbero entrambi derivare dal toponimo Mola di Bari ad indicarne quindi la provenienza del capostipite. |
DI MOLFETTA | Di Molfetta è tipico di Bisceglie, Canosa Di Puglia, Terlizzi, Andria, Trani e Molfetta nel barese e di Taranto, il cognome deriva dal toponimo Molfetta (BA) indicando probabilmente in Molfetta il luogo originario della famiglia. |
D'IMPERIO
D'IMPERO |
D'Imperio ha un ceppo a Roma, uno nel campobassano, nel beneventano, nel napoletano, nel foggiano, nel barese e nel potentino, D'Impero, praticamente unico, sembrerebbe del napoletano, dovrebbero derivare dallo stato dei capostipiti, probabilmente soggetti direttamente all'autorità imperiale grazie alle loro mansioni o al fatto di essere al servizio di funzionari imperiali. |
DI MURO | Tipico della fascia che comprende il basso foggiano, il barese, il potentino ed il salernitano, potrebbe derivare da toponimi come Muro Leccese (LE), Muro Lucano (PZ) o simili o da nomi di località individuate dalla presenza di mura imponenti. |
DI MUZIO | Sembrerebbe originario dell'Abruzzo, del pescarese in particolare, ma si individuano ceppi probabilmente secondari anche nel foggiano e forse anche in Campania, dovrebbe derivare dal cognomen latino Mutius ricordiamo il famosissimo Muzio Scevola (500 a.C.), nome portato ad esempio nel medioevo dal capitano di ventura Muzio Sforza nel 1400. |
DINALE
DINALI |
Dinale è specifico del vicentino, di Marostica e Nove, con un ceppo anche a Castello di Godego nel trevisano, Dinali, quasi unico, più caratteristico del padovano, dovrebbe essere una forma alterata del precedente, che dovrebbe derivare da un soprannome dialettale arcaico riferito ad un capostipite che lavorasse la carta ponendo a macerare la cellulosa nei tini. |
DI NARDO | Specifico dell'Abruzzo, Molise e Campania settentrionale, deriva dal nome medioevale Nardo (vedi Nardi). Traccia di questa cognominizzazione la troviamo nel fiorentino nel resoconto del 1424 di accadimenti locali legati all'epidemia di peste, dove troviamo un certo Mariotto Di Nardo. |
D'INCALCI | D'Incalci, assolutamente rarissimo è torinese, dovrebbe derivare dal termine arcaico incalco (stampo per fusione), forse ad indicare che l'attività del capostipite fosse quella dello scultore o dell'artigiano dotato di una piccola fonderia. |
DINDI
DINDO |
Dindi, assolutamente rarissimo è del settentrione d'Italia, Dindo ha un ceppo ad Egna in Alto Adige ed uno a Verona, Sant'Ambrogio di Valpollicella e Pescantina nel veronese, dovrebbero derivare dal termine dialettale veneziano arcaico, passato in uso in tutto il settentrione dindio o dindo (tacchino), probabilmente ad indicare che i capostipiti ne fossero allevatori. |
DINELLI
DINELLO DINI DINO DINUCCI DINUCCIO |
Dinelli ha un piccolo ceppo veneziano, uno a Cento nel ferrarese ed a Fanano nel modenese, uno, molto consistente, nel lucchese a Lucca Capannori, Viareggio, Pietrasanta, Massarosa e Bagni di Lucca, a Pisa e Livorno, ed a Tarquinia nel viterbese ed a Roma, Dinello, molto più raro, è veneto, del vicentino e del padovano, Dini è tipico del centro Italia, soprattutto toscano, mentre Dino è specifico del palermitano, Dinucci è caratteristico del lucchese e del pisano, Dinuccio, quai unico, è meridionale, dovrebbero derivare, direttamente o tramite varie forme ipocoristiche, dall'aferesi di ipocoristici di nomi come Riccardo, Bernardo ecc. Troviamo questo cognome già nel 1300 a Lucca, citato in un atto: "...Existentibus Ratiocinatoribus etc. Iohanne quondam Simonelli Sembrini et me Pace notario filio quondam Dini de Montacatino ..." |
DI NICOLI | Estremamente raro potrebbe essere originario dell'alto barese, deriva da variazioni del nome medioevale Nicolao. |
DI NICUOLO | Cognome raro, presente a macchia di leopardo in Italia, parrebbe originario del salernitano, deriva da una modificazione dialettale del nome Nicolo o Nicolò. |
D'INNOCENZO | D'Innocenzo è specifico dell'area laziale ed abruzzese, potrebbe trattarsi di una forma patronimica riferita ad un capostipite il cui padre si chiamasse Innocenzo, anche se non si può escludere possa trattarsi di cognomi attribuiti a trovatelli. |
DI NOFA | Assolutamente rarissimo, sembrerebbe tipico della provincia di Isernia. |
DI NOIA
DINOIA |
Dinoia è tipico di Barletta nel barese, con un ceppo anche a Cerignola
nel foggiano, ed uno a Irsina nel materano, Di Noia è originario
della zona compresa tra le provincie di Bari, Foggia e la Basilicata, potrebbero
derivare dal toponimo Noha (LE).
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli Di Noia, Dinoia, sono cognomi pugliesi da ricondurre al latino 'nova', da cui l'esito Nòia attraverso Noa, con l'inserzione di -j in iato, per designare forse 'terreno grasso e umido da pascolo' e in senso generico 'terreno nuovo' sfruttato da poco. Minervini, Diz. Cogn. pugliesi, p. 350. |
DI NON
DINON |
Dinon, molto raro, ha un ceppo a Venezia con presenze nel veneziano, nel trevisano e nel pordenonese, Di Non, praticamente unico, è del pordenonese, potrebbero stare ad indicare che i capostipiti provenissero dalla Val di Non in Trentino, ma, molto più probabilmente, dovrebbero derivare da una forma dialettale accrescitiva dell'aferesi di ipocoristici di nomi come Leonardo, Bernardo, Rinaldo o altri nomi terminanti in -do, da Rinaldo si ha ad esempio l'ipocoristico Rinaldino, che per aferesi diventa Dino e nella sua forma accrescitiva Dinon espressione dialettale per Dinone. |
DI NUBILA | Di Nubila è tipico del potentino, di Francavilla in Sinni e Rivello, dovrebbe derivare dal termine latino nubila (nuvole), indicando probabilmente che il capostipite provenisse da una località montagnosa immersa fra le nubi: "..Nebula inde dicta, unde et nubila, ab obnubendo scilicet, hoc est operiendo, terram, sive quod nubes volans faciat. Exhalant enim valles humidae nebulas et fiunt nubes; inde nubilum, inde nives. Nebulae autem ima petunt cum serenitas est; summa, cum nubilum...". |
DI NUCCIO | Tipico del casertano, si dovrebbe trattare di una forma patronimica, dove il Di- sta per il figlio di, riferita a capostipiti, il cui padre portasse il nome medioevale italiano Nuccio (vedi NUCCI) o dall'aferesi di nomi come Rinuccio, Antonuccio, ecc. |
DI NUOVO | Di Nuovo, molto raro, ha un ceppo a Manfredonia nel foggiano ed uno a Palermo e nel palermitano, si dovrebbe trattare di una forma patronimica, dove il Di sta per figlio di, riferita al padre del capostipite di nome Nuovo, nome attribuito in epoca tardo medioevale al figlio in quanto nuovo membro della famiglia, non si può escludere comunque che in alcuni casi si tratti invece di un indicazione di provenienza dove il Di sta per proveniente da e si riferisce ad uno dei moltissimi toponimi contenenti la parola nuovo. |
DI NUZZI
DI NUZZO |
Di Nuzzi, estremamente raro, ha un ceppo a Barletta nel barese ed uno a Sant`Agata De` Goti nel beneventano, Di Nuzzo ha un grosso ceppo tra casertano e napoletano ed uno nel potentino, si dovrebbe trattare di patronimici di un ipocoristico aferetico di nomi come Antonio. |
DIOCIAIUTI | Diociaiuti, molto raro, è tipico del Lazio, ha un ceppo a Roma e Civitavecchia nel romano ed a Rieti, Salisano e Greccio nel reatino, si dovrebbe trattare di un cognome attribuito a dei trovatelli da un'istituzione religiosa dello Stato Pontificio. |
DIODATI
DIODATO |
vedi DEODATI |
DIOFEBI
DIOFEBO |
Diofebi, molto molto raro, è caratteristico del romano, di Roma e di Guidonia Montecelio, Diofebo, quasi unico, ha rare presenze nel Lazio e nel Salento, dovrebbero derivare dal nome medioevale Diofebus, ricordiamo nel XV° secolo Diofebo Lupi Marchese di Soragna. |
DIOGUARDI | Dioguardi a ceppi nel palermitano, nel napoletano, nel barese, a Roma, nel pescarese ed a Genova, dovrebbe derivare dal nome augurale Dioguardi, nome attribuito per una forma di superstiziosa devozione affinchè il futuro del bambino fosse protetto da Dio. |
DIOLAITI
DIOLAIUTI DIOMAIUTI DIOTAIUTA DIOTAIUTI |
Diolaiti è specifico del bolognese, di Bologna e Baricella, Diolaiuti è tipico dell'area pistoiese di Monsummano Terme in particolare, Diomaiuti, molto raro, è specifico di Aversa nel casertano, Diotaiuta è quasi unico, mentre Diotaiuti ha un piccolo ceppo toscano ed uno nel salernitano a Camerota, sono alcuni dei tanti cognomi derivati da nomi attribuiti dalla carità cristiana a dei trovatelli, traccia di questo nome la troviamo ad esempio nel Codice Diplomatico della Lombardia medievale, anno 1166, in un atto leggiamo: "...et posuit ei fideiussores Unfredum qui dicitur de Cummo de Varisio et Deuseumadiuvet de Busti communiter...". |
DIOMEDE
DIOMEDI |
Diomede è tipicamente pugliese del barese, di Mola Di Bari, Bari e Rutigliano e del foggiano di Foggia e Torremaggiore, mentre Diomedi è della fascia che comprende il Piceno, Terni e Roma, derivano dal nome greco Diomedes dal nome del famoso eroe greco dell'epica omerica. |
DIONE
DIONI DIONNE |
Dione, assolutamente rarissimo, sembrerebbe avere un ceppo salentino ed uno padovano, Dioni, sempre abbastanza raro, dovrebbe avere un ceppo nel bresciano ed uno nel parmense, Dionne è specifico di Terracina nel latinense, il ceppo salentino e quello laziale dovrebbero derivare dal nome di origine greca Dione in uso presso i latini, vedi Cicerone: "...cum qui pecuniam Dioni dederunt dicerent se iam tum audisse eos nummos sumi ut Verri darentu...", o dall'aferesi del nome bizantino Spiridione, gli altri dovrebbero derivare dal nome germanico Dionys (Dionigi) o dall'apocope del nome medioevale Dionisius. |
DIONIGI
DIONIGIO DIONISI DIONISIO DIONISO |
Dionigi ha un nucleo nella zona che comprende le province di Rimini, Pesaro e Perugia, con un ceppo anche nel Lazio, Dionigio è quasi unico, Dionisi è tipico della fascia che comprende Marche, Umbria, bassa Toscana e Lazio, Dionisio ha un ceppo nell'alto udinese, uno tra Molise, Campania, Puglia e Basilicata ed uno nella Sicilia occidentale, Dioniso, quasi unico, è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione del precedente, derivano dal nome medioevale Dionisius di cui abbiamo un esempio nel Codice Diplomatico della Lombardia Medioevale in una Carta venditionis del 1155 a Milano: "...Ego Dionisius, notarius sacri palatii ac missus domini secundi Chunradi regis, suprascriptam Contesam interrogavi, et predictis aliis feminis consensi ut supra et subscripsi.". |
DIOTALLEVI | Tipico delle Marche settentrionali, presenta un ceppo anche in Umbria e nel Lazio, può derivare dal nome medioevale Diotallevio, nome dato sia a trovatelli che a neonati particolarmente indigenti o malaticci. Tracce dell'uso di questo nome si hanno ad esempio a Spoleto nel 1400 con un pittore non particolarmente famoso di nome Diotallevio D'Antonio. Nel 1500 troviamo i Diotallevi con il rango di marchesi nel riminese e verso la fine del 1500 il marchese Diotalevo Diotalevi diviene signore di alcuni territori in Istria. |
DIOTISALVI | Diotisalvi, ormai quasi unico, è un tipico cognome attribuito a dei trovatelli come augurio. |
DIOTTI
DIOTTO |
Diotti è tipicamente lombardo, di Cesano Maderno in particolare, ma anche di Lazzate, Seregno, Cornaredo, Lentate sul Seveso e Bollate nel milanese e di Bedizzole nel bresciano, Diotto è invece veneto,del padovano e trevisano in particolare, l'origine etimologica di questi cognomi è dubbia, si può ipotizzare che derivino dall'aferesi del termine tardo medioevale stradiotti un corpo di cavalleria leggera, irregolare, contraddistinta da alta mobilità, che operava prevalentemente al soldo della Serenissima, composta prevalentemente da albanesi, greci e turchi, agli inizi del 1500 operavano nella bassa bergamasca e cremonese. Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Milano nel 1700 con l'avvocato Giovanni Battista Diotti, personaggio citato ad esempio dal Parini. |
DI PALMA | Tipico della fascia che comprende il Lazio, l'Abruzzo, il Molise, la Campania,
la Basilicata e la Puglia.
integrazioni fornite da Carmine Di Palma abbastanza frequente in Campania e in particolare nel napoletano, è in ogni caso presente in tutta Italia.deriva sicuramente da Palma Campania comune in provincia di Napoli. .In questo comune erano presenti alcune famiglie nobili con tale cognome. |
DI PALO | Di Palo ha un ceppo nel napoletano, soprattutto ad Afragola, Casoria e Napoli, ed a Casalnuovo di Napoli, Caivano e Cardito ed uno a Bari e nel barese, a Barletta, Poggiorsini, Minervino Murge, Gravina in Puglia, Andria, Ruvo di Puglia, Canosa di Puglia ed Altamura, dovrebbe stare ad indicare la provenienza dei capostipiti dal paese di Palo del Colle nel barese od altri simili. |
DI PAOLA
DI PAOLI DI PAOLO DIPAOLA DIPAOLO |
Di Paola è diffuso in tutto il centro sud, particolarmente in Sicilia, Di Paoli è tipico del pesarese, Di Paolo, diffusissimo in Abruzzo, Molise e Lazio, nel napoletano, avellinese, salernitano e potentino, ha ceppi, probabilmente secondari, anche nel fiorentino e nel bolognese, Dipaola ha un ceppo a Barletta nel barese ed uno a Cerignola, Margherita di Savoia e San Ferdinando di Puglia nel foggiano, Dipaolo, assolutamente rarissimo, parrebbe del potentino, possono derivare da toponimi come Paola o Paola Marina (CS), Paolini (TP), Paolisi (BN), Colle di Paolo nel teatino, o simili, come possono, in molti casi, pure derivare dal nome latino Paullus, o dal suo equivalente italiano Paolo o Paola. |
DI PEPPE | Di Peppe è tipicamente abruzzese, di Chieti, Pescara e del teatino, è una chiara forma patronimica ad indicare la famiglia del figlio di un Giuseppe, Peppe per aferesi. |
DI PIAZZA | Di Piazza ha un ceppo a Comeglians nell'alto udinese, che potrebbe derivare da un nome di località nelle vicinanze, ma il nucleo principale è in Sicilia, a Palermo, Alia, Giardinello, Bagheria e Partinico nel palermitano, di Casteltermini, Cammarata, San Biagio Platani, Agrigento, Canicattì e San Giovanni Gemini nell'agrigentino, di Mussomeli nel nisseno, di San Fratello nel messinese e di Catania, dovrebbe stare ad indicare la provenienza dei capostipiti dalla città di Piazza Armerina nell'ennese. |
DI PIERO | Di Piero è tipico dell'Italia centrale, ha un piccolo ceppo nel lucchese a Villa Basilica e Lucca, uno altrettanto piccolo ad Esanatoglia nel maceratese, uno più consistente in Abruzzo, nell'aquilano a Cagnano Amiterno, Bugnara e L'Aquila e nel teatino a Castel Frentano, Fossacesia, Arielli e Lanciano, ed uno a Roma e Riano, dovrebbe derivare da una forma patronimica riferita a capostipiti i cui padri si fossero chiamati Piero. |
DI PIERRO
DIPIERRO |
Di Pierro è tipico di Bisceglie, Noicattaro, Trani e Bari nel barese, ha un ceppo anche a Taranto e Palagiano nel tarentino, ed anche nel foggiano a Troia, Lucera ed Orta Nova e a San Vito Dei Normanni (BR), ha anche un ceppo lucano nel potentino a Rionero in Vulture, Gallicchio, Palazzo San Gervasio e Genzano di Lucania, Dipierro, molto più raro, è tipico di Noicattaro (BA) con una presenza significativa anche a Palagiano (TA), deriva da una forma patronimica di una modificazione dialettale del nome Pietro. |
DI PIETRANGELI
DI PIETRANGELO |
Di Pietrangeli, praticamente unico, dovrebbe essere dovuto ad un errore di trascrizione di Di Pietrangelo, che ha qualche presenza nel teramano ed un ceppo nel brindisino ad Erchie, Mesagne e Torre Santa Susanna, e che dovrebbe essere una forma patronimica, dove il Di- sta per il figlio di, riferito ad un capostipite, il cui padre si fosse chiamato Pietrangelo (vedi PETRANGELI) |
DI PIETRANTONI
DI PIETRANTONIO |
Di Pietrantoni, quasi unico, è romano, dovrebbe essere dovuto ad un'errata trascrizione di Di Pietrantonio, che è tipicamente abruzzese, di Lettomanoppello, Manoppello, Pescara, Montesilvano e Penne nel pescarese, di Chieti e Torricella Peligna nel teatino, di Teramo, Bisenti e Roseto degli Abruzzi nel teramano e di Avezzano nell'aquilense, si dovrebbe trattare di forme patronimiche dove il Di sta per il figlio di, riperito ad un capostipite il cui padre si chiamasse Pietrantonio (vedi PIETRANTONI). |
DI PIETRO | Diffuso in tutto il centro sud, particolarmente negli Abruzzi, il Molise, la Campania, le Puglie e la Sicilia orientale, deriva dal nome Pietro. |
DI PILATO
DIPILATO |
Di Pilato è specifico di Bisceglie, con presenze minori anche ad Andria, Trani e Barletta nel barese e a San Ferdinando Di Puglia nel foggiano, Dipilato, molto più raro e specifico di Barletta, dovrebbero derivare da una forma patronimica del nome Pilato, derivato dal latino Pilatus reso famoso dal famosissimo Pontius Pilatus che condannò Gesù Cristo alla morte in croce. |
DI PILLA | Tipico della provincia di Isernia,
dovrebbe essere una forma patronimica riferita a capostipiti, i cui padri si chiamassero Pilla (vedi PILLA).
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli Di Pilla è cognome molisano che deriva probabilmente da "pillo" = arnese per pressare il terreno. |
DI PIPPA | Di Pippa ha qualche presenza nell'avellinese ed un ceppo a Castellaneta nel tarentino, potrebbe trattarsi di una forma matronimica riferita ad un capostipite la cui madre si fosse chiamata Filippa, che per aferesi ed alterazione ipocoristica sia diventata Pippa. |
DI PIPPO | Di Pippo ha un piccolo ceppo a Pescina nell'aquilano ed a Roma, un ceppo a Roccamonfina nel casertano ed uno molto piccolo ad Ariano Irpino nell'avellinese ed a Stornarella nel foggiano, potrebbe trattarsi di una forma patronimica riferita ad un capostipite il cui padre si fosse chiamato Filippo, che per aferesi ed alterazione ipocoristica sia diventato poi Pippo. |
DI PLACIDO | Di Placido è specifico dell'area che comprende il Lazio, l'Abruzzo ed il Molise, dovrebbe derivare dall'essere il capostipite figlio di un Placido (vedi PLACIDO), in alcuni casi potrebbe anche trattarsi di una derivazione da toponimi come San Placido di Ussita nel maceratese. |
DI POPOLO | Cognome rarissimo che sembrerebbe specifico di Calabritto (AV), secondo alcuni deriverebbe dalla toponomastica, secondo altri si tratterebbe di un cognome attribuito nel 1800 a degli infanti projetti, cioè a dei trovatelli. |
DI POTO | Di Poto è specifico del salernitano, di Postiglione ed Altavilla Silentina, dovrebbe trattarsi di una forma patronimica, dove il Di- sta per il figlio di, riferito ad un capostipite, il cui padre si fosse chiamato con il nome longobardo Poto, ricordiamo con questo nome il nipote di Rè Desiderio e figlio di Adelchi: Poto. |
D'IPPOLITO | D'Ippolito è tipico del centrosud, con un grosso ceppo pugliese, soprattutto nel tarentino, uno altrettanto grosso romano, ed ha poi ceppi tra teatino e Molise, nel napoletano, tra cosentino e catanzarese ed in Sicilia, dovrebbe trattarsi di una forma patronimica riferendosi quindi alle famiglie dei figli di un Ippolito (vedi IPPOLITI). |
DI PRATO | Di Prato e tipico del teatino, di Chieti e di Ripa Teatina, dovrebbe derivare da nomi di località contenenti la radice Prato. |
DI PRETORO | Di Pretoro è specifico del teatino, di Guardiagrele in particolare, il cognome starebbe ad indicare la provenienza del capostipite dal paese di Pretoro (CH), il Di indicherebbe quindi il luogo d'origine della famiglia. |
DI PRIMA
DIPRIMA DI PRIMO DIPRIMO |
Di Prima è tipicamente siciliano, molto diffuso in tutta l'isola, dovrebbe trattarsi di una forma matronimica e riferirsi a capostipiti, la cui madre si fosse chiamata Prima, nome spesso attribuito, come Primo, alla prima nata o nato della famiglia, Di Primo, meno comune, è specifico di Adrano nel catanese, Diprima, estremamente raro, sempre siciliano, è più tipico di Sutera nel nisseno, Diprimo è praticamente unico. |
DI PRINZIO | Di Prinzio è specifico del teatino, di Guardiagrele in particolare, ma anche di Casoli, Pennapiedimonte, Chieti e Francavilla al Mare, potrebbe trattarsi di una forma patronimica dove il Di- sta per il figlio di, riferito ad un capostipite il cui padre si fosse chiamato con il nome tardo medioevale Prinzius. |
DI PRISCO | Tipico campano, del napoletano in particolare, deriva dal cognomen latino Priscus (vedi Prisco), tracce di questa cognominizzazione le troviamo ad esempio a Striano (NA) nella seconda metà del 1600 con Beatrice Di Prisco citata in un atto di battesimo dell'epoca. |
DI PROSSIMO | Di Prossimo è tipicamente siciliano, molto raro, sembrerebbe tipico dell'ennese, di Aidone e di Piazza Armerina, con un piccolo ceppo anche a Marino e Frascati nel romano, dovrebbe trattarsi di una forma patronimica, dove il prefisso Di- stia per il figlio di, riferito a capostipiti i cui padri si fossero chiamati con il nome medioevale Proximus, a sua volta derivato dal cognomen latino Proximus o Proxsimus. |
DI QUAL | Di Qual, assolutamente rarissimo, è tipico dell'udinese, di Rigolato, Tolmezzo ed Ovaro in particolare, dovrebbe derivare da una forma dialettale friulana del nome del paese di Qualso nell'udinese vicino a Tarcento, probabilmente il luogo di provenienza del capostipite. |
DIRANI | Dirani è tipico del ravennate, di Lugo, Ravenna e Bagnacavallo, potrebbe derivare dal nome turco Diran, ricordiamo che in epoca bizantina molti furono i cittadini anatolici trasferiti nel ravennate. |
DI RAUSO | Di Rauso è tipico del casertano, di Capua in particolare con buone
presenze anche a Curti e Santa Maria Capua Vetere.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi L'origine di questo cognome va ricercata nella toponomastica balcanica e, in particolar modo, nella Repubblica marinara di Ragusa, il cui territorio, ai giorni nostri, fa parte della moderna Croazia (per una spiegazione più approfondita, vedi Ragusa e Rausa). A questo proposito, per la precisone, va osservato che la pronuncia Rauso - con una variante in Raguso - riflette un arcaismo del toponimo Ragusa, capitale dell'omonima repubblica: nei documenti antichi, in effetti, il toponimo Ragusa è riportato anche nella forma Ragusium o Rausium, da cui poi l'adattamento con la -o finale nella trasposizione latino-italiano - in realtà, questo toponimo ha subito diversi mutamenti nel corso della storia, derivati tutti dall'originale Laus (dal greco laus, ovvero pietra, scoglio). |
DI RESTA | Di Resta ha un ceppo a Roma e Latina, probabilmente secondario al nucleo campano tipico di Sessa Aurunca nel casertano, dovrebbe derivare dal nome latino Restus, Resta (vedi RESTA). |
DIRETTORE
DIRETTORI |
Direttore è tipico del Napoletano, di Napoli, Frattamaggiore e Pozzuoli, Direttori, quasi unico, è presente solo nello spezzino, l'origine di questi cognomi sembrerebbe essere da un soprannome, originato dalla posizione del capostipite o da un suo atteggiamento. |
DI ROLLO | Di Rollo è tipicamente laziale, di Roccasecca e Castrocielo nel frusinate e di Roma, si dovrebbe trattare di una forma patronimica, dove il Di sta per il figlio di, riferito ad un padre del capostipite, che di nome faceva Rollo (vedi ROLL). |
DI RONCO | Di Ronco è tipico dell'udinese, di Paluzza in particolare, dovrebbe derivare dal nome di un paese come potrebbe essere stato Ronco in Trentino, Ronco all'Adige nel veronese o uno dei molti altri omonimi, probabilmente il luogo di provenienza del capostipite. |
DI RUOCCO | Di Ruocco è decisamente tipico del napoletano, di Gragnano, Sant`Antonio Abate, Castellammare di Stabia, Casola di Napoli, Torre del Greco, Santa Maria la Carità e di Futani e Scafati nel salernitano, si dovrebbe trattare di una forma patronimica dove Di sta per figlio di e si riferisce appunto alla famiglia di un figlio di uno di nome Ruocco, nome derivato da una variazione dialettale del nome medioevale Rochus o Rocchus di origine germanica (vedi ROCCHI). |
DI RUPO
RUPO |
Di Rupo, assolutamente rarissimo, sembrerebbe del pescarese, così come l'ancora più raro Rupo, Rupo è un paese del teramano, nei pressi di Putignano, si potrebbe ipotizzare che questi cognomi derivino dal fatto che il capostipite provenisse appunto da quella località. |
D'ISA | D'Isa è tipico del napoletano, di Caivano, Frattamaggiore, Napoli e Cardito, dovrebbe trattarsi di una forma patronimica riferita al nome arabo Isa probabilmente portato dal padre del capostipite, ricordiamo con questo nome il dotto letterato arabo del X° secolo Isa Ibn Hashim. |
DI SALVIA | Di Salvia è originario della provincia di Foggia, potrebbe derivare dal toponimo Salve (LE) o Salvia di Lucania, come potrebbe anche derivare dal nome medioevale Savia o dal nome latino Salvia (vedi SALVI). |
DI SALVIO
DI SALVO |
Di Salvio sembrerebbe specifico di Cava de` Tirreni nel salernitano, Di Salvo ha un grosso nucleo siciliano, ma presenta ceppi anche nel Lazio, in Molise, Campania, Puglia e Basilicata, potrebbero derivare da forme patronimiche (il Di sarebbe una forma contratta per figlio di) del nome medioevale Salvus o del nome latino Salvius (vedi SALVI). |
DI SARNO | Di Sarno è specifico del napoletano e del vicino casertano, deriva dal toponimo Sarno nel salernitano e la particella Di ne indica appunto la provenienza attribuita ai capostipiti. |
DISARO
DISARO' |
Disaro, quasi unico, è dovuto ad un'errata trascrizione di Disarò, che è tipicamente veneto, del padovano in particolare, di Padova, Tribano, Piazzola sul Brenta, Agna e Polverara, di Sommacampagna nel veronese e di Dolo nel veneziano, dovrebbe derivare dal nome del paese di Disarò, una frazione di Conselve nel padovano, probabile luogo d'origine dei capostipiti. |
DISCACCIATI | Discacciati è tipico di Rovellasca nel comasco, di Saronno nel varesotto e dell'area milanese, sembrerebbe si tratti di famiglie guelfe lucchesi, della fazione dei Quinzani, scacciate da Lucca agli inizi del 1300, una forma primitiva del cognome Scacciati (vedi SCACCIATI). |
DISCEPOLI
DISCEPOLO |
Discepoli ha un ceppo nell'anconetano, a Corinaldo, Senigallia, Ancona e Monterado, ed un ceppo ad Assisi nel perugino, Discepolo è invece campano, di Pontecagnano Faiano e Salerno nel salernitano, di Napoli e di Forino e Castelvetere sul Calore nell'avellinese, dovrebbero derivare dal termine latino discepolus, con il quale si identificava il praticante medico normalmente al seguito del medico vero e proprio, probabilmente indicando così il mestiere dei capostipiti. |
DI SCIULLO | Di Sciullo sembrerebbe tipico del teatino, di Pizzoferrato, Fallo e Fara San Martino, con un ceppo anche a Roma ed a Napoli, dovrebbe derivare dal nome del paese abruzzese di Sciullo , una frazione di Ateleta nell'aquilano ad una quindicina di chilometri da Pizzoferrato, probabilmente il luogo d'origine del capostipite. |
DI SERIO | Diffuso in Lazio, Campania e Puglia, potrebbe derivare dal cognomen latino Serius, di cui abbiamo un esempio d'uso in questo scritto d'epoca latina: "..Paulo post Simonidi nuntiatum est duos iuvenes ad ianuam stare eumque foras vocare, Statim surrexit Simonides domoque egressus est, sed neminem vidit, Eodem tempore triclinium, in quo paratae epulae erat, corruit omnesque oppressit ruinis, Serius compertum est duos iuvenes, qui poetam arcesserant, Castorem ac Pollucem fuisse. ..". |
DI SEVO | Di Sevo è tipicamente campano di Vallo della Lucania nel salernitano, potrebbe trattarsi di una forma patronimica riferita ad un capostipite il cui padre sichiamasse Sevo, nome originato dal soprannome e nome tardo latino Saevus (pronuncia sevus), con il signidicato di fiero, crudele, furioso, improbabile una derivazione dal nome di località laziali adiacenti al monte Pizzo di Sevo. |
D'ISIDORI
D'ISIDORO DISIDORO |
D'Isidori e Disidoro sono praticamente unici, D'Isidoro ha un ceppo abruzzese
a pescara, Silvi (TE), Chieti e Sant`Egidio alla Vibrata sempre nel teramano,
ed un ceppo a Sant`Antimo nel napoletano, dovrebbero derivare da una forma
patronimica del nome tardolatino Isidorus
portato ad esempio da Sanctus Isidorus Hispalensis
(~560 - 636) e starebbero perciò ad indicare le famiglie di figli
di Isidori o Isidoro..
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi L'origine di questi cognomi va ricercata nel nome antico o medievale Isidoro, l'italianizzazione cioè del personale greco Isidoros, col significato di dono di Iside (la Dea della Maternità e della Fertilità nella mitologia egiziana, venerata anche presso l'antica civiltà greco-romana). In conclusione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni dei nomi personali dei capostipiti. |
DI SIMONE | Ha un nucleo abruzzese ed uno siciliano con un ceppo anche nel napoletano, deriva dal nome Simone, tracce di questa cognominizzazione le troviamo nel 1300 a Viterbo con un certo Vannuzzo di Simone e a Spoleto con Giovanni di Simone, nel 1400 a Careggi (FI) si cita un certo Felice di Simone factore, nel 1500 troviamo Alfonso Di Simone Vescovo di Saluzzo. |
DI SISTO | Sembrerebbe originario della zona tra il Molise e la Campania, dovrebbe discendere dal praenomen latino Sextus, ma è possibile che qualcuno derivi da un toponimo come Sesto Campano (IS). |
DI SOMMA | Di Somma sembrerebbe tipicamente campano, del napoletano in particolare, ma con un ceppo anche nel tarentino ed uno nel genovese, dovrebbero derivare dal toponimo Somma Vesuviana (NA), ma è pure possibile che il Di, in alcuni casi non indichi l'origine geografica, ma sia invece una forma patronimica e si riferirebbe alloa a figli di un Somma (vedi SOMMA). |
DI SORBO | Di Sorbo è tipico dell'area casertano beneventana, di Caiazzo, Alvignano e Castel Campagnano nel casertano in particolare, dovrebbero derivare dal toponimo Sorbo (AV) il Di sarebbe quindi una particella di provenienza. |
DISPENSIERI | Dispensieri, assolutamente rarissimo, sembrerebbe panitaliano, con un ceppo certo in Sicilia, dovrebbero derivare dal fatto che i capostipiti facessero i dispensieri, cioè svolgessero il compito di contabile dispensatore di razioni civili o militari, nelle confraternite religiose il dispensiere o cellarius era l'incaricato alla gestione della dispensa dei viveri e delle candele, tenuto a tenere un registro di carico e scarico dei beni affidatigli. |
DISPERATI | Disperati è tipicamente toscano del pistoiese, di Buggiano, Pescia e Pieve a Nievole e di Buti nel pisano, con presenze anche a La Spezia, potrebbe derivare dal nome medioevale Disperatus, attribuito, con il senso di insperato, ad un figlio per la nascita del quale i genitori avessero perso ogni speranza. |
DISPINSERI
DISPINSIERI DISPINZERI DISPINZIERI |
Dispinseri, molto molto raro, è specifico di Naro nell'agrigentino, Dispinsieri, quasi unico, parrebbe del catanese, Dispinzeri, molto molto raro, sembrerebbe decisamente siciliano, in particolare di Troina nell'ennese, con piccoli ceppi anche a Camastra nell'agrigentino ed a Catania, Dispinzieri è un cognome molto raro di cui non si riesce ad individuare una zona di radicamento, anche se sembrerebbe anch'esso siciliano, dovrebbero derivare da alterazioni dialettali del termine dispensiere (il contabile dispensatore di razioni civili o militari), probabile incarico affidato ai capostipiti. |
DI SPIRIDIONE | Assolutamente rarissimo, forse di origini baresi, deriva dal nome bizantino Spiridione, si ricorda il santo vescovo Spiridione di Trimithonte, venerato soprattutto dalla chiesa ortodossa. |
DI STEFANI
DI STEFANO DISTEFANI DISTEFANO |
Di Stefani e Distefani, assolutamente rarissimi, sembrerebbero esclusivi del centro Italia, Di Stefano è estremamente diffuso in tutto il centrosud, Distefano è specifico della Sicilia sudorientale, derivano dal nome Stefano, la particella Di starebbe ad indicare quelli di, cioè la famiglia di un certo Stefano. |
DISTINZIERI | Cognome presente solo a Melegnano è dovuto quasi certamente ad un errore di trascrizione forse del precedente Dispinzieri. |
D'ITALIA
DITALIA |
D'Italia, molto molto raro, ha un piccolo ceppo tra avellinese e potentino ed uno ancora più piccolo nel modenese, Ditalia, ancora più raro, è tipico di Cerignola nel foggiano, si potrebbe trattare di forme matronimiche riferite a dei capostipiti, figli di una chiamata Italia. (vedi ITALIA) |
DI TANA
DI TANO DITANO |
Di Tana, assolutamente rarissimo, parrebbe abruzzese, Di Tano ha un piccolo ceppo abruzzese, uno nella zona che comprende il romano, il latinense ed il casertano, mentre il nucleo principale è pugliese, nel barese e, soprattutto, a Fasano nel brindisino, Ditano è anch'esso specifico di Fasano, con presenze significative ad Ostuni, sempre nel brindisino, ed a Monopoli e Locorotondo nel barese, si dovrebbe trattare di forme matronimiche o patronimiche originate dall'aferesi del nome Gaetana o Gaetano, probabili nomi dei o delle capostipiti. |
DI TEODORO
DITEODORO |
Di Teodoro è tipico del teramano e del pescarese, in particolare di Teramo e di Penne (PE), Diteodoro è praticamente unico, si tratta ovviamente di una forma patronimica che si riferisce a famiglie il cui capostipite aveva un padre che si chiamava Teodoro. |
DI TERLIZZI | Tipico del barese, deriva dal toponimo Terlizzi (BA). |
DI TRANI
DITRANI |
Di Trani è tipicamente pugliese, del barese ed in particolare di Andria, Canosa di Puglia e Spinazzola, con ceppi anche nel foggiano a San Ferdinando di Puglia, Margherita di Savoia, Foggia e Cerignola, Ditrani, molto molto raro, è specifico soprattutto del foggiano, di San Ferdinando di Puglia e Margherita di Savoia, indicano chiaramente un'origine dei capostipiti dal paese di Trani nel barese. |
DI TRAPANI | Di Trapani è sicuramente siciliano, sembrerebbe tipicamente palermitano, ma con ceppi anche ad Erice e Trapani nel trapanese, a Vittoria (RG) ed a Santa Elisabetta (AG), dovrebbe derivare dall'essere il capostipite un figlio di un Trapani, cognome ben diffuso in Sicilia. |
D'ITRI
ITRI |
D'Itri ha un ceppo a Frosinone ed a Roma, ed uno molto piccolo a Macchiagodena nell'iserniese, Itri ha un ceppo a Roma e Ciampino nel romano ed a Roccasecca nel frusinate, uno in Campania a Cicciano nel napoletano, a Baia e Latina nel casertano ed a Casal Velino nel salernitano, ed un piccolo ceppo a Reggio Calabria, dovrebbero derivare dal nome del paese di Itri nel latinense. |
DI TRIA | La zona di origine dovrebbe essere quella compresa tra la provincia di Bari e la Basilicata, potrebbe discendere da una contrazione dialettale del toponimo Tricarico (MT). |
DI TROIA | Di Troia ha un piccolo ceppo ad Atina nel frusinate, uno ad Altavilla Irpina nell'avellinese ed uno a San Ferdinando di Puglia nel barese, dovrebbe stare ad indicare la provenienza dei capostipiti dalla città di Troia nel foggiano. |
DI TROILO
DI TROLIO TROILO TROLIO |
Di Troilo, assolutamente rarissimo, è del barese, Di Trolio è
specifico di Calabritto (AV), Troilo è tipico della fascia centromeridionale
che comprende Abruzzi, Puglia, Campania e Basilicata, ha un nucleo abruzzese
nel chietino tra Archi e Gessopalena ed uno pugliese nel barese tra Putignano
e Bisceglie, Trolio, molto raro, ha un ceppo nel Molise ed uno nel materano,
derivano dal nome troiano Troilo ricordiamo
che questo era il nome di uno dei figli di Priamo il re di Troia padre
di Ettore ed Enea: "...Hector et Troilus
exercitum educunt cum Aenea. Contra Agamemnon, Menelaus, Achilles, et Diomedes
occurrunt. Fit magna caedes..".
integrazioni fornite da Fabio Paolucci Di Trolio è un patronimico, variante del più diffuso Troilo, divenuto Trolio per metàtesi, ovvero in seguito allo spostamento del suono i all'interno della parola. Troilo è diffuso maggiormente in Abruzzo sud-orientale ed in Puglia, con massima concentrazione nella provincia di Chieti e nel barese; Di Troilo, molto raro, è registrato in Puglia e nel Lazio; Trolio e Di Trolio sono due varianti specifiche rispettivamente dei comuni di Castelmauro (CB) e Battipaglia (SA). Essendo il comune di Battipaglia di recente fondazione, si ipotizza per Di Trolio una origine non lontana nel tempo causata da errata trascrizione anagrafica per mancata comprensione del più diffuso Troilo, cognome proveniente, come precedentemente sostenuto, dalla vicina Puglia. Etimologicamente Troilo, Di Troilo, Trolio e Di Trolio sono originati dalla cognominizzazione in senso patronimico del nome di persona di origine greca Troilo, ben conosciuto nella mitologia per essere il nome di un figlio del re troiano Priamo. |
DITTA | Ditta è specifico della Sicilia occidentale, di Mazara del Vallo, Partanna, Trapani, Erice, Vita, Santa Ninfa, Campobello di Mazara e Castelvetrano nel trapanese e di Palermo ed Alia nel palermitano, oltre alla semplicistica ipotesi che possa derivare da una forma aferetica del nome Giuditta, si può forse prendere in considerazione un collegamento con un'alterazione del nome semita Dothan. |
DI TUCCIO | Di Tuccio ha un ceppo a Napoli, Casalnuovo di Napoli e Cercola nel napoletano, uno a Melfi nel potentino ed uno a Carapelle, Rocchetta Sant'Antonio, Cerignola e Foggia nel foggiano, si dovrebbe trattare di una forma patronimica dove il Di sta per figlio di riferito ad un capostipite, il cui padre si chiamasse Tuccio (vedi TUCCI). |
DI TULLIO | Tipico della fascia adriatica dell'Italia centro meridionale, Abruzzi, Molise ed alta Puglia, con ceppi secondari nel napoletano e nel Lazio, deriva dal cognomen latino Tullius. |
DI VAIO | Di Vaio è tipico di Napoli e del napoletano, di Marano di Napoli, Mugnano di Napoli, Arzano e Giugliano in Campania, si potrebbe trattare di una forma patronimica che intende che i capostipiti erano figli di un Vaio (vedi VAI). |
DI VAL | Di Val, molto molto raro, è sicuramente friulano, potrebbe stare ad indicare la provenienza dei capostipiti dal paese di Val nel bellunese o di Val nel trevisano. |
DI VALENTIN
DI VALENTINI DI VALENTINO |
Di Valentin, molto molto raro, è tipicamente friulano, sembrerebbe specifico di Arba nel pordenonese, di valentini è quasi unico, sembrerebbe del romano, Di Valentino ha un ceppo a Roma ed uno in Abruzzo a Montorio al Vomano nel teramano ed a Tocco de Casauria nel pescarese, si dovrebbe trattare, per tutti questi cognomi, di una forma patronimica dove il Di- sta per il figlio di, riferito ad un capostipite il cui padre si chiamasse Valentino. |
DIVERIO | Assolutamente rarissimo, sembrerebbe piemontese, originario della Val d'Ossola.
integrazioni fornite da Adriano Diverio - Brasile Cognome originario della Valle Divedro in Piemonte; valle che prende il nome dal fiume Diveria attraverso la forma dialettale Val Dvèr (valle del Diveria) fu chiamata Divedro, Dovedro, in epoca romana questa valle era chiamata "Vallis Vetus" (Valle Vecchia), da cui forse deriva il termine dialettale Dvèr. Diverio che veniva in passato riconosciuto come casato nobile, è un cognome raro, poco diffuso anche in Piemonte. |
DI VIA | Di Via sembrerebbe tipicamente siciliano, di Trapani e del trapanese, di Erice e Paceco, circa l'origine di questo cognome non esistono ipotesi, si potrebbe supporre potesse trattarsi di un cognome attribuito in epoca borbonica ad un trovatello. |
DI VICINO | Specifico del napoletano, potrebbe essere originato da un soprannome dovuto all'abitare in un vicus (villaggio) da cui il tardo latino vicinus (abitante del vicus), come potrebbe invece derivare da un diminutivo del nome medioevale Vico. |
DI VINCENZI
DI VINCENZO |
Di Vincenzi, estremamente raro, sembrerebbe laziale, Di Vincenzo ha un nucleo nell'Italia centrale, Lazio, Abruzzo e Molise, ceppi nel napoletano, nel barese ed in Sicilia, deriva dal cognomen latino Vincentius. (vedi Vincenza). |
DI VITA
DI VITO DIVITO |
Assolutamente siciliano Di Vita, dovrebbe derivare dal toponimo Vita (TP), Di Vito è tipico della fascia centrale compresa tra il Lazio, gli Abruzzi, il Molise, la Campania e la provincia di Foggia, Divito ha un ceppo a Cerignola (FG) ed uno a Brienza (PZ), dovrebbero derivare dal cognomen latino Vitus o da una contrazione del nomen latino Vitellius e starebbero ad indicare le famiglie di figli di un Vitus o di un Vitellius, o di una Vita. |
DI VITTORIO | Si individuano tre probabili ceppi, uno in provincia di Bari, uno in quella di Palermo ed uno negli Abruzzi, deriva dal nome Vittorio, ma alcuni potrebbero discendere da variazioni del toponimo Vittorito (AQ) o Vittoria (RG). |
DIXIT
DIXIT DOMINUS |
Sia Dixit, che sembrerebbe unico, che Dixit Dominus che ha solo qualche ridottissima presenza, dovrebbero essere dei cognomi attribuiti a dei trovatelli, la formula latina dixit Dominus (lo ha detto il Signore) starebbe per così era scritto nel libro del fato, questo è il tuo destino. |
DI ZANUTTO | Di Zanutto, assolutamente rarissimo, è specifico dell'udinese, dovrebbe trattarsi di una forma patronimica, dove il prefisso Di- stia per il figlio di, riferito ad un capostipite, il cui padre si fosse chiamato Giovannino, in friulano Zanutto (vedi ZANUT). |
D'IZZIA
DIZZIA IZZIA |
D'Izzia è tipicamente siciliano, sembrerebbe di Vittoria nel ragusano, con un ceppo anche a Gela nel nisseno, Dizzia, quasi unico, è sempre del ragusano e dovrebbe essere dovuto ad un errore di trascrizione del precedente, Izzia invece è specifico di Gela nel nisseno, dovrebbe derivare da contrazioni derivate dal nome germanico Ishard, composto dai termini is o isan (ferro) con l'aggiunta di hard (duro), con il significato di duro come il ferro, latinizzato in Izardus, nome probabilmente portato dal padre del capostipite, ed il D' starebbe allora per figlio di, o dallo stesso capostipite; esiste anche l'ipotesi che in alcuni casi possano derivare da nomi di località individuati dalla presenza di alberi di quercia (izza) o dalla lumaca (izzu) in siciliano. |
DOCIMO | Docimo ha un ceppo campano ad Aversa (CE) ed uno calabrese nel cosentino a Rose ed a Luzzi, dovrebbe derivare dal nomen latino Docimus, di cui abbiamo un esempio nella seconda Oratione di Cicerone Contra Verrem: "...Transactum putabant Herbitenses, cum iste, 'Quid? de hordeo,' inquit, 'et de Docimo, amiculo meo, quid cogitatis?' ..:". |
DODDO | Doddo ha un ceppo sardo in particolare a Torpè nel nuorese, con piccoli ceppi a Budoni in Gallura ed a Sassari, ed un ceppo siciliano a Milazzo nel messinese, dovrebbero derivare da una forma aferetica ipocoristica del nome Salvatore. |
DODERA
DODERO |
Dodera, quasi unico, è del savonese, Dodero invece è tipico genovese, dovrebbe derivare da una modificazione del nome medioevale Todero. (vedi Todaro). |
DOE
DUE |
Sia Doe che Due sono quasi unici, dovrebbero derivare dal fatto che il capostipite fosse il secondo figlio di una famiglia, o fosse nato da un parto gemellare. |
DOGLIA | Doglia, molto molto raro, ha un piccolissimo ceppo nel triestino ed uno a grottaferrata nel romano, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine arcaico doglia o doglio (vaso nel quale gli antichi Romani conservavano liquidi come olii e vini, ma anche grano e legumi), forse ad indicare che il capostipite ne fosse un produttore. |
DOGLIANI | Dogliani è molto diffuso nel piemonte occidentale, nel cuneese in particolare, soprattutto a Narzole, Fossano, Cherasco, Bra, Cuneo e Magliano Alpi, dovrebbe derivare dal nome del paese di Dogliani nel cuneese, probabile luogo d'origine dei capostipiti. |
DOGLIO | Doglio è tipicamente piemontese di Busano, Torino e Front nel torinese, di Asti e di Alessandria, con un piccolo ceppo anche a Genova, dovrebbe derivare dal nome del paese di Doglio nel cuneese, probabile luogo d'origine delle famiglie, ma potrebbe anche derivare dal fatto che i capostipiti producessero vasi (vedi DOGLIA). |
DOGNINI | Tipico lombardo, specifico della provincie di Bergamo, Milano e Cremona, potrebbe derivare da toponimi come Codogno (LO) o Bordogna (BG). |
DOI
DUI |
Entrambi sardi Doi ha un ceppo a Santadi nell'iglesiente ed uno a Desulo nel nuorese, Dui è tipico di Nuoro e del nuorese, di Lula ed Oliena, dovrebbero derivare da termini in lingua sarda come doi, dui (due), forse ad indicare il secondo figlio di una famiglia, o capostipiti nati da parti gemellari. |
DOLABELLA
DOLABELLI |
Dolabella, estremamente raro, sembrerebbe specifico di Napoli e Caserta, Dolabelli è praticamente unico, dovrebbero derivare dal cognomen latino Dolabella, ricordiamo con questo nome il patrizio romano Publio Cornelio Dolabella, genero di Cicerone, del quale esistono varie epistole a lui dirette, ed amico e alleato di Giulio Cesare, riportiamo un brano dalla prima Filippica di Cicerone: ".. Liberatus periculo caedis paucis post diebus senatus; uncus impactus est fugitivo illi, qui in Mari nomen invaserat. Atque haec omnia communiter cum collega; alia porro propria Dolabellae, quae, nisi collega afuisset, credo iis futura fuisse communia. Nam cum serperet in urbe infinitum malum idque manaret in dies latius idemque bustum in foro facerent, qui illam insepultam sepulturam effecerat, et cotidie magis magisque perditi homines cum sui similibus servis tectis ac templis urbis minitarentur, talis animadversio fuit Dolabellae cum in audacis sceleratosque servos, tum in impuros et nefarios liberos, talisque eversio illius exsecratae columnae, ut mihi mirum videatur tum valde reliquum tempus ab illo uno die dissensisse. ..". |
DOLAZZA
DOLAZZI |
Dolazza, molto molto raro, sembrerebbe settentrionale, forse dell'area bergamasca, Dolazzi dovrebbe essere unico, probabilmente è il frutto di un'errata trascrizione del precedente, che potrebbe derivare da un soprannome basato sul termine dialettale lombardo arcaico dolassa, o dolazza, un strumento da falegname, una specie di sgorbia, usato per le sgrossature degli incavi per le serrature negli infissi, soprannome probabilmente riferito appunto a capostipiti che facessero di mestiere i falegnami. |
DOLCEMASCHIO
DOLCEMASCOLO DOLCIMASCOLO |
Dolcemaschio è assolutamente rarissimo, Dolcemascolo ha un ceppo
a Palermo e Lercara Friddi ed uno a San Cataldo nel nisseno, ha presenze
significative anche a Roma e nel latinense, Dolcimascolo è tipico
del palermitano, di Lercara Friddi, e Palermo.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi L'origine di questi cognomi va ricercata nel nome medievale Dolcemascolo, che, assieme alle varianti Dolcimascolo e Dolcemaschio, assume un valore d'affetto nei confronti del figlio (vedi Bonfigli e Carofiglio). In conclusione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni dei nomi personali dei capostipiti. |
DOLCE
DOLCET DOLCETTA DOLCETTI DOLCETTO DOLCI DOLCIOTTI |
Dolce è panitaliano, con massima diffusione nel meridione, Dolcet,
molto molto raro, è del pordenonese, di Cordenons in particolare,
Dolcetta, molto raro, sicuramente veneto, ha un ceppo nel vicentino ed
uno nel veneziano, Dolcetti ha un ceppo nel bresciano, uno nel veneziano,
uno nel ferrarese ed uno romano, Dolcetto, molto raro, ha un ceppo tra
rovigoto e ferrarese, Dolci è molto diffuso in tutto il centronord,
Dolciotti, abbastanza raro, ha un ceppo nel varesotto, uno tra anconetano
e maceratese ed uno a Roma.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi L'origine di questi cognomi va ricercata nel nome medievale Dolce, che, nell'onomastica arcaica, assume un valore d'affetto nei confronti del figlio (vedi Dolcemaschio e Tenerelli). Dal punto di vista storico, tracce di questo nome si hanno già nella Siena del '200, con un certo Dolcetto procuratore e vescovo di Siena. In conclusione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni dei nomi personali dei capostipiti, anche se, in alcuni casi, non è esclusa una derivazione da soprannomi ad essi attribuiti. |
DOLCIANI
DOLZANI |
Dolciani è quasi unico, Dolzani ha un ceppo trentino, a Flavon e Trento, ed uno emiliano, a Ferrara e Bologna, potrebbero derivare dall'italianizzazione del nome del paese tedesco di Dölzschen, forse il luogo d'origine dei capostipiti, ma molto più probabilmente derivano dal nome latino Dolcianus, portato ad esempio da Josephus Dolcianus un centurione romano preposto alla guardia della Croce di Cristo. |
DOLCINI
DOLCINO |
Dolcini presenta più ceppi, uno nell'area delle provincie di Milano, Lodi e Pavia, uno nell'area bresciana, uno nel ravennate e forlivese, uno nell'anconetano, Dolcino invece è specifico dell'area alessandrino, genovese, potrebbero derivare dal cognomen latino Docilinus, ma è pure possibile possano derivare da una forma ipocoristica del nome Dolce (vedi DOLCE). |
DOLDI
DOLDO |
Doldi è tipicamente lombardo, di Crema in particolarma ben presente anche ad Offanengo e Camisano, Doldo invece è specifico di Cardeto nel reggino, dovrebbe trattarsi di forme aferetiche di nomi come Tedoldo o Gundoldo (vedi TEDALDI). |
DOLFI
DOLFO |
Dolfi è tipico della zona che comprende le province di Firenze, Pistoia, Pisa e Lucca, Dolfo decisamente più raro sembrerebbe specifico della provincia di Pordenone, dovrebbero derivare dal nome medioevale Dolfus aferesi di nomi come Adolfo, Rodolfo, Gandolfo, Landolfo, ecc. Dell'uso di questa cognominizzazione abbiamo tracce ad esempio ne Le Vite de' più eccellenti Architetti, Pittori, et Scultori italiani, da Cimabue insino a'tempi nostri di Giorgio Vasari, dove si può leggere: "...L'anno poi 1327, essendo Guido Tarlati da Pietramala, vescovo e signore d'Arezzo, morto a Massa di Mare ' a nel tornare da Lucca, dove era stato a visitare l'imperadore; poichè fu portato in Arezzo il suo corpo, e lì ebbe avuta l'onoranza del mortorio onoratissima; deliberarono Piero Saccone e Dolfo da Pietramala, fratello del vescovo,...". |
DOLFINI
DOLFINO |
Dolfini è tipico lombardo, Dolfino, quasi unico, sembrerebbe ligure, dovrebbero derivare dall'aferesi di diminutivi come Landolfino, Rodolfino, ecc., ma secondo un'altra ipotesi deriverebbe dal termine dolphinus (delfino), che rappresenta l'emblema del casato. Esempio di questo uso si trova in Engadina a Poschiavo, in un libro del 1513 si può leggere: "..etiam olim Trahonae in Volturena Raetorum Canorum nomine praetorem egit. Landolphorum etiam fuit Dolphinus vel Rudolphinus Landolphus typographus...", mentre esempio di questa cognominizzazione si ha con il Vescovo di Bergamo Paolo Dolfino citato in una lapide commemorativa: "JOAN. PAULUS DOLFINUS - EPISC. BERGOM. - AEDEM CUM ARA MAXIMA - IIII NON. OCI. AN. MDCCLXXVIII - RITE CONSECRAVIT - SOLLEMNIBUS ANNIVERSARIIS DEDICATIONIS - IN DIEM XIII KAL. NOV. INDICTIS". |
DOLINI
DOLINO |
Dolini è quasi unico, Dolino, molto molto raro, ha un piccolissimo ceppo nel torinese, ed uno, sempre piccolissimo, a Pesaro, dovrebbero derivare dal nome medioevale Dolinus, forma contratta del nome medioevale germanico Dodolenus, un esempio dell'uso di questo nome lo abbiamo nell'anno 950 circa con Dolinus d'Apremont. |
DOLMEN | Dolmen è specifico di Vigo di Cadore nel bellunese, dovrebbe derivare dal vocabolo tedesco dolmen (tradurre), forse ad indicare nel capostipite un interprete. |
DOLMETA
DOLMETTA |
Assolutamente rarissimi, tipici della provincia di Imperia.
integrazioni fornite da Angelo Dolmetta il cognome è originario della provincia di Imperia e già noto nel 1500, un Dolmetta di Porto Maurizio infatti era stato catturato dai pirati saraceni che a quel tempo infestavano il mar ligure , poi riscattato da un commerciante ligure in qulche porto dell'Africa sul mediterraneo; si dice che derivi da Ulmeta l'antico nome di Ormea città della provincia di Cuneo, trasformato prima del 1500 in Dulmeta , Dolmeta e poi in Dolmetta, esiste anche il cognome Dolmeta dovuto ad un errore di trascrizione. |
DOMANICO | Domanico è tipicamente calabrese del cosentino, dovrebbe derivare dal toponimo Domanico (CS). |
DOMARD | Molto molto raro Domard dovrebbe essere di origini fracesi e deirvare dal nome medioevale franco Domard, ricordiamo Saint Domard, un monaco seguace di San Marcolfo, morto e sepolto assieme a lui in una cappella della cattedrale di Notre Dame a Mantes cittadina ad una cinquantina di chilometri da Parigi. |
DOMENEGHINI | Molto molto raro è tipico della Lombardia orientale, deriva da modificazioni dialettali del termine tardo latino dominicus (contadino), tracce di questa cognominizzazione le troviamo nel bergamasco almeno dalla seconda metà del 1500 con un certo Sallustio Domeneghini di Malegno (BS) citato come docente di scienze matematiche della Scuola di Vilminore di Scalve (BG). |
DOMENICA | Cognome rarissimo, sembrerebbe siciliano, della zona di Caltagirone (CT), dovrebbe derivare dal fatto di essere nato il capostipite nel giorno di domenica. |
DOMENICALI | Domenicali è tipico dell'area che comprende il bolognese, il ferrarese
ed il ravennate.
integrazioni fornite da Enrico Saviozzi Cognome romagnolo che parrebbe derivare dal nome del giorno della settimana. Il Lanzoni narra che i primi membri giunsero al seguito di Teodorico re degli Ostrogoti nel V° secolo. Nella comunità gota, altamente militarizzata, ogni scaglione si fermava un diverso giorno della settimana (Sabattini, Domenicali o Domenichelli, ecc.). estratto dal libro del Dr. Lanzoni detto Billo Sassoleone nella storia e nella cronaca - Santerno edizioni - Imola - 1977 "(.) Qui, cioè durante il periodo delle invasioni barbariche, accadde il primo fatto storico, documentato dalla toponomastica: Cà ed Dmanghèll, Cà Domenicali. La storia che ha il merito di farci credere vere tante panzane, il surrogato potremmo dire, di quanto successe; la storia, dico, a questo punto ci fa osservare che le tribù danubiane (ma non solo quelle), spariti i soldati romani, si mossero dalle loro contrade in cerca di uno "spazio vitale" e di facili vettovagliamenti. Trovato sguarnito il Forum Julii, il Friuli, baluardo strategico puntato verso il Nord, si gettarono sulla pianura padana con un' organizzazione che sembra spregiudicata, invece fa capire che i loro capi erano personaggi molto intelligenti e che godevano di un forte ascendente. La tribù partiva in massa: davanti i giovani armati, atti al combattimento; seguivano i cariaggi con vestiario, utensili di cucina, vecchi, donne e bambini. All'insegna di "o la va o la spacca". Ovviamente i soldati non avevano solo l'attrattiva della conquista, della preda, ma anche il dovere di difendere la casa mobile, la famiglia. I combattenti erano divisi in sette scaglioni; un giorno di riposo alla settimana, ed il riposo veniva trascorso nella retrovia, ognuno in mezzo ai suoi. Gli scaglioni avevano un nome che corrispondeva al giorno di riposo. E così ci incontriamo ancora oggi in cognomi come Lunedei, Venieri, Sabbatani (Sabbatini, Sabbatoni), Domenicali (Domeniconi, Domenichini). (.) I Domenicali (fu diserzione? smarriti nell'inseguir selvaggina? un falso miraggio di preda? avventura pura e semplice?) trovarono nella conca Nord-Est del Monte (si tratta del Monte di Sassoleone, n.d.r.), un habitat congeniale e si fermarono. (.)". |
DOMENICANTONIO | Domenicantonio, molto molto raro, è specifico del romano, dovrebbe derivare da un capostipite che portasse il nome doppio composto dai nomi Domenico ed Antonio. |
DOMENICHINI
DOMENICI DOMENICO DOMENICUCCI |
Domenichini è diffuso in tutto il centronord, in particolare in Emilia e Romagna, Domenici ha un nucleo nella Toscana sudoccidentale ed uno nelle province di Roma e Rieti, Domenico, assolutamente rarissimo potrebbe essere campano, Domenicucci parrebbe tipico di Pesaro, derivano, direttamente o attraverso ipocoristici, dal nome medioevale Domenicus a sua volta derivato dal latino dominicus (servo di Dio) nome di cui abbiamo un esempio nel Codice Diplomatico della Lombardia Medioevale, in un atto del 23 ottobre 1193 scritto in Pavia.: "...eo modo ut de cetero suprascriptus Domenicus et eius heredes et cui dederint, preter ecclesie, hospitali, capitaneo et valvassori, habeant et teneant suprascriptam terram...". |
DOMENIS | Specifico di Pulfero (UD), deriva da una modificazione dialettale del nome Domenico, una frazione di Rodda di Pulfero si chiama Domenis proprio per la concentrazione di cittadini con questo cognome, ma è pure possibile che qualche cognome derivi dal toponimo. |
DOMICOLI
DOMICOLO |
Domicoli, estremamente raro, è tipico di Gela (CL), Domicolo ancora più raro è specifico della vicina Vittoria (RG), derivano da soprannomi originati dal termine tardo latino domicolus con il senso di piccola domus (casa) o di persona di servizio. |
DOMINA | Domina è tipicamente siciliano, con un ceppo a Gangi, Palermo, Cefalù e Castellana Sicula nel palermitano, uno a Nicosia nell'ennese, a Mazzarino nel nisseno a Mesina ed a Catania, dovrebbe derivare dal termine latino domina (signora, padrona di casa) e trattarsi probabilmente di un matronimico. |
DOMINICI
DOMINICIS |
Dominici è diffuso in tutto il centro nord ed in Sicilia, con area prevalente nella fascia che comprende Romagna, Marche, Toscana, Umbria e Lazio, Dominicis è specifico di Monte Compatri (RM) e della stessa Roma, derivano dal cognomen latino Dominicus o dal nome Domenico dato a chi era nato di domenica o da soprannomi relativi alla funzione di dominici (servitori del dominus = signore). |
DOMINIANNI
DOMINIIANNI DOMINIJANNI DOMINIYANNI DONNIAN DONNIANNI |
Dominianni è specifico di Catanzaro e, sempre nel catanzarese, di
Sant`Andrea Apostolo dello Ionio e di Isca sullo Ionio, Dominiianni, praticamente unico, è una forma recente, dovuta ad
un'errata trascrizione anagrafica, di Dominijanni, che ha un ceppo romano
ed uno nel catanzarese, in particolare a Sant`Andrea Apostolo dello Ionio
e Soverato, Dominiyanni ha un'unica presenza a Cagliari, Donnian, quasi unico, parrebbe avere sparute presenze in Liguria
ed in Campania, Donnianni, estremamente raro, è campano, tutti questi
cognomi derivano dal genitivo patronimico di Dominus Janni (Signor
Giovanni), che è probabilmente il modo in cui veniva
chiamato il padre del capostipite; l'uso dell'attributo Dominus in epoca
medioevale e rinascimentale è comune in tutt'Italia, quando ci si
rivolgesse o si indicasse un personaggio di rilievo, come poteva essere
un amministratore, un medico, un avvocato, ma anche un mugnaio, un barbiere, un fabbro,
o un maestro muratore, in una sentenza del 1172 leggiamo: "..Donadinus
de Belax iurato dixit: "Ego eram in curia abbatis Sancti Ambrosii de Lemonta,
ubi erant dominus
Miro et Iohannes
de Besozo et Petrus Caudavaga et Dominicus Cagalardo et Vivianus Mazaincollo,
gastaldiones predicti abbatis..", a Firenze in una scrittura con
la quale si autorizza l'affitto di un'abitazione si legge: "..Item
deliberaverunt quod provisor Opere teneatur locare domino
Iohanni de Eugubio domum in qua dictus dominus
Iohannes habitat ad pensionem pro uno anno
proxime futuro initiando die primo novembris proxime futuri 1430 pro pretio
florenorum auri triginta ad omnem requisitionem dicti domini
Iohannis cum pactis, promissionibus, obligationibus,
renumptiationibus et precepto guarantigie et aliis in similibus contractibus
apponi consuetis..", ad esempio tra i laureati dell'Università
di Parma nel XVI° secolo troviamo il medico: "..Dominus
Johannes Cassia in artibus et medicina 1579
die 16 Februarii..".
ipotesi proposta da Vincenzo Dominijanni Dominijanni (la J si legge come in Juve o Jonio) è un cognome composto da un doppio genitivo, quindi, equivale a "Domini" "Joannes" (col genitivo "Janni" in luogo di "Joannes"). Significa: Giovanni del Signore. Fu tradotto in latino dal cognome originale di lingua greca poiché "Sant'Andrea Apostolo dello Jonio", paese in provincia di Catanzaro in cui il cognome Dominijanni origina, fu fondato da una Comunità di Monaci provenienti dalla Grecia. Nel dialetto di Sant'Andrea si ritrovano ancora molte altre parole di origine greca. |
DOMINIONI | Dominioni ha un ceppo lombardo, in particolare a Lonate Caccivio, Como ed Oltona di San Mamette nel comasco, con presenze significative anche a Milano, ed un ceppo molto piccolo nel Lazio, dovrebbe derivare da Dominus Jonni (Signor Giovanni), come veniva probabilmente chiamato il capostipite, evidentemente molto considerato presso la sua comunità. |
DOMIZI
DOMIZIA DOMIZIO |
Domizia sembrerebbe unico, è probabilmente laziale, Domizi è tipico dell'Italia centrale, in particolare delle province di Macerata, Terni e Roma, Domizio, tipico del napoletano, ha un piccolo ceppo nell'anconetano ed uno nel pescarese, questi cognomi dovrebbero derivare dal nome della Gens plebea romana Domitia o direttamente dal suo nome gentilizio Domitius. |
DOMIZIANA
DOMIZIANI DOMIZIANO |
Domiziana, quasi unico, parrebbe campano, Domiziani sembrerebbe decisamente umbro, tipico di Terni e di Gualdo Cattaneo nel perugino, Domiziano è assolutamente rarissimo e sembrerebbe meridionale, tutti questi cognomi dovrebbero derivare dal cognomen romano Domitianus, spesso derivano anche dal fatto di essere stati i capostipiti liberti della Gens Domitia o di essere originari di aree di proprietà di personaggi della stessa Gens. |
DOMMARCO | Dommarco, estremamente raro, è campano, con un piccolissimo ceppo nel napoletano ed uno nel potentino, dovrebbe derivare da Dominus Marcus (Signor Marco), che è probabilmente il modo in cui veniva chiamato il capostipite, troviamo tracce di questa nobile famiglia nel 1500, nella seconda metà del secolo una Silvia Dammarco sposa Andrea Coppola Real Capitano (Governatore) della città di Angri nel salernitano. |
DON | Don ha un ceppo bresciano a Salò, Vobarno e Roè Volciano, uno nel padovano e nel veneziano ed uno a Manzano (UD) e nell'udinese, dovrebbe derivare dal toponimo trentino Don, ma potrebbe anche trattarsi di una forma dialettale del nome medioevale Donus (vedi DONI), o, anche se improbabile, di una forma tronca del nome Donato. |
DONA
DONA' |
Donà è tipicamente veneto, molto diffuso in tutte le province venete e nel Trentino, presente anche in modo significativo in provincia di Latina, probabilmente a seguito dell'emigrazione in epoca fascista mirante alla bonifica delle aree paludose delle paludi pontine con la creazione dal nulla di città come Littoria, l'attuale Latina e Sabaudia, Dona,molto più raro, presente soprattutto nel padovano, con un piccolo ceppo a Grottole (MT) è probabilmente spesso dovuto ad errori di trascrizione, dovrebbero comunque entrambi derivare da forme dialettali contratte del nome Donato o Donadeus. |
DONADEI
DONADEO DONADIO |
Donadei è molto raro, ha un ceppo certo nel Salento e probabilmente altri ormai pressocchè estinti, Donadeo, sempre molto raro, oltre al ceppo salentino, ne ha anche uno nel napoletano, Donadio è molto diffuso dal Lazio al cosentino, comprendendo il napoletano e salernitano e la Basilicata, derivano dal nome gratulatorio medioevale cristiano Donadeus di cui abbiamo un esempio nel Codice Diplomatico della Lombardia medievale, dove, all'anno 1189, in un atto di vendita scritto in Pavia, leggiamo: "...In burgo Papie. Donadeus Cavalerius et Petracius eius filius , qui professi sunt vivere lege Longobardorum, ipso Donadeo eidem filio suo consenciente, vendiderunt Henrico filio quondam Appiani Tornatoris ..:". Tracce di questa cognominizzazione le troviamo in Umbria a Narni (TR) nel 1200: "...Eodem die in domo Episcopali coram Rainaldo Donadei, et Nicolao de Cese, Bonacursus Manfredutij promisit, dedit, concessit, et tradidit ipsi ..:". |
DONADEL
DONADELLI DONADELLO DONADI DONADINI DONADO DONADON DONADONA DONADONI DONADONO DONADU DONATELLA DONATELLI DONATELLO DONATI DONATIELLO DONATINI DONATO DONATONE DONATONI DONATUCCI |
Donadel ha un grosso ceppo veneto nel trevisano e veneziano, con ceppi
anche nel bellunese, pordenonese e padovano, presenta inoltre un ceppo
friulano nel goriziano e triestino ed uno nel carrarese, Donadelli è
diffuso al nord, con la presenza di più nuclei, nell'area delle
provincie di Reggio Emilia e Modena, di Milano, Bergamo e Lodi, di Vicenza
e forse anche nelle Venezie, Donadello è assolutamente veneto, soprattutto
del vicentino e del padovano, Donadi, comunque veneto, è del trevisano,
di Treviso, Oderzo, Ponte di Piave, Salgareda, Breda di Piave e San Polo
di Piave, Donadini, decisamente meno diffuso, è anch'esso dell'area
trevigiana con presenze anche nel veneziano, Donado, quasi unico, è
probabilmente una forma tronca di Donadon, che è anch'esso veneto
dell'area trevisano, veneziana, con presenza anche nel bellunese e pordenonese,
Donadona, molto molto raro, è del napoletano, Donadoni parrebbe
di origine bergamasca, Donadono è specifico di Napoli, Donadu, rarissimo,
è del sassarese, Donatella, molto molto raro, sembrerebbe panitaliano,
Donatelli ha un nucleo nel veronese, uno in Umbria, uno molto importante
abruzzese e almeno due nelle Puglie, Donatello, molto raro, ha un ceppo
veneto tra veronese, vicentino e padovano, ed uno nel salernitano, Donati
è enormemente diffuso in tutto il centro nord, Donatiello è
molto diffuso in Campania, in particolare nel casertano, beneventano e
soprattutto avellinese, con un piccolo ceppo nel potentino ed uno rilevante
tra brindisino e tarantino, Donatini ha un ceppo nell'area di confine tra
Lombardia, Trentino e Veneto, e un nucleo nell'areale descritto dalle provincie
di Ravenna, Bologna, Firenze, Prato, Pistoia e Lucca, Donato è uniformemente
distribuito in tutt'Italia, Donatone ha un ceppo romano, uno in provincia
di Cambobasso a Trivento ed a Campobasso stessa, ed un ceppo a Gioia Del
Colle e Bari nel barese, Donatoni sembra tipico del veronese, di Sant`Ambrogio
di Valpolicella, Pescantina e San Pietro in Cariano, Donatucci, abbastanza
raro, sembrerebbe specifico dell'area abruzzese, molisana, del pescarese,
teatino ed iserniese. Questi cognomi possono derivare, direttamente o attraverso
forme ipocoristiche o accrescitive, sia dal nome Donato
e da sue alterazioni dialettali, come dal cognomen Donatus
e Donatianus. La famiglia Donati di
Firenze è stata senza ombra di dubbio una delle famiglie nobili
più importanti, favorita con onori e cariche dagli imperatori germanici,
ebbe in Corso Donati di Simone, nel 1300, capo della fazione guelfa dei
Neri, il suo rappresentante più importante.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas DONADU; DONATI; DONATO: donadu o donau significa donato; dal latino dono = dare, donare. Donadu è chiaramente sardo, mentre gli altri due sono propri della penisola. Può avere il significato di donato dalla sorte, quindi trovato: agattau in sardo; oppure dono di Dio, Deodato, o ancora, dato in affidamento: a fillu de anima, noi diciamo; o altro ancora. Nel Condaghe di San Nicola di Trullas, CSNT, XI°, XIII° secolo, è citato un certo Donatu (320)servo di San Nicola, ma non sappiamo se sia il nome o il cognome: Ego Iacobu, priore de Trullas; favellaitimi (mi ha parlato) su episcopu de Plovache (Ploaghe) donnu Gosantine Thonchellu, pro dare a Donatu, ki fuit servu de Trullas (per dare Donato, servo di San Nicola), ad esser maritu de Maria Surtalu, ki fuit anchilla sua ( ad essere marito di Maria Surtalu, che era sua serva. Nell'opera di Giovanni Francesco Fara "De Rebus Sardois II°", (quando cita i governatori bizantini della Sardegna, nominati per volontà dell'imperatore Giustiniano): .Eodem etiam tempore Iustinianus mandavit ducem in Sardinia a Belisario ordinari qui milites pro locorum custodia necessarios in ea haberet et Sardos ab omni hostium incursione illaesos defenderet.(in quei frangenti Giustiniano ordinò che fosse nominato da Belisario un governatore in Sardegna, che avesse un valido contingente per la difesa di quei luoghi e proteggesse la popolazione dalle incursioni nemiche). Et..Fuerunt autem duces:.(questi i governatori): anno 588 Edantius Sardiniae dux; anno 590 Theodorus Sardiniae dux; et Donatus eius officialis;.Et. - Attualmente il cognome Donadu è presente in soli 16 Comuni italiani, di cui 9 in Sardegna: Sassari 9, Chiaramonti 7, La Maddalena 4, etc. Il cognome Donato è invece presente in 865 Comuni italiani, di cui 4 in Sardegna: Quartu 6, Cagliari 5, Capoterra 3, Isili 3. Donati è presente in ben 1278 Comuni italiani di cui 6 in Sardegna: Sassari 15, Arzachena 5, P. Torres 3, etc. |
DONDE'
DONDELLI DONDI DONDINI DONDO |
Dondè ha un ceppo milanese ed uno a Cremona ed a Vigevano nel pavese, Dondelli è tipico di Ghedi nel bresciano, Dondi ha un nucleo emiliano
ed uno nella Lombardia sudoccidentale, Dondini è tipico bolognese,
Dondo specifico della Liguria e del savonese in particolare, dovrebbero
derivare, direttamente o tramite varie forme ipocoristiche anche apocopaiche, dal nome medioevale
Dondus di cui abbiamo un esempio in
una Charta venditionis
dell'anno 725 a Treviso: "...et de alio capite tenente
Predicerno con nepte sua Ticiana, ex uno latere pussedente heredes Dondi,
ex alia uero parte procurrente..." e in una Charta
de accepto mundio dell'anno 773 dove leggiamo: "...Signum
+ manus Liutpert uiri deuoti de uico Uetorinus filius bone memorie Dondo
... testis.". Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Firenze
nel 1300 con l'erudito e scrittore Johannes Dondi de Padua, a Genova nel
1600 con i cartai Giovanni e Nicola Dondo di Voltri.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli Secondo F. Violi, Cognomi a Modena e nel Modenese, 1996, DONDI è la cognominizzazione del nome personale longobardo Tundo, Thundo, che riflette l'ant. nordico dhundr = uomo, eroe. |
DONEGAGLIA
DONIGAGLIA |
Donegaglia, assolutamente rarissimo, è specifico del ravennate, di Riolo Terme e Faenza, Donigaglia, molto meno raro, è specifico del ravennate, di Faenza e di Brisighella, e del vicino paese fiorentino di Palazzuolo Sul Senio, dovrebbero derivare dal nome della località Donegaglia ad una ventina di chilometri ad ovest di Faenza, probabile luogo d'origine dei capostipiti. |
DONEGANI
DONEGATTI |
Donegani, estremamente raro, ha un ceppo nel comasco ed uno nel trentino, Donegatti, molto raro, parrebbe del rovigoto, potrebbero derivare da etnici di toponimi come Donegano (CO) frazione di Moltrasio, Cadoneghe (PD) o Valdoneghe (VR). |
DONELLI
DONELLO |
Donelli è originario dell'area compresa tra Lombardia sud orientale ed Emilia, Donello, estremamente raro, sembrerebbe del vicentino, derivano dal nome medioevale Donellus (dono di Dio); di queste cognominizzazioni abbiamo un esempio in questo scritto del 1529: "...Nec eius solum scientiae; sed elegantium etiam literarum Professoribus, Petro Uctorio, Frobortello, carerisque clarissimis Italis, carissimus, imo admirationi fuit Biturigibus autem inprimis Fruncisco Duareno, Hugone Donello, reliquisque Ictis familiariter usus. ...". |
DONEDDU | Decisamente sardo, dovrebbe derivare da un nome dato ad un neonato originato dal diminutivo del vocabolo sardo donu (dono) ad indicare che il bimbo era un piccolo dono di Dio. |
DONES
DONIS |
Dones ha un ceppo lombardo a Saronno e Caronno Pertusella nel varesotto ed a Milano e Garbagnate Milanese nel milanese, ed un ceppo a Palermo, Donis ha un piccolo ceppo piemontese a Vercelli e Biella ed uno a Roma, i ceppi settentrionali sembrano avere un'origine diversa dai ceppi centromeridionali, che sembrerebbero avere un'origine albanese, e potrebbero derivare da nomi di località basati sul termine dones (donne in spagnolo) o donio da forme dialettali contratte del nome Dionisio. |
DONETTI
DONETTO DONINI DONINO |
Donetti è specifico del norovest, del torinese, vercellese e novarese, dell'imperiese e genovese, del piacentino e del parmense, Donetto ha un ceppo nel cuneese ed uno nel napoletano, Donini dovrebbe avere più zone d'origine, un nucleo nel bresciano e veronese, uno nel bolognese, uno nella zona di Forlì, Rimini e Pesaro, Donino, molto molto raro, è del novarese, dovrebbero derivare o da forme ipocoristiche del nome medioevale Dono (dono di Dio), o da forme ipocoristiche apocopaiche di accrescitivi del nome Donato. |
DONGHI
DONGO |
Donghi, tipicamente lombardo, è specifico in particolare dell'area bergamasca, milanese e lecchese , che dovrebbe essere l'areale d'origine, Dongo, assolutamente rarissimo, ha un ceppo nel milanese ed uno a Genova, dovrebbero derivare dal toponimo Dongo sul lago di Como, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo in Polesine nel 1600 con la famiglia Donghi, di apparente origine bergamasca, indicata tra le famiglie illustri e abbienti della zona. |
D'ONGHIA | D'Onghia è tipicamente pugliese, di Noci nel barese in particolare, di Taranto, Mottola, Palagianello, Massafra, Castellaneta, Martina Franca e Crispiano, e nel barese, di Putignano, Gioia del Colle, Alberobello, Bari, Monopoli e Castellana Grotte, l'origine etimologica è oscura. |
DON GIACOMO
DONGIACOMO |
Don Giacomo, praticamente unico, dovrebbee essere dovuto ad un errore di trascrizione di Dongiacomo, che è specifico di San Marcellino nel casertano, dovrebbe derivare da un capostipite di nome Giacomo, probabilmente prete ortodosso, oppure una persona di rilievo, tanto da meritarsi il titolo di Don. |
DON GIOVANNI
DONGIOVANNI |
Don Giovanni è quasi unico, si tratta probabilmente di errori di
trascrizione del cognome Dongiovanni, che è tipicamente pugliese.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi L'origine di questi cognomi va ricercata nell'unione fra il termine don (dal latino dominus, signore) e il nome medioevale Giovanni, ad indicare che il capostipite era un certo signor Giovanni (vedi Sorgiovanni). In questo genere di cognomi, però, va notato che il termine don potrebbe assumere un valore di rispetto, forse in riferimento a un particolare status sociale: ancora oggi, ad esempio, usiamo apostrofare i preti con l'appellativo don e, nel caso dei cognomi Don Giovanni e Dongiovanni, non è escluso che i capostipiti fossero appunto dei preti, più probabilmente ortodossi - i preti ortodossi, in effetti, hanno la possibilità di sposarsi ed avere figli (per una spiegazione più approfondita, vedi Papadopoli). |
DONI
DONO |
Doni ha un ceppo tra veneziano e rovigoto ed uno tra fiorentino e pisano, Dono, assolutamente rarissimo, potrebbe essere del tarentino, dovrebbero derivare dal nome gratulatorio medioevale Donus, forma contratta di Donus Domini (regalo del Signore) di cui abbiamo un esempio in un atto del 1232: "Era MªCCª XXXª IIª et quot V kalendas iunii.. ..Prefatus Donus Pelagius Ruderici maritus meus suam medietatem michi dedit pro arris meis et/ sic erat mea tota quam hereditatem totam et integram vobis do ut predictum est tali tam/ pacto quod vos detis eam domno Ruderici...". |
DONIA | Donia è tipicamente siciliano del messinese, di Messina, Monforte San Giorgio, Torregrotta e San Pier NIceto e di Palermo, dovrebbe essere giunto in Sicilia con l'imperatore svevo e derivare dal nome della città di Donia, probabile luogo d'origine del capostipite, nella regione che attualmente si chiama Danimarca: ".. episcopatum Bremensem, comitatum Oldenburgensem, Frisiam utramque et Hollandiam inhabitarunt. gens enim Saxonum, ut scribit Fabius Quaestor Ethelwerdus, et ipse ex Saxonum stirpe regia, in toto erat maritima a Rheno flumine usque ad Doniam urbem quae nunc vulgo Dane-marc nuncupatur. ..". |
DONIDA | Sembra di origine dell'area tra il milanese ed il cremonese, potrebbe derivare dal toponimo Oneta (BG), come potrebbe derivare da una deformazione dialettale del nome Donata. |
DONISELLI
DONISI |
Doniselli dovrebbe essere della zona tra le provincie di Milano Novara
e Pavia, Donisi ha un ceppo veronese ed uno campano originario probabilmente
della zona di Ceppaloni ed Arpaise (BN), derivano dal nome tardo latino
Dionysius. Tracce di questa cognominizzazione le troviamo ad Olgiate Olona
(VA) nel 1600, negli atti della parrocchia, nel registro dei morti, il
parroco Don Giovanni Battista Crespi il 13 gennaio 1631 registra la prima
morte della peste cosiddetta manzoniana, una certa Margarita de Donisi,
il ceppo beneventano dovrebbe essere di origini francesi e derivare da
un'alterazione del cognome Denicy che giunse nel regno di Napoli verso
il 1250.
integrazioni fornite da Giovanni Grimaldi Il cognome Donisi è diffuso nell'area beneventana, dove di esso esistono alcune varianti (Dionisio, Dionisi, Iadonisi, Dionizio, ecc.), ma è presente anche nell'area napoletana. Il cognome originario deriva molto probabilmente dalla forma De Dionisio, derivato cioè dal nome proprio Dionisio (Colui che appartiene a Dioniso, il Dio greco del vino e della vita). Il cognome significava dunque Figlio (o seguace) di Dionisio e nei secoli subì le modifiche che fecero nascere le sue varianti. Ad esempio nel caso Donisi il cognome originario perse la particella derivativa De e divenne quindi solo Dionisio e poi Dionisi, per diventare definitivamente Donisi, sempre per contrazione del dittongo io. Il cognome è attestato in Ceppaloni almeno dal XV° secolo con un certo Joanne De Dionisio, notabile locale, testimone in un processo della Baronessa del paese. Nei secoli XVI°-XVII° la famiglia si era diffusa poi in vari rami nella zona di Ceppaloni, dove fu fra le famiglie notabili locali. Le varie famiglie dell\'area beneventana forse sono dunque riconducibili ad un unico casato originario. |
DONIZETTI
DONIZZETTI |
Donizetti è tipico dell'area che comprende le province di Bergamo e Lecco, Donizzetti sembrerebbe avere un ceppo nel milanese, uno nel padovano ed uno nel napoletano, dovrebbero derivare da modificazioni ipocoristiche del nome latino di origine greca Dionisus o Dionisyus. Personaggio di assoluto rilievo è stato il compositore bergamasco Gaetano Donizetti (1797 - 1848) famoso soprattutto per le sue opere liriche. |
DONNA | Dovrebbe avere almeno due ceppi, uno bresciano ed uno piemontese, quello piemontese dovrebbe derivare dal toponimo Donna (AL), ma potrebbero entrambi derivare dal cognomen femminile latino Domna. |
DONNALOIA
DONNALOJA |
Donnaloia è tipicamente pugliese, di Fasano ed Ostuni nel brindisino, di Monopoli nel barese e di Taranto, Donnaloja ha qualche presenza pugliese, ma è rarissimo, dovrebbe derivare dal modo in cui veniva chiamata la capostipite chiamata Aloia o Loia (vedi LOIA), con l'aggiunta del prefisso Donna- probabilmente in quanto persona abbiente o altolocata. |
DONNARUMMA | Tipico campano, della zona di Castellammare di Stabia e Gragnano (NA), e di Scafati (SA), dovrebbe derivare da un appellativo dialettale per: quelli della signora Domenica, da domina Rummeneca (Domenica), ricordiamo a Rummeneca de' Palme (la domenica delle palme). |
DONNI
DONNO |
Donni, che sembrerebbe unico, è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione di Donno, che è tipicamente pugliese, del Salento in particolare, di Corigliano d`Otranto, Lecce, Sogliano Cavour, Taviano, Martano, Cursi, Cutrofiano e Galatina nel leccese e di Brindisi, dovrebbero derivare dal cognomen latino Domnus, una forma contratta del termine dominus (signore) o anche direttamente dal termine medioevale domnus con il medesimo significato, probabilmente per indicare uno stato particolarmente agiato del capostipite. |
DONNIACUO | Donniacuo è specifico dell'avellinese, di Montoro Superiore ed Inferiore, con un ceppo anche a Napoli, dovrebbe derivare da Dominus Iacuus (Signor Giacco o Giacomo), modo in cui veniva probabilmente chiamato il capostipite. |
DONNICI
LIDONNICI |
Donnici è decisamente calabrese del cosentino, di Bocchigliero, Mandatoriccio, Cariati, Rende e Mormanno, e del crotonese, di Crotone, Cutro e Petilia Policastro, Lidonnici è specifico del crotonese, di Melissa, Strongoli, Crotone e Rocca di Neto, dovrebbero derivare dal toponimo Donnici Superiore ed Inferiore nel cosentino, o da Donnici di Roccelletta di Borgia nel catanzarese, ma potrebbe anche trattarsi, in qualche caso, di una forma dialettale del nome Dionigi, probabilmente portato dal capostipite, abbiamo tracce di queste cognominizzazioni nel 1600 a Lamezia nel catanzarese in un atto: "...Per una parte di terra loco ditto Lo Giudeo, confine Gioanne e Gian Battista Li Donnici e la terra Fabritio Li Donnici, grana cinque...". |
DONNICOLA | Donnicola è tipicamente pugliese, di Brindisi e Castrignano Del Capo (LE), dovrebbe derivare dal nome del capostipite che molto probabilmente era una persona di rispetto, il Don unito al nome Nicola era infatti riservato a persone che occupavano un posizione di prestigio nella comunità. |
DONNINI
DONNINO |
Donnini è molto diffuso in Emilia, Toscana, Marche, Umbria e Lazio, Donnino, assolutamente rarissimo, sembrerebbe napoletano, dovrebbero derivare dal nome tardo latino Domninus, ricordiamo San Martire Donnino (Sanctus Domninus) (284-305) e, in epoca longobarda: "...Domninus Helenensis ecclesiae episcopus clarus habetur...", il nucleo toscano potrebbe derivare anche dal toponimo Donnini (FI) e quello emiliano da Borgo San Donnino (PR). Personaggio famoso è stato il pittore Girolamo Donnini (1681-1743) nativo di Correggio (RE). |
DONNOLI | Originario della Basilicata, potrebbe derivare dal nome medioevale Donello (dono di Dio). |
D'ONOFRIO | Diffuso moltissimo in tutt'Italia, ma particolarmente nel centro sud, dovrebbe essere derivato dal nome medioevale Onofrius. |
DONZELLA
DONZELLI DONZELLO |
Donzella, abbastanza raro, ha un ceppo in provincia d'Imperia, uno in provincia di Taranto ed uno nel ragusano, Donzelli è abbastanza diffuso in tutt'Italia, con un nucleo importante in Lombardia e ceppi in Liguria, nel modenese, nel fiorentino, nelle Marche e al sud, Donzello è rarissomo e sembrerebbe avere un ceppo nella Sicilia meridionale e nel veneziano, derivano dal nome medioevale Donzellus, a sua volta derivato dal termine tardo latino domnicellus (piccolo signore), di cui abbiamo un esempio a Pisa nel 1200: "...Ildibrandinus Rogna quondam Ugolini Donzelli de domo Gualandorum...", è pure possibile una derivazione da un soprannome legato al vocabolo donzello (giovane servitore di rango), nei territori sotto la dominazione spagnola Donzello era un aspirante nobile al servizio del Re o di un Nobile titolato. Tracce di questa cognominizzazione le troviamo in Irpinia nel 1200 quando il casato dei Donzello viene annoverato tra i nobili di quella regione schierati con la fazione ghibellina. |
DORA
DORI DORO |
Dora, molto molto raro, ha un ceppo nel bresciano ed uno nel napoletano, Dori ha un ceppo veneziano, uno romagnolo e toscano ed uno tra romano e frusinate, Doro ha un ceppo veneto, uno genovese, uno romano, uno tarantino ed in Sardegna uno nel sassarese ed uno a Cagliari, questi cognomi dovrebbero derivare o direttamente dal nome Dorus, Dora, derivato dalla mitologia greca: ".. Dorus Neptuni et Ellepis filius fuit, unde Dori et originem et nomen ducunt. Sunt autem pars Graeciae gentis; ex quibus etiam cognominata est tertia lingua Graecorum, quae Dorica appellatur. ..", o anche da forme aferetiche di nomi come Isidoro, Medoro, Teodoro o simili. |
D'ORAZIO | Tipico della fascia centrale che comprende Abruzzo e Lazio, deriva dal nomen latino Horatius. |
DORGNACH | Estremamente raro è tipico dell'udinese. |
DORDONI | Tipico del sudmilanese e piacentino, ha un ceppo anche nel basso bresciano, dovrebbe essere originario del potrebbe aver preso il nome dalla Val Dordone nel parmense, troviamo tracce di questa cognominizzazione a Maleo (LO) nei pressi di Piacenza nella seconda metà del 1500 con il notaio Baldassare Dordone, nelle seconda metà del 1600 a Zibello troviamo il Conte Giuseppe Dordoni. |
DORE | Specifico della Sardegna settentrionale dovrebbe derivare dall'aferesi del nome Salvadore. (vedi DETTORI) |
DORELLA
DORELLI DORELLO DORETTA DORETTI DORETTO DORINA DORINI DORINO |
Dorella è tipicamente veneto, di Castelfranco Veneto e Treviso nel trevisano, di Verona e di Vigonza nel padovano, Dorelli ha un piccolo ceppo a Verucchio nel riminese ed uno a Roma, Dorello è quasi unico, così come Doretta, che sembrerebbe del viterbese, Doretti è toscano, con ceppi a Siena e Livorno e presenze nel pistoiese e nel carrarese, Doretto è tipico del veneziano, di Caorle, Eraclea, Ceggia, Portogruaro ed Annone Veneto, con un ceppo anche nel pordenonese ad Azzano Decimo e Pordenone, Dorina è quasi unico, Dorini sembrerebbe lombardo del bergamasco, di Pognano, Capriate San Gervasio ed Osio Sotto, e del mantovano a Castel Goffredo e Mantova, con qualche rara presenza in Toscana e nel leccese, Dorino ha qualche presenza nell'avellinese, questi cognomi dovrebbero derivare da vari tipi di forme ipocoristiche del nome Dorus, Dora (vedi DORA). |
DORIA | (vedi anche D'AURIA) Doria è presente a macchia di leopardo in tutt'Italia, soprattutto
nel veneziano, nel torinese e nel Salento, può derivare dal patronimico
d'Oria, cioè figlio di Oria, nome medioevale derivato al nome latino
Aurea, o in molti casi da toponimi
come Oria (BR) e starebbe ad indicarne la provenienza geografica, un importantissimo
passato ha avuto il casato genovese dei Doria il cui probabile capostipite
fu Ansaldo D'Oria dei Conti di Narbonne agli inizi del 1100, che fu ambasciatore
presso il re di Sicilia e Grande Ammiraglio della flotta genovese nella
conquista d'Almeria del 1147 e di Tolosa nel 1148; i figli di Ansaldo
D'Oria, Enrico e Simone, furono più volte consoli di Genova.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli Doria è presente anche in Veneto. Per Olivieri 173 questo cognome genovese deriva da 'Doria', frazione del comune di Struppa (GE). |
DORIGATO | Originario della zona di confine tra il vicentino ed il trentino, potrebbe essere una modificazione dialettale derivante dall'aferesi del nome goto Theodoric, con l'aggiunta del suffisso veneto ato, che sta per figlio di, starebbe perciò ad indicare la famiglia del figlio di un certo Teodorico. |
DORIGHI
DORIGO DORIGONE DORIGONI |
Dorighi, assolutamente rarissimo, parrebbe del trentino, Dorigo è tipico del Veneto orientale e della Venezia Giulia, Dorigone, quasi unico, è probabilmente dovuto ad errori di trascrizione di Dorigoni, che sembra essere specifico di Civezzano (TN) e della limitrofa Trento, dovrebbero derivare dalla modificazione dialettale del nome Odorico o del suo accrescitivo, l'uso di questo nome è documentato a Gemona (UD) già nel 1400 dove troviamo un tal Dorigo de la Marina. |
DORIGUZZI
DORIZZI DURIGHETTO |
Doriguzzi è tipico del Cadore, Dorizzi è specifico di Verona e del veronese, Durighetto, quasi unico, è del trevigiano, dovrebbero derivare da variazioni dialettali dell'aferesi di vezzeggiativi del nome Odorico. |
DORINDO | Molto molto raro è tipico del savonese, dovrebbe derivare dal nome settecentesco Dorindo, si ricordi ad esempio che Dorindo è anche uno dei personaggi de il Negligente uno dei Drammi per musica di Goldoni. |
DORIO | Tipico di Padova e dintorni, potrebbe derivare dal nome Dorio, ricordiamo un certo vicedomino Dorio Peterlino citato in un atto della Repubblica di Venezia del 1581, ma è pure possibile una derivazione dal nome Orio (vedi Orio). |
D'ORLANDI
D'ORLANDO |
D'Orlandi rarissimo ha un ceppo nell'udinese, D'Orlando ha un ceppo a Tolmezzo (UD) ed uno a Torre del Greco nel napoletano. (vedi Orlandi) |
DORMETTA | Dormetta assolutamente rarissimo è tipico del cuneese.
integrazioni fornite da Diego Dormetta deriva da d'Ulmeta che è l'antico nome del toponimo Ormea (CN) chiamatosi prima Ulmea originato a sua volta da ulmeta derivato dal latino ulmus (olmo). (vedi Dolmeta) |
DORNINI | Originario delle provincie di Milano e Lodi, potrebbe derivare dal toponimo Dorno nel pavese. |
D'ORONZO
DORONZO |
Sia Doronzo che D'Oronzo sono decisamente pugliesi, Doronzo ha un ceppo molto grande a Barletta nel barese, D'Oronzo, molto meno diffuso, ha un ceppo a Taranto e Pulsano nel tarantino, a Barletta e Bari nel barese ed a Guagnano nel leccese, si dovrebbe trattare di forme patronimiche dove il D- sta per figlio di, riferito a capostipiti i cui padri si chiamassero Oronzo, nome molto diffuso in Puglia, grazie al culto di Sant'Oronzo, allievo diretto dei Discepoli di Cristo, primo evangelizzatore della regione e patrono di Lecce (vedi ORONZI). |
D'ORRIO | D'Orrio, estremamente raro, dovrebbe essere di origini campane e derivare dal nome dell'antico paese di Orria, l'attuale Lauria nel potentino. |
D'ORSI
D'ORSO |
D'Orsi è un cognome tipicamente campano, del napoletano e casertano soprattutto, con presenze significative anche nell'iserniese, nel foggiano e nell'agrigentino, D'Orso, meno diffuso, ha ramificazioni nel Lazio, la massima concentrazione nel napoletano e casertano con un ceppo anche nel palermitano, il D' ha sicuramente valore patronimico e starebbe quindi ad indicare le famiglie di figli di uomini di nome o soprannome Orso derivato dal nome latino Ursus, di cui abbiamo un esempio in una Charta Donationis dell'anno 765: "Regnantes domni nostri veri excellentissimi Desiderio et Adelchis regibus, anno regni eorum nono et septimo, sub diae tertio decimo kalendarum septembrium, indictione tertia; feliciter, Oraturio Beati Ambrosii confessoris domini nostri Iesu Christi. qui est fondatum prope civitate hac Mediolani, sito in loco ubi Turriglas nominatur, in qua Ambrosius vir venerabilis presbiter custus esse uiditur. Ursus vir devotus filius quondam Theudulf et donator presens presenti dixi:...". |
D'ORTA | D'Orta ha un ceppo nel napoletano a Napoli, Giugliano in Campania, Pozzuoli e Casamicciola Terme, a Sant'Angelo a Cupolo nel beneventano ed a Caserta e Casagiove nel casertano, con un piccolo ceppo anche a Foggia e Lucera nel foggiano, dovrebbe derivare dal nome del paese Orta di Atella nel casertano, probabile luogo di origine dei capostipiti. |
D'ORTONA | D'Ortona è specifico dell'Abruzzo del teatino in particolare, di Vasto, Ripa Teatina, Paglieta e Santa Maria Imbaro, il cognome sembra indicare che l'origine della famiglia o la provenienza geografica del capostipite era dalla città di Ortona sempre nel teatino. |
DOSSENA | Decisamente lombardo, con un nucleo originario nell'area delle provincie di Milano, Lodi e Cremona, dovrebbe derivare dal toponimo Dossena (BG), ma potrebbe anche essere originato dal vocabolo latino dorsum (dosso) riderentesi a quanti abitavano nei pressi di un dosso. |
D'OSPINA | Molto molto raro è specifico del Salento, di Neviano (LE) in particolare, dovrebbe essere di origine spagnola e derivare direttamente dal cognome spagnolo Ospina originato dal nome basco Ospin, traccia di questa famiglia si ha a Gallipoli nel 1564 con Hernando D'Ospina gran capitano e governatore di quella città. |
DOSSI
DOSSO |
Dossi è un cognome tipico dell'area che comprende il milanese, bergamasco, bresciano, veronese e trentino, con massima concentrazione a, Burago di Molgora, Milano, Monza, Vimercate, Melzo e Mezzago nel milanese, a Viadanica, Villongo e Sarnico nel bergamasco ed a Nave nel bresciano, a Verona e soprattutto a Brentonico, Rovereto, Mori e Trento nel trentino, Dosso molto più raro è tipico di Verona e del veronese e di Rovereto e Vallarsa nel basso trentino, dovrebbero derivare da toponimi come Dosso di Albiate o di Bovisio Masciago o Dosso Cavallino nel milanese, Dosso di Azzone nel bergamasco, o altri simili. |
DOSSOLA | Dossola, molto molto raro, è tipico dell'alessandrino, dovrebbe derivare dalla Val d'Ossola o da uno dei vari toponimi contenenti la terminazione -dossola come Crevoladossola, Villadossola o Domodossola nel verbanese. |
D'OSTUNI | Tipico della provincia di Taranto e di Manduria in particolare, dovrebbe derivare dal toponimo Ostuni (BR). |
DOT
DOTTA DOTTI DOTTO |
Dotta ha un ceppo ligure, piemontese, particolarmente concentrato nel cuneese,
a Bene Vagienna, Cuneo, Alba, Fossano e Trinità, ma ben presente
anche a Torino, e nel savonese, ed un ceppo veneto, friulano, nell'area
che comprende il veneziano, il trevisano soprattutto ed il pordenonese,
Dot, quasi scomparso, è friulano, dovrebbe essere la forma dialettale
di Dotto, Dotti è tipico di Lombardia ed Emilia, Dotto è
veneto, del trevisano in particolare, potrebbero derivare dal nome germanico
Dotto, o dall'agglutinazione di forme
patronimiche o matronimiche in D'-
unite al nome germanico Otto, Ottonis,
ma è pure possibile che possano derivare da forme ipocoristiche
sincopate del nome Andrea.
integrazioni fornite da Giacomo Ganza è probabile che si tratti in origine di un ipocoristico di qualche nome in -aldo, dal quale è venuto -aldotto e poi -dotto. Secondo un esperto valtellinese Dotti deriverebbe invece da D'Otto (Otto nome germanico). integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli Il cognome Dotti muove dal latino doctus <<dotto, saggio >>, divenuto nome personale medievale Doctus, quindi cognome patronimico. Un Dottus è registrato nelle carte modenesi dal 1175. Fonte: F. Violi, Cognomi a Modena e nel Modenese, 1996. |
DOTA
DOTI DOTO |
Dota ha un ceppo nel foggiano a Foggia, Bovino e Casalvecchio di Puglia, con un ceppo anche a Napoli ed a San Bartolomeo in Galdo nel beneventano, Doti è specifico del potentino, di Sasso di Castalda e Potenza, e di Sala Consilina nel salernitano, Doto è specifico della zona che comprende il Foggiano, l'avellinese ed il salernitano, particolarmente diffuso a Castelcivita nel salernitano ed a Deliceto e Foggia nel foggiano, potrebbero derivare dal nome medioevale di origini slave Dotus, o anche da forme aferetiche di nomi greci come Herodotus, Rodotus o Theodotos. |
D'OTTONE | Cognome quasi estinto, probabilmente localizzato nel centro Italia, dovrebbe derivare dal fatto di essere il capostipite figlio di un Ottone (vedi Ottone). |
DOVERA | Originario del lodigiano, dovrebbe derivare dal toponimo Dovera (CR) posto tra Crema e Lodi. |
DOVICHI
DOVICO DOVIGHI DOVIGO |
Dovichi è specifico delle città di Lucca e Capannori nel lucchese, Dovico ha un piccolo ceppo piemontese a Castiglione Tinella nel cuneese, ad Asti e nell'astigiano, ha un ceppo veneto nel padovano a Sant`Angelo di Piove di Sacco e Campodarsego e nel veneziano a Stra, Venezia e Vigonovo, ed un ceppo siciliano a Castell'Umberto nel messinese ed a Paternò nel catanese, Dovighi, praticamente unico, dovrebbe essere dovuto ad un'errata trascrizione di Dovigo, che è decisamente veneto, specifico dell'area che comprende il veronese, il vicentino soprattutto ed il padovano, si dovrebbe trattare di forme aferetiche del nome Ludovico, o Lodovico, o della forma arcaica Lodovigo, nomi probabilmente portati dai capostipiti. |
D'OVIDIO | D'Ovidio è tipico dell'Italia centromeridionale, nel Lazio di Roma, Gaeta nel latinense e Cantalupo in Sabina e Poggio Mirteto nel reatino, di Celano e di Avezzano nell'aquilano e di Lanciano e Cupello nel teatino, di Trivento nel campobassano e di Pietramelara e Riardo nel casertano e di Napoli, si dovrebbe trattare di una forma patronimica, dove il D'- stia per il figlio di, riferito a capostipiti il cui padre si fosse chiamato Ovidio, dal nomen latino Ovidius, ricordiamo il famosissimo poeta latino Publius Ovidius Naso (vedi OVIDI). |
DOVIS | Dovis è tipicamente piemontese del torinese, di Bruino, Giaveno, Torino e Coazze, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale arcaico con il significato di ricco, abbiente. |
DOZI
DOZZI DOZZO |
Dozi, assolutamente rarissimo, è umbro, Dozzi ha un piccolo ceppo a Cusano Milanino e Milano nel milanese, uno a Vergato e Bologna nel bolognese ed a Montese nel modenese, ed uno nell'udinese a Codroipo e Torviscosa ed a San Martino al Tagliamento nel pordenonese, Dozzo è tipico del trevisano, di Treviso, Quinto di Treviso e Preganziol, dovrebbero derivare da forme aferetiche di ipocoristici di nomi come Berardo o Bernardo, che diventerebbe prima Bernardozzo e quindi per aferesi Dozzo. |
DRACONE
DRAGONE DRAGONI |
Dracone, quasi unico, parrebbe piemontese, dovrebbe trattarsi di una forma arcaica di Dragone, che ha un ceppo forse non secondario nel cuneese, uno a Roma, in Campania ha ceppi nel casertano, nell'avellinese e napoletano e nel salernitano, potentino e materano, ha un grosso ceppo in Puglia, in particolare nel barese, tarentino e leccese, ed un ceppo tra cosentino, crotonese e catanzarese, Dragoni è molto diffuso in Lombardia, nel bresciano, cremonese e soprattutto nel lodigiano e milanese, ha un ceppo nel ravennate, in Toscana nel fiorentino, nel grossetano, nel senese e soprattutto nell'aretino, in Umbria, nel viterbese e nel romano, questi cognomi dovrebbero tutti derivare dal nome greco Dracone, ricordiamo il legislatore ateniese, reso famoso dalla durezza delle sue leggi, o anche dal nome medioevale di origini latino, longobarde Draco, Draconis, nome citato ad esempio nel libro Di Marco Polo e degli altri viaggiatori veneziani più illustri: "...è indicato il nostro Nicolò tra i 41 elettori del Doge Michele Morosini nel giugno del 1382, chiamandovisi ser Nicolo Zeno quondam ser Dragone ...", o dalla forma tronca del nome longobardo Dracoaldus, abbiamo un esempio d'uso di questo nome a Cremona in una Charta manumissionis dell'anno 754: "Dum se coniunsessent in unum consditutum, id est Ansprando archipresbiter, Lupo Aldo, Anzolerio, Draco Aldo, Malamberto et Poncio presbiteros ..", in molti casi, soprattutto i ceppi meridionali, potrebbero derivare dal nome di paesi come Dragoni, presenti nel casertano, nel leccese e nel reggino, nel medio Volturno nel 1348 troviamo un esempio della derivazione toponomastica di questi cognomi nel sud: "In nomine Domini nostri Jesu Christi. Anno nativitatis eiusdem millesimo trigesimo quadragesimo octavo. Regnante Domino nostro Lodovico Dei gratia Hierusalem et Sicilie Rege Ducatus Abulie Principatus Capue Provincie Forcalquerii et Pedimontis Comite Regnorum vero eius anno primo. Die quartodecimo mensis Novembris seconde Indictionis apud casale Cornelli Nos Petrus de Juliani castri Dragonis Judex Guillelmus Notarius Dominaci puplicus castri Dragonis Notarius et subscripti testes ad hoc simpliciter vocati atque rogati videlicet Dominus Johannes Angelus de Landulfo Petrus de Luca de Dragone et Johannes de Mauro de Albiniano. ...", un'altra ipotesi può far derivare qualcuno di questi cognomi dal vocabolo latino draco (l'insegna delle coorti, così come l'aquila era l'insegna delle legioni ed anche vessillo della cavalleria romana), forse ad indicare in questo caso nel capostipite un draconarius, cioè un signifer (portatore di insegne) incaricato di portare il draco, non possiamo ignorare inoltre la possibilità di un'origine più recente, possibile, anche se solo in alcuni casi, dal termine dragone (appartenente al corpo dei dragoni), ricordiamo i Dragoni del Regno di Sardegna, quelli del Ducato di Parma e Piacenza e, non ultimi, i Dragoni francesi; troviamo tracce di queste cognominizzazioni a Pisa nell'Elenco dei giurati pisani che si impegnano a mantenere la pace con Marsiglia nel 1209: ".. Hanc autem pacem superius scriptam et statutam(a) dominorum militum ac proborum hominum Arearum ad sancta Dei evangelia tenere et servare bona fide iuraverunt Guillelmus Athanulphus et Raimundus Gantelmus milites et Guillelmus de Dracone et Bertrandus milites et Petrus Audebertus et Gaufredus et Gontelinus milites et Petrus Raimundus de Caneto ..". |
DRADA
DRADI |
Drada, praticamente unico, dovrebbe essere una forma alterata di Dradi, che è tipicamente romagnolo, di Ravenna soprattutto e di Forlì, e che dovrebbe derivare dall'aferesi di nomi come il germanico Theodradus, lo spagnolo Andrade (vedi ANDRADE), o altri simili, Theodradus ad esempio viene citato nella traslazione del corpo di San Vito del VII° secolo: ".. Erat igitur eodem tempore in praefato monasterio abba, vir vitae venerabilis meritoque eximius, Adalhardus nomine, nobilis genere sed nobilior inde, fervens in disciplina sed plenus caritate, sapiens in locutione, plenus dilectione, studiosus in lege divina et plenus discretione. Hic cum esset inter primores palatii atque consiliarius regis, scilicet quia erat consanguineus eiusdem, voluntas supradicti regis ei abscondi minime potuit. Sed quia non erat inferior illo devotione, regressus ad monasterium, ab eis, qui ibidem erant e gente Saxonica, suscitari coepit, si possit illa in patria inveniri locus, ubi monachorum monasterium construi rationabiliter posset. E quibus unus Theodradus nomine ait ..". |
DRAGAN
DRAGANI DRAGANO |
Dragan, molto molto raro, parrebbe tipico di Trieste e del goriziano, Dragani
è tipico dell'area che comprende il pescarese, il teatino ed il
campobassano, con massima concentrazione ad Ortona nel teatino, ma ben
presente anche a San Vito Chietino, e Lanciano (CH), a Pescara ed a Montenero
di Bisaccia in Molise, Dragano è specifico di San Giovanni Rotondo
nel foggiano.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi D'origine slava, i cognomi Dragan, Dragani e Dragano sembrano derivare dal nome personale Dragan, che, in lingua slava, ha il significato di caro, diletto (vedi Carofiglio e Diletti). In conclusione, dunque, si tratterebbe della cognominizzazione dei nomi personali dei capostipiti. |
DRAGHETTI
DRAGHI DRAGHIN DRAGHINI DRAGO |
Draghetti ha un ceppo tra milanese e lodigiano ed uno emiliano, soprattutto nel vbolognese, ma anche nel modenese, ferrarese e ravennate, Draghi ha più di un nucleo, uno della zona che comprende le provincie di Milano, Pavia e Piacenza ed almeno un altro nella provincia di Grosseto, Draghin, quasi unico, parrebbe lombardo, Draghini ha un piccolissimo ceppo nel perugino, Drago è diffuso in tutta l'Italia meridionale e settentrionale, un nucleo molto importante in Sicilia, uno in provincia di Padova, uno in Liguria, ma ne esistono altri, questi cognomi dovrebbero derivare, direttamente o tramite forme ipocoristiche, dal nome latino Draco, o dalla forma tronca del nome longobardo Dracoaldus (vedi anche DRACONE). . |
DRAGONETTI | Dragonetti è proprio dell'areale compreso tra Puglie e Basilicata, dovrebbe derivare dal toponimo Dragonetti nel potentino. |
DRAICCHIO | Originario della provincia di Foggia. |
DRAISCI | Specifico di Rignano Garganico (FG), dovrebbe derivare da una variazione dialettale del cognome Traisci (vedi). |
DREI | Drei è decisamente romagnolo, tipico di Faenza, Ravenna, Lugo e Russi nel ravennate e di Forlì ed Imola nel bolognese, dovrebbe derivare da soprannomi originati dal termine veneto istriano dreio (dietro, dopo), ed indicare quindi sia un'origine istriana, che il fatto che la famiglia provenisse da località il cui nome potesse contenere la radice Dreîo, come a solo titolo di esempio Dreîo Castièl (dietro al castello), esiste anche la possibilità che si tratti di una forma aferetica del nome slavo Andrei. |
DREOSSI
DREUSSI |
Dreossi è tipicamente friulano dell'udinese, di Cervignano del Friuli, Fagagna e Rive d'Arcano, di Trieste e di Monfalcone nel goriziano, Dreussi, molto più raro, è sempre friulano dell'udinese, dovrebbe trattarsi di forme diminutive dialettali friulane e giuliane, probabilmente con valore patronimico, dove il suffisso -ossi o -ussi sta per il figlio di, riferito a capostipiti i cui padri si fossero chiamati Andrea, Drè per aferesi. |
DRIGA | Driga, praticamente unico, sembrerebbe pugliese, ma di origini slave. |
DRIGANI | Drigani è tipicamente friulano dell'udinese, di Udine, Pozzuolo del Friuli e Campoformido, dovrebbe derivare da un nome slavo, troviamo tracce di questa cognominizzazione a Torviscosa nell'udinese verso la fine del 1600 con Don Leonardo Drigano in qualità di parroco di Fornelli. |
DRIGHI
DRIGO |
Drighi, quasi unico, è dell'area fiorentina, Drigo è invece specifico del Veneto, padovano, trevisano e soprattutto veneziano, e del Friuli, Pordenonese, udinese e goriziano, dovrebbero derivare da forme aferetiche di nomi medioevali come Aldrigo (vedi ALDERICI), come Endrigo (vedi ENDRIGHI), o altri simili. |
DROCCHI
DROCCO |
Drocchi, estremamente raro, sembrerebbe lombardo, Drocco è specifico del Piemonte occidentale, del cuneese in particolare, dovrebbero derivare da forme aferetiche di ipocoristici di nomi come Alessandro. |
DROGHETTI
DROGHETTO |
Droghetti è specifico del ferrarese, di Ferrara, Copparo, Berra, Masi Torello e Voghiera, Droghetto, decisamente più raro, sembrerebbe specifico di Genova, dovrebbero derivare da un soprannome basato sul termine arcaico droghetto, un tessuto di broccato solitamente di seta, piuttosto pesante, usato soprattutto per tappezzerie, ma anticamente anche per abiti. soprattutto in Liguria e nell'area della Repubblica Serenissima. |
DROVANDI | Drovandi ha un ceppo ligure nello spezzino ed uno toscano tra pistoiese e pratese, si tratta evidentemente di una forma aferetica del cognome Aldrovandi (vedi ALDEBRANDI). |
DRUDI
DRUDO DRUIDI DRUIDO |
Drudi è tipicamente romagnolo, di Rimini, Sant'Arcangelo di Romagna, Riccione, Poggio Berni e Misano Adriatico nel riminese, di Cesena, Cesenatico, Gatteo, Longiano, Forlì e Savignano sul rubicone nel cesenate, e di Cervia e Ravenna nel ravennate, con un ceppo anche a Genova, a Roma ed a Latina, Drudo è praticamente unico, Druidi, assolutamente rarissimo, è del bolognese, Druido è unico, dovrebbero derivare dal nome medioevale, di origine galloceltica, Drudus, di cui abbiamo un esempio con lo scultore duecentesco romano Drudus de Trivio autore di vari ciborii in marmo di illustre fattura, sempre nel 1200 troviamo citato in un testo del 1219 un certo "Drudus filius quondam Honrigoni Carpani de burgo Varisio", nome che a sua volta dovrebbe derivare dalla voce celta druwid (dotto, sapiente, uomo di fede). |
DRUETTA
DRUETTI DRUETTO |
Druetta è tipicamente piemontese, del torinese in particolare, di Vigone, Pinerolo e Scalenghe, Druetti, molo molto raro, è sempre del torinese, Druetto, comunque raro, è specifico di Torino, dovrebbero derivare dal nome e cognome francese Drouet, per il quale si ipotizzano due possibili origini, la prima è che si tratti di un ipocoristico dell'aferesi del nome Andrè, prima Androuet e poi per aferesi Drouet, che in Italia divebta Druet, considerando che la pronuncia francese del dittongo ou è simile ad una u morbida italiana, la seconda ipotesi è che possa invece derivare dal nome germanico Dreue (la pronuncia del dittongo eu germanica è oi) forse derivato dal termine medioevale germanico drouwen (essere minaccioso, essere potente). |
DRUSIAN
DRUSIANI |
Drusian è specifico del trevisano, di Oderzo in particolare, ma anche di Salgareda, Ponte di Piave, Maserada sul Piave e San Pietro di Feletto, Drusiani è invece emiliano di Bologna e di Zola Predosa, Casalecchio di Reno ed Anzola dell'Emilia nel bolognese e di Castelfranco Emilia, Soliera e Spilamberto nel modenese, dovrebbe derivare dal nome medioevale latino Drusianus, o da nomi di località antichi come Vicus Drusianus o ager drusianus, riferiti a proprietà terriere di un Drusus, cognomen latino, ricordiamo a titolo d'esempio Gaio Livio Druso console nel 147 a.C. ed il più famoso Nerone Claudio Druso Germanico, più noto semplicemente come Germanico. |
DUBBINI | Dubbini è tipico di Ancona e dell'anconetano, con presenze anche in Veneto ed in Lombardia, dovrebbe derivare da forme ipocoristiche medioevali del nome gotico Dubius, ricordiamo che il re visigoto Ataulfo venne proprio assassinato da uno schiavo con questo nome Dubius o Dubinus. |
DUBINI | Dubini è tipicamente lombardo, del nordmilanese e del comasco, con un ceppo anche nell'anconetano, il ceppo lombardo dovrebbe derivare dal toponimo Dubino nel sondriese, come possiamo intuire da questa Carta massaricii dell'anno 1192: ".. Unde due carte uno tenore rogate sunt scribi. Actum in suprascripto monasterio. Interfuerunt ibi Liprandinus de Limonte et Homodeus de Dubino et Iohannes de Rovoredo, rogati testes...", il ceppo dell'anconetano dovrebbe essersi originato da errori di trascrizione di Dubbini. |
DUCA | Duca è diffuso in tutt'Italia con vari ceppi, uno in Sicilia, uno nelle Marche ed altri ancora, dovrebbe derivare da soprannomi riferiti al vocabolo latino dux (duca, condottiero) o per episodi particolari o per essere in qualche modo connessi alla famiglia di un dux. |
DUCCI
DUCCIO |
Ducci è tipico dell'area toscana, del riminese e pesarese e del romano, Duccio, praticamente unico, è dovuto ad un errore di trascrizione, dovrebbero derivare da un ipocoristico di una forma aferetica del nome Leonardo, che acquisì in epoca medioevale dignità di nome a se stante, probabilmente portato dal capostipite, di quest'uso abbiamo un esempio nel famoso pittore della seconda metà del 1200 Duccio di Boninsegna riportato in una letteradi commissione del 1285 conservata nell'Archivio di Santa Maria Novella di Firenze: "...locaverunt ad pingendum de pulcerrima pictura quandam tabulam magnam, ordinatam fieri pro sotietate predicta ad honorem beate et gloriose virginis Marie, Duccio quondam Boninsegne pictori de Senis, promictentes et convenientes eidem Duccio... in termino quo picta et completa fuerit libras centum et quinquaginta florenorum...; et versa vice dictus Duccius... promisit... pingere et ornare de figura beate Marie virginis et eius omnipotentis filii et aliarum figurarum ad avoluntatem et piacimentum dictorum locatorum...". |
DUCE
DUCI |
Duce, molto molto raro, sembra ligure, con un ceppo secondario in Sardegna, Duci è tipico del bergamasco, dovrebbero derivare da sforme aferetiche di nomi medioevali come Benaduce (vedi BENADDUCE) o Bonaduce (vedi BONADDUCE), probabilmente portati dai capostipiti. |
DUGHETTI | Dughetti ha un piccolo ceppo emiliano a Ramiseto nel reggiano ed a Soragna nel parmense, un piccolo ceppo a Genova ed a La Spezia ed un ceppo a Carrara, dovrebbe derivare da un soprannome basato sul termine dialettale dughett (duchetto, duchino) usato con intenti irrisori. |
DUILI
DUILIA DUILIO DUILLI DULIO |
Duili, quasi unico, sembrerebbe umbro, Duilia è praticamente unico, così come Duilli, Duilio, assolutamente rarissimo, sembrerebbe avere presenze nella Lombardia sudoccidentale ed in Campania, Dulio ha un ceppo nel novarese a Borgomanero ed uno a Vigevano nel pavese, dovrebbero derivare, direttamente o tramite una forma dialettale alterata, dal nome Duilio, Duilia, derivato dal nome gentilizio romano Duillius, un personale della Gens plebea Duilia. |
DUINA
DUINI DUINO |
Duina è di origine bresciana, Duini, molto raro, ha sparute presente qua e là nell'Italia centrosettentrionale, con un piccolo ceppo a Ferentino nel frusinate, Duino ha un piccolissimo ceppo nel milanese ed uno, decisamente più consistente nel potentino a Lavello e Venosa, dovrebbero derivare dall'aferesi del nome longobardo Audoin o del nome medioevale italiano da lui derivato Arduino. |
DUMA | Duma ha un ceppo a Roma, uno a Napoli, uno a Taranto, ma il ceppo più consistente è nel leccese, soprattutto a Galatina, a Nardò, Taviano ed Alliste, potrebbe derivare da una forma aferetica contratta del nome germanico Hadumarus. |
DURANDI
DURANDO |
Durandi è assolutamente rarissimo, Durando è specifico del Piemonte occidentale e Liguria, derivano dal nome provenzale Durand o dalla sua latinizzazione Durandus, di cui abbiamo un esempio in questo scritto del 1220: "...in fundo terre dictorum canonicorum, que fuit Durandi, quondam canonici dicte ecclesie defuncti...", un illustre personaggio con questo nome è stato il filosofo e teologo, frate domenicano di origine provenzale, Durandus de Sancto Porciano (1270 - 1334), tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Mondovì (CN) nel 1700 con il regio notaio Giuseppe Antonio Durando, dei Conti di Farigliano, padre di Marcantonio Durando recentemente beatificato da papa Giovanni Paolo II. |
DURANTE
DURANTI |
Durante è diffuso in tutta Italia, soprattutto al sud, Duranti è
specifico della fascia che comprende Romagna, Liguria, Toscana, Marche,
Umbria e Lazio, derivano dal nome medioevale Durante molto usato soprattutto
nell'alto medioevo. Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Padova
nella seconda metà del 1400 con Hieron. de
Durantis autore del De materia coeli quaestio
contra Averoym, a Narni (TR) nella seconda metà del 1500
è luogotenente un certo Pollux Durantis.
integrazioni fornite da Fabio Paolucci Il cognome Durante, derivato dal nome augurale cristiano della latinità tarda e medioevale Durante, col significato di preciso, perseverante, fermo, ottenuto dal participio presente durans, durantis del verbo latino duro, as, avi, atum, are, la cui traduzione è indurre, rendere duro, indurire, rendere solido, fortificare o radicarsi, rendere insensibile, resistere a, sopportare, costipare, indurirsi, divenir duro, durare, sussistere o ancora esser duro, spietato. integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli Il cognome Durante viene dal personale germanico Durand, cfr. Förstemann 434, per il quale il detto nome viene dalla radice 'dur', aferesi del nome della tribù degli Hermunduri. Secondo lo studioso tedesco il verbo latino 'durare' non c'entra, essendo un prestito registrato solo a partire dal periodo medio alto tedesco. Si veda anche Olivieri 159. |
DURAZZI
DURAZZO |
Durazzi ha un ceppo a Senigallia (AN) e nelle Marche, uno nel grossetano
ed uno a Roma ed Anzio, Durazzo, assolutamente molto raro, sembrerebbe
tipico delle due estremità del golfo di Salerno, ma si trovano dei
Durazzo anche nella storia della repubblica marinara di Genova, derivano
dal toponimo dalmata Durazzo.
integrazioni fornite da Roberto Milani deriva dal toponimo Durazzo famoso porto albanese, le prime tracce sono del 1389 in un appello di tal Giorgio Durazzo al governo genovese, nel 1387 una famiglia di Albanesi originari di Durazzo o da lì imbarcati emigrò per rifugiarsi dalle incursioni turco ottomane. Dopo alterne vicende la famiglia si insediò a Genova, e nel corso dei secoli fece fortuna tanto da essere annoverata nel 1528 sul registro della nobiltà genovese finchè nel 1573 un Giacomo Durazzo venne eletto Doge (ben 9 Durazzo sono stati dogi di Genova). |
D'URBANI
D'URBANO |
D'Urbani, quasi unico, è del pescarese, dovrebbe essere il frutto di un'errata trascrizione del cognome D'Urbano, che sembrerebbe tipicamente abruzzese, con un ceppo nel teatino a Chieti, Casalincontrada, Lanciano, Roccamontepiano, Paglieta e Perano e nel pescarese a Pescara e Pianella, un piccolissimo ceppo a Termoli nel campobassano, ed un cepponel romano, a Roma, Tivoli, Arsoli e Guidonia Montecelio, e che dovrebbe essere una forma patronimica, dove il D'- stia per il figlio di, riferito a capostipiti, il cui padre si fosse chiamato Urbano. |
DURBANI
DURBANO |
Durbani, praticamente unico, sembrerebbe toscano (vedi anche D'URBANI), Durbano, comunque molto molto raro, è specifico del cuneese, della zona di Busca, Caraglio, Verzuolo, Rossana, Monterosso Grana e Tarantasca, dovrebbero derivare dal toponimo francese di Durban-Corbières o da altri toponimi, come ne esistono altri, nella Linguadoca, toponimi che dovrebbero essere di origine celtica e derivare dal termine celta durbo (acqua che scorre). La probabile origine provenzale di questi cognomi potrebbe risalire al periodo della persecuzione degli Ugonotti (una confessione protestante francese), molti dei quali verso la fine del sedicesimo secolo furono costretti a fuggire dalla Francia per rifugiarsi in Italia. |
DURELLI
DURELLO DURI DURO |
Durelli ha un ceppo lombardo a Misano di Gera d`Adda nel bergamasco, Milano e Vailate nel cremonese, Durello è specifico del padovano, di Piove di Sacco e Sant`Angelo di Piove di Sacco, Duri ha piccoli ceppi in Friuli ed in Toscana, ma il nucleo più importante è a Viterbo ed a Roma, Duro ha un piccolo ceppo nell'urbinate, uno a Roma, uno nel napoletano a Mugnano di Napoli, Crispano e Napoli, uno a Gravina in Puglia ed uno a Palermo e Catania, dovrebbero derivare, direttamente o tramite ipocoristici, dal nome medioevale latino Durus di cui abbiamo un esempio in quest'atto dell'anno 1161 a Milano: "Anno dominice incarnationis milleximo centeximo sexageximo primo, quinto die mensis martii, indictione nona. Placuit atque convenit inter Durum qui dicitur Brolia, civitatis Mediolani, necnon et inter Ottonem qui dicitur de Puteobonello, conversum monasterii de Morimundo, ex parte ipsius monasterii, ut in Dei nomine debeat dare sicut a presenti dedit ipse Durus iamdicto Ottoni, ad partem predicti monasterii, ad habendum et tenendum ad nullum fictum reddendum ...". |
DURINI
DURINO |
Durini, molto raro, ha un ceppo nel comasco a Pognana Lario, Moltrasio e Como, uno nel pescarese ed uno nel leccese a Specchia, Durino è quasi unico, dovrebbero derivare dal nome medioevale Durinus di cui abbiamo un esempio in una Sententia del 1174 a Milano: "..Et sic finita est causa. Anno dominice incarnationis millesimo centesimo septuagesimo quarto, suprascripto die, indictione octava. Interfuerunt Invernus Dalapiscina, Durinus Brollia, Albertus eius filius, ..", dove compare quel Durinus Brollia che sarà tra i consoli eletti dalla comunità di Porta Vercellina a Milano, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Moltrasio nel comasco nella seconda metà del 1300 con Martino Durini, nel 1400 a Como i Durini fanno parte del patriziato e spetta loro la carica decurionale, fanno cioà parte del consiglio direttivo della città., trasferitisi a Milano verso il 1600 esercitarono con profitto il mestiere di mercanti e di banchieri. |
DURLO | Assolutamente rarissimo, dovrebbe essere di origini venete e derivare dal toponimo Durlo (VI). |
D'URSI
DURSI D'URSO DURSO D'URZO DURZO |
Dursi, molto raro, è tipico di Oriolo (CS), Dursi, molto raro anch'esso, ha un nucleo nel salernitano ed uno nel barese, D'Urso è molto diffuso in Lazio, Campania, Puglia e Sicilia, Durso, estremamente raro, occupa lo stesso areale, D'Urzo ha un ceppo a Genova, un nucleo a Torre del Greco nel napoletano ed uno a Decollatura nel catanzarese, Durzo è quasi unico, derivano tutti, direttamente o tramite modificazioni dialettali, dal nomen latino Ursus di cui abbiamo un esempio in una Cartula offertionis del 1012 a Bergamo: "...In nomine Domini. Enricus gratia Dei rex, anno regni eius hic in Italia nono, duodecimo calendas decembris, inditione undecima. Ego in Dei nomine Ursus filius quondam Pauloni de civitate Bergamo presens presentibus dixi:...". Tracce di questa cognominizzazione le troviamo ad esempio nel 1500 a Ceglie (BR) con Antonio D'Urso, Abbate della Chiesa di Sant'Anna, nel cosentino nel 1600 la famiglia D'Urso acquisisce il feudo di Civita (CS) con il titolo baronale. |
DUS
DUSE DUSI DUSO DUSSI DUSSO |
Dus ha un ceppo a Noventa di Piave e San Donà di Piave nel veneziano, a Sarmede nel trevisano, a Savogna nell'udinese ed a Pordenone, Duse è tipicamente veneziano, di Chioggia e Venezia, con un ceppo anche a Padova, Dusi è molto diffuso in Lombardia in particolare a Brescia e nel bresciano a Villanuova sul Clisi, Pertica Bassa, Preseglie, Roè Volciano, Flero e Lonato, a Milano e Bollate nel milanese ed a Cremona, Duso è un cognome tipicamente veneto del vicentino, di Lugo di Vicenza, Montecchio Precalcino, Schio, Costabissara, Thiene e Vicenza, di Venezia, di Padova e di Villorba e Spinea nel veneziano, con un piccolo ceppo anche in Piemonte nel biellese, a Cossato e Biella, Dussi ha sparute presenze il Lombardia ed in Emilia ed un piccolo ceppo tiestino, Dusso ha un piccolissimo ceppo veneziano ed uno più consistente nell'udinese, a Campoformido, Pozzuolo del Friuli ed Udine, dovrebbe trattarsi di forme aferetiche dialettali originate dal nome augurale medioevale Beneduce (vedi BENADDUCE). Personaggio di rilievo con questo cognome è stata la famosissima attrice vigevanese Eleonora Duse (1858-1924) figlia di genitori originari di Chioggia. |
DUTTI
DUTTO |
Dutti, assolutamente rarissimo, sembrerebbe di Ghedi nel bresciano, Dutto è in vece tipicamente piemontese del torinese e soprattutto del cuneese, di Cuneo in particolar modo e di Boves e Peveragno, dovrebbero derivare dall'aferesi di una forma ipocoristica di una forma dialettale del nome Giacomo, da Giacomo a Giacomandù a Giacomandutto e per aferesi Dutto. (vedi COMANDU') |
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