Cabani, molto raro, è specifico dell'area spezzino, carrarese, di
Lerici (SP) e di Carrara (MS), Cabano è decisamente dello spezzino,
anch'esso di Lerici soprattutto, dovrebbero derivare dall'antico termine
toscano cabano (ampio
cappotto con cappucio spesso foderato) che viene citato da Ludovico
Muratori nella sua Dissertazione: Dell'arte del
Tessere, e delle Vesti de' secoli rozzi.: "...V'erano
eziandio pellirdae, così chiamate dalle pelli; e cabani,
oggidì gabbani;..." lo Zingarelli al vocabolo gabbana o gabbano
riporta appunto ampio cappotto con cappucio spesso
foderato.
CABASSI
Sembra avere oltre ad un nucleo tra sondriese e bresciano, anche uno nel
reggiano, dovrebbe derivare da un nome di località (casa bassa oppure
casa dei bassi)"frater Bonfantinus Florentinus".
integrazionie fornite da Giacomo
Ganza / Villa di Tirano (SO)
Cognome Emiliano-Lombardo, maggiormente diffuso in Emilia: soprattutto
reggio Emilia, poi Parma, Modena e Bologna. In Lombardia si trova
soprattutto a Brescia, Sondrio e Milano. I Cabassi Valtellinesi: sono concentrati
nel comune di Tirano (SO) dove esiste già dal 1500, sembra però
che la famiglia sia di origine bergamasca, ma il cognome è nato
nel borgo valtellinese ( lo afferma il Dott. PALAZZI-TRIVELLI,esperto di
cognomi valligiani). Possibile origine toponomastica data la radice
ca.
CABBOI
CABOI
Cabboi è tipico del cagliaritano, di Dolianova, San Nicolò
Gerrei ed Armungia, con un piccolo ceppo anche ad Oliena nel nuorese, Caboi,
molto più raro, è tipico dell'Ogliastra di Gairo e Cardedu,
con un piccolo ceppo anche a Cagliari, dovrebbero derivare da un soprannome
basato sul termine dialettale sardo arcaico caboi
(cappone).
CABELLA
Tipico dell'alessandrino e genovese, deriva dal toponimo Cabella Ligure
nell'alessandrino.
CABELLO
Tipico della Val Malenco, in particolare di Chiesa Valmalenco nel sondriese, potrebbe derivare da un soprannome basato su di un termine dialettale arcaico per fabbro.
CABERLETTI
Caberletti, molto molto raro, è tipico del rovigoto ai confini con
il mantovano, di Bergantino e di Bagnolo di Po, dovrebbe derivare dal nome
medioevale Berleto, di cui abbiamo un esempio
d'uso in uno scritto del 1360: ".. ordinis sancti
Johannis Hierosolimitani Claudio de Montone domino de Cormandi Theobaldo
de la Briga Johanne Du Boys Anthonio de Varennis Johanne de Grymaldis Mermeto
Lombardy Francisco de Chissiaco Berleto de
Alodio cum pluribus aliis nobilibus testibus
ibidem astantibus et vocalis. Deinde statim et incontinenti post premissa
et in eodem loco convocatis in unum nobilibus ..", ma è anche
possibile una derivazione da un nome di località basato sul termine
berleto, come ne esistono nel bolognese,
nel ravennate, nel forlivese ed in altri siti della zona, veneto, emiliana,
romagnola, nella parlata emiliana e romagnola il berleto
è una specie di salice, quindi
si potrebbe pensare che la località fosse indicata come casa
dei salici.
ipotesi fornite da Michelangelo
Caberletti
Caberletti sembrerebbe composto dal prefisso Cà (Casa - Casato)
e dalla radice berletum, da berula (pianta acquatica), oppure terreno incolto
e boscoso (Terre buschive seu berlete). Berleta era denominazione di aree
golenali in uso fino al Sei-Settecento. Potrebbe essere perciò ascrivibile
fra i cognomi derivanti da un toponimo di uso antico: Casa del Berletto,
localizzabile nel serraglio di Berlè, forma contratta di berletto,
fra Castelmassa e Ceneselli (Ro).
CABIANCA
Cabianca è decisamente veneto, ha ceppi a Venezia, ed a Marcon nel
veneziano, a Verona, a Cornedo Vicentino ed a Rubano nel padovano, dovrebbe
derivare da nomi di località come la frazione di Chioggia Cà
Bianca, o la frazione di Boara Pisani nel padovano, o di Castelfranco Veneto
nel trevisano con lo stesso nome di Cà Bianca, e come queste molte
altre omonime.
CABIB
CABIBBE
CABIBBO
CABIBI
Cabib, assolutamente rarissimo, parrebbe della zona litoranea toscoligure,
Cabibbe ha un ceppo secondario a Milano, Cabibbo ha un ceppo a Ragusa,
Comiso, Vittoria e Santa Croce Camerina nel ragusano, ed uno secondario
a Roma, Cabibi sembrerebbe specifico di Lucca Sicula nell'agrigentino.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
L'origine di questi cognomi va ricercata nel nome medievale Cabibbe
o Cabibbo, l'italianizzazione
cioè del personale arabo o ebraico Habib,
che può essere tradotto come amore
o amato (da intendere spesso
in senso religioso): per la precisione, comunque, va notato che i ceppi
peninsulari, rappresentati per lo più dalle famiglie Cabibbe o Cabib,
dovrebbero avere origini ebraiche (sefardite nello specifico), mentre i
ceppi siciliani, rappresentati maggiormente dalle famiglie Cabibi e Cabibbo,
dovrebbero essere d'origine araba. Per quanto riguarda i cognomi in questione,
dunque, si tratta delle cognominizzazioni dei nomi personali dei capostipiti.
CABIGIOSO
CABIGIOSU
Cabigioso, praticamente unico, è di Sassari, Cabigiosu è
specifico di Sassari e Ploaghe nel sassarese, dovrebbero derivare da un
soprannome originato dal termine sardo cabigiu
(capezzolo), ad intendere che il capostipite
avesse dei capessoli probabilmente molto sporgenti.
CABITTA
CABITZA
CABIZZA
Cabitta, molto raro, parrebbe tipico del sassarese e di Porto Torres in
particolare, Cabizza, molto più diffuso, è tipico di Sassari
e del sassarese, Cabitza è tipicamente sardo, di Cabras (OR) e,
nel cagliaritano di Cagliari e Decimoputzu e nell'Ogliastra di Perdasdefogu
e Tertenia, potrebbero derivano entrambi dal vocabolo sardo cabitta
(testolina, capezzale del letto), ma
è pure possibile che si riferiscano ad una contrazione del termine
sardo cabiddáda (grande
quantità) ad indicare forse una buona disponibilità
economica della famiglia.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CABITZA; CABIZZA; CABITTA: sa cabìtza
(capitza; capitsa; capi(th)a)
è la testa: dal latino capitis
= capo, testa. In spagnolo abbiamo
cabèza. Oggi per capo o testa
è più usato, sa conca,
che nelle carte antiche, soprattutto logudoresi, aveva per lo più
il significato di scodella. Sa cabìtza
è anche la spiga del grano o
testa del grano e qui è più
chiara la derivazione dal latino capìta
= foraggio, profenda (brovènda).
Su cabitzali è il
capezzale, o anche guanciale; è inoltre lo spazio libero
ai lati di una vigna o di un campo arato o alberato( is cabitzalis). Nelle
carte antiche lo ritroviamo nella variante Capìta (vedi
Capìta). Attualmente il cognome CABITZA è presente
in 40 Comuni italiani, di cui 27 in Sardegna(con maggiore diffusione a
sud): Cabras 52, Perdasdefogu 51, Decimoputzu 36, Cagliari 29, Gonnosfanadiga
18, Oristano 18, Sassari 18, etc. CABIZZA è presente in 27 Comuni
d'Italia, di cui 15 in Sardegna(per lo più a nord): Sassari 105,
Quartu S. E. 8, Oschiri 8, etc. CABITTA, è presente in 8 Comuni
sardi( per lo più del nord): P. Torres 39, Sassari 15, Olbia 6,
etc.
CABIZZOSU
Cabizzosu ha un ceppo nel sassarese a Illorai e Sassari ed uno a Nuoro.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
Cabizzosu: significa dalla testa grande,
non solo in senso fisico (per l'etimo vedi Cabitza).
Può avere inoltre il significato di pieno
di spighe (un campo di grano). Il cognome è attualmente
diffuso in 13 Comuni d'Italia, di cui 12 in Sardegna(per lo più
del centro nord): Illorai 40, Sassari 23, Nuoro 15, etc.
CABONA
Questo cognome,
abbastanza raro è specifico del genovese, deriva dalla contrazione
del vocabolo casabona (casa buona).
CABONI
Cognome tipico della Sardegna sudoccidentale,
potrebbe derivare dal vocabolo dialettale sardo su
cabòni (il gallo). Nel 1700 troviamo un mastro Antonio
Caboni di Oristano incaricato della fabbrica del campanile della chiesa
di Santa Maria Maddalena ad Uras (OR)
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CABONI: dall'italiano cappone (gallo
castrato), ma in sardo significa gallo
non castrato. Caboniscu
è il galletto. Deriva dal latino
caponis. Su
cabòni de mari è un pesce
della famiglia delle scorpène (cappone). Su
cabòni de murdegu = cappone
dei cisti è la beccaccia. Caboni
o caboniscu campidanese è sinonimo
di puddu, logudorese. Lo troviamo nelle
carte antiche, con varie uscite. Tra i firmatari della Pace di Eleonora,
figurano: Capoi Thomeo, jurato (guardia giurata, collaboratore del maiore
- sindaco) ville Goçula (*distrutto. Goçuna: Partis de Montibus);
Capone Furatu, jurato ville Silano (*.distrutto - Curatorie de Marghine
de Gociano. da non confondere con l'odierno Silanus); Caponi Dominico,
jurato ville Ogiastra (*Ollasta Usellus; Useddus. Partis de Montibus);
Caponi Joanne, jurato ville Meana. (*odierno Meana - Mandrolisay o Barbagia
di Belvì). Nella storia ricordiamo Caboni Stanislao (Cagliari 1795
- 1880), giudice della Reale Udienza; primo presidente della Corte d'Appello
di Milano. Di spirito giacobino, fu amico di D'Azeglio, di Manzoni e soprattutto
di Vincenzo Gioberti. Attualmente il cognome Caboni è presente in
147 Comuni d'Italia, di cui 76 in Sardegna( per lo più a sud): Cagliari
154, Serramanna 102, Sarroch 79, San Gavino 78, Villasor 61, Capoterra
47, Quartu S. E. 44, etc.
CABRA
Cabra è tipicamente lombardo, di Gambara nel bresciano, di
Brescia e di Stezzano nel bergamasco, l'ipotesi dell'origine spagnola e
della derivazione dal nome della città andalusa di Cabra, è
l'unica con qualche grado di affidabilità, potrebbe risalire al
periodo della dominazione spagnola in Lombardia.
CABRAS
Specifico della Sardegna, dovrebbe
derivare dal toponimo Cabras (OR).
integrazioni fornite da Giusappe
Concas
CABRA; CABRAS; CRABA; CRABU; CAPRILE; CAPRINO: crapa,
craba è la capra,
dal latino capra. Crabu
è il maschio della capra, il caprone
o becco e viene dal latino caper.
Sa craba de mari è il
ragno di mare. Crabìnu
è proprio della capra: petza
crabìna = carne di capra.
Sa craba mudula è la
capra senza corna. L'espressione: "Arreu
che una craba"! = "Che va in giro come
una capra"! (vedi nel Web dicius
di Giuseppe Concas). Essi cumenti 'e unu crabu,
significa essere grezzo, rozzo e maleodorante
come un caprone. Il caprile in italiano, su crapìle o
crabìli, in sardo, è la stalla o recinto delle capre. Nelle
carte antiche della lingua sarda troviamo i suddetti cognomi nelle varie
uscite. Tra i firmatari della pace di Eleonora, LPDE del 1388, troviamo:
Capra Angelus, ville Sasseri; Capra Barisono, ville Ecclesiarum(Iglesias);
Capra Barsolo - ville Terrenove et Fundi Montis(Olbia); Capra Bernardo
- ville de Ala (Alà dei Sardi); Capra Gaschino - de Bosa; Capra
Georgio, ville Laconi; Capra Guantino, jurato ville Zaramonte(Chiaramente);
Capra Guantino, ville Laconi; Capra Gunnario, ville Martis (Martis - Anglona);
Capra Leonardo, jurato ville Layrru (Laerru); Capra Manuele - de Bosa;
Capra Nicolao - ville de Pac¢ada (Pattada); Capra Nicolaus, ville
Sasseri; Capra Petro, jurato ville Gocille ( * Gocille.villaggio Distrutto.Curatorie
de Anella); Capra Torbino, ville Ecclesiarum; Capra(de) Angelino, ville
Macumerii(Macomer); Capras (de) Lusurgio, ville Gonnos de Tramacia (Gonnostramatza);
Caprilis (de) Joannes, ville Sasseri. Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado,
CSMB, XI°, XIII° secolo, troviamo: Capra Iorgi e i figli Capra
Gunnari, Capra Elene, Capra Samaridanu e Capra Gosantine, in una partizione
di servi: partirus (divisero) fiios de Iorgi Capra cun Gosantine de Lacon
Lauri, armentariu de Sollie (. Clesia levavit a Gosantine et a Samaridanu
et juige levavit a Gunnari et a Elene.(seguono i testimoni). Capra Gavini
(40, 43), citato in una donazione(postura)e in una compera (comporu); (43):
posit Iorgi Capai terra de Gavini Capra a Clesia; testes: Iohanne Capai,
Goantine Cogone et Gavine Capai. Cabru Gavine (108), teste in una partizione
di servi. Cabru Petru (98) prete di Leonissa (abitato scomparso * Leonissa
.distrutto..Lunissa (Atzàra). Mandrolisay o Barbagia di Belvì):.et
sunt testimonios.et donnu (nobile) Petru Cabru presbiteru de Leonissa.Nel
Condaghe di San Nicola di Trullas, CSNT, XI°, XIII° secolo, abbiamo:
Capra Goantine (307), teste in una donazione (positinke); Capra Petru,
maiore de Scolca (194 - il maiore de Scolca era il capo delle squadre a
guardia dei confini), teste in una lite per la divisione di terre, in Salto
di Puçu Passarsi (Villa medioevale scomparsa, sita, molto probabilmente,
tra Romana e Cheremule); Capra Iorgi(122 -fratello del precedente Petro),
coinvolto in una lite sfociata in una rissa: largarum homines de Sanctu
Nichola cun homines de Iorgi Capra e de Petru su frate. Feruninde uno homine,
Furatu de Rivu et moribit. Et Petru Capra et Iorgi Capra su frate benneru
a me, et ego deindelis unu pulletru, a boluntade issoro bona.(vennero alle
mani gli uomini di San Nicola con gli uomini di Iorgi Capra e di Petru
suo fratello. Ne ferirono uno, e morirà. E Petru Capra e Iorgi Capra
vennero da me (Iohannes Prior di San Nicola), et ego diedi (in cambio)un
puledro col loro pieno consenso.). Capra Iusta e Capra Maria, sorelle (120),
serve in Ugusule (forse l'odierna Osilo?). Caprinu Gunnari (235, 270 e
271), teste in una lite (kertu) per il possesso della terra. Caprinu Petru
(305), in lite (kertu) con San Nicola per il risarcimento della uccisione
di una cavalla, che dice essere sua. Nell'opera di Giovanni Francesco Fara
"de Rebus Sardois IV", a pagina 174/1, è citato Capra Valentinus:.Valentinus
Capra et Ferdinandus de Heredia, insignes viri sassarenses, fuerunt a rege
generositatis privilegio honestati (.ottennero dal re la concessione della
nobiltà - anno 1438). Ricordiamo inoltre che Cabras è un
centro abitato di 9.000 abitanti, sito sulla costa occidentale della Sardegna,
sulla riva sinistra dell'omonimo stagno, a pochi chilometri da Oristano,
della cui provincia fa parte. Popolata sin dal V° millennio a. Cr.
non lontana dal Tarros, uno dei siti archeologici più importanti
della Sardegna (vedi nel Web), in peridodo medioevale fu villa (bidda)
appartenenente alla Curadorìa del Campidano Maggiore o di Cabras,
del regno giudicale di Arborea. La sua prima menzione è in un documento
dell'XI° secolo, ove è citata come domus de masone de capras
= recinti, ovili di capre (furriadròxus de crabas). Nel 1410, dopo
la sconfitta delle truppe arborensi anche il suo territorio andò
a far parte del Regno di Sardegna, aggregato alla corona d'Aragona. Per
saperne di più vedi nel Web oppure nel Di.Sto.Sa di F. Cesare Casula.
Nella storia ricordiamo De La Cabra Bernardo, arcivescovo della Archidiocesi
di Calari dal 1642 al 1655. Di origine spagnola, fu prima canonico, arcidiacono
e inquisitore di Saragozza, Cuenca e Siviglia e poi vescovo di Barbastro.
Durante i suo arcivescovado cagliaritano si scontrò con vari uomini
politici e religiosi del suo territorio e non solo. Godeva comunque e sempre
dell'appoggio della Curia Romana (Di. Sto. Sa).Nella storia contemporanea
citiamo Antonello Cabras, di Sant'Antioco( 1949), ingegnere, sindaco del
suo paese, consigliere regionale, senatore della Repubblica, eletto per
la prima volta il 21 aprile 1996; ancora oggi membro del Senato: l'ultima
elezione (col PD) risale all'aprile 2008. I suddetti cognomi nella
situazione attuale: Cabra, è presente in 36 Comuni, di cui nessuno
in Sardegna; è diffuso soprattutto in Piemonte. Cabras è
presente in 377 Comuni italiani, di cui 147 in Sardegna: Cagliari 468,
Quartu S. E. 411, Sassari 187, Balnei 163, etc. Craba è presente
in 37 Comuni italiani, di cui 14 in Sardegna: Siapiccia 33, Villaurbana
20, Berchidda 11, etc. Crabu è presente in 32 Comuni italiani, di
cui 14 in Sardegna: Cagliari 32, Mandas 23, Isili 20, etc. Caprile è
presente in 84 Comuni italiani (con prevalenza in Liguria, Lombardia, Campania),
di cui nessuno in Sardegna. Caprino è presente in 140 Comuni italiani,
con prevalenza in Calabria, Sicilia, Lazio, Lombardia), di cui 1 in Sardegna:
Oristano 3.
CABRELE
Questo cognome,
tipico della provincia di Padova, dovrebbe derivare dal nome Gabriele,
modificato attraverso una forma dialettale.
integrazioni fornite da Gabriele
Farronato
Cabrele è il modo nel quale si scriveva Gabriele nel secolo
sedicesimo nel Veneto Centrale anche nella zona tra i fiumi Brenta e Piave.
CABRINI
Tipico dell'area che comprende
il milanese, il bergamasco, il bresciano, il cremasco e il lodigiano e
le province di Mantova, Reggio, Parma e Piacenza, dovrebbe derivare dal
personale latino Cabrius, probabilmente a sua volta derivato dal celtico
Cabrach. Si trovano tracce di questo cognome fin dal 1300, nel 1347
un intelligente popolano romano diviene notaio è Nicola di Rienzo
Cabrini, comunemente chiamato Cola di Rienzo, famoso anche perchè
organizzò la legazione inviata ad Avignone per richiamarne il Papa
Clemente VI°, verso la fine dello stesso secolo a Verdello (BG) troviamo
atti rogati da Petrus de Cabrinis de Verdello notarius,
nella prima metà del 1400 a Taleggio (BG) troviamo un altro notaio
Cabrini: "...Liber seu fragmentum instrumentorum
d. Cabrini q.
d. Viviani olim d. Costanzii alias q. alterius Viviani q. d. Boni olim
nati d. Guilielmi de Supramonte Savionum notarii imperialis de Subecclesia
Talegii, qui d. Cabrinus, ut ex suis plurimis ", verso la seconda
metà del 1400 a Bologna opera una bottega artigiana di mastri vetrai
Cabrini, le cui opere sono siglate CAF (Cabrini Fecerunt), nel 1510, ad
Alfianello(BS) nasce Francesco Cabrini, di nobile famiglia, che fattosi
prete, divenne direttore spirituale dei padri della Pace. La più
famosa rappresentante della famiglia è stata senza ombra di dubbio
la suora Francesca Saverio Cabrini, nata nel 1850 a Sant'Angelo Lodigiano,
fatta santa canonizzata nel 1946 sa Pio XII°
CABULA
CAPULA
Cabula, abbastanza raro, è diffuso in modo omogeneo in tutta la
Sardegna, Capula è specifico di Castelsardo nel sassarese, dovrebbero
derivare dal toponimo medioevale Cabula situato nella diocesi di Sorres
che fa parte dell'Arcidiocesi di Oristano.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CABULA; (CAPULA): significato ed etimologia non ben chiari. . Capula
= castello e villaggio distrutti (Contrate Ardar et Meylogu - di Siligo);
chiamato anche Monte di Sant'Antonio, poiché nei pressi si trovano
i ruderi della chiesa del Santo: secondo lo Spano deriva dal fenicio chevel
= eredità. In latino capula
è una piccola coppa.
Sempre in latino, capulum coleorum
è il membro virile. Capulare,
sempre in latino ha il significato di scappare,
fuggire. Capulai in campidanese,
anche nelle varianti capuai e accapuai
prende il significato di tagliuzzare, sminuzzare,
tritare, fare il pesto, dallo spagnolo capolar
= picar la carne (tritare la carne). Capulare
in logudorese significa battere le biade, il lino
o le pannocchie di granoturco. Fai sa
cabùda in campidanese significa fare festa
insieme agli amici; dal catalano cabùda.
Lo troviamo nelle carte antiche, nella variante Capula. Tra i firmatari
della Pace di Eleonora, *LPDE del 1388, figurano: Capula Bonnano, jurato
ville Sia Sancti Nicolai ( *odierno Sia Piccina o Piccìa. Contrate
Campitani Simagis); Capula Michaele, ville Selluri (Sanluri - Seddori);
Capula Nicolao, ville Genadas (*villaggio distrutto-Laconi ..Contrate partis
Alença); Capùla Salvatore, jurato ville Gemessi (*distrutto:
Jemussi o Gimussa? Partis de Montibus). Il cognome Cabùla attualmente
è presente in 51 Comuni d'Italia, di cui 15/377, in Sardegna( per
lo più a sud):Serrenti23, Furti 14, Samatzai 12, Villacidro 9, Cagliari
8, etc.
CABUTTI
CABUTTO
GABUTTI
GABUTTO
Cabutto ha un ceppo nel cuneese a Bra, Narzole, Cherasco ed Alba, Cabutti,
molto raro, è sempre piemontese, di Dogliani nel cuneese e di Torino,
Gabutti, meno raro, ha piccoli ceppi a Torino e Villar Perosa nel torinese,
ad Asti, a Vercelli, a Casale Monferrato e Cassine nell'alessandrino e
ad Alba e Dogliani nel cuneese, con presenze anche in Liguria, Gabutto,
molto raro, ha presenze nel basso Piemonte ed a Genova, dovrebbero essere
di origini occitane e derivare da soprannomi originati da variazioni del
vocabolo occitano cabut (dalla
grossa testa), a sottolineare probabilmente questa caratteristica
dei capostipiti.
CACACE
Cacace ha un grosso ceppo a Roma ed a Tivoli nel romano, uno molto più
consistente nel napoletano, in particolare a Napoli, Massa Lubrense e Castellammare
di Stabia, ma ben presente anche a Volla, Meta, Casalnuovo di Napoli, Piano
di Sorrento, Sorrento, Torre del Greco, Capri, Casoria, Anacapri, Portici.
Pozzuoli, Sant'Antimo e tutta la provincia, ed a Salerno, ha un ceppo a
Bari e Taranto, ed uno a Palermo, nell'isola di Lipari ed a Messina, dovrebbe
derivare dal nome e cognome greco Kakakis.
CACAPECE
Cacapece è un antico cognome dell'area campano, pugliese, ormai
quasi scomparso, potrebbe nascere dalla professione di mastro calafataro
svolta dal capostipite, che nello svolgimento del suo mestiere utilizzava
ovviamente molta pece.
CACAVALE
CACCAVALE
CACCAVALLO
Cacavale, praticamente unico, è dovuto ad un errore di trascrizione
di Caccavale che è specifico di Napoli e del napoletano, Caccavallo
è decisamente napoletano, dovrebbero derivare da un soprannome,
vedi a titolo di esempio il cognome Caccavella, ma potrebbero anche stare
ad indicare la povertà dei capostipiti, con riferimento al caccavo
(pentolone usato dai frati per nutrire
i poveri) (vedi CACCAVO).
integrazioni fornite da Gigi Colombo
potrebbe essere stato originato dall'italianizzazione del cognome greco
Kakavoulis.
CACCAMO
Tipico della Sicilia e del reggino, deriva dal toponimo Caccamo nel palermitano.
CACCARO
Caccaro ha un ceppo nel varesotto a Somma Lombardo ed a Sirmione nel bresciano
ed uno nel padovano a Villa del Conte, Campo San Martino e Santa Giustina
in Colle, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale originato dal termine
medioevale veneto cacaro (uomo
da poco, persona insignificante).
CACCAVELLA
CACCAVELLI
CACCAVELLO
CACCAVIELLO
Caccavella e Caccavelli sono molto rari e tipici del foggiano, Caccavello
è ancora più raro e sembrerebbe avere un ceppo nell'orvietino
ed uno nel napoletano, Caccaviello è specifico della provincia di
Napoli, di Massa Lubrense in particolare, dovrebbero derivare da soprannomi
originati dal vocabolo dialettale caccavella (o putipù tipico strumento
napoletano) usato a volte ad indicare una cosa da poco.
CACCAVO
CACCAVO'
CACCAVONE
Caccavo ha un ceppo campano a Napoli, Salerno e Pontecagnano Faiano sempre
nel salernitano, un ceppo a Barile nel potentino ed uno a Giovinazzo e
Canosa Di Puglia nel barese e a Foggia, Caccavò è quasi unico
ed è probabilmente dovuto ad errori di trascrizione nelle anagrafi
del nord, Caccavone sembrerebbe specifico di Serracapriola nel foggiano,
dovrebbero derivare da soprannomi originati dal termine campano caccavo
(pentolone), forse a richiamare l'uso
di questi grossi pentoloni nei monasteri che distribuivano quotidianamente
minestre per i poveri e quindi per classificare il capostipite come un
mendicante.
CACCIA
CACCIARI
Diffuso in tutt'Italia Caccia, con buona concentrazione in Lombardia nelle
provincie di Bergamo, Milano e Varese, tipico bolognese Cacciari, dovrebbero
derivare da un soprannome legato all'abilità venatoria o comunque
a qualcosa legato alla caccia.
CACCIAGUERRA
Cacciaguerra ha un ceppo a Cesena e nel cesenate, uno a Piazza al Serchio
nel lucchese ed uno in Sicilia ad Augusta nel siracusano, a Comiso nel
ragusano, a Niscemi nel nisseno ed a Catania, deriva dal nome medioevale
Cacciaguerra, di cui abbiamo un esempio
in un atto del 1178, dove compare come teste un certo Ranuccino figlio
di Cacciaguerra, o in un trattato del 1260 a Luni nello spezzino: "..
In nomine Domini, amen. Omnes et singuli homines infrascripti de villa
Sancti Terencii, videlicet Cacciaguerra
quondam Rollandini, Aidante quondam Meliorati, Bonaparte quondam Bonafidei,
Bonsegnore filius Bonaiuncte,..".
CACCIAGUIDA
Cacciaguida, ormai quasi scomparso, potrebbe essere stato fiorentino, visto
che il sommo poeta Dante Alighieri fu un pronipote di un Cacciaguida, il cognome dovrebbe derivare
da un soprannome, forse riservato ad un addetto all'organizzazione della
caccia di qualche famiglia nobile.
CACCIALANZA
Tipico della provincia di Milano
e Lodi.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Caccialanza è composto da 'caccia'
+ 'lanza' dove quest'ultimo termine
viene dal dialetto e indica una 'lancia',
cioè una imbarcazione a remi.
CACCIANIGA
CAZZANIGA
GAZZANIGA
Caccianiga è decisamente milanese, Cazzaniga è tipico del
milanese e del bergamasco, Gazzaniga sembrerebbe specifico del pavese,
potrebbero derivare dal toponimo Gazzaniga (BG) l'antico Caccianiga e poi
Cazaniga, di quest'uso abbiamo un esempio nel 1442: "...dicti
loci de Cassago de mandato et impositione Iacobini dicti Bolpini de Nava
filii quondam Iohannis et Zanis de Cazaniga
filii quondam Bertini habitantium in dicto loco Cassago...", un
'esempio di questa cognominizzazione lo troviamo a Cassago nel 1524: "...Li
heredi di messer Bernardo Cazaniga
obligati a uno annuale di messa trenta et staia dodeci di formento per
anni quaranta come per testamento sotto li 23 di genaro 1524...".
CACCIAPAGLIA
Cacciapaglia è tipicamente pugliese, del barese e di Santeramo in
Colle in particolare, di Acquaviva delle Fonti, di Bari, di Noicattaro
e di Conversano, di Tuglie, Parabita e Nardò nel leccese e di Taranto,
dovrebbe derivare da un soprannome scherzoso riferito a capostipiti che
non fossero dei gran cacciatori, o anche a dei contadini visti come addetti
ai pagliai.
CACCIAPUOTI
Cacciapuoti è tipico del casertano e del napoletano, dovrebbe derivare
da un soprannome, ma secondo un'ipotesi non trascurabile dovrebbe invece
derivare dall'italianizzazione dialettale del cognome francese Chassepot,
che a sua volta deriva da un termine che indicava la mansione di esattore
delle imposte, si trovano tracce di questo cognome nel napoletano
almeno fin dal 1400, nel 1419 infatti Giovanni Cacciapuoti dona alla chiesa
di San Giovanni a Campo, oggi della Madonna delle Grazie di Giugliano in
Campania nel napoletano.
CACCIATORE
Molto presente in tutta Italia,
con origini diversificate e ceppi in Piemonte, Abruzzi, Lazio, Puglie e
Sicilia, dovrebbe derivare da un soprannome legato all'abilità venatoria.
CACCIAVILLANI
Cacciavillani ha un ceppo emiliano a Reggio Emilia ed Albinea (RE), uno
nel vicentino, uno a Roma, uno nel chietino ed uno ad Agnone (IS), dovrebbe
derivare da un soprannome originato da qualche episodio storico di epoca
feudale durante il quale probabilmente un cavaliere si conquistò
la nobiltà cacciando i villani in rivolta.
CACCINI
Molto raro, è tipico dell'area
milanese, dovrebbe derivare dal nome medioevale italiano Caccino (diminutivo
di Caco).
Cacciola è tipico della Sicilia sudorientale, del messinese e del
catanese, con ceppi anche in Calabria, in particolare nel reggino, nel
napoletano e casertano e nel romano e latinense, Caccioli, molto
molto raro, è specifico dell'appennino parmense, di Borgo Val di
Taro in particolare, potrebbe anche forse derivare dal toponimo Cacciola
nel reggiano, Cacciolo, estremamente raro, tipicamente siciliano, è
specifico di Patti nel messinese, Caciola è tipico del viterbese,
di Viterbo e Vetralla, Caciolla è tipico di Orvieto nel ternano,
Cacioli è decisamente toscano, di Arezzo e dell'aretino, con un
ceppo anche a Firenze, Caciolli è tipico dell'area fiorentino, pratese,
in particolare di Firenze, Campi Bisenzio, Scandicci e di Prato, Caciolo
è tipico del frusinate di Anagni e di Roma, tutti questi cognomi
dovrebbero derivare dal mestiere di produttore di cacio (formaggio)
o essere lavoranti in un caciolaio
(locale adibito alla produzione del formaggio), ma è pure possibile, in alcuni casi una derivazione dal nome personale
latino Cassiolus, un'ipocoristico in
uso presso la Gens Cassia,
tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Spello (PG) nella seconda
metà del 1100 con il Beato Andreas Caccioli (o Cacciola), guida
spirituale di Santa Chiara di Assisi, nella seconda metà del 1200
nel Pisano con un certo Iacobus Caciolus citato tra gli Anziani della città
di Pisa, nel 1391 a Gubbionel perugino tra le registrazioni del Monastero
di San Pietro si legge: "...Die XV dicti mensis,
hora causarum. Supradictus Iohannes, publicus bayulus et nuntius suprascriptus,
vadens (fol. 74v) et rediens, relulit dicto D.no Vicario, sedente etc.,
et mihi, Notario infrascripto, se ivisse et fratrem Gregorium
Manni Caccioli, fratrem dicti loci et syndicum
ipsorum fratrum et loci predicti, ad hec specialiter constitutum ...".
integrazioni fornite da Giovanni
Cacciola
il cognome Cacciola potrebbe derivare dal latino cassis (laccio da
caccia o rete del cacciatore) e da olus (erbaggi, ortaggi), starebbe ad indicare,
se così fosse, la caccia praticata dai rustici o un territorio di
caccia coltivato. L'arma della famiglia cacciola ne è una
conferma:d'azzurro all'aquila d'argento. Cacciola è anche
il nome di un antico feudo del XII° secolo, dove sorge l'omonima località,
feudo destinato alla caccia nel medioevo. Un Giovanni Giacomo Cacciola
fu senatore di Messina nel 1232, Jacopo tenne la stessa carica nel 1322.
CACCIOPINI
CACCIOPPINI
CACIOPINI
CACIOPPINI
Assolutamente rarissimi, le varie
forme di questo cognome sembrano suggerire un antico insediamento nella
zona tosco-umbra, dovrebbe essere di origine spagnola e deriverebbe da
un soprannome disceso dal vocabolo cachopin (ciabattone, di uno che sbatte
gli zoccoli) comparso in Spagna dopo il ritorno dalla scoperta dell'America,
termine di derivazione náhuatl (linguaggio mesoamericano).
CACCIOPPO
CACIOPPI
CACIOPPO
Caccioppo, molto molto raro, è specifico di Messina, Cacioppi, quasi
unico, è probabilmente dovuto ad errori di trascrizione di Cacioppo,
che è decisamente più diffuso, ha un grosso ceppo palermitano
ed uno nell'agrigentino a Sambuca di Sicilia, Menfi e Santa Margherita
di Belice, ed a Gela nel nisseno, questi cognomi potrebbero essere di origine
spagnola e risalire al termine di derivazione náhuatl (linguaggio
mesoamericano) cachopin (ciabattone,
di uno che sbatte gli zoccoli), termine entrato in uso, prima
come soprannome in Spagna, e poi nei territori soggetti alla dominazione
aragonese.
CACCIOTTOLI
CACCIOTTOLO
CACCIUOTTOLO
Cacciottoli ha un piccolissimo ceppo a Napoli e nel napoletano ed uno altrettanto
piccolo ad Eboli nel salernitano, Cacciottolo, assolutamente rarissimo,
è tipicamente campano, ha presenze nel napoletano ed un ceppo ad
Eboli e Battipaglia nel salernitano, Cacciuottolo, il più diffuso
dei tre, è specifico di Napoli, Pozzuoli e Torre del Greco nel napoletano,
questi cognomi sono antichissimi e sembra risalgano al sesto secolo, ricordiamo
di quest'epoca il santo eremita, padre benedettino, ed abate del monastero
della città di Sorrento, Antonino Cacciottolo. L'origine di questo
cognome dovrebbe essere da soprannomi basati sul termine greco antico κακκύτες
kaccùtes (vedi CACCIUTTO), o anche da un'alterazione ipocoristica del cognomen tardo
latino Catellus (cagnolino)
che attraverso varie alterazioni si dovrebbe essere trasformato in Caciottellus
e quindi in Caciottolus.
CACCIUTTO
Cacciutto è specifico dell'isola d'Ischia, di Lacco Ameno, Forio
e Barano d'Ischia, dovrebbe derivare da un soprannome grecanico basato
sul termine greco arcaico κατά
κύτες katà
kùtescontratto poi in κακκύτες
kaccùtes che significava sudatorio
o luogo termale riscaldato da fenomeni vulcanici
naturali, probabilmente ad indicare che il capostipite provenisse
da un luogo dove fossero stati presenti simili fenomeni vulcanici.
CACCO
Tipico dell'area padovano veneta,
dovrebbe derivare dal nome medioevale italiano Caco.
CACCURI
Caccuri è specifico del cosentino, di Campana, Rossano, Rovito,
Pietrafitta e Cosenza, dovrebbe derivare dal toponimo Caccuri nel crotonese,
probabile luogo d'origine della famiglia.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Caccuri è un cognome calabrese. Oltre che dal toponimo omonimo,
potrebbe essere una italianizzazione del cognome greco Kakuris.
CACI
Caci è un cognome tipicamente siciliano, di Gela nel nisseno, ma
anche dell'agrigentino, di Licata, Aragona, Agrigento, Porto Empedocle
e Ravanusa, potrebbe derivare da un soprannome originato dal mestiere di
casaro (produttore
di cacio), svolto forse dai capostipiti, ma non si può
escludere una possibile derivazione dal nome personale turco Qaji,
che potrebbe essere stato portato dai capostipiti.
CACICIA
Cacicia, molto raro, è tipico di Palermo con un ceppo anche ad Agrigento,
potrebbe derivare da una modificazione dialettale del nome arabo Hashim,
ma è pure possibile, se non addirittura più probabile, una
derivazione da un soprannome legato al vocabolo arabo hashish
o hashasha (erba,
erbaccia), il mondo islamico a varie riprese proibì l'uso
dell'hashish per i suoi effetti stupefacenti, ma lo stesso venne anche
usato per raggiungere l'estasi religiosa dai Sufi persiani e dai Dervisci
arabi, ricordiamo Hasan Ibn-Al Sabbah vissuto tra la fine del 1000 e gli
inizi del 1100 che fondò la setta degli hashes-hin
o mangiatori di hashish, da quel termine deriva l'odierno vocabolo assassino.
CACOPARDI
CACOPARDO
Cacopardi è assolutamente rarissimo e si tratta quasi sicuramente
di errori di trascrizione del più diffuso Cacopardo che è
specifico della costa nordorientale della Sicilia, di Messina, Taormina,
Gallodoro, Letojanni, Giardini Naxos e Casalvecchio Siculo nel messinese
e di Catania, potrebbero derivare da un soprannome o nomignolo scherzoso,
ma è anche possibile, se non addirittura più probabile, una
derivazione da un soprannome composto dal termine greco kakò
(cattivo, feroce) e dal termine pardos
(pantera), se consideriamo che in epoca
medioevale i saraceni erano anche chiamati con l'epiteto di pantere, si
potrebbe ipotizzare un origine saracena del capostipite.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cacopardo è un cognome della Sicilia orientale che viene dal greco
moderno 'kakòkardos' = afflitto,
triste. Rohlfs 36.
CACOZZA
Cacozza è tipicamente calabrese, dell'area che comprende il cosentino,
il crotonese ed il catanzarese.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
D'origine arbëreshë, il cognome Cacozza sembra derivare dalla
toponomastica albanese, se si considera che, in Albania, esistono due città
dal nome Kakoz (anche note come Cacossi),
situate rispettivamente nella prefettura di Berat e in quella di Argirocastro.
Con questo cognome, comunque, un esempio famoso è offerto dal poeta
e cantautore arbëreshë Pino Cacozza (nato a San Demetrio Corone,
Cosenza, nel 1957), che, nel mondo della musica arbëreshë, è
una delle figure più note e apprezzate dei nostri tempi.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cacozza: si tratta di una variante del cognome siciliano Cacòcciola
= carciofo. Rohlfs 57.
CADALANU
CADELANO
CADELANU
Cadalanu è quasi unico, forse del nuorese, Cadelanu, altrettanto
raro, sembrerebbe del cagliaritano, si tratta probabilmente di forme arcaiche
di Cadelano, che è molto diffuso nel cagliaritano, in particolare
a Quartu Sant'Elena, Cagliari, Quartucciu, Settimo San Pietro e Villasimius,
con un ceppo anche a Terralba nell'oristanese ed uno a Sassari, deriva
dall'etnico di Catalogna in lingua sarda.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CADELANO; CADALANU; CADELANU: cadalanu,
catalanu = di origini catalane.
.Come cognome è presente nelle carte antiche della Sardegna. Tra
i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE del 1388, figurano: Catalane Jacobus,
ville Algueri ** Ville Algueri.odierno Alghero. Camella Bernardus, Bos
Franciscus, Ferret Anthonius sindici, actores et procuratores.et nos, superius
nominati: Serra (de) Thomas, major camere; Pancie Comita, sub cancellarius;
Caso Anthonio procuratores.et singulos homines civitatum Sasseri et Ville
Ecclesiarum ac loci Telluri et locorum Mole de Posata et Iscle de Galtelì
ac Contrate de Baronia. Die sexta febroarii (1388)..; Cathalanu Comita
- de Aristanni. *** Aristanni: elenco dei nomi dei firmatari della PETIZIONE.
Omnes cives mercatores et habitatores dicte civitatis.nisi pastores bestiaminum
et quorum dificulter demorari non poterant.congregati. Porta la data :
die XIIII mensis Januarii M°. CCC°. LXXXVIII° et etc. Nel Condaghe
di Santa Maria di Bonarcado,CSMB, XI°, XIII° secolo, abbiamo :
Cadalanu Iohanne(94), in una donazione : posit Janne de Monte terra ad
clesia in Guraeda( ?), cabizale assa binia de donnu Goantine de Lacon,
tenendo assas cinnigas, pro s'anima sua cun boluntade bona
de Iohanne Cadalanu et de donna Preciosa..Nella storia ricordiamo : Catalan
Antonio, cagliaritano di origine provenzale. In periodo iberico del Regno
di Sardegna, nel 1668, acquistò all'asta la Baronia di Teulada e
nel 1670 ottenne, dal re di Spagna, il cavalierato ereditario e la nobiltà.
Attualmente il cognome Cadelano è presente in 48 Comuni italiani
di cui 22 in Sardegna: Quartu S. E. 144, Cagliari 51, Quartucciu 45, Terralba
44, etc. Cadalanu è presente in soli 2 Comuni: Nuoro 15, Orosei
3; Cadelanu è presente in soli 4 Comuni: Settimo, Sinna, Solemnis
etc. NOTA: il cognome Catalano è presente in tutta Italia con maggiore
diffusione in Sicilia (Palermo 1313); seguono: Roma con 693, Napoli con
481, Torino con 395, Milano con 389, etc. Catalano è presente anche
in Sardegna, ma di chiara importazione: Sassari 9, Iglesias 8, Assemini
6, etc.
CADAMAGNANI
Assolutamente rarissimo è tipico del piacentino, dovrebbe derivare
dal mestiere praticato dalla famiglia, quello di calderai o stagnini e
starebbe ad indicare quelli della casa degli stagnini, venditori o riparatori
di pentole.
CADAMURO
Cadamuro è specifico dell'area trevigiano, veneziana, di Musile
di Piave, San Donà di Piave, Venezia, Cavallino Treporti e Meolo
nel veneziano e di Cimadolmo, Treviso e Casale sul Sile nel trevisano,
troviamo tracce di questa cognominizzazione fra la borghesia di Capodistria
fin dal 1700, si può solo ipotizzare una derivazione da nomi di
località riferiti ad una casa con un muro, forse particolarmente
alto o lungo.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cadamuro è un cognome veneto che significa letteralmente 'casa
di muro', cioè 'murata'.
Olivieri 170.
CADAU
Tipicamente sardo, potrebbe derivare da una modificazione dal cognome spagnolo
Cadeu.
CADDEMI
Caddemi, quasi unico, sembrerebbe siciliano, dovrebbe derivare da un soprannome
basato sul termine arabo haddām (servo).
CADDEO
CADDEU
Tipici sardi delle province di Oristano e Cagliari, estremamente raro il
secondo, possono derivare da nomi di località come Is Caddeus nei
pressi di Decimomannu (CA), o più probabilmente dal cognome spagnolo
Cadeu, secondo alcuni dovrebbero derivare da modificazioni dialettali del
nome bizantino Kalleo.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CADDEO; CADDEU: di etimo e significato incerti. Prof. Massimo Pittau
suggerisce la derivazione dall'italiano Taddeo,
non da Coddeus, presente come nomen
in Africa, ma non in Sardegna. Il latino callum
significa pelle indurita, callo. In
greco abbiamo kalais = turchino
(pietra preziosa); kalèo = chiamare;
Kallèas, da Kallìas,
nel significato di bellezza o bontà.
Lo ritroviamo nelle carte antiche della Sardegna, generalmente nella variante
antica Calleo. Tra i firmatari della
Pace di Eleonora, LPDE del 1388 troviamo: Calleo Fuliado, jurato Villa
de Abbas (Santa Maria Acquas - Sardara); Calleo Marcho, ville de Sardara.
** SARDARA MONTIS REGALIS...11 GENNAIO 1388, et ego...Gadulesu Margiano
habitator ville Sardara, sindicus actor et procurator universitatis Contrate
Montis Regalis et villarum et etc. In posse Virde Andrea, Virde Joanne,
de Civitate Sasseri, notarii publici, die XI Januarii 1388. Nella storia
ricordiamo, Caddeo Rinaldo, di San Gavino Monreale (1881 - 1956), giornalista
e storico (Di.Sto.Sa). Attualmente il cognome Caddeo è presente
in 229 Comuni italiani, di cui 103 in Sardegna: Cagliari 243, Sardara 124,
Arbus 98, Quartu S. E. 73, Carbonia 53, Santadi 49, etc. Caddeu è
invece presente in 15 Comuni italiani, di cui 10 in Sardegna: Segariu 23,
Furti 11, Sanluri 9, Vallermosa 6, etc.
CADDIA
Caddìa, molto raro, è tipicamente sardo, ha piccoli ceppi
a Villacidro nel Medio Campidano, Cagliari e Usini nel sassarese.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CADDIA: caddìâ deriva
da caddìna per nasalizzazione
vocalica, per caduta della "n" intervocalica: fenomeno fonetico corrente
soprattutto nei dialetti meridionali. Caddìâ,
a sua volta deriva da gaddìâ, gaddìna,
dall'italiano gallina. Caddìna
potrebbe però derivare da cuàddu,
in campidanese, càddu nei dialetti
centrali: sa musca cuaddìna
(camp.), sa musca caddìna (dialetti
centrali) = la mosca dei cavalli. Una
femmina, una pippia c(u)addìna
= una donna, una bambina capricciosa,
cavallina. Esiste pure il termine càddia
o gàddia, che però significa
poplite, piega
o grinza della pelle o anche di un
vestito e deriva dal latino callum,
o callica. Per definire un vestito
spiegazzato diciamo: est tottu accaddionàu.
Il cognome Caddìa, con l'accento sulla "i" non deriva assolutamente
da càddia, piega. Abbiamo telefonato a tanti Caddìa della
Sardegna e tutti hanno puntualizzato l'accento sulla "i". Anche se nessuno
ha rimarcato il fenomeno fonetica della nasalizzazione. È comunque
cosa normale, ne abbiamo tantissimi esempi: Mascìâ, Carìâ,
Angiòî, Cardìâ, Pittàû, Lillìû,
Làî, etc.etc. Attualmente il cognome è presente in
36 Comuni italiani, di cui 20 in Sardegna: Villacidro 21, Cagliari 13,
Usini 11, Selargius 6, Capoterra 6, Pabillonis 3, etc.
CADDORI
Caddori, estremamente raro, tipicamente sardo, sembrerebbe specifico di
Arzana e Lotzorai nell'Ogliastra, dovrebbe derivare da un soprannome originato
dal vocabolo logudurese caddu (cavallo)
ed indicherebbe la qualifica di cavaliere attribuita al capostipite.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CADDORI: di significato ed etimo incerti. Potrebbe derivare da cavaddu,
cuaddu, caddu = cavallo,
dal tardo latino caballus, ed in questo
caso starebbe ad indicare le caratteristiche di un cavallo; con cavaddèri,
caddèri, cuaddèri, si indicano invece le caratteristiche
del cavaliere: caddèri = un
buon cavaliere. Più probabilmente deriva da caddu
= callo, dal latino callum.
Caddòsu significa di
pelle dura, ma anche ostinato,
come l'italiano incallito. Caddòri
quindi starebbe ad indicare una caratteristica della personalità,
ad esempio, ostinazione, caparbietà, testardaggine,
che sono peculiarità abbastanza comuni in noi sardi, in senso buono
ed in senso cattivo! Attualmente il cognome Caddòri è presente
in 8 Comuni italiani, di cui 7 in Sardegna: arzana 24, Lotzorai 14, Cagliari
5, etc.
CADEDDU
Tipico sardo, della fascia orientale e del cagliaritano, dovrebbe derivare
da un soprannome originato da una modificazione dialettale del vocabolo
latino catellus (cagnolino),
è abbastanza improbabile una derivazione dal vocabolo sardo caddu
(cavallo).
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CADEDDU: calèddu, calellèddu,
cathèddu, catzèddu = cagnolino
o cucciolo di cane. Viene dal latino catellus
= cucciolo di cane. Iscatzeddài/re,
significa togliere i cuccioli alla cagna
o anche ad altro animale. Cognome diffuso in tutta la Sardegna sin dai
tempi antichi. Negli antichi documenti della lingua sarda è presente
in diverse varianti. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, *LPDE del
1388, figurano: Cadeddu Angioleddu, ville Selluri (Sanluri - Seddori);
Cadeddu Anthonio, ville Mahara (Villamar); Cadeddu Marco, jurato ville
Duçaramanna (*odierno Ussaramanna. Contrate Marmille; Cadellu Guantino,
ville Magumadas (*Magomadas. Contrate Castri Serravallis); Catedu Bartholomeo,
majore (amministratore - sindaco)ville Oruinas (Ruinas); Catedu Guantino,
jurato(guardia giurata, collaboratore del maiore) ville Baugadi (*Bauyadi.villaggio
distrutto- Contrate Partis Milis) ; Catelli Marianus - de Aristanni (Oristano);
Catello Francisco - de Castri Januensis (Castelsardo); Catellu Arsòco,
majore ville Sia Sancte Lucie (* Odierno Siamanna. Contrate Campitani Simagis);
Catellu Francisco, jurato ville Pauli (*Paulilatino. Contrate Partis de
Guilcier); Catellu Leonardo, jurato ville Milis (*odierno Milis - Contrate
Partis de Milis); Cathellu Comita., ville Solgono(Sorgono - Mandrolisay
o Barbagia di Belvì); Cathellu Mariano, ville Solgono. Nella storia
ricordiamo: Cadeddu Gaetano, cagliaritano, studente di medicina, figlio
dell'avvocato Salvatore, col quale fu coinvolto nella congiura di
Palabanda, contro il governo piemontese. In seguito al fallimento dell'insurrezione
riuscì a dileguarsi. Lo ritroviamo poi con Napoleone Bonaparte e
sempre con lui a Waterloo, ma in qualità di direttore delle ambulanze.
Fu in seguito perseguitato come Bonapartista. Si rifugiò infine
in Toscana cambiando nome in Cadelli. A Pisa, sotto la protezione del Professor
Andrea Vacca, docente di chirurgia, riuscì a riprendere gli studi
ed a laurearsi in medicina. Fu poi, come medico ad Algeri. In seguito a
Tunisi e poi di nuovo in Italia. Ricoprì l'incarico di console di
Svezia, Norvegia e America a Sfax. Fu quindi di nuovo a Tunisi, dove morì
nel 1858. Cadello Diego Gregorio, del nobile casato dei Cadello,
marchesi di San Sperate, vescovo della archidiocesi di Cagliari dal 1798
al 1807, poi cardinale. Cadello Francesco Ignazio (padre del cardinale
Diego Gregorio) visse nel primo periodo sabaudo del Regno di Sardegna.
Fu uno dei più importanti giuristi del suo tempo. Percorse tutta
la carriera accademica e forense; infine fu proposto dal re di Sardegna
Carlo Emanuele I° per l'incarico di Reggente del Supremo Consiglio
di Sardegna, che rifiutò per motivi di salute. Attualmente il cognome
Cadeddu è presente in 320 Comuni italiani, di cui 143 in Sardegna:
Cagliari 252, Sassari 140, Guspini 114, Oristano 95, Quartu S. E. 88, Carbonia
81, Borore 80, Nuoro 59,. Etc. Nella penisola è Roma ad avere il
numero più alto con 131.
CADELLI
Cognome assolutamente raro, probabilmente
di origine friulana, dovrebbe derivare da soprannomi legati all'aferesi
di un toponimo come Roncadelle (TV), Falcade (BL), Biancade (TV) o simili.
CADENASSO
Cadenasso è tipico di Genova, dovrebbe derivare dall'italianizzazione
del termine francese cadenas (catenaccio,
serratura), forse indicando così che il mestiere del
capostipite fosse quella di fabbro esperto nella produzione di catenacci
e lucchetti.
CADENAZZI
CADENAZZO
CAENAZZO
Cadenazzi
è molto raro e sembrerebbe specifico del comasco, Cadenazzo è
praticamente unico, Caenazzo, rarissimo, è tipico veneziano, dovrebbe
derivare dal termine dialettale veneto caenazzo (catenaccio) tant'è
che nello stemma di cui si hanno tracce fin dal 1600 si vedono due ferri
da catenaccio incrociati. Si hanno tracce del cognome Caenazzo o Cadenazzo,
fin dal 1450 quando troviamo un "... Piero
Cadenazzo quidem Domenico sartor da Venezia...",
a Rovigno, in Istria, si trova un'iscrizione, nella chiesa di San Giuseppe,
che dice: "JO CAPITAN ISEPPO CAENAZZO FECI FAR PER
MIA DEVOZIONE ANO 1673".
CADENELLA
CADENELLI
Cadenella, praticamente unico, è veneziano, Cadenelli è specifico
di Vobarno nel bresciano, dovrebbero derivare da soprannomi basati sul
termine dialettale bresciano cadenel,
che significa sia catenaccio che quel
ferro particolare situato all'altezza della bocca della canna fumaria di
un camino, usato per appendervi tramite catene i paioli per cucinare.
CADEO
Cognome molto raro, parrebbe bergamasco,
ma dovrebbe derivare dal toponimo Cadeo (PC) o da un soprannome connesso
con l'abitare nelle prossimità di un monastero o una chiesa (casa
di dio - cà deo).
CADICAMO
CHIDICHIMO
Cadicamo, molto molto raro, è tipico del cosentino, Chidichimo,
un pò meno raro, è sempre tipico del cosentino, di Platacci,
Trebisacce, Villapiana e Castrovillari, si dovrebbe trattare di cognomi
di origini albanesi, che dovrebbero derivare da un toponimo.
CADILE
CADILI
Cadile, assolutamente rarissimo, sembrerebbe siciliano, di Tripi e Patti
nel messinese, Cadili, più comune è decisamente del messinese,
di Patti, Messina e Tripi, potrebbero derivare da forme dialettali derivate
dal termine e nome latino catellus
(cagnolino), una seconda ipotesi li
fa derivare da un soprannome grecanico con il significato di vasai.
CADONE
CADONEDDA
CADONI
Cadone è tipico di Alghero (SS), Cadonedda, forse del nuorese, sembrerebbe
ormai quasi scomparso, Cadoni è molto diffuso in tutta la Sardegna,
dovrebbero derivare, direttamente o tramite ipocoristici, da soprannomi
originati dai vocaboli sardi cadone o cadoni
(mercorella, pianta delle Euphorbiacee chiamata
anche mercurialis annua infestante dei vigneti e che da un pessimo sapore
al vino) forse usati in modo dispregiativo.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CADONE; CADONI: su cadòni
è un'erba, la mercorella: chenopodium
album. È un nemico dei viticoltori, perché da
un cattivo sapore al vino: "Custu binu tenit sabori
de cadòni"! Questo vino ha sapore
di mercorella.è da buttare! È proprio una peste:
rovina il vino! Sull'etimo della parola permangono incertezze, lo stesso
Wagner mette punto interrogativo. Dal nostro punto di vista, considerando
il fatto che i monaci bizantini sono stati i maestri, per i sardi, per
la conservazione dei prodotti della terra e per l'uso delle erbe
e delle piante officinali, oltre che per la cultura e la religione, abbiamo
pensato ad una parola greca contenente gli effetti della mercorella: col
verbo κάδω + όινος
(càdo + òinos)
= danneggio il vino. Non abbiamo altri
suggerimenti. Come cognome non l'abbiamo trovato nelle carte antiche. Nella
storia ricordiamo: Cadoni Antioco, storico del XIX° secolo, autore
di storia economica ed amministrativa. Fra le sue opere citiamo, Il Comune
di Iglesias ed il ministro Sella, del 1872. Attualmente il cognome Cadoni
è presente in 245 Comuni d'Italia, di cui 102 in Sardegna: Cagliari
122, Oristano 113, Santa Giusta 113, Quartu S. E. 103, Escolca 68, Sassari
53, etc. Roma ne conta 103. Cadone invece è presente in 6
Comuni italiani, di cui 3 in Sardegna.: Alghero 56, Selargius 3, Cagliari
3.
CADORE
CADORI
CADORIN
CADORINI
Cadore è abbastanza raro ed è tipico dell'alto bellunese
e di Bassano del Grappa ed area limitrofa nel vicentino, Cadori e Cadorini,
assolutamente rarissimi si trovano nel bresciano, Cadorin è tipico
del bellunese e trevigiano, dovrebbero derivare dai molti toponimi contenenti
il vocabolo Cadore o dall'etnico relativo.
integrazioni fornite da Davide
Cadore
i miei antenati risiedevano a Mason Vicentino dal 1600 e così
per altri Cadore oggi residenti a Bassano e Nove. Dai documenti che si
conservano presso la mia famiglia siamo potuti risalire quanto meno al
luogo di provenienza del nostro ceppo famigliare: Sospirolo, un paesino
in provincia di Belluno, che la famiglia ha lasciato a seguito della concessione
di terre nel vicentino da parte della Repubblica di Venezia per servigi
resi alla Repubblica stessa.
CADRINGHER
Assolutamente rarissimo, dovrebbe essere di origini ungheresi trapiantati
nell'alta Lombardia e deriverebbe dal cognome magiaro Kadringer. Personaggio
famoso è stato Remo Cadringher noto aviatore degli anni 30.
CADROBBI
Cadrobbi è tipico del Trentino, di Baselga di Pinè
in particolare, dovrebbe derivare dal termine tardo latino quadrobium
(quadrivio, incrocio tra quattro strade)
di cui riportiamo un esempio in un registro comunale del 1487: "...per
capicia decemseptem ad alios duos terminos inter quos est ampla via brachia
decemseptem et quartas duas Et deinde per capicia decemnovem et pedes quinque
itur versus quadrobium
ad alios duos terminos inter quos est ampla via capicia duos et pedes duos
Et ab inde itur infra per capicia tredecim ad alios duos terminos inter
quos est ampla via capicia duo pedes quatuor et oncias septem ...",
probabilmente perchè l'abitazione della famiglia era situata appunto
presso un incrocio di tal fatta.
CAEM
CAIM
Entrambi estremamente rari, presenti da tempo nel bresciano, derivano entrambi
dal nome ebreo sefardita Caim (Caino), tracce di questa cognominizzazione
le troviamo in un trattato di pace del 3 settembre 1143 concluso tra il
conte Alfonso di Tolosa, l'abate, i consoli e gli abitanti di Saint-Gilles
da una parte e i consoli di Pisa e di Genova dall'altra: "...Et
ego Lanfranchus Piper, consul Ianuensis ,et ego Willelmus
Caim, consul Pisanus, hoc idem sacramentum
quod nos facimus faciemus facere consulibus Genue et Pise...".".
CAFA
CAFA'
Cafa, quasi unico, è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione
di Cafà, che è specifico di Gela, dovrebbe derivare dal nome
della città bizantina di Cafà sul mar Nero, probabile luogo
d'origine della famiglia, forse fuggita con l'arrivo dei turchi, ma non
si può escludere una derivazione da un soprannome originato dal
termine arabo akfàs (dalle
gambe storte), Al Akfas
è anche un nome e cognome arabo.
CAFAGNA
CAFAGNI
CAFAGNO
Cafagna è tipicamente pugliese, del barese in particolare, di Barletta,
Bari ed Andria, Cafagni sembrerebbe unico ed è probabilmente dovuto
ad un errore di trascrizione, Cafagno è specifico di Bari, dovrebbero
tutti derivare dall'essere il capostipite un fattore o cafagiarius
(sovrintendente di campagna), o semplicemente
un abitante di un cafagium (cascina),
tracce di queste cognominizzazioni si trovano nel barese fin dal 1500.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cafagna è un cognome pugliese che potrebbe derivare dal sostantivo
regionale 'cavagno' = cesta,
canestro, paniere, oppure dal dialetto siciliano 'fiscella
per ricotta'. Minervini, 111.
Cafari è quasi unico, Cafaro è tipicamente meridionale, della
zona che comprende la Campania litoranea, la Basilicata e la Puglia, con
massima concentrazione nel salernitano e nel barese, Caffarella sembrerebbe
specifico di Trani nel barese, Caffarelli ha vari ceppi, nel ternano e
reatino, a Roma, ed in Sicilia nel messinese a San Piero Patti e Patti,
ed a Palermo, Caffarello, quasi unico, sembrerebbe siciliano, Caffari sembra
tipico del Lazio, Caffaro, molto raro, e Caffarel quasi unico sono specifici
del basso torinese, della zona di Pinerolo e dintorni in particolare, Caffarri
è specifico dell'area reggiana, dovrebbero derivare, direttamente
o tramite forme ipocoristiche, dal nome medioevale Cafarus
o Caffarus di cui abbiamo un esempio
a cavallo tra XI° e XII° secolo con il marinaio, crociato,
console di Genova: "..Caffarus
de Caschifellone Genuensis Rei publicae rector
et historiographus...", dagli Annali genovesi anni 1099-1163: "...Ianua
tuta quidem fuit illo consule pridem, Urbs ea que movit, quod sic ex ordine
novit; Nomen ei Cafarus,
presens quem signat imago; Vivat in eternum cuius generosa propago, le forme meridionali potrebbero anche derivare da soprannomi originati
dal vocabolo arabo kaafir (infedele).
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cafaro è un cognome meridionale che oltre all'ipotesi di 'kafir'
= infedele, potrebbe anche derivare
dall'aggettivo calabrese e siciliano 'càfaru'
= tarlato.
CAFASSI
CAFASSO
CAFAZZA
CAFAZZO
integrazioni di Stefano Ferrazzi
Cafassi, unico, si riscontra soltanto a Settala (MI), Cafasso, molto
più diffuso, ha due ceppi principali, uno fra il napoletano, l'avellinese
e il salernitano e l'altro fra il torinese, il vercellese e l'astigiano,
Cafazza, quasi unico, è presente esclusivamente nel trapanese e
a Carrara (MS), Cafazzo, piuttosto raro, ha un nucleo maggiore fra l'avellinese
e il foggiano, tutti questi cognomi derivano dal nome medievale Cafasso,
l'italianizzazione, cioè, del personale greco Kaiaphas:
si tratta, in realtà, di un nome d'origine aramaica, reso noto nel
Nuovo Testamento tramite la figura di Yhosef Bar
Kayafa, uno dei giudici, cioè, che parteciparono al processo
di Gesù. In epoca molto più recente, personaggio di rilievo
fu il sacerdote piemontese Giuseppe Cafasso (nato a Castelnuovo d'Asti
nel 1811 e morto a Torino nel 1860), che, canonizzato nel 1947 e proclamato
patrono dei condannati a morte, è oggi ricordato come San Giuseppe
Cafasso. Per quanto riguarda i cognomi in questione, si tratta comunque
delle cognominizzazioni dei nomi personali dei capostipiti.
CAFFARATA
CAFFARATI
CAFFARATO
Caffarata, assolutamente rarissimo, tipicamente ligure, sembrerebbe originario
dello spezzino, Caffarati, quasi unico, e Caffarato, che sembrerebbe unico,
dovrebbero essere dovuti ad errate trascrizioni del precedente, che dovrebbe
essere di origini provenzali e derivare da alterazioni dialettali del termine
occitano cafroth, cafarot
(piccolo anfratto o grotta), forse
ad identificare caratteristiche del luogo di provenienza del capostipite,
una seconda ipotesi, meno probabile, propone un collegamento con l'antico
termine medioevale francese cafre (lebbroso).
CAFFARENA
Caffarena è specifico di Genova, Recco e Bogliasco nel genovese,
dovrebbe derivare dal nome della località di Caffarena di Propata
(GE), vicino a Bavastri, circa a 35 chilometri a nordest di Genova, troviamo
traccia di questa cognominizzazione a Recco nel 1700 con il notaio Levantino
Caffarena, verso la fine dello stesso secolo Pietro Maria Caffarena esercita
invece a Levanto nello spezzino.
CAFICI
Cafici è tipicamente siciliano, molto raro, ha un ceppo a Ramacca
nel catanese, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale basato sull'alterazione
del termine arabo akfas (dalle
gambe arcuate), probabilmente a sottolineare un particolare
dell'aspetto del capostipite.
CAFIERI
CAFIERO
CAFORIO
CAFUERI
Cafieri, assolutamente rarissimo, è quasi certamente dovuto ad errori
di trascrizione di Cafiero che ha un ceppo nel napoletano a Napoli, Castellammare
di Stabia, Meta e Piano di Sorrento ed uno salentino a Lecce e Brindisi,
Caforio è tipicamente pugliese, dell'area che comprende il barese,
il brindisino ed il tarentino, Cafueri sembra specifico del brindisino,
di Francavilla Fontana in particolare, dovrebbero tutti derivare dal nome
medioevale di origine germanica Gauferius
di cui abbiamo un esempio in questo scritto del 1132: "In
nomine Dei eterni et Salvatoris nostri Jesu Christi. Anno incarnations
eiusdem millesimo centesimo tricesimo secondo, mense iunio, indictione
decima. Nos Alexander Cupersanensis comes et Tancredus Cupersani et Gauferius
Catenzanii comes et Robertus Gravini iuramus
ex precepto et voluntate domini nostri Rogerii Sicilie et Italie regis
magnifici per hec sancta evangelia...".
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cafiero, Cafieri: Cognome presente anche in Veneto: secondo Olivieri
133 viene dai personali Cayfer, Gafier
dell'epopea francese. Per Minervini 111 può invece riflettere il
microtoponimo Cafièri (CZ) derivato dall'arabo 'kāfir'
= incredulo, infedele.
CAFRA
Cafra, molto raro, è specifico del siracusano, di Sortino e Melilli
in particolare, dovrebbe derivare dal toponimo spagnolo Cafra, un paese
dell'Estremadura.
Tutti questi cognomi sono assolutamente rarissimi, sicuramente siciliani,
dovrebbero derivare da soprannomi originato dal vocabolo arabo haggag
(pellegrino, di chi va in giro per il mondo), ma è pure
possibile un collegamento con il termine dialettale gagghiu
(dal colore marezzato, pezzato).
CAGGIANO
Cognome di origine meridionale,
dell'area campana, lucana e pugliese, deriva dal toponimo omonimo in provincia
di Salerno.
CAGLIA
Presente a macchia di leopardo
sul territorio nazionale, dovrebbe essere originario della Basilicata.
CAGLIERO
Tipico del Piemonte occidentale, di Torino in particolare, potrebbe derivare
dall'aferesi modificata del nome di località Moncalieri (TO), secondo
un'altra ipotesi potrebbe derivare dal nome della famiglia romana De Caleris.
integrazioni fornite da Daniele
Zaia
Il cognome Cagliero potrebbe derivare da un nome di mestiere originato
dalla voce dialettale piemontese "cajié",
calzolaio.
CAGNAZZI
CAGNAZZO
Entrambi questi cognomi sarebbero
di origine pugliese, probabilmente della provincia di Brindisi, una possibile
origine è dal toponimo Cagnano Varano (FG).
CAGNES
Cagnes è specifico di Gela nel nisseno, potrebbe essere di origini
normanne e derivare dal nome di persona Cagne,
come potrebbe pure, e più probabilmente, identificare un capostipite
normanno originario del paese di Cahagnes in Normandia.
Cagni è lombardo della zona tra Brescia Lodi e Cremona, Cagnola
è specificatamente milanese, Cagnoli del centro nord, Cagnolo dell'area
ligure piemontese e del centro nord, con massima diffusione in provincia
di Milano ed in Lombardia Cagnoni, Cagnotti, molto raro, è del cuneese,
Cagnotto ha un ceppo a Fossano nel cuneese ed a Torino ed un piccolissimo
ceppo veneto nel padovano. La derivazione può essere, direttamente
o attraverso varie forme ipocoristiche, dal toponimo Cagno nel comasco,
da Cagnola nel padovano o da altre località simili, oppure dal nome
medioevale Cane, ricordiamo il famoso
Cane Grande della Scala, o da Canio,
o da soprannomi legati al rapporto con la famiglia Della Scala.
CAGNINA
LA CAGNINA
LACAGNINA
Cagnina ha un ceppo a San Cataldo, Santa Caterina Villarmosa e Caltanissetta
nel nisseno ed a Partinico e Palermo nel palermitano, La Cagnina è
tipicamente siciliano, di Palermo, Scicli nel ragusano e nel nisseno di
Riesi, San Cataldo e Caltanissetta, Lacagnina, sempre siciliano, è
specifico di Caltanissetta, potrebbe derivare dal nome medioevale francese
Cagnin, ma non si può escludere
una derivazione da un'alterazione dialettale di una forma ipocoristica
del nome femminile latino Cania., un'ultima
ipotesi li farebbe derivare da alterazioni dialettali del termine catalano
canya (cagna),
ma la cosa appare come molto poco probabile.
CAGOL
Decisamente trentino, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal
vocabolo dialettale cagola (pallottolina di sterco) e starebbe ad indicare
chi controlla appunto queste pallottole di sterco, cioè un cacciatore.
integrazioni fornite da Giacomo
Ganza / Villa di Tirano (Sondrio)
il cognome deriva dalla parola del dialetto locale, col significato
di sterco di animali. Come soprannome si riferisce a quelle persone incaricate
di osservare lo sterco degli animali selvatici per studiarne le tracce.
Il cognome oltre che in Trentino è presente molto sporadicamente
anche nel Veneto e in Lombardia.
CAGOZZI
Cagozzi, molto raro, è tipicamente emiliano, di Sorbolo e Parma
nel parmense e di Poviglio nel reggiano, dovrebbe derivare da un soprannome
basato sul termine dialettale emiliano cagòzz
(dissenteria, diarrea, ma anche
fifa, paura).
CAI
CAIA
CAIO
GAI
GAIA
GAIO
Cai è tipicamente toscano dell'area che comprende le province di
Pisa e Firenze, Caia ha un piccolo ceppo calabrese a Bagnara Calabra ed
a Oppido Mamertina ed il ceppo principale a Siracusa ed Avola, Caio, oltre
al ceppo lombardo, soprattutto nel bergamasco, ha un ceppo anche nel barese,
Gai è tipicamente del Piemonte e Liguria occidentali, con un ceppo
anche nel Pistoiese ed a Roma, Gaia è tipico dell'area lombardo,
ligure, piemontese, con un ceppo anche nel riminese e pesarese, Gaio, ha
un nucleo veneto, soprattutto a Lamon nel bellunese ed a Feltre, a montebelluna
nel trevisano, a Venezia ed a Bassano del Grappa nel vicentino, con un
piccolo ceppo anche nel napoletano, dovrebbero derivare
dal praenomen latino Caius
o Gaius di cui abbiamo il più
illustre esempio in Caio (o Gaio) Giulio Cesare, in alcuni casi potrebbero
derivare dalla Gens Gaia
o Gavia, o dal relativo nomen
Gaius, Gaia.
Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo fin dall'anno 1077 a Cremona
in una Cartula offersionis dove tra i testimoni troviamo: "...Signa
++++ manuum Dothoni et Petri germanis, filii quondam Sansommi, ...., etiam
Alberici de Verdello, Alberici Rimizani, Bernardi
de Gaio, testium...".
CAIAFA
CAIAFFA
Caiafa è tipico del napoletano e del salernitano, Caiaffa è
pugliese, con un ceppo nel leccese a Lequile, Vegle e Lecce, ed uno nel
foggiano a Cerignola e Foggia, dovrebbero derivare dal nome giudaico Caiafa,
ricordiamo che uno dei giudici di Gesù, Caiafa
(Caifa), era il sommo sacerdote nominato
dal governo romano.
CAIANI
CAIANO
Caiani ha un ceppo nel milanese, uno nel fiorentino ed aretino ed uno nel
latinense, Caiano ha un ceppo nell'astigiano, uno nel pescarese ed uno
nel napoletano, dovrebbero derivare da nomi di località come Caiano
(AR) (TE), Piani di Caiano (RM), Poggio a Caiano (PO), o da altri possedimenti
di un Caius il cui nome latino sarebbe stato Fundus Caianus, ma è
pure possibile che derivino dal nome latino Caianus,
spesso attribuito a liberti di un Caius, di cui abbiamo un esempio nel
Chronicon Cabionis: "...Sed hoc petentem ante tribunal
Italici milites trucidarunt. Hic exitus perfidiae fuit Ruffini. Post Ruffini
mortem et alius dux Gotticus et Arianus nomine Caianus,
seditionem adversus Arcadium movit, in qua manifestis miraculis Deus ostendit
se urbem Constantinopolin et Arcadium protexisse. ..".
CAIATI
CAIATO
Caiati è abbastanza raro
ed è specifico della zona tra Bari e Bitonto, Caiato, assolutamente
rarissimo sembrerebbe originario di Trani.
CAIAZZO
Cognome decisamente campano del
casertano, deriva dal toponimo Caiazzo (CE).
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Caiazzo oltre che cognome campano dal toponimo Caiazzo (CE), è
anche cognome lucano, calabrese, siciliano e salentino; per G. Rohlfs viene
probabilmente dal termine calabrese cajazzu
'uomo spregevole'.
CAIBUGATTI
Caibugatti, quasi unico, sembrerebbe dell'aretino, dovrebbe derivare dal
nome della località Caibugatti, una frazione di Badia Tedalda nell'aretino.
CAICO
CAICCO
Caico, assolutamente rarissimo, parrebbe dell'agrigentino, Caicco, ancora
più raro, potrebbe essere calabrese.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
Caico piuttosto raro, ha un ceppo maggiore nell'agrigentino, Caicco,
rarissimo, pare essere originario del cosentino, entrambi questi cognomi
derivano dall'antico italiano caicco,
che indica una piccola imbarcazione a remi, utilizzata soprattutto per
la pesca: l'origine di questo vocabolo va ricercata nel greco kaiki
(derivato a sua volta dal turco qayk),
con uguale significato. Solo per curiosità, va detto che, in Grecia,
il kaiki è oggigiorno utilizzato anche a scopo turistico da parte
dei pescatori greci, che offrono appunto ai turisti delle brevi escursioni
in barca per ammirare il paesaggio circostante (cosa che avviene per lo
più nelle isole di Corfu e Mykonos). Per quanto riguarda i cognomi
Caico e Caicco, comunque, si tratta delle cognominizzazioni di nomi di
mestiere attribuiti ai capostipiti, che erano dunque o dei pescatori o
dei fabbricanti di caicchi.
CAIELLA
CAIELLI
CAIELLO
Caiella ha un piccolo ceppo a Roma ed uno a Matera, Caielli ha un ceppo
a Cerano ed Arona nel novarese, a Borghetto di Borbera nell'alessandrino,
e nel varesotto a Sesto Calende, Vergiate e Jerago con Orago, Caiello è
tipico di Orvieto nel ternano, di Terni e di Todi nel perugino, dovrebbero
derivare da forme ipocoristiche del praenomen latino Caius,
Caia, probabilmente portato dai capostipiti,
tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Borgomanero nel novarese
fin dal 1400, dal 1457 al 1459 è Podestà di Borgomanero un
tale Antonius Caiellus.
CAIFANO
Assolutamente rarissimo, sembrerebbe originario della zona di Viggiano
(PZ) e Grumento Nova (PZ), dovrebbe derivare dal nome giudaico Caifa. (vedi
Caiafa)
CAIFFA
Molto molto raro sembra tipico di Gallipoli, dovrebbe essere di origine
araba potrebbe derivare dal termine Kalifa (uomo potente, equivalente di
un nostro feudatario) ma più probabilmente deriva dal toponimo palestinese
Caiffa (l'odierna Haifa in Israele) rocca cristiana all'epoca dei Crociati
rasa al suolo nel 1191 da Saladino.
CAIFFI
CAIFFO
Caiffi, quasi unico, è dello spezzino, Caiffo è presente
in forma solitaria solo in Campania nel napoletano, dovrebbe derivare da
un soprannome originato dal termine arabo khalifa
(in italiano il califfo), che identifica
il capo supremo del paese, una specie di sindaco, ma utilizzato in Liguria
ad indicare anche un capobarca.
CAIMI
CAIMMI
Caimi è un cognome lombardo, originario delle provincie di Varese,
Como e Milano, Caimmi è tipico marchigiano, della zona di Falconara
Marittima (AN), i Caimi furono signori feudali di Turate (CO), nel repertorio
delle famiglie nobili di Milano e contado del 1277 compaiono come una delle
200 famiglie più importanti, per la derivazione etimologica vedere CAEM.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Caimi è diffusissimo in Lombardia, ma presente anche in Piemonte,
Liguria e Sicilia, sporadicamente in altre zone d'Italia. Secondo alcuni
(Francipane) deriva dal personale germanico Aimo
da 'haimi' = patria,
casa. Per altri (Lurati) da Cà
+ Aimo. Per altri ancora (Pellegrini) deriva invece dall'arabo
'qaim' = colui
che esegue il volere di Dio, ipotesi abbastanza verosimile almeno
per la Sicilia, o da 'Caino' dall'ebraico
Qájin (Olivieri). Da notare
che mentre nel Nord l'accento cade sulla a (Càimi), altrove (es.
Rimini) cade invece sulla i (Caìmi).
CAINA
Caina sembrerebbe unico, di probabile origine meridionale, dovrebbe derivare
dal termine arabo kahina (maga,
indovina).
CAIOLA
CAIOLI
CAIOLO
Caiola sembra avere due ceppi,
uno siciliano ed uno mantovano, Caioli appare essere fiorentino, mentre
Caiolo rarissimo è probabilmente siciliano, l'origine di questi
cognomi è incerta, i ceppi siciliani potrebbero derivare da soprannomi
legati al vocabolo dialettale caiola (gabbia), il ceppo lombardo potrebbe
derivare dal toponimo Caiolo (SO), per tutti questi cognomi rimane la possibilità
di una derivazione da un diminutivo del nome gentilizio latino Caius (Caiolus).
CAIONE
CAIONI
Caione ha un ceppo abruzzese a l'Aquila e San Demetrio ne` Vestini, uno
a Roma, uno nel foggiano, uno nel leccese e nel materano, Caioni ha un
ceppo a Prato ed uno nel Piceno a San Benedetto del Tronto, Ascoli Piceno,
Monsampolo del Tronto e Monteprandone, ed un ceppo a Roma, potrebbe derivare
da una forma accrescitiva del nome latino Caius,
del cui uso abbiamo un esempio in uno scritto del 1639: "...Et
enim Locamerus parum tribuebat librorum multitudini, neque plus locorum,
quos appellitant, communium coacervationi; sed unico Caione
Iustiniano, cui sane annotationibus quottidianis
magnam in margine lucem intulit, vel si interprete opus...", ma
è pure possibile una derivazione da antichi nomi di località
come quello citato in una Cartula offertionis
pro anima dell'anno 1050: "...ego Burno,
filius quondam Benedicti, de vico Burno, loci
Caioni, qui profeso sum ex natjone mea lege
vivere Romana, offertor et donator ipsius monesterii, presens presentibus
dixit...".
CAIOZZO
Cognome molto raro tipico del palermitano
sembrerebbe di origine normanna, potrebbe derivare dal nome brettone Kaios,
ma potrebbe anche derivare da una modificazione del toponimo Caiazzo (CE).
CAIRA
CAIRO
Caira ha un nucleo ad Atina (FR) ed uno nel cosentino a Rende in particolare,
Cairo ha un ceppo tra sudmilanese e pavese, che dovrebbe derivare dal toponimo
Pieve del Cairo (PV), un ceppo salentino ed uno nel cosentino, secondo
alcuni i ceppi meridionali potrebbero derivare dal nome normanno Cahir,
secondo altri deriverebbero da soprannomi originati dal termine arabo
hair (gentile, buono).
CAIRATI
Cairati è tipico del milanese, di Milano, Settimo Milanese, Abbiategrasso,
Rebecco sul Naviglio e Cusago, dovrebbe derivare dal toponimo di Cairate nel
varesotto, probabile luogo d'origine dei capostipiti, toponimo che a sua
volta dovrebbe derivare dal termine preinsubrico cairu
(pietra), forse ad indicare il paese
come un luogo da cui si estraevano le pietre da costruzione.
CAIS
Cais è tipico del trevisano, di Conegliano, San Pietro di Feletto
e Santa Lucia di Piave, di origine oscura potrebbe trattarsi di una forma
dialettale derivata dal nomen latino Caius,
secondo alcuni deriverebbe invece dal termine callis
(le piccole strade strette fra le case) e indicherebbe un'origine cittadina
del capostipite.
CAITO
Caito, specifico del trapanese, di Trapani, Erice e Marsala, dovrebbe derivare
da un soprannome basato sul termine arabo qāid
(governatore, chi comanda un territorio).
CAIUMI
CAJUMI
Caiumi è tipico di Modena e Carpi nel modenese e di Reggio Emilia, Cajumi è quasi unico,
dovrebbero derivare da un'alterazione del nome ebraico Caim
(Caino), il nome Caium
esiste presso gli arabi del nordafrica come forma arcaica di Caim,
assolutamente improbabile l'ipotesi che possa derivare dalla forma accusativa
Caium del praenomen latino Caius.
CAIVANO
Caivano è tipico della Campania, soprattutto di Salerno, e della
Basilicata, dove è massimamente concentrato nel potentino, a Picerno
in particolare, sembrerebbe derivare dal nome del paese di Caivano nel
napoletano, ma, molto più probabilmente, prende il nome dal paese
di Calvanico nel salernitano, anticamente chiamato Cluvianum.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Caivano è cognome campano dal toponimo omonimo in provincia
di Napoli. Alla base c'è un nome di origine gentilizia: Calvius,
e il paese era un 'praedium Calvianum'
che subì nel linguaggio popolare la vocalizzazione della 'l': Calvianum
> Caivanum.
CAIZZA
CAIZZI
CAIZZO
Caizza è specifico di Campobello di Licata nell'agrigentino, Caizzi
ha un piccolo ceppo a Napoli, uno a Vieste e Foggia nel foggiano ed a Bari
ed uno a Palma di Montechiaro nell'agrigentino, Caizzo, quasi unico, è
dell'area lucano, pugliese, molisana, tutti questi cognomi dovrebbero essere
di origini albanesi e derivare dal nome della città di Kajca o Caizza
nella regione di Girocastro in Albania.
CAL
Cal ha un ceppo veneto, nel trevisano, a Moreno di Piave, Oderzo e Vazzola,
qualche presenza a Iesolo nel veneziano e nel pordenonese a Porcia e Chions,
con presenze secondarie anche a Cisterna di Latina nel latinense ed a Fiumicino
nel romano, dovrebbe essere di origini ungheresi o slave.
CALÀ
Tipico siciliano, del nisseno in particolare, potrebbe
derivare da un soprannome originato dal vocabolo greco kalon
(bello, buono).
Tracce illustri di questa cognominizzazione le troviamo nel 1200 a Martirano
(CZ) con Giovanni ed Enrico Calà al seguito dell'imperatore Enrico
VI°, nel Cilento nel 1600 quando il casato dei Calà diviene
feudatario del territorio di Sassano (SA) e di Canna (CS).
CALABRESE
Molto diffuso in tutto il centrosud, deriva dall'etnico di Calabria.
CALABRETTA
Calabretta ha un ceppo nel catanese ed uno nel catanzarese e crotonese,
dovrebbe indicare un'origine calabrese della famiglia attraverso una forma
neogreca Kalabrita per abitante della Calabria.
CALABRETTI
CALABRETTO
CALABRITTA
Calabretti è del brindisino, Calabretto è del barese, Calabritta,
che sembrerebbe unico, è del barese, dovrebbero derivare dall'antico
nome del Salento chiamato in epoca romana Calabria o Messapia, tutti questi
cognomi starebbero ad indicare un'origine salentina del capostipite.
CALABRIA
Calabria è presente a macchia di leopardo un pò in tutt'Italia,
dovrebbe semplicemente indicare la regione di provenienza della famiglia,
cioè la Calabria.
CALABRITTO
Calabritto è specifico di Santa Maria Capua Vetere nel casertano,
potrebbe derivare da un soprannome originato dal modo di dire greco kala
britton (bella pietra) che
definiva forse un tempo una località della zona.
integrazioni fornite da Vincenzo
Scognamiglio
dovrebbe derivare dal toponimo Calabritto nell'avellinese.
CALABRO
CALABRO'
Calabro, abbastanza raro, è tipico del Salento, Calabrò ha
un nucleo in Sicilia, nel reggino e nel cosentino, con ceppi anche nel
napoletano, a Roma e nel cagliaritano, derivano dalla forma greca per calabrese
kalabròs (abitante
della Calabria), ricordiamo che il Salento in epoca romana veniva
chiamato Calabria.
CALACIURA
CALICIURI
Caliciura è tipicamente siciliano, ha un ceppo nel catanese, uno
a Butera nel nisseno ed uno a Palermo, ma è ben distribuito in tutta
l'isola, Caliciuri, molto più raro è calabrese.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
Calaciura è tipico del catanese e del nisseno, Caliciuri, molto
raro, pare originario del reggino, questi cognomi derivano entrambi dal
nome greco Kalokioures o Kalokyres,
col significato di buon signore, buon
uomo (dal greco kalos = buono,
bello e kyrios = signore).
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Calaciura secondo G. Rohlfs 57 deriva dal termine greco 'kalokýris'
che significa semplicemente 'prete'. Cfr.
anche Caracausi 130.
CALAFA
CALAFA'
Calafa è assolutamente rarissimo, Calafà sempre estremamente
raro sembrerebbe di Verona, potrebbe essere di origini veneziane e derivare
dal mestiere di calafatore (dal bizantino kalaphatêin)
cioè di chi calafata cioè rende impermeabili le giunture
delle imbarcazioni.
CALAFATA
CALAFATI
CALAFATO
CALAFATTI
CALAFATTO
Calafata, praticamente unico, è del palermitano, Calafati sembrerebbe
di origini calabresi, di Cessaniti nel vibonese in particolare, Calafato
ha un ceppo a Napoli ed in Sicilia a Mazara del Vallo nel trapanese, a
Palma di Montichiaro, Ravanusa e Licata nell'agrigentino ed a Riesi nel
nisseno, Calafatti, quasi unico, e Calafatto che sembra proprio essere
unico, sono probabilmente dovuti ad un'errata trascrizione dei precedenti,
dovrebbero derivare da un soprannome grecanico originato dall'unione dei
termini καλώς kalos (buona)
e φάτις fatis (fama),
indicando probabilmente che il capostipite fosse stato un personaggio di
buona fama, probabilmente onorato presso la sua comunità, non si
può escludere che in qualche caso possano derivare dal mestiere
di calafatore (vedi
CALAFA).
CALAFIORE
Ha un nucleo siciliano a Palermo e nel palermitano ed a Siracusa e nel
siracusano, con una presenza significativa anche a Messina ed a Napoli,
dovrebbe derivare da un nome originato dalla fusione del termine greco
kalos (bello) e fiore e starebbe per
Belfiore.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
Cognome tipico della Sicilia e della punta meridionale della Calabria,
con ceppi maggiori nel siracusano, nel palermitano e nel reggino, ma con
un ceppo non secondario anche nel napoletano, deriva da un adattamento
piuttosto radicale del nome greco Kalokioures
o Kalokyres, col significato di buon
signore, buon uomo (dal greco kalos=buono,
bello e kyrios=signore)
CALAMAI
Decisamente toscano, specifico della zona che comprende il fiorentino ed
il pistoiese, potrebbe derivare dal toponimo fenicio Kalama in Numidia,
anche se lo ritengo poco probabile, ed avrebbe pertanto la stessa etimologia
del toponimo Calamecca (PT), più probabilmente deriva dal termine
latino calamarius e può essere legata alla funzione di scrivano
(calamarius era, in latino, la custodia degli arnesi per scrivere).
CALAMANDREI
Calamandrei ha un ceppo a Firenze e nel fiorentino ed uno a Fano nel pesarese,
potrebbe derivare dal nome medioevale Calamandro
di cui abbiamo un esempio: "...Che il Principe di
Francia uccise il gigante Calamandro
in tempo, che il compagno haueua ucciso l'altro caualliere, la gran cura,
che fi prese la donzella Mora per la salute del suo creduto amante, &
come dopo l'esser guarito, si misero tutti a mirare il marauiglioso fonte.
..:", o anche, molto più probabilmente, da un soprannome
originato dal termine kalamandrea,
pianta erbacea curativa succedanea dello zucchero in epoca medioevale,
come leggiamo in questo scritto del 1310: "...Ancora
prendete tuzia polverezata sottil mente e stenperata con sugho di kalamandrea...",
potrebbe, anche se altamente improbabile, derivare dal vocabolo calamandro,
una sorta di legno esotico (indiano) molto duro, una traccia molto antica
di questa cognominizzazione in Toscana la troviamo alla fine dell'anno
1294: "...In questo mentre stimandosi papa Bonifìido
esser venuto il tempo opportuno, che i Siciliani ricevessero il re Carlo,
mandò in Sicilia Bonifacio Calamandro,
uomo astutissimo e molto pratico nelle legazioni e faccende di importanza,
a persuadere i Siciliani a pigliar per lor signore il re Carlo...".
CALAMANI
CALAMANO
Calamani, molto molto raro, parrebbe dell'Italia centrosettentrionale,
Calamano, quasi unico, parrebbe ligure, dovrebbero derivare dal nome medioevale
bizantino Calamanus di cui abbiamo
un esempio nella Historia rerum gestarum in partibus
transmarinis sulle Crociate: "...Displicuerat
sane ab initio sibi, quod hostes ab obsidione discedentes, fuerant insecuti;
et dissuadere adorsus fuerat, sed praevaluit inutilior aliorum sententia.
Dominus autem Boamundus princeps Antiochenus, dominus quoque Raimundus
comes Tripolitanus, Calamanus
etiam Ciliciae procurator, Hugo quoque de Liniziaco, de quo superius fecimus
mentionem; Joscelinus etiam tertius, comitis Edessani secundi Joscelini
filius, et multi alii nobiles, ut vitae cum probro et ignominia consulerent,
hostibus se tradentes, vinculis tanquam vilia mancipia, miserabiliter alligantur;
et Halapiam traducti, spectaculum facti sunt populis infidelibus et carceribus
mancipati. ...", nome a sua volta derivato dal nome ebraico Kaliman
(vedi CALIMAN).
CALAMARI
CALAMARO
Calamari ha un ceppo nel piacentino, uno in provincia di Lucca ed uno tra
la provincia di Roma ed il frusinate, di Calamaro si individuano tre ceppi
distinti, uno in provincia di Genova, Napoli e Siracusa, l'origine di questi
cognomi può essere legata alla funzione di scrivano (calamarius
era, in latino, la custodia degli arnesi per scrivere), come a quella di
pescatore.
CALAMI
Assolutamente rarissimo, potrebbe essere toscano, potrebbe derivare da
un soprannome originato dal mestiere di scrivano, cioè di un utilizzatore
di calami (penne).
CALAMIA
Tipico del trapanese, dovrebbe derivare da un toponimo greco Kalami, questo
nome è abbastanza diffuso nella zona d'influenza degli antichi greci,
ricordiamo a titolo di esempio una cittadina a 3 chilometri da Samo ed
una sull'isola di Corfù che portano entrambe questo nome.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Calamia è cognome siciliano, calabrese e napoletano: dal greco
'ta kalàmia' = le
canne. Rohlfs 57.
CALAMIDA
Assolutamente rarissimo, è tipico di Cagliari, potrebbe derivare
da un soprannome originato dal vocabolo sardo calamidade
(calamità).
CALAMINICI
Calaminici, molto raro, è tipicamente calabrese, di Catanzaro e
Petilia Policastro nel crotonese, dovrebbe derivare dal nome della località
di origine della famiglia, località caratterizzata dalla presenza
di un canneto, che in grecanico si diceva kalamionas.
CALAMO
Tipico del brindisino, è in particolare specifico di Ostuni (BR),
potrebbe derivare da un soprannome originato dal calamo, radice con un
forte odore aromatico di cannella, o dal toponimo greco Kalamos (città
a 45 km da Atene).
CALAMONACI
Calamonaci, quasi unico, è siciliano e dovrebbe derivare dal nome
del paese di Calamonaci nell'agrigentino.
CALAMOSCA
Calamosca, molto raro, è sicuramente emiliano, di Imola e Bologna.
CALANCA
CALANCHI
Calanca ha un piccolo ceppo tra varesotto e milanese, che deriva probabilmente
dal nome della Val Calanca. attualmente in Svizzera, il ceppo più
importante a Mirandola, Modena, San Felice sul Panaro, Medolla e Soliera
nel modenese ed a Bologna ed un ceppo a Graffignano e Civitella d'Agliano
nel viterbese ed a Roma, Calanchi è specifico di Bologna e di Spilamberto
nel modenese, dovrebbero derivare dal fatto che i capostipiti provenissero
da zone di calanchi (dirupi,
solchi di erosione prodotti in terreni argillosi
o marnosi tipici ad esempio delle pendici dell'appennino emiliano),
o da nomi di località come la Collina, della Calanca tra pistoiese
e modenese.
CALANDRA
CALANDRI
CALANDRIA
CALANDRO
Calandra è diffusissimo in tutta la Sicilia e nel napoletano, Calandri
ha un ceppo piemontese, nel torinese e soprattutto nel cuneese, ed in Liguria
nell'imperiese, savonese e genovese, un ceppo umbro, soprattutto nel perugino
ed uno romano, Calandria, quasi unico, è del savonese, Calandro
ha un ceppo romano, uno campano nel napoletano e soprattutto nel beneventano
ed uno nel trapanese, potrebbero derivare dal nome medioevale Calandro,
Calandra, che si rifacesse al calandrius,
un uccello mitico medioevale, citato nel Deuteronomio, che avrebbe avuto
la capacità di assorbire i fluidi malefici fonti delle malattie,
portando la salute all'uomo che lo avesse avvicinato al suo volto: "..Dicitur
in Naturalibus, quod calandrius,
avis tota alba, cuius interiora oculorum curant caliginem, in infirmum
fixe aspicit si vivere debet, quod sanitatis ipsius est indicium: et tunc
ipsa avis accedit ad faciem infirmi, et eius infirmitatem haurit et in
se recipit, et postea volat in aera et ibi in ferventi radio solis totam
consumit. Sic Christus, noster amicus, totus albus, quia ab omni labe peccati
mundus, ex cuius lateris apertura sanguis defluens nostrae animae, quae
prius clare videre non poterat, curavit caliginem. ..", il nome
attribuirebbe così al proprio figlio delle proprietà taumaturgiche,
cosa probabilmente vera almeno a livello psicologico.
CALANDRELLA
CALANDRELLI
CALANDRELLO
CALANDRIELLO
Calandrella ha un ceppo tra Lazio ed aquilano ed uno a Morcone (BN) e a
Santa Croce Di Magliano (CB), Calandrelli ha un ceppo a Marta (VT), uno
a Roma ed uno a Benevento, Calandriello ha un ceppo nella zona di Sassano
(SA) e Sala Consilina, ed uno nella zona di Tramutola (PZ) e Paterno, Calandrello,
quasi unico, è probabilmente dovuto ad errori di trascrizione, potrebbero derivare dal termine arcaico calandrella
(tipo di allodola), o calandrello
(piviere), tracce
di queste cognominizzazioni le troviamo in in Campania nel 1700 con un tal
Giuseppe Antonio Calandriello attore in un giudizio.
integrazioni fornite da P. Calandrelli
personaggi di rilievo sono stati il garibaldino Generale Alessandro
Calandrelli (Roma, 1805 - Albano, 1888) che fu uno dei triumviri della
Repubblica Romana dal 1 luglio 1849 al 4 dello stesso mese 1849.
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
Sono principalmente quattro i ceppi Calandrelli in Italia: a Benevento,
a Roma, nel viterbese ed a Napoli. Sembrerebbe derivare dal termine calandra,
che può designare un uccello simile all'allodola, un tipo di coleottero
con corpo lungo e stretto, oppure una macchina (dal greco kylindros,
cilindro) costituita da pesanti cilindri e usata per levigare tessuti o
carta. In tipografia la calandra è invece la pressa che comprime
il flano contro la composizione per ottenere l'impronta. Il cognome
Calandrelli, presente anche nella variante Calandrella a Roma e nel beneventano,
potrebbe in tal senso derivare da un soprannome attribuito al capostipite
in base alla sua attività lavorativa (lavoratore di tessuti o tipografo)
o in base ad una sua particolare caratteristica fisica o caratteriale (calandrella
perche piccolo come l'omonimo uccello, o perchè ottimo imitatore
del suo verso), ipotesi quest'ultima più plausibile per l'invenzione
avvenuta in tempi moderni della calandra. Tra i vari Calandrelli
si individuano illustri personaggi di rilievo della storia del nostro Paese,
quali il Professore Ignazio Calandrelli, scienziato e astronomo nella Napoli
dell'800, e l'Abate Giuseppe Calandrelli (Zagarolo, Roma, 22/5/1749 - Roma,
25/12/1827), astronomo e dotto scienziato.
CALANDRINI
CALANDRINO
Calandrini, è tipico della fascia che
dal forlivese, attraverso il pesarese e l'Umbria arriva al Lazio, Calandrino
è specifico della Sicilia occidentale, derivano dal nome medioevale
Calandrino presente nel 1200 e 1300 e di cui abbiamo un esempio anche nel
Decamerone di Boccaccio. Tracce di questa cognominizzazione le troviamo
in Toscana nella seconda metà del 1300 con Federico Calandrini,
Ufficiale della Porta di San Donato di Lucca, in Campania nel 1600
nel perugino opera il condottiero Simone Calandrini capitano
della Repubblica di Fossato di Vico (PG).
CALAPSO
Calapso, quasi unico, sembrerebbe siciliano, potrebbe derivare da un soprannome
grecanico a sua volta derivato dal verbo greco antico καλύψω
kalupso (nascondere, occultare).
CALARESE
Calarese ha un minuscolo ceppo a Gambatesa nel campobassano ed uno, più
consistente, in Sicilia, a Messina.
integrazioni fornite da Maria Nicolosi
Questo era il cognome di una mia bisnonna vissuta a Messina che, secondo
quanto ho saputo dalla mia famiglia, era di origine greca: il cognome originario
era Chirieleison, poi volutamente cambiato
in Calarese.
CALARESI
CALARESO
CALARESU
Calaresi è quasi unico, Calareso, assolutamente rarissimo, ha un
piccolo ceppo a Messina, Calaresu è specifico del sassarese, di
Alghero, Pozzomaggiore e Sassari, dovrebbero tutti derivare da una forma
etnica dialettale per cagliaritano.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CALARESU: di Calaris > di
Cagliari = calaritanu. Noi
in Campidano diciamo : Casteddaiu >
de Casteddu = di
Castello > Cagliari. Cognome
presente negli antichi documenti della lingua sarda. Ricordiamo inoltre
che su calaresu era una moneta
sarda antica, comune a tutta l'isola, conosciuta anche col nome
su calaritanu e in italiano, il
cagliaritano, del valore della sesta parte del soldo sardo,
che a sua volta era la decima parte di una lira (la lira sarda del periodo
medioevale aveva un valore che si aggirava sui 500 Euro di oggi). Nel Condaghe
di San Nicola di Trullas, CSNT, XI°, XIII° sec. figurano : Calaresu
Nichola (50), prete, teste in una vendita di terra in balle de Mela (l'attuale
Badde Mela, a sud ovest di Semestene); Calaresu Mical (67), prete, teste
in una permuta di servi. Attualmente il cognome Calaresu è presente
in 55 Comuni italiani, di cui 20 in Sardegna: Alghero 80, Pozzomaggiore
72, Sassari 47, Macomer 11, Carbonia 11, etc.
CALARI
Calari è tipico del bolognese di Bologna e di Casalecchio di Reno,
dovrebbe derivare dal nome tardo latino Calarius,
una forma superlativa eufonica del nome Clarus.
CALASANZIO
Calasanzio, assolutamente rarissimo, sembrerebbe meridionale, dovrebbe
derivare dal nome medioevale Sanctius
(vedi SANZA), cui sia stato aggiunto il prefisso
Cala dal termine greco kalòs
(bello), con il significato quindi
di il bel Sanzio.
CALASSI
CALASSO
Calassi è assolutamente rarissimo, e si dovrebbe trattare di modifiche
successive a trascrizioni errate del cognome Calasso, che è tipiamente
salentino, del tarentino, brindisino e del leccese, di Copertino nel leccese
e di Lizzano nel tarantino soprattutto, si dovrebbe trattare di una forma
alterata del nome medioevale Galassus
(vedi GALASSI).
CALATABIANO
CALTABIANO
Calatabiano, molto molto raro, è siciliano, Caltabiano è
tipico della Sicilia orientale, del catanese in particolare, dovrebbero
derivare entrambi dal toponimo Calatabiano (CT).
CALATI
CALATO
Calati dovrebbe essere originario del leccese e della Sicilia, Calato ha
un piccolissimo ceppo a Napoli ed uno più consistente nel palermitano
a Vicari e Palermo, potrebbe trattarsi di un'alterazione dialettale del
cognome Galati (vedi
GALATI), o di un'errore di trascrizione ad opera di ufficiali anagrafici
settentrionali, ma esiste anche la concreta possibilità che possa
in molti casi derivare da soprannomi originati dal termine latino calathus
a sua volta derivato dal greco kalathos
una specie di vaso a forma di cesto, forse ad indicare nei capostipiti
dei vasai.
CALATINA
CASALATINA
Calatina, quasi unico, dovrebbe essere una forma arcaica del cognome Casalatina,
che, molto molto raro, è specifico del vicentino, di Vicenza ed
Altavilla Vicentina, dovrebbero derivare da un nome di località,
probabilmente nella frazione vicentina di Bertesina, dove esisteva una
zona chiamata nel XVIII° secolo della Cà Latina.
CALATRO
CALATRONE
CALATRONI
Calatro e Calatrone sono praticamente unici e dovrebbe trattarsi di errori
di trascrizione di Calatroni che è specifico dell'Oltrepo pavese,
e dovrebbe derivare dal cognomen latino Calatro di cui abbiamo un esempio
nel I° secolo con il Duomviro Caius Sattio Calatro.
CALBI
CALBO
Calbi ha un piccolo ceppo a Milano, uno nell'area tra pratese, fiorentino,
forlivese ed aretino, ed uno nel materano, a Stigliano soprattutto, a San
Mauro Forte ed a Policoro, Calbo ha un ceppo a Messina, potrebbero derivare
dal soprannome e nome medioevale Calbus,
di cui abbiamo un esempio d'uso in una Carta venditionis del 1174 a Barasso
nel varesotto: "Anno dominice incarnacionis milleximo
centeximo septuaximo quarto, decimo die mensis decembris, indicione octava.
Cartam vendicionis per hereditatem salvo honore eclesie Sancte Marie de
Monte Vellate fecit Marchisius qui dicitur Miliane de loco Balasse in manibus
et postestatibus Ottonis qui dicitur Calbus
medietatem et Uberti et Laurentii germanorum filiorum quondam Balassi
Calbi de suprascripto loco Balasse...",
in qualche caso possono anche derivare dal nome di paesi come Calbi nell'aretino.
CALCAGNI
CALCAGNINI
CALCAGNINO
CALCAGNO
Calcagni sembra tipico laziale, con un ceppo anche nella Puglia meridionale,
Calcagnini, molto raro, ha un ceppo nello spezzino ed uno nel pesarese,
Calcagnino, rarissimo, è del barese, Calcagno ha un nucleo importante
tra Piemonte e Liguria ed uno in Sicilia, sono presenti anche piccoli ceppi
in Campania, Basilicata e Puglia, dovrebbe derivare dal nome medioevale
Calcagno, di cui abbiamo tracce nel 1500 in Lombardia con il capitano di
ventura Calcagno Origone. Tracce di questa cognominizzazione le troviamo
a Pontremoli (MS) nel 1400: "...Zuchi de Valsasina
dicti Calcagno..",
a Ferrara con l'erudito Coelius Calcagninus e a Offida (AP) con il tesoriere
della Provincia Niccolò Calcagni, a Montecorice (SA) nel 1500 con
il feudatario Tiberio Calcagno, nel 1500 a Genova è menzionato Vincenzo
Calcagno come uno degli assassini di Giannettino Doria.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Calcagnini è un cognome d'origine soprannominale, movente dal
veneto calcagnino «calzare
dal tacco molto alto» (Olivieri). Alla famiglia comitale
dei Calcagnini apparteneva il castello di Formigine (MO). Fonte:
G. Violi, Cognomi Modena e nel Modenese.
CALCAMO
Calcamo, quasi unico, sembrerebbe del catanese, dovrebbe derivare da un
soprannome riferito al mestiere di venditore ambulante
di panni vecchi, che in arabo si identificava con il termine hulqānī.
CALCARA
Calcara è un cognome tipico della Sicilia occidentale, di Castelvetrano
e Mazara del Vallo nel trapanese e di Palermo e Caccamo nel palermitano,
dovrebbe derivare da nomi di località come Calcara di Panarea, tipica
per le sorgenti termali e fumarole, o come Cala Calcara di Levanzo nelle
Egadi, ma è molto più probabile che derivi dal fatto di abitare
la famiglia nei pressi di una calcara,
voce dialettale siciliana per fornace da calce
o gesso, o per il fatto di essere loro stessi dei produttori
di calce o gesso.
CALCATELLI
Calcatelli ha un ceppo marchigiano, ad Arcevia nell'anconetano, ed uno
nel romano a Roma, Velletri e Ciampino, il ceppo romano potrebbe essere
di origini molisane e derivare dal nome della località Calcatello
sul Monte Caraceno di Pietrabbondante nell'iserniese, come potrebbe pure
derivare da una forma etnica del paese di Calcata nel viterbese, che potrebbe
anche aver dato luogo al ceppo nell'anconetano, una seconda ipotesi proporrebbe
una derivazione dal verbo latino calcare
(calpestare, ma anche il pigiare
l'uva), in questo caso deriverebbe da un soprannome attribuibile
ad un vignaiolo, forse il mestiere dei capostipiti.
CALCATERRA
INCALCATERRA
Calcaterra è presente in tutto il territorio nazionale si evidenziano
due ceppi distinti, uno in Sicilia, l'altro nelle Marche, Incalcaterra
ha un ceppo siciliano, soprattutto a Trapani e Mazara del Vallo nel trapanese
ed uno nel Lazio a Civitavecchia, dovrebbero entrambi derivare da soprannomi
legati all'attività del capostipite, probabilmente un contadino,
secondo altri si tratterebbe invece di soprannomi originati dalla bassa
statura del capostipite.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
In Sicilia il cognome Calcaterra viene dal vocabolo siciliano scherzoso
'carcaterra' = nanerottolo.
Rohlfs 58.
CALCHERA
Molto molto raro è tipicamente veneto, ha un piccolo ceppo in Cadore
ed uno a Venezia, dovrebbe derivare dal vocabolo dialettale calchera
(fornace da calce).
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
Fino a circa una sessantina di anni fa la calce veniva prodotta
in fornaci chiamate localmente calchere.
Il termine calchera deriva dal latino calcaria
fornax, col significato appunto di forno
per produrre calce e calcina. La calchera
è un forno costruito con sassi squadrati, possibilmente resistenti
al calore. Il luogo per la sua costruzione veniva scelto con cura: erano
necessari la presenza di una strada per il trasporto e una grande disponibilità
di rocce calcaree e legname per alimentare il fuoco. Il cognome Calchera
sembrerebbe tipico della provincia di Belluno, del comune di Forno di Zoldo,
ma altri ceppi sono riscontrabili a Venezia e relativa provincia nonchè
in Lombardia, a Milano. Chiaramente il cognome trae origine dall'attività
legata alla produzione della calce oppure dalla toponomastica, considerando
il fatto che molti luoghi potevano essere denominati in tal modo con specifico
riferimento ad una calchera attiva
nelle vicinanze.
CALCHI
Abbastanza
raro sembrerebbe avere due ceppi, uno tra Milano e Bergamo ed uno in Abruzzo
tra Pescara e Chieti, il ceppo lombardo dovrebbe derivare dal toponimo
Calco (CO), famiglia nobile di cui si ha traccia fin dal 1277, quando Ottone
Visconti la iscrisse nella Matricola degli Ordinari della Metropolitana,
nel 1400 troviamo un Bartolomeo Calchi segretario particolare di Ludovico
il Moro, nel 1578 i Calchi furono ammessi al Patriziato milanese.
Un'ipotesi sull'origine del cognome fa riferimento al fatto che Strabone
storico e geografo greco ( 63 a.C. - 19 d.C), scrive che, onde ripopolare
dopo la cacciata dei Galli il territorio dal Lago di Como al fiume Adda,
i Romani abbiano trasferito in quella zona un certo numero di greci provenienti
dall'isola di Calchi (Colcide) del mar Egeo.
CALCI
Calci ha un piccolo ceppo lombardo, che potrebbe derivare dal toponimo
Calcio nel bergamasco, uno a Mondragone nel casertano ed uno a Gizzeria
nel catanzarese, che potrebbero derivare o da nomi di località o
dal mestiere dei capostipiti.
CALCIA
CALCIO
Calcia, assolutamente rarissimo, è diffuso in Piemonte, Calcio,
quasi unico, è probabilmente dovuto ad un'errata trascizione del
precedente, che dovrebbe derivare dal nome medioevale Calcia,
di cui abbiamo un esempio d'uso nel 1218 ne la Histoire
de la ville de Nismes: "Anno
MCCXVIII. kal. Julii, petit in jure W. de Fonte à R. Cabassono quoddam
stare quod confrontat ab oriente in via, à vento cum fstari Poncii
Vilani, à circio cum stari uxoris B. Corderii ; & dicit quod
istud stare tenebat R. Cabassonus, nomine Calce
, & debebat eidem Bernardo dare de censu annuatim VI. denarios; quem
censum R. Cabassonus non solvit, XX. anni proxime continui sunt elapti.
Preterea dicit W. de Fonte se habere totum jus quod dictus Calcia
habebat in dicto stari reale sive personale, sive quocumque modo dictus
Calcia ibi jus
haberet. R.Cabassonus confitetur se possidere predictum stare, sed dissiterur
quod tenebat illud nomine Calcia
sub censu vel alio modo. V. kal. Julii, ponit G. de Fonte quod R. Cabassonus
debebat dare de censu annuatim VI denarios Calcie,
nomine dicti staris: quod altera pars dissitetur. ..".
CALCO
CALCO'
Entrambi siciliani, Calco è quasi unico, Calcò è specifico
del messinese, di Alcara li Fusi, Tortorici e San Salvatore di Fitalia,
dovrebbero derivare da un soprannome basato sul termine grecanico calcòs
(fabbro), stando così probabilmente
ad indicare quale fosse stato il mestiere dei capostipiti.
CALCOPIETRO
Calcopietro cognome tipicamente calabrese del reggino, di Polistena in
particolare, potrebbe derivare da un soprannome antico basato sul termine
greco chalcòs (rame),
forse ad indicare nel capostipite un artigiano del rame di nome Pietro,
ma è pure possibile una derivazione aferetica dal termine medioevale
scalco (servitore),
a sua volta derivato dal germanico medioevale scalh
(servo), e si tratterebbe allora di
un capostipite conosciuto come il servo Pietro.
CALDAN
CALDANA
CALDANI
CALDANO
Caldan è quasi unico, Caldana è tipico dell'area che comprende
bresciano, veronese e vicentino, Caldani ha un piccolo ceppo nell'imperiese,
uno nel fiorentino ed uno a Roma, Caldano, estremamente raro, ha un piccolo
ceppo tra Piemonte e Liguria ed uno forse nel potentino, dovrebbero derivare
dai tanti toponimi contenenti la radice Caldan-,
come ad esempio Caldana nel varesotto, nel grossetano e nel senese, Caldane
nel potentino o altri simili, ma potrebbero anche derivare da soprannomi
originati dal termine arcaico caldana
o caldano (locale
riscaldato) con questo nome si chiamava il locale
dove i panettieri mettevano il pane a lievitare, caldano
inoltre veniva chiamato il vaso usato per scaldarsi,
spesso di rame, dove si riponeva della brace ancora accesa.
Caldara, oltre al ceppo milanese, bergamasco, ne ha uno nel barese ed uno
nel palermitano, Caldarelli è specifico dell'Italia centromeridionale,
delle Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, casertano e napoletano, Caldari è
specifico della zona che comprende il riminese, il pesarese ed il perugino,
con un grosso ceppo tra Rimini, Riccione e Cattolica, nel riminese, Pesaro,
Colbordolo e Gabicce Mare nel pesarese, ed un ceppo a Città di Castello
ed Umbertide nel perugino, Caldarini ha un ceppo nel milanese a Milano,
Carate Brianza, Albiate e Paderno Dugnano, uno in Emilia nel parmense a
Colorno e Parma ed uno nel romano a Castel Gandolfo, Palombara Sabina e
Roma, Caldarino è unico, Caldera è tipico di Lombardia e
Piemonte, Calderini ha un ceppo nel vercellese e novarese, uno nell'udinese,
uno piccolo nel parmense, uno nel livornese e pisano, uno nel perugino
e ternano ed uno nel romano, Calderino, quasi unico, ha presenze sparse
qua e là per tutta l'Italia peninsulare, in alcuni casi possono
derivare, direttamente o tramite ipocoristici, da soprannomi originati
dal mestiere dei capostipiti, occupati probabilmente nell'attività
di produttori o riparatori di caldaie o pentole,
in altri casi possono originare da toponimi come Caldera nel messinese
o Torre Caldera nell'alessandrino o da altri indicativi di località,
come si può vedere in uno scritto del 1183 tratto dal Codice
Diplomatico della Lombardia medievale: "...a
sero via canpus dicitur in Zerbo prope Dupum
de la Caldera, est iugera quattuor et perticas
quattuor. et tabulas undecim...".
CALDAROLA
Tipico della provincia di Bari,
dovrebbe derivare dal vocabolo latino calidarium (luogo termale) ed essere
riferito ad un'origine riferita ad una località termale, come Caldarola
(MC) nelle Marche.
CALDART
Caldart è tipico di Belluno e della sua provincia,
di Ponte nelle Alpi, Sospirolo e Sedico, potrebbe derivare dal toponimo
Kaltern (Caldaro sulla strada del vino) in provincia di Bolzano.
CALDATO
Abbastanza raro è tipico di Treviso.
CALDERAN
CALDERANI
CALDERANO
Calderan è tipicamente veneto, dell'area che comprende le province
di Venezia, Treviso e Pordenone, Calderani, molto raro, è invece
toscano, del pisano, di Ponsacco, Calderano, molto raro, è specifico
di Maratea nel potentino, dovrebbero tutti derivare dal mestiere di calderano,
cioè di maestro artigiano addetto alla bollitura ed al trattamento
dei bachi da seta, probabile occupazione del capostipite.
CALDERALE
CALDERALO
Calderale, assolutamente rarissimo, dovrebbe essere originario del barese,
zona di Alberobello e Monopoli, Calderalo, se possibile ancora più
raro, sembrerebbe dell'area tarentino, brindisina, questi cognomi dovrebbero
derivare dal mestiere di artigiano produttore di pentole e caldaie, riteniamo
poco probabile il riferimento all'associazione dei calderali
o calderai, un'associazione segreta
reazionaria, filo-borbonica costituita in opposizione alla Carboneria.
CALDERARA
CALDERARI
CALDERARO
Calderara è diffuso in Lombardia ad Agnadello (CR), Milano, Besnate
e Cuasso Al Monte (VA) e in tutto il varesotto, in Emilia e a San Bonifacio
(VR), Calderari, meno diffuso, ha un piccolo ceppo a Pieve di Soligo (TV),
a Bologna ed un nucleo nel Lazio, a Roma, Anticoli Corrado (RM), Ceccano
(FR) e Orte (VT), Calderaro ha un ceppo nel padovano e vari nuclei al sud,
in Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia, dovrebbero tutti derivare dal
mestiere di artigiani produttori di pentole e caldaie, ma in alcuni casi
possono derivare da toponimo come Calderara (MI) o Calderara di Reno (BO).
CALDEROLI
CALDIROLI
Entrambi tipicamente lombardi, Calderoli è bergamasco, di Bergamo
e di Azzano San Paolo, Caldiroli, più diffuso, è specifico
dell'area tra milanese e varesotto, di Castellanza, Gorla Minore e Busto
Arsizio nel varesotto e Legnano nel milanese, dovrebbero derivare
dal vocabolo lombardo caldera (grosso
pentolone di rame usato normalmente per scaldare l'acqua per
il bucato), starebbe probabilmente ad indicare l'attività di produttore, o riparatore
di caldere svolta dai capostipiti.
CALDERON
CALDERONE
CALDERONI
Calderon è quasi scomparso, Calderone è tipico siciliano,
Calderoni ha un ceppo nel ravennate ed uno nel barese, dovrebbe essere
di origini spagnole, potrebbe derivare o da un toponimo, di paesi chiamati
Calderon in Spagna ce ne sono almeno due, o da un soprannome legate o a
caratteristiche di una località o ad un mestiere, il casato dei
Calderon lo troviamo come feudatario del re spagnolo in Calabria nel 1600,
a Bormio (SO) nel 1507 in un atto si legge: "...Et
super hoc dat pro testibus Angelum Redulfini, Antonium Juliani, Simonem
Andree Calderoni....".
CALDI
Cognome del centro nord Italia,
si individuano molte possibili zone d'origine (Verbania Intra, Milano,
Bologna, Massa Carrara, ecc), potrebbe derivare da toponimi quali Caldè
(VA) o altri con la stessa radice.
CALDOGNETTO
CALDOGNO
Entrambi tipicamente veneti, Caldognetto è tipico di Vicenza, Isola
Vicentina e Dueville, con presenze anche nel mantovano, Caldogno, molto
molto raro, è di Peschiera del Garda nel veronese e di San Giorgio
in Bosco nel padovano, dovrebbero derivare dal nome del paese di Caldogno
nel vicentino, probabilmente il luogo d'origine dei capostipiti.
CALDONAZZO
Caldonazzo,
specifico della zona tra trentino
e veronese, deriva dal toponimo Caldonazzo in Trentino. La dinastia dei Caldonazzo
nasce in epoca longobarda con l'Arimanno Warbert.
CALECA
Caleca è di origini siciliane, è diffuso a Castellammare
del Golfo nel trapanese, a Palermo e Partinico nel palermitano, a Santa
Margherita di Belice nell'agrigentino e nel messinese a Patti, Torrenova
e Montagnareale, questo cognome dovrebbe derivare da un soprannome dialettale
basato sul termine siciliano arcaico calèca
(un tipo di susina di piccole dimensioni),
il cui nome sembrerebbe essere di origini arabe e derivare dal termine
hawaiha (prugna).
CALEF
CALEFFA
CALEFFI
CALEFFO
Calef, estremamente raro, è presente in modo sporadico nella fascia
umbro, marchigiana, con un piccolo ceppo a Senigallia, Caleffa, assolutamente
rarissimo, è specifico del vicentino, Caleffi è diffusissimo
nell'area che comprende il veronese, il mantovano, il parmense, il reggiano,
il modenese, il bolognese ed il ferrarese, Caleffo, quasi unico, sembrerebbe
dell'area veronese, potrebbero derivare dal nome ebraico Caleb
o anche da un'alterazione di Haleb,
l'attuale Aleppo in Siria, probabile luogo d'origine delle famiglie.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Il cognome Caleffi è d'origine soprannominale e muove dall'antico
italiano calèffo «burla»
e da caleffare «burlare». Il nome personale Calleffus
è presente in una carta modenese del 1163. Fonte: F. Violi, Cognomi
a Modena e nel Modenese.
Calegari è tipicamente lombardo, del bergamasco e del milanese,
Calegaris è unico, Calegaro, molto raro, decisamente veneto, è
soprattutto del veronese, Caligari, abbastanza raro, ha un ceppo in provincia
di Sondrio ed uno tra forlivese e riminese, Caligaris è specifico
dell'area nordoccidentale, del Piemonte, Liguria ed ovest Lombardia, Caligaro
è unico, Callegari è proprio del nord Italia, Callegaris,
molto raro, ha un ceppo nel pavese ed uno nel triestino, dove probabilmente
è solo una variante dovuta ad errori di trascrizione di Calligaris,
Callegaro è tipico veneto, della fascia che comprende il rovigoto,
il padovano, il veneziano ed il trevisano, Calligari ha la sua massima
concentrazione nelle provincie di Milano, Pavia e Novara, ma si nota una
presenza significativa anche in provincia di Napoli, Calligaris, decisamente
friulano, è tipico dell'udinese, goriziano e triestino, Calligaro
è specifico dell'udinese. La derivazione
è facilmente intuibile, infatti ha origine dal vocabolo tardo latino
caligarius (calzolaio),
cioè chi produceva o commerciava in scarpe (in latino calzatura
= caliga). Si pensi che persino un famoso imperatore romano prese il nome proprio
dal termine caliga, il famoso imperatore
Caligola, Tacito nel primo libro dei
suoi Annali infatti scrive: "...iam infans in castris
genitus, in contubernio legionum eductus, quem militari vocabulo Caligulam
appellabant, quia plerumque ad concilianda vulgi studia eo tegmine pedum
induebatur...".
CALEO
Caleo ha un ceppo a Carrara con diramazioni a Livorno
e nello spezzino a Sarzana, Ortonovo e La Spezia, potrebbe derivare da
modificazioni italianizzate del nome provenzale Caleb,
esiste anche un ceppo nel salernitano, che potrebbe invece derivare invece
dal toponimo Caleo nel Cilento, improponibile la derivazione dal verbo
latino caleo
(scaldarsi).
CALESTANI
Calestani è tipico dell'area lombardo emiliana, ha un piccolo ceppo
a Leno nella bassa bresciana a ed uno più consistente a Parma e
nel parmense e vicino reggiano, dovrebbe derivare dal nome del paese parmense
di Calestano, anche se non si può escludere una derivazione analoga
a quella del toponimo, cioè dal nome tardo latino Callistanus,
nome tipico dei liberti di un Callistus,
oltre che delle sue proprietà terriere.
CALFAPIETRA
Calfapietra ha un ceppo romano ed uno nel reggino, dovrebbe derivare da
un soprannome con il significato di scaldapietre, attribuito probabilmente
ad un capostipite ritenuto uno scansafatiche.
CALGARO
Tipico del vicentino, deriva dal
vocabolo tardo latino caligarius (calzolaio), cioè chi produceva
o commerciava in scarpe (in latino calzatura = caliga).
CALI
CALI'
Cali è tipico catanese, dovrebbe trattarsi di un errore di trascrizione
del più comune Calì, molto diffuso in tutta la Sicilia, ma
soprattutto nel catanese e palermitano, dovrebbe derivare dal vocabolo
greco kalos (bello).
integrazioni fornite da Sac. Giuseppe
Di Bella
Calì è un cognome di origine greca accorciativo di kalìs
(kalès-in greco antico), che
vuol dire di bella: kalòs-nominativo
maschile, kalì (Kalè
gr. ant.)-nominativo famminile, kalòn-nominativo neutro; kaoù,kalìs,kaloù-genitivo.
CALIA
Calia ha un grosso ceppo in Puglia, uno nel trapanese e palermitano ed
uno nel nuorese in Sardegna, dovrebbe derivare dal termine italiano arcaico
calìa (calo,
persona gretta e ridicola), che veniva però anche riferito
a mercanti di gioielli di poco conto, a Lucera nel foggiano ad esempio,
in epoca rinascimentale, la via di Calìa era quella dove questi
mercanti da poco proponevano i loro articoli fatti con oro di recupero
e questo potrebbe essere stato il mestiere del capostipite, ma, nell'area
della Magna Grecia, potrebbe anche derivare dal termine greco kalos
(bello, carino) con un significato
completamente diverso.
CALIAN
CALIANI
CALIANO
Calian, assolutamente rarissimo, è specifico della parte meridionale
della provincia di Verona, Caliani, molto raro, è tipico del senese,
Caliano, molto molto raro, è tipico campano di Montoro (AV) una
cui frazione si chiama Caliano, derivano dal cognomen latino Calianus di
cui abbiamo un esempio in un'antica iscrizione latina del II° secolo
d.C.: "...M(arcus) Valerius
Speratus - L(ucius)
Aemilius Calianus
cor(nicen) -
T(itus) Flavius
Surus act(uarius)
leg(ionis)..."
o direttamente o attraverso toponimi con questo nome come Caliano di
Capolona (AR).
CALIANDRO
CALIENDI
CALIENDO
CALIENDRO
Caliandro è tipicamente pugliese, del brindisino e tarentino, Caliendi,
molto raro è dell'urbinate, Caliendo è un cognome tipicamente
campano, Caliendro, praticamente unico è quasi sicuramente dovuto
ad un errore di trascrizione di Caliandro, dovrebbero tutti derivare da
un soprannome legato ad una caratteristica fisica o al mestiere di parrucchiere,
infatti caliandrum - caliendrum era
il vocabolo latino per parrucca, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo
nel brindisino fin dal 1700 con dei Caliandro in qualità di sacerdoti
e notai . (vedi Calandra)
integrazioni fornite da Domenico
Biondi
Il cognome Caliandro è tipico di Ceglie Messapica (BR) da qui
si è diffuso poi nei comuni limitrofi di nuova istituzione (inizio
del '900) ovvero, Villa Castelli e San Michele Salentino. L'antico nome
di Ceglie Messapica era Kalia, da qui
Kaliandrus, diventato poi Caliandro
per indicare un abitante di Ceglie.
CALIARI
CALIARO
CALLIARI
CALLIARO
Caliari è tipico dell'area che comprende il basso Trentino, Bleggio
Superiore, Trento e Mori, ed il veronese, a Verona, Villafranca di Verona,
Sommacampagna, Castelnuovo del Garda, Sona e Bussolengo, con un piccolo
ceppo anche a Valdagno nel vicentino, Caliaro, molto meno diffuso, è
tipico del vicentino, di Arzignano, Chiampo e Vicenza, con un ceppo anche
a Verona, Calliari è specifico del Trentino, di Trento, Volano,
Romeno, Villa Lagarina, Mezzolombardo e Lavis, con un ceppo anche a Termeno
sulla Strada del Vino in provincia di Bolzano, Calliaro è praticamente
unico, dovrebbero derivare da forme contratte del termine latino caligarius
(calzolaio) (vedi
CALEGARI), indicando che quello probabilmente fosse il mestiere
dei capostipiti.
CALICCHIO
Oltre al nucleo salernitano nella zona di Camerota è presente un
ceppo a Noci (BA) in Puglia.
CALIFANI
CALIFANO
CALIFFI
CALIFFO
Califani, praticamente unico è un errore di trascrizione di Califano
che è tipico della Campania, con un ceppo nel potentino ed uno nel
Lazio, Califfi e Califfo sono assolutamente rarissimi, dovrebbero tutti
derivare dal nome arabo Khalifa derivato
a sua volta dal termine omonimo (in italiano il califfo),
che identifica il capo supremo del paese,
il vicario del re, il podestà.
CALIGIURI
CALOGERI
CALOGERO
CALOGIURI
Caligiuri è calabrese, del basso cosentino, catanzarese e crotonese.
Calogeri è assolutamente rarissimo, Calogero è tipico della
Sicilia orientale e del reggino, Calogiuri è specifico salentino,
di Lizzanello (LE) in particolare, dovrebbero derivare tutti dal termine
greco kalogheros (bel
vecchio) titolo riservato in particolare ai frati ed alle persone
di rispetto, in alcuni casi è pure possibile una derivazione dal
nome greco Kalogeros o in alcuni casi
dal toponimo greco Kalogeros o da uno dei toponimi contenenti la radice
Calogero come ad esempio San Calogero (VV) e (AG) o Piano Calogero (PA)..
Presenze di queste cognominizzazioni le troviamo fin dal 1500 a Lizzanello
con i Calogiuri e nella seconda metà del 1700 a Bella (CZ) con il
canonico don Francesco Caligiuri.
CALIGNANO
Calignano ha un piccolo ceppo a Napoli, mentre il ceppo più importante
è pugliese, di Nardò nel leccese e di San Donaci nel brindisino,
sembrerebbe poter essere originario della provincia di Brindisi, potrebbe
essere originato da un soprannome dialettale derivato dal vocabolo greco
kali (bello) o da un'alterazione del nome del toponimo Carignano presente
nel foggiano, forse il luogo di provenienza dei capostipiti.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Calignano poiché è presente anche al Nord, potrebbe derivare
dal toponimo omonimo in provincia di Pavia.
CALIMAN
CALIMANI
CALIMANO
CALLIMAN
Caliman è estremamente raro sembrerebbe originario della zona tra
Pordenone e Treviso, Calimani ancora più raro sembra sempre essere
comunque veneto, Calimano è assolutamente rarissimo, quasi unico,
Calliman sempre rarissimo è tipico del trevigiano, cognomi di origine
israelitica dovrebbero tutti derivare dal nome ebraico Calonimos o Kaliman.
Esempio di questo nome si trova nel Veneto fin da prima del 1500; ad Asolo
(TV) un certo Caliman Cohen è citato in un atto del 1547 nel quale
si legge: "ad istantia et requisitione de Caliman
et Iseppo hebrei figlioli del quondam Marco, et de altri hebrei habitanti
in Asolo".
CALINI
CALINO
Calini è specifico del milanese, con un piccolo ceppo nel bresciano,
Calino, assolutamente rarissimo, è del bresciano, quest'ultimo, assieme
al ramo bresciano dei Calini, potrebbe derivare dal toponimo Calino di
Cazzago San Martino (BS), tutti possono derivare dal cognomen latino
Calenus ricordiamo il generale romano
Quintus Fufius Calenus che divenne Console nel 47 d.C.. Tracce illustri
di queste cognominizzazioni le troviamo nel 1500 a Brescia, dove i Calini
appartenevano alla migliore nobiltà e nel 1700 con Ludovico Calini
Vescovo di Crema.
CALIO
CALIO'
Calio, molto più raro, è del catanese, Caliò è
ben diffuso in Calabria, in particolare a Catanzaro, ma comunque ben presente
a Rossano nel cosentino, con presenze anche a Caraffa di Catanzaro, Botricello
e Girifalco nel catanzarese ed a Crotone, ed in Sicilia, soprattutto a
Naso e Capo d'Orlando nel messinese, con un piccolo ceppo anche nel catanese
a Ramacca e Catania, dovrebbe derivare dal nome greco Kalliòn
(più bello), o dal nome della
città di Kallion in Etolia (in
Grecia), o anche dal cognome greco Kalliòs.
CALIOLO
Caliolo è tipico del brindisino, di Carovigno in particolare, di
Latiano, di San Vito dei Normanni e di Mesagne, dovrebbe derivare dal nome
del monte Caliolo o meglio ancora dal nome della Contrada Monte Caliolo
situata nell'area del paese di Carovigno.
CALIPA
Calipa, assolutamente rarissimo, tipicamente calabrese del reggino, di
Gioia Tauro e Rizziconi, potrebbe derivare da un'italianizzazione del nome
arabo Khalib.
CALIPARI
CALLIPARI
Calipari, abbastanza raro, è specifico del reggino, in particolare
di Caulonia, Varapodio e Santa Cristina d'Aspromonte, Callipari, altrettanto
raro, è specifico sempre del reggino, di Careri, Locri e Bovalino, dovrebbero essere derivati da un soprannome grecanico kalè
pareia con il significato di bella
guancia, ma è pure possibile una derivazione dal nome
della ninfa Pareia, sempre con l'aggiunta
dell'aggettivo kalè (bella)
e si tratterebbe in questo caso di un matronimico.
CALIRI
Caliri è specifico del messinese, di Barcellona Pozzo di Gotto in
particolare e di Messina, Falcone, Terme Vigliatore e Milazzo, con ceppi
anche a Palermo e Catania, potrebbe derivare da un soprannome grecanico
originato dal termine kalion (potassio),
forse ad indicare che il mestiere del capostipite fosse quello di estrarre
la potassa dalle miniere di salgemma.
CALISE
CALISI
Calise è tipico del napoletano, Calisi ha un ceppo nella provincia
di Latina ed uno nel barese, derivano dal nome medioevale Calisius
, tracce
di questa cognominizzazione le troviamo nella seconda metà del 1500
con Albertus Calisius pedagogo e retore e nel 1600 con il teologo Johannes
Calisius.
Calista è tipico di Palermo e della provincia di Pescara, di Collecorvino
e Pescara in particolare, Caliste, molto molto raro, parrebbe romano, Calisti
è ben diffuso nelle Marche, nel teramano, in Umbria ed in Lazio,
Callista è quasi unico, Callisti, molto raro, ha un piccolissimo
ceppo romagnolo, uno nel romano ed uno nel valenziano, Callisto sembrerebbe
specifico di Molinara nel beneventano.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
L'origine di questi cognomi va ricercata nel nome medievale Calisto
o Callisto, l'italianizzazione cioè
del personale greco Kallistos, col
significato letterale di bellissimo
(si tratta di un superlativo del nome greco Kalos;
(vedi Calò): nell'antica mitologia
greca, infatti, Callisto era il nome di una ninfa di Artemide, il cui nome,
in realtà, nasce da un epiteto della stessa dea, anche conosciuta
come Artemis Kalliste (Artemide
la bellissima). Per quanto riguarda i cognomi in questione,
dunque, si tratta delle cognominizzazioni dei nomi personali dei capostipiti.
CALISTRI
CALISTRO
Calistri ha un ceppo a Pistoia e nel pistoiese, fiorentino e nel bolognese
a Granaglione e Porretta Terme, ed uno a Viterbo ed a Roma, Calistro, assolutamente
rarissimo, parrebbe del Piceno, Calistroni ha un ceppo nel perugino a Marsciano
e Perugia, ed uno nel viterbese a Civitella d'Agliano e Viterbo, dovrebbero
derivare, direttamente o tramite accrescitivi, dal nome latino Callistrus
o Calistrus, ricordiamo nel I°
secolo un Callistrus prefetto della Guardia Pretoriana dell'Imperatore
Tiberio.
CALITRI
Calitri ha un ceppo tra potentino e foggiano, in particolare ad Acerenza
nel potentino ed a Foggia e Panni nel foggiano, dovrebbe derivare dal toponimo
Calitri nell'avellinese, probabile luogo di provenienza del capostipite.
CALIZZI
Cognome prettamente crotonese,
potrebbe essere originato da un soprannome dialettale derivato dal vocabolo
greco kali (bello).
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Calizzi cognome calabrese, che è l'italianizzazione del cognome
greco Kalitsis.
CALLA
CALLA'
Calla, assolutamente rarissimo, del reggino e vibonese, dovrebbe essere
dovuto ad un'errata trascrizione di Callà, che è tipicamente
calabrese anch'esso, di Mammola nel reggino e di Serra San Bruno nel vibonese,
e che potrebbe derivare da un'italianizzazione del cognome greco Callas,
o derivare da soprannomi basati sull'aggettivo greco καλός
kalòs (bello).
CALLARA
CALLARI
CALLARO
Callara, assolutamente molto raro, ha un piccolo ceppo ad Anagni nel frusinate
ed uno a Colle Sannita nel beneventano, Callari è specifico della Sicilia, con un ceppo anche in provincia di Roma, Callaro, quasi unico, è del beneventano, potrebbero
derivare dal praenomen latino Callarus, un'ipotesi da prendere in considerazione è che in qualche caso
possano anche derivare dal nome di Castrum de Callari
(antico nome di Cagliari).
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
Cognome prevalentemente siciliano, con un ceppo minore forse nel Lazio,
potrebbe derivare dal vocabolo dialettale caddaru,
che indicava un pentolone usato nei caseifici per fare il formaggio. Si
tratterebbe, dunque, della cognominizzazione di un soprannome derivato
da un mestiere, un'altra possibile origine di Callari vedrebbe alla base di questo
cognome il termine dialettale callara,
che indica in generale una pentola, una caldaia: si può allora ipotizzare
che callara fosse un nome di mestiere attribuito a un calderaio (detto,
infatti, anche callarale) e che questa fosse l'attività del capostipite.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Callari è cognome siciliano e calabrese ed è la italianizzazione
del cognome greco Kalláris.
Nel XVIII secolo era il nome di un notaio a Oppido. Rohlfs 60.
CALLEDDA
Ha un ceppo a Cagliari ed uno a Aritzo (NU), dovrebbe derivare da un soprannome
originato dal vocabolo sardo calleddu
(cagnolino).
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CALLEDDA: callèdda e callèddu
= cane, femmina e maschio, o anche
cucciolo di cane. Per quest'ultimo
è più comune callellèddu.
Sono sinonimi di catzèdda, catzéddu
(vedi il cognome Cadeddu). Sempre dal latino
catellus = cucciolo
di cane. In calledda e calleddu è chiara la metatesi,
che il Wagner non scorge! Cognome presente nelle carte antiche. Tra i firmatari
della Pace di Eleonora, LPDE del 1388, figura, Calleddu Juliano, ville
Selluri. ** Selluri - Sedduri - Seddori: odierno Sanluri. Et ego Capula
Marcus .sindicus, actor et procurator ville Selluri.seu a Petro De Castay,
locuntenente capitanei et Margiano Costa, locuntenente potestatis terre
Selluri et omnibus habitatoribus dicte terre, congregatis. X die januarii
1388. Cognome raro, presente in 29 Comuni italiani, di cui 21 in Sardegna:
Aritzo 38, Quartu S. E. 23. Nuoro 18, Ussana 6, etc.
CALLEGARINI
Callegarini, molto raro, ha un ceppo nel pavese, uno nel mantovano ed uno
nel ferrarese, deriva da una forma ipocoristica del vocabolo tardo latino
caligarius (calzolaio),
cioè chi produceva o commerciava in scarpe (in latino calzatura
= caliga).
CALLEGATI
Callegati, molto raro, è tipicamente romagnolo, di Faenza e Ravenna
nel ravennate, di Forlì e di Mordano ed Imola nel bolognese, dovrebbe
derivare da un soprannome originato dal termine tardo latino calicatus
(intonacato, tirato a calce, imbiancato),
la motivazione del soprannome potrebbe essere dal mestiere del capostipite,
che potrebbe essere stato un magister calicarius
(muratore specializzato nell'intonacatura e finitura
a calce dei muri), o anche semplicemente dal fatto di abitare
la famiglia in una casa molto bianca.
CALLERI
Calleri ha un ceppo nel cuneese a Carrù e Mondovì ed a Torino
ha un ceppo a Genova ed Albenga (SV), ma il nucleo principale è
a Scordia nel catanese ed a Palazzolo Acreide, Siracusa e Canicattini Bagni
nel siracusano, i ceppi liguri e piemontesi sarebbero quindi dovuti al
fenomeno dell'emnigrazione dal sud, potrebbero perciò derivare da
una forma dialettale originata dal termine greco kalos(bello),
ma molto probabilmente si tratta semplicemente di una forma alterata del
cognome Callari (vedi CALLARI), l'ipotesi che porta a far derivare i Calleri del nord
da toponimi come Moncalieri o Pancalieri nel torinese è abbastanza
poco probabile.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Calleri è cognome siciliano e calabrese ed è la italianizzazione
del cognome greco Kalleris. Nel XVIII
secolo era il nome di un notaio a Oppido. Rohlfs 60.
CALLOCCHIA
Assolutamente rarissimo, del centro Italia, probabilmente laziale o abruzzese,
dovrebbe derivare da una modificazione del nome greco Kalò o dell'aggettivo
kalos (bello), ma è pure possibile che sia originato da un soprannome
legato al vocabolo calocchia (pertica usata per battere il grano).
CALLONE
CALLONI
CALONE
CALONI
Callone, assolutamente rarissimo, ha presenze nell'area comasca, varesotta,
milanese e verbanese ed un piccolissimo ceppo nel beneventano, Calloni
ha un nucleo lombardo nel milanese a Buscate, Arconate, Dairago, Agrate
Brianza, Monza, Milano, Arcore, Inveruno, Cernusco sul Naviglio e Bresso
e nella vicina Busto Arsizio nel varesotto, ed un ceppo in Toscana nel
pisano a Palaia e Pontedera, Calone ha un piccolo ceppo nel varesotto ed
uno nel napoletano, Caloni ha un ceppo nell'area milanese ed uno tra senese,
aretino e perugino, dovrebbero derivare, direttamente o attraverso mutazioni
dialettali, dal nome medioevale Calone
una forma arcaica per Carlone o Carlomagno,
di cui abbiamo un esempio nei Codices Traditionum
Ecclesiae Pataviensis, olim Laureacensis, nell'anno 795 in un
testo che così si conclude: "...et haec sunt
testes qui audierunt et uiderunt hanc traditionem Rantolf comis. Into Chuntilo.
Perri. Ratolt. Pero, Taozi. Adalhart. Itto. Clauperht. Isanker. Aotker.
Adalhaoh. Kerhaoh. Ato. Siquis uoluerit hanc traditionem frangere aut ego
aut alius de heredibus et coheredibus meis. primum iram dei incurrat omnipotentis
et habeat luctam cum sancto Stephane coram deo et angelis ejus et haec
traditio. firma permaneat et est factum in III id. aprilis anno XXVII regni
Caloni regis
(nel 768 iniziò il regno di Carlomagno).
.", ma potrebbero anche derivare dal termine latino calones,
una sorta di manovalanza militare addetta alla funzione di attendenti (domestici)
o portatori presso le antiche legioni romane, ne leggiamo nel De
bello gallico di C. Giulio Cesare: "...Horum
adventu tanta rerum commutatio est facta, ut nostri, etiam qui vulneribus
confecti procubuissent, scutis innixi proelium redintegrarent, calones
perterritos hostes conspicati etiam inermes armatis occurrerent, equites
vero, ut turpitudinem fugae virtute delerent, omnibus in locis pugnantes
studio se legionariis militibus praeferrent....".
su suggerimento di Nicola Caloni
CALLOZZO
Callozzo, quasi unico, sembrerebbe siciliano, dovrebbe derivare da un soprannome
basato sul termine dialettale siciliano arcaico caddròzzu
(sciocco).
CALMI
CALMO
Calmi, assolutamente rarissimo, sembrerebbe essere dovuto ad errate trascrizioni
del cognome Calmo, che è decisamente meridionale, assolutamente
rarissimo, ha piccole presenze in Campania ed in Sicilia e presenta un
piccolissimo ceppo nel foggiano, dovrebbero derivare dal nome medioevale
Calmus di cui abbiamo un esempio in
questo atto del 1221: "Ego, Matheus de Tosquin, notum
facio omnibus presentes litteras inspecturis, quod de mandato domine mee
Blanchie, comitisse Trecensis palatine, ivi apud Joviniacum ad recipienda
juramenta militum castellarie Joviniaci et burgensium ejusdem castri, quod
si do minus P., comes Joviniaci, deficeret quod non redderet dicte comitisse
vel Th. comiti, nato ejus, quandocumque ab eis fuerit requisitus, castrum
Joveniaci, quod est jurabile et reddibile eis, dicti milites et burgenses
ex tunc se tenerent ad dominam comitissam, vel comitem natum ejus supradictos.
Hec sunt nomina eorum qui juraverunt: dominus Petrus de Chevallo; dominus
Renaudus de Septempilis; .... Vilanus Piscator; Calmus,
frater ejus; Uroz; .... ex parte vero domine Comitisse superius nominate;
presentibus domino Theobaldo de Buoterio, et me Matheo de Tosquin. In cujus
rei testimonium, feci fieri presens scriptum, sigilli nostri munimine roboratum.
Actum, anno Gracie Mº CCº vicesimo primo, ipsa die Epifanie.".
CALO
CALO'
Sia Calo che Calò sono molto comuni in Puglia con un ceppo
anche nel palermitano ed uno nel romano il primo ed in Irpinia il secondo,
derivano dal nome Calò derivato dal termine greco kalos
(bello).
CALOFARO
Calofaro, quasi unico, sembrerebbe siciliano, dovrebbe derivare da un soprannome
basato sul termine dialettale siciliano calòfaru
(garofano).
CALONACI
CALONICI
CALONICO
Calonaci è un cognome molto raro, specifico toscano, del fiorentino
in particolare con ceppi nel livornese e nel senese, Calonici, anch'esso
molto raro, è tipicamente emiliano, Calonico invece, un poco più
diffuso ha un ceppo nel cosentino, in particolare a San Sosti, uno nel
salernitano, uno a Cerignola nel foggiano e rare presenze qua e là
anche al nord, derivano dal vocabolo medioevale toscano calonaca
(canonica), o dal termine arcaico calonico
(canonico, chierico), il termine calonaci
è stato usato ad esempio a Firenze da Giovanni Villani
nel suo Nuova Cronica: "...sconfitto
il vescovo e sua gente, e morìvi il sire di Falcamonte, e più
altri gentili uomini e de' calonaci,
e dell'una parte e dell'altra..." o anche a Pisa, dove nell'archivio
di stato si legge: "...Domino Rinaldo da Riva di
Mantova potestà anno uno, 1279. Fu chiamato per li calonaci
di Pisa arciveschovo di Pisa ..." e a Lucca: "...L'anno
di .MCCXIIII Ingherame da Porcari fu podestà di Luccha contra la
voluntà de' grandi homini .. ... Allora vennero li calonaci
con le croci et colle reliquie santi per difentione del Podestà
vecchio. E in quel dì misse bando Ingherame, che alcuno raunamento
non si dovesse fare se non al suo consiglio...".
CALONGHI
Calonghi, abbastanza raro, sembrerebbe della zona tra cremonese e bresciano,
potrebbe derivare dal nome di una località ormai scomparsa, anche
se non si può escludere una derivazione da una forma arcaica dell'etnico
di Calusco nella bergamasca o di Colonius (Cologno al Serio sempre nel
bergamasco).
CALOPRESTI
Estremamente raro è tipico del reggino dovrebbe derivare da un soprannome
originato dal vocabolo greco kalos
(bello, buono) e dal vocabolo dialettale
presti (prete)
e starebbe per Buonprete.
CALOR
CALORA
CALORE
CALORI
Calor è praticamente unico, Calora è specifico di Santa Cesarea
Terme e Castro nel leccese, Calore è specifico di Padova con ceppi
anche nel padovano e nel veneziano, e nel Lazio, probabilmente trasferitisi
a seguito della bonifica delle Paludi Pontine, Calori ha un ceppo tra bolognese
e ferrarese ed uno a Roma, dovrebbero derivare, direttamente o ytamite
alterazioni dialettali, dal nome medioevale Calor, Caloris
attribuito a figli molto desiderati e che avrebbero riscaldato con la loro
presenza la casa.
CALOSSO
Calosso è ben presente in Piemonte, in particolare nell'astigiano
ad Asti, San Damiano d'Asti, Canelli e Nizza Monferrato ed a Torino, potrebbe
derivare dal nome medioevale Calocius,
nel 1400 a Genova troviamo un incisore chiamato Calocius de Guisulfis.
integrazioni fornite da Daniele
Zaia
Calosso deriva dal nome del comune astigiano di Calosso.
CALTABELLOTTA
Specifico del palermitano, di Lercara Friddi (PA) in particolare.
integrazioni fornte da Stefano
Ferrazzi
molto raro, originario del palermitano, deriva dal toponimo Caltabellotta
(AG).
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Caltabellotta è cognome e toponimo in provincia di Catania.
Il nome deriva dall'arabo Qal'at-al-ballut
= castello delle querce.
CALTAGIRONE
Tipico della Sicilia centrooccidentale, ha un ceppo secondario anche a
Roma, dovrebbe derivare dal toponimo Caltagirone (CT).
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Caltagirone è cognome e toponimo siciliano, viene dall'arabo
Qal'at-al-ghiràn = castello
delle grotte.
CALTANISSETTA
Caltanissetta, assolutamente rarissimo, è siciliano, dovrebbe derivare
dal toponimo Caltanissetta, potrebbe avere origini ebraiche.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Caltanissetta è cognome e toponimo siciliano, è composto
da Nissa, nome di un'antica località
prima sicana e poi greca, al quale gli Arabi unirono la voce Qal-at
= castello.
CALU
CALU'
Calu è praticamente unico, dovrebbe essere un errore di trascrizione
di Calù che, assolutamente rarissimo, è specifico del reggino,
dovrebbero derivare da un soprannome dialettale derivato da un'alterazione
del nome Calò, a sua volta derivato
dal termine greco kalos (bello).
CALUBANI
Calubani, assolutamente rarissimo, sembrerebbe romagnolo, dovrebbe derivare
dal nome della località Calubano nel forlivese, situata nella zona
appenninica tra Dovadola e Modigliana, probabilmente il luogo d'origine
del capostipite.
CALUSI
CALUSIO
CALUSSI
Calusi, molto molto raro è tipico di Firenze e di Poggibonsi nel
senese, Calusio è quasi unico, Calussi è tipico dell'aretino,
di Cortona ed Arezzo, di Grosseto e di Montepulciano nel senese, dovrebbe
derivare dal nome tardo latino medioevale Calusius,
di cui abbiamo un esempio nel trattato Caroli
Boucheroni de Thomas Valperga Calusio: "...Sed
contentiosa haec philosophia suos habuit lacertos, et optime de posteris
merita dicenda est, cum per tria et amplius secula a summis viris post
Lanfrancum et Anselmum nobilitata, quidquid doctrinarum a barbaria et vastationibus
reliquum erat, infestissima aetate servaverit. Ita sentiebat Calusius;
qui enim Baconem laudabat, quod homines ad meliora studia revocasset, non
minus aequum in scholasticos se ostendebat, Aquinatis et aliorum opera
digito plus semel indicando, unde complura derivaverant recentiores. ...".
CALVANESE
CALVANESI
CALVANISE
Calvanese è specifico del napoletano e salernitano, Calvanesi e
Calvanise dovrebbero essere dovuti ad un errore di trascrizione, dovrebbero
derivare dal toponimo Calvanico (SA). Tracce di questa cognominizzazione
le troviamo a Salerno nel XV° secolo con il magistrato cittadino Angelo
Calvanese di Salerno, a Striano (NA) nella seconda metà del 1700
con il parroco don Gennaro Calvanese, nello stesso periodo a Castel San
Giorgio (SA) i Calvanese sono tra i magguiorenti della città.
CALVANI
CALVANO
Calvani è tipico della fascia centrale che comprende Toscana, Marche,
Umbria e Lazio, con un ceppo anche nel barese, Calvano ha ceppi nel teatino,
nel Lazio meridionale, nella Campania e nella Puglia settentrionale e nel
cosentino, dovrebbero derivare dal nome medioevale
Calvanus, ma è pure possibile
una derivazione dal toponimo Calvano nel beneventano o dal Monte Calvano
in Toscana, tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Barletta nel
1655 in una bolletta: "Don Fabrizio Capece Bozzuto
paga ducati 50 a mastro Onofrio Calvano
marmoraro in nome e per parte di Trojano Marulli, suo genero, in conto
di ducati 170 per tutto il prezzo di marmi bianchi e mischi di buona qualità
e condizione mandati nella cappella di detto Trojano e nel tumulo del "quondam"
Sebastiano Marullo, suo padre...", a Conversano (BA) in un atto
del 1659: "Informatione a querela del canonico Giovanni
Antonio Franco contro il canonico Francesco Paolo de Paulo clerico Santo
fratelli clerico Sabino Calvano
don Sante Attolino ...".
CALVARI
CALVARIO
CALVERI
Calvari, molto molto raro, ha un piccolo ceppo nel piacentino, uno nel
maceratese, uno a Roma ed uno nel reggino, Calvario ha un ceppo a Roma
e ad Anagni nel frusinate, uno a Bari e Molfetta nel barese ed uno a Villabate
nel palermitano, Calveri, molto raro, ha un ceppo a Roma ed uno a Messina
e nel vicino reggino, potrebbero derivare dal nome personale latino Calvarius
o Calverius, ma è pure possibile
che derivino dal nome medioevale Calvario
attribuito ai figli in memoria ed onore della Passione di Cristo.
Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo ad Ajaccio in Corsica almeno
dalla prima metà del 1500, quando il Nobile Quilico Calvari è
Consigliere della Città di Ajaccio.
CALVARUSO
Calvaruso è tipicamente siciliano, concentrato ad Alcamo nel trapanese
ed a Palermo, dovrebbe derivare dal toponimo siciliano Calvaruso nel messinese.
A Bafia nel messinese nel 1700 si trovano tracce di questa cognominizzazione
con il Sacerdote Francesco Calvaruso: "...tiene l'obligo
di far celebrare una messa per ogni giorno festivo e di precetto in tutto
l'anno, e nel giorno di detto Santo si deve fare sodisfare sei messe lette
et una messa cantata per l'anima del quondam sac. Francesco
Calvaruso; per la sodisfazione del qual legato
possiede suddetta chiesa un loco di celsi, terreno scapulo, pochi olivi
et una casa; et in detto loco esiste sudetta Chiesa di Santo Nicolao, quale
non tiene mobile, ma viene governata come sopra...".
CALVELLI
CALVELLO
Calvelli, abbastanza raro, ha un nucleo nel fiorentino, che potrebbe derivare
dal nome del Monte Calvello o della Località Calvello in Val di
Fiora, uno nel cosentino ed uno in Puglia che dovrebbe derivare dal paese
di Montecalvello nel foggiano, Calvello, abbastanza raro, è tipico
della Basilicata della cui regione dovrebbe essere originario, dovrebbe
derivare, così come il ceppo calabrese del precedente, dal toponimo
Calvello nel potentino. Fin dal 1300 si hanno tracce dei De Calvello,
si ricorda un feudatario siciliano Giovanni De Calvello cui vennero affidate
dall'imperatore terre nella zona di Caltanissetta.
CALVESI
Hanno un ceppo a Bitti (NU) ed uno a Olbia (SS), dovrebbe derivare
da un soprannome originato dal vocabolo sardo calvesa
(calvizie), e dovuto probabilmente
a caratteristiche fisiche del capostipite.
CALVETTA
CALVETTI
CALVETTO
CALVI
CALVO
Calvetta, assolutamente rarissimo, è romano, Calvetti è presente
nell'area che comprende il Piemonte, la Lombardia ed il veronese e basso
trentino, con un ceppo anche tra fiorentino e pisano, Calvetto è
specifico di Piscina e Cumiana nel torinese, Calvi è diffuso in
tutt'Italia, Calvo ha un ceppo nella Sicilia orientale, un ceppo nel crotonese
ed uno molto consistente nel Piemonte occidentale, possono avere diverse
origini, direttamente o tramite ipocoristici, o dal cognomen latino Calvus,
o da soprannomi legati alla forma della testa (in latino calva
= cranio) o a caratteristiche fisiche,
in molti casi l'origine è la provenienza da un toponimo iniziante
con Calvi, come ce ne sono molti in Italia (Es. Calvi (BN) - (TR) - (CE)
- (PV) ecc.
CALVIA
Calvia è tipicamente sardo del sassarese, di Alghero, Sassari, Ittiri,
Porto Torres e Mores, con un ceppo anche a Berchidda in Gallura.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CALVIA: o Carbia: nome di un antica e mitica città, fondata
presumibilmente in periodo Fenicio, intorno all'VIII° - VII° secolo
a. Cr. assurta a massimo splendore in periodo romano. I cui resti, attualmente
oggetto di scavi archeologici, per conto delle Soprintendenze di Sassari
e di Nuoro, si trovano nelle vicinanze di Alghero, nei pressi della necropoli
di Monti Carru. In periodo medioevale fu "villa" (bidda - centro abitato)
appartenente alla Curadorìa di Nulàuro, del regno giudicale
di Torres, e fu possedimento privato dei Doria sino al 1272, ma dopo la
fine del regno turritano, negli ultimi anni del XIII° secolo, fu abbandonata:
no si conoscono ancora le cause del suo abbandono! L'etimologia di Carbia
è tuttora oscura; trattasi, secondo alcuni esperti di voce preromana.
Il canonico Spano la fa derivare dal fenicio Kar-bia = città di
piacere. Noi in proposito non abbiamo niente da aggiungere. Come cognome,
sempre preceduto da "de", ad indicare la provenienza, lo ritroviamo negli
antichi documenti della lingua sarda. Tra i firmatari della Pace di Eleonora,
*LPDE del 1388, figurano: Carbia (de) Agustino, majore(amministratore,
sindaco) ville Setini (*odierno Sedini. Contrate de Anglona - Chiaramonte);
Carbia (de) Anthonio, ville Gurrutta (* odierno Borutta(Meylogu). Contrate
de Ardar et Meylogu); Carbia (de) Comita, ville Semestene(* odierno Semestene.
Curatorie de Costa de Valls ; Carbia (de) Joanne, ville Semestene ; Carbia
(de) Leonardo, jurato(guardia giurata, collaboratore del majore) ville
Seneghe (*odierno Seneghe-Contrate Partis de Milis); Carbia (de) Petro,
jurato ville Orani; Carbia (de) Petrus, ville Sasseri; Carbia (de) Santoro,
jurato ville Ardar (*odierno Seneghe(Contrate Partis de Milis); Carbia
Franciscus, ville Sasseri; Carbia(de) Barçolo, ville Setini ; Carbia(de)
Francisco, ville Gocille ( *villaggio Distrutto - Curatorie de Anella);
Carbia(de) Guantino, ville Burgi (*odierna Burgos, fondata da Mariano IV,
padre di Eleonora - Curatorie de Anella); Carbia(de) Joanne, jurato ville
Cossein (*odierno Cossoine. Contrate Caputabas). Nel Condaghe di San Pietro
di Silki, *CSPS, XI°, XIII° sec. troviamo: Carbia (de) Ithoccor
e Carbia (de), Thippari (79 - si tratta probabilmente di due fratelli,
che poi ritroviamo ai cap. 100 e 107 con la variante de Carvia), in una
lite (kertu) per il possesso di servi. Carbia (de) Janne, kertu de ancilla
(80 - in una lite per il possesso di una serva). Carbia (de) Petru, kertu
de servis (111 - sempre in una lite per il possesso di servi). Sempre con
la variante de Carvia troviamo: Carvia (de) Dorgotori (130 -postura = donazione);
Carvia (de) Comita(107- kertu de servis). Nel Condaghe di San Nicola di
Trullas, *CSNT, XI°, XIII° sec., troviamo il cognome nelle due
varianti de Carbia e de Carvia, riferiti alle stesse persone. Carbia o
Carvia (de) Barusone, figlio di Furatu, fratello di Comita e Pietro e di
Furata e Mariane (sos de Carvia), in una vendita di terre in Balle(valle)
de Mela e in Sorcariu (due località poco a sud ovest del centro
abitato di Semestene - centro abitato di 227 abitanti - prov. Sassari -
Meilogu - appartenente all'antica Curadorìa Costavalle o Costa
de Valls). Non v'è dubbio che si tratti di un casato di antica nobiltà
terriera sarda. Sos de Carbia o Carvia citati nel Condaghe, oltre ad essere
proprietari di terre, avevano anche incarichi di rilievo nel regno giudicale
di Torres: Mariane de Carbia(117) era maiore de scolca, cioè capo
della scorta armata di vigilanza ai confini; Gosantine de Carbia(32) era
marito di Elene de Thori (i de Thori costituivano una delle più
potenti famiglie della Sardegna Giudicale); Mariane de Carbia (diverso
dal precedente) era armentariu de rennu( amministratore generale del giudicato),
etc. Attualmente il cognome Calvia è presente in 62 Comuni d'Italia,
di cui 34 in Sardegna: Alghero 62, Sassari 41, Berchidda30, Ittiri 29,
P. Torres 27, Mores 23, Oniferi 17, Torralba 13, etc. Come si nota la maggiore
diffusione del cognome si registra nell'area Alghero - Sassari come nei
tempi antichi. Sulla mitica città di Carbia, forse una delle prime
vere e proprie città della Sardegna antica, dovremmo attendere i
risultati degli scavi ancora in corso. Per saperne di più: visita
il sito - Carbia antica città - Carbia la memoria di Alghero nel
museo archeologico etc.
CALVIANI
Calviani, assolutamente estremamente raro, è del centro Italia,
forse toscano, dovrebbe derivare dal nome medioevale Calviano.
CALVINA
CALVINI
CALVINO
Calvina è ormai unico, Calvini ha un ceppo a San Remo nell'imperiese
ed uno molto piccolo a Roma, Calvino ha un ceppo a Roma, uno a Napoli ed
un ceppo in Sicilia nel trapanese a Trapani ed Erice, con presenze a Palermo,
a Caltanissetta e nell'ennese, dovrebbero derivare dal cognomen latino
Calvinus, Calvina,
di cui abbiamo un esempio nel De Vita Caesarum - Divus Iulius di Svetonio:
"..Omnibus civilibus bellis nullam cladem nisi per
legatos suos passus est, quorum C. Curio in Africa periit, C. Antonius
in Illyrico in adversariorum devenit potestatem, P. Dolabella classem in
eodem Illyrico, Cn. Domitius Calvinus
in Ponto exercitum amiserunt. Ipse prosperrime semper ac ne ancipiti quidem
umquam fortuna praeterquam bis dimicavit; semel ad Dyrrachium, ubi pulsus
non instante Pompeio negavit eum vincere scire, iterum in Hispania ultimo
proelio, desperatis rebus etiam de consciscenda nece cogitavit...".
CALVISE
CALVISI
Calvise. assolutamente rarissimo, sembrerebbe di Pescara, Calvisi è
tipico de L'Aquila e provincia, dovrebbero derivare dal nomen latino Calvisius
di cui abbiamo un esempio negli Annales
di Tacito: "...Appius Silanus Scauro Mamerco simul
ac Sabino Calvisio
maiestatis postulantur,...".
CALVOSA
Ha un nucleo a Laino (CS) ed uno a Castrovillari (CS).
CALZAFERRI
Calzaferri è tipicamente lombardo, dell'alto bergamasco, di Clusone
in particolare e dell'alto bresciano, di Malonno soprattutto, il cognome
dovrebbe derivare dal nome della località di Calzaferro di Malonno
nel bresciano, ma non si può escludere che derivi invece dall'attività
del capostipite, che probabilmente produceva cotte di maglia: una specie
di tunica fatta di molti, piccoli anelli di ferro fittamente collegati
fra loro., utilizzati dagli armati nel medioevo come prima difesa, pur
proteggendo il corpo dai colpi delle armi da taglio, la zona tra alto bergamasco
e bresciano, ricca di minerali di ferro e di fucine, si specializzò
anticamente nella produzione militare di armi ed armature.
CALZATI
CALZATO
Calzati è tipico del bolognese di San Giovanni in Persiceto e di
Bologna, Calzato, assolutamente rarissimo, sembrerebbe dell'alessandrino,
potrebbero derivare da riferimenti a conventi dei frati agostiniani, ai
carmelitani od ai trinitari calzati, varie congregazioni religiose, cui
potrebbero aver aderito, con varie funzioni laiche, i capostipiti.
CALZAVACCA
Cognome la cui origine dovrebbe
essere bresciana, dovrebbe derivare da un soprannome legato ad un mestiere.
CALZAVARA
CALZAVARI
Calzavara è tipico del Triveneto, in particolare di Venezia, Mirano,
Santa Maria di Sala, Mira, Pianiga, Martellago, Dolo e Spinea nel veneziano
e di Campodarsego, Vigonza e Padova nel padovano, Calzavari è praticamente
unico ed è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione del
precedente, dovrebbero derivare da termini arcaici semidialettali per calzolaio
o produttore di scarpe, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo
a Venezia nell'Archivio di Stato dove troviamo i notai Andrea Calzavara
operante dal 1638 al 1686, Angelo Calzavara operante dal 1651 al 1680
e Luca Calzavara dal 1668 al 1716.
CALZETTA
Lo si trova qua e là in
Italia, senza una vera e propria zona elettiva, forse sono varie le aree
di origine, che potrebbero essere la provincia di La Spezia, il Lazio,
gli Abruzzi e la Sicilia. Il cognome potrebbe derivare da un soprannome
legato ad un mestiere.
CALZOLAI
CALZOLAIO
Calzolai è specifico fiorentino, Calzolaio tipico del sud, ha un
ceppo tra napoletano e casertano ed uno tra barese e tarantino, derivano
da un soprannome originato dal mestiere di calzolaio.
CALZOLARE
CALZOLARI
CALZOLARO
Calzolari è tipico della zona che comprende le province di Reggio
Emilia, Modena, Bologna e Ferrara, Calzolaro è specifico della zona
sudoccidentale della penisola salentina, Calzolare è probabilmente
dovuto ad un errore di trascrizione del precedente, derivano da un soprannome
originato dal mestiere di calzolaio.
integrazionie e diversa ipotesi
fornite da Giancarlo Calzolari
Il cognome Calzolari non è un soprannome derivato dal mestiere
di calzolaio ma deriva la sua origine, come Fabbri, Speziali ed altri
cognomi, dalle corporazioni medievali. Non è un caso che questo
cognome sia diffuso proprio nelle città dove esistevano le antiche
corporazioni. Questo naturalmente non esclude che le persone indicate con
il cognome facessero i calzolai. Un esempio di cognome tipicamente professionale
è invece Calligari, Ciabattini e Ciabattoni, Scarpari ed altri.
CALZONE
CALZONI
Calzone ha un ceppo a Reino nel beneventano, uno nel foggiano a Casalvecchio
di Puglia ed uno in Calabria a Roccabernarda nel crotonese e Mileto e Briatico
nel valentiano, Calzoni è invece tipico del centronord, del bresciano,
dove potrebbe derivare dal toponimo Calzoni nel veronese, del bolognese
e del perugino, potrebbero derivare da modificazioni dialettali di nomi
di località come il castello del Calcione nell'aretino o il molisano
contrada Colle Calcione o anche come l'isola di Calcioni nel mar Egeo.
CAMPILI
CAMPILIA
CAMPILLICAMPIONE
CAMPIONI
Campili ha un ceppo a Terni ed uno a Roma, Campilia, molto molto raro,
sembrerebbe tipico del maceratese, di Pollenza nel maceratese in particolare,
Campilli è specifico di Roma, questi cognomi dovrebbero derivare
da nomi di località, in epoca medioevale con il termine campilia
si definivano delle terre adibite a coltivazioni varie, amministrate da
una comunità di cittadini ed i cui frutti venissero distribuiti
tra i vari abitanti del paese, tracce di un principio di queste cognominizzazioni
le troviamo ad esempio nel pisano in uno scritto del 1332: "...Ser Cecchinus
de Campilia. Mactheus Scarsus. Pasquinus de
Casciana not. M. p. Ser Bacciameus Tadi. Gorus Savini. Bartalus de Ripuli...".
Campione è tipicamente meridionale, con un ceppo campano, uno lucano,
uno pugliese ed uno, il più consistente in Sicilia, Campioni è
specifico del centronord, del Lazio in particolare, dovrebbero derivare
dal nome medioevale Campione, con il
significato di perfetto, senza difetti, attribuito da genitori entusiasti
del proprio figlio.
CAMAGNA
CAMAGNI
Camagna sembrerebbe piemontese, Camagni invece ha un ceppo nel milanese
ed uno nel forlivese, dovrebbero derivare da nomi di località caratterizzate
dalla presenza di una casa (cà)
grande (magna), tracce di queste cognominizzazioni
le troviamo in una Cartula venditionis
del 1183 a Sartirana (PV): "...Anno dominice incarnacionis
millesimo centesimo octuagesimo tercio, sesto die kalendas februarii, indictione
prima. Nicolaus Camagna
filius Lafranci , vivens lege Lombarda, consensu eiusdem genitoris sui
vendidit Petro de Rizolo et fratris suis germanis, filiis quondam Viviani,
peciam unam terre ...".
CAMAIONI
Camaioni è ben radicato nell'area che comprende il teramano ed il
Piceno, nel Piceno a San Benedetto del Tronto, Ascoli Piceno, Spinetoli
e Monsampolo del Tronto e nel teramano a Martin Sicuro, Sant`Omero, Alba
Adriatica e Nereto, con un piccolo ceppo secondario anche a Roma, potrebbero
derivare dal toponimo Camaioni di Montelupo Fiorentino nel fiorentino,
o dal toponimo omonimo nel pratese, nel 1260, dopo la battaglia di Montaperti
che segnò la sconfitta dei guelfi fiorentini, molti guelfi emignarono
in terre più amiche perchè sotto il saldo dominio pontificio.
CAMANA
CAMANINI
Camana è assolutamente raro,
probabilmente della zona che comprende il novarese, e il varesotto, Camanini
è di origine bresciana. La derivazione di questi cognomi è
complessa, data l'ubicazione, dovrebbe derivare da un nome di località
svizzera, la Val Camana nel Canton Ticino, ma esiste anche una teoria che
li fa derivare dal toponimo spagnolo Camanas, paesino di montagna spagnolo
della provincia di Teruel in Aragona. Per il cognome Camanini, ci è
stata proposta da un diretto interessato una teoria che lo farebbe derivare
dal nome della val Camonica, deriverebbe quindi dall'etnico Camuni, popolo
che ha dato il nome appunto a quella valle.
CAMANDONA
Camandona è specifico dell'area che comprende le province di Torino
e Vercelli, dovrebbe risalire agli inizi del 1800 e derivare dal toponimo
Camandona nel biellese.
CAMARATA
CAMMARATA
Camarata sembrerebbe specifico di Randazzo nel catanese, Cammarata invece
è un cognome tipicamente siciliano molto diffuso in tutta l'isola,
dovrebbero entrambi derivare dal toponimo Cammarata (AG).
CAMARDA
CAMARDI
CAMARDO
Camarda sembra specifico della Sicilia settentrionale con un ceppo
nel brindisino, gli altri due sono abbastanza rari e specifici del materano,
con possibili ceppi, probabilmente secondari, nel catanese e in Abruzzo
e Molise, dovrebbero derivare da toponimi come Camarda (MT), nome antico
di Bernalda, Camarda (AQ) o Camarda tra Campania e Basilicata come si capisce
da un testo della fine del 1400 : "...Ad Berardino
de Bernaudo, per mercè et excambio de Fontanarosa, sopra li pagamenti
fiscali de Monte Acuto et Camarda
et sopra li casali de Cusencza per anno ducati ...".
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Camarda è un cognome siciliano, calabrese, lucano e salentino.
Viene dal calabrese camarda =
macchia di cespugli, dal greco tardo
kamarda = 'sorta
di tenda'. La voce greca ha dato origine anche al toponimo Camarda
in provincia di Matera,
CAMARDELLA
CAMARDELLI
CAMARDELLO
Camardella, abbastanza raro, ha vari ceppi, uno piccolo a Roma, uno a Napoli
e nel napoletano ad Ercolano, Arzano e Portici, uno nel foggiano a San
Giovanni Rotondo e Lesina, ed a Bari e Casamassima nel barese, uno a Melfi
nel potentino ed a Pisticci nel materano, Camardelli, estremamente raro,
è tipico del centrosud, Camardello, praticamente unico, è
del napoletano, si dovrebbe trattare di una forma etnica riferita ad un
toponimo Camarda presente ad esempio in Abruzzo, Campania e Basilicata
(vedi CAMARDA)
CAMARLINGHI
CAMERLENGHI
CAMERLENGO
CAMERLINGO
Camarlinghi è tipicamente toscano, con un ceppo a Firenze, Lastra
a Signa e Barberino del Mugello nel fiorentino, a Santa Croce sull'Arno
nel pisano ed a cecina nel livornese, Camerlenghi, molto molto raro, ha
un piccolissimo ceppo lombardo, soprattutto nel mantovano, ed uno a Genova,
Camerlengo ha un ceppo a Verona, uno piccolo nell'ascolano a Montegranaro
ed a Monte San Giusto nel maceratese, uno a Roma e Tivoli nel romano ed
a Magliano Sabina nel reatino, uno ad Altavilla Irpina nell'avellinese
ed a Benevento, San Giorgio del Sannio e San Nicola Manfredi nel beneventano,
ed uno a Fasano nel brindisino, Camerlingo è tipico del napoletano,
di Giugliano in Campania, Napoli, Marano di Napoli, Villaricca, Pozzuoli,
Quarto e Qualiano, questi cognomi dovrebbero derivare dal termine medioevale
camerlengo (tesoriere,
esattore), italianizzazione del termine medioevale germanico
chamarlinc, ad indicare che i capostipiti
svolgessero appunto anticamente quella mansione.
CAMARRA
Cognome abruzzese originario della
provincia di Pescara, potrebbe derivare da un soprannome legato ad un toponimo
Camarda (AQ)
CAMASTRA
CAMASTRO
Camastra ha un ceppo nel barese a Grumo Appula, Castellana Grotte ed Altamura,
uno nel catanzarese a Botricello, Vallefiorita e Stalettì, ed uno
a Palermo, Camastro ha un ceppo a Sora nel frusinate ed a Roma, con rare
presenze al sud, relativamente a questi cognomi esistono almeno due ipotesi,
la prima è che derivano dal nome fenicio Kamastart,
il nome anche di una divinità, la seconda propone una derivazione
da un soprannome basato sul termine dialettale camastra,
camastro (la catena cui si appendono
i paioli nel focolare), a sua volta derivato dal verbo greco
antico κρεμάσω kremaso (appendere).
CAMATA
CAMATI
CAMATO
Camata ha oggi un ceppo tra veneziano e trevigiano, ma dovrebbe essercene
stato anche uno nel sud della Sicilia, tra siracusano, ragusano e nisseno,
Camati, quasi scomparso in Italia, sembrerebbe avere due luoghi d'origine
uno nel meridione del paese, probabilmente in Calabria ed uno nel modenese,
Camato è quasi unico, dovrebbe essere dell'Italia del sud, dovrebbero
derivare da un soprannome riferito al mestiere dei capostipiti, probabilmente
originato dal termine greco χαμαί camai
(terra) o meglio ancora dal
termine sempre greco κάματος kamatos
(fatica), intendendo che probabilmente
i capostipiti fossero lavoranti agricoli
o comunque uomini di fatica.
CAMAZZOLA
Camazzola è tipico della zona tra vicentino e trevisano, di Romanod'Ezzelino
nel vicentino e, nel trevigiano di San Zenone degli Ezzelini e di Borso
del Grappa.
integrazioni fornite da Gabriele
Farronato
Camazzole è una frazione del comune di Carmignano sul Brenta
(PD). I dalle Camazzole sono detti coloro che si sono trasferiti
nell'Asolano a Liedolo di San Zenone nel secolo XV°. Da qui si sono
poi sparsi anche nel Bassanese.
CAMBA
CAMBEDDA
CAMBONI
CAMBOSU
CAMBULI
Camba è specifico del sud della Sardegna, di Cagliari soprattutto
e di Quartu Sant'Elena, Selargius, Monserrato e Capoterra nel cagliaritano
e di Oristano, Cambedda, abbastanza raro, ha un nucleo nel cagliaritano
ed uno nel nuorese, Camboni è molto diffuso in tutta la Sardegna,
a Sassari, Ploaghe, Sennori, Ozieri, Olmedo e Sorso nel sassarese, a Cagliari,
Quartu Sant'Elena, Settimo San Pietro, Villaputzu e San Vito nel cagliaritano,
a Siniscola e Nuoro nel nuorese, a Giba, Carloforte e Carbonia nel carbonense,
Cambosu è specifico di Nuoro, Cambuli ha un ceppo a Nurallao, Cagliari
e Quartu Sant'Elena nel cagliaritano ed uno a Neoneli nell'oristanese,
dovrebbero tutti derivare, direttamente o attraverso ipocoristici o accrescitivi,
da un soprannome originato dal vocabolo sardo camba
(gamba).
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CAMBA; CAMBEDDA; CAMBONI; CAMBOSU; CAMBULI: sa
càmba è la gamba,
ma significa anche ramo; sa
cambèdda è l'osso della
gamba, più conosciuto con nome sa
cannèddade sa càmba.
Sa cambèdda è inoltre
la "guardia" del freno per le redini.
Camboni è l'accrescitivo di
camba > gambone,
ma è anche la bussola d'alcova,
dal catalano cambrò, con la
scomparsa della r (frequente nella lingua sarda). Cambosu
> gamboso, dalle gambe robuste o lunghe?
Cambuli potrebbe invece derivare, oltre
che da gamba, dallo spagnolo antico cambuj,
nel significato di cuffia per i bambini!
(especie de capillo de lienzo que se pone a los
niños). Sono cognomi presenti negli antichi documenti
della Sardegna. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE del 1388,
troviamo: Camba Nicolaus - de Aristanni; Cambella Dominigo, ville
Burgi. * Burgi de Gociano...odierna Burgos - fondata da Mariano IV, padre
di Eleonora. Curatorie de Anella; Cambella Joannes, ville Sasseri. ** Sasseri.Sassari.
Et nos Pugioni Anthonius et De Lacon Salatinus, cives Sasseri, sindici,
actores et procuratores.Marringoni Arsòcus potestas ac capitanus
civitatis Sasseri. Omnes cives congregatis in civitate Sasseri, apud ecclesiam
Sancte Caterine.presentibus Corda Jacobo, Magnispesa Francisco, De Mascara
Francisco. In die XIII mensis Januarii MCCCLXXXVIII - 1388. Cambone Gunnario,
jurato ville Culleri(Cuglieri** CULLERI.(attuale Cuglieri) CASTRI MONTIS
DE VERRO.in posse Salari Arsocho, notarii publici et etc. die X januario
1388. nisi bestiaris pastores.congregatis in villa de Guilciochor .in posse
Salari Arsoci, habitatoris Bose .notarii publici et etc. die X januari
1388; Cambone Petro, ville Bordigale. * BORTIGALE.odierno Bortigali. Curatorie
de Marghine de Gociano; Cambuli Echu, jurato ville Mahara. ** Contrate
Marmille.et ego Ferrali Agustinus, sindicus et c.etc. Contrate Marmille.seu
a Nicolao Longhu, castellano Contrate Marmille.habitatoribus, congregatis
in dicta villa Mahara Barbaraquesa (Villamar) ante ecclesiam Sancti Saturnini
(nisi pastores bestiarum) .in posse Virde Andrea, civitate Sasseri, Virde
Joannis filii.die XII januarii 1388; Cambuli Michaele - de Bosa. ** Bosa:
omnibus civibus et habitatoribus civitatis Bose.nisipastores.congregatis
intus Ecclesiam Beate Marie Virginis .die XV Januarii 1388, Cambuli Petro,
ville Selluri. ** Selluri - Sedduri - Seddori: odierno Sanluri. Et ego
Capula Marcus .sindicus, actor et procurator ville Selluri.seu a Petro
De Castay, locuntenente capitanei et Margiano Costa, locuntenente potestatis
terre Selluri et omnibus habitatoribus dicte terre, congregatis. X die
januarii 1388. Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, CSMB, XI°,
XIII° secolo, abbiamo: Camba Arzocco (138), prete di Segazos ( abitato
scomparso appartenente alla Curadorìa di Milis, del regno giudicale
di Arborea, i cui resti si trovano in agro di Riola Sardo, in località
Trogatzus); in uno scambio di terre: tramudarus vinias cun presbiteru Mellose
de Segazos.Cambuli Furada Buriga, figlia a (di) Ianni e sposa a Gosantine
Anione (167), in una partizione di servi: partivi cum donnu Troodori Coco
arkipiscopu. Coiuedi Goantine Anione , serbu de Santa Maria de Bonarcado,
cun Cambuli Furada, ankilla de Santa Maria de Aristanis.Nel Condaghe di
San Nicola di Trullas, CSNT, XI°, XIII° secolo, abbiamo: Camba
Dorgotori (183) in una compera di servi: comporaili a Petru de Serra pede
in Dorgotori Camba et.(ho comprato da Petru de Serra, un quarto(del servizio)
di Dorgotori Camba e.;Camba Maria (76), in una donazione: dona binia (vigne)
in Soricariu - in agro di Andronike; Camba Petru (240), in uno scambio
di servi: tramutai cun Petru de Serra Boe: isse deitimi latus(la metà,
del servizio) de Petru Camba et ego deitili III pedes de Maria Bacca (tre
quarti). Nel Condaghe di San Pietro di Silki, XI°, XIII° secolo,
abbiamo: Canbella Petru (51) armentario( amministratore di corte),
in una donazione a San Pietro (postura); Canbella Comita (100), teste in
una lite per la partizione della servitù (kertu de servis); Canbella
Furatu (131), in una donazione (postura); Canbella Petru(76), maiore de
scolca( comandante dei reparti di guardia dei confini), testimone in una
lite per la partizione della servitù (kertu de servis). Nel testo
del Fara "De Rebus Sardois" libri, III° e IV° troviamo citati:
Cambonus Basilius, canonicus Sorrensis (canonico in Sorres > abitato scomparso;
appartenne alla Curadorìa del Meylogu nel regno giudicale di Torres
e sede della omonima diocesi, oggi non più esistente); Cambonus
Petrus, alleato del re di Spagna e da lui gratificato, allorquando Mariano
IV, Giudice d'Arborea, tentò con azioni militari la conquista
di tutta la Sardegna - anno 1369. Attualmente il cognome Camba è
presente in 32 Comuni italiani di cui 15 in Sardegna: Cagliari 113, Quartu
S. E. 23, Oristano 21, etc. Cambedda è presente in 46 Comuni italiani,
di cui 26 in Sardegna: Teulada 27, Nuoro 23, Cagliari 19, etc. Camboni
è presente in 156 Comuni italiani, di cui 65 in Sardegna: Sassari
71, Plaghe 62, Cagliari 62, Sennori 53, Quartu S. E. 38, etc. Cambosu è
presente in 9 Comuni italiani di cui 8 in Sardegna: Nuoro 44, Ozieri 6,
Sassari 6, Cagliari 5, Olbia 3, etc. Cambuli è presente in 38 Comuni
italiani di cui 18 in Sardegna: Nurallao 33, Cagliari 27, Neoneli 26.
CAMBARAU
Cambarau è tipicamente sardo del cagliaritano, di Quartu Sant'Elena,
Cagliari, Decimoputzu e Capoterra, e di San Giovanni Suergiu e Carbonia
nel carboniense, dovrebbe derivare dal termine sardo cambaràu
(esattore, addetto alle riscossioni),
un deverbale del verbo sardo cambarài (incamerare,
confiscare).
Cambarere, praticamente unico, è probabilmente dovuto ad un errore
di trascrizione di Cambareri, che è tipico del reggino, di Bagnara
Calabra, ma, anche se in misura minore, di Scilla, Villa San Giovanni,
Campo Calabrò, Seminara e Gioia Tauro, Cameriere, molto raro, è
tipico di Lattarico nel cosentino, Camerieri, assolutamente rarissimo,
sembrerebbe del perugino, di Perugia e di Valfabbrica, Sempre del perugino
dovrebbero essere gli assolutamente rarissimi Cammarieri e Cammerieri,
Cammarere, molto raro, sembra essere specifico di Sant`Eufemia d`Aspromonte
nel reggino, Cammareri è tipicamente siciliano del trapanese, di
Trapani, Marsala, Erice, Mazara del Vallo e Gibellina, con ceppi anche
a Palermo e Messina, un piccolo ceppo è presente anche a Taurianova
nel reggino, tutti questi cognomi dovrebbero derivare, a seconda del momento
in cui si sono formati, se in epoca abbastanza vicina da termini, più
o meno dialettali, stanti ad indicare il mestiere di cameriere
come attualmente si intende, se in epoca tardo medioevale o rinascimentale
derivano invece dalla funzione di gentiluomo cameriere,
un funzionario di grado elevato addetto a funzioni amministrative o di
gestione di corte ai servizi dell'alta nobiltà e dell'alto clero.
CAMBI
CAMBIO
Cambi è tipicamente toscano, con ceppi, probabilmente secondari
in Emilia e nel Lazio, Cambio, molto molto raro sembra specifico del casertano
ed iserniano, derivano dal nomen latino Cambius di origini celtiche, di
cui abbiamo un esempio in un atto rogato a Bologna nel 1329: "...Cambius
olim Martini Guaraldi, Iohannes quondam Lambertutij, Albertus Bonore...",
tracce di questa cognominizzazione si trovano a Firenze nel 1200, in uno
scritto del 1263 viene citato un certo Ricco Cambi come esponente dei maggiori
banchieri della città, a Bergamo nel 1500 leggiamo: "...Actorum
spectabilis domini vicarii pretorii Bergomi Francescus
Cambius et Antonius Rizattus julii et augusti
anni 1559...".
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cambi muove dal nome proprio medievale Cambio,
d'area toscana (sec. XII). E' forma aferetica da (Bon)cambio
«buon cambio», nome augurativo
«dato a un figlio dopo la morte di un figlio precedente» (De
Felice). Discreta la sua diffusione a Modena. Fonte: F. Violi, Cognomi
a Modena e nel Modenese.
CAMBIALE
CAMBIALI
Cambiale è quasi unico, potrebbe essere siciliano, Cambiali, leggermente
meno raro, è probabilmente toscano, dovrebbero derivare da un termine
medioevale cambiale, cambialis (operatore
di cambio moneta), forse ad indicare nel capostipite un banchiere.
CAMBIASO
Cambiaso è tipicamente ligure di Genova e del genovese, di Serra
Riccò, Sant'Olcese e Campomorone, dovrebbe derivare da un'italianizzazione
del cognome francese Cambiez o del
termine medioevale francese cambias
(birraio), che ha dato origine a quel
cognome, ma potrebbe anche derivare da un soprannome originato dal termine
celta cambios (gobbo),
forse un difetto del capostipite.
CAMBIE'
CAMBIELLI
Cognome lombardo originario della
provincia di Cremona Cambiè, tipico della provincia di Milano Cambielli,
potrebbero essere stati originati da un soprannome derivato da un toponimo
Cambiago (MI) o legato al mestiere di commerciante , cioè di uno
che fa baratti. Potrebbero anche essere derivati dal nomen latino Cambius. (vedi Cambi)
CAMBIERI
Specifico della parte occidentale
dell'Italia settentrionale, potrebbe essere originato dal nome augurale
Cambio ( quelli di Cambio, la gente di Cambio) oppure dal mestiere di commerciante.
CAMBRIA
Specifico del messinese, potrebbe derivare dal cognomen latino Cambria
(antico nome latino per Galles, regione del Nord Ovest dell'Inghilterra),
un esempio è Aurelia Titulla Cambria leggibile in un'antica iscrizione
romana.
CAMBRIANI
Molto raro, è specifico del centro Italia, dovrebbe derivare dall'etnico Cambria, (antico nome latino per Galles, regione del Nord Ovest dell'Inghilterra),
forse ad indicare reduci dalle campagne in Britannia, in
un antica lapide romana leggiamo: "Cambrianus
/ l(ibens) p(osuit)".
CAMBRUZZI
Cambruzzi, presente in modo sporadico nell'Italia settentrionale, ha un
ceppo veneto nel bellunese a Fonzaso, dovrebbe derivare da un soprannome
dialettale con riferimento alla finissima tela detta di Cambrai,
forse ad indicare che il capostipite ne facesse commercio, troviamo tracce
di questa cognominizzazione nel bellunese a Feltre nel 1600, in un atto
leggiamo: "...Ioannes
Cambrutius cancellarius episcopalis feltrensis
notarius...".
CAMEDDA
Camedda, tipicamente sardo, è specifico soprattutto dell'oristanese
di Cabras in particolare e di Oristano, Santa Giusta, Marrubiu e Solarussa,
e di Cagliari, potrebbe derivare da nomi di località.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CAMEDDA: sa camèdda in logudorese
è l'arco del giogo dei buoi.
Dallo spagnolo gamella - arco
de yugo en que entra la cabeza de los bueyes. In campidanese
su yù o juali/e
de is bois. Dal catalano camella.
Dal latino camela = femmina
del cammello. In latino esiste anche camella,
dim. di camera, col significato di scodella.
Sono tanti i cognomi ed i toponimi che hanno come base questo termine,
sin dai tempi antichi e, nonostante sia ritenuto logudorese, lo ritroviamo
in tutta la Sardegna, anche nei toponimi: un classico esempio è
l'area del Monte Linas, Sardegna sud occidentale, dove ritroviamo i toponimi
Punta sa Camedda, su Pranu de Camedda, in agro di Gonnosfanadiga. Come
cognome lo ritroviamo tra i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE del
1388: Camella Bernardus, ville Algueri(Alghero). Nell'oper del Fara (De
Rebus Sardois, III°, IV° libro è citato Camella Bernardus:
nominato, nell'anno 1387, dal re Giovanni d'Aragona tutore e curatore (amministratore),
insieme a Franciscus Bos et Antonius Ferret, pro Alguerii populo
(per la città di Alghero). Camedda Antioco (XVIII_XIX secolo) sacerdote
residente a Cagliari * I 2000 sardi più faosi (L'Unione Sarda).
Attualmente il cognome Camedda è presente in 111 Comuni italiani,
di cui 49 in Sardegna: Cabras 230, Oristano 65, Cagliari 48, Santa Giusta
28, Marrubiu 18, etc.
CAMELI
CAMELLI
CAMELLINI
CAMELLINO
CAMELLO
Cameli è molto diffuso nell'area che comprende il maceratese, il
Piceno ed il teramano in particolare ed il pescarese, con piccoli ceppi
in Umbria, uno nel romano e latinense ed uno nell'ennese, Camelli, molto
raro, è specifico di Faenza, Camellini è tipicamente emiliano,
del reggiano, di Reggio Emilia,Cadelbosco di Sopra, Guastalla e Casalgrande,
del modenese, di Sassuolo, Modena, Formigine e Carpi e di Parma, Camellino,
praticamente unico, potrebbe essere dovuto ad un'errata trascrizione del
precedente, Camello è assolutamente rarissimo, dovrebbero quasi
tutti derivare, direttamente o attraverso una forma ipocoristica, da una
latinizzazione del nome e cognome tedesco
Kamel, cognome di cui abbiamo un esempio
nella seconda metà del 1600 con il Padre gesuita Georg Joseph Kamel
che latinizzò il suo nome in Gergius Josephus
Camellius e che diede il suo nome alla camelia
(pianta da fiore) che portò
in Italia dall'Asia, ma è pure possibile una derivazione dal nome
di origine celta Camelian, ricordiamo
San Camelian vescovo di Troyes in Francia dal 478 al 525, anno della sua
morte, non si può escludere che in qualche caso possano anche derivare
dal nome arabo Kamel, ricordiamo con
questo nome il sultano d'Egitto Malik-al Kamel
che nel 1292 restituì a Federico II° Gerusalemme senza combattere.
CAMELLATO
Camellato, estremamente raro, è del trevigiano, dovrebbe trattarsi
di una forma patronimica dialettale del nome Camellus
o Camellian, la terminazione in -ato
sta per figlio di. (vedi Camelli).
CAMERA
CAMERAN
CAMERANI
Camera è distribuito in
tutt'Italia, ha vari ceppi originari, dalla provincia di Alessandria, Pavia
e Genova alla Campania ed alla Calabria. Cameran è padovano
e Camerani è ravennate. Questi cognomi potrebbero derivare da uno
dei tanti toponimi con radice Camera come Camerana (CN), Camerano (AN)
- (AT) ecc. oppure dal mestiere di servitore (addetto alla camera).
CAMERINI
CAMERINO
Camerini è presente a macchia di leopardo nel centronord,
Camerino è presente in tutta Italia, possono derivare dal toponimo
Camerino (MC) in qualche caso, in altri dal mestiere di servitore
(addetti alla camera).
Camilla è tipica del cuneese di Niella Tanaro e Mondovì,
Camillacci è tipicamente laziale, del romano e del frusinate, Camilletti
è tipico delle Marche, del perugino e del romano, Camilli è
specifico della fascia centrale che comprende il grossetano, il Lazio,
l'Abruzzo, l'Umbria e le Marche, Camillini è tipicamente romagnolo,
del ravennate, forlivese, riminese e pesarese, Camillo ha ceppi nel Veneto,
nel romano, nel napoletano, nel foggiano e nel palermitano, Camilloni sembra
marchigiano e del perugino e romano, Camillucci oltre al ceppo marchigiano
ha un ceppo nel ternano, nel viterbese e nel romano, Camilluzzi, molto
molto raro, è tipico del ternano, Cammilli, sicuramente toscano,
è proprio del fiorentino e del pistoiese.,
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
L'origine di questi cognomi va ricercata nel nome antico Camillo,
l'italianizzazione cioè del personale samotracio Kadmilos,
che, nell'antica mitologia greca, era il nome attribuito al padre dei Cabiri
(divinità dell'oltretomba, venerate come Grandi Dei in un culto
misterico che aveva il suo centro in Samotracia): dalla figura mitologica
di Kadmilos, in seguito, presero il
loro nome i cosiddetti camilli, giovani sacerdoti che assistevano a particolari
riti sacrificali, conosciuti come i Misteri dei Grandi Dei. Detto questo,
comunque, va notato che in alcuni casi il cognome Camillo potrebbe derivare
da una variante del cognome Camillò (vedi questo cognome). Per quanto
riguarda i cognomi in questione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni
o dei nomi personali dei capostipiti o di soprannomi ad essi attribuiti.
CAMILLERI
CAMILLIERI
Camilleri è tipicamente siciliano dell'area che comprende il nisseno,
l'agrigentino ed il palermitano, Camillieri, molto molto raro, è
tipico di Ragusa e del ragusano, con il termine camillero
in Sicilia si definivano i portantini o lettighieri, ed anche dei frati
camilliani cioè che per vocazione dedicavano la loro vita all'assistenza
ai malati, si potrebbe ipotizzare quindi che il capostipite avesse o rapporti
con qualche convento di quei frati o facesse appunto il lettighiere.
CAMILLO'
Camillò è tipicamente calabrese del reggino e soprattutto
di Vibo Valentia.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
L'origine di questo cognome va ricercata nel soprannome o nome medievale
Camillò, che, nato sulla base
del greco chamilòs, significa letteralmente basso (vedi anche
Basso e Curcio, dei quali Camillò è l'equivalente greco-italiano);
anche se è più improbabile, comunque, non si può escludere
che in alcuni casi questo cognome derivi dal nome antico Camillo (vedi
Camilli). In conclusione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni o dei
nomi personali dei capostipiti o di soprannomi ad essi attribuiti.
CAMINADA
Tipicamente lombardo e specificatamente
milanese e comasco.
CAMINATI
Si individuano due ceppi uno nell'area
di Piacenza e l'altro in provincia di Forlì; il ceppo piacentino
deriva dal toponimo Caminata (PC).
CAMINITA
CAMINITI
CAMINITO
Caminita è specifico del palermitano, di Palermo e di Ustica, Caminiti,
molto più diffuso, è tipico della Calabria meridionale e
della Sicilia nordorientale, di Villa San Giovanni, Benestare, Bovalino,
Santa Cristina d'Aspromonte, Careri e Cittanova nel reggino e di Messina,
Roccalumera, Santa Teresa di Riva, Furci Siculo, Pagliara, Taormina, Mandanici
e Fiumedinisi nel messinese con ceppi anche a Catania e Palermo, Caminito,
meno diffuso, è specifico di Melilli nel siracusano e di Militello
in Val di Catania e Catania nel catanese, in molti casi dovrebbe trattarsi
di forme etniche riferite al paese di Camini nel reggino, il cui toponimo
dovrebbe derivare dal termine greco arcaico kaminion
(fornace), negli altri casi potrebbe
derivare dal termine grecanico caminètes
(piccola fornace), forse ad indicare
che i capostipiti si occupassero della fusione di metalli.
integrazioni fornite da Michele
Caminita
Caminita: da documenti trovati nell'archivio di stato civile del comune di Ustica
si legge che il capostipite fosse un certo marinaio proveniente dalla Spagna
di nome Joachin Caminito nato nel 1786 successivamente sposato con una
donna di Ustica ed ivi morto nel 1883.
CAMINOLI
Assolutamente rarissimo potrebbe derivare da toponimi come Camino (TV)
o Camino al Tagliamento (UD).
integrazioni fornite da Enrico
Caminoli
i Caminoli in italia sono tutti parenti fra loro, quindi esiste un
solo ceppo; da una ricerca a metà del 1700 fino al 1800 erano in
Carinzia Slovena, a Maribor, probabilmente di origini venete.
Il toponimo di riferimento è Camino, come la famiglia Da Camino
della marca trevigiana. Comunque nel 1900 i Caminoli sono in trentino.
CAMIOLA
CAMIOLI
CAMIOLO
Camiola, quasi unico, sembrerebbe siciliano, Camioli, anch'esso quasi unico,
è probabilmente dovuto ad un'errore di registrazione anagrafica
settentrionale del cognome Camiolo, che è tipicamente siciliano,
di Palermo, di Gela nel nisseno, di Grammichele, Catania e Caltagirono
nel catanese e di Valguarnera Caropepe, Leonforte, Aidone ed Enna nell'ennese,
dovrebbe derivare dal nome medioevale Camiolus,
un'alterazione dialettale del termine latino medioevale cameolus
(cammeo), dell'uso di questo termine
abbiamo un esempio in epoca medioevale in un atto: "...
Zona una argenti cum cinto corii cum certis paucis splanguis. Adamanti
tres parvi in tribus anulis auri. Camiolus
unus in uno anulo auri. Anulli quatuor auri fracti pauci valoris. Virge
due parve pauci valoris que sunt fracte. Pendini duo granate et alii duo
safilii cum periis ceto...", nome in uso soprattutto presso i popoli
slavi, anche come forma alterata del nome Camillus,
secondo un'altra ipotesi potrebbe derivare da un soprannome dialettale
basato su di un termine arcaico dialettale camiolo
(vignaiolo).
CAMISASCA
CAMISONI
Cognomi decisamente milanesi, dovrebbero
derivare dal toponimo Camisasca (CO) e Camisano (CR).
CAMISOLA
Camisola, assolutamente rarissimo, sembrerebbe dell'astigiano, forse di
San Damiano d'Asti, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine
dialettale piemontese camisòla
(sottoveste), a sua volta derivato
dal provenzale camisol (gonna,
veste), si tratta di un cognome molto antico, di cui si hanno
tracce fin dal medioevo, infatti nel Codice Diplomatico
della Lombardia Medioevale, in una Cartula
vendicionis redatta a Pavia nell'anno 1141 possiamo leggere:
"Anno ab incarnacione domini nostri Iesu Christi
millesimo centesimo quadragesimo primo, quintodecimo kalendas decembris,
indictione quinta. Constat me Mantoanam, filiam quondam Nigriboni Buccanigra,
et relicta quondam Guilielmi Bescossa, que professa sum ex nacione mea
lege vivere Romana, accepisse sicuti et in presentia testium accepi a te
Borgundio Musso da Salairano, per Rainardum
Camisolam, missum tuum, argenti denariorum
bonorum Papiensium solidos viginti quinque et dimidium, finito precio,
pro omnibus rebus illis cum areis suis, iuris mei, quas habere et deti|nere
visa sum, per aliquem modum, in loco et fundo Ragagnaria et in eius territorio,
prope castro de Lambro ...".
CAMMARELLE
Cammarelle, abbastanza poco comune, è specifico di Rionero in Vulture
nel potentino, dovrebbe derivare dal nome della località Cammarelle
sita nel comune di Padula nel salernitano.
CAMMI
CAMMIA
Cammi è specifico di Piacenza e del piacentino, di Rottofreno, Fiorenzuola
d'Arda e Caorso, Cammia, quasi unico, è sempre del piacentino, dovrebbero
derivare dal nome tardo latino di origini celte Cammius,
latinizzazione del nome Cammiac in
uso nella Gallia meridionale, durante il periodo imperiale sotto Antonino
Pio troviamo come Proconsole del Norico Lucius
Cammius Secundinus, in una lapide del primo secolo situata ad
Aquileia si può leggere: "K(alendis)
Novembr(ibus)
L(ucius) Nonius
Rufinus Pomponianus Q(uintus)
Vesonius Fuscus // p(raefecti)
i(ure) d(icundo)
/ scr(ibendo)
adf(uerunt) C(aius)
Lucretius Helvianus M(arcus)
// Trebius Proculus L(ucius)
Cammius Maximus
/ s(enatus) c(onsulto)
cum prona voluntate // honestissimo animo ultro Calvius Pollio IIIIvir
i(ure) d(icundo)
/ in proximum annum // professus sit quo facto haesitationi publicae in
partem / moram ademerit placere ei quo // magis etiam ceteri ad bene faciendum
in rei publicae / provocentur statuam equestrem // auratam in foro n(ostro)
poni censuer(e)
prim(us) cens(uit)
C(aius)
Lucretius Helvianus".
CAMMAROTA
CAMMAROTI
CAMMAROTO
Cammarota è un cognome specifico dell'Italia meridionale, probabilmente
originario della Campania e Basilicata, dove è diffusissimo, Cammaroti,
praticamente unico, è probabilmente dovuto ad un'errata trascrizione
del precedente, Cammaroto è specifico di Messina e del messinese,
si dovrebbe trattare di cognomi derivanti da alterazioni dialettali del
nome del paese di Camerota nel salernitano, o di Cammarata nel cosentino e nell'agrigentino.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cammarota è cognome siciliano (anche Cammaroto) che viene dal
greco 'kammarōtos' = fatto
a volta, ma anche 'fiero'.
Possibile anche una derivazione dal toponimo Camerata (SA). Rohlfs 60.
CAMMORANESI
CAMORANESI
Camoranesi è ormai quasi estinto in Italia continua la sua presenza
all'estero grazie al fenomeno dell'emigrazione del secolo scorso, Cammoranesi
è estremamente raro, sembrerebbero originari dell'anconetano, forse
di Fabriano.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
Camoranesi è un cognome ormai quasi scomparso nel nostro paese, probabilmente originario
delle Marche, deriva dall'etnico del toponimo Camerano (AN), un tempo noto
come Camborano o Camorano.
CAMNASIO
Specifico del milanese, dovrebbe derivare dal toponimo Camnago (MI) frazione
di Lentate.
CAMODECA
Camodeca è tipico della zona tra il basso potentino, San Paolo Albanese
e San Costantino Albanese, e l'alto cosentino, Spezzano Albanese e Castroregio,
famiglia nobile di chiare origini albanesi, che arrivò in zona nella
prima metà del 1500, in fuga da Corone, città della Morea
(antico nome del Peloponneso attualmente greco), che era stata invasa dai
turchi islamici, aiutati nell'operazione di espatrio dalle navi messe a
disposizione da Carlo V°, per sottrarre i cristiani alle ritorsioni
turche.
CAMOGLIANO
Molto molto raro è tipicamente genovese, dovrebbe derivare dall'etnico
di Camogli (GE).
CAMOIRANO
Camoirano, molto molto raro, è tipicamente ligure, dell'area tra
genovese e savonese, potrebbe trattarsi di una forma etnica relativa al
paese spagnolo di Camoira in Galizia, questo supportato dalla particolare
frequenza con la Spagna da parte della Repubblica Marinara di Genova e
dai numerosi interscambi marittimi fra quelle regioni.
CAMONI
Due le aree di origine, la provincia
di Brescia e quella di Piacenza, dovrebbe essere legato alla provenienza
dalla val Camonica.
CAMONITA
CAMONITI
Camonita è tipico di Paternò nel catanese, con un piccolo
ceppo anche a Ficarazzi nel palermitano, Camoniti, quasi unico, sembrerebbe
del palermitano, dovrebbero derivare da forme etniche soprannominali grecaniche
dove il suffisso -ita sta per abitante
di, proveniente da, una
località per il momento non meglio identificabile.
CAMORANI
Camorani è tipicamente romagnolo, di Forlì, e del ravennate,
di Faenza, Lugo, Solarolo e Castel Bolognese, con un ceppo anche nel reggiano
a Reggio Emilia e Canossa, dovrebbe derivare dal nome del paese di Camorano,
antico nome dell'attuale Camerano nel riminese o Camerano nell'anconetano.
CAMORRI
Camorri, molto raro, è tipico di Cortona nell'aretino, dovrebbe
derivare da un soprannome originato dal termine arcaico italiano camorro
(acciacco, malaticcio e per estensione
cosa che funziona male) a sua volta
derivato dal latino camoria (moccio).
CAMOSSI
CAMOSSO
Camossi sembra tipico di Darfo Boario Terme (BS) e del bresciano, Camosso
è tipico piemontese di Envie (CN), dovrebbero derivare da soprannomi
originati dal vocabolo dialettale lombardo camòss
(camoscio).
CAMOTTI
Camotti è specifico di Castelli Calepio nel bergamasco, il cognome
dovrebbe derivare dal fatto che il capostipite fosse di razza camuna, o
semplicemente provenisse dalla Val Camonica.
CAMPA
CAMPI
CAMPO
DELLA CAMPA
LO CAMPO
Campa è tipicamente pugliese, del Salento in particolare, Campi
è diffuso in tutto il nord, soprattutto nel milanese e varesotto,
nel genovese, nel ferrarese ed in Umbria, Campo è tipicamente siciliano
con ceppi anche nel bellunese ed in Puglia, Della Campa, rarissimo, è
del napoletano, Lo Campo è specifico di Foggia, dovrebbero tutti
derivare da uno dei molti toponimi chiamati Campa, Campi o Campo o composti
con la parola Campi o Campo, abbiamo un esempio di quest'uso in questo
scritto del 1257: "...Nam
ex parte mei, domui iam dicte pacis causa, propter eciam salutem anime
mee, de consensu fratris mei Sandivogii et filioli mei Nycolai filii Sandivogii
de Campa, villas istas, ...". Tracce
di queste cognominizzazioni le troviamo nel 1200 nel pisano:
"...Bonaventure de Ceuli quondam Campi
de S. Iohanni alla Vena (San Giovanni alla
Vena (PI))...", in Valtellina nel 1600
con il notaio Antonio Campi, esattore delle taglie forestiere nella comunità
di Grosio (SO).
CAMPACCI
CAMPACCIO
CAMPACI
Campacci, molto molto raro, ha un ceppo nello spezzino ed uno nel forlivese,
Campaccio, quasi unico, è toscano, Campaci ha un ceppo molto piccolo
nel nordmilanese e nell'area che comprende il pavese e l'alessandrino,
ed un ceppo veneto concentrato nel rovigoto, padovano e veneziano, dovrebbero
derivare da soprannomi originati da nomi di località, come quella
citata in questo scritto del 1581 a Travedona nel varesotto: "..Jtem
dicunt esse legatum unum super pecia una terre ubi
dicitur al campacio siue in ciosetto super
quo debetur ecclesie santi Viti ..", tracce di queste cognominizzazioni
le troviamo in un atto del 1582 a Dervio nel lecchese: "..Una
pezza de vigna arativa et prattiva de pertiche doi et meza nel circa, dove
se dice alla vigna della madona alla quale coherentia ms gio Petro del
guasto da mezo dì il sig.ottavio boldoni Dottore da bellano da sera
Jacobo della corona prestinaro et da nullora ms Gio
Antonio Campacio da Coreno..".
CAMPAGNA
Molto diffuso in tutt'Italia, dovrebbe derivare dai vari toponimi con questa
radice presenti un pà ovunque in Italia, come ad esempio Sommacampagna
(VR), Campagna (SA), (VI), (PG), (TV), (CR) e molti altri, di quest'uso
abbiamo un esempio in una Carta de concessione dell'XI° secolo: "...Quomodo
erit modo de rebus nostris quas hic per comitem Gaufridum, avunculum vestrum,
et episcopum Andecavensem et uxorem Hucberti
de Campania, Agnetem, hujus castri tunc dominam,
et per filios suos, partim dono, partim precio, hic adquisivimus?...".
CAMPAGNOLA
CAMPAGNOLI
CAMPAGNOLO
CAMPAGNUOLO
Diffuso in tutta Italia Campagnola con almeno due ceppi uno cagliaritano
e l'altro veronese, Campagnoli altrettanto diffuso è probabilmente
di origine modenese, mentre Campagnolo prevalentemente veneto possiede
anche un ceppo ragusano, Campagnuolo è specifico dell'area occupata
dalle province di Napoli, Caserta e Benevento. Tutti questi cognomi hanno
una derivazione dall'attività contadina o da un soprannome nato
in città per identificare chi era di campagna o da un soprannome
legato ad un toponimo come Campagna (SA) - ( PN) - (VE) o anche Campagnola
(PD) - (VR) - (CE) - (CR) - (RE).
CAMPANA
CAMPANI
CAMPANINI
Molto diffuso in tutta Italia Campana, Campani è dell'area che comprende
reggiano, modenese e Toscana, prevalentemente settentrionale Campanini,
che ha le sue origini in Emilia ed in Lombardia. Questi cognomi derivano
o da un soprannome legato al mestiere di campanaro (modificato dal dialetto)
o di produttore di campane o alla provenienza campana o a toponimi come
Campana (CS).
ipotesi fornite da D. Campanini
la provenienza di Campanini non è assolutamente da collegare
alla campana ma al mestiere di camparo,
cioè colui che apriva le chiuse per l'irrigazione dei campi, chiamato
anche camparèn in dialetto emiliano
e poi modificato in campanèn
quindi Campanini.
CAMPANACCI
Campanacci, assolutamente rarissimo, dovrebbe essere dell'Italia settentrionale,
l'origine potrebbe dipendere dal mestiere di conduttore di vacche svolto
dal capostipite, vacche che, nel settentrione d'Italia, erano, ed in alcuni
casi sono ancora, caratterizzate dall'avere al collo un campanaccio, che,
nel periodo di transumanza, risuonava durante il cammino verso l'alpeggio.
CAMPANARI
CAMPANARO
CAMPANER
Campanari è tipico di Marche e Lazio, Campanaro ha un ceppo nel
vicentino, uno nel foggiano, uno nel cosentino ed uno nel nisseno, Campaner
è tipico dell'area che comprende il trevisano, il veneziano ed il
Friuli, l'origine di questi cognomi è un soprannome, in alcunu casi
in dialetto, legato al mestiere di campanaro o di produttore di campane.
CAMPANALE
CAMPANILE
CAMPANILI
Campanale è specifico del barese zona di Cassano delle Murge e di
Ruvo di Puglia, Campanile è molto diffuso nel Lazio, Campania e
Puglia, Campanili, assolutamente rarissimo, è probabilmente dovuto
ad un errore di trascrizione del primo, dovrebbe derivare da soprannomi
originati da caratteristiche fisiche o della località, abitare nelle
vicinanze di un campanile, o di una posizione eretta a mò di campanile.
integrazioni fornite da Prof. Vito
Zullo
Riguardo al cognome Campanile, diventato poi anche Campanale si ha
notizie in un atto dello stato canonico del 1591 riscontrato nella chiesa
madre di Cassano delle Murge (Ba) dove viene citato un certo "....magnificus
notarius Vincenzius Campanilis
de Tramonto..." Tramonti di Cosenza o Salerno? Risultava poi provenire
dalla città di Tramonti di Salerno. Nel comune di Tramonti rogarono,
per gli anni 1568-1581, il notaio Campanile Antonio (sicuramente fratello
di Vincenzo) e, per gli anni 1713-1766, il notaio Campanile Andrea.
Campanella è molto diffuso in tutt'Italia, i ceppi più importanti
sono in Sicilia, Puglia e Campania, Campanelli è specifico della
zona tra bassa bresciana ed alto cremasco, Campanello sembrerebbe siciliano
di Grammichele nel catanese, Campanielli è quasi unico, dovrebbe
essere dovuto ad un'errata trascrizione di Campaniello, che ha un ceppo
campano a Villa di Briano e San Marcellino nel casertano ed a Torre del
Greco nel napoletano, ed un ceppo pugliese nel foggiano a Foggia, Cerignola
e Vieste ed a Barletta nel barese, dovrebbero tutti derivare da soprannomi,
amche dialettali, originati da caratteristiche del capostipite o perchè
il suo mestiere comportasse l'uso di campane o campanacci o per la presenza
di una campana in prossimità della sua abitazione, ma è molto
probabile anche una derivazione da toponimi come Campanella nel vicentino,
nel salernitano e nel ragusano, Campanelle nel maceratese, o altri simili,
personaggio degno di nota fu il filosofo calabrese Tommaso Campanella (1568-1639).
CAMPARADA
Camparada, molto molto raro, è tipicamente lombardo, di Monza in
particolare, dovrebbe derivare dal toponimo Camparada (MI) nel monzese,
il toponimo di origine romana trae il proprio nome dal termine latino campora
(campi).
CAMPARI
CAMPARO
Campari ha un ceppo lombardo tra milanese, pavese e cremonese, ed uno emiliano
tra parmense, reggiano e modenese, Camparo, molto più raro, parrebbe
tipicamente del pavese, dovrebbero derivare dall'antico mestiere del camparus
o guardiano, custode di un fondo rustico,
di questo mestiere abbiamo una traccia in un atto del 1628 nel ducato di
Milano: "...Dominicus camparus
filius quondam Francisci...".
CAMPATI
Campati ha un ceppo a Roma ed uno a Schiavi (CH)
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
Alla base del cognome è il participio passato del verbo campare,
nel senso di scampare, vivere, sopravvivere,
dato come soprannome al capostipite perchè probabilmente scampato
ad una calamità naturale o ad una terribile epidemia. Sarebbe da
escludere la derivazione del cognome dal termine campata,
elemento architettonico compreso tra due sostegni o piedritti consecutivi.
Ancora de prendere in considerazione è la probabile derivazione
dalla attività agricola o dalla riscossione delle tasse: il campatico
è il reddito agrario o anche la tassa imposta sui redditi agrari.
CAMPEOL
Campeol è un cognome tipico del trevigiano, di Istrana, Farra di
Soligo e Pieve di Soligo, dovrebbe derivare dall'etnico dialettale del
toponimo Campea di Miane (TV).
CAMPERA
Campera è specifico del pisano, di San Giuliano Terme, Vecchiano
e Pisa, dovrebbe derivare da nomi di località come La Campera di Cascina,
o Campera di Peccioli, entrambe nel pisano.
CAMPERI
CAMPERO
Camperi è tipico del cuneese, di Mondovì, Villanova Mondovì
e Frabosa Soprana, di Torino e dell'imperiese, con un piccolissimo ceppo
anche nel bergamasco, Campero è specifico di Garessio nel cuneese,
potrebbero derivare dal cognomen tardo latino Camperus,
di cui abbiamo un esempio d'uso in questo testo medioevale: "...Denique
vero Camperus
ipse, in iconibus operi suo sbjunctis, lineis suis binis normalibus adeo
arbitrarie et incostanter usus est, toties punctis contactus variat, secundum
quae lineas istas dirigit, et a quibus omnis earum vis et fides pendet,
ut seipsum in earum usu incertum et ambigue hesitantem tacite profiteatur...".
CAMPESAN
CAMPESANO
CAMPISANI
CAMPISANO
Campesan, molto raro, è tipicamente veneto, dell'area vicentino,
padovana, Campesano, praticamente unico, dovrebbe essere dovuto ad un errore
di trascrizione del precedente, Campisani, assolutamente estremamente raro,
è panitaliano, Campisano ha un ceppo a Roma, uno calabrese tra catanzarese
e valentiano ed uno siciliano nel catanese, dovrebbero tutti derivare,
direttamente o tramite modifiche dialettali, dal termine campisano,
ormai caduto in disuso, usato per definire i lavoratori agricoli, ma i
ceppi veneti potrebbero anche derivare da etnici del toponimo Campese nel
vicentino.
CAMPESE
CAMPESI
CAMPISE
CAMPISI
Campese ha un ceppo nel vicentino che potrebbe derivare dal toponimo Campese
di Bassano (VI) ed uno nel napoletano, ma il nucleo più importante
è in Puglia, nel barese in particolare, Campesi è tipicamente
sardo, della zona di Olbia e di Oschiri in Gallura, Campise, molto molto
raro, è calabrese, Campisi è tipico siciliano e del reggino,
dovrebbero tutti derivare, direttamente o tramite modificazioni locali,
dal termine medioevale campese o campise
utilizzato per indicare i terreni coltivabili, come si può leggere
in questo documento del 1258 ad Afragola (NA): "...tenet
a domino Joanne Abate monasterii S. Petri ad Castellum petiam unam terre
campise sitam
in dicto casali...".
CAMPIBELLI
CAMPOBELLO
Campibelli, quasi unico, parrebbe dovuto ad un errore di trascrizione,
effettuato da uffici anagrafici del nord, relativo al cognome Campobello,
che, molto raro, ha un ceppo a Martina Franca nel tarentino ed uno a Palermo
e Ciminna nel palermitano, dovrebbe derivare da toponimi come Campobello
di Licata nell'agrigentino o Campobello di Mazara nel trapanese.
CAMPIDOGLIO
Campidoglio è tipico del sud, assolutamente rarissimo, sembrerebbe
della zona tra la Campania, il Molise e la Puglia, ma con presenze anche
in Sicilia, potrebbe derivare da toponimi come Campidoglio nel teatino
o come la località Campidoglio nell'amalfitano.
CAMPIGLIA
Campiglia ha un ceppo a Roma ed uno a Sala Consilina nel salernitano, dovrebbero
derivare da un nome di località. (vedi CAMPILI).
CAMPILONGO
Campilongo ha un ceppo a Napoli, uno nel leccese, ad Arnesano, Monteroni
di Lecce e Lecce, ed a Taranto, ed uno nel cosentino, a Verbicaro, Belvedere
Marittimo, Castrovillari, Rossano, Firmo e Scalea, dovrebbe derivare da
nomi di località denominate campo lungo, probabili luoghi d'origine dei capostipiti.
CAMPIRONI
Cognome milanese, dovrebbe derivare
dalla funzione di campèe (guardia dei campi).
CAMPISANO
Tipico calabrese, della zona di Filadelfia (VV) e Falerna (CZ), ha un ceppo
forse non secondario a Roma, dovrebbe derivare dal termine campesanus
(abitante di zone rurali).
CAMPITELLI
Sembra avere tre ceppi, nel maceratese,
nel chietino e nel salernitano, dovrebbe derivare da un nome di località,
si hanno tracce di questo cognome a Macerata fin dal 1700, con un Vincenzo
Campitelli di nobile famiglia.
CAMPLI
DI CAMPLI
Campli è tipico di Francavilla al Mare e di Ortona nel teatino,
Di Campli, molto più diffuso, è specifico del teatino, di
Lanciano, Ortona e Castel Frentano, e di Pescara, dovrebbero derivare dal
nome del paese di Campli nel teramano, probabile luogo d'origine dei capostipiti, che potrebbero risalire all'epoca dei
saccheggi di Campli ad opera nelle truppe borboniche nel XVIII° secolo,
saccheggi che costrinsero molti abitanti a ripararsi nel vicino teatino.
CAMPOBASSO
Presenze significative a Roma ed a Fondi (LT) ed in Campania a Napoli ed
a Montesarchio (BN), ma il nucleo principale sembrerebbe essere in Puglia
a Triggiano (BA) ed a Bari, con un ceppo anche a Lecce, dovrebbe derivare
dal toponimo molisano Campobasso, improbabile una connessione con il condottiero
Angelo Monforte, Conte di Campobasso detto
il Campobasso, che si schierò contro il Re Ferdinando II d'Aragona
il cattolico (1452-1518) la cui discendenza continuò con il cognome
di Monforte e neppure è proponibile una connessione con Niccolò
di Monforte, Cola Gambatesa, il conte Cola Di Napoli, Conte di Campobasso
e di Termoli. Signore di Campobasso, generale sotto gli Angiò contro
il re di Francia Luigi XI nella guerra del Bene Pubblico e che con il Galeota
l'esercito del conte di Charolais e del duca di Borgogna Carlo il Temerario
con 900 uomini d'arme, di cui 120 veterani delle guerre italiane. Attacca
Parigi, in quanto la sua stirpe proseguì con il cognome di Gambatesa.
CAMPOFILONI
Campofiloni sembrerebbe tipico di Fermo (AP) e dintorni, deriva dal toponimo
Campofilone (AP) che era in epoca medioevale un territorio sottoposto all'autorità
di Fermo.
CAMPOLATTANO
Campolattano è un cognome tipico di Maddaloni nel casertano, dovrebbe
trattarsi di una forma locale per indicare una persona proveniente da Campolattaro
nel beneventano.
CAMPOLI
CAMPOLINI
CAMPOLINO
Campoli è tipicamente laziale, molto diffuso nel romano, nel latinense,
nel frusinate, con un piccolo ceppo anche nel napoletano, Campolini, quasi
unico, è laziale, Campolino, altrettanto raro, sembrerebbe siciliano,
potrebbero derivare, direttamente o attraverso ipocoristici, dal nome medioevale Campolus, ma è
pure possibile che possano derivare da un alterazione del termine latino
campilius, ad indicare nel capostipite un contadino
addetto a dei campilia (vedi CAMPILI).
CAMPOLUNGHI
CAMPOLUNGO
Della zona compresa tra Pavia,
Milano e Piacenza Campolunghi, lodigiano con radici anche nelle Marche
Campolungo. Questi cognomi derivano da soprannomi che servono ad
identificare una provenienza, quelli del campo lungo ad esempio diventano
i Campolunghi (pensate ad esempio a Melegnano, dove la via Castellini
era chiamata contrada lunga.
CAMPOMAGGIORE
Campomaggiore, molto raro, è tipico del casertano, di Capodrise e di Marcianise,
dovrebbe derivare dal nome del paese potentino di Campomaggiore o dal paese
omonimo nel reatino, o anche da Campomaggiore, una località di Reino
nel beneventano.
CAMPOMENOSI
CAMPOMINOSI
Campomenosi sembrerebbe specifico del genovese, di Santo Stefano d`Aveto
e Chiavari, Campominosi è specifico del piacentino, di Piacenza
e Ferriere in particolare, dovrebbero entrambi derivare dal nome della
località di Campomenoso di Santo Stefano d`Aveto, i Campomenoso,
nobili liguri, compaiono in atti notarili degli inizi del 1300, in un atto
di vendita del 1324 leggiamo: "...Petrus, filius
quondam Enrici de Campolemenoso
de Valle Avanti...", il casato nel 1500 si legò in matrimonio
con un ceppo dei Doria..
CAMPOMIZZI
Tipico marsicano, potrebbe derivare dal nome della località Campomizzi
di Pescasseroli (AQ), nel 1800 troviamo tracce di questo cognome nei territori
di Cerchio (AQ) con i briganti Pasquale ed Emidio Campomizzi.
CAMPONOGARA
Camponogara è tipico del veronese e vicentino, in particolare di
Vestenanova, San Martino Buon Albergo e Verona nel veronese e di Valdagno
nel vicentino, dovrebbe derivare dal nome del paese veneziano di Camponogara,
anche se non si può escludere che derivi dal nome di altre località
caratterizzate dalla presenza di una piantagione di alberi di noce, un
campus nucarius.
CAMPORA
Campora ha un nucleo tra genovese ed alessandrino, un piccolo ceppo nel
napoletano ed uno nel palermitano, dovrebbe derivare da soprannomi indicanti
una provenienza dai campi cioè un'origine contadina, campora
(campi) è il plurale del sostantivo latino
campus (campo).
CAMPOREALE
Camporeale è tipicamente pugliese, in particolare di Giovinazzo
e soprattutto di Molfetta nel barese, con un ceppo importante anche nel
foggiano a Margherita di Savoia e San Ferdinando di Puglia, dovrebbe derivare
da toponimi come Camporeale di Ariano Irpino nell'avellinese o Camporeale
di Marsico nuovo nel potentino.
CAMPORESE
CAMPORESI
Camporese sembra specifico del padovano, con un piccolissimo ceppo a Sanza
nel salernitano che dovrebbe derivare dal toponimo Campora (SA) ed uno
ancora più piccolo a Napoli che dovrebbe derivare da Campora di
Agerola (NA), Camporesi è proprio del forlivese e ravennate, tutti
questi ceppi settentrionali derivano da un soprannome originato dal vocabolo
campus (terreno
agricolo), il cui plurale fa campora
e starebbero ad indicare un'origine contadina. Tracce di questa cognominizzazione
si hanno già nel 1500, a Roma troviamo un Pietro Camporesi di Forlì
Architetto del Papa Clemente XIII°; nelle memorie del chirografo
di Clemente XIII° leggiamo: "colla
minor spesa possibile, coll'intervento e ricognitione anche di Pietro
Camporesi Architetto".
CAMPOROTONDO
Camporotondo, assolutamente rarissimo, è ora presente praticamente
solo nel pavese, in particolare a Varzi, che dovrebbe essere uno dei nuclei
originari, mentre un altro nucleo ormai scomparso parrebbe siciliano, forse
del palermitano, dovrebbe essere derivato da nomi di località come
Campo Rotondo di Molare nell'alessandrino o ad esempio Camporotondo nel palermitano, ma presente anche nel catanese.
CAMPOSTRINI
Campostrini ha un ceppo nel veronese, a Villafranca di Verona, Verona,
Sant'Anna di Alfaedo, Sant'Ambrogio di Valpollicella e Bardolino, ed in
Trentino, ad Avio, Ala, e Rovereto, ed un ceppo nel fiorentino a Sesto
Fiorentino e Firenze, potrebbe derivare dal nome del paese di Campostrino,
una frazione del paese di Asigliano Veneto nel vicentino, o di altri posti
con un nome simile, come ne esistono nel ferrarese ed anche altrove.
CAMPOVERDE
Campoverde, assolutamente rarissimo, sembrerebbe dell'Italia centrale,
forse dell'Abruzzo, dovrebbe derivare dal nome del paese di Campoverde,
frazione di Aprilia nel latinense, forse il luogo primitivo d'origine del capostipite.
CAMPU
CAMPUS
Campu è praticamente unico, Campus, tipicamente sardo come il precedente, derivano da nomi di località contenenti il termine
latino campus (campo) come Campus Jovis, Campus Martius ed altri, o anche
direttamente da toponimi come Campo Omu (CA), Campus di Villasimius (CA)
o simili, si trovano tracce di questa cognominizzazione a Sassari e ad Oristano
fin dal 1200.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CAMPU; CAMPUS: campu = campo;
in latino campus. Campùra,
campèda = territorio pianeggiante,
aperto. Iscampiài/re
= da cielo coperto, a cielo sereno.
Esti iscampièndi = (il cielo)
si sta rasserenando. Is
campus de su xelu = il firmamento,
i campi del cielo. Campeda
> centro abitato scomparso; in periodo medioevale appartenne alla Curadorìa
di Barigàdu, del regno giudicale di Arborea. Campidano, pianura
del: = la vasta pianura che va da Cagliari ad Oristano, e attraversa tutta
la fascia meridionale dell'isola di Sardegna: per estensione è la
seconda d'Italia, dopo la Padana. Campo de Vinyes (campo delle vigne),
abitato scomparso; appartenne alla Curadorìa di Gemini, nel regno
giudicale di Gallura. Campo Pisano, abitato, frazione di Iglesias. Campu
de Locu, detto anche Campulongu: abitato scomparso; in periodo medioevale
appartenne alla Curadorìa di Costavalle, nel regno giudicale di
Torres. Il centro abitato, villa è menzionato nel Condaghe di San
Nicola di Trullas, CSNT, XI°, XIII°, sec. Campu Giavesu, abitato
scomparso, i cui resti si trovano nell'agro di Giave. Campu; Campulongu;
campu Majori etc. Sono tantissimi i centri abitati ed i toponimi che portano
la radice "campu". Quindi, l'origine del cognome, abbastanza diffuso, sin
dai tempi antichi, in Sardegna, trova diverse probabilità. È
presente, in maniera nutrita, nelle carte antiche. tra i firmatari della
Pace di Eleonora, LPDE del 1388, troviamo: Campo (de) Fidirico -
ville Terrenove (Olbia); Campo (de) Gantino, curie de Sacargia; Campo (de)
Guantino, ville Macumerii; Campo (de) Guantino, ville Sancto Lussurgio;
Campo (de) Guiglielmo, potestate Macumerii et Curatorie de Marghine de
Gociano...; Campo (de) Joannes, ville Sasseri; Campo (de) Leonardo, ville
Zaramonte(Ciaramonti); Campo (de) Leori, majore ville Simagis de Josso;
Campo (de) Parasonus, ville Sasseri; Campo (de) Paulo, ville Macumerii;
Campo (de) Petro, majore ville Gulcei. * Gulcei.odierno Bultei. Contrate
de Anglona; Campo (de) Petro, ville Setini (odierno Sedini); Campo (de)
Petrus, ville Sasseri; Campo (de) Puço, majore ville Mumutata. *
Mumutata...l'odierna Mamoiada. Barbagie Ollolai et Curatorie de Austis;
Campo (de) Simplighi - ville Terrenove et Fundi Montis (Olbia); Campo (de)
Drogodorio - de Castri Januensis (Castelsardo); Campo (de) Hlierio - de
Castri Januensis.Campo (de) Leonardo - de Castri Januensis; Campo (de)
Nicolao - de Bosa; Campo (de) Petro - de Castri Januensis. Campu (de) Anthonio,
jurato ville Bitiri. * Bitiri...villaggio distrutto: del Meylogu. Contrate
de Ardar et Meylogu; Campu (de) Comita, jurato ville Pardu ; Campu (de)
Comita, ville Mahara (Villamar); Campu (de) Duranti, ville Gonnos de Tramacia
; Campu (de) Gilitto, majore ville Nurgillo ; Norghiddo...odierno Norbello.
Contrate Partis de Guilcier ; Campu (de) Joanne, ville Septem Fontanis.
Septem Fontanis.distrutto : Siete Fuentes - I conti di Siete Fuentes prendevano
titolo sotto il governo spagnolo. Castri Montis de Verro; Campu (de) Michele,
jurato ville Sia Sancte Lucie. Nel Condaghe di San Nicola di Trullas, CSNT,
XI°, XIII° secolo, sono tante le persone col nome Campu o
meglio de Campu o de Campo; tra cui ricordiamo: Comita, Dorgotori, Gitilesu,
Gunnari Ioanne, Ythoccor, Mariane, Petru, etc. Citiamo Ythoccor de Campu
o de Campu: Majore de Scolca( comandante della guardia di confine) in Balles
e curatore de factu(amministratore generale) in una Corona de Rennu (tribunale),
presieduta da Ythoccor de Laccon. Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado,
CSMB, XI°, XIII° secolo troviamo: De Campeda Petru(88), teste in
una donazione di servi; Campu (de) Furatu (60); Campu (de) Terico, buiakesu,
teste in una donazione. Nel Condaghe di San Pietro di Silki, CSPS, XI°,
XIII° secolo, abbiamo: Campu (de) Comita (110), testis kertu
de servis (teste in una lite per la partizione della servitù). Nell'opera
del Fara, "De Rebus Sardois, III° e IV° sono presenti: Campo Ioannes:
anno 1426 2, idus Martii, Ioannes de Campo ordinis fratrum Carmelitarum,
magister in teologia, episcopus Usellensis creatus sedit annos 5 et obiit;
Campus Fregosus Ludovicus (180 /11); Campus Fregosus Pirrinus, (192/7).
Attualmente il cognome Campu è presente in un solo Comune italiano:
a Narcao in Sardegna, con un nucleo familiare: Campus è presente
in 270 Comuni italiani, di cui 111 in Sardegna: Sassari 369, Quartu S.
E. 232, Cagliari 124, Macomer 84, (Narcao 14). Etc.
CAMUFFI
CAMUFFO
Camuffi è quasi unico, Camuffo è tipico del veneziano, con
un piccolo ceppo anche nel goriziano, potrebbe derivare da un soprannome
originato dal termine italiano arcaico camuffo
(gioco d'azzardo, fazzoletto o foulard usabile
per coprire il volto, travestimento, maschera), ma non si può
escludere anche una possibile derivazione dal nome ebraico Hamoth,
le origini di questa cognominizzazione sembrerebbero candiote (cretesi),
proprio a Candia, l'attuale Creta, porto veneziano, agli inizi del 1400
fiorente centro commerciale veneziano nel mar Egeo, con la caduta dell'Impero
Romano d'Oriente, Costantinopoli, l'attuale Istanbul, fu preda dei saraceni
e molti candioti si rifugiarono a Venezia e Chioggia per sfuggire alle
persecuzioni operate dai turchi sui cristiani, tra questi anche i Camuffo
che, giunti a Mestre, continuarono la loro opera di costruttori di ogni
sorta di imbarcazione, impresa che continua tuttora.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Camuffo è un cognome veneto che viene da un antico vocabolo
veneto che significa 'balza del vestito'.
Olivieri 238.
CAMURANI
Cognome tipico dell'Emilia e Romagna.
CAMURRI
Camurri è tipico dell'area che comprende il modenese soprattutto
ed il reggiano e mantovano, dovrebbe trattarsi di una specie di forma etnica
del paese di Camurana di Medolla nel modenese o dai territori dell'antico
Castello di Camurana.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
A spiegare il cognome Camurri soccorrono tanto una derivazione locale
da una ca(sa) Murri, quanto il nome
personale latino Camurius, che ha dato
nel Modenese anche il nome locale Camuriana, in comune di Medolla, che
è una Camuriana villa d'età romana. La seconda ipotesi è
per me più probante. Buona la diffusione nel Modenese. Fonte: F.
Violi, Cognomi a Modena e nel Modenese.
CAMUS
CAMUSSI
CAMUSSO
Camus è quasi unico, Camussi, molto molto raro, è tipico
della zona che comprende il milanese, il pavese e l'alessandrino, Camusso,
decisamente più diffuso, è specifico del torinese, di Pinerolo,
Torino, Cumiana, San Secondo di Pinerolo, San Pietro Val Lemina e Perosa
Argentina, in alcuni casi potrebbero derivare dal cognome francese Camus,
ma in tutti i casi dovrebbero derivare da soprannomi originati dal fatto
che i capostipiti avessero il naso camuso.
CANAL
CANALE
CANALI
Canal è tipico del triveneto, del trevisano e del bellunese
in particolar modo, ma anche del veneziano, del trentino e del goriziano,
Canale è presente in tutt'Italia, Canali è più tipico
del centro nord, derivano, direttamente o tramite una modificazione dialettale,
da toponimi quali Canale (TR) - (CN) - (AV) - (BL) - (GE) - (RM) - (TN)
- (BO), o dal fatto che la fgamiglia abitava in prossimità o sulle
rive di un canale.
CANALA
Canala è specifico di Ascoli Piceno e provincia, dovrebbe derivare
da una voce dialettale del Piceno per intendere una vallata lunga e stretta,
quella che anche in italiano viene detta canalone, probabilmente ad identificare
le caratteristiche della zona di provenienza o d'abitazione della famiglia.
CANALAZ
Assolutamente rarissimo, è tipico della zona orientale dell'udinese,
di Grimacco in particolare, deriva da una voce dialettale friulana canal
che sta ad indicare la valle, e si riferirebbe a persone provenienti da
vicine vallate.
CANALIS
Molto molto raro ha un ceppo sardo ed uno piemontese, dovrebbe essere di
origini liguri o piemontesi e dovrebbe derivare da un nome di località
o dalla vicinanza ad un canale. Tracce di questa cognominizzazione le troviamo
nel 1400 nel torinese con il casato dei Canalis influenti notai e giureconsulti
alla corte pinerolese dei principi d'Acaia furono marchesi di Altavilla
(1635), Spigno (1731); conti di Cumiana , S. Giorio (1400); consignori
di di Bruino, Cantogno, Caselle, Caselette, Genola, Givoletto, S. Martino,
Stoerda, Villafranca, Villarfocchiardo.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CANALIS: ha il ceppo più rappresentativo a Sassari, ma è
presente anche in diversi Comuni della provincia di Torino; anche Roma
ne ha un ceppo, con oltre 20 presenze. In sardo is
canalis o is canabis (betacismo)
hanno diversi significati: is canabis de is crabeturas,
sono le gronde dei tetti; is
canabis de su monti, sono le valli
strette e profonde della montagna o le forre, etc. Non
lo troviamo nelle carte antiche se non con uscita diversa. Tra i firmatari
della Pace di Eleonora, LPDE del 1388, troviamo: Canals Franciscus rector
ecclesie parrochialis ville Algueri. ** Ville Algueri.odierno Alghero.
Camella Bernardus, Bos Franciscus, Ferret Anthonius sindici, actores et
procuratores.et nos, superius nominati: Serra (de) Thomas, major camere;
Pancie Comita, sub cancellarius; Caso Anthonio procuratores.et singulos
homines civitatum Sasseri et Ville Ecclesiarum ac loci Telluri et locorum
Mole de Posata et Iscle de Galtelì ac Contrate de Baronia .et ego
De Vieri Jacobus praedictus tutor et curator datus et etiam adsignatus
nobili Mariano filio (di Eleonora e Brancaleone Doria). Fideiussores Donnum
De Villa Gonnarium et Donnum Musca Bartholomeum, cives Aristanni. Presentibus:
Marinella Torbino, Polvirella Anthonio, Sirgo Barçòlo, civibus
Aristanni. In die vigesima mensis Januarii, anno millesimo CCCLXXXVIII
(1388). Seguono nomi di funzionari di tutta la Sardegna: Arenosio (de)
Petri, ville Algueri; Masala Galeago, ville Bosa; Culto (de) Lemuxio, ville
Terranova (Olbia); Ferrali Augustino, Marmilla; Casilis Petrus, Castri
Javensis; Galluresu Mariano, Castri Montis; Montis (de) Laurencio, Parte
Montibus; Sabiu Francisco, Parte de Valença; De Sii Jacobo, Mandrolisay;
Lacono (de) Basilon, Parte Virigadis (Barigadu); Sotgiu (de) Thoma, Campitani
Majore; Porcu Guantino, Parte Milis; Sori (de) Francisco, Parte Guilcier;
Agus (de) Joanne, Montis de Verro; Senalo (de) Barisono, Planarie de Bosa;
Seche Gonnario, Montis Leonis e Caputis Abbas; Masala Joanne, Serra de
Vallis; Coghu Petro, Macumeri et Margini; Aletti Anthonio, Alçana;
Vare (de) Nicolao, Claramonte et Anglona; Sunna Elia, Mejloco. Segue l'atto
notarile.quod fuit actum die loco et anno predictis.testibus ad haec vocatis:
Tholono (de) Giordano, Tardino (de) Poncio et Coloma Francisco Joannis
militibus; Colle (de) Petro, jurisperito; Tomich Francisco, Rigonfi Jacobo,
Sagrestani Bernardo, Monge Petro, Celis Betto ( ville Ecclesiarum de Sigerro
et Bassagoda Berengarius( Castri Calleri).Jonquerio Bernardo, Serranei
Anthonium et De Vineolis Petrum, notai (Castri Calleri). Actum in villa
Algueri; Baringe Damianum canonicum Arestanni et Virgili Nicolaum (Arestanni).
Nella storia ricordiamo Canales de Vega Antonio, cagliaritano di origine,
vissuto nel XVII° secolo, in periodo spagnolo. Professore delle cattedre
di Diritto nell'Università di Cagliari ed infine Giudice della Reale
Udienza (Di. Sto. Sa). Attualmente il cognome Canalis è presente
in 54 Comuni italiani, di cui
CANANI
Canani, assolutamente rarissimo, sembrerebbe avere un ceppo lombardo nel
mantovano, con antiche origini ferraresi, ricordiamo Giovanni Battista
Canani nato a Ferrara nel 1515, autore del Musculorum
humani corporis picturata disectio, sempre nel 1500 il Cardinale
ferrarese Giulio Canani, e, nello stesso periodo troviamo Antonio Maria
Canani in qualità di Podestà di Guiglia nel modenese, possiede
inoltre un ceppo in Puglia, dovrebbe derivare dal nome medioevale gotico
Cananus, nel De generatione
principum Walliae possiamo leggere: "Haec
itaque est generatio principum Sudwalliae : Resus filius Griphini, Griphinus
filius Resi, Resus filius Theodori, Theodorus filius Cadelh, Cadelh filius
Eneae, Eneas filius Oenei, Oeneus filius Hoeli da, id est Hoeli boni, Hoelus
filius Cadelh, Cadelh filius Roderici magni. De Cadelo igitur, filio Rotherici
magni, descenderunt principes Sudwalliae. De Mervino principes Nortwalliae,
in hunc modum ; David filius Oeni, Oeneus filius Griphini, Griphinus filius
Canani, Cananus
filius Iago, Iago filius Ythewal, Ythewal filius Meuric, Meuric filius
Anaudrech, Anaudrech, filius Mervini, Mervinus filius Rotherici magni...".
CANAPA
CANEPA
Canapa ha un piccolo ceppo tra novarese ed alessandrino, ed uno ad Osimo
nell'anconetano, Canepa è un cognome genovese ma si individuano
ceppi in Sicilia e nel Cagliaritano. L'origine dei cognomi può risalire
a soprannomi legati al mestiere di cordaio o di coltivatore di canapa o
anche al fatto che il capostipite dimorasse nei pressi di una fabbrica
di corde o di un campo di canapa.
Cognomi tutti molto rari, derivano da un soprannome.
integrazioni fornite da Stefano
Bettazzi
Canavacci, Canevacci e Cannavaccio, rarissimi, sono presenti soprattutto
nel romano, Canavaccio, unico, si riscontra soltanto a Cittaducale
(RI), Canavasso, quasi unico, è forse originario del torinese,
per Canavassi, anch'esso quasi unico, è invece molto difficile indicare
una precisa provenienza, Canevazzi, infine, è presente per lo più
in Emilia Romagna, fra il ferrarese e il modenese, tutti questi cognomi
dovrebbero derivare da varianti arcaiche o dialettali del termine canovaccio,
col significato di strofinaccio (usato spesso in cucina), ad indicare così
il mestiere di fabbricante o commerciante di strofinacci. Si tratta, dunque,
delle cognominizzazioni di nomi di mestiere attribuiti ai capostipiti.
Canavacciuolo, Cannavacciuoli e Cannavaciuolo sono quasi unici, Cannavacciolo.
estremamente raro, è del napoletano, Cannavacciuolo è tipico
del napoletano e zona limitrofa del salernitano.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
Canavacciuolo e Cannavaciuolo, unici, si riscontrano soltanto a Scauri
(LT) e a Napoli, Cannavacciolo, rarissimo, ha un ceppo nel napoletano e
l'altro nel viterbese, Cannavacciuoli, quasi unico, è originario
di Scafati (SA), Cannavacciuolo, molto più comune dei precedenti,
ha un epicentro in Campania, fra il napoletano e il salernitano, ma è
presente a bassa frequenza anche nel nord e centro nord del paese, tutti
questi cognomi derivano da varianti arcaiche o dialettali del termine canovaccio,
col significato di straccio, strofinaccio (usato per lo più in cucina),
ad indicare così il mestiere di fabbricante o commerciante di strofinacci
(altrimenti detto cenciaiolo). Si tratta, dunque, delle cognominizzazioni
di nomi di mestiere attribuiti ai capostipiti.
CANAVESE
CANAVESI
Canavese è specifico del torinese e del cuneese, anche se è
ben rappresentato anche nell'imperiese, Canavesi invece è specifico
dell'area che comprende il nordmilanese ed il varesotto, dovrebbero derivare
dal toponimo Canavese presente in misura massiccia nel torinese, o dal
nome stesso (Canavese) dell'area geografica posta nella zona settentrionale
della provincia di Torino con centro principale Ivrea.
CANCEDDA
Cancedda è specifico del sud della Sardegna, di Cagliari, Quartu
Sant'Elena, Decimomannu, Villaputzu, Nurri e Selargius nel cagliaritano,
di Carbonia, di Arbus, Villamar, Villacidro, San Gavino Monreale e Guspini
nel Medio Campidano e di Oristano, Villaurbana, Gonnosnò, Usellus
e Simala nell'oristanese, dovrebbe derivare da un soprannome originato
dal termine sardo cancèdha,
cantzedha, che significa cannuccia,
vocabolo usato soprattutto per indicare la canna utilizzata per estrarre
il vino dalle botti grosse.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CANCEDDA: è difficile dire che cosa significhi e da dove derivi
la voce cancèdda: non è
presente nei dizionari della lingua sarda e neppure nel DES del Wagner.
Tentiamo alcuni suggerimenti. Nella ipotesi di una eventuale corruzione
del termine, nella lingua sarda esiste la parola conkèdda
e la sua variante cunkèdda…e
perché no, cankèdda,
nel significato di catino, catinella di terra
cotta, dal latino concha
= scodella. Sa
contzèdda nella parlata di Dorgali è la
metà del guscio della noce o anche il
guscio vuoto dell’uovo, dopo che ne è uscito il pulcino;
la base è sempre il latino concha.
Oppure possiamo pensare ad una parola di derivazione greca, da κάγκελον (kànkelon) = cancello,
sbarra, etc. cancèllos
in latino. O ancora dal greco κάγχαλος = cancano, cardine o rampino. Non sappiamo
altro. Nei documenti antichi della lingua e della storia della Sardegna,
abbiamo una serie di varianti, che potrebbero far pensare alle diverse
ipotesi su esposte, ma fra tutte prevale la voce greca κάγκελον
= cancello Tra i firmatari della
Pace di Eleonora, LPDE, del 1388 figurano: Canceda Nicolao, jurato ville
Seuis, * Seuis…odierno Seuis (Laconi…Contrate partis Alença); Cancellu
Antiogho, ville Ecclesiarum, *** Villa Ecclesiarum…odierno Iglesias. Et
ego De Nelli Pelipaparius Ludovicus, civis et habitator terre et Ville
Ecclesiarum…sindicus, procurator universitatis Ville Ecclesiarum…seu a
Formenyino Joanne, capitano, camerlengo Ville Ecclesiarum di Sigerro. Omnibus
habitatoribus dicte terre Ville Ecclesiarum, congregatis in Curia Magna…in
posse Virde Andree, quondam Virde Joannis de Civitate Sasseri…nona die
januarii 1388; Cancellu Juliano ville Ecclesiarum; Canchello Barsolo, majore(amministratore
di giustizia, sindaco) ville de Dolefa (Onnifai, Contrate Partis Montis
Acuti). Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, CSMB, XI, XIII secolo,
al capitolo 70 abbiamo Cancella Corsa e Cancella Iustu, in un acquisto(comporeili)
di terra: Ego Armanus, prior de Bonarcato, comporeili ad Abisatu et a Corsa
Cankella, socra sua (sua suocera) et a muliere sua Vera, plaza in Cellevane
(Zeddiani : 1100 ab. Prov. Oristano), tenendo (confinante) assa de Furadu
Corrìa servu de Sancta Maria de Bonarcato ; e deindeli (in cambio
ho dato…segue l’elenco) ; tra i testes figura Cankella Iustu, che è
probabilmente il fratello di Corsa. Sempre del CSMB, al capitolo 82 è
menzionato Cankella Mariane, prete: Ego Girardo, prior de Bonarcato, facio
partione cun iudice, homines ki hamus in Augustis (Austis) : (si tratta
di una spartizione di servi) ; segue un lungo elenco, suddiviso in paragrafi.
Fra i « testes » figura prebietru Mariane Cancella o Cankella.
Il cognome Cankella è presente pure nel Condaghe di San Michele
di Salvennor, CSMS, XI, XIII secolo (al capitolo 133/209): Caço
Pedro Quanquella – Cankella - (è in spagnolo)siervo entero de San
Miguel con Juerra que fue esclava entera de Comida de Tori…y la icieron
a Maria Canquella – Cankella - y Comida de Tori…Al 9 e 314 (è una
ripetizione) abbiamo Marian Cankella : - en Billikennor (lungo la
strada che unisce Banari ad Ossi – v. il CSMS a cura di V. Tetti – Delfino
Ed.) – Comprè de Marian Cankella con voluntade de su Muger su viña
de la Villa…etc. (al 314 si ripete ma Cankella diventa Quanquella). Nel
Condaghe di San Nicola di Trullas, CSNT, XI, XIII secolo : ai capitoli
108 e 117 è citato Mariane Cancella, servo per un « pede »(un
quarto)di San Nicola. E’ usufruttuario di una terra in località
Bingias Maiores in Consedin (Cossoine). Questi in una lite uccide un altro
servo, « intero » di San Nicola, pertanto il monastero ne acquisisce
« latus » (la metà più 2 giorni la settimana
e lo stesso trattamento è riservato ale sue due figlie : - Ego prebiteru
Salomone k nce ponio in ‘stu codice certo ki feci pro homine ki occisit
Mariane Kancella : a Ianne Corrìa, ki fuit integru de Sanctu Nichola,
et. etc. ..et derunminde latus et .II. dies de Mariane, et cis latus et
.II. dies in anbas fiias ( Il CSNT a cura di Paolo Merci – Ed. Delfino).
Al capitolo 177 sempre del CSNT, è citato (Kancella) Cane (già
menzionato in un documento del 1145 – Artizzu Geneal. VII, 13), marito
di Pisana de Athen, membro della potente famiglia degli Athen di Torres.
Attualmente il cognome Cancedda è presente in 150 Comuni italiani,
di cui 80 in Sardegna : Cagliari 121, Carbonia 47, Arbus 38, Quartu 38,
etc. Nella penisola è Roma ad avere il numero più alto, con
50, segue Genova con 15, etc.
CANCELLARA
CANCELLARI
CANCELLARO
Cancellara è tipico dell'area potentino, barese, di Palazzo San
Gervasio, Genzano di Lucania, Acerenza, Oppido Lucano, Venosa e Bella nel
potentino e di Spinazzola, Gravina in Puglia, Andria e Minervino Murge
nel barese, Cancellari, quasi unico, dovrebbe essere dovuto ad un'errata
trascrizione del precedente, Cancellaro è tipicamente pugliese,
di Foggia e Sant'Agata di Puglia jnel foggiano e di Andria e Canosa di
Puglia nel barese, dovrebbero derivare dal nome del paese potentino di
Cancellara, probabile luogo d'origine dei capostipiti.
CANCELLI
CANCELLINI
CANCELLINO
CANCELLO
CANCIELLO
Cancellini praticamente unico è presente solo a Castelfranco Veneto
(TV), negli USA ed in Brasile, dovrebbe derivare da un antenato che nel
1886 a Edolo (TV), in quanto bambino abbandonato, ricevette questo cognome
dall'ente che lo accolse, di questo cognome esistono comunque tracce anteriori
in Sicilia ed a Benevento dove si riscontra una presenza nella seconda
metà del 1800 del cognome Cancellino, probabilmente per indicare
i neonati abbandonati in prossimità del cancello di un monastero,
la stessa origine dovrebbero avere i cognomi Cancelli, diffuso in Toscana,
Umbria, Abruzzo e Lazio, con un ceppo anche nel leccese, Cancello, molto
raro, tipico del napoletano, come il molto meno raro Canciello, molto diffuso
nel napoletano a Frattamaggiore, Napoli, Frattaminore, e nel casertano
a Capua e ad Orta di Atella, che potrebbe anche derivare da nomi di località
o plebi come la napoletana Santa Maria a Canciello.
CANCELLIERI
Presente in tutt'Italia ha più
zone di provenienza, dalle Marche, al Lazio alla Sicilia, deriva dall'appartenere
ad una famiglia dove qualcuno ha svolto la professione omonima.
CANCEMI
CANGEMI
Tipici siciliani dovrebbero derivare da un nome di località, la Contrada
Cangemi di Termini Imerese nel palermitano potrebbe essere un esempio,
potrebbero anche derivare dal cognomen Cangemius di cui abbiamo tracce
nel 1600 con il dotto medico Franciscus Cangemius autore di un trattato
medico sulla cura di varie patologie. Tracce di questa cognominizzazione
le troviamo nel 1593 ad Alessandria della Rocca (AG) dove viene fatto parroco
della chiesa Madre di S. Maria del Pilerio il reverendo Don Natale Cangemi.
integrazioni fornite da Carmelo
Ciccia tratte da I cognomi di Paternò
C:R:E:S Catania il cognome deriva dal vocabolo arabo haggam
(applicatore di mignatte, barbiere, chirurgo, guaritore). A Palermo troviamo
un Galterius Changemi nel 1283
CANCIAN
CANCIANI
Cancian è tipico del trevigiano e pordenonese, Canciani è
più dell'udinese, dovrebbero derivare da una modificazione dialettale
del nomen latino Cantianus, ricordiamo i martiri cristiani delle persecuzioni
dell'Imperatore Diocleziano, Cantius, Cantianus e Cantianilla uccisi nel
300 ad Aquileia (UD), l'uso di questo nome nel medioevao si riscontra in
un atto del 1139 conservato a Pavia, dove si legge: "...Signum
+ manuum Arderici Marchesii Bullii, Guidonis Buzii, Onfredi de Concorezo,
Proculini, Cantiani,
testium. Ibi statim, presentibus ipsis testibus, dederunt guadiam suprascripti
Petrus Pecia et Iohannes et Bellonus germani, pater et filii, eidem Ingelzende
abbatisse ...", traccia di questa cognominizzazione
la troviamo con l'autore storico Paulus Canciani autore del Barbarorum
leges antiquae Accedunt formularum fasciculi et selectae constitutiones
medii aevi. Collegit ... monumentis quoque ineditis exornavit
.
CANDEAGO
CANDIAGO
Candeago è tipico di Belluno e del bellunese, Candiago, decisamente
più raro, è più tipico di Vittorio Veneto e del trevisano,
dovrebbe derivare da un nome di località ormai scomparso, potrebbe
trattarsi di terreni di proprietà di un profugo di Candia (città
dll'isola di Creta, sotto il dominio veneziano), ma potrebbe anche trattarsi
di possedimente di un Canidius (nome
gentilizio romano o di un paese che potrebbe aver preso il nome dai Candeo
signori di Faedis nell'udinese.
CANDELA
Ha un ceppo nel trapanese e palermitano, uno nel barese, uno tra napoletano
ed avellinese, potrebbe derivare da toponimi come Candela, presente sia nel foggiano che nel potentino.
CANDELARI
Candelari sembrerebbe tipicamente marchigiano, di Ancona in particolare,
potrebbe derivare dal mestiere di produttore di candelari,
forma arcaica per candelieri, svolto
forse dai capostipiti, troviamo tracce di questa cognominizzazione almeno
dal 1300, tra i notai della Serenissima Repubblica Veneta compare infatti
un Notaro Stefano Candelari in atti datati 1324.
CANDELI
Candeli è tipico del modenese, di Modena, Maranello, Serramazzoni
e Pavullo nel Frignano, potrebbe derivare dal mestiere di produttore di
candele o ceri, svolto forse dal capostipite.
CANDELIERE
CANDELIERI
Candeliere è tipico di Gravina in Puglia nel barese e di Bari, con
sparute presenze nel catanzarese, Candelieri ha un ceppo nel leccese a
Calimera e Martignano ed uno nel catanzarese a Vallefiorita e Soverato,
potrebbero derivare dal mestiere di produttore di candelieri svolto dai
capostipiti.
CANDELO
Candelo è tipicamente piemontese, con un ceppo a Capriglio nell'astigiano,
a Torino ed a Racconigi nel cuneese, dovrebbe derivare dal toponimo Candelo
nel biellese.
CANDELORA
CANDELORI
CANDELORO
DI CANDELORO
Candelora, molto raro, ha un ceppo a Fano nel pesarese ed uno a Bari e
Triggiano nel barese, Candelori è tipico del teramano, zona di Roseto
degli Abruzzi e suo entroterra, Candeloro è invece della fascia
del chietino e pescarese, Di Candeloro, sempre del teramano, molto molto
raro, dovrebbe comunque riferirsi alla famiglia di un figlio di un Candeloro,
dovrebbero tutti derivare dal nome Candeloro
o Candelora, nomi attribuiti anticamente
ai figli nati nel giorno cosiddetto della Candelora,
così chiamato perchè perché in quel giorno vengono
benedette le candele, simbolo di Cristo, la luce
che illumina le genti.
integrazioni fornite da Andrea Ferreri - Milano
Candeloro è un cognome abruzzese, diffuso nelle province di
Chieti e Pescara. Qualche presenza significativa anche nel sud Italia.
Il nome Candeloro veniva dato soprattutto, ma non soltanto, ai bambini
che nascevano nel giorno della festa religiosa della Candelora, che dovrebbe
essere il 2 Febbraio, nella quale si facevano benedire le candele e i ceri,
per poi accenderli per chiedere protezione.
CANDELU'
Candelù, molto raro, è tipico di Venezia e di Mogliano Veneto
nel trevisano, dovrebbe derivare dal nome del paese di Candelù,
una frazione di Maserada sul Piave nel trevisano.
CANDEO
Abbastanza poco comune è specifico del padovano, dovrebbe derivare
da un soprannome dialettale con il significato di candido o forse e più
probabilmente può derivare dal toponimo Candia, troviamo traccia
del casato dei Candeo come signori di Faedis (UD) arrivati da Padova nel
1600.
CANDI
CANDIO
Candi ha un ceppo emiliano, a Parma, Modena, Bologna ed Argenta nel ferrarese,
uno nell'anconetano ad Ostra, Senigallia, Chiaravalle ed Jesi, ed uno ad
Albano Laziale, Roma e Frascati nel romano, Candio, molto meno comune,
ha un piccolo ceppo tra veronese e vicentino, uno a Roma ed uno in Puglia
nel barese e nel leccese, dovrebbero derivare dal nome medioevale Candius,
di cui abbiamo un esempio d'uso in questo scritto secentesco: "..Optatissimus
adfuit Candius
et Episcopo, et Ciuitati, et max me Angelo, ac Sodalibus. Post mutuam salutationem,
in conspectu omnium recitantur Patris Generalis literae: quibus collaudans
eorum pietatem, singularique voluptati, atque exemplo sibi, ac ceteris
Patribus fuisse demonstrans, quod tanto studio, quantum subscriptionibus
quisque suis declarauerant, ad diuinae Maiestatis obsequium in hac minima
Societate Iesu dedicarent sese..".
CANDIA
LA CANDIA
Candia, molto raro, sembra originario del potentino e della zona di confine
del casentino, deriva dal toponimo Candia (Creta), è presente anche
un ceppo autonomo nel pavese che deriverebbe dal toponimo Candia Lomellina
(PV), La Candia, tipico del barese, di Molfetta in particolare e di Giovinazzo,
dovrebbe essere una forma matronimica del precedente. Tracce di questa cognominizzazione
le troviamo a Fano (PS) nel 1400 con una certa Bernardina Candia.
Un Giovanni Candia fu prevosto
di Melegnano dal 1766 al 1812.
CANDIANI
CANDIANO
Candiani sembra avere un ceppo nel milanese ed uno nella provincia di Venezia,
Candiano sembrerebbe del ragusano, dovrebbe derivare dal toponimo Candia
di Lomellina (PV) ma più probabilmente dal toponimo greco Candia
(Creta) indicando la provenienza di esuli da quella terra dopo la conquista
turca dell'isola (1669), esempio di questa derivazione e prima cognominizzazione
si ha nel X° secolo, nella Istoria Veneticorum
di Johannes Diaconus si legge tra l'altro: "...Igitur
Petrus
Candianus dux, quem prediximus, sexto sui
ducatus anno triginta et tres naves, quas Venetici gumbarias nominant,
contra Narrentanos Sclavos misit, quibus Ursus Badovarius et Petrus Rosolus
prefuerunt, ..."; questo cognome lo si trova a Lodi nel 1500 nel
testamento del senatore ducale Bernardino Busti, vedovo della moglie, Lucrezia
Candiani.
integrazioni fornite da Enrico
Candiani Busto Arsizio
A Busto Arsizio esiste un ceppo numeroso di Candiani.
Il senatore ducale Bernardino Busti sopracitato è verosimile che
sia di origini bustocche, esistono infatti personaggi storici di sicura
provenienza bustocca che venivano chiamati genericamente Busti, fra questi,
lo scultore della scuola lombarda Agostino Busti (1483-1548) detto il Bambaia.
CANDIDA
CANDIDI
CANDIDO
Candida ha un ceppo romano, uno nel napoletano a Cardito e Napoli, ed uno
salentino ad Oria e Francavilla Fontana nel brindisino ed a Taranto, Candidi
è tipico del romano, di Velletri, Roma, Lariano e Tivoli, Candido
è panitaliano, con i ceppi più importanti in Friuli, nel
romano e latinense, nel napoletano, in Puglia, soprattutto nel leccese,
nel reggino ed in Sicilia, dovrebbero derivare dal cognomen latino Candidus,
Candida.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
L'origine di questi cognomi va ricercata nel nome medievale Candido,
che, nell'onomastica augurale, va inteso probabilmente nel senso di puro,
dall'animo candido. Nel sud Italia,
però, non si può escludere che i cognomi Candida, Candido,
etc abbiano talvolta un'origine arbëreshë (più probabilmente
greco-albanese), facendo riferimento, cioè, al nome etnico dell'isola
di Candia, oggi conosciuta come Creta (per una spiegazione più approfondita,
vedi Candita e Di Candia): questa considerazione,
in effetti, sembra applicarsi per lo più ai ceppi salentini e tarantini,
tenendo conto che, nel sud della Puglia, la distribuzione dei cognomi Candida
e Candido è molto simile a quella dei cognomi Candita e Candito.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Da segnalare anche la possibilità di una derivazione dal toponimo
Candida in provincia di Avellino.
CANDILA
Cognome quasi scomparso.
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
Candìla è oggi un cognome molto raro, forse unico, presente
nei comuni di Roma, Napoli e Salerno: è proprio nel Salernitano,
nel Cilento, dove con ogni probabilità in passato il cognome era
più diffuso, che andrebbero ricercate le sue origini. Il termine
candìla che forma il cognome
è una variante dialettale del vocabolo candela:
come per i cognomi Candeloro, Candelora e Candiloro, diffusi per lo più
in Sicilia e in Calabria meridionale, anche la forma cognominale Candìla
è stata a mio avviso generata dalla cognominizzazione di Candeloro,
nome dato agli infanti nati il giorno della festa religiosa delle Candelora
o della Purificazione di Maria Vergine, festa popolare durante la quale
in passato si facevano benedire candele e ceri, da cui festa
candelorum, che si accendevano poi per chiedere grazie e protezione.
CANDINI
CANDINO
Candini è tipicamente emiliano, del bolognese, di Bologna soprattutto
e di Crevalcore, Crespellano, Castel Maggiore e San Lazzaro di Savena,
Di Castelfranco Emilia, Modena e Finale Emilia nel modenese e di Cento
nel ferrarese, Candino, molto molto raro, ha presenze sparse in giro per
l'Italia, la prima ipotesi li riconduce ad una forma etnica arcaica relativa
all'isola di Candia, forse luogo di provenienza dei capostipiti, esuli
all'epoca delle guerre contro gli invasori turchi, ma la più probabile
si rifà al cognomen latino Candinus
di cui abbiamo un esempio d'uso con il console Lucius Cornelius Lentulus
Candinus, console di Roma nel 237 a.C. assieme a Quinto Fulvio Flacco.
Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Bormio nella prima metà
del 1500 con il canipario (cantiniere) di taverna Giuseppe Candinus.
CANDIRACCI
Candiracci, molto molto raro, è tipico dell'urbinate, di Cagli,
Acqualagna ed Urbania, potrebbe derivare da un soprannome basato sul termine
arcaico candi (zucchero
di canna, zucchero in verghe), forse ad identificare nel capostipite
un importatore di zucchero.
CANDITA
CANDITELLI
CANDITI
CANDITO
CANDITONE
Candita è specifico di Francavilla Fontana nel brindisino, Canditelli
è quasi unico, Canditi, solo leggermente meno raro, parrebbe abruzzese,
Candito ha un ceppo nel leccese a Sternatia ed a Brindisi ed uno nel reggino
a Condofuri, Canditone, assolutamente rarissimo, è di Napoli e dintorni.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
Sull'origine di questi cognomi confluiscono per lo meno due ipotesi,
da ritenersi valide a seconda della diversa provenienza di queste famiglie.
Da un lato, infatti, Candita e le sue varianti potrebbero nascere da un
arcaismo del nome medievale Candido
(vedi Candida), tenendo conto soprattutto
degli ipocoristici Canditelli e Canditone - che, in effetti, fanno pensare
proprio a un nome di persona. Nel sud Italia, però, va notato che
i cognomi Candita e Candito hanno più spesso un'origine arbëreshë
(probabilmente greco-albanese) e, in questi casi, è piuttosto chiara
la derivazione dal termine candita,
il nome etnico, cioè, dell'isola di Candia,
oggi conosciuta come Creta (vedi Di Candia e Candida):
come nel caso di Candido e varianti, quest'origine greca o arvanita si
applica per lo più ai ceppi salentini e tarantini, se si tiene conto
della forte presenza arbëreshë nel sud della Puglia (soprattutto
nella cosiddetta Albania tarantina).
CANDOLINI
CANDOLINO
Candolini, molto raro, ha un piccolo ceppo friulano nell'udinese, in particolare
a Gemona del Friuli, Bordano e Fagagna, ed uno piccolissimo nel teramano,
Candolino, quasi unico, è dovuto ad un errore di trascrizione del
precedente, si dovrebbe trattare di forme ipocoristiche dialettali di troncature
dialettali del nome Candido, che in
friulano diventa Cjandi, poi attraverso
l'ipocoristico tipicamente veneto in -olo,
-ulo è diventato Cjàndul,
che, con una successiva modificazione ipocoristica, si è modificato
in Cjandulìn, quindi italianizzato
in Candolini. Tracce di queste cognominizzazioni risalgono almeno al 1600,
nel libro Cenni storici sul castello di Porcia
del 1629 si legge: "Li popolari di Portia per la
massim parte, anzi quasi tutti, sono forestieri, venuti da diversi luochi
e prima: li Bernardi e quelli dal Ponte furon da Davian; li Varischi, quelli
dell'Oro e quelli d'Albin,.. ..Zaniacomo Paris brescian; Orlando savel
campanaro da Gemona, Rubeo forestier; Marco
Candolin dalla Meduna; li eredi di Zangiacomo
de Zanchis da Triviso...".
CANDORE
Assolutamente rarissimo, sembrerebbe siciliano, dovrebbe derivare dal nome arcaico Candore,
Candoris (purezza, candore).
CANDOTTI
CANDOTTO
Candotti è tipico dell'udinese, della zona di Tolmezzo in particolare,
Candotto è specifico di Gonars (UD), dovrebbero derivare da una
modificazione dialettale del nome Candido con l'accrescitivo dialettale
in -ot.
CANDUCCI
CANDUSSI
CANDUSSIO
Canducci è specifico dell'area romagnola, in particolare del forlivese
e riminese, con presenze nel ravennate e nel pesarese, Candussi è
tipico di Romans D'isonzo (GO), Candussio, assolutamente rarissimo, è
tipico dell'udinese, dovrebbero derivare dal nome medioevale latino Canduccius
o Candussius di cui abbiamo un esempio
a Costalta (BL) nel 1400: in un atto troviamo un certo: "...Candussius
Bitini de Ultrarinum...".
CANDUSCIO
Canduscio è specifico di Ribera nell'agrigentino, dovrebbe derivare
da un soprannome dialettale basato sul termine dialettale candùscia
(una lunga tunica), probabilmente il
tipo di veste che il capostipite era abituato a portare.
CANE
CANE'
CANI
Cane è tipico piemontese e valdostano, Canè ha il nucleo
principale nel bolognese, a Bologna in particolare, ha anche un ceppo a
Napoli ed uno a Narcao nell'iglesiense, Cani ha più ceppi, nel cagliaritano,
nella zona di Carbonia, Iglesias e Santadi (CA), in Emilia e nell'agrigentino,
dovrebbero derivare tutti dal nome medioevale Cane, si ricordi ad esempio Cane Grande Della Scala (1291-1329) Signore
di Verona. Tracce di questa cognominizzazione le troviamo ad esempio in Valle
Anzasca, nel manoscritto Memorie antiche della valle
Anzasca del notaio anzinese Carlo Zambonini, si legge che: il 5
maggio del 1496 arrivarono a Pianezza (TO) tre fratelli, i conti Cani di
San Pietro in valle d'Aosta.
precisrazioni fornite dal Cav.
Luca Giambonino
i Cani di San Pietro non arrivarono a Pianezza (TO) ma a Battiggio,
Ciola, Pianezza ora San Carlo ovverosia un comune della valle Anzasca (VB)
nel quale presero a lavorare miniere d'oro.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
CANÈ è cognome emiliano che ha all'origine il nome
locale Canè, che è il
latino cannetum = canneto.
Cfr. i nomi locali Canè, comune di Vione (Brescia), e Canè,
comune di Limana (Belluno). Fonte: F. Violi Cognomi a Modena e nel Modenese,
1996.
CANEGALLI
CANEGALLO
Canegalli, quasi unico sembra essere una modificazione pavese di Canegallo
che è tipico della punta orientale dell'alessandrino, traccia di
questa cognominizzazione la troviamo a Sant Agata nell'alessandrino fin dalla seconda metà
del 1700, potrebbe derivare da un antico nome di località ormai
scomparso.
CANELLA
Canella ha un piccolo ceppo tra novarese, vercellese e pavese ed uno, decisamente
più consistente nell'area veneto, emiliana, soprattutto nel vicentino,
veneziano, padovano, rovigoto, ferrarese e bolognese, in particolare in
Veneto ad Abano Terme, Padova, Selvazzano Dentro e Saccolongo nel padovano,
a Venezia e Noventa di Piave nel veneziano ed a Porto Tolle e Taglio di
Po nel rovigoto, ed in Emilia a Ferrara, con presenze anche a Copparo,
Ro, Massa Fiscaglia e Portomaggiore nel ferrarese ed a Bologna, dovrebbe
derivare da soprannomi originati o dal fatto di essere figli di un Can
(nome particolarmente diffuso nell'area veneta),
ricordiamo solo a titolo di esempio il veronese Can Grande della Scala,
o anche derivare dal fatto di essere i capostipiti dei vinai o di essere
comunque avvezzi ad usare la piccola canna o tubo di legno utilizzata per
spillare il vino dalle botti, meno probabile una connessione con il commercio
della cannella (spezia), troviamo tracce
di questa cognominizzazione a Chioggia verso la fine del 1200 con il notaio
Dionisio Canella, e a Chios (isola greca sotto il controllo genovese),
nella seconda metà del 1300, con il notaio Giuliano de Canella.
CANELLES
Canelles è tipicamente sardo, è un'antica famiglia catalana
di origine medievale che si è insediata in Sardegna nel XIV°
secolo al seguito delle armate di Alfonso D'Aragona.
integrazioni fornite da Matteo
Fanni Canelles La famiglia Canelles nota nel medioevo come Canyelles secondo l'idioma
catalano, si è insediata in Sardegna dal 1326 ed è probabilmente
insieme agli Aymerich la famiglia di origine iberica, che risiede da più
tempo nell'intera isola. I Canyelles, secondo la tradizione familiare
e studi di genealogisti del '600, vengono ricondotti alla stirpe
reale dei Conti di Tolosa e Barcellona. Gli storici di oggi tuttavia, a
causa della mancanza di fonti dirette e di incongruenze genealogiche, non
condividono questa versione, per avvalorare la tesi di un origine
mercantile. Il nome Canyelles - Canellas - Canelles è comunque presente
in Catalogna ben prima del 1326 come è dimostrato da diversi documenti
conservati in Spagna.
Anche se le prime tracce si possono ricondurre al 992, quando
viene citato il castello de Canyelles a nord est della Spagna, l'attuale
letteratura spagnola annovera numerosi personaggi storicamente vissuti
tra il XII e XIV secolo legati al nome Canyelles, Canellas, Canelles (cioè
secondo le principali varianti idiomatiche catalane, aragonesi e castigliane).
Nel 1147 il re Raimondo Berengario IV incaricò Dalmau de Canyelles
di occuparsi della riconquista di Calaceite; nel 1205 l'ordine di Calatrava
consegnò a Dalmacio de Canyelles il Castello di Lledo nello stesso
territorio di Calaceite. Nel 1235 troviamo un Pedro Canellas valoroso cavaliere
della Corona d'Aragona che partecipò alla conquista di Majorca e
Valencia e ottenne dal Re Jaime I, particolari privilegi tra i quali l'eredità
la Villa de Algemesi.
Il personaggio più celebre è sicuramente Vidal de Canyelles
(noto anche come Vidal de Canellas- de Canelles) giurista e vescovo di
Huesca, fu grande confidente e parente del re Jaime I d'Aragona (della
dinastia dei conti di Barcellona) nonché amico e collaboratore di
Raimondo di Penafort. Nel 1247, Vidal conferì alla sua Corte
(Curia) una grande autorità nella regione di sua competenza. Dopo
la laurea all'Università di Bologna nel 1221, scrisse importanti
trattati di diritto come il Vidal Maior che per il contenuto fortemente
democratico dei suoi principi, fu osteggiato dalla nobiltà dell'epoca
tanto che solo la compilazione minore fu considerata ufficiale nel regno.
La tradizione familiare vuole che la famiglia discenda da Beltran de
Canyelles pronipote del vescovo Vidal e figlio di Elvira Zapata che divenne
Cavaliere della corona d'Aragona. Nel 1315, fu incaricato dal re, di andare
in Sardegna ed esplorare il territorio per valutare il luogo più
agevole per un eventuale sbarco e conquistare l'isola. La baia utilizzata
nello sbarco del 1323 da parte delle truppe aragonesi,si chiamò
per alcuni decenni proprio porto Canyelles. Mancando in Sardegna fonti
risalenti all'epoca narrata (sec. X-XIII), la tradizione familiare dei
Canelles deve essere considerata una leggenda : non esistono documenti
ad oggi che testimoniano accordi tra il re d'Aragona e Bertran (o Beltran)
de Canyelles e che questi giunse effettivamente in Sardegna; non abbiamo
documenti che testimoniano legami di parentela tra Bertran (che pur ebbe
diversi figli) e i Canyelles effettivamente presenti a Cagliari in quell'epoca.
Tuttavia, nella letteratura spagnola tra il XIII e il XIV sec, troviamo
un cavaliere Bertran Canelles con uno stemma araldico analogo a quello
dei Canyelles sardi (fino al XVI sec) con inserite all'interno dello
scudo, tre foglie verdi in campo d'argento; nel 1381, cioè successivamente
ai primi Canyelles che compaiono in Sardegna, troviamo Jaime Canellas Giurato
di Palma (Canarie) discendente di Ramon Canellas cavaliere che partecipò
alla conquista delle Baleari con uno stemma simile a quello sardo. Nei
secoli XIV e XVI in Spagna, troviamo diversi Antonio Canyelles che
diedero in Spagna un altro ramo della famiglia (stemma con raffigurato
un mazzo di canne). I gradi di parentela di questi personaggi tra loro
e questi con il gruppo familiare che appare in Sardegna nella prima metà
del '300 non è facilmente ricostruibile per l'esiguo numero dei
documenti oggi disponibili, ma, in base alla descrizione dello
stemma è probabile un legame di parentela tra il ceppo delle Baleari
e quello sardo.
Sicuramente i Canyelles sardi appartenevano ad una famiglia ben radicata
nel contesto sociale catalano se ben tre personaggi imparentati
tra loro si trasferirono stabilmente a Cagliari già dal 1326: Pedro
(XIII sec -1336) Jaime e Guillermo. Presumibilmente appartenevano ad un
ramo cadetto della famiglia che si trasferì nell'Isola per sviluppare
i traffici commerciali con i parenti di Barcellona e delle Baleari. L'insediamento
nell'Isola non fu improvvisato ed è verosimile che i Canyelles parteciparono
(anche se non militarmente) allo sbarco catalano - aragonese del 1323;
la famiglia riuscì infatti subito ad insediarsi nell'ambito dell'oligarchia
catalana; troviamo lo stesso Pedro nominato saggiatore della Zecca di Iglesias
e Guillermo nominato nel 1360 prohombre della città di Cagliari.
Nel 1477, Pedro Canyelles, alla fine del regno catalano-aragonese analogamente
ad altre illustri famiglie della Sardegna , chiese al re e lo ottenne,
il conferimento della generosità, titolo nobiliare riconosciuto
solo alle famiglie di antica e illustre stirpe.
CANELLI
CANELLO
Canelli ha vari ceppi nel novarese, nel modenese e bolognese, e nel napoletano,
beneventano e foggiano, Canello è tipico di Valdobbiadene nel trevigiano,
potrebbero derivare da una forma ipocoristica del nome medioevale Cane
(vedi CANE), o anche dal fatto di abitare
le famiglie nei pressi di un canneto, ma è anche possibile una derivazione
da toponimi come Canelli nell'astigiano. Troviamo tracce di queste cognominizzazioni
ad Alba nel cuneese in un atto dell'anno 1186: "..Nos
Oglerius Canellus
et Oto Rava Albenses accepimus a te Alvino de Araça tantum de tuis
rebusunde promitimus tibi vel tuo certo miso per nos vel nostrum nuncium
solvere usque ad octavamproximam Pasce resurrectionis..".
CANEO
Caneo ha un ceppo ad Alghero (SS) in Sardegna ed
uno nel veneziano a Santo Stino di Livenza, dovrebbero derivare dal nome
medioevale Caneus,
il ceppo veneziano potrebbe prendere il nome dalla località Caneo
presso Grado.
CANESE
CANESI
CANESIO
CANESSA
CANISI
Canese è tipicamente ligure, dello spezzino, di La Spezia, Portovenere,
Follo, e di Genova, Canesi ha vari ceppi nell'area lombardo, piacentino,
ligure, carrarese, in particolare nel milanese a Milano e Monza ed
a Cremona, a Piacenza, a Genova, ed a Carrara, con un ceppo anche nel pisano,
a San Giuliano Terme ed a Pisa, Canesio, praticamente unico, parrebbe pugliese,
Canisi, quasi unico, è del piacentino, Canessa è specifico
del genovese, di Rapallo e Genova, con piccoli ceppi a Santa Margherita
Ligure, sempre nel genovese, a Livorno e Piombino nel livornese ed a Monte
Argentario nel grossetano, dovrebbero tutti derivare da alterazioni medioevali
del cognomen latino Canesius o Canisius,
la cui diffusione aumentò in epoca rinascimentale per il culto del
Padre Gesuita San Pietro Canisio
il cui cognome latinizzato in Canisius deriva però dall'olandese
Kanijs, ricordiamo che grande fu la
devozione di questo santo del 1500 in Svizzera, in Austria e nella Germania
meridionale.
CANESSI
CANESSO
Canessi, molto molto raro, è tipico del rovigoto, Canesso, meno
raro, ha un piccolo ceppo nel padovano a Casalserugo, San Giorgio in Bosco
e Galliera Veneta, e nel vicentino a Fara Vicentina e Rosà, dovrebbe
trattarsi di tipiche forme patronimiche venete dove il suffisso -sso
sta per il figlio di, riferito probabilmente
a capostipiti il cui padre si chiamasse Cane,
nome molto diffuso in tutto il Veneto in epoca medioevale, ricordiamo ad
esempio il veronese Cane Francesco detto Grande della Scala (1291 - 1329)
Vicario generale del Santissimo Impero Cesareo nella città di Verona
e presso il popolo di Vicenza.
CANESIN
Canesin è specifico dell'area friulano, giuliana, di Cervignano
del Friuli nell'udinese e di Cormons nel goriziano, dovrebbe derivare da
una forma ipocoristica dialettale del nome latino Canesius
(vedi CANESE).
Canestrari ha un ceppo nel veronese, uno a Fano, Pesaro, Piagge e Mondolfo
nel pesarese, ed uno a Roma ed Allumiere (RM), Canestraro ha un ceppo a
Carmignano di Brenta (PD) ed uno a Broccostella e Fontechiari nel frusinate,
Canestri ha un ceppo ad Alessandria e nell'alessandrino ed uno nel romano
a Roma, Marino e Grottaferrata, Canestrini ha un piccolissimo ceppo trentino
ed uno più consistente a Bagno di Romagna, Forlì e Meldola
nel forlivese, Canestrino, assolutamente rarissimo, ha un ceppo a Napoli
e nel napoletano ed uno a Cosenza e nel cosentino, Canestro ha un piccolo
ceppo piemontese ed uno tra viterbese e romano, Canistraro dovrebbe essere
derivato da errori di trascrizione del precedente, come la presenza laziale
quasi unica di Cannestraro, che è probabilmente anch'essa dovuta
ad un errore di trascrizione del precedente, mentre quella siciliana a
Floridia (SR) è probabilmente dovuta ad una modificazione per trascrizione
del cognome Cannistraro che ha un ceppo a Palermo, uno a Floridia (SR)
ed uno ad Aragona e Cattolica Eraclea nell'agrigentino, Canistrà,
quasi unico, è dovuto ad errori di trascrizione di Cannistrà,
che ha un ceppo a Catanzaro e provincia ed uno nel messinese, a Monforte
San Giorgio, Messina, Torregrotta, Milazzo e Lipari, tutti questi cognomi
dovrebbero derivare dal mestiere di fabbricante di canestri svolto dal
capostipite e dalla sua famiglia.
CANETTA
CANETTE
CANETTI
Canetta è tipicamente lombardo, di Milano in particolare anche se
sembrerebbe essere stato di origini ossolane, Canette, quasi unico, è
del milanese, Canetti ha un ceppo nel milanese, uno nel parmense, uno tra
ferrarese e rovigoto ed uno nel napoletano, potrebbero derivare da forme
ipocoristiche del nome medioevale Cane
(vedi CANE), anche se, in qualche caso, si può ipotizzare un collegamento con
toponimi contenenti la radice Canneto, come ad esempio Canneto Pavese,
Canneto di Postiglione nel salernitano o altri simili.
CANEVA
Ha un ceppo tra genovese ed alessandrino ed uno nel vicentino, deriva da
un soprannome originato dal vocabolo latino caneva
(cantina, osteria).
CANEVARI
CANEVARO
Canevari è tipicamente lombardo, del milanese e del pavese, di Milano,
Pavia e Voghera (PV), con ceppi anche ad Ottone e Piacenza nel piacentino,
Canevaro ha un ceppo tra alessandrino e genovese ed uno tra veronese e
mantovano, in particolare è diffuso a Garbagna (AL) ed Alessandria
ed a Verona e Goito (MN), dovrebbero derivare dalla carica di Canevarius
( Tesoriere comunale) probabilmente
ricoperta dal capostipite: "...Et quod ipse Canevarius
teneatur et debeat antequam se intromittat de dicto offitio iurare ut iurat
rector et ultra hoc satisdare idonee cum bono fideiussore in manibus notarii
comunis recipientis nomine dicti comunis de reddendo et fatiendo bonam,
iustam et completam rationem dicto comuni...".
CANEVISIO
Cognome di origini della zona del
milanese e bergamasco. L'origine del cognome può risalire a soprannomi
legati al mestiere di produttore di canovacci (canevass in milanese) o
di cordaio o di coltivatore di canapa.
CANGARO
Cangaro, ormai quasi scomparso in Italia, dovrebbe essere calabrese, del
cosentino, forse di San Giovanni in Fiore, dovrebbe derivare da un soprannome
probabilmente collegato con un mestiere (come suggerirebbe il suffisso
-aro), del quale non si riesce ad individuare
alcunche, è difficile pensare ad un collegamento con il termine
dialettale càngaru (cancro),
collegamento comunque da tenere in considerazione.
CANGELOSI
Cangelosi è tipicamente siciliano di Palermo con grosse presenze
anche nel palermitano, a Pollina, Cefalù, Castelbuono, San Giuseppe
Jato, Bagheria, Marineo e Castellana Sicula, presenze significative si
riscontrano anche nel trapanese, a Poggioreale ed Alcamo, l'unica ipotesi
anche se poco attendibile consiste in un collegamento con il nome medioevale
Cangemius.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cangelosi è cognome diffuso soprattutto in Sicilia che significa:
"cambia le uose". G. Rohlfs, Dizionario
storico dei cognomi nella Sicilia orientale, 1984, p. 60.
CANGERI
CANGERO
Cangeri è tipicamente siciliano, di Leonforte nell'ennese e di Catania,
Cangero è specifico di Sturno nell'avellinese, dovrebbero derivare
da soprannomi basati sul termine dialettale meridionale ciangero
(uno che opera il baratto), indicando
così probabilmente che i capostipiti fossero dei commercianti.
CANGI
CANGIO
Cangi sembra avere un ceppo fondamentale nell'aretino ed uno nel potentino,
Cangio, assolutamente rarissimo, dovrebbe essere del foggiano, derivano
dal cognomen latino Cangius un esempio del quale troviamo in un atto di
vendita del X° secolo redatto a Sant'Elpidio (AP), dove si legge: "...modo
pro collusione apud infimae latinitatis scriptores usurpatum fuit, ut testatur
Cangius in hac
voce...", o anche nella Nova Chronica del Villani dove nel libro
VI° par XXIX° si legge: "...e feciono per
divina visione loro imperadore e signore uno fabbro di povero stato, il
quale avea nome Cangius,
il quale in su un povero feltro fu levato imperadore...".
CANGINI
Forlivese con presenze significative
anche nel Lazio.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cangini è un cognome riminese che è diminutivo del nome
latino Cangius, citato anche dal Villani
nel libro VI della sua Nuova Cronica.
CANGIANI
CANGIANO
Cangiani è estremamente raro, Cangiano è decisamente napoletano,
dovrebbero derivare da modificazioni del cognomen latino Cantianus
(Canziano), con questa cognominizzazione
troviamo nella seconda metà del 1700 Monsignor Bernardo Cangiano
vescovo di Campobasso.
CANIATI
CANIATO
Caniati molto raro è tipico del ferrarese, Caniato abbastanza raro
è specifico della provincia di Rovigo, potrebbero derivare da modificazioni
del cognomen latino Canius che si trova citato anche da Cicerone : "...Caius
Canius, eques Romanus, nec infacetus et satis
litteratus...".
CANICATTI
CANICATTI'
Canicatti è meno diffuso di Canicattì, ma entrambi sono decisamente
siciliani, tipici di Canicattì (AG) toponimo da cui hanno evidentemente
preso il nome.
CANIDIO
Canidio, quasi unico sembrerebbe cremonese, dovrebbe
derivare dalla Gens latina Canidia
o dal nome gentilizio romano Canidius
di cui abbiamo un esempio in uno scritto dello storico latino del I°
secolo d.C. Gaio Suetonio Tranquillo: "...Quibus
quondam Caius Canidius
obicientibus sibi quod in Republica administranda potissimum consularis
Isaurici sectam sequeretur, malle respondit Isaurici esse discipulum, quam
Epidii calumniatoris. ....
CANIFFI
Caniffi, assolutamente rarissimo, sembrerebbe dello spezzino, dovrebbe
derivare da un'alterazione dialettale del termine arabo khalifa
(guida spirituale, sindaco di un paese),
forse a sottolineare la posizione dominante del capostipite, probabilmente
un uomo di mare.
CANIGLIA
Caniglia ha un ceppo nel teatino, uno tra brindisino e tarantino, uno nel
napoletano ed uno tra catanese e siracusano, dovrebbe derivare da un soprannome
originato dal termine latino canilia
(crusca del grano) entrato nell'uso
arcaico come caniglia (nutrimento
per cavalli), tracce di questa cognominizzazione si trovano
a Mesagne (BR) almeno dalla seconda metà del 1600, Personaggio
di rilievo è stato il soprano napoletano Maria Caniglia nata appunto
a Napoli nel 1906.
CANINI
CANINO
Canini ha un ceppo tra milanese, bergamasco e bresciano, uno nel lucchese,
uno tra ravennate, forlivese, riminese e pesarese, uno tra grossetano,
senese, ternano e perugino ed uno molto importante nel Lazio centromeridionale,
a Roma, Velletri, Marcellina e Bracciano nel romano, ad Alvito nel frusinate
ed a Cisterna di Latina nel latinense, Canino, decisamente meno comune,
ha un ceppo calabrese, nel cosentino e catanzarese, ed uno siciliano soprattutto
nel catanese e palermitano, con presenze significative anche nell'agrigentino,
nel siracusano e nel catanese, potrebbero derivare dal nome della Gens
Caninia di origini etrusche, ma in alcuni casi può anche
derivare da toponimi come Canino nel viterbese, meno probabile una derivazione
da una forma ipocoristica del nome medioevale Cane,
ricordiamo a solo titolo di esempio Cane Grande della Scala. Tracce
molto antiche di questa cognominizzazione le troviamo ad esempio a Milano
in una Carta confessionis, finis et investiture
dell'anno 1169: "Anno dominice incarnacionis milleximo
centeximo sexageximo nono, quintodecimo kalendas iunii, indicione secunda.
Manifestavit et contentus fuit Peregrinus
qui dicitur Caninus, de civitate Mediolani,
accepisse a Gaidone qui dicitur Faseolus et ex parte Conradi, nepotis sui,
libras sedecim denariorum tertiolorum Mediolanensium pro obligatione seu
fideiussione aut debitoria illa in qua ipse Gaido et quondam Ardericus,
frater eius...".
CANIO
Canio, assolutamente rarissimo, sembrerebbe sardo, dovrebbe derivare dal
nome medioevale Canius, originato dal
nome latino Canus, con il significato
di canuto, bianco di capelli.
CANIPARI
CANIPARO
Canipari, molto raro, è specifico dell'area bresciana, Caniparo,
quasi unico, è presente ora solo nell'alessandrino, dovrebbero derivare
dall'occupazione del capostipite, che molto probabilmente avevano la mansione
di caniparo, o canipario
termine arcaico che indicava colui cui l'autorità religiosa o feudale
aveva affidato il compito di amministrare la canipa,
cioè l'ufficio che si faceva carico di immagazzinare e ridistribuire
i cereali, usati come foraggio per le bestie, le granaglie ed il vino,
ricevuti a pagamento dell'affitto dagli agricoltori che conducevano a mezzadria
i terreni della diocesi o del Signore locale, di questo tipo di incarico
abbiamo un esempio in un registro del 1430 ad Aquileia nell'udinese: "..Titulus
affictuum spectantium ad canipam
venerabili capituli Aquilegensis sub secunda caniparia
mei Petri de Monopoli mansionari in anno domini MCCCCXXX. In chorum in
festo beatissimorum martirorum Hermacorae et Fortunati..".
CANIZZARO
Estremamente raro è probabilmente un'errore di trascrizione del
cognome Cannizzaro.
CANNARA
Cannara, estremamente raro, forse del centro Italia, dovrebbe derivare
dal nome del paese di Cannara nel perugino.
CANNAS
Specifico della Sardegna, dovrebbe derivare da nomi di località
caratterizzate dalla presenza di canne.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CANNAS: canna, dal latino canna, dal greco κάννα
(cànna). Unu
sulìttu de canna = un flauto
di canna; in latino càlamus
= zufolo. La canna è anche una
misura di lunghezza, usata per misurare terreni di non grande estensione
e soprattutto stoffe, corrispondente a circa tre metri: fu introdotta
in Sardegna dai Pisani. Nel *CSNT, XI°, XIII° secolo al cap. 131,
in una vendita:.et II cannas de pannu.e due canne di panno (stoffa). Su
cannisòni è la canna
palustre; su cannayiòni
è la gramigna, la nemica degli
ortolani; sa cannitzàda è
il graticcio di canne che si usava
per coprire i tetti, come base, prime delle tegole; sa
cannaròtza è la trachea
o in senso lato il collo; sa cannàcca
è la collana, che per molti
linguisti deriva dall'arabo kannaq,
per noi deriva da canna, perché
copre sa canna de su tzugu = il
collo. Il cognome è presente negli antichi documenti
della Sardegna. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, *LPDE del 1388
figurano: Cannas (de) Bartholomeo, jurato ville Usedos (Usellus- contrate
Partis de Montibus); Cannas (de) Guantinus, ville Sasseri; Cannas (de)
Lupo, ville Forru (Villanovaforru, oggi Collinas, famosa per il suo vino
- binu de Forru -Contrate Partis de Montibus); Cannas (de) Petro , jurato
ville Guilciochor(villaggio distrutto, conosciuto col nome di Borticoco:
diocesi di Ottana . Curatorie de Anella). Nel Condaghe di San Pietro di
Silki, *CSPS, XI°, XIII° sec., abbiamo: Cannas (de) Mariane(5),
testis apatissa Massimilla(madre badessa del Convento di San Pietro): in
una compera di terra, in su saltu de Arave( nel territorio di Arave - villaggio
abbandonato, i cui resti si trovano in territorio di Usini); Cannas (de)
Bittoria(47), sposa prete Solina Istefane( si tratta di una richiesta -
pettitura - e recita: Ego piscopu Jorgi Maiule, ki li pettî muiere
a presbiteru Istefane Solina, ki fuit servu intregu de scu. Petru de Silki,
pettilîla a Bittoria de Cannas e derunnilila sos donnos suos(Io Jorgi
Maiule, vescovo, chiesi moglie per prete Stefano Solina, che era servo
intero di San Pietro di Silki, chiesi Vittoria de Cannas e i suoi padroni
me la diedero); Cannas(de)Gosantine(31) testis kertu de servis(teste
in una lite per la partizione della servitù). Nel Sulcis a nord
est di Narcao esisteva un tempo un villaggio (villa - bidda), detto Bau
de Cannas (guado delle canne). Appartenne alla Curadorìa di Sulcis,
del regno giudicale di Calari (Cagliari). Intorno al 1070 il villaggio
fu dato in dono dal Giudice Torchitorio de Laccon - Gunale, all'Archidiocesi
di Calari. Verso la fine del XV° secolo risultava completamente spopolato.
Attualmente il cognome Cannas è presente in 247 Comuni d'Italia,
di cui 124 in Sardegna(con maggiore diffusione a sud): Cagliari 271, Quartu
S.E. 91, San Sperate 89, Villagrande Strisaili 63, Sassari 53, Ulassai
50.
CANNATA
CANNATA'
CANNATARO
Cannata, molto diffuso, è tipicamente siciliano, Cannatà,
molto più raro sembrerebbe del reggino, Cannataro è specifico
di Cosenza, Rende, Mendicino, Castrolibero, Trenta e Rovito nel cosentino,
potrebbero derivare da un soprannome, più o meno dialettale, originato
dal fatto che il capostipitre fosse un artigiano che costruiva cannate
(sorta di reti da pesca), ma in Calabria
si chiama cannata anche il vaso
da notte.
integrazioni fornite da Paolo Chiaselotti
Il cognome deriva dal mestiere di fabbricante di cannate,
boccali di terracotta.
CANNATELLI
CANNATELLO
Cannatelli ha un ceppo a Roma ed uno a Latina ed uno in Calabria a Crotone
ed a Sorianello e Soriano Calabro nel Valentiano, Cannatello, assolutamente
rarissimo, è presente nelle stesse aree, dovrebbero derivare da
soprannomi originati da ipocoristici del termine dialettale cannata
(boccali di terracotta) ad indicare
forse l'attività dei fabbricante di boccali svolta dai capostipiti
o dalla loro predilezione per il bere.
CANNAVALE
CANNAVIELLO
Cannavale, decisamente campano, è del napoletano in particolare,
Cannaviello, rarissimo, ha un ceppo napoletano, uno avellinese ed uno salernitano,
dovrebbero derivare da soprannomi dialettali originati da forme ipocoristiche
del vocabolo latino caneva
o canova (cantina) e starebbe ad indicare
o il mestiere di cantiniere o l'abitudine del capostipite di alzare il
gomito spesso e volentieri.
CANNAVARO
Molto raro è tipico del napoletano, dovrebbe derivare da un soprannome
dialettale relativo al mestiere del cordaio, ma è pure possibile
una correlazione con l'attività del coltivatore di canapa.
CANNAVO'
Cognome tipico siciliano delle
provincie di Messina e Catania deriva dal toponimo Cannavò (RC).
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cannavò è cognome siciliano e calabrese che viene dal
greco κανναβός
(kannavós) = grigio.
CANNEA
Cannea è tipicamente sardo, della provincia di Oristano e di Ollastra
in particolare, potrebbe trattarsi di un cognome derivato dalla presenza
di canne nella località d'origine della famiglia, ma non si deve
trascurare la possibilità che derivi invece da soprannomi originati
da modificazioni dialettali del termine sardo canniya
(lamentela, implorazione noiosa, petulanza)
forse motivato da modi d'essere del capostipite.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CANNEA: vi sono incertezze sul significato e l'etimologia. Considerando
la radice della parola,"cann", dovrebbe
derivare da canna! Non l'abbiamo trovato
nelle carte antiche. Attualmente il cognome è presente in 18 Comuni
italiani, di cui 8 in Sardegna(quasi tutti concentrati nella zona di Oristano:
ricchissima di canneti, anche per la vicinanza della foce del Tirso): Ollastra
47, Simagis 17, Oristano 12, etc.
CANNEDDU
Canneddu, molto molto raro, è tipicamente sardo del nuorese, di
Mamoiada e di Nuoro.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CANNEDDU: significa canneto e deriva da canna
o dal tardo latino cannetum. Cannedu
è il nome di un villaggio scomparso, ubicato in territorio di Ittiri.
Appartenne alla Curadorìa di Coros, del Regno Giudicale di Torres.
Fu abbandonato verosimilmente verso la fine del XIV° secolo. Il cognome
è presente nel Condaghe di San Pietro di Silki, *XI°, XIII°
sec.: Cannetu (de) Gosantine, donnu, vicario dell'arcivescovado, tramutu
de servis (97): Ego apatissa Massimilla, tramutai homines cun donnu Gosantine
de Cannetu, visdominu dess'Arkipiscopatu: ego deili latus in Gosantina,
fiia de Maria Pithiris e de Janne Albu, et isse deitimilatus d'Elene Culurione,
fiia de Furata Culurione e de Gavini Kitera; tramutande a boluntade de
donnu Ithoccor de Laccon, curatore de Romangia et armentariu dess'arkipiscopatu
e cun boluntade dessa monacas sorres meas. Seguono i testimoni. (Io abadessa
Massimila scambiai uomini con donnu(nobile) Gosantine de Cannetu, vicario
dell'arcivescovado. Io gli diedi la metà, "del servizio" di Gosantina(Costantina),
figlia di Maria Pithiris e di Janne (Gianni) Albu ed egli mi diede la metà
di Elena Culurione, figlia di Furata Culurione e di Gavino Kitera; col
consenso di donnu Ithoccor de Laccon curatore(giudice supremo del tribunale)
di Romangia e armentario (amministratore generale)dell'arcivescovado. Nella
storia medioevale rimane inoltre il nome di Pietro de Canneto, vescovo
prima della Diocesi di Plaghe(scomparsa)e poi arcivescovo, dal 1134 al
1139, dell'archidiocesi di Sassari, allora nel Regno Giudicale di Torres.
Fu uno dei fondatori del Monastero di San Nicola di Trullas. Nel Condaghe
omonimo, *CSNT, XI°, XIII° sec. lo troviamo citato al cap. 291,
in qualità di testimone in uno scambio tra la chiesa di San Nicola
e l'arcivescovo donnu Albertu. Attualmente il cognome Canneddu è
presente in 16 Comuni d'Italia, di cui 8 in Sardegna: Mamoiada 21, Nuoro
15, Sassari 9, Budoni 8, etc.
CANNELLA
CANNELLI
CANNELLO
Cannella, molto diffuso, ha ceppi in Liguria, in Piemonte, in Lombardia,
nel riminese, nell'ascolano, nel viterbese, romano e latinense, nel salernitano,
nel barese e tarantino, nel vibonese, e, soprattutto, in Sicilia, dove
è molto diffuso nel palermitano ed agrigentino, nel nisseno, nel
catanese, nel siracusano e nel ragusano, con presenze anche nel trapanese
e nel messinese, Cannelli ha un ceppo nell'aretino a Terranuova Bracciolini
e Montevarchi, ed a Grosseto, un ceppo ad Assisi nel perugino, uno a Monterubbiano
nell'ascolano, che potrebbe derivare dal toponimo Cannelli nel teramano,
ed uno a Roma, Cannello, quasi unico, dovrebbe essere dovuto ad errori
di trascrizione del primo, che assieme al secondo potrebbe derivare da
soprannomi basati su forme diminutive del termine canna,
sia riferita all'attrezzo dei vinai, sia alle piante di un canneto, non
si può escludere un possibile collegamento con la cannella
(corteccia profumatissima molto usata nel medioevo soprattutto per aromatizzare
il vino).
CANNIELLO
Canniello è specifico della città di Bari, potrebbe derivare
dal nome della località Pozzo Canniello nell'iserniese, ma, molto
più probabilmente deriva da un soprannome dialettale legato al mestiere
del capostipite.
CANNIZZARO
Tipico siciliano e della zona calabrese dello stretto, dovrebbe
essere di origine spagnola, ma potrebbe anche derivare dal toponimo Cannizzaro
(CT). Il casato dei Cannizzaro compare in Sicilia nell'XI° secolo dove
viene investito della castellania di Terranova da re Pietro I° d'Aragona.
Tracce di questa cognominizzazione si trova nel 1600 a Catania, in uno scritto
dell'epoca si legge: "...Die l9 Augustu 1657 si compro
du pezzu di lu tirrenu di li patri gesuiti per crisciri la Clesia: l'attu
fu fatto in Catania per li atti di notar Marco
Cannizzaro: lu preezzu di detto terreno fu
di onze 1.10...". Personaggio famoso è stato il chimico
palermitano Stanislao Cannizzaro (1826-1910).
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
Il cognome Cannizzaro, in realtà, nasce sulla base di un nome
di mestiere, quello cioè del fabbricante di stuoie: nel dialetto
siciliano, il cannizzu è, infatti, la
stuoia, così chiamata poiché questo tessuto è fatto
generalmente di canne (dal tardo latino cannicius,
che letteralmente significa di canna). In tal modo, questo cognome dovrebbe
derivare più che altro da un nome di mestiere attribuito ai capostipiti
delle famiglie Cannizzaro, benché non si possa tuttavia escludere
l'ipotesi di un'origine toponomastica per alcune di tali famiglie (dal
toponimo omonimo, in provincia di Catania).
CANNOBBIO
CANNOBIO
CANOBIO
Tutti assolutamente rarissimi, sembrerebbero lombardo-piemontesi,
dovrebbero derivare dal toponimo Cannobio (VB).
CANNONE
CANNONI
Cannone è diffusissimo nel Lazio ed in Puglia, con ceppi significativi
anche nel Piceno, nel teatino, nel napoletano ed in Sicilia nel trapanese,
palermitano, messinese, catanese e siracusano, Cannoni è tipico
dell'area toscana che comprende il fiorentino, l'aretino ed il senese,
del perugino. del romano, con un ceppo anche in Sardegna a Ittiri, Sassari
ed Alghero nel sassarese, potrebbe derivare in alcuni casi da toponimi
contenenti la radice Canne o Cannone, ma, nella maggior parte dei casi
deriva dal nome medioevale Cannonus,
di cui abbiamo un esempio nel quinto secolo a. C. con lo statista e legislatore
ateniese Cannonus citato anche da Xenophonte e, in tempi a noi più
vicini con Cannonus de Ganducio mercante e banchiere del secolo XIII°
nell'alessandrino.
CANO
CANU
Cano ha un ceppo ad Alghero nel sassarese ed unoad Olbia in Gallura, Canu
è decisamente sardo, è distribuito in modo massiccio in tutta
l'isola, ma con prevalenza al nord, dovrebbero derivare da un soprannome
originato dal termine sardo canu (bigio,
grigio, canuto).
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CANO/U: grigio, canuto.
Dal latino canus. Cognome diffuso nella
parte centro settentrionale dell'isola, sinonimo di Murru: cognome
ampiamente diffuso nella parte meridionale. Presente nei documenti antichi.
Tra i firmatari della Pace di Eleonora, *LPDE del 1388, abbiamo: Cano Gonnario,
jurato ville Tadasuni (*odierno Tadasuni. Contrate Partis de Guilcier);
Cano Juliano, majore(amministratore, sindaco) ville Borone (*odierno Boroneddu.
Contrate Partis de Guilcier); Cano Lodovico, ville Silanus. (* odierno
Silanus. Castri Montis de Verro); Canu Anthonio - de Bosa; Canu Elias,
ville Sasseri; Canu Flasius, ville Sasseri. Nella storia medioevale ricordiamo:
Cano o Canu Antonio , vescovo di Sassari, dal 1448 al 1480 (*DiStoSa).
Nella storia moderna figura: Cano Francesco, sassarese: con cento
uomini, il 20 aprile del 1527 respinse 400 barbareschi sbarcati all'Asinara,
infliggendo loro gravissime perdite. Per il suo valore fu nominato cavaliere
nel 1541 da Carlo I re di Spagna (Carlo V imperatore) *DiStoSa. Della storia
contemporanea citiamo, Cano Eugenio, vescovo della diocesi di Bosa dal
1871 al 1905, (*DiStoSa). Attualmente Cano è presente in soli 32
Comuni italiani, di cui 9 in Sardegna: Alghero 59, Olbia 31, Tempio 9,
Cagliari 8, Sassari 6, etc. Invece Canu è presente in ben 379 Comuni
d'Italia, di cui 126 in Sardegna, con maggiore diffusione nella parte alta
dell'isola: Sassari 783, Olbia 291, Alghero 222, Ossi 183, Cagliari 130,
Ittiri 128, Budoni 120, Nuoro 116, etc.
CANOBBIO
Canobbio ha un ceppo lombardo a Costa Volpino (BG), Fenegrò (CO)
e Pisogne (BS), ed uno ad Acqui Terme (AL) dovrebbero derivare dal
toponimo del Canton Ticino Canobbio un tempo parte della diocesi milanese.
CANOFARI
Canofari è oggi caratteristico di Roma, ma sembrerebbe essere stato
di origini abruzzesi o irpine, troviamo tracce cinquecentesche di questo
cognome, con il Notaio Angelo Canofari di Montereale operante nell'aquilano
nella prima metà del 1500.
CANOLA
Canola, molto raro, è tipicamente veneto, dell'area che comprende
il vicentino, il padovano ed il rovigoto, dovrebbe derivare da un soprannome
originato dal termine dialettale veneto arcaico cànola
(tubetto di legno usato per spillare il vino dalla
botte), forse ad indicare nel capostipite un cantiniere o semplicemente
uno che amasse bere il vino.
CANONICA
Canonica è tipicamente piemontese dovrebbe derivare da uno dei vari
toponimi contenente la radice Canonica.
CANONICI
CANONICO
Canonici ha un ceppo anconetano tra Ancona e Falconara Marittima ed uno
romano, Canonico è presente a macchia di leopardo, nel cosentino
a Cassano allo Ionio e San Marco Argentano, in Sicilia, soprattutto ad
Avola e Siracusa, in Campania a Napoli, Avella e Mugnano del Cardinale
(AV), a Falconara Marittima (AN) ed è presente anche al nord, dovrebbero
tutti derivare dall'essere state famiglie cui apparteneva un canonico,
cioè un religioso del Capitolo di una Cattedrale che può
essere sia un sacerdote che un secolare.
CANOPIA
CANOPPIA
Canopia, estremamente raro, sembrerebbe sardo, del lato occidentale dell'isola,
così come il cognome Canoppia, solo leggermente meno raro, potrebbero
derivare da una forma alterata dialettalmente del termine latino medioevale
canipa, che consisteva nell'incarico
amministrativo dell'addetto alla gestione dei viveri di una comunità,
o anche e più probabilmente da soprannomi basati sul termine spagnolo
canopia (baldacchino,
struttura a volta che può essere matrimoniale, di pietra,
o anche composta dalle frasche degli alberi), forse riferito ad artigiani
costruttori di baldacchini.
CANOPOLI
CANOPULO
Canopoli è specifico della Sardegna settentrionale, del sassarese
e di Erula in particolare, con buone presenze anche a Sassari e Perfugas,
Canopulo, assolutamente rarissimo, è sempre del nord della Sardegna
ma più che altro della Gallura, questi cognomi potrebbero derivare
dal nome di una località Canopoli nei pressi di Perfugas, e nelle
vicinanze di Erula, tracce importanti di queste cognominizzazioni le troviamo
agli inizi del 1600 con Antonio Canopoli Arcivescovo di Oristano dal 1588
al 1621.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Il cognome Canopoli è presente in Sardegna ma è di origine
còrsa, deriva dall'antico italiano 'canòpo'
= minatore. M. Pittau, Dizionario dei
Cognomi di Sardegna, 1, p. 170.
CANOSA
Parrebbe avere oltre al ceppo forse primario nel barese, anche uno in Basilicata
ed uno in Abruzzo, dovrebbe derivare dal toponimo Canosa di Puglia (BA).
CANOVA
CANOVI
Canova è specifico dell'Italia settentrionale, Canovi è tipico
del reggiano e del modenese, di Reggio Emilia, Castelnovo ne` Monti, Carpineti
e Villa Minozzo, con un ceppo a Buglio In Monte (SO) ed in Valtellina ed
uno a Genova, dovrebbero derivare o da toponimi come Canova (AT), (VI),
(PV), (RE), (PC), (VR), (BS) ed altre, o da nomi di località identificabili
da una casa nuova o anche da soprannomi originati dal termine tardo latino canova o
caneva (cantina, osteria). Personaggio di assoluto
rilievo è stato il celeberrimo scultore di Possagno (TV) Antonio
Canova (1757-1822) il maggior esponente del neoclassicismo italiano.
CANSELLA
Cansella, assolutamente rarissimo, è tipico della Sardegna, potrebbe
derivare da un soprannome originato da vocabolo sardo cansai
(stancarsi), che sottolineasse forse
l'atteggiamento stanco del capostipite o forse la sua malavoglia.
CANTACESSI
CANTACESSO
Cantacessi è tipico di Adelfia nel barese, Cantacesso, molto molto
raro, parrebbe specifico di Irsina nel materano, anche se tracce antiche
porterebbero a Triggiano nel barese, dovrebbero derivare da soprannomi
attribuiti al capostipite.
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
è un tipico e raro cognome pugliese, che ha come epicentro di
diffusione il comune di Adelfia nel Barese; dal punto di vista etimologico,
questo bizzarro cognome dovrebbe derivare dall'antico mestiere meridionale
esercitato da coloro che dovevano piangere il defunto, quindi i canta
decessi, da cui cantacessi
per contrazione del termine. Tale mestiere, diffuso nel Mezzogiorno fino
a pochi decenni fa, derivato dalla pròthesis greca e romana (esposizione
del cadavere e pianto comune, rito noto archeologicamente già dalle
raffigurazioni su ceramica geometrica risalente al 900-700 a. C.), serviva
ad attribuire prestigio e onore al defunto: più questi era "pianto",
più la comunità ne riconosceva importanza.
CANTAFIO
Tipicamente calabrese, potrebbe
derivare da un soprannome dialettale legato ad un mestiere.
CANTAGALLI
CANTAGALLO
Cantagalli è tipico del bolognese, del ravennate e del forlivese,
della Toscana e del Lazio, Cantagallo è specifico di Penne nel pescarese,
di Ferentino nel frusinate, di Anagni (FR) e di Roma, con un ceppo anche
a Troina nell'ennese, dovrebbero derivare da nomi di località, il
toponimo Cantagallo è abbastanza diffuso soprattutto in Italia centrale.
CANTALAMESSA
Cantalamessa è tipico dell'ascolano, di Colli del Tronto, Ascoli
Piceno, San Benedetto del Tronto, Folignano e Spinetoli, dovrebbe derivare
da un soprannome, si tratta di una nobile ed antica famiglia ascolana.
CANTALE
CANTALI
Cantale è tipicamente siciliano, di Troina nell'ennese, con ceppi
secondari a Catania e Messina, Cantali, sempre siciliano, è tipico
di Maniace e Biancavilla nel catanese e di Tortorici e Cesarò nel
messinese, questi cognomi dovrebbero essere di origini antiche e derivare
dal termine grecanico cantàles
(cestaio), a sua volta derivato dal
termine greco antico κανθήλια kanthelia
(panieri, ceste).
CANTALENA
CANTILENA
Assolutamente rarissimi, probabilmente
di origini campane, del basso napoletano o dell'alto salernitano, potrebbero
derivare da un nome di località.
CANTALUPI
Cantalupi, decisamente raro, sembra tipico del milanese, dovrebbe derivare
dal toponimo Cantalupo di Cerro Maggiore (MI).
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
II cognome Cantalupi ha origine dal toponimo Cantalupo, diffuso nella
toponomastica italiana medievale, ad indicare zone boschive in cui era
presente il lupo. Ricorderò, fra gli altri, Cantalupo di Bondeno
(Ferrara), ma anche Cantalupo in Sabina, Cantalupo nel Sannio, Cantalupo
ligure, ecc. Fonte: F. Violi, Cognomi a Modena e nel Modenese.
CANTALUPO
Cantalupo è tipico della Campania, del napoletano e salernitano
in particolare, dovrebbe derivare da toponimi come Cantalupo (IS), toponimo
la cui origine sembrerebbe risalire all'espressione greca kata
lucon (situato in mezzo al bosco),
mentre secondo altri risalirebbe all'espressione bulgara Kan
teleped (abitazione del Capo),
i bulgari nella zona erano presenti e nell'anno 667 il bulgaro Altzek pose
la sua dimora proprio a Cantalupo, che da allora venne chiamato dai suoi
seguaci Kan Teleped e che il popolo adi lingua latina trasformò
in Cantalupo.
CANTARANO
CANTERANI
CANTERANO
Cantarano ha un ceppo a Roccagorga e Fondi nel latinense, ed a Roma, Canterani,
molto raro, è tipico di Genzano di Roma, Canterano è quasi
unico e si potrebbe trattare di un errore di trascrizione del cognome precedente,
dovrebbero derivare dal nome antico, o da quello più recente, del
paese di Canterano in provincia di Roma.
CANTARELLA
CANTARELLI
Cantarella è tipico del catanese, con ceppi anche nel salernitano,
Cantarelli è specifico del parmense e del reggiano, dovrebbero derivare
entrambi da soprannomi originati dal vocabolo latino cantharus
(tipo di coppa con manici, vaso), possono
anche riferirsi a nomi di località come il
locus Cantharellus citato in un atto del 1131 ad Afragola (NA),
tracce di queste cognominizzazioni le troviamo in un atto del 1104: "...Petrus
filius Albizzi, et Ughiccione filius Uberti, et Leo de Babilonia, et Wido
Cantarello, et Tebaldinus, et Gerardus filius
Petri, et Alcherius, et Gerardus Pandulfi, et Rodulfinus, et alii plures...".
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
II cognome cognome Cantarella esiste anche in Veneto dove deriva da
cantarèla, nome di un pesce,
lo 'sparus cantharus' che in quella
regione ha anche altre denominazioni: cantarina,
cantarena, cantarena de aspero, ociada.
Fonte: Olivieri 213.
CANTARINI
CANTARINO
Cantarini è un cognome marchigiano, Cantarino, è praticamente
unico, potrebbero derivare da un soprannome, o anche da una modificazione
del cognomen latino Cantaber. Troviamo tracce di questa cognominizzazione
nel XII° secolo a Pisa con Cantarinus Pisanae
urbis cancellarius dal 1140 al 1147, nell'elenco degli studenti
dell'ateneo di Perugia nel 1577 troviamo il marchigiano Philippus Cantarinus.
CANTATORE
CANTATORI
CANTORE
CANTORI
CANTORO
Cantatore sembrerebbe di origini pugliesi, di Ruvo di Puglia, Molfetta
e Bari, con ceppi probabilmente secondari a Corato, Bitonto, Terlizzi e
Bisceglie, sempre nel barese, in Piemonte, nell'alessandrino sembrerebbero
esserci stati altri ceppi, forse non secondari, Cantatori, assolutamente
rarissimo, è probabilmente dovuto ad errori di registrazione, Cantore
ha un ceppo nel napoletano, ad Acerra, Napoli e Torre del Greco, uno nel
potentino, a Muro Lucano e Potenza, ed uno pugliese, soprattutto a Gioia
del Colle nel barese e nel tarentino a Taranto, Martina Franca, Mottola,
Ginosa e Grottaglie, Cantori, molto più raro, ha un ceppo a Cento
nel ferrarese e nel bolognese ed uno ad Osimo in particolare nell'anconetano,
e ad Ancona e Novafeltria nel pesarese, Cantoro ha un ceppo abruzzese,
a Pineto, Atri e Roseto degli Abruzzi nel teramano ed a Pescara, ed uno
pugliese, nel brindisino a Villa Castelli, Fasano e Brindisi, nel tarantino
a Taranto e Grottaglie, nel leccese a Lecce, Otranto, Acquarica del Capo,
Campi Salentina e Presicce, tutti questi cognomi dovrebbero derivare dall'attività
di cantori svolta dai capostipiti,
anche se, per quanto riguarda i ceppi pugliesi, si può ipotizzare
che il soprannome derivi dal fatto che i capostipiti facessero i cantori
per le commemorazioni di defunti, o per serenate romantiche.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cantatore è cognome pugliese che oltre alla derivazione da 'cantatore'
= cantore, potrebbe anche essere forma
aferetica di 'incantatore' nel senso
di 'affascinante, seducente'.
CANTE
CANTELLI
CANTELLO
CANTI
Cante è specifico di Giugliano in Campania, con presenze significative
anche a Villaricca, Mugnano di Napoli. Napoli, Qualiano e Marano di Napoli,
tutti nel napoletano, Canti ha un ceppo nel nordmilanese e varesotto, uno
tra forlivese, riminese e pesarese, uno nel grossetano ed uno a Roma, Cantelli
è molto diffuso in Emilia, nel modenese, bolognese e ferrarese,
con ceppi anche in Liguria, nel rovigoto, in Romagna, nel fiorentino, aretino
e senese, nel romano e nel casertano e napoletano, Cantello sembrerebbe
siciliano, di Mazzarino nel nisseno e di Assoro nell'ennese, con un ceppo
anche nel torinese, a San Giusto Canavese e Foglizzo, dovrebbero tutti
derivare, direttamente o tramite ipocoristici, dal nome medioevale italiano Cante
di cui abbiamo un illustre esempio nel politico italiano di parte guelfa
Cante dei Gabrielli da Gubbio (1260 circa - 1335 circa), che fu Podestà
di Pistoia nel 1290, Podestà di Siena nel 1298 e Podestà
di Firenze nello stesso anno, fu proprio lui ad emettere le due famose
sentenze di condanna contro Dante Alighieri: quella del 27 gennaio e quella
del 10 marzo 1302 con l'accusa di concussione e baratteria.
CANTELMI
CANTELMO
Cantelmi ha un ceppo a Sulmona nell'aquilano, con presenze ad Ortona nel
teatino ed a Roma, ed un ceppo a Teggiano nel salernitano, Cantelmo ha
un ceppo a Roma, in Campania a Napoli, ad Avellino ed Atripalda nell'avellinese,
a Vairano Patenora ed Ailano nel casertano ed a Sapri nel salernitano,
dovrebbero derivare dal cognome normanno Kantelm,
i Cantelmo arrivarono in Italia dalla Francia, forse dalla Provenza, al
seguito di Carlo I° d'Angiò, questi conferì nel 1269
a Giacomo Cantelmo privilegi feudali con un vasto territorio in Abruzzo
e nel frusinate, nel 1284 questi venne nominato Giustiziere d'Abruzzo da
Carlo II°, furono conti di Alvito fino al 1454 quando re Alfonso V°
d'Aragona concesse il titolo di Duca di Sora e di Alvito a Piergiampaolo
Cantelmo, figlio di Nicola Cantelmo duca di Sora "Petrus
Ioannes Paulus Cantelmus Sorae Albeti dux
", verso la fine del 1600 troviamo arcivescovo di Napoli il Cardinale Giacomo
Cantelmo.
CANTERA
CANTERO
Cantera, molto molto raro è tipico dell'area che comprende il romano,
l'aquilano ed il pescarese, Cantero è quasi unico, l'origine probabile
è dalla gente cantoria, cioè
i canteri o cantori
di chiesa, che, nella zona di confine tra il romano ed l'aquilano, avevano
acquisito un particolare rilievo sociale presso la corte papale arrivando
ad ottenere il controllo politico di alcuni paesi, un'altra possibile ipotesi
è che questi cognomi possano derivare dal fatto di essere attribuiti
come soprannomi a dei benestanti, che, per distinguersi dal resto del popolo,
assistevano alle funzioni religiose nella cosiddetta cantoria, cioè
nell'area della chiesa riservata ai cantori.
CANTERGIANI
Cantergiani è specifico del modenese, di Pavullo nel Frignano, Castelvetro
di Modena, Sassuolo, Vignola, Castelnuovo Rangone e Modena, potrebbe derivare
da un'alterazione
del termine medioevale castregianus,
cioè di abitante del Castrum Feronianum,
antico nome dell'attuale Pavullo nel Frignano, ma potrebbe
anche derivare dal nome della località di Cantergiano nel territorio
del comune di Pavullo nel Frignano nel modenese.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
bisognerebbe considerare lo sviluppo del termine latino 'cantherius/canterius',
non tanto nel suo significato di 'cavallo castrato', quanto piuttosto in
quello, usato da Columella, di 'palo per sostenere le viti'. 'Canterianus'
(che non esiste nel lat. classico), potrebbe essere un termine tardo affine
a 'cantheriatus' che invece esiste e significa 'posto sopra gioghi semplici,
di viti messe a cavalletto'. Una specie di viticoltore, quindi. La G potrebbe
essere di origine epentetica.
CANTERI
Canteri è tipico del veronese, di Verona, Roverè veronese
e Bosco Chiesanuova, potrebbe derivare dal termine latino canterius
(filare di viti), forse ad indicare
che il capostipite facesse di mestiere il vignaiuolo, ma il termine cantherius,
di origine barbarica, dal termine illirico catar
(mulo), indicava anche in epoca medioevale
il cavallo da tiro o da
soma, ed il cognome potrebbe anche aver avuto origine da soprannomi
originati da questo termine, ad indicare il mestiere del capostipite o
sue caratteristiche fisiche.
ipotesi fornite da Gilberto
Trombin Canteri deriva dal nome di una contrada Cantero sita nelle prealpi
venete alle spalle di Verona, nella zona denominata Lessinia, in origine
molto probabilmente il nome della località era Kanter.
CANTIANI
CANTIANO
Cantiani ha un piccolo ceppo nell'anconetano a Serra San Quirico e Fabriano,
che potrebbe derivare dal nome del paese di Cantiano nell'urbinate, un
ceppo molto più consistente a Roma e nel romano ed a Ronciglione
nel viterbese, ha inoltre un ceppo nel potentino a Marsicovetere, Cantiano,
molto molto raro, sembrerebbe di Albano Laziale e Roma, dovrebbero derivare
dal cognomen latino Cantianus, un personale
dei liberti della Gens Cantia, che
oltre a Roma e nel romano aveva proprietà anche nelle Marche ed
in Friuli, ricordiamo con questo nome San Cantianus martire romano decapitato in Friuli
nell'anno 303 sotto l'imperatore Diocleziano.
CANTIELLO
Cantiello è tipico del casertano, di Casal di Principe, Macerata
Campania, Santa Maria Capua Vetere, Grazzanise, San Cipriano d'Aversa,
Portico di Caserta, San Tammaro e Capua e di Sant'Antimo e Napoli nel napoletano,
dovrebbe derivare da un soprannome, nella parlata catalana antica il cantiello
era un pezzetto dell'Ostia consacrata,
ma cantiello nel dialetto campano arcaico
era il cantuccio, l'angolino e potrebbe
far riferimento alla posizione dell'abitazione dei capostipiti.
CANTIER
CANTIERI
CANTIERO
Cantier, quasi unico, sembrerebbe friulano dell'udinese, Cantieri ha un
ceppo a Verona e nel veronese ed uno a Capannori e Lucca nel lucchese,
Cantieroha un ceppo a Bovolone nel veronese con sparute presenze in Campania,
potrebbero derivare da soprannomi dialettali originati dal termine arcaico veneto
cantièr (cantiere
navale, bacino di carenaggio), probabilmente ad indicare che
i capostipiti lavorassero in un cantiere nautico o vi abitassero nelle
immediate vicinanze.
CANTINA
CANTINI
Cantina, estremamente raro, potrebbe
avere due ceppi, uno nel milanese ed uno nel viterbese, Cantini è
originario della Toscana, potrebbero derivare entrambi dal mestiere di
oste.
CANTON
DAL CANTON
Canton è tipico del Veneto centro orientale e del pordenonese, Dal
Canton, sempre veneto, è però tipico del bellunese, di Quero
e di Alano di Piave, con un ceppo anche a Venezia, potrebbero derivare
da nomi di località o frazioni come Canton dell'Asino frazione di
Storo (TN) o Canton di Verona, o Canton della Madonna di Padova, Contrà
Del Dese o Canton di Castelfranco Veneto, e così molte altre, la locuzione Cantone o Canton in dialetto veneto è molto usata
in tutta l'Italia del nord, ad indicare una parte di una regione o di un
paese.
integrazioni fornite da Tibère
Gheno
I dal Canton derivarono verosimilmente il loro cognome dal fatto di
risiedere in una località marginale, in un canton
del paese in dialetto. L'indicazione dal
Canton riferita a una perona abitante a Quero compare però
relativamente tardi, solo nella seconda metà del 1400, con Vetor
di Antonio dal Canton. Probabilmente Vetor non veniva da fuori, ma era
di Quero, di qualche famiglia, per ora non individuabile, al cui interno
un ramo assunse quel nuovo nome.
CANTONE
Cantone ha un ceppo forse originario nel lodigiano, cremonese e mantovano,
nella Lombardia nordoccidentale e nel Piemonte nordorientale, ha un ceppo
tra casertano e napoletano ed uno in Sicilia, soprattutto nel catanese,
dovrebbe derivare dal nome medioevale Cantonus
di cui abbiamo un esempio in una Carta finis et refutationis causa transactionis
del 1174 a Prada (LO): "...iuxta legem una cum noticia
de propinquioribus parentibus suis, hii sunt Carnelvalis et Belonus de
Vailathe, propinqui suprascripte Bilie, et Cantonus
et Dominicus, propinqui suprascripte Zusiane, et Goizo, pater suprascripte
Berlende, et Lanfrancus Gerbilinus, propinquus...", nel 1200 troviamo
un Cantonus de Cantono consigliere
del governo cittadino di Mantova.
CANTONI
Cantoni è un cognome del centro nord Italia con più di un
ceppo lombardo ed emiliano, dovrebbe derivare dal nome medioevale Cantonus
(vedi CANTONE), ma potrebbe anche derivare
da un soprannome legato ad una posizione (quelli dell'angolo (canton
in dialetto)).
CANTOREGGI
Cantoreggi, molto molto raro, è specifico del varesotto, dovrebbe
derivare dal nome della Contrada Cantoreggio di Masnago, una frazione di
Varese, questa contrada nei tempi antichi esisteva come agglomerato urbano
a se stante, con una propria identità locale.
CANTU'
Cognome lombardo, deriva dal toponimo
Cantù (CO).
CANZI
Cognome lombardo, dovrebbe derivare
dal toponimo Canzo (CO).
CANZIAN
Tipico friulano e trevigiano, deriva dal cognomen latino Cantius e Cantianus,
ricordiamo i fratelli santi Cantius, Cantianus e Cantianilla che nel III°
secolo si trasferirono dalla natia Roma ad Aquileia (UD) e nel 303 subirono
il martirio; in alcuni casi può esserci anche una derivazione dal
toponimo San Canzian d'Isonzo (TS).
CANZIANI
Sembrano esserci due ceppi, nel nordmilanese e varesotto e nel triestino,
potrebbero entrambi derivare sa toponimi Canzo (CO) e San Canzian d'Isonzo
(TS), Canziano sembra essere unico, dovrebbero derivare dal cognomen latino Cantianus (vedi Canzian).
CANZONIERI
Un ceppo in provincia di ragusa
ed uno in provincia di Reggio Calabria, dovrebbe derivare da un soprannome
legato ad un mestiere.
CAO
Cao è un cognome tipicamente sardo, di Cagliari e del cagliaritano,
di Monserrato, Selargius, Quartu Sant'Elena e Decimomannu, con un ceppo
anche a Villanovafranca nel Medio Campidano, ma presenta un ceppo significativo
anche a Caneva e Sacile nel pordenonese.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CAO: Per il significato e l'etimologia vedi Cau,
ma non sappiamo se la forma più antica sia Cao o Cau. Attualmente
il cognome Cao è presente in 131 Comuni italiani, di cui 40 in Sardegna
(area di Cagliari): Cagliari 157, Monserrato 42, Selargius 40, Villanovafranca
38, Quartu S. E. 35, etc. Anche nelle carte antiche è presente nelle
due varianti: Cao e Cau. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, *LPDE
del 1388, figurano: Cao Petro, ville Leunelli (odierno Neonelli.
Contrate Partis Varicati - Barigadu); Cao Raimondo, majore( amministratore,
sindaco) ville Orteddi(* Oroteddi.odierna Orotelli. Curatorie Dore). Nella
storia contemporanea ricordiamo Cao Umberto (Cagliari 1871 - 1959), intellettuale
e politico. Esponente di punta del movimento regionalista ed autonomista,
già dal 1921 divenne uno degli ideologi del Partito Sardo D'Azione.
Nello stesso anno fu eletto deputato al Parlamento, con Pietro Mastino,
Paolo Onano ed Emilio Lussu, ma nel 1924 dichiarò la sua adesione
al Fascismo.
CAODURO
CAUDURO
Caoduro è specifico di Vicenza, Monticello Conte Otto e Montecchio
Maggiore nel vicentino, e di Giavera del Montello nel trevisano, Cauduro
è specifico del trevisano, di Volpago del Montello e Giavera del
Montello in particolare, dovrebbe derivare da un soprannome con il significato
di testa dura, che può essere interpretato in diversi modi, potrebbe
ad esempio sottolineare l'ostinazione e la caparbietà del capostipite,
come potrebbe fare riferimento ad episodi dove lo stesso abbia dato sfoggio
di una particolare resistenza cranica, magari in scontri militari, ma la
cosa più probabile è che si faccia riferimento al luogo d'origine
della famiglia, che potrebbe essere stata la contrada chiamata Caoduro
(Capo Duro), come quella ad esempio citata in un contratto di affitto di
un Mulino con casa murata in Contrà Caoduro (del Capo Duro) di Barbarano
Vicentino, atto stipulato appunto nel vicentino il 27 settembre del 1538.
CAOLO
Caolo, molto molto raro, sembrerebbe tipico del salernitano, con un piccolo
ceppo a Padula ed a Santa Marina, potrebbe derivare dal nome del paese
di Caolo Raspullo nel potentino.
CAON
Caon è tipicamente veneto, particolarmente presente nel trevisano
a Resana, Castelfranco Veneto e Loria, nel padovano a Villa del Conte,
Campo San Martino. San Giorgio delle Pertiche e Santa Giustina in Colle,
con un ceppo anche a Venezia e nel romano a Gallicano Sabina, probabile
frutto dell'emigrazione veneta per la bonifica delle Paludi Pontine, dovrebbe
derivare da un soprannome dialettale veneto basato sull'accrescitivo del
termine dialettale cao (capo,
testa, capoccia, chi comanda), probabilmente con il significato
di capoccione, forse anche semplicemente perchè i capostipiti erano
dotati di una testa particolarmente grossa.
CAPACCHI
Capacchi è specifico del parmense, oggi presente a Palanzano ed
a Parma, dovrebbe derivare da una forma alterata del termine capo
(testa, colui che comanda), forse indicando
così nel capostipite uno con la testa grossa o uno che occupasse
una posizione di rilievo. Lo stemma sembrerebbe proporre una lontana origine ebraica
(le tre stelle a sei punte), cui abbia avuto seguito una conversione (la mano alzata
in segno di giuramento). I Capacchi furono feudatari di Vairo nel parmense
e di Vallisnera nel reggiano.
CAPACCHIETTI
Capacchietti ha presenze a Brescia e tra ascolano e teramano, dovrebbero
derivare da una forma ipocoristica di una forma semidispregiativa del termine
capo (testa,
colui che comanda).
CAPACCHIONE
CAPACCHIONI
Capacchione ha un ceppo campano nel salernitano, a Baronissi in particolare
ed a Salerno e Battipaglia, ed uno pugliese nel foggiano, a San Ferdinando
di Puglia e Margherita di Savoia, e nel barese, a Barletta e Canosa
di Puglia, Capacchioni, quasi unico, dovrebbe essere il frutto di errori
di trascrizione del precedente, potrebbe trattarsi di una forma etnica
dialettale riferibile agli abitanti, o a chi provenisse dal paese di Capaccio
nel salernitano.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Capacchione è un cognome del Barese e del Foggiano che deriva
dal cognome base 'Capo', dal latino
'caput' = testa.
CAPACCIO
Capaccio è tipicamente campano, del salernitano in particolare,
di Campagna, Eboli, Bracigliano, Salerno, Olevano sul Tusciano, Battipaglia
e Altavilla Silentina, con ceppi anche a Napoli ed a Frignano nel casertano,
dovrebbe derivare dal nome del paese di Capaccio nel salernitano, probabile
luogo di provenienza delle famiglie.
CAPACI
Molto raro è specifico del palermitano, dovrebbe derivare dal toponimo
Capaci (PA).
CAPALBI
CAPALBO
CAPALDI
CAPALDO
GABUALDI
Capalbi, molto raro, ha un ceppo nel materano, in particolare a Stigliano,
e nel cosentino a Mormanno, Capalbo ha un ceppo a Napoli, è ben
presente in Basilicata, a Senise nel potentino ed a San Giorgio Lucano
nel materano, ma la massima concentrazione è presente ad Acri e
Corigliano Calabro nel cosentino, dove è molto diffuso anche a Rossano,
Rose, Grisolia, Bisignano, Cosenza, Bocchigliero e Montalto Uffugo, e nel
crotonese a Cirò, Cirò Marina, Strongoli e Verzino, Capaldi
è specifico della fascia centrale che comprende le Marche, l'Umbria,
il Lazio e l'aquilense, in particolare Celano, L'Aquila, Avezzano e Sulmona
nell'aquilense, Cassino, Picinisco, Villa Latina e Cervaro nel frusinate,
Ronciglione nel viterbese, Roma, San Severino Marche nel maceratese e Spoleto
nel perugino, Capaldo ha un ceppo nell'aquilense a Campo di Giove e Sulmona,
uno a Roma e ad Aplilia nel latinense, con il grosso concentrato in Campania
a Napoli, a Casapesenna nel casertano,a Nocera Inferiore, Agropoli, Nocera
Superiore, Castel San Giorgio, Pagani e Salerno nel salernitano e ad Avellino
ed Atripalda nell'avellinese, Gabualdi, quasi unico, è del nord,
dovrebbero tutti derivare direttamente o tramite modificazioni distorsive
dal nome longobardo Gabualdus,
tracce di queste cognominizzazioni le troviamo ad esempio a Palmi nel reggino,
dove, in un atto del 1547, è indicato come beneficiario un tale
Clericus Baptista Capalbus, ed a Conversano nel barese in un atto del 1610,
dove un tale Vito Capaldo è citato in giudizio.
CAPANCIONI
Capancioni, molto molto raro, è specifico del Piceno, di Fermo e Porto San Giorgio.
CAPANNA
CAPANNI
CAPANNO
Capanna ha un piccolo ceppo tra riminese e pesarese, uno a Genova, uno
a LIvorno, ma il ceppo più consistente è a Roma e nel romano
con buone presenze anche nell'aquilano, nel teramano, nel'ascolano e nel
reatino, Capanni ha un piccolo ceppo nel reggiano, uno tra forlivese e
riminese ed uno in Toscana, soprattutto nel fiorentino e senese e nell'aretino
e grossetano, Capanno, quasi unico, è probabilmente il frutto di
errate trascrizioni dei precedenti, dovrebbero derivare dal nome dei tanti
paesi contenenti la radice Capanna o Capanni.
CAPANNOLI
Capannoli è tipico del senese, di Siena soprattutto e di Castelnuovo
Berardenga, dovrebbe derivare dal toponimo Capannoli nel pisano, probabilmente
usato per identificare dei profughi dal pisano in epoca di conflitti tra
guelfi e ghibellini.
CAPANO
Capano ha ceppi al sud nel napoletano, a Napoli, Torre del Greco, Casoria
e Giugliano in Campania ed a Vibonati nel salernitano e Lauria nel potentino,
ha un ceppo a deliceto nel foggiano, a Racale nel leccese ed a Corato nel
barese, ed uno importante nel cosentino a Belvedere Marittimo, Cosenza
e San Donato di Ninea ed a Catanzaro e Botricello nel catanzarese, dovrebbe
derivare da nomi di località come quella citata in quest'atto tratto
da Codex Diplomaticus cavensis: "In
nomine domini sextodecimo anno principatus domni nostri gisulfi gloriosi
principis, mense nobembri, undecima indictione. Memoratorium factum a nobis
romualdus presbiter filius quondam petri et romoaldus presbiter, qui sumus
pater et filius, eo quod coram presentia domne theodore filiae domni gregorii
consuli et ducis romanorum, que fuerat uxor paldulfi filii.. .. parte occidentis
passi centum sexaginta duo, et una pecia de terra cum arbustis et binea
in locum selecta ubi trulianum dicitur, et una pecia de terra cum arbustum
et castanietum in locum propiciano ubi capano
dicitur, et alia pecia de terra ubi bico dicitur
et milito vocatur. ...". Tracce di questa cognominizzazione
le troviamo nella seconda metà del 1500 quando i Capano, principi
di Pollica, fanno costruire e controllano la Torre di Cannetiello o del
Capo della Punta nel salernitano, con funzione di Torre di avvistamento
contro gli attacchi dei saraceni, nel 1550 Ferrante Capano diventa Signore
di Siderno nel reggino, nella seconda metà del 1600 la principessa
Vittoria Capano è la moglie del feudatario di Mesagne (BR) Nicola
de Angelis, nel 1700 Marianna Capano Orsini, principessa di Pollica e anche
contessa di Celso.
Caparella è unico, Caparelli è del cosentino, di Mongrassano,
Roggiano Gravina, Cerzeto, Rossano e Montalto Uffugo, Caparello, sempre
calabrese, è più caratteristico di Lamezia Terme nel catanzarese,
Capparella è laziale, con un grosso ceppo a Roma e nel romano ad
Anguillara Sabazia, Tivoli, Civitavecchia e Guidonia Montecelio, e nel
reatino a Poggio Mirteto, Monte San Giovanni in Sabina e Montopoli in Sabina,
Capparelli ha un piccolo ceppo a Campochiaro nel campobassano, uno a Roma,
uno a Napoli, uno a Foggia, ma il ceppo principale è in Calabria
nel cosentino, ad Altomonte, Acquaformosa, Cosenza, Cerzeto, Mottafollone,
Lungro, San Benedetto Ullano, Firmo, Fagnano Castello, Castrovillari, Rende
e Verbicaro, Capparello, quasi unico, è del napoletano, tutti questi
cognomi dovrebbero derivare da un soprannome basato su di un termine di
origine grecanica per taverniere, o
anche da un ipocoristico dialettale del termine latino magister
capparius (artigiano che produce le
cappe ed i mantelli).
CAPARROTTA
CAPARROTTI
Caparrotta è specifico di Lamezia Terme nel catanzarese, Caparrotti,
assolutamente rarissimo, è probabilmente originario della
stessa zona calabrese.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Caparrotti è un cognome calabrese, variante di Caparrotta
che significa 'testa rotta'.
CAPASA
Tipico del Salento, di Martano, Bagnolo Del Salento e Lecce.
ipotesi fornite da Stefano Ferrazzi
Tipico del leccese, questo cognome deriva dal termine dialettale capasa,
col significato di giara, vaso: si
tratta, infatti, di un tipo di contenitore (detto anche capasone
o capasunu in dialetto) che un tempo
veniva utilizzato per la conservazione dei prodotti locali (soprattutto
vino e olive, ma anche cereali e fichi secchi). L'origine del termine va
ricercata nel latino capax, col significato
di ampio, capace, adatto cioè a contenere molte cose al suo interno
(con chiaro riferimento alla capacità delle capase). In conclusione,
dunque, visto anche che si parla di un prodotto tipicamente locale, l'ipotesi
più probabile è che il cognome Capasa sia nato sulla base
un nome di mestiere attribuito a un vasaio o, più nello specifico,
a un fabbricante di capase.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Capasa è cognome leccese e brindisino che P. Minervini, Diz.
cogn. pugliesi, 122, considera variante del cognome base Capo.
CAPASSI
CAPASSO
Capassi, molto molto raro, è tipico della zona tra aquilense e frusinate
di Avezzano (AQ) in particolare, Capasso è decisamente campano,
con ceppi anche nel vicino Lazio, nel barese e nel potentino, ma la massima
concentrazione è nel napoletano, dovrebbero derivare da soprannomi
originati o dal mestiere del capostipite produttore di giare e vasi (vedi
CAPASA) o da caratteristiche fisiche dello stesso.
CAPECE
Capece ha un nucleo importante a Picerno nel potentino ed uno nel napoletano
e salernitano nonchè un ceppo nella penisola salentina, Capeci,
assolutamente rarissimo, sembrerebbe marchigiano, tracce di questa cognominizzazione
le troviamo in Calabria nel 1408, quando la contea di Laureana di Borrello
(RC) fu venduta dal re Ladislao a Bernardo Capece.
integrazioni fornite da Cosimo
De Giovanni de Centelles
La famiglia Capece, una delle famiglie più potenti del regno,
era originaria della Campania. Avversi agli Angioini e sostenitori
degli Aragonesi con il prevalere della prima fazione essi furono costretti
a rifugiarsi chi in Dalmazia, chi in Sicilia e chi in Terra d'Otranto.
Qui ottennero varie baronie, principati e marchesati. Da un ramo principale
discesero i Baroni di Lucugnano (LE) e da questo quello di Barbarano (LE)
e da quest'ultimo a sua volta discese il ramo dei Baroni di Corsano. Nel
1663 don Giovan Giuseppe Cicala, Barone di Corsano e discendente dei Securo
di Corsano vendette il feudo a Giovan Tommaso Cicala per atto del notar
Rausa. I Capece detennero tale titolo fino all'eversione della
feudalità. Ultima rappresentante fu donna Carmela (n. 1849)
andata in sposa a un Galluccio che ne ereditò il titolo puramente
formale. Dai Galluccio il titolo di baroni di Corsano passò ai Mongiò.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Capeceè cognome lucano presente a Picerno, Pisticci, Potenza,
Ripacàndida e altrove, anche calabrese, siciliano, napoletano e
nel Salento: abbreviazione di 'cacapece'.
Fonte: G. Rohlfs, Dizionario storico dei cognomi in Lucania, 1985.
CAPECELATRO
Assolutamente rarissimo, dovrebbe
essere di origini molisane o campane, agli inizi del 1600 Andrea Capecelatro
è feudatario nell'avellinese, nel 1651 Ettore Capecelatro è
reggente del Consiglio Collaterale a Foggia, nella seconda metà
del 1600 Francesco Capecelatro è Marchese di Lucito (CB) e i Capecelatro
sono Duchi di Siano (SA), nella seconda metà del 1700 Giuseppe Capecelatro
è Arcivescovo di Taranto.
CAPECCHI
Capecchi è molto diffuso in tutta la Toscana, soprattutto nel pistoiese,
pratese e fiorentino e nel grossetano, dovrebbe derivare da un soprannome
originato dal termine italiano arcaico capecchio
(sorta di ovatta di lino o canapa usata per imbottiture),
forse ad indicare che il mestiere dei capostipiti fosse quello di tappezziere,
quindi nel suo lavoro adoperasse quel tipo di materiale, ma potrebbe anche
trattarsi di un soprannome denigratorio essendo il capecchio un prodotto
di scarsissimo pregio. Tracce di questa cognominizzazione le troviamo già
dal medioevo, come possiamo vedere in un atto fiorentino del 1257, dove
si può leggere: "..Qualiter Falconiere quondam
Capecchi de Cafaggio
tenetur & debet dare & solvere annuatim perpetuo dicto Episcopatui
de mense Augusti prosuo poderi flarios duodecim grani. Nota quod Episcopatus
Florentinus habet & tenet & possidet hodie dictum podere..".
CAPECCI
Cognome tipico delle Marche con un ceppo nel Piceno, uno nel pesarese
ai confini con l'anconetano, uno nel perugino ed uno in provincia di Roma.
integrazioni fornite da prof. Walter
Angelini
Tipico delle Marche, e nello specifico della zona del Piceno, questo
cognome nasce ad Acquaviva Picena (AP) nel 1690 come alias
affiancato all'originario cognome Camelis o Camela (antica famiglia proveniente
da Pietra Camela, in Abruzzo). Il ramo principale dei Camelis o Camela,
nobile famiglia di Ripatransone nel 1571 diede, tramite Hierolamus
Camelae, appartenente al Consiglio di Cernita, un contributo importante
per l'erezione di questo luogo al rango di Diocesi e, contestualmente di
città, da parte del Papa Pio V° ( vedi il libro L'erezione
della diocesi di Ripatransone, pagine di storia religiosa marchigiana sec.
XVI°, opera di Monsignor Giovanni Papa, 1976 Ediz.Studia Picena).
Questa famiglia si trasferì ad Acquaviva Picena intorno al 1631.
Fu qui che il cognome Camelis si trasformò in Capecci ( dal latino
Caput,capitis, equivalente del toscano Capecchio, e che si riferisce alla
pregiata fibra del lino). A partire dal 1773, sempre ad Acquaviva
Picena (AP), la famiglia Capecci diede il via alla tradizione ( ancora
oggi in vigore) di dare ad ogni primogenito maschio il nome Giuseppe e
Valerio, alternandoli ad ogni generazione. Attualmente il ramo principale
della nobile famiglia Camelis-Capecci è fiorente in San Benedetto
del Tronto (AP) con il Prof.Giuseppe, Ch.mo Accademico Gentium Pro Pace,
e coi due figli Mauro Valerio e Gianmarco. Lo stemma della famiglia, risalente
ai Camelis di Ripatransone ( conservato presso la biblioteca del Museo
Archeologico di Ripatransone) è uno scudo accartocciato, partito:
nel primo a sei bisanti posti in cintuta e sormontati da una corona, nel
secondo ad un leone alato e rivolto, armato e lampassato.
integrazioni fornite da Francesco
Capecci
In merito alla storia del cognome Capecci, debbo ritenere che lo stesso
sia compresente in vari luoghi delle Marche almeno dal 17°
secolo. In Urbino, nell'oratorio di San Giuseppe è presente
nell'elenco dei confratelli deceduti all'inizio del secolo 18° un Francesco
Antonio Capecci o Capeci, priore del convento dei frati minori di Urbino
all'epoca del decesso. Ritengo pertanto che il cognome sia apparso in più
luoghi delle Marche, e non solo tramite il ramo gentilizio riportato.
CAPEI
Capei, assolutamente rarissimo, dovrebbe essere una famiglia nobile fiorentina,
di origine etimologica oscura, personaggio di rilievo è stato il
Cavaliere Federigo Capei al quale il Granduca di Toscana Ferdinando III°
affidò l'incarico di Vicario regio dello Stato di Piombino nell'anno
1815.
CAPELLA
Ha un ceppo a Borgo Val di Taro (PR), uno a Villa Di Serio (BG) ed uno
a Torino, dovrebbe derivare dal fatto che la famiglia abitava in prossimità
di una Cappella o veniva indicata come Quelli
della Cappella grazie ad un particolare fatto, di quest'uso
abbiamo un esempioin un attyo del 1117: "...Preterea
quinque plegios abbati et monachis dedit, Popart de Montargum, Normandum
Pochin, Petrum Mocel, Britonem de Capella,
Gervasium de Marciliaco, quod quicquid tunc illis promittebat et dabat...",
in questo scritto del 1416 si vede un principio di cognominizzazione: "...fecerunt
harengas suas insimul XVI Junii : Petrus Faitray, Matheus
de Capella, Frater Poncius Goberti...".
Capellari, molto raro è dell'area che comprende il mantovano, il
veronese, il bolognese ed il ferrarese, con presenze anche nell'udinese,
Capelletti è specifico del sudmilanese e del cremonese, sono concentrati
in Lombardia, Emilia e Liguria Capelli e Capellini sembrano essere originari
della zona tra Piacenza e Cremona, piemontese Capello,Cappella è
diffuso nel centro Italia, sembrerebbero esserci tre nuclei, nel Lazio,
nelle Marche in provincia di Macerata e nel Molise in provincia di Campobasso,
Cappellari è tipico del Triveneto, con massima concentrazione nel
vicentino e nel padovano, è diffuso in tutta Italia, Cappelleri
è specifico del reggino, di Roccella Ionica e Campo Calabro,
Cappellini, soprattutto al centro Cappelli, in provincia di Palermo e di
Cuneo Cappellino, siciliano Cappello, ma con presenze massiccie anche in
provincia di Lecce e nel Veneto. Tutti questi cognomi sono originati da
soprannomi relativi a caratteristiche fisiche o identificatori di mestiere,
quali il venditore o fabbricante di cappelli.
integrazioni fornite da Cappella
Cognomi
come questi nel sud italia venivano attribuiti a persone dotte e colte
di gusto e finezza e comunque aristocratiche, a differenziarsi dal popolo
comune. Un certo Nicolò Cappella ebbe nel 1333,dopo un grave lutto
identificabile nello stemma dalle strisce nere,il feudo "molisena",e si
trasferì dal nord Italia,probabilmante Venezia o Piacenza, in Molise.
Nicolò ebbe una figlia, Franca Cappella che diede in sposa a Nicolò
D'Arezzo. La corona sulla stemma di famiglia è di marchese, per
cui è probabile che questo fosse il titolo di cui era stata investita
la famiglia Cappella; un'altra ipotesi è la discendenza diretta
dalla famiglia Cappelli, con il tempo il cognome si sarebbe mutato probabilmente
da Cappelli in Cappella; tutt'oggi la famiglia Cappella è presente
in Molise in modo notevole,nelle Marche e in Lazio.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Il cognome Capelli muove dal nome proprio medievale Capellus,
dal lat. capillus «capello»
documentato in carta modenese del 1154. Rientra nell'ambito dei soprannomi,
per indicare persona sottile quanto un «capello». La sua diffusione
è pari a quella del cognome Cappelli,
che muove invece dal mediolatino cappellus
«cappello; copricapo»,
da cappa «cappuccio»,
donde pure il diffuso cognome Cappi.
Per il cognome Cappello, poco diffuso nel Modenese, si potrà pensare
anche al toponimo Cappello del Cuneese. Fonte: F. Violi, Cognomi a Modena
e nel Modenese.
Capelluti e Capelluto, assolutamente rarissimi, sicuramente pugliesi, dovrebbe
trattarsi di due forme alterate del cognome Cappelluti, che è tipicamente
pugliese del barese, di Molfetta, Ruvo di Puglia, Bari e Bisceglie, Cappelluto,
estremamente raro, e Cappeluti, praticamente unico, dovrebbero essere dovuti
ad un'errata trascrizione del precedente, che dovrebbe derivare da un soprannome
basato probabilmente sul fatto che i capostipiti fossero dotati di una
folta e rigogliosa capigliatura.
CAPERCHI
CAPERCHIO
CAPIRCHIO
Caperchi è decisamente romano, Caperchio, molto raro, è napoletano,
Capirchio è tipico del latinense, di Itri, Terracina e Fondi, potrebbero
derivare da un nome di località come Colle Caperchio nei pressi
di Orte nel viterbese, ma più probabilmente derivano da soprannomi
basati sul termine dialettale laziale caperchio
(capecchio, cioè quel materiale
filaccioso acome la bambagia usato per imbottiture), probabilmente motivato
dal fatto che i capostipiti avessero dei capelli o barbe ispide, troviamo
tracce di queste cognominizzazioni nel 1400 a Pastena nel frusinate, dove
in un atto testamentario viene citato come beneficiario un tale Cola Capirchio.
CAPERDONI
Tipico della provincia di Milano
e Lodi dovrebbe essere originato da un soprannome derivato da un nome di
località, che potrebbe essere "la casa del perdono" non meglio identificata.
CAPEZZA
CAPEZZI
CAPEZZONE
CAPEZZONI
Capezza è specifico del napoletano, di Casamicciola Terme, Napoli,
Gragnano e Pimonte, Capezzi , quasi unico, è probabilmente dovuto
ad errori di trascrizione del precedente, Capezzone è tipicamente
laziale, di Roccasecca nel frusinate e di Roma, Capezzoni è praticamente
unico.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
L'origine di questi cognomi va ricercata nel soprannome o nome medievale
Capezza, che, nell'idioma popolare,
significa letteralmente testa, capo
(vedi Caputo e Testa): dal punto di vista
etimologico, infatti, il termine capezza
è un chiaro prestito dello spagnolo cabeza,
derivato a sua volta dal basso latino capitia
(forma popolare di caput (capo,
testa)). Detto questo, però, va notato che talvolta i
cognomi Capezza, Capezzone, etc potrebbero venire direttamente dalla Spagna,
trattandosi cioè dell'italianizzazione dei cognomi spagnoli Cabeza
e Cabezòn (forse si tratta anche
di cognomi ebreo-sefarditi): com'è facile intuire, entrambi questi
cognomi alludono a caratteristiche fisiche o comportamentali dei capostipiti,
anche se, a ben vedere, non è affatto escluso un rapporto con la
toponomastica spagnola - si pensi ai tanti toponimi spagnoli contenenti
i termini cabeza e cabezòn, quali ad esempio Cabeza de Campo, Cabeza
de Framontanos, Cabezòn de Pisuerga, Cabezòn de la Sierra,
etc. Un'ultima ipotesi prima di concludere: per quanto improbabile, non
si può escludere che qualche ceppo dei Capezza sia legato alla nobile
famiglia dei Capece, anch'essa originaria del napoletano (vedi
Capece).
CAPEZZERA
Sembrerebbe originario della provincia
di Potenza, dovrebbe derivare da un soprannome legato ad un nome di località
"casa della pezzera".
CAPEZZUOLI
Capezzuoli è tipicamente toscano del senese, di Poggibonsi, Colle
di Val d'Elsa e San Gimignano, con un ceppo anche nel fiorentino a Firenze
e Barberino Val d'Elsa, dovrebbero derivare dal nome della località
di Capezzuolo situata nel promontorio di Piombino, davanti all'isola d'Elba,
probabilmente il luogo d'origine dei capostipiti.
CAPEZZUTI
CAPEZZUTO
Capezzuti è praticamente unico, Capezzuto è tipico di Napoli
e della fascia che comprende il casertano, il napoletano ed il salernitano,
di Sparanise, Pastorano, Carinola e Camigliano nel casertano, di Castellabate,
Salerno e Battipaglia nel salernitano.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
L'origine di questi cognomi va ricercata nel soprannome o nome medievale
Capezzuto, che, nell'idioma popolare,
significa letteralmente testone, dalla
testa grossa o, in senso figurato, testardo,
ostinato (vedi
Caputo e Testa): dal punto di vista etimologico, infatti, l'aggettivo
capezzuto è un chiaro prestito
dello spagnolo cabezudo, tratto a sua
volta dal sostantivo cabeza (per una
spiegazione più approfondita, vedi Capezza).
Detto questo, però, va notato che talvolta i cognomi Capezzuti e
Capezzuto potrebbero venire direttamente dalla Spagna, trattandosi cioè
dell'italianizzazione del cognome spagnolo Cabezudo
(forse si tratta anche di un cognome ebreo-sefardita). In conclusione,
dunque, si tratta delle cognominizzazioni dei soprannomi o dei nomi personali
dei capostipiti, anche se, per quanto improbabile, non si può escludere
una connessione con la toponomastica spagnola - in riferimento a uno dei
tanti toponimi contenenti la radice cabez-.
CAPILONGO
CAPILUNGO
CAPOLONGO
CAPOLUNGO
Capilongo, molto raro, è specifico di Napoli, poco comune e originario
del leccese Capilungo, mentre è decisamente perugino Capolungo,
Capolongo ha un ceppo laziale a Roma e ad Anagni nel frusinate, uno campano
nel napoletano, a Cicciano in particolare, con presenze anche a Tufino,
Pozzuoli, Camposano e Napoli, ed un ceppo a Cerignola e Foggia nel foggiano
ed a Gravina in Puglia nel barese, fovrebbero derivare da soprannomi relativi
a caratteristiche fisiche dei capostipiti, cioè una forma allungata
del capo.
CAPILUPI
CAPILUPO
CAPILUPPI
CAPOLUPI
CAPOLUPO
Capilupi, molto molto raro, sembrerebbe di origini calabresi, di Catanzaro
in particolare e di Pentone nel catanzarese, Capilupo, molto più
raro, è del cosentino, Capolupi, assolutamente rarissimo, è
presente solo al nord, dove è invece abbastanza diffuso Capiluppi,
che ha un ceppo tra mantovano, reggiano e modenese, anche se in qualche
caso può essere il frutto di errate trascrizioni anagrafiche del
cognome Capolupo, che ha un ceppo nell'avellinese, ad Avellino, Capriglia
Irpina, Sant'Angelo a Scala e Summonte, ed a Napoli, uno, probabilmente
secondario, a Roma, uno a Matera ed uno nel cosentino a San Donato di Ninea,
questi cognomi dovrebbero derivare dall'italianizzazione del nome longobardo,
ma molto usato anche dagli svevi, Hauptwolf,
che ha il significato di primo fra i lupi,
di lupo dei lupi, cioè di grande
capo glorioso, se pensiamo al valore attribuito alla figura
del lupo presso i popoli germanici.
CAPIROSSI
Capirossi è specifico dell'area bolognese, ravennate, di Imola e
Monterenzio nel bolognese e di Riolo Terme, Faenza, Castel Bolognese e
Brisighella nel ravennate, dovrebbe derivare da un soprannome originato
dal fatto che il capostipite fosse rosso di capelli, si può anche
trattare di un cognome attribuito ad un trovatello, avente comunque la
stessa motivazione.
CAPISTRANO
Capistrano ha un ceppo a Sarno nel salernitano ed uno in provincia di Vibo
Valentia, dovrebbero entrambi derivare dal toponimo Capistrano nel valentiano.
CAPITA
CAPITTA
Capita è quasi scomparso in Sardegna, Capitta, molto più diffuso, è tipico di Sassari
e del sassarese.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CAPITA; CAPITTA: (per il significato e l'etimologia vedi
Cabitza). Lo ritroviamo nelle carte antiche. Tra i firmatari della
Pace di Eleonora, *LPDE del 1388 figurano: Capìta Ambrosius, ville
Sasseri; Capìta Anthonius, ville Sasseri; Capita Arcoco - ville
Terrenove (Olbia); Capita Arcoco - ville Terrenove; Capita Dominigho, ville
Ecclesiarum (Iglesias - Villa di Chiesa); Capita Joanne, ville Selluri
(Sanluri - Seddòri); Capita Manuel, jurato (guardia giurata, collaboratore
del maiore - sindaco) ville Tiesi ( *odierno Tiesi. Contrate Caputabas).
Sempre tra i firmatari della *LPDE troviamo: Capissa Juliano, ville Loddu
(* distrutto. Contrate Partis Varicati - Barigadu). Nel condaghe di San
Nicola di Trullas, *CSNT XI°, XIII° sec., figura: Capiça
Gosanrine (27) nella vendita di un terreno, coltivato a vigna in territorio
di Semestene (oggi è un piccolo centro abitato di 227 anime, della
provincia di Sassari). Attualmente il cognome CAPITA è presente
in 13 Comuni Italiani, di cui 2 in Sardegna( con significato ed etimo diversi
da quelli del continente): Sassari 3, Quartu S. E. 3. CAPITTA è
presente in 42 Comuni italiani, di cui 19 in Sardegna (per lo più
s nord, come nelle carte antiche): Sassari 110, Quartu S.E. 8 Cagliari
8.
CAPITANI
CAPITANIO
CAPITANO
Capitani è molto diffuso in tutto il centronord, Capitanio ha la
sua massima concentrazione nel lombardo veneto, ma presenta ceppi anche
nel Lazio, negli Abruzzi e nelle Puglie, Capitano sembrerebbe tipicamente
siciliano del palermitano e dell'agrigentino, con un ceppo anche a Roma
e piccoli ceppi nel savonese e nel napoletano. Questi cognomi dovrebbero
derivare da soprannomi originati dal vocabolo medioevale Capitaneus
(capitano, massima autorità
cittadina), soprannomi raramente derivanti dall'aver fatto parte della
famiglia di un Capitaneus, più spesso per esserne al servizio o
in qualche modo collegati ad un Capitaneo.
CAPIZZI
Cognome originario della Sicilia,
dovrebbe derivare da un soprannome legato a caratteristiche fisiche, essendo
la contrazione di un capiddi rizzi (capelli ricci).
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Il cognome Capizzi è un cognome siciliano che viene dal toponimo
Capizzi (ME).
CAPO
Sembra avere un nucleo in Campania, nel salernitano in particolare, un
ceppo nel veneziano ed un ceppo nel trapanese, dovrebbe derivare dall'apocope
di cognomi o soprannomi composti dal vocabolo capo seguito normalmente
da un aggettivo; ad esempio da Caporizzo si arriva a Capo.
CAPOANI
Cognome originario del cremonese,
la sua derivazione dovrebbe essere dal toponimo Capua (NA) ipotizzando
una lontana origine campana.
CAPOBIANCO
Molto diffuso al sud, nel Lazio, Campania, Puglia e Basilicata, ha un ceppo
anche nell'agrigentino, deriva da soprannomi legati a caratteristiche fisiche
del capostipite, come l'essere bianco di capelli.
CAPOCASALE
Capocasale sembrerebbe un cognome meridionale, molto poco diffuso in Campania,
in Calabria e nella Sicilia meridionale, in qualche caso potrebbe derivare
dal nome del paese di Capocasale, una zona di Nocera Inferiore nel salernitano,
e con questo nome anche varie altre frazioni, come ad esempio quella di
Capocasale di Cosenza, in qualche altro caso, poco probabile, potrebbero
invece derivare dalla posizione del capostipite, cui probabilmente veniva
demandata la guida di un casale
Capoccello è tipicamente pugliese, di Salice Salentino nel leccese
e di San Pancrazio Salentino nel brindisino, Capoccetta, tipicamente laziale,
è soprattutto di Ceccano nel frusinate, ma anche del latinense,
Capoccetti ha un ceppo in Umbria, uno nell'aquilano ed uno tra romano e
latinense, Capoccia è tipico di Umbria e Lazio, con un ceppo anche
nel Salento, Capocci, molto più raro, ha un ceppo a Roma e nella
zona di Cassino (FR) e Picinisco (FR) ed uno in Umbria a Terni, Capoccioni
è di Viterbo, Capoccitti è specifico di Balsorano nell'aquilense
e del vicino frusinate, Capocciuti è di Trevi nel perugino, Capucci
ha un ceppo nel mantovano e nel vicino veronese, in Emilia nel bolognese
e ferrarese e nel ravennate, forlivese e riminese, con piccoli ceppi anche
nel romano e latinense, Capuccio ha un ceppo a Latina ed uno, molto piccolo,
nel nisseno, che dovrebbe essere un alterato del cognome Cappuccio, dovrebbero
tutti derivare, direttamente o tramite ipocoristici o accrescitivi, dal
cognomen tardo latino Capoccius, abbiamo
ad esempio quattro Cardinali Capoccius tra il 1200 ed il 1400: "...Nam
inter alios eminuit Cardinalis Rainerus Capoccius,
qui tempore Innocentij IV e Flisca Familia insigni Genuensi, cum Fridericus
secundus Imperator suam Civitatem occupasset, adiuvantibus Consanguineis
proprijs,...", in alcuni casi potrebbero anche derivare da un soprannome originato forse dal fatto che il
capostipite fosse dotato di una testa più grande del normale..
CAPODACQUA
Tipico di Capistrello ed Avezzano nella provincia de L'Aquila, con ceppi
anche nelle Marche e nel Lazio, dovrebbe derivare da toponimi Capodacqua
di Celano (AQ), ma è pure possibile una derivazione da nomi di località
come Capodacqua (PG), (AP) o (LT).
CAPODANNO
Cognome tipicamente campano, del napoletano soprattutto, derivano dal nome
arcaico Capodanno che veniva a volte attribuito ai figli nati a Capodanno.
CAPODICASA
Capodicasa ha un ceppo a Foligno e Gualdo Cattaneo nel perugino, uno a
Pescara ed uno a Siracusa ed a Palermo, dovrebbe derivare da capostipiti
che avessero assolto la funzione di capi della servitù presso una
casa patrizia o comunque presso famiglie molto benestanti.
CAPODIECI
Capodieci ha un ceppo nel brindisino a Mesagne, Latiano, Cellino San Marco
e Brindisi, ed a Trepuzzi nel leccese, ed un ceppo siciliano a Siracusa,
dovrebbe derivare dal termine medioevale capodieci,
una sorta di comandante di un gruppo di armati volontari, che si organizzavano
spontaneamente in armata per combattere un'invasione, spesso saracena.
CAPODILUPO
Capodilupo, di probabili origini abruzzesi e laziali, ha un piccolo ceppo
nel pescarese, uno nel latinense, uno nel foggiano ed uno nel beneventano,
dovrebbe derivare da soprannomi originati dalla presenza, un tempo molto
diffusa, del lupo nelle zone appenniniche.
CAPOFERRI
Due i ceppi uno lombardo tra la
provincia di Bergamo e Brescia ed uno marchigiano abruzzese, tra Ascoli
Piceno e Teramo, derivano da soprannomi relativi a caratteristiche fisiche
testa dura come il ferro o dall'occupazione di mastro ferraio.
CAPOGROSSI
CAPOGROSSO
Capogrossi ha un ceppo nell'anconetano a Cupramontana, Ancona e Falconara
Marittima ed uno laziale a Roma, a Genzano di Roma nel romano, a Cori nel
latinense ed a Pontecorvo nel frusinate, Capogrosso ha un piccolo ceppo
ad Osimo e Filottrano nell'anconetano, uno a Roma ed a Formia nel latinense,
uno ad Aversa nel casertano ed uno nel napoletano a Napoli, Caivano, Casoria
e Frattaminore, il ceppo più consistente è in Puglia a Manduria
nel tarantino ed a Trani nel barese, dovrebbero derivare da soprannomi
derivati dal fatto che i capostipiti fossero dotati di una grossa testa.
CAPOLEI
CAPOLEONI
Capolei è tipico di Roma, Anzio e Marino, sempre nella provincia
romana, Capoleoni, molto molto raro, sembrerebbe specifico della provincia
di Roma, di Roma stessa e di Zagarolo (RM), dovrebbero derivare dal nome
medioevale Capoleo, Capoleonis, forma
contratta del nome Caputleonis (testa
di leone), tracce di queste cognominizzazioni le troviamo ad
esempio nell'elenco degli scolari dell'Ateneo di Perugia dove sotto l'anno
1596 troviamo iscritto un certo Lelius Capoleo originario della provincia
di Roma.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
L'origine di questo cognome va ricercata nel nome medievale Capoleone,
col significato letterale di testa di leone, da intendersi o in senso laico
(quale simbolo di fierezza, di coraggio) o in senso religioso (quale simbolo
cristiano). Per capire meglio quest'ultimo significato, innanzitutto, va
ricordato che la simbologia cristiana rappresenta il leone non soltanto
come immagine di misericordia e di regalità, ma anche come simbolo
dell'Incarnazione e della Resurrezione di Gesù Cristo; il riferimento
alla testa del leone, inoltre, può essere spiegato dall'antica credenza
secondo la quale tutte le qualità attive del leone sono situate
nella parte anteriore del corpo (testa, petto e zampe anteriori), mentre la parte posteriore, sempre secondo
tale credenza, ha una semplice funzione di sostegno (anterioribus
partibus coelestia refert, posterioribus terram, come sostenevano
gli antichi autori cristiani). Seguendo quest'interpretazione, allora,
la simbologia cristiana attribuisce alla parte anteriore del corpo l'immagine
della natura divina di Cristo e a quella posteriore il simbolo della Sua
natura umana. Tornando al cognome in questione, tracce del nome Capoleone
si trovano in Umbria nel '500, col poeta Capoleone Ghelfucci (Capoleo Ghelphutius)
da Città di Castello (autore di poemi religiosi, fra i quali Il
rosario della Madonna - Poema eroico), ma noto anche all'interno della
sfera politica, dove occupò la carica di paciere, gonfaloniere e
priore del popolo e, nel 1582, anche quella di consigliere dei Quaranta.
CAPOLICCHIO
Capolicchio sembrerebbe di origini istriane, anche se oggi è presente
più in Piemonte, che in Friuli, si dovrebbe trattare dell'italianizzazione
di un cognome austriaco o sloveno.
CAPONE
CAPONI
CAPONIO
CAPONNETTO
Capone è un cognome del centro sud, Caponi è della Toscana
settentrionale, Marche, teramano, Umbria, Lazio, pugliese Caponio che è
originario dell'area compresa tra le provincie di Bari e Taranto, Caponnetto
è tipico del catanese, tutti questi nomi dovrebbero derivare da
soprannomi legati a caratteristiche fisiche (testa grossa). Tracce molto
antiche di queste cognominizzazioni si trovano ad esempio nell'alessandrino
in una Recordatio terrarum della seconda
metà del 1100: "...coheret: Rufinus Deta et
veder. Arnaldus Caponus
.III. staria; coheret: Rufinus Deta et Manegoto et via et veder. Manegotus
.XX. staria; coheret: Arnaldus Caponus
et veder et Burmia..." o anche nel XV° secolo: "...ex quibus
Caponus, magnam pecuniae vim profundens viginti et octo suffragia, sive
emit, sive impetravit; Cardinalis autem de Medicis opera, Chigius, prudens
et probus vir ab omnibus habitus, Pontificis quondam monasterium,...".
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
il cognome Capone, come Caponnetto, sono anche siciliani (Catania,
Milazzo, Pace del Mela) e come tali provengono dal vocabolo siciliano.capuni
= cappone, gallo castrato. Cfr. G.
Rohlfs, Dizionario storico dei cognomi nella Sicilia orientale, Centro
di Studi Filologici e Linguistici, Palermo, 1984, p. 62
CAPONERA
CAPONERI
CAPONERO
Caponera, il più diffuso, ha un piccolo ceppo nel perugino, ma il
grosso è concentrato nel romano e frusinate e nel latinense, Caponeri,
molto molto raro, è tipico dell'area che comprende il senese, il
perugino ed il ternano, soprattutto di Chianciano Terme nel senese, Caponero
ha un piccolo ceppo nel pisano ed uno nel viterbese e romano, a Civitavecchia
e Roma nel romano ed a Soriano nel Cimino nel viterbese, dovrebbero derivare
da soprannomi medioevali, forse dovuti al colore nero dei capelli dei capostipiti, divenuti
in seguito nomi, di quest'uso abbiamo un esempio in un atto del 1265 a
Siena, dove l'estensore è un certo Buonadote figlio del già
Caponero, l'uso continua, come riscontriamo in una registrazione di decesso
a Siena nel 1648: "Adì 27 Settembre 1648 -
Caterina detta Caponero,
Vedova, Moglie già di Giovanni detto l'Imburchia riceuto tutti li
Santissimi Sacramenti morì a hore quattro...".
CAPORALE
CAPORALI
CAPORALONI
Caporale è del centrosud, Caporali è tipico della fascia
che comprende Toscana, Umbria e Lazio, Caporaloni, assolutamente rarissimo,
dovrebbe essere originario dell'anconetano, potrebbero derivare dalla posizione
di chi è a capo dei braccianti o ha la mansione di fattore, è
pure possibile che derivi da un soprannome originato dal vocabolo dialettale
marchigiano capuràle nome attribuito al fascio di spighe di grano
posto in cima al covone.
CAPORASO
Caporaso è tipico campanop con un ceppo principale nel beneventano
e nel napoletano, ha ceppi anche a Roma e nella sua provincia ed a Prato
ed Empoli (FI), dovrebbe derivare da soprannomi legati a caratteristiche
fisiche del capostipite, come l'essere con i capelli completamente rasati.
CAPORELLA
CAPORELLI
CAPORELLO
Caporella, assolutamente rarissimo, è probabilmente dell'area laziale
e campana, Caporelli, molto molto raro, ha un piccolo ceppo ad Ancona e
a Falconara Marittima nell'anconetano ed uno molto piccolo a Roma, Caporello
ha un ceppo veneto a Padova ed uno laziale, a Palestrina ed a Roma, questi
cognomi dovrebbero essere abbastanza recenti e dovrebbero derivare da soprannomi
basati sul mestiere dei capostipiti, probabilmente dei fattori
o dei capisquadra di lavoratori dell'agricoltura.
CAPORICCI
CAPORICCIO
Caporicci è tipico della zona centrale, del perugino, del romano
e del frusinate e del campobassese, Caporiccio, molto più raro,
è del latinense, dovrebbero originare da soprannomi determinati
dalla capigliatura riccia del capostipite.
CAPORRINI
CAPORRINO
CAPURRI
CAPURRO
Caporrini, quasi unico, ha presenze nel romano e nel casertano, Caporrino
ha un ceppo a Monte San Giacomo nel salernitano ed uno molto piccolo nel
palermitano, Capurri, assolutamente molro raro, ha un piccolo ceppo a Piacenza,
Capurro ha un grosso nucleo nel genovese, un piccolo ceppo nel napoletano
ed uno altrettanto piccolo nel messinese, dovrebbero derivare, direttamente
o tremite una forma ipocoristica, da un soprannome dialettale arcaico basato
su di un termine con il senso di testa dura, ostinato,
testardo, probabilmente identificando così un aspetto
del carattere dei capostipiti. Tracce di queste cognominizzazioni nel genovese
si trovano almeno dalla fine del 1300, quando un certo Francesco Capurro
è rettore di San Nicolò di Voltri (GE), nella seconda metà
del 1500 opera a Genova il notaio Antonio Capurro, il ceppo napoletano
ha prodotto Giovanni Capurro, autore della celebre canzone «'O sole
mio».
CAPORUSSO
Caporusso sembrerebbe tipico del barese, di Bari, Barletta, Acquaviva Delle
Fonti e Modugno, ma ha un ceppo anche nel frusinate a Vallerotonda e Piedimonte
San Germano ed uno nel materano a Montalbano Jonico, dovcrebbe derivare
da un soprannome originato dal fatto di avere il capostipite i capelli
rossi.
CAPOTI
Capoti è specifico di Gallipoli nel leccese, potrebbe stare ad indicare
chi abitasse proprio nella zona del Capo della penisola di Gallipoli.
CAPOTONDI
CAPOTONDO
Capotondi ha un ceppo tra pesarese ed anconetano ed uno nel romano, Capotondo
ha un ceppo umbro, soprattutto nel perugino ed uno nell'anconetano, dovrebbero
derivare da soprannomi originati da caratteristiche somatiche del capostipite,
probabilmente con la testa calva.
CAPOTORTO
Cognome pugliese originario della
provincia di Bari, derivano da soprannomi relativi a caratteristiche fisiche
(testa storta).
CAPOTOSTI
Tipico del centro, tra il Lazio
l'Umbria e le Marche, derivano da soprannomi relativi a caratteristiche
fisiche o comportamentali (testa dura ) del capostipite.
CAPOVILLA
Tipico delle Tre Venezie, del padovano e del trevigiano in particolare,
potrebbe derivare da nomi di località come ad esempio Capovilla
(VI) o anche dall'abitare la famiglia in un luogo elevato del villaggio
o all'inizio dello stesso.
Capozio ha ceppi a Roma, nel casertano, nel campobassano, nel foggiano
ed a Siracusa, Capozza ha un ceppo campano, a Pesco Sannita nel beneventano,
a Morra de Sanctis nell'avellinese e ad Eboli nel salernitano, uno grosso
pugliese a Taranto, nel barese, a Corato, Andria, Bari e Putignano, ed
a Lecce e Galatone nel leccese, uno a Crotone ed uno a Casteltermini nell'agrigentino,
Capozzi ha una grossa presenza nel Lazio tra le province di Roma e latina
ed il nucleo principale tra napoletano, beneventano, avellinese, foggiano
e barese, Capozzo ha un ceppo campano tra Alife e Gioia Sannitica nel casertano
ed a Molinara nelm beneventano ed uno nel barese ad Acquaviva Delle Fonti
e Gravina In Puglia, Cappozzo ha un ceppo nel vicentino, uno nel beneventano
ed uno tra foggiano e barese, Capuozzo è decisamente napoletano,
Capuozzi, molto raro, è una modificazione del precedente, sia Capozzoli
che Capozzolo sono specifici del salernitano dell'area del Cilento, dovrebbero
derivare da un soprannome dialettale , basato su alterazioni del termine capoccia, stante ad indicare
una posizione di privilegio, cioè qualcuno a capo di altri uomini.come
pastori, agricoltori, pescatori o manovali.
CAPPA
Cappa è un cognome panitaliano, più diffuso nell'area lombardo,
piemontese, dovrebbero derivare da un soprannome originato dal vocabolo
medioevale cappa (mantello),
di cui abbiamo un esempio in questo scritto del 1185: "..
Et debeo dare Rainaldello pannaiolo de Sancto Xisto libras tres denariorum
et solidos quinque de panno quod ab eo emi. Et Andree pannaiolo eiusdem
loci debeo dare de una cappa
quam emi ab eo libras tres et dimidiam denariorum. ..", soprannome
forse motivato dall'abbigliamento abituale del capostipite, ma è
anche possibile che il motivo sia da ascrivere al mestiere da lui esercitato.
Un esempio di questa cognominizzazione lo troviamo in una Charta venditionis
del 1183: ".. a sero et monte heredis Beaque, pertice
sex et tabule tres et pedes quinque et est propria; petia est buscus et
dicitur in Carrobia Sancti Ambrosii, a mane Ambrosii
Cappa et via, a meridie heredis Beaque et
Asgerii de Concorezo, a monte Sancti Dionisii ..".
CAPPAGLI
CAPPALLI
Cappagli è tipicamente toscano del livornese e pisano, in particolare
di Livorno, Collesalvetti (LI) e Cascina (PI), Cappalli, molto più
raro, anchesso del livornese di Rosignano Marittimo in particolare, è
probabilmente una forma modificata del primo, potrebbero derivare da un soprannome
originato da un antico termine marinaresco ad indicare forse che il capostipite
svolgesse quel tipo di mestiere.
CAPPAI
Tipico della Sardegna occidentale e del cagliaritano, di etimologia oscura
e di origini probabilmente spagnole, troviamo questo cognome fin dal 1200
annoverato tra le famiglie nobili, quando Giovanni Chiano de Bas-Serra
il Re di Arborea, uno dei 4 stati in cui è divisa la Sardegna, sposa
la ricca benestante Vera Cappai figlia del banchiere Conte Johanni Perra
de Cappai, nel 1667 Bonifacio Cappai viene insignito con il titolo di Don,
Cavaliere ereditario e Nobile sardo.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Il cognome Cappai è sardo, potrebbe corrispondere al plurale
di famiglia di un supposto vocabolo toscano *cappaio
= fabbricante di cappe. M. Pittau,
Dizionario dei Cognomi di Sardegna, 1, p. 174.
CAPPALUNGA
Cappalunga, attualmente presente solo in Lombardia, sembrerebbe aver avuto
un ceppo, probabilmente originario, in Sicilia, dove potrebbe essere derivato
dal nome della località Cappalunga di Aragona nel palermitano, potrebbe
derivare da un soprannome originato dall'abitudine del capostipite di indossare
una cappa lunga, cioè una specie di tabarro lungo fino ai piedi.
CAPPARI
CAPPERI
Cappari è praticamente unico, Capperi, comunque assolutamente rarissimo,
parrebbe emiliano, dovrebbero entrambi derivare, direttamente o tramite
modificazioni dialettali, dal termine medioevale magister
capparius (artigiano che produce le
cappe o mantelli), termine di cui abbiamo un esempio nell'atto
del 1228 con il quale 4300 cittadini pisani giurarono di mantenere l'alleanza
fatta con Siena, Pistoia e Poggibonsi, uno dei sottoscrittori si chiama
infatti Bonifatius capparius.
CAPPELLETTI
CAPPELLETTO
Cappelletti è diffuso in tutto il centronord, Cappelletto è
tipico veneto, del veneziano e trevigiano, derivano da soprannomi di epoca
medioevale legati a volte a nomi di località individuabili dalla
presenza di Cappelle votive, altre volte da un soprannome originato dal
vocabolo cappello, esempio di questa consuetudine l'abbiamo nel 1400 nel
parmense nel 1422 era Podestà a Busseto Giacomo Vitali, figlio
di Bartolino, cittadino di Piacenza, di Milano e soprannominato il Cappelletto,
tracce di queste cognominizzazioni le troviamo nel 1500 a Grosseto con il
lucchese Domenico Cappelletti, a Narni (TR) in un atto del 1572 un certo
Martinus Cappellettus è uditore del governatore, nell'elenco del
1585 degli scolari dell'Ateneo di Perugia è citato un Agabitus Cappellettus.
CAPPIELLO
CAPPILLI
Cappiello è tipicamente meridionale, dell'area che comprende il
campobassano, la Campania, la Basilicata e la Puglia, Cappilli, molto più
raro, è del leccese, dovrebbero derivare da un soprannome dialettale
probabilmente attribuito a capostipiti che facessero i cappellai o che
fossero soliti portare un particolare tipo di cappello.
CAPPONCELLI
CAPPONCINI
CAPPONE
CAPPONI
Capponcelli è specifico di San Giovanni in Persiceto nel bolognese
e di Bologna, Capponcini sembrerebbe romano, Cappone, molto molto raro,
è tipico del nordovest, Capponi è tipico del centro, con
un forte ceppo in Umbria a Gubbio, Perugia e Terni, ma con il nucleo principale
nel Lazio a Roma e San Felice Circeo (LT), dovrebbero derivare, direttamente
o tramite varie forme ipocoristiche, da un soprannome legato al mestiere di allevatore
o venditore di polli e capponi (galli
castrati).
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Il cognome CAPPONI è massicciamente presente nel Centro e, in
misura minore, nel Nord. Si presta a numerose interpretazioni che dovrebbero
essere chiarite di volta in volta secondo il luogo geografico della sua
comparsa.
Potrebbe essere un accrescitivo di CAPPA, dal tardo latino cappa
= mantello con cappuccio, inteso come
parola metonimica per un nome di mestiere (chi costruisce cappe),
o anche. nomignolo per chi abitualmente indossava questo tipo di mantello
come segno distintivo; potrebbe anche essere una variante di CAPONE, accrescitivo
di CAPO = testa, nomignolo di chi aveva la testa grossa non in senso strettamente
fisico, quanto piuttosto inteso come 'arrogante, caparbio', è pure
possibile una derivazione da CAPPONE, dal latino capone(m)
= gallo castrato da giovane, inteso
come nomignolo spregiativo per chi era tradito dalla moglie, o parola metonimica
per un nome di mestiere (chi allevava pollame). Le scarsissime occorrenze
siciliane, calabresi e campane potrebbero riferirsi al termine dialettale
capuni = un pesce
di mare.
CAPPUCCI
CAPPUCCIO
Cappucci ha un ceppo laziale, soprattutto nel romano ed uno, molto consistente
a San Giovanni Rotondo nel foggiano, con buone presenze anche a Foggia
e San Severo, Cappuccio è tipicamente meridionale, con massima concentrazione
in Campania, nel napoletano, salernitano ed avellinese, ed in Sicilia,
nel messinese, catanese e siracusano, l'origine di questi cognomi potrebbe
essere da soprannomi originati dall'abitudine dei capostipiti di indossare
come copricapo un cappuccio, ma è pure possibile che possa trattarsi
di alterazioni dialettali originate dal nome medioevale tardo latino Capoccius
(vedi CAPOCCELLO).
CAPPUCCINI
Tipico del centro, con un forte
ceppo nel Lazio, può derivare da un soprannome originato da un mestiere
o dall'essere in qualche modo collegabile con i frati cappuccini, potrebbe
anche essere originato dal toponimo Cappuccini (NA).
CAPPUGI
Cappugi è tipicamente fiorentino, dovrebbe derivare da un soprannome
originato da una forma dialettale alterata del termine cappuccio,
probabilmente ad indicare l'abitudine del capostipite ad indossare sempre
un particolare tipo di cappuccio.
CAPPUSSI
CAPUSSI
Capussi, quasi unico è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione
di Cappussi che è tipico di Roma e del Sannio di Poggio Sannita e Civitanova
del Sannio nell'iserniese, l'origine del cognome dovrebbe essere attribuibile
ad una forma dialettale di un soprannome originato dal fatto di essere
probabilmente il capostipite al comando di una squadra di pastori di capre
o di pecore.
CAPPUZZELLO
CAPPUZZO
Assolutamente rarissimo, potrebbe essere padovano e trattarsi probabilmente
di un errore di trascrizione del cognome Capuzzo, con un ceppo originario
in Sicilia, nell'alto palermitano che potrebbe derivare da un soprannome
originato da caratteristiche fisiche o comportamentali del capostipite, Cappuzzello è tipicamente siciliano, di Ragusa, con buone presenze
nel ragusano, e dovrebbe derivare da una forma ipocoristica del precedente.
CAPRA
Diffuso in tutta l'Italia settentrionale centro occidentale con ceppi isolati
anche al centro ed al sud, deriva da un soprannome legato al vocabolo capra,
o per caratteristiche del mestiere di pastore o altro. Tracce di
questa cognominizzazione le troviamo a Milano nel 1400 con Baldassarre Capra
cancelliere della curia arcivescovile.
CAPRANZANO
Capranzano, quasi unico, dovrebbe essere siciliano, dell'ennese in particolare
di Gagliano Castelferrato, dovrebbe derivare da una forma alterata dialettalmente
del nome del paese di origine dei capostipiti, probabilmente Carpanzano
nel cosentino, che dovrebbe derivare da una forma prediale latina dal nome
latino Carpantius, probabilmente da
un ager carpantianus o da un castrum
carpantianum.
CAPRARA
CAPRARI
CAPRARO
Caprara ha un ceppo nel Lazio, uno in Emilia, nel bolognese e modenese,
uno nel veronese e probabili ceppi non secondari in Liguria, Molise e Basilicata,
Caprari sembra avere un ceppo nel sondriese, uno nel reggiano, uno nell'anconetano
ed uno nel Lazio, Capraro ha un ceppo veneto nel bellunese, vicentino e
trevigiano, uno nel Lazio e Campania settentrionale, uno nell'agrigentino
ed uno nel Salento, dovrebbero derivare o da toponimi come Caprarola (VT),
Caprarico (MT), Caprarica di Lecce (LE), Caprara d'Abruzzo (PE), Caprara
(RE), o monte Capraro nel Molise e molti altri, oppure dal cognomen latino
Caprarius portato ad esempio da Caius Caecilius Metellus Caprarius console
nel 113, o anche da soprannomi legati al mestiere di custode di capre.
CAPRESI
Capresi, abbastanza raro, sembra tipico del senese, di Monteriggioni, Poggibonsi
e Colle Di Val D`Elsa, potrebbero derivare da etnici di toponimi come Capraia
(FI), (AR), (LU) o (LI) o direttamente da toponimi come Caprese (AR).
CAPRETTA
CAPRETTI
CAPRETTINI
CAPRETTO
Capretta ha un ceppo nel trevisano, uno tra ascolano e teramano, uno nel
romano ed uno nell'iserniese, Capretti è abbastanza diffuso in Italia,
ha un ceppo nel bresciano, uno nel parmense, uno nel fiorentino, uno tra
ascolano e teramano, uno nel romano e reatino ed uno nel napoletano, Caprettini,
assolutamente rarissimo, è settentrionale, Capretto ha un ceppo
nel ternano ed uno tra casertano e napoletano, dovrebbero derivare direttamente
o tramite ipocoristici dal nome medioevale Caprettus,
Capretta, tracce di queste cognominizzazioni
le troviamo nella seconda metà del 1400 a Bitonto in un atto: "Donacio
pro Petro Nicolai Capretti
filii quondam Thome de Luvicchiono".
CAPRI
Capri, abbastanza diffuso, ha un piccolo ceppo a Gualdo Cattaneo nel perugino,
un grosso ceppo a Roma, ed è ben presente a Valmontone, Zagarolo,
Labico, Albano Laziale e San Cesareo, un ceppo a L'Aquila e Pescara, piccole
presenze in Campania, un ceppo a Fasano nel brindisino ed a Bari, e piccoli
ceppi a Messina e nel palermitano, l'origine può essere, nella stragrande
maggioranza dei casi, da toponimi come Capri nel napoletano o Capri Leone
nel messinese o altri simili, in alcuni casi da soprannomi dialettali riferiti
forse al mestiere di pastore forse svolto dai capostipiti (vedi
anche CAPRI')
CAPRI'
Caprì è specifico di Messina, dovrebbe derivare dal nome
arabo Qabri, ricordiamo con questo
nome il poeta cieco medioevale della Spagna araba mussulmana Muqaddam al-Qabri, non si può comunque escludere una possibile derivazione dal nome
del paese di Capri nel messinese, l'attuale Capri Leone.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Caprì è cognome messinese che deriva dal termine 'crapì'
= verro, del dialetto grecanico della
zona di Bova in Calabria. In greco moderno: kaprì.
Fonte: G. Rohlfs, Dizionario storico dei cognomi nella Sicilia orientale,
1984, p. 62.
CAPRIA
CAPRIO
LA CAPRIA
Capria ha un ceppo calabrese tra vibonese e reggino con buone presenze
anche nel messinese, Caprio è ben presente in tutta la fascia che
comprende il viterbese, il romano, il latinense e frusinate, il casertano,
il napoletano, l'avellinese ed il salernitano, il foggiano, il barese,
il potentino ed il cosentino, La Capria sembrerebbe essere originario del
foggiano, della zona di Apricena e Foggia, tutti questi cognomi dovrebbero
derivare dal nome latino Caprius, Capria,
citato ad esempio in un Sermone di Orazio: "...alias,
iustum sit necne poema nunc illud tantum quaeram, meritone tibi sit suspectum
genus hoc scribendi. Sulgius acer ambulat et Caprius
rauci male cumque libellis, magnus uterque timor latronibus; at bene siquis
et vivat puris manibus, contemnat utrumque. ut sis tu similis Caeli Birrique
latronum...", anche se non si può del tutto ignorare l'ipotesi
che in qualche caso possano derivare invece dal nome arabo Qabri.
CAPRIATI
Capriati è specifico di Bari, potrebbe derivare dal toponimo Capriati
a Volturno nel casertano.
Capriglia parrebbe pugliese, di Ostuni nel brindisino e di Grottaglie nel
tarentino, Caprigli è unico ed è pugliese, Capriglio, sembrerebbe
unico e veneziano, Capriglione è un cognome tipicamente campano,
di Castellammare di Stabia nel napoletano, di Mugnano del Cardinale, Sirignano
e Santo Stefano del Sole nell'avellinese e di Salerno, Sant'Egidio del
Monte Albino e Furore nel salernitano, Capriglioni, quasi unico, lo troviamo
in settentrione, forse come esito di un'errata trascrizione del precedente,
questi cognomi dovrebbero derivare, direttamente o tramite accrescitivi,
dal nomen latino Caprilius, Caprilia,
specifico della gens Caprilia, rappresentata
ad esempio nel primo secolo dal commerciante di vino e di schiavi
Aulus Caprilius Timotheos, in alcuni casi possono derivare dal nome di
paesi come Capriglia nel salernitano o Capriglia Irpina nell'avellinese.
CAPRILE
CAPRILI
CAPRILLI
Caprile ha un grosso ceppo a Genova, nel genovese, savonese, imperiese
ed alessandrino, con un ceppo anche nel napoletano e nel salernitano, Caprili
ha un ceppo toscano, in particolare nel lucchese e pisano ed uno nel forlivese,
Caprilli ha un piccolo ceppo a Genova, uno in Toscana, in particolare sull'isola
d'Elba ed a Roma, dovrebbero derivare dal nome di uno dei molti paesi chiamati
Caprile, come ne esistono nel genovese, nel napoletano, nel lucchese, nel
fiorentino e nel pesarese.
CAPRINI
CAPRINO
Caprini ha un ceppo lombardo, soprattutto nel milanese, bergamasco e bresciano
e nel veronese, ed un ceppo nella fascia che comprende il pesarese, l'anconetano,
il perugino, il ternano, il grossetano, il viterbese ed il romano, Caprino
ha un ceppo nell'alessandrino e genovese, uno nel tarentino, uno nel cosentino
e valentiano, ed uno nel messinese, questi cognomi possono in alcuni casi
derivare da toponimi come Caprino Bergamasco o Caprino Veronese, ma nella
maggioranza dei casi dovrebbero derivare dalla Gens
Caprenia o dal nome personale latino medioevale Caprinus.,
di cui abbiamo un esempio in una Sententia consulum
Mediolani dell'anno 1196: "Die mercurii,
secundo die mensis octubris, in civitate Mediolani. Sententiam protulit
Albertus qui dicitur de Marliano, consul Mediolani, et cum eo Guertius
iudex qui dicitur de Ostiolo.. ..Interfuerunt Mediolanus de Villa, Lanfrancus
Crivellus, Arialdus Grassellus, Ardigacius Gambarus, Sanzamale Cazule,
Carnelevarius de Vicomercato, Ottobellus Cagapistus, Arnaldus de Canturio;
de servitoribus Guidottus Mengiainpelle, Caprinus,
Adelardus de Castello, Brochinus. Ego Baldicionus iudex qui dicor Stampa,
consul, interfui ut supra et subscripsi ...".
CAPRIOLI
CAPRIOLO
Caprioli è presente a macchia di Leopardo in Piemonte e Veneto,
è molto diffuso in Lombardia, nel Lazio, in Puglia e nel potentino,
Capriolo ha un ceppo piemontese ed uno nell'avellinese, potrebbe derivare
da toponimi come ad esempio Serracapriola nel foggiano, Caprioli nel salernitano,
Gerre de' Caprioli nel cremonese, Capriolo nel bresciano o altri simili.
CAPRIONE
CAPRIONI
Caprione, praticamente unico è forse dovuto ad errori di trascrizione
di Caprioni, che è specifico del teramano, di Giulianova e Mosciano
Sant`Angelo, in particolare, e di Bellante, Roseto degli Abruzzi e Teramo,
ha anche un piccolo ceppo nello spezzino che dovrebbe derivare dal nome
del promontorio del Caprione, l'ultimo della costa ligure di levante, dovrebbero
derivare da un accrescitivo del nome o soprannome Capra,
probabilmente attribuito al capostipite perchè pastore appunto di
capre.
CAPRIOTTI
Capriotti ha un ceppo riminese, uno tra Piceno e teramano ed uno nel romano,
dovrebbe derivare da un ipocoristico del nome o soprannome Capra, probabilmente
perchè il capostipite di mestiere avesse a che fare con le capre.
CAPUA
Capua è diffuso in Lazio ad Amaseno nel frusinate ed a Roma, in
Campania ed in Calabria a Crosia ed Acquappesa nel cosentino, dovrebbe
derivare dal nome della città di Capua nel casertano.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Capua è cognome meridionale dal toponimo Capua (CE) il cui nome
pare risalire a un condottiero sannita, Capye,
che la conquistò.
CAPUANA
CAPUANI
CAPUANO
Capuana, abbastanza raro è tipico della Sicilia e potrebbe derivare
dal toponimo Capuano località di Gangi (PA), Capuani ha un ceppo
nel Lazio ed uno nel teramano, Capuano è particolarmente diffuso
inel basso Lazio, in Campania ed in Puglia, derivano dall'etnico capuano
(originario della città di Capua).
CAPURSO
Tipico pugliese, del barese soprattutto, dovrebbe derivare da un soprannome
originato dal mestiere di custode di capre o da caratteristiche del carattere
del capostipite che potessero richiamare la testardaggine della capra.
CAPUTA
CAPUTANO
Caputa, estremamente raro, sembrerebbe specifico dell'ennese, Caputano,
abbastanza raro, è specifico di Cava de' Tirreni nel salernitano,
dovrebbero derivare dal termine medioevale Caputa
(Capo, ma anche dalla testa grossa)
e caputano (posto
a capo, ma anche dalla testa grossa), di quest'uso abbiamo un
esempio nel Codex diplomaticus Cavensis : "..In nomine
Domini vicesimoprimo anno principatus domni nostri Gisulfi gloriosi principis,
mense iunio, quintadecima indictione. Ante me Petrum iudicem Ursus filius
quondam Iannacii Atrianensis, qui dictus est Curiale.. ..Et tota terra
cum arboribus et insites de ipso loco Ayrole, ubi ad via dicitur, qualiter
ego et ipsi germani mei eam comparavimus a Guidone et Iaquinto filio quondam
(deest nomen) et a Petro qui dicitur Caputa,
Et quanta res michi et ipsis germanis meis habere pertinet in loco Pasciano
...".
CAPUTI
CAPUTO
Caputi ha un nucleo nella zona di Molfetta (BA), uno a Roma, uno a Napoli
ed uno in Basilicata, soprattutto a San Fele (PZ), Caputo è estremamente
diffuso in tutto il sud Italia, derivano dal soprannome medioevale Caputus
originato probabilmente o dall'avere il capostipite una testa grossa o
dall'essere estremamente cocciuto. Tracce di questo cognome si hanno
ad esempio ad Aversa già dal 1302, data di un atto dove si legge:
"...Nomina hominum, et Vassallorum dicti Casalis
Cayvani sunt hec videlicet: ... Cajvanus Caputus,
Cannameli Thomas Caputus,...".
CAPUZZELLI
CAPUZZELLO
Capuzzelli, quasi unico, dovrebbe essere salentino e molto probabilmente
è dovuto ad un errore di registrazione di Capuzzello, che sembrerebbe
specifico di Nardò nel leccese, e che dovrebbe derivare da un soprannome
originato o dal fatto di avere il capostipite una testa più piccola
del normale, o dal fatto di essere piccolo di corporatura e di gestire
degli uomini forse per il lavoro dei campi.
CAPUZZO
CAPUZZONI
Concentrato al nord Capuzzo, probabilmente
originario della provincia di Padova, Capuzzoni è invece lombardo
originario della zona tra Pavia e Milano. Questi cognomi dovrebbero derivare
da soprannomi legati o a caratteristiche fisiche o a località d'origine
casa del puzzo, cioè luogo dove si svolgeva una lavorazione maleodorante
come ad esempio la concia delle pelli.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Nel meridione capuzzo può indicare chi è capo di un nucleo
familiare colonico, di una squadra di lavoratori agricoli, di mandriani
e pastori. Nel napoletano, inoltre, può rappresentare il nome regionale
del muggine, capòzzo o capuzzo,
"cefalo". Nel Veneto potrebbe indicare il nome regionale del cavolo cappuccio,
varietà di cavolo con le foglie avvolte strettamente in modo da
assumere l'aspetto di una palla.
CARA
Cara ha un grosso ceppo nel sud della Sardegna, in particolare a Cagliari,
Selargius, Dolianova,Quartu Sant'Elena, Domus de Maria, Monserrato, Teulada,
ecc. nel cagliaritano, e Carbonia, Narcao e Sant'Antioco nell Carboniense,
e Pabillonis e Guspini nel Medio Campidano, un grosso ceppo nel romano
a Roma, Tivoli ed Anticoli Corrado, un piccolo ceppo a Bari ed uno piccolissimo
in Calabria nel cosentino e nel reggino, di origini etimologiche diverse,
deriva in qualche caso dal nome latino Cara,
in qualche altro dalla Gens Caria,
in altri ancora dalla toponomastica.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CARA: cara, tanto in Logudorese
quanto in Campidanese significa, faccia, viso,
espressione, e così anche in spagnolo e catalano. Niente
a che fare quindi con l'aggettivo italiano cara = gentile, gradita, amata,
dileta, etc. Cara bella e coru malu;
cara mala e coru bellu (vedi nel Web
Giuseppe Concas: Dicius,
Detti e Proverbi del Campidano). De cara bella
significa dall'espressione solare,
ad indicare il bello aspetto ed anche la gentilezza. Carau
e Garau sono due cognomi derivanti
da cara, col significato di de cara bella, di
bello aspetto. Cara attualmente è presente in 73/377
Comuni della Sardegna, con maggiore diffusione nella parte meridionale:
Cagliari 181, Selargius 91, Dolianova 80, Quartu S. E. 64, Carbonia 53,
etc. Lo ritroviamo negli antichi documenti della lingua sarda. Tra i firmatari
della Pace di Eleonora, LPDE del 1388, figurano: Cara Joanne, ville Selluri.
** Selluri - Sedduri - Seddori: odierno Sanluri. Et ego Capula Marcus .sindicus,
actor et procurator ville Selluri.seu a Petro De Castay, locuntenente capitanei
et Margiano Costa, locuntenente potestatis terre Selluri et omnibus habitatoribus
dicte terre, congregatis. X die januarii 1388. - Cara Michele, jurato ville
Mahara. * Mahara - Barbaraquesa .Arbarei - Villamar. Contrate Marmille.
Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, CSMB, XI°, XIII° secolo
è presente: Cara Torbeni (128), teste in una donazione: morivit
enea (nubile, probabilmente dal greco bizantino ανεγ, nel significato di
non sposata)Limpida Trogu et posit (donò) s'ortu de Miili
Piccinu(* Milis Picinnu.distrutto (Contrate Partis de Milis)suo ad Sanctu
Petru de Milis Piccinu, pro s'anima sua.(per la sua anima).
CARABELLESE
CARABELLESI
CARAPELLESE
CARAPELLESI
Carabetta è calabrese del reggino, di Siderno, Locri, Brancaleone
e Roccella Ionica, Carabetti è quasi unico, dovrebbe trattarsi di
forme cognominali originate dall'alterazione dialettale del termine francese
Carabot (vedi
CARABOT).
CARABELLI
Carabellese ha un ceppo sull'isola di Procida nel napoletano ed uno a Molfetta,
Bari e Bisceglie nel barese, Carabellesi, quasi unico, è dovuto
ad errori di registrazione del precedente, Carapellese è specifico
di Andria nel barese, Carapellesi, sembrerebbe unico, dovrebbe trattarsi
di un'errata trascrizione del precedente, dovrebbero derivare da forme
etniche riferite a capostipiti che provenissero dall'area del torrente
Carapelle, corso d'acqua che ha dato il nome al paese foggiano di Carapelle,
o al nome del paese aquilano di Carapelle Calvisio.
CARABETTA
CARABETTI
Carabetta è calabrese del reggino, di Siderno, Locri, Brancaleone
e Roccella Ionica, Carabetti è quasi unico, dovrebbe trattarsi di
forme cognominali originate dall'alterazione dialettale del termine francese
Carabot (vedi
CARABOT).
CARABA
CARABBA
CARABBI
CARABI
Caraba, quasi unico, è dell'Italia centrale, Carabi, altrettanto
raro, è emiliano, Carabba è caratteristico di Lanciano e
Chieti nel teatino, Carabbi, assolutamente rarissimo, è del bolognese,
potrebbero derivare da soprannomi originati dal termine latino carabus
(scarafaggio).
CARABOT
CARABOTT
Cognome
assolutamente rarissimo in entrambe le forme è originario di Malta,
probabilmente di La Valletta.
integrazioni fornite da Pasquale
Carabot
Il nome Carabot probabilmente deriva dal nome dispregiativo dato a
certi rivoluzionari Francesi., consultando i registri della chiesa
di Valletta Malta, si evince che un Carabot arrivò a Malta, probabilmente
con la moglie, dalla Francia ed ebbe molti figli. Nel 1800 molti Carabot
emigrarono in Libia. Ora ci sono parecchi Carabot un po dappertutto nel
mondo. Ho trovato Carabot in nord e sud America, nelle Filippine, in Australia,
a Malta ed in Inghilterra, oltre che in Italia.
(N.d.R.) I
Carabot erano un gruppo di sanculotti creatosi a Caen in Normandia
all'epoca della Rivoluzione Francese. Provenivano dalla classe media militare,
si costituirono in gruppo rivoluzionario armato nei primi giorni della
rivoluzione approvvigionandosi di armi e munizioni sottraendole dalle casematte
del castello di Caen, assunsero le funzioni di vera e propria Guardia Nazionale
il cui motto era o la Legge o la morte.
Il termine carabot,
dispregiativo e denigratorio, venne attribuito loro
dalla nobiltà, assimilandoli a degli sbandati, sottovalutando enormemente
sia la situazione che le possibili conseguenze, che la storia francese
ci ha poi raccontato.
CARACCIOLI
CARACCIOLO
CARACCIUOLO
Caraccioli è rarissimo ed è quasi sicuramente derivato da
Caracciolo che è invece molto diffuso in tutto il sud, Caracciuolo,
tipico di Salerno, è dovuto probabilmente ad una corruzione dialettale
di Caracciolo, dovrebbero
derivare da una variazione del cognomen latino Carus (vedi
Caro); cognominizzazione molto antica, portata da importanti prelati,
nobili e principi, ricordiamo nel XIV° secolo Jacopo Caracciolo morto
a Roma nel 1357: "Jacobus Caracciolus,
natione Italus, Patria Patricius Neapolitanus, Alumnus Congregationis Carbonariae",
nel XV° secolo Roberto Caracciolo di Lecce (1425-1495) padre francescano
autore di importanti testi e poi vescovo di Aquino: "...Nam
cum Eccius et Caracciolus
ex Urbe attulissent Bullam damnatricem Lutheri eamque insinuassent ille
hi..." e Giovanni Caracciolo (1487-1550) Principe di Melfi, duca
di Ascoli Satriano, marchese di Atella, conte di Forenza, duca di Venosa,
conte di Avellino, signore di Molfetta, nel secolo successivo "Horatius
Caracciolus Episcopus Venafranus",
famosi poi saranno i Principi Caracciolo di Avellino, di Napoli e di Calabria.
CARACHINO
Carachino è specifico di Galatina e Cutrofiano nel leccese, dovrebbe
derivare dal nome medioevale latino di origini slave Carachinus,
di cui abbiamo un esempio d'uso in questo scritto dell'anno 1254: "Nos
Herricus Judex Curie Regie el Comes Symigiensis ad vniuersorum noticiam
uolumus peruenire: quod cum Jacobus, Mica, Jarachinus, et Carachinus
filij Bococh, Demetrium et fratres suos filios Salomonis ad nostram citassent
presenciam, medietatem cuiusdam molendini in fluuio Zale decurrentis, racione
porcionis Zeme ab eisdem requirentes, tandem mediantibus quibusdam probis
viris ex nostro beneplacito et consensu, sicut ijdem personaliter constituti
asseruerunt, pro bono pacis in talem composicionem deuenerunt; quod filij
Bococh supradictam medietatem eiusdem molendini filijs Salomonis prenominatis
relinquerunt in pace in perpetuum, et nunquam requirendam possidere, sicut
et in primis possidebant cum terrarum medietate ad eundem molendinum pertinencium.
Vt igitur processu temporis factum presentis composicionis et pacis per
calumpniam uel alicuius litem in questionis materiam reuocari non possit,
sed robur obtineat firmitatis, ex uoluntate parcium predictis filijs Salomonis
litteras nostras concessimus sigilli nostri munimine roboratas. Datum anno
gracie M CC quinquagesimo quarto. ..".
CARACOI
Assolutamente rarissimo, decisamente tipico dell'alto Veneto dovrebbe derivare
da un nome di località come Caracoi Cimai o Caracoi Agoin nel bellunese.
CARACRISTI
Tipico trentino, deriva dal nome medioevale beneaugurale Caracristo originato
dall'augurio che fosse il neonato caro a Cristo.
CARADONNA
Ha un ceppo importante a Bari, uno a Roma ed uno nel trapanese tra Salemi,
Marsala ed Alcamo, potrebbe derivare da nomi di località come Ceradonna
frazione di Rossano Calabro (CS). Tracce di questa cognominizzazione
si trovano in Sicilia nel 1200 con Nicola di Caradonna feudatario del territorio
di Ramacca (CT) e nel 1700 ad Amiseno (FR) con l'abate Domenico Caradonna.
CARAFA
CARAFFA
Carafa ha tre ceppi uno abruzzese
in provincia di Chieti e due pugliesi in provincia di Foggia e Lecce, Caraffa
è distribuito in tutta Italia e sembrerebbe essere originario della
Sicilia un ceppo e della Basilicata un altro, dovrebbero derivare da toponimi quali Caraffa (RC)
- (CZ).
Carafoli è tipicamente modenese, Carafolli, quasi unico, è
anch'esso emiliano, Carafulli è quasi scomparso, Carofoli è
unico, Carrafelli è tipicamente laziale, con un ceppo a Roma e nel
frusinate a Campoli Appennino e Pescosolido, Carrafiello è tipicamente
campano, dell'area che comprende il salernitano, a Montecorvino Rovella,
Eboli e Battipaglia, e Serino nell'avellinese, Cerofoli, quasi unico è
dell'aretino, Cerofolini, decisamente toscano, è soprattutto dell'aretino,
di Arezzo, Subbiano, Bibbiena, Capolona e Castel Focognano e di Firenze,
doivrebbero tutti derivare, direttamente o tramite alterazioni dialettali
ed ipocoristiche, da modificazioni del nome medioevale Carulfus
o Garulfus una latinizzazione del nome
longobardo Gairulf o Garolf,
di quest'uso abbiamo un esempio in questo atto di donazione risalente circa
ll'anno 1000: "In nomine summe et individue Trinitatis.
Ego Gauslabertus, in articulo mortis positus, reminiscens et vehementer
expavescens enormitatem meorum peccaminum, dono Deo et sanctis ejus apostolis
Petro et Paulo, ad locum Cluniacum, coloniam quam michi dedit socer meus
Garulfus, simul
cum filia sua Eufenia, quam michi copulavit in conjugio. ...".
CARAGLIO
Caraglio è tipicamente piemontese, del cuneese, di Cuneo, Alba,
Dogliani, Beinette e Robilante, dovrebbe derivare dal nome del paese di
Caraglio, nelle vicinanze di Cuneo a occidente.
CARAGNANO
Caragnano è tipicamente pugliese, di mottola nel tarentino in particolare,
potrebbe derivare dal nome del locus Caranianus
posto in quel di Paterno nel potentino, menzionato nel Chronicon
Vulturnense di Iohannes Monachus, probabile luogo d'origine dei
capostipiti.
CARAI
CARAU
CARRAU
Carai è tipico del nord della Sardegna, di Torpè e Nuoro
nel nuorese, Carau, sicuramente sardo è assolutamente rarissimo,
Carrau, molto molto raro è tipico di Zerfaliu nell'oristanese, sono tre cognomi derivanti da cara (vedi CARA), col significato di de cara bella (di bello aspetto), attributo probabilmente riferibile ai capostipiti grazie alla loro prestanza fisica e non solo al loro volto.
integrazioni fornite da Nazzarena
Carrau
il cognome Carrau è presente solo attualmente nel Comune di
Zerfaliu. Le mie ricerche risalgono fino ai primi anni del 1600 e si concentrano
principalmente nel Comune di Siamanna. Il trasferimento del capostipite
dei Carrau zerfaliesi è avvenuto nell'anno 1826, da lui ha avuto
origine l'attuale famiglia. Dei Carrau rimasti a Siamanna si sono perse
le tracce.
CARAMAGNA
CARAMANIA
CARAMANNA
Caramagna è decisamente siciliano, originario del siracusano in
particolare, ma presenta anche un ceppo piemontese, completamente separato
da quello siciliano, questo ceppo dovrebbe derivare dal nome di paesi
come Caramagna di Imperia, Caramagna di Morsasco nell'alessandrino o Caramagna
Piemonte nel cuneese, Caramania sembrerebbe meridionale ed è ormai
scomparso, Caramanna ha un ceppo siciliano nel nisseno a San Cataldo e
Delia, a Palermo, a Canicattì nell'agrigentino e ad Agira nell'ennese,
con un ceppo anche a Roma e Napoli, dovrebbero tutti derivare dal nome
della Caramania, la regione anatolica
posta di fronte all'isola di Cipro, probabile luogo originario dei capostipiti,
o luogo dove gli stessi avevano forse partecipato alle Crociate.
CARAMANI
CARAMANICA
CARAMANICO
Caramani è assolutamente rarissimo, Caramanica ha un ceppo a Formia
ed a Minturno nel latinense ed a Roma e Valmontone nel romano, ed uno nel
casertano a Mondragone, Caramanico sembrerebbe specifico del teatino, di
Guardiagrele, Miglianico, Chieti e San Giovanni Teatino, dovrebbero essere
tutti diverse forme dell'etnico di Caramania,
regione anatolica prospiciente Cipro, potrebbe risalire almeno al 1566,
epoca dell'invasione dei turchi in terra d'Abruzzo, quando 120 navi saracene
aggredirono il litorale abruzzese, è pure possibile anche se meno
probabile una derivazione dal termine longobardo karaman
(arimanno o uomo
libero), in alcuni casi potrebbe trattarsi di una derivazione
dal toponimo Caramanico Terme nel pescarese. Dell'uso dell'etnico di Caramania
abbiamo un esempio nella seconda metà del 1400 negli scritti di Caterino Zeno ambasciatore della Serenissima,
nei suoi Commentarii del viaggio in Persia e delle
guerre persiane di messer Caterino Zeno il Cavalliere leggiamo:"...Veduto
Samper moversi di luogo i Caramani
e caricar Amarbei, anch'egli, serrato il suo squadrone, si mosse e urtò
per fianco Sinan, ruppe i Caramani
e in un attimo fu adosso l'esercito del signore, e rotta e malmenata la
cavalleria tagliò a pezzi le prime ordinanze de' gianizzari e mise
in confusione tutte quelle brave fanterie...".
CARAMASCHI
Cognome mantovano, dovrebbe derivare
da un soprannome legato ad un nome di località.
integrazioni fornite da Alfredo
Calendi
Da studi da me compiuti sfociati nella pubblicazione "la dinastia dei
Caramaschi", 2007), risulta che il primo Caramaschi a portare questo cognome
fu Giulio (nato nel 1620 a Pieve di Guastalla), figlio di Battistino Cremaschi.
Il cambio di cognome avvenne per il passaggio da Guastalla a Luzzara di
detto Giulio, forse per una sorta di italianizzazione di Cremaschi-Cremasco,
fenomeno che si ripeté puntualmente quando altri Cremaschi si spostarono
verso Luzzara ed il mantovano, area in cui poi i Caramaschi si diffusero
moltissimo a cavallo dell'Ottocento e del Novecento. Cremasco e Cremaschi
era poi il cognome di un ramo della famiglia "da Crema-Crema" presente
a Guastalla (RE) già nel 1400 e a Mantova nel 1100.
CARAMATI
CARIMATI
Caramati, quasi unico, è del cremonese, Carimati, diffuso nelle
provincie di Milano, Lecco e Sondrio, dovrebbero derivare da un soprannome
legato al toponimo Carimate nel comasco, probabile luogo d'origine dei
capostipiti.
CARAMATTI
Caramatti ha presenze nel cremonese e nel parmense appenninico, dovrebbe
derivare da un soprannome dialettale con il significato di serra fascine,
probabilmente attribuito ad un legnaiuolo.
CARAMELLI
CARAMELLO
Caramelli
è un cognome tipico del pistoiese, Caramello è specifico
del cuneese.
CARAMIA
CARAMMIA
Caramia ha un grosso ceppo pugliese tra barese, brindisino e tarentino,
in particolare a Martina Franca, Taranto, Grottaglie e Massafra nel tarentino,
ed a Fasano, Mesagne e Cisternino nel brindicino, ed un ceppo siciliano
a Palermo ed a San Cataldo nel nisseno, Carammia, quasi unico, è
siciliano, potrebbero derivare da nomi, soprannomi originati dal termine
meridionale dialettale car'a'mmia (a
me caro), potrebbero anche derivare da forme dialettali contratte
usate per indicare una provenienza dalla Caramania (regione turca abbandonata
dalle forze crociate).
CARAMIELLO
Tipico napoletano.
CARAMMA
Ha un ceppo nella zona di Acireale (CT) ed uno nella zona di Floridia (SR),
dovrebbe derivare da un soprannome originato dal vocabolo greco karagma
(marchiatura a caldo, incisione, sigillo) forse ad indicare una particolare
condizione del capostipite.
CARANA
CARANNA
Carana, quasi unico, ha presenze nello spezzino, e nell'Italia meridionale,
Caranna, assolutamente rarissimo, sembrerebbe avere qualche presenza nel
riminese e nel messinese, dovrebbero derivare da un soprannome originato
dal termine italiano arcaico caranna,
una sorta di resina oleosa, balsamica,
il cui nome deriva dallo spagnolo caraña,
forse riferita a capostipiti che ne facessero uso, magari come guaritori
erboristi.
CARANANTE
CARANNANTE
Caranante, quasi unico, è del napoletano, Carannante è originario
della provincia di Napoli e Caserta, potrebbero essere originati da un
soprannome legato ad un toponimo Carano (nel casertano, ma, molto più
probabilmente dovrebbero derivare da un soprannome originato dal termine
italiano arcaico caranna, una sorta
di resina oleosa, balsamica, il cui
nome deriva dallo spagnolo caraña,
probabilmente riferita a capostipiti che ne facessero uso nella loro probabile
professione di erboristi guaritori.
CARANCI
Caranci è specifico di Longano, Isernia, Macchia d'Isernia e Venafro
nell'iserniese, dovrebbero derivare dal nome medioevale Carancius,
di origine normanna, dovrebbe essere la latinizzazione del nome Carrancy.
CARANCINI
Carancini sembrerebbe marchigiano, dell'area tra maceratese ed anconetano,
di Macerata, Montecassiano e Recanati nel maceratese, e di Filottrano,
Osimo ed Ancona nell'anconetano, potrebbe derivare da un'ipocoristico del
termine celta karuos (cervo),
ma molto più probabilmente deriva dal nome tardo latino di origine
cantabrica Carancinus (forse giunto
tramite un veterano delle legioni ispaniche di Pompeo).
CARANDINA
Carandina, molto raro, è tipico del rovigoto e ferrarese, di Lendinara
nel rovigoto e di Bondeno e Ferrara nel ferrarese, dovrebbe derivare dal
nome del Borgo Carandina, una frazione di Voghiera nel ferrarese, probabile luogo d'origine dei capostipiti.
CARANI
Rarissimo, deriva da nomi di località come ad esempio San Martino
Carano, località che dista un chilometro da Modena, è
tipico del modenese, troviamo traccia di questo cognome a Bergamo nel 1600
con il giudice delle vettovaglie Giovanni Battista Carani.
CARANO
Molto raro, sembra avere più ceppi nel Molise, nel foggiano e nel
casertano, quest'ultimo potrebbe derivare dal toponimo Carano (CE), tutti
gli altri dovrebbero derivare dal nome greco latino Caranus, ricordiamo
un Caranus figlio di Cleopatra, sorella di Alessandro il macedone e di
Filippo Attalo: "...Circa quod tempus Caranus,
vir generis regii, sextus decimus ab Hercule, profectus Argis regnum Macedoniae
occupavit...", da cui dovrebbe derivare la Gens latino campana Carania.
Tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Gambatesa (CB) nel 1700
con il tavernaro Giovanni Carano.
integrazioni fornite da Marco Carano
(Brasile)
il cognome CARANO si trova anche nel nord Italia e dovrebbe derivare
dal toponimo Carano in Val di Fiemme nel Trentino, il comune è uno
dei più antichi della Valle nel suo territorio sono state rinvenute
monete dell'epoca imperiale romana, ma anche reperti risalenti all'età
del ferro (aghi). Nel 1570, sulla zona si abbattè una terribile
carestia la fame del 1570 che costrinse
molte famiglie a lasciare Carano verso altre regioni quali la Toscana,
l'Abruzzo ed il Molise in cerca di migliori condizioni di vita.
CARAPELLA
CARAPELLE
CARAPELLO
Carapella è tipicamente campano, di Benevento e Foglianise nel beneventano
e di Maddaloni nel casertano, Carapelle è tipico di Lucera nel foggiano,
Carapello, molto raro, è tipico di MOntazzoli nel teatino, dovrebbero
derivare dal nome del paese foggiano di Carapelle, o dal nome del paese
aquilano di Carapelle Calvisio, i cui toponimi dovrebbero derivare dal
nome del torrente Carapelle a sua volta originato dal termine prelatino
carapo (gorgo).
CARAPELLI
Tipico del senese, potrebbe derivare da toponimi come Carapelle (FG) o
da Carapello nome di un fiume molisano.
integrazioni fornite da Giacomo
Ganza / Villa di Tirano (SO)
Questo cognome potrebbe derivare da un toponimo abruzzese Carapelle
Calvisio (AQ). Leggendo i nomi dei
Carapelli emigrati a New York in effetti non si trova nessun Carapelli
toscano, ma sono Abruzzesi o Laziali (di Frosinone). Qualche Carapelli
esiste ancora in Abruzzo, ma è una rarità, mentre i Carapelli
del Frosinate sembrerebbero scomparsi.
CARAPEZZA
Carapezza ha un ceppo nell'agrigentino ad Agrigento e Palma di Montechiaro,
uno a Palermo e Petralia Sottana (PA), uno nel catanese a Caltagirone e
Mirabella Imbaccari ed uno a Caltanissetta.
CARASSAI
Specifico delle Marche meridionali, del maceratese e del Piceno, potrebbe
derivare da un nome gratulatorio medioevale Caro-assai,
ma è pure possibile una derivazione dal toponimo Carassai nell'ascolano.
integrazioni fornite da Mario Carassai
il cognome sembra derivare dalla zona tra le province di Macerata
e la costituenda di Fermo. Nei pressi di Fermo si trova anche il comune
di Carassai. Una storia narra che nel medioevo una nobile fermana perse
un figlio in battaglia e per un periodo ai nuovi nati venne messo il nome
di caro assaimoltocaro;
ho riscontrato in più atti e conoscenze che nel XVII sec. molti
Carassai fossero mugnai e coincidenza vuole che oggi il comune di Carassai
ha lo stemma azzurro con tre monti e rispettive spighe di grano.
CARASSITI
Carassiti è un cognome tipicamente emiliano, del ferrarese in particolare
di Cento e di Ferrara, dovrebbe trattarsi di una forma etnica arcaica,
di stampo bizantino, riferita agli abitanti del paese di Carassai nell'ascolano,
probabile luogo d'origine del capostipite.
CARATELLI
CARATELLO
Caratelli è caratteristico di Roma e provincia, di Sgurgola nel
frusinatye e di Cori nel latinense, Caratello è unico, potrebbe
derivare da soprannomi legati al vocabolo caratello
(piccolo vaso di legno adatto al trasporto di vini
o liquori pregiati), forse ad indicare la buona qualità del
capostipite, di quest'uso abbiamo un esempio nella seconda metà
del 1600 a Pula (TS): "...Messer Zuanne da Curzola
mariner del Patron Francesco detto Caratello...",
ma è pure possibile che si tratti di un ipocoristico di soprannomi
derivati dal vocabolo caratto (vedi
CARATTI).
CARATOZZOLA
CARATOZZOLO
Caratozzola, che sembrerebbe unico, è probabilmente il frutto di
un'errata trascrizione del cognome Caratozzolo, che è specifico
del reggino, di Bagnara Calabra in particolare, di Gioia Tauro, Scilla,
Palmi e San Ferdinando, con un ceppo anche a Messina, e che dovrebbe derivare
da un soprannome grecanico originato da una forma ipocoristica del termine
κάρατό karatò (testa
capo), forse a sottolineare una particolarità
della testa dei capostipiti.
CARATTI
CARATTO
Caratti sembra avere oltre ad un ceppo importante nell'alessandrino, anche
uno nel milanese, nel bresciano ed in Valtellina, Caratto più raro
è specifico del torinese e dell'alessandrino, potrebbe derivare
da un soprannome originato dal vocabolo arcaico caratto (quota, divisione).
Tracce di questa cognominizzazione la troviamo ad esempio a Bergamo dove
nel 1564 è Console dei Mercanti un certo Cristoforo Carattus o Caratti.
integrazioni fornite da Giacomo
Ganza / Villa di Tirano (SO)
questo cognome regionale è diffuso nel Bresciano, nel Comasco
e nel Milanese, ma anche in provincia di Sondrio a Lòvero dove il
primo il primo "De Carate" compare nel XIII° secolo. Ovviamente solo
dopo qualche secolo il nome diventerà quello di oggi. I Caratti
di Lovero hanno la loro lontana origine a Carate Urio (Co). Da Lovero si
sono diffusi in Valtellina, nel Bresciano e in altre parti della regione.
Peraltro ancora oggi nel piccolo paese valtellinese si contano 11 soprannomi
attribuiti ai Caratti.
CARAVAGGI
CARAVAGGIO
Caravaggi è tipico di Brescia e di Offanengo (CR) con un ceppo,
probabilmente secondario a Formello (RM), Caravaggio oltre ad un piccolo
nucleo a Capriano Del Colle nel bresciano ha un grosso ceppo nel chietino
a Rocca San Giovanni, Fossacesia, Lanciano e San Vito Chietino ed a Pescara,
dovrebbero derivare dal toponimo Caravaggio (BG).
CARAVATI
Specifico del varesotto, di Varese in particolare, deriva dal toponimo
Caravate (VA) la cui origine è dal latino carabus
mucchio di pietrame. Tracce di questa cognominizzazione le troviamo
a Milano nella prima metà del 1400 con un certo Giovanni de Caravato
che sposa la nobile patrizia milanese Antonia Cotta dei Consignori di Cella.
CARAVELLA
CARAVELLI
CARAVELLO
GARAVELLI
GARAVELLO
Caravella ha un ceppo a Roma ed uno a Sora (FR), a Piedimonte Matese (CE)
ed a Napoli, a Foggia ed a Giovinazzo (BA) ed a Palermo, Caravelli ha un
ceppo a Tricarico (MT), uno a Roggiano Gravina (CS) ed uno a Palmi (RC),
è presente anche in Abruzzo, Caravello sembrerebbe tipicamente siciliano
di Palermo con un ceppo significativo anche a Milazzo (ME), ha un ceppo
anche tra Mirano e Noale nel veneziano, dove è probabilmente dovuto
ad un errore di trascrizione di Garavello che presenta un nucleo nel Veneto
tra Solesino ed Este nel padovano e tra San Martino di Venezze e Rovigo
nel rovigoto, ha inoltre un piccolo ceppo probabilmente secondario tra
alessandrino e genovese, Garavelli ha un ceppo nel bergamasco tra Cologno
Al Serio, Romano Di Lombardia ed Urgnano ed uno a Cremona e nel cremonese,
ha anche un ceppo romagnolo a Savignano sul Rubicone e Cesena ed uno piemontese
tra Alessandria e Valenza.
integrazioni fornite da Prof. Pietro
Luigi Garavelli - estratto
da
I CARAVELLO Storia di una
antica Famiglia italiana - in collaborazione con Prof. Caravello di Padova
II cognome Caravello si ritrova anche nelle varianti Caravelli , Garavello
e Garavelli . Nel Medio Evo il casato è rintracciabile prevalentemente
nel veneziano, nell'alessandrino, nel giovinazzese ed in Sicilia.
I Caravello sono localizzati in Veneto, Lombardia e soprattutto in Sicilia,
i Caravelli sono distribuiti più omogeneamente sul territorio nazionale.
i Garavello risiedono tutti in Veneto, Lombardia e Piemonte mentre i Garavelli
si trovano fra Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna, L'etimo è
molto incerto. Se di origine veneta il cognome Caravello avrebbe avuto
nelle varianti Garavello e Garavelli la sonorizzazione della velare iniziale
fenomeno ( K -> G ) presente ma raro, potrebbe risalire al latino tardo
carabum
(granchio poi piccolo
battello) con riferimento all'ambiente lacustre od all'attività
svolta oppure alla colla caravella,
tipica della carpenteria navale, e quindi legata alla professione di calafatore
addetto alla lavorazione alla caravella delle barche, che poi si sposterà
in Portogallo nel XII secolo. Se non veneto, Garavello, potrebbe
derivare dalla radice gar o ger
ossia gairu (lancia).
Il significato sarebbe in tal caso, approssimativamente, armato
di lancia. Poiché i nomi di origine germanica derivati
da gairu non sono facilmente distinguibili
da quelli derivati dalla radice garva
(preparato), all'origine di Garavello
vi potrebbe essere anche quest'ultima radice. In tal caso il significato
del cognome sarebbe pronto alla guerra.
In Piemonte il cognome potrebbe richiamare la base preromana caravos
(pietra) da cui la nota garavela
(calcinaccio) con allusione ad un aspetto
geomorfologico del territorio. In Puglia il casato deriverebbe dalla
famiglia francese Garau stabilitasi nel XIII° secolo a Giovinazzo al
seguito degli angioini, un suo ramo collaterale assunse il cognome Vernice
nel quale si può riconoscere il nome, storpiato, della Serenissima
Venezia.
CARAVENGHI
Caravenghi, quasi unico, ha qualche sparuta presenza in Friuli ed in Sicilia,
dovrebbe derivare dal nome medioevale con il significato di gradita, riferito
ad una capostipite probabilmente molto desiderata.
CARAVOGLIA
Caravoglia, praticamente unico, sembrerebbe di origini piemontesi, a Torino
nella seconda metà del 1600 troviamo il pittore Bartolommeo Caravoglia
allievo del Guercino, questo cognome potrebbe essere l'italianizzazione
del cognome francese Carayol di origine
toponomastica occitana.
CARAZZATO
Carazzato è decisamente veneto, abbastanza raro ha un ceppo nel
padovano a Merlara e Castelbaldo ed a Legnago nel veronese, dovrebbe essere
di origini vicentine e derivare dalla forma etnica in -ato,
stante ad indicare provenienza, riferita
al paese di Carazza, una frazione di Campiglia dei Berici nel vicentino.
Carbi, assolutamente rarissimo, sembrerebbe specifico del nord Italia,
Carbo, altrettanto raro, è però siciliano, Carbone è
diffuso in tutta Italia soprattutto al sud, Carbonella ha un ceppo pugliese,
ad Ischitella e San Nicandro Garganico nel foggiano ed a Brindisi, ed uno
a Pietrapertosa nel potentino, Carbonelli ha un ceppo a Roma, uno in Abruzzo,
ad Atessa e Scerni nel teatino e ad Avezzano nell'aquilano, uno a Napoli
ed a Caiazzo nel casertano, ed uno nel foggiano a Monte Sant'Angelo, Peschici
e Vico del Gargano, Carbonello, estremamente raro, è siciliano,
Carbonetta è specifico di Perano nel teatino, Carbonetti è
tipico della fascia centrale che comprende le Marche il Lazio, Roma in
particolare, ed il teatino, Carbonetto, molto raro, ha un ceppo a San Remo
nell'imperiese ed uno a San Fratello ed Acquedolci nel messinese, Carboni
è diffuso in tutto il centro nord e nella Sardegna, Carbonini sembrerebbe
bresciano, ma con un ceppo forse in provincia di Pavia. Tutti questi cognomi
dovrebbero essere derivati, direttamente o tramite varie forme ipocoristiche,
dal nome medioevale Carbo
o Carbone, derivato dal cognomen latino
Carbo, Carbonis,
dell'uso del quale nome abbiamo un esempio nell'Archivio Capitolare di Parma nell'anno 1069:
"Dum in Dei nomine Civitatis Parme ad Domini Episcopio
Parmensi in solario qui est justa turre majore scilicet a meridie parte
ubi nunc domnus Cadalus presul & presens atque Apostolicus Electus
Sancte Parraensis Ecclesie una cum Ingezo Vicecomite in judicio residebat
ad singulas deliberandas intenciones residentibus cum eis Mainfredus Angelbertus
Ubaldus Rotechildus Albertus Aichardus judices sacri palacii Wido Richardus
Ubertus Notarii sacri Palacii Wido filius quondam Gerardi & Rotechildus
Vicedominus Arialdo Fante vassi jam dicti domni presuli Mainfredus quondam
Addoni Oddo Elbelinus germanis filiis quondam Fredulfi judicis Anselmus
burganus Ubertus & Ildebertus germanis filii quondam Gualberti Bernardus
qui & Teuzo Armirius & Carbone
Mainfredus Albertus Azo germanis filiis quondam Mazoli Albertus filius
quondam Johannis Judici Gerardus filius quondam Rustci de Castro Aichardi
& Rustico qui vocatur Cariolo Gerardus Mainfredus germanis filiis quondam
Alberti qui dicitur de Viasiolo Prando Delora Azo Baldoni Albertus filius
quondam Teberti Petrus & Gerardus germanis filii quondam Johanni Vitalis
Petrus Mancapesa ...", potrebbero però anche derivare da
soprannomi collegati con l'attività di estrattore o venditore di
carbone o provengono da uno dei molti toponimi legati al vocabolo carbone,
quali Carbone (PZ) Carbonara (BA) - (NA) ecc..
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CARBONE; CARBONI; CARBONELLI: il carbone in logudorese = su
carbone; in campidanese = su carboni,
su craboni (con metatesi). Su
crabôi in fonetica. Dal latino carbonis
= carbone, sia spento o acceso; se
spento qui in Campidano lo chiamiamo, carboni mortu = carbone morto. Il
cognome è presente in Sardegna sin dai tempi antichi. Tra i firmatari
della Pace di Eleonora, LPDE del 1388, figurano; Carbone Francisco,
ville Leunelli (* Neonelli - partis Varicati - Barigadu); ); Carbone Georgio,
jurato ville Gurrutta (* Gurrutta.odierno Borutta(Meylogu). Contrate de
Ardar et Meylogu); Carbone Guantino, ville Cerchillo (* Cerchillo... attuale
Berchidda. Curatorie de Costa de Valls); Carbone Nicolao, jurato ville
Floxio ( * Floxio.odierna Flussio. Contrate Castri Montis de Verro) ; Carbone
Paulo, jurato ville Oniferi; Carbone Petro, jurato ville Cerchillo; Carbone
Petro, jurato ville Guilciochor (* Guilciochor.villaggio distrutto, conosciuto
col nome di Borticoco: diocesi di Ottana . Curatorie de Anella); Carbonelli
Nicolaus, juratus Castri Callari. (Cagliari); Carboni Anthonio, ville Turalba
(* Turalba.odierno Torralba(Meylogu - Contrate de Ardar et Meylogu); Carboni
Augustino, jurato ville Modolo ( * Modolo...Modulo. Contrate Castri Serravallis);
Carboni Margiani, jurato ville de Ulusufe (* Ulusufe.distrutto Usulife[Spano](Contrate
Montis Acuti); Carboni Mariane - de Bosa; Carboni Petro - ville de Pac¢ada
(* Pac¢ada.Pattàda - Contrate Montis Acuti); Carboni Saturnius,
ville Sasseri; Carboni-Ghiglotto Mariano - de Castri Januensis. ** Castri
Januensis Civitas (Castel Genovese - Castel Sardo, Omnibus habitantibus
.in ville de Coginas ... die undecima januarii .in posse De Valle Anthoni
filii); Carbonis Bartolomeus, ville Algueri (** Ville Algueri.odierno Alghero.
Camella Bernardus, Bos Franciscus, Ferret Anthonius sindici, actores et
procuratores.et nos, superius nominati: Serra (de) Thomas, major camere;
Pancie Comita, sub cancellarius; Caso Anthonio procuratores.et singulos
homines civitatum Sasseri et Ville Ecclesiarum ac loci Telluri et locorum
Mole de Posata et Iscle de Galtelì ac Contrate de Baronia .et ego
De Vieri Jacobus praedictus tutor et curator datus et etiam adsignatus
nobili Mariano filio (di Eleonora e Brancaleone Doria). Fideiussores Donnum
De Villa Gonnarium et Donnum Musca Bartholomeum, cives Aristanni. Presentibus:
Marinella Torbino, Polvirella Anthonio, Sirgo Barçòlo, civibus
Aristanni. In die vigesima mensis Januarii, anno millesimo CCCLXXXVIII
(1388). Seguono nomi di funzionari di tutta la Sardegna: Arenosio(de) Petri,
ville Algueri; Masala Galeago, ville Bosa; Culto (de) Lemuxio, ville Terranova(Olbia);
Ferrali Augustino, Marmilla; Casilis Petrus, Castri Javensis; Galluresu
Mariano, Castri Montis; Montis (de) Laurencio, Parte Montibus; Sabiu Francisco,
Parte de Valença; De Sii Jacobo, Mandrolisay; Lacono (de) Basilon,
Parte Virigadis (Barigadu); Sotgiu (de) Thoma, Campitani Majore; Porcu
Guantino, Parte Milis; Sori(de) Francisco, Parte Guilcier; Agus (de) Joanne,
Montis de Verro; Senalo (de) Barisono, Planarie de Bosa; Seche Gonnario,
Montis Leonis e Caputis Abbas; Masala Joanne, Serra de Vallis; Coghu Petro,
Macumeri et Margini; Aletti Anthonio, Alçana; Vare (de) Nicolao,
Claramonte et Anglona; Sunna Elia, Mejloco. Segue l'atto notarile.quod
fuit actum die loco et anno predictis.testibus ad haec vocatis: Tholono
(de) Giordano, Tardino (de) Poncio et Coloma Francisco Joannis militibus;
Colle (de) Petro, jurisperito; Tomich Francisco, Rigonfi Jacobo, Sagrestani
Bernardo, Monge Petro, Celis Betto ( ville Ecclesiarum de Sigerro et Bassagoda
Berengarius( Castri Calleri).Jonquerio Bernardo, Serranei Anthonium et
De Vineolis Petrum, notai (Castri Calleri). Actum in villa Algueri; Baringe
Damianum canonicum Arestanni et Virgili Nicolaum (Arestanni). Die sexta
febroarii (1388); Carbonis Guillermus, ville Algueri ; Carbonis Vincentius,
ville Algueri. Nel Condaghe di San Nicola di Trullas, CSNT, XI°, XIII°
secolo, troviamo Carbone Dorgotori (57, 109): al 57 è teste in un
acquisto (comporaili) di una vigna, del prezzo di 4 soldi (IIII sollos
= il soldo aureo sardo), in cambio di un bue, una pezza di lana del valore
di un soldo, un maiale, 5 moggi di grano(V moios de triticu, II capros
iscoriatos (scuoiati) e una capra de bita (capra giovane); al 109 è
donatore di una terra (positinke) in Colletariu (regione che si trova tra
Trullas e Semestene). Nel testo del Fara - De Rebus Sardois IV - troviamo
Carbonellus Franciscus (156/ 13) e Carboni Bernardus (46/ 12): Eodem etiam
anno (1421) Ludovicus de Pontonibus vendidit.Francisco Carbonello oppidum
Senis; anno 1303 Bernardus Carboni episcopus Gisarchensis (di
Bisarcio - oggi diocesi di Ozieri). Nella storia ricordiamo, Enrico Carboni
Boy: cagliaritano (1851 - 1925), avvocato, politico; deputato per 5 legislature.
Dal 1914 fu proprietario dell'Unione Sarda. Nel 1914 fu Sottosegretario
di Stato per la Marina Mercantile. Durante questo suo incarico fece istituire
e inaugurò la Linea Marittima Cagliari Civitavecchia. Attualmente
il cognome Carboni è presente in 959 Comuni Italiani, di cui 172
in Sardegna: Sassari 685, Cagliari 336, Alghero 296, Assemini 234, etc.
Carbone è presente in 1541 Comuni italiani, di cui 23 in Sardegna:
Irgoli 11, Ottana 6, Nuoro 6, etc.
CARBOGNO
Carbogno è specifico di Comelico Superiore nel bellunese, dovrebbe
derivare da un'alterazione dialettale del nome medioevale Carbonus
a sua volta alterato del cognomen latino Carbo,
Carbonis (vedi
CARBI), dell'uso di questo nome abbiamo un esempio d'uso in una
Cartula venditionis del 1183 a Pavia:
"Anno dominice incarnationis millesimo centesimo
octuagesimo tercio, die iovis tercio mensis novembris, indictione prima.
In urbe Papia. Carbonus de Palacio, qui professus est lege vivere Longobardorum,
vendidit ac tradidit Ugoni advocato sedimen unum sui iuris vel libellarium
sine ficto aliquo dando in loco Sancti Genexii; coheret ei: ab una parte
suprascripti Ugonis, ab alia via, a tercia Cadrona, a quarta illorum de
Cellanova; eo modo ut ipse Ugo suique heredes et cui dederint habeant et
teneant suprascriptum sedimen cum area sua simul cum accessionibus et ingressibus
et universis suis pertinentiis ...", mentre l'uso della forma alterata
è riscontrabile in uno scritto del 1177: "In
nomine domini nostri Iesu Christi. Anno a nativitate eiusdem millesimo
centesimo LXXVII., die dominico, qui est XI dies exeunte mense augusto,
indictione IX., in presentia bonorum hominum quorum nomina hec sunt: Araldus
de Monticello, dominus Carbognus
de Pado, Oto eius filius, Odolricus de Garzapane, Enricus Theotonicus ...".
Carbonara ha un ceppo romano, uno campano a Nusco nell'avellinese ed a
Napoli, ed uno pugliese, in particolare nel barese a Triggiano, Bari, Bitonto,
Trani, Monopoli, Bitetto, Capurso, Giovinazzo, Molfetta e Rutigliano, ed
a Fasano nel brindisino, Carbonari ha un ceppo nel bergamasco ed uno nel
basso trentino, un ceppo nel forlivese, ma il nucleo è nell'area
che comprende le Marche, L'Umbria, il viterbese ed il romano, Carbonaro,
decisamente meridionale, ha un ceppo tra napoletano e salernitano, uno
tra foggiano e barese, uno nel cosentino e reggino ed uno in Sicilia, soprattutto
nella zona orientale dell'isola, il messinese, catanese, siracusano e ragusano,
Carbonera, abbastanza raro, è tipico della zona che comprende il
trevisano, il veneziano, il pordenonese soprattutto e l'udinese, Carboneri,
rarissimo, parrebbe dell'area ligure, piemontese, Carbonero, abbastanza
raro, è tipico del torinese, tutti questi cognomi dovrebbero derivare
dal mestiere di carbonaio svolto dal capostipite, ma è pure possibile,
ed in molti casi addirittura probabile, una derivazione toponomastica da
nomi di località come Carbonara (BA), (CE), (PD), (RM), (PV), (NA),
(MN) e (AL) o Carbonare (TN), Carbonaro (CS), Carbonera (TV), (BI) o Carboneri
(AT) e così molti altri.
CARBOTTA
CARBOTTI
Carbotta, abbastanza raro, ha qualche ceppo in Puglia, a Bari, nel brindisino
e nel foggiano, Carbotti, decisamente più diffuso, è tipicamente
pugliese del tarantino, di Martina Franca soprattutto, di Taranto, Crispiano,
Mottola, Massafra, Pulsano e Grottaglie, di San Pancrazio Salentino nel
brindisino e di Locorotondo nel barese, dovrebbero essere originari della
Francia e derivare da alterazioni dialettali del termine gergale francese
carabot, con questo vocabolo si indicava
un gruppo di sanculotti creatosi a Caen in Normandia all'epoca della
Rivoluzione Francese. Provenivano dalla classe media militare, si costituirono
in gruppo rivoluzionario armato nei primi giorni della rivoluzione approvvigionandosi
di armi e munizioni sottraendole dalle casematte del castello di Caen,
assunsero le funzioni di vera e propria Guardia Nazionale il cui motto
era o la Legge o la morte. Il termine carabot,
dispregiativo e denigratorio, venne attribuito loro dalla nobiltà,
assimilandoli a degli sbandati, sottovalutando enormemente sia la situazione
che le possibili conseguenze, che la storia francese ci ha poi raccontato.
CARCANGIU
Carcangiu è tipico della Sardegna centromeridionale, di Cagliari,
Sadali, Villanova Tulo, Quartu Sant'Elena ed Isili nel cagliaritano, di
Serramanna e Sanluri nel Medio Campidano, e di Villa Verde, Genoni e Nureci
nell'oristanese, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine
sardo campidanese carcangiu (calcagno,
tallone).
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CARCANGIU: calcàndzu, carcàngiu,
craccàngiu, significa calcagno
e viene dal latino calcaneum. È
soprattutto a Villacidro (Medio Campidano) che chiamano carcàngiu
il calcagno, mentre comunemente in
Campidano lo chiamiamo carròni.
Ma pure per noi accraccangiài
significa dare di calcagno, calpestare con vigore.
Quando si pigiava l'uva alla maniera tradizionale si diceva al pigiatore,
appena entrato nel tino: "Accraccàngia
puru"! " Dai pure di calcagno"!
In questo caso, sinonimo di accraccangiài è accacigài:
> da carcigare > derivato probabilmente dal latino calcicare. In alcune
parti della Sardegna l'Agropyrum repens = la caprinella o dente canino
è chiamato su carcangiu longu, che chiamiamo inoltre su cannajoni,
erba infestante, nemica degli ortolani. Attualmente il cognome Carcangiu
è presente in 90 Comuni italiani, di cui 44 in Sardegna: Cagliari
81, Serramanna 40, Sadali 37, etc. Non l'abbiamo trovato nelle carte antiche
da noi consultate.
CARCANO
Tipico
della zona che comprende le province di Milano, Como e Varese, deriva dal
toponimo Carcano (CO) che nel 1928. è stato accorpato in Albavilla,
assieme al paese di Villa. I Carcano sono una famiglia di nobiltà
antichissima, già nel 899 troviamo Andrea da Carcano Arcivescovo
di Milano, nella seconda metà del 900 viene nominato Bonizo Carcano,
dall'imperatore Ottone I°, a guidare la città di Milano, nel
978 diventa Arcivescovo di Milano Landolfo da Carcano, e così via
nei secoli, i Carcano hanno legato il loro nome alla storia di Milano.
CARCHEN
Carchen, molto molto raro, è tipico del comasco e del bergamasco,
potrebbe derivare da Carchen espressione dialettale per identificare il
paese di Carcano nel comasco, abbastanza improbabile una derivazione da
una forma dialettale del cognomen latino Carconius.
CARCIOFALI
CARCIOFALO
CARCIOFOLI
CARCIOFOLO
Tutti assolutamente rarissimi, quasi scomparsi, Carciofali e Carciofoli
sembrerebbero rimasti solo nel Lazio, Carciofalo e Carciofolo quasi unci
sembrerebbero siciliani,
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
Carciofalo è un cognome rarissimo, originario della Sicilia
centrale, con ogni probabilità della città di Enna. Dal punto
di vista etimologico dovrebbe trattarsi di una variante di Carciofolo,
anche questo cognome siciliano molto raro, presente solo a Caltanissetta
e a Palermo, ma originario della Sicilia centrale. Carciofalo e Carciofolo
derivano dalla cognominizzazione di un soprannome canzonatorio dato al
capostipite in riferimento alla sua presunta stupidità; nelle provincie
meridionali l'espressione essere un carciofo,
in dialetto appunto carcioffolo
o carciuoffolo, è utilizzata
ancora ai giorni nostri in senso offensivo e canzonatorio.
CARCIONE
CARCIONI
Carcione ha un ceppo a Roma ed a Piedimonte San Germano e ad Aquino nel
frusinate, ma il grosso si trova in Sicilia, a Palermo e Bagheria nel palermitano
ed a Galati Mamertino, Capri Leone, Longi, Castell'Umberto, Messina, San
Salvatore di Fitalia, Capo d'Orlando, Tortorici, MIrto e Sant'Agata di
Militello nel messinese, Carcioni, praticamente unico, dovrebbe essere
dovuto ad un errore di trascrizione del precedente, dovrebbe trattarsi
o di un'alterazione dialettale del cognomen latino Carconius,
o dell'italianizzazione del cognome greco Karconis
o Karcounis.
CARCONE
CARCONI
Tipicamente laziali, Carcone è specifico del frusinate, di Cervaro,
di Roma e di Minturno nel latinense, Carconi è più specificatamente
romano con ceppi anche in provincia di Latina ad Aprilia e Sezze, dovrebbero
derivare dal cognomen latino Carconius.
CARCURO
Carcuro è specifico del potentino, di Genzano di Lucania e Banzi,
dovrebbe derivare dal nome biblico Carcur,
citato nell'Esdra, dove i suoi figli vengono indicati come Netinei o portieri,
i Netinei costituiscono una classe religiosa israelitica al servizio dei
Leviti, che Giuseppe Flavio indicò come gli schiavi del tempio.
CARDACCI
CARDACCIO
Cardacci è quasi unico, Cardaccio è specifico di Civitavecchia,
dovrebbe trattarsi di una forma aferetica ipocoristica peggiorativa del
nome Riccardo, nome probabilmente portato dal capostipite, dell'uso di
questa forma nominale abbiamo un esempio verso la metà del 1200
con Cardaccio Malespini, un letterato e storico toscano.
CARDACI
Cardaci è tipicamente siciliano, di Regalbuto ed Enna nell'ennese,
di Catania e Raddusa nel catanese, di Palermo, di Sinagra nel messinese
e di Niscemi nel nisseno, dovrebbe derivare da un soprannome grecanico
riferito a chi utilizzasse di mestiere il cardo, pianta con la quale si
cardava la lana, cioè la si rendeva libera da grosse impurità
e nodi, ciò farebbe ipotizzare che i capostipiti lavorassero appunto
la lana di professione.
CARDAMONE
CARDAMONI
Cardamone ha un nucleo principale in Calabria tra Catanzaro e Cosenza con
un ceppo anche nel salernitano, cardamoni, è quasi unico, dovrebbero
derivare da soprannomi originati dal nome di una pianta aromatica. Troviamo
tracce di questa cognominizzazione a Rogliano (CS) nel 1600 quando la famiglia
Cardamone è menzionata fra le nobili, a Parenti (CS) nel 1700 il
capitano civico è Giuseppe Cardamone.
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
- Salerno
Il cognome Cardamone è la cognominizzazione del termine italiano
antico cardamone, derivato dal latino
cardamomum, a sua volta originato dal
greco kardamomon, composto dai vocaboli
kardamon e amomon,
con i rispettivi significati di crescione
e amomo. Il cardamone, nel lessico
attuale cardamomo, è quindi
una grande pianta erbacea perenne, a fiori giallastri avvolti in spate,
che cresce spontanea sulla costa del Malabar e che viene coltivata soprattutto
per i suoi frutti, i cui semi da secoli sono industrialmente impiegati
per vari usi. Con ogni probabilità, il termine cardamone fu attribuito
al capostipite come soprannome, in relazione al tipo di attività
svolta, ed in seguito cognominizzato. Infatti, l'uso dei semi del cardamone,
bruni esternamente e bianchi all'interno, farinacei e di odore aromatico,
era riservato nei secoli scorsi ad un ristretto numero di attività:
l'olio denso ottenuto da tali semi, contenente per lo più amido,
zucchero, acqua e cellulosa, veniva largamente usato in liquoreria e pasticceria
per l'odore quasi canforaceo e per il sapore rinfrescante. Un maggiore
uso di tale sostanza massicciamente importata anche in Italia, però,
veniva fatto in medicina come eupeptico carminativo sotto forma di tintura.
Di conseguenza, coloro i quali avevano quasi quotidianamente a che fare
con il cardamone erano i medici ed i farmacisti, ossia i cosiddetti speziali,
che il più delle volte trasmettevano la propria preziosa e redditizia
attività da padre in figlio: è dunque possibile che il cognome
Cardamone si sia originato in epoca medievale in primo luogo dalla redditizia
attività dello speziale, o, con minore probabilità, dai mestieri
artigianali di pasticciere o di produttore di liquori. Oltre alla derivazione
dalle citate attività, si potrebbe ipotizzare anche una possibilissima
origine per i ceppi campani e calabresi dal termine dialettale cardamone,
con il significato di neonato di ghiro,
quindi dormiglione. Ancora oggi, infatti,
in Campania si usa l'espressione sei proprio un
cardamone oppure sei proprio un cardalimone
per apostrofare in senso canzonatorio una persona che si distrae troppo
facilmente o un classico bonaccione.
Tra i personaggi illustri con questo cognome va segnalato Mons. Andrea
Cardamone, arcivescovo di Rossano tra la fine del XVIII e gli inizi del
XIX secolo.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cardamone è un cognome calabrese e siciliano che, secondo il
Rohlfs, viene dal termine dialettale 'cardamune'
= neonato di ghiro'. Rohlfs 66.
CARDAMURO
Cardamuro, molto raro, è specifico del napoletano, di Bacoli e di
Monte di Procida sulla penisola di Capo Miseno, dovrebbe derivare da un
soprannome grecanico attribuito al capostipite, con il significato di verduraio,
basato sul termine greco antico κάρδαμον kardamon
(insalata, verdura).
CARDANI
CARDANO
Cardani è tipico dell'area milanese e comasca, Cardano è
tipico del varesotto, con un ceppo anche nel barese, i ceppi lombardi dovrebbero
derivare dal toponimo Cardano al Campo (VA) o da Cardana sempre nel varesotto,
il ceppo pugliese dovrebbe invece derivare dal nome medioevale Cardanus
di cui abbiamo un esempio in un atto del 1389 dove si legge tra l'altro:
"...Cardanus
filius quondam Tomaxii consul vicinorum ...", tracce importanti
di queste cognominizzazioni le troviamo nel 1500 con il matematico, medico
e astrologo Girolamo Cardano (Pavia, 24 settembre 1501 - Roma, 21 settembre
1576).
CARDARELLA
CARDARELLI
CARDARELLO
Cardarella, assolutamente rarissimo, ha un piccolo ceppo a San Salvo (CH),
Cardarelli è specifico della fascia che comprende le Marche meridionali,
l'Umbria, il Lazio, l'aquilano, l'iserniese ed il napoletano, Cardarello
è tipico di Sezze (LT), dovrebbero derivare da modificazioni vezzeggiative
dell'aferesi del nome Riccardo, poco probabile una derivazione da un soprannome
originato dal vocabolo cardo (tipo
di pianta erbosa), tra i personaggi nella seconda metà del 1700
troviamo il conte Alessandro Cardarelli di Roma, nel secolo successivo
il Generale Cardarelli delle truppe borboniche che depose le armi a favore
di Garibaldi, nel 1832 nasce a Civitanova del Sannio il famoso medico molisano
Antonio Cardarelli cui verrà intitolato l'omonimo nosocomio napoletano
di rilevanza nazionale.
CARDEA
CARDIA
Cardea ha un nucleo a Grottaglie (TA) ed uno nella zona dello stretto di
Messina, Cardia ha un nucleo principale nella Sardegna meridionale ed uno
nel messinese, dovrebbero derivare da soprannomi connessi con il vocabolo
greco kardia (cuore),
in alcuni casi possono derivare da toponimi greci omonimi come la Città
di Kardia in Tracia, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo nella
Locride fin dal 1600.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CARDIA: cardìa, in linguaggio
fonetico cardîa = cardìna
> caldina dal latino caldus,
cardiggiài o scardiggiai
o cardinai o cadrinai
> scaldare. Cadrinai o cardinai anche
nel significato di dare una sussa, riempire di botte! Cardina è
inoltre un ferro rovente. Il cognome lo ritroviamo tra i firmatari della
Pace di Eleonora, LPDE del 1388: Cardia Barsòlo, ville Selluri (Seddòri,
Sanluri, attuale capoluogo di Provincia del Medio Campidano). Non dimentichiamo
però che la famiglia Cardìa di Tortolì, di origine
iberica, divenne potente nel 1664, allorché Filippo III° di
Spagna, concesse a Marcantonio Cardìa (di Tortolì), il cavalierato
e la nobiltà. Nella storia contemporanea ricordiamo Umberto Cardìa,
giornalista, scrittore e politico, di Arbatax (1921.): presidente della
Regione Sarda, deputato al Parlamento Italiano e deputato al Parlamento
Europeo. Attualmente il cognome Cardìa è presente in 227
Comuni italiani, di cui 71 in Sardegna: Cagliari 268, Sinnai 155, Quartu
S. E. 97, Capoterra 77, etc.
Cardella è molto diffuso in Sicilia, soprattutto nella parte occidentale
dell'isola, e del palermitano in particolare, con ceppi anche a Roma e
nel latinense, nel casertano, napoletano e salernitano, Cardelli è
tipico della fascia che comprende Romagna, Toscana, Marche, Abruzzo e Lazio,
Cardello, molto raro, è tipico siciliano, di Caltagirone (CT) e
Catania e di Vittoria (RG), Cardilli ha ceppi a Roma, in Abruzzo a Massa
d`Albe (AQ) ed a Spinazzola (BA), Cardillo è molto diffuso al centrosud,
Lazio, Campania e Sicilia soprattutto, Cardulli è praticamente unico,
Cardullo ha un ceppo a Castellabate nel salernitano ed un nucleo importante
a Messina, Palermo e Catania, dovrebbero tutti derivare da modificazioni,
anche dialettali a volte, di forme ipocoristiche dell'aferesi del nome Riccardo, Accardo
o simili, di quest'uso abbiamo un esempio in uno scritto del 1363 a Napoli: "...coram
Cardillo Brancacio
de Neapoli dicto Imbriaco et Masello Brancacio, dicto Imbriaco, eius filío.ex
quondam nobili muliere domina Vera Baraballa de Gayeta...", in alcuni casi potrebbe derivare da soprannomi originati dal vocabolo tardolatino
cardellus (cardellino,
tipo di uccello canoro).<
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cardillo è un cognome meridionale. Secondo G. Rohlfs 63 viene
dalla voce dialettale siciliana 'cardiddu',
'cardillu' = cardellino./font>
CARDELLICCHIO
Cardellicchio ha un ceppo nell'area tra avellinese, foggiano e potentino,
a Lacedonia e Calabritto nell'avellinese in particolare, ed uno a Taranto
e Massafra nel tarentino, dovrebbe derivare da una forma ipocoristica
doppia del nome Viscardo o Riccardo
probabilmente portato dal capostipite, ma è pure possibile che derivi
da un imprecisato soprannome dialettale.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cardellicchio è cognome lucano che significa 'cardellino'.
Fonte: G. Rohlfs. Dizionario storico dei cognomi in Lucania, 1985.
CARDI
CARDO
Cardi è diffuso a macchia di leopardo nel centronord, in particolare
nel ferrarese, bolognese, fiorentino e nel romano e latinense, Cardo ha
un ceppo campano, a Circello nel beneventano ed a Napoli e San Giuseppe
Vesuviano nel napoletano, ed un ceppo pugliese nel barese a Barletta e
Monopoli, entrambi dovrebbero derivare da forme aferetiche del nome di
origine germanica Riccardo.
CARDIN
CARDINI
CARDINO
Cardin è tipico del padovano, Cardini sembrerebbe toscano, con un
ceppo anche nel maceratese, Cardino, assolutamente rarissimo, parrebbe
dell'area campano-laziale, derivano tutti dall'aferesi del diminutivo del
nome Riccardo. Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo nell'Archivio
di Stato di Cremona dove si trovano gli atti del notaio Francesco Cardini
datati dal 1451 al 1487 e del notaio Giacomo Cardini datati dal 1480 al
1509 e nel XVI° secolo Mons. Luca Cardino è Vescovo di Latina
dal 1582 al 1594.
CARDINALE
CARDINALI
Cognome comune in tutto il sud
Cardinale, mentre sembra originario del centro Italia Cardinali (Marche,
Umbria, Lazio), possono aver avuto origine da soprannomi derivati
da toponimi come Cardinale (CZ) o da caratteristiche comportamentali.
CARDONA
Cardona, molto raro, è specifico del reggino, della zona dello stretto,
sembrerebbe di nobili origini, probabilmente spagnole, nella prima metà
del 1300 Raimondo di Cardona duce dell'esercito angioino è alleato
dei Torriani contro i Visconti, aghli inizi del 1400 Alfonso de Cardona
è viceré di Calabria e Pietro Cardona maestro giustiziere
del Regno d'Aragona, diviene conte di Collesano (PA), il cognome dovrebbe
derivare in qualche modo dal cardo (vegetale) visto che nello stemma compaiono
appunto tre fiori di cardo.
CARDONE
CARDONI
Cardone è tipico della zona che comprende Lazio, Abruzzo, Campania,
Molise , Puglia e Potentino, Cardoni è proprio della fascia centrale
di Marche, Umbria e Lazio, derivano tutti dall'aferesi dell'accrescitivo
del nome Riccardo. Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Narni
nel 1600 in un atto del 1652: "...Coram illustrissimo
et admodum reverendissimo vicario generali Narnie processus remissorialis
pro dominis de Gregorio et Camillo de Cardonibus
nominibus contra reverendissimum dominum abbatem Deodatum...". (vedi
anche CARDONIO)
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cardone oltre che da Riccardo, il cognome può derivare anche
dalla voce italiana 'cardo', latino
'carduus'.
CARDONIO
Cardonio, ormai praticamente scomparso in Italia, sembrerebbe essere stato
originario dell'ennese, di Calascibetta in particolare, dovrebbe derivare
dal nome medioevale Cardonius di cui
abbiamo un esempio d'uso nella vita di Leone Decimo: "..
Ad haec mala Sacramorus quoque vicecomes, qui Mediolani obsidendae arci
erat praepositus, perfidiosa levitate cum ala equitum ad Gallos transfugerat,
regressusque Mediolanum omni militari praesidio nudatum, pervicerat apud
cives, ut in Gallorum verba iuraretur. Livianus quoque adducto Venetorum
exercitu, Cremonae partim metu partim egregia popularium voluntate fuerat
receptus. Et Cardonius
atque Piscarius, in quibus summa spes sustinendi belli collocari debuerat,
certiores de induciis facti, nihil se vel in hanc vel in illam partem ab
stativis ad Trebiam castris commovebant. ..".
CARDU
Cardu, abbastanza raro, è tipico del cagliaritano, di San Nicolò
Gerrei, Cagliari e Selargius, con un ceppo anche ad Illorai nel sassarese.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CARDU: cardo, dal latino cardus
(vedi Ardu). È presente tra i
firmatari della Pace di Eleonora *LPDE del 1388, rappresentante della villa
(bidda) di Bitti (Contrate Montis Acuti): Cardu Margiani, jurato ville
de Biti. Il cognome Cardu è presente in 27 Comuni italiani di cui
12 in Sardegna: Illorai 27, S. N. Gerrei 18, Cagliari 17, Selargius 12,
etc. Cardo non è propriamente sardo, ed è presente in 85
Comuni italiani di cui 3 in Sardegna: Selargius 3, Oristano 3, Quartu S.
E. 3 ( il cognome Cardo in Sardegna potrebbe essere una variante semplicemente
anagrafica di Cardu).
CARDUCCI
Cognome tipico della fascia centrale che comprende Marche, Umbria, Lazio
ed Abruzzo, con ceppi anche nella Toscana tirrenica, deriva dall'aferesi
del vezzeggiativo del nome Riccardo.
integrazioni fornite da Andrea
Ferreri
Ha probabilmente alla base il nome Riccardo. Il cognome è diffuso
nel Lazio a Roma e provincia (Albano Laziale e Tolfa), nel frusinate (Ceprano
e Arce) e nel rietino (Borgorose), nelle Marche a Macerata e provincia
(Civitanova Marche, San Ginesio, San Severino Marche e Loro Piceno), in
Toscana nel livornese (Piombino, Cecina e Campiglia Marittima) e nel lucchese
(Querceta di Seravezza e Forte dei Marmi), in Puglia a Foggia e provincia
(Cerignola) e nel barese (Gravina in Puglia), in Abruzzo a L'Aquila e provincia
(Tornimparte e Pratola Peligna) e in Umbria a Terni e provincia (Sangemini)
e nel perugino (Foligno). Il poeta, scrittore e letterato Giosuè
Carducci nasce a Valdicastello di Pietrasanta (Lucca) il 27 luglio 1835
e trascorre la sua infanzia a Bolgheri di Castagneto (LI).
Scriverà in una famosa lettera:"Quel tratto
della Maremma che va da Cecina (LI) a San Vincenzo (LI) è il cerchio
della mia fanciullezza e della mia prima adolescenza". La
produzione poetica è molto vasta: con le "Rime Nuove" raggiunge
la fama nazionale. Tra le composizioni in prosa si ricordano "Confessioni
e battaglie" e "Per la morte di Giuseppe Garibaldi". Nel 1859 sposa Elvira
Menicucci, dalla quale avrà tre figlie ed un figlio (Dante, che
morirà a tre anni e al quale dedicherà i drammatici versi
di "Pianto Antico"). Nel 1906 viene insignito del premio Nobel per la letteratura.
Muore nella sua casa di Bologna nel 1907. Giosuè Carducci era figlio
di Michele Carducci, medico, e di Ildeganda Celli. La famiglia paterna
era originaria di Querceta di Seravezza (Lucca). I nonni paterni si chiamavano
Francesco Giuseppe Carducci e Lucia Galleni.
CAREDDA
CAREDDU
Caredda è tipico del sud della Sardegna, mentre Careddu è
molto diffuso in tutta l'isola, anche se con grande prevalenza nella parte
centro settentrionale.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Caredda e Careddu sono cognomi sardi che sono rispettivamente il diminutivo
femminile e maschile dei cognomi Cara
o Caru = cara
e caro. M. Pittau, Dizionario dei Cognomi
di Sardegna, 1, p. 176.
CAREGNATO
Caregnato è decisamente veneto, del vicentino, padovano e veneziano,
di Enego, Bassano del Grappa e Vicenza nel vicentino, di Curtarolo e Padova
nel padovano e di Noale nel veneziano, dovrebbe trattarsi di una forma
etnica dove il suffisso -ato indica
provenienza, riferendosi alla località
trentina di Caregna.
CARELLA
CARELLI
CARELLO
Carella, estremamente diffuso in Puglia, ma con ceppi anche nel palermitano,
a Napoli ed a Roma, Carelli è un cognome del sud sembra ci siano
due ceppi uno in provincia di Cosenza e l'altro in provincia di Bari, Carello.
abbastanza raro, ha un ceppo nel catanzarese ed uno nel torinese, dovrebbero
aver avuto origine dal nome medioevale Carella,
Carellus (carino). Tra i personaggi
di rilievo citiamo il pittore Domenico Carella (1721-1813).
CAREMOLI
Cognome tipico milanese, può
essere stato originato da un soprannome derivato da una località
di provenienza, quale Carema (TO) o più probabilmente casa dei remoli
(remolass = radici mangerecce)-
CARENA
Carena ha un ceppo lombardo ed uno piemontese, il ceppo lombardo dovrebbe
derivare dal toponimo Carena nella Regione Valle Morobbia in Svizzera.
sul fronte svizzero del Lario, nobile casato estintosi con il conte Carlo
Francesco Carena la cui famiglia esercitava dal 1711 la Signoria su due
paesi dell'Alta Brianza, Annone e Merone, nei pressi di Lecco, il cognome
comunque non si estinse in quell'occasione perchè l'imperatore Carlo
VI di Asburgo consentì all'unica figlia del conte Rosa Carena sposata
con un Aliprandi di trasferire al primo erede maschio sia il cognome che
il titolo ed il feudo.
CARENINI
Carenini è specifico del lecchese, di Calolziocorte, Torre de' Busi,
Carenno e Monte Marenzo, con presenze significative anche a Milano e in
provincia di Bergamo a Caprino Bergamasco, Cisano Bergamasco e Ponteranica,
si dovrebbe trattare di una forma etnica del paese di Carenno nel lecchese,
indicando probabilmente che la famiglia era originaria proprio di quel
paese.
CARENZI
CARENZIO
CARENZO
Carenzi, il più diffuso, è un cognome lombardo originario
della zona compresa fra le provincie di Lodi, Cremona e Milano, molto diffuso
a Milano e San Colombano al Lambro nel milanese, Carenzio, sempre lombardo,
è caratteristico di Milano e Pavia, Carenzo ha un ceppo nel vercellese
a Vercelli e Stroppiana ed a Gavi nell'alessandrino, con un ceppo anche
a Genova, potrebbero derivare dal nome Carentius,
nome di origine gallica, portato ad esempio dal Re dei Bretoni nel 590,
ma potrebbero anche essere stati originati da un soprannome derivato da
una località di provenienza, casa dei Lorenzi.
CARERA
Carera è decisamente lombardo, in particolare di Ghedi e Brescia
nel bresciano, di Milano, Bergamo e Crema nel cremonese, potrebbe derivare
da nomi di località, come quella citata in un Breve
investiture dell'agosto del 1134 a Nuvolento nel bresciano:
"...Secunda pecia aratorea est a Campilgardo: a mane
Albertus, a meridie Inverardo, a sero Iohannes, a muntis Vitalis. Tercia
pecia ibi prope: a mane Vitalis, a meridie Martino, a sero Iohannes, a
muntis Inverardo. Quarta pecia est in Carera:
a mane via, a meridie Vitalis, a sero Vuido, a muntis Atto, sibique allie
sunt coerentes; et acceperunt pro investituram solidos decem et octo...",
ma, in alcuni casi potrebbe anche derivare da un soprannome dialettale
originato dal mestiere di magister carrarius
(carrettiere) svolto probabilmente
dal capostipite, ipotesi che trova conforto in una registrazione notarile
del 1435: ".. item similiter apparet quod pro quadam
alia petia terre posita ad Rochetam, que ad presens detinetur per heredes
condam Johannis de la Bellonia et pro quadam alia petia terre que destinebatur
per magister Simeonem Bojonum et a presens destinetur per Franciscum
dictum Carera. Et similiter pro quadam alia
petia terre que est ibi prope terram suprascripti magistri Simeonis soluta
fuerunt quartesia presbiteris Seravallis multis denique considerationibus
habitis quas brevitatis causa ommissimus...". Troviamo tracce
di questa cognominizzazione a Cassago Brianza nel lecchese in un atto del
1571, dove, tra le parti acquirenti di un bene immobile, figura anche un
certo Angelo Carera.
CARERE
CARERI
Cognomi che sembrerebbero originari di Reggio Calabria e dovrebbero derivare
dal toponimo Careri (RC).
integrazioni fornite da Andrea
(Milano)
potrebbe in parte avere alla base il toponimo reggino Careri, è
diffuso in Calabria 38%, Valle d'Aosta 20%, Lazio 14%, Piemonte 11%, etc.
Il cognome reggino Carere risulta essere presente nell'Italia nord-occidentale
con il 37% delle occorrenze.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
CARERE, CARERI è cognome calabrese che origina dal calabrese
hareri, siciliano careri
= tessitore, entrambi dall'arabo harrar
= tessitore di seta. Cfr. G. Rohlfs,
Dizionario dei cognomi in Calabria, p. 66.
CARESANI
Caresani è un cognome tipico di Favè e Bleggio inferiore
nel trentino, dovrebbe derivare dall'etnico di Cares, frazione di Bleggio
Inferiore, probabile luogo d'origine della famiglia.
CARESTA
Decisamente raro, dovrebbe essere
originario della zona tra Abruzzo e Lazio, potrebbe derivare da un nome
di località come Colle Caresto (PU), o anche da un soprannome legato
al termine dialettale caresta (carestia).
CARESTIATO
Carestiato è tipicamente veneto, di Venezia e di Treviso, dovrebbe
trattarsi di una forma patronimica tipicamente veneta, dove il suffisso
di appartenenza -ato sta per il
figlio di, riferito ad un capostipite il cui padre si fosse
chiamato Carisius (vedi
CARISI)
Caretta, abbastanza raro, sembra avere più ceppi, nel Lazio e nell'aquilano,
nel vicentino e nel tarentino, Caretti oltre al nucleo a Verbania e dintorni,
dovrebbe avere un ceppo nel modenese, uno nel beneventano ed uno a Roma,
Caretto, molto raro, è tipico del Salento, Carretta è molto
diffuso nel parmense ed in Veneto, con un ceppo anche nel mantovano, ha
un ceppo nel napoletano, nel potentino, nel foggiano e nel barese, Carretti
è tipicamente emiliano, soprattutto dell'area reggiano, modenese,
con ceppi anche nel bolognese e fiorentino, Carretto èp specifico
del savonese e del Piemonte occidentale, dovrebbero derivare da ipocoristici
del cognomen latino Carus, del quale
abbiamo un esempio con il famoso poeta latino Titus Lucretius Carus (99
a.C. - 55 a.C.), ma in alcuni casi potrebbero anche derivare da soprannomi
attribuiti ai capostipiti perchè di mestiere facevano i trasportatori
a mezzo di carri.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Caretti muove dal personale medievale Carittus,
dal latino carus «caro,
gradito», presente anche in carte modenesi dal 1176. Fonte:
F. Violi, Cognomi a Modena e nel Modenese.
CAREZZANO
Carezzano è tipico di Cassano Spinola e Novi Ligure nell'alessandrino,
dovrebbe derivare dal nome del paese alessandrino di Carezzano a circa
quattro chilometri da Cassano Spinola, paese il cui toponimo dovrebbe derivare
dal termine ligure antichissimo car san,
con il significato di sito posto in alto.
CARFAGNA
CARFAGNI
CARFAGNINI
CARFAGNINO
CARFAGNO
Carfagna sembra avere un nucleo importante nel Lazio, e ceppi nel Piceno,
in Abruzzo, nel Molise, nel napoletano e nel foggiano, Carfagni è
assolutamente rarissimo, Carfagnini è caratteristico dell'area molisano
abruzzese, di Scanno e Sulmona nell'aquilano e di Montorio nei Frentani
nel campobassano, con un ceppo anche a Roma, Carfagnino, quasi unico, parrebbe
laziale, Carfagno sembra essere tipico di Montella nell'avellinese, potrebbero
derivare, direttamente o tramite ipocoristici, dal nome latino Carfanius,
di cui abbiamo un esempio in una lapide dell'anno 345: "Veneri
Aug(ustae) sacr(um)
/ T(itus)
Carfanius T(iti
filius) Pol(lia
tribu) Barbarus
/ Ti(berius)
Claudius Spuri (filius)
Papir(ia tribu)
Timonianus / promagistri
soc(iorum) IIII
p(ublicorum)
Afric(ae) dedic(averunt)
/ Venustus vilicus aediculam ab solo de suo
ref(ecit)", o anche da nomi di località
come Carfagna nel Molise, ma è pure possibile che derivino in alcuni
casi da soprannomi legati al vocabolo dialettale abruzzese carfagna
indicante una tipica lana nera delle montagne tra Puglia ed Abruzzo.
Troviamo tracce di questa cognominizzazione nella seconda metà del
1200 con Petrus Carfagnus o de Carfagno feudatario angioino in Irpinia,
e con i Carfagna feudatari di Poggio Sannita (IS) nel XVI° secolo e
nel 1515 con un Salvitto Carfagna che acquista da Bartolomeo Carafa il
Castello de' Pizzi di Palena (CH).
CARFI
CARFÌ
Carfi è assolutamente rarissimo, potrebbe essere di origine calabrese
e derivare dal toponimo Carfidi, che ha dato origine all'attuale Carfizzi
(KR), Carfì è invece specifico del ragusano.-
integrazioni fornite da cav. prof.
G.ppe Carfì di Serra Rovetto Boscopiano
Carfì è cognome normanno dall'inglese carf = scultore in legno, vedi Geoffrey
Chaucer, nato tra il 1340 e il 1345, il Dante Alighieri inglese, I Racconti
di Canterbury, gruppo A, verso 100; in inglese moderno carv. Altri
studiosi farebbero derivare il cognome Carfì dal greco chiodo (Kάρφιόν)
= Carfì, per assonanza delle due parole in Magna Grecia; più
che altro per il fatto che ivi viveva un ramo dei Carfì (don Guillelmus).
Tale stirpe proveniente prima del 1145 (atti di vendita di terreni a Scordia
di Catania, citati dal Garufi in Documenti Inediti dell'Epoca Normanna,
Palermo 1899) dalla Normandia, stanziatasi nella Contea di Modica (al 90%
l'attuale provincia di Ragusa) a Chiaramonte Gulfi, ove fiorì con
un Magnifico Nicolò, che con la sua famiglia fu tra i primi abitanti
di questa cittadina, si estinse in questa località nel sec. XV.
I fasti di questa illustre Famiglia, i cui componenti ebbero sempre il
trattamento di Magnifico erano ricordati in una lapide sepolcrale (attualmente
esistente sotto all'attuale pavimento di marmo che ha ricoperto tutto all'inizio
del 1800) eretta nella Chiesa Madre nel 1572, come ricorda nel libro Famiglie
Storiche Chiaramontane del 1903 il Barone Corrado Melfi di S. Maria. Il
ramo chiaramontano ebbe nel sec.XVIII un Pietro, un Simone ed il fratello
sac. Simone. Due rami di questa prosapia erano già passati
a Ragusa e a Vittoria, ed un altro ramo a Santa Severina (Crotone) nel
1326, ove risiedeva Don Guillelmus Carfì (Vendola, Rationes Decimarum
Italiae, sec. XIII e XIV, anno 1939), dal cui nome nacquero in zona le
città di Carfizzi, Carfici, Carfidi. Anche a Ragusa ebbero
il trattamento di Magnifico già prima del 1540. Alfonsina figlia
del Magnifico Pietro, sempre nel 1540, contrasse nozze con Antonino Ventura,
nobile modicano. Un Giovanni appare con il titolo di Magnifico dal 1572 al 1600. Un Nicolò fu Mastro Notaro nel 1644.
Una Giovannula sposò il Barone Serravalli ed una Margherita il Giureconsulto
Mariano de Mulé. Qui, dal matrimonio del Magnifico Gaetano Carfì
con Carmela Lami, nacque il 2.6.1772 Concetta Marcellina, sposatasi con
il nobile ragusano Angelo Geronimo Rosario Cappello (Archivio Chiesa di
S. Giorgio a Ragusa Ibla). Anche a Vittoria, ebbero il trattamento di Don
(Don Emanuele, Donna Maria (atti di nascita del figlio Giuseppe nel 1865), ecc.) ed è citata
più volte nel libro Memorie Storiche di Vittoria del 1877 del barone
Paternò Castello di Pozzobollente. Nei primi anni del 1600
su territori del Comune di Chiaramonte Gulfi e di Comiso, fu fondata la città di Vittoria. I Carfì abitavano
già, prima di tale fondazione, nel territorio Serra Rovetto e nel
Feudo Boscopiano (zone di Vittoria), come attestano antiche mappe, ed anche
le attuali (2004) carte topografiche dell'I.G.M., Istituto Geografico Militare),
carte ufficiali d'Italia, territorio a quel tempo di Chiaramonte Gulfi).
Erano Guglielmo Carfì, che nel febbraio 1586 ricevette "salmas duas
terrae in Feudo Nemoris (Bosco) Plani in contrata de Sabugi, confinantes
cum via per lo Comiso", e Filippo Carfì che ricevette altre "salmas
duas terrae in Feudo Nemoris Plani, in contrata Pirayno, confinantes cum via per lo Biscari (Acate),
(in: Francesco Ereddia, Vittoria Storia e Tradizione, vol.II, La Contea
di Modica, I Feudi Cammarana, Boscopiano e Dirillo, sec.XV e XVI, edizioni
del Comune di Vittoria, e Archivio di Stato di Modica) I Carfì contribuirono
validamente alla Fondazione della Città di Vittoria (Colonna, figlia
di Marcantonio) - da non confondersi con la poetessa -, moglie del
Conte Henriquez Cabrera, vicerè di Spagna in Sicilia, nella Contea
di Modica, fondatrice della città il 24 aprile 1607 nel territorio
di Boscopiano, con Giuseppe nel 1614 (concessione n. 37), Martino il 19.10.1616
(conc. n. 172), Vito nel 1617 (conc. n. 189, Archivio di Stato di Modica).
Qui un fratello di Don Emanuele, Giambattista, entrambi figli di Marcello,
si sposò nel 1763 con Felicia Manciapani. Il ramo di Don Emanuele,
diede luogo ad altri rami: Carfì Pavia, Carfì Scalone (ramo
estinto), Carfì Ingallina poi diventato Carfì Linares, tutti
con doppi cognomi anagrafici. Il primo Giurato di Vittoria fu appunto
Giuseppe Carfì (Barone Paternò Castello, Memorie Storiche di Vittoria, dal 1609 al 1799, edizione
1877), discendente dall'altro Giuseppe (1614), e che sempre il Paternò,
a pag.30 cita che un documento del 1763 "contiene le firme dei Primari
del luogo , tra cui Giuseppe Carfì di certo discendente dal seniore
Giuseppe, primo Giurato di Vittoria", che figura come uno dei primi firmatari
dell'accordo territoriale del 1614 (assegnazione gratuita di quasi 4 ettari
di terreno, case ed esenzione delle tasse per 15 anni). Lo stemma
Carfì é citato dal Pluchinotta a pag. 25 del Blasonario della
Contea di Modica pubblicato a Siracusa nel 1934, e sempre dallo stesso
autore é l'articolo pubblicato nel 1932, anno XXX della Rivista
del Collegio Araldico, ove cita ancora lo stemma. Attualmente la
famiglia, che ha depositato entrambe le Armi (stemmi), vistate dal Ministero
dell'Industria con copyright ed anche dal Ministero di Grazia e Giustizia
Spagnolo, e la cui riproduzione non autorizzata raffigura reato, con richiesta
di danni civili) é rappresentata dal barone cav. prof. Giuseppe
Carfì di Serra Rovetto Boscopiano (tale anagraficamente).
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Carfì è cognome siciliano che deriva dal greco 'karfì'
= chiodo. Rohlfs 63.
CARFORA
Specifico della zona che comprende il casertano ed il napoletano, tracce
di questo casato si trovano a Napoli fin dal 1300, nel dicembre 1558 viene
annoverata fra le famiglie nobili del Regno.
CARGNEL
CARGNELLI
CARGNELLO
Cargnel è molto raro e sembra abbia due nuclei, nel goriziano e
nel bellunese, Cargnelli è friulano, Cargnello è tipico dell'udinese,
deriva dall'etnico carnellus (abitante della Carnia), in un documento scritto
a Cividale (UD) verso la fine del XII secolo si parla di un certo Johannes Carnellus.
CARGNELUTI
CARGNELUTTI
Molto raro Cargneluti, un pò meno Cargnelutti, sono specifici dell'udinese
dell'area di Gemona in particolare, derivano dall'etnico dialettale Cjargnél
(abitante della Carnia).
CARIA
Specifico sardo che potrebbe derivare dal nome del monte Caria, presso
Teulada (CA), con un ceppo anche nel catanzarese che dovrebbe derivare
dal toponimo Caria (CZ), dovrebbe derivare da Karya, nome di una regione
dell'Anatolia, ma è pure possibile che derivino dal cognomen latino
Carus (vedi Caro). Un principio di questa
cognominizzazione si trova nel 1700 con l'erudito Pasquale De Caria di Squillace.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CARIA: carìa o meglio carîa
(nasale), sta per carina > canina.
Sa carîa è l'orata,
dal genovese canina, dal latino canina.
Non conosciamo il motivo per cui è stato dato il cognome, qualsiasi
ipotesi, priva di certezza, potrebbe rivelarsi banale! È presente
comunque nei documenti della Sardegna Medioevale. Tra i firmatari della
Pace di Eleonora, LPDE del 1388, figurano: Caria Francisco, ville Ecclesiarum.
** Villa Ecclesiarum.odierno Iglesias. Et ego De Nelli Pelipaparius Ludovicus,
civis et habitator terre et Ville Ecclesiarum.sindicus, procurator universitatis
Ville Ecclesiarum.seu a Formenyino Joanne, capitano, camerlengo Ville Ecclesiarum
di Sigerro. Omnibus habitatoribus dicte terre Ville Ecclesiarum, congregatis
in Curia Magna.in posse Virde Andree, quondam Virde Joannis de Civitate
Sasseri.nona die januarii 1388.; Caria Guantinus - de Aristanni.
*** Aristanni: elenco dei nomi dei firmatari della PETIZIONE. Omnes cives
mercatores et habitatores dicte civitatis.nisi pastores bestiaminum et
quorum dificulter demorari non poterant.congregati. Porta la data : die
XIIII mensis Januarii M°. CCC°. LXXXVIII° et etc. ; Caria Joanne,
ville Ecclesiarum; Caria Lazarino, jurato ville Ersorra. * Ersorra. Erjorra
o ersorra Riola Sardo. Campitani Majoris; Caria Pellegrino, ville Ecclesiarum;
Caria Petro, ville de Sardara. ** SARDARA MONTIS REGALIS...11 GENNAIO 1388,
et ego...Gadulesu Margiano habitator ville Sardara, sindicus actor et procurator
universitatis Contrate Montis Regalis et villarum et etc. In posse Virde
Andrea, Virde Joanne, de Civitate Sasseri, notarii publici, die XI Januarii
1388. Il cognome Caria è presente in 348 Comuni italiani, di cui
126 in Sardegna: Alghero 263, Cagliari 244, Villanovaforru 27, Villasor
9, etc. Ricordiamo comunque che nella uscita Carîa = Carina, è
esclusivamente sardo.
CARIANI
CARIANO
Cariani è specifico dell'area emiliana che comprende il modenese,
il bolognese ed il ferrarese, con un ceppo anche nel romano e nel latinense,
Cariano, estremamente raro, sembrerebbe avere qualche presenza nel grossetano
ed un piccolissimo ceppo a Santa Severina nel crotonese, potrebbe trattarsi
di forme etniche riferite alla Karya
una regione anatolica dalla quale vi fu una massiccia evasione di profughi
che scappavano nel XIV° secolo dai turchi invasori.
CARIATI
Cariati è specifico del cosentino, di Torano Castello in particolare,
ma ben presente anche a Rossano, Cosenza e Longobucco, dovrebbe derivare
dal toponimo Cariati nel cosentino, ma si potrebbe anche trattare di forme
etniche relative ai paesi di Caria nel catanzarese, nel valentiano e nel
messinese.
CARIBONI
Cariboni è tipicamente lombardo, del lecchese, di Bellano, Dervio
e Lecco, con presenze anche nel bergamasco a Treviglio, e Ponte Nossa,
dovrebbe derivare dal nome medioevale Caribonus, di cui abbiamo un esempio
d'uso a Schignano nel comasco in un atto del 1300: "..
Albertino di fu Arico de Ultramontibus, Caribonus
Cervellonus di fu Gerardo Cuellono di Schignano,
Bertramolo di Lafranco de Cullino , omnes consiliarii di detto comune et
vocalles. ..", tracce di questa cognominizzazione le troviamo
a Dervio nel lecchese in una registrazione cinquecentesca della locale
preppositura dellj S.ti Apostolj Pietro et Paulo:
"... Una pezza di terra campiva prativa et vidata
con una pianta de maroni et una de castagne de pertiche una et più
dove se dice a Sedeyo alla qual coherentia da mattina l'herede de Andrea
Caribone da mezo dì in parte Baldessare
Cattani et in parte ms Boldo Polidor Boldoni da Bellano da nullora il medemo
S.r Polidor da nullora li heredi de Gregorio Aganuzzi ...".
CARICAMAZZA
SCARICAMAZZA
Caricamazza è praticamente unico, Scaricamazza, molto molto raro,
ha presenze nel teramano e nel romano, dovrebbe derivare da un soprannome
medioevale basato sul termine medioevale germanico maza
(tavolo da pranzo) ad indicare probabilmente
nei capostipiti dei camerieri o dei valletti.
CARICATI
CARICATO
Caricati ha un ceppo ad Andria nel barese ed uno in Basilicata, a Latronico,
Potenza, Castelsaraceno e Marsico Vetere nel potentino ed a Policoro nel
materano, Caricato è tipicamente pugliese di Lecce, Campi Salentina,
Lequile, Monteroni di Lecce, Carmiano, Cavallino, Novoli e San Pietro in
Lama nel leccese, di Gioia del Colle e Bari nel barese e di Foggia, con
presenze anche in Calabria a Rossano e Fagnano Castello nel cosentino ed
a Villa San Giovanni nel reggino, dovrebbero derivare da un soprannome
originato dal fatto di svolgere un mestiere di scaricatore, o dal fatto
di essere ricchi di impegni, anche forse nel senso che i capostipiti fossero oppressi dai
debiti.
CARIDDI
CARIDI
Caridi è molto diffuso nel reggino e nel messinese, Cariddi, molto
più raro, ha un piccolo ceppo nel reggino ed un nucleo nel Salento,
potrebbero derivare da Cariddi, il nome del gorgo impersonificato da un
mostro marino che divide l'Italia dalla Sicilia nello stretto di Messina,
o dalla località di Caridi sull'Aspromonte in Calabria, ma è
pure possibile una derivazione da soprannomi connessi con il vocabolo dialettale
cariddi (cari).
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Caridi è cognome calabrese e siciliano derivato dal greco 'karýdi'
= noce. CARIDDI viene invece dalla
voce latina Charybdis < greco Χάρυβδις.
CARIDEI
CARIDEO
CARISDEO
Caridei è tipico di Napoli, Carideo ha un piccolo ceppo a Pennapiedimonte
e Guardiagrele nel teatino, qualche presenza nel Gargano ed un piccolo
ceppo a Pietradefusi nell'avellinese ed a San Nicola Manfredi nel beneventano,
Carisdeo è estremamente raro, sembrerebbe originario del Gargano,
di Rodi, Ischitella e Carpino, dovrebbe derivare da nomi gratulatori medioevali
con il significato di Caro a Dio, nelle
Grazie di Dio, ma non si può escludere una derivazione
da nomi di località, come quella citata in quest'atto del 1042 a
Melfi in Basilicata: ".. Eidem (iusticiario Basilicate).
Cum in massaria nostra Caride
existente prope Lacupensilem preter furnum, qui est in ea, furnum alium
de novo provideamus faciendum, ut, nobis apud Lacupensilem feliciter existentibus,
panis in eo ad opus nostri hospicii dequoquatur, ...precimus, quatinus...furnum
unum in domibus ipsius massarie fieri facias in ea altitudine magnitudine
et capacitate, quod per furnum ipsum die quolibet dequoqui possint inter
duas vices in pane facto frumenti salme 6, videlicet qualibet vice salme
3..", troviamo tracce di queste cognominizzazioni fin dagli inizi
del 1700 in una relazione del Razional Carideo, Commessario del Regio Cedolario,
che, nel 1729 scrive che: ".. avendo data fuora la Relazione
ordinatagli, si fè carico delle pretensioni dell'una parte e l'altra,
e di una copia di Diploma del Re Ferdinando colla data di Sarno del dì
1 Aprile 1472 presentata negli atti, e riferì: "Che tal Molino affatto
non costava la qualità feudale; accagionchè i quindemj pagati
alla Regia Corte dall'anno 1500 per tutto l'anno 1710 pagati si erano per
la sola giurisdizion criminale; né per lo Molino vi era alcuna Concessione
Reale, né si era pagato mai alcun quindemio. Circostanze tutte,
senza le quali non poteasi riputar feudale ..".
CARIELLO
CARILLO
Cariello è tipico dell'area campana, soprattutto del salernitano
di San Giovanni a Piro, Roccagloriosa, Buccino e Salerno e di Napoli, con
un grosso ceppo che sembrerebbe primario nel barese a Bitonto, Barletta,
Altamura e Bari, Carillo è specificatamente campano, del napoletano,
di San Giuseppe Vesuviano, Terzigno, Ottaviano, Napoli, Torre del Greco,
Torre Annunziata, Poggiomarino, Boscoreale, Castellammare di Stabia, Nola
e Sant'Antonio Abate, e di Sarno, Salerno e Scafati nel salernitano, si
dovrebbe trattare di modificazioni dialettali del nome ed ipocoristico
medioevale Carellus (vedi
CARELLA), ma è pure possibile che derivi dal termine dialettale
carriello (carretto)
identificando il mestiere di carradore svolto dal capostipite, un riferimento
che ci fa rutenere concreta questa ipotesi lo troviamo in un inventario
di beni post mortem del 1609 a Solofra (AV) : "..Item,
da Prospero de Angelo de lo Cariello
Guarino ducati
3 per obbliganza...".
CARIFE
Carife, praticamente unico è campano, dovrebbe derivare dal nome
del paese di Carife nell'avellinese, che dovrebbe derivare dal latino Callifae
per rotacismo, a sua volta derivato dal greco calè yfe (bella posizione).
CARIFI
Carifi è tipico di Visciano nel napoletano, dovrebbe derivare dal
nome del paese di Carifi, una frazione di Mercato San Severino nel salernitano.
CARIGLIA
CARIGLIO
Cariglia è specifico del Gargano, di Vieste in Particolare, Cariglio,
praticamente unico, dovrebbe essere una forma alterata del precedente,
che dovrebbe derivare da un soprannome basato sul termine dialettale cariglia
(cerro), un tipo di quercia di cui
è molto ricca la Foresta Umbra nel Parco Nazionale del Gargano.
CARIGLIANO
Carigliano, assolutamente rarissimo, è specifico del messinese,
dovrebbe stare ad indicare la provenienza del capostipite dal paese di
Cariglio nel cosentino.
CARIGNANO
Carignano è tipico del Piemonte occidentale, di Torino, Rivalta
di Torino, Pinerolo e Cavour nel torinese e di Saluzzo e Cuneo nel cuneese
e di Livorno Ferraris nel vercellese, dovrebbe derivare dal nome del paese
di Carignano nel torinese, probabile luogo d'origine dei capostipiti.
CARIMI
Carimi, ormai quasi scomparso in Italia, dovrebbe essere originario della
Sicilia, in particolare del messinese e del palermitano, potrebbe derivare
da un'alterazione dialettale del nome del paese siciliano di Carini nel
palermitano, o anche da un nome o soprannome grecanico per grazioso.
CARINA
CARINI
CARINO
Carina sembrerebbe avere due ceppi uno in provincia di Messina ed uno in
provincia di Brescia e di Cremona, presente in tutt'Italia a macchia di
leopardo Carini, campano calabrese Carino. Tutti questi cognomi dovrebbero
aver avuto origine dal cognomen latino Carinus, il ceppo siciliano dei
Carini, presenti soprattutto nel palermitano, può derivare dal
toponimo Carini nel palermitano.
CARINELLI
Molto raro è tipico del sudmilanese e del lodigiano, deriva da un
vesseggiativo del cognomen latino Carinus portato ad esempio da Marcus
Aurelius Carinus (250-285d.C.) fatto imperatore di Roma nel 283.
integrazioni fornite da Mario Carinelli
Le origini della famiglia Carinelli si perdono a S Angelo Lodigiano,
ai tempi dell'occupazione spagnola del milanese.
CARINGI
Caringi è specifico del Lazio, di Sora, Isola del Liri e Castelliri
nel frusinate, di Roma e Segni nel romano e di Terracina nel latinense,
potrebbe derivare dal nome della zona della valle del Fosso di Caringio
nel latinense, forse il luogo d'origine dei capostipiti.
CARIO
Il cognome Cario ha un ceppo a Napoli ed uno nel catanzarese a Falerna,
Nocera Terinese e Lamezia Terme, dovrebbe derivare dal nome latino Carius,
inteso come comparativo dell'aggettivo carum
(caro, amato), ne vediamo l'uso negli
scritti del poeta latino Catullo: "..Quinti, si tibi
vis oculos debere Catullum aut aliud si quid carius
est oculis, eripere
ei noli, multo quod carius
illi est oculis
seu quid carius
est oculis...",
anche quando parla della sua amata Lesbia: "..Si
quicquam cupido optantique obtigit umquam // insperanti, hoc est gratum
animo proprie. // quare hoc est gratum nobis quoque, carius
auro // quod te restituis, Lesbia, mi cupido.
..", nome probabilmente attribuito ai capostipiti, meno probabile,
ma non impossibile, una derivazione da un soprannome originato dal termine
greco κάρυον karyon (noce),
dobbiamo però considerare che in epoca latina il frutto della noce
veniva considerato come portatore di saggezza, quindi un soprannome del
genere, che si sarebbe dovuto pronunciare come Karuo,
e non Kario, avrebbe potuto essere
l'equivalente de il saggio.
CARIOLA
Cariola ha un ceppo lombardo, uno nello spezzino, uno nel barese ed uno
nel catanese, si dovrebbe trattare di matronimici da forme ipocoristiche
modificate del nome Carola, ma è
pure possibile una derivazione da soprannomi originati dal termine arcaico
cariola (carriola), non è
da escludere anche la possibilità di una derivazione da toponimi. Tracce di questa cognominizzazione le troviamo ad esempio a Brescia in
una Carta investiture del marzo 1222:
"...Ego Baldoynus quondam domini Ugonis de Casalialto
sacri Pallatii notarius, coram suprascripto domino Petro Amadeo iudice
et consule iusticie Brixie, una cum suprascripto Bonifacino
Cariola et infrascripto Venturino notaris,
autenticum huius exempli vidi legi et abscultavi ...".
CARION
CARIONE
CARIONI
Carion, molto raro, ha piccolissimi ceppi a Ferrara, Rovigo e nel padovano,
in particolare a Solesino, Carione, altrettanto raro, ha presenze nel napoletano,
salernitano e barese, mentre Carioni, il più diffuso, è tipico
del basso bergamasco e soprattutto del cremonese, di Trescore Cremasco
e Crema, con ceppi anche a Milano, Lodi e Turate nel comasco, dovrebbero
derivare da forme accrescitive, anche dialettali, basate sul nome latino
Carius (vedi
CARIO).
CARIOTA
CARIOTI
CARIOTO
Cariota, estremamente raro, parrebbe siciliano, Carioti ha un ceppo
calabrese a Catanzaro, Sant`Andrea Apostolo dello Ionio (CZ) e Isola di
Capo Rizzuto nel crotonese, con un ceppo importante anche a Roma, Carioto,
molto molto raro, parrebbe di Palermo e del palermitano, si dovrebbe trattare
di vari aspetti di una forma etnica della città di Karya sull'isola
di Lefkada nelle Isole Ionie, ma , in alcuni casi, potrebbe anche riferirsi
alla Karya, nome della regione dell'Anatolia prospiciente l'isola di Rodi
ed indicare famiglie cristiane fuggite ai turchi all'epoca dei conflitti
degli stessi con Venezia e le flotte europee.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Carioti è un cognome calabrese e siciliano, è un etnico
dal toponimo Carìa, presente
in provincia di Catanzaro e di Vibo Valentia.
CARISI
CARISIO
CARRISI
CARRISIO
Carisi è tipico di Chioggia (VE), Carisio, estremamente raro, è
tipico della zona tra Pavese,e Piemonte, Carrisio, unico, è probabilmente
dovuto ad un errore di trascrizione, Carrisi è specifico del Salentodovrebbero
tutti derivare dal nomen latino Carisius
o Carisus, nelle Historiae di Tito
Livio leggiamo: "...tam cum consilio uenientibus,
nisi Brigaecini prodidissent, a quibus praemonitus Carisius
cum exercitum aduenit..." e in un'antichissima lapide romana si
legge: "D(is)
M(anibus) / M(arci)
Carisi Maxi/mini M(arcus)
Caris(ius) Paca/tus
fratri piissimo".
CARITA
CARITI
CARITO
Carita è assolutamente rarissimo, Cariti, molto molto raro, ha presenze
in Calabria nel catanzarese e creotonese, Carito è tipico del catanzarese,
di Catanzaro, Montauro e Soverato, dovrebbe trattarsi di forme etniche
grecaniche riferite al paese di Caria di Drupia nel vibonese, e di Accaria
nel catanzarese, sempre in Calabria, o anche a chi provenisse dalla Caria,
una regione della penisola anatolica, posta di fronte all'isola di Rodi,
regione famosa perchè vi si trovava la città di Alicarnasso,
bisogna ricordare che la penisola anatolica era anticamente chiamata Ionia
perche abitata dallo stesso popolo di razza greca, che diede il nome al
nostro mare Ionio, o al famosissimo capitello ionico usato nella prima epoca dagli antichi greci, l'arrivo degli invasori turchi di razza mongola e degli
arabi, che uccisero e depredarono i popoli greci che abitavano tutta l'Anatolia,
costrinse moltissimi abitanti a fuggire, per sottrarsi alla morte, riparandosi tra l'altro anche in Calabria.
Carla, estremamente raro, sembrerebbe panitaliano, Carli è diffuso
in Toscana, nel Veneto ed in Emilia, diffuso in tutt'Italia, con prevalenza
al centro nord Carlini sembrerebbe avere più nuclei, in provincia
di Ferrara di Rimini, Genova, in Umbria e nel Lazio, la presenza nel cagliaritano
dovrebbe essere di origine ligure, Carlino è presente a macchia
di leopardo in tutt'Italia, Carlone è molto diffuso in Puglia, in
particolare nel barese, ed in Basilicata, nel potentino, ha ceppi in Abruzzo
e Molise ed a Roma, diffuso in tutto il centro Carloni, mentre Carlucci
appare provenire dal sud e precisamente dalla Puglia e Basilicata, Carluccio,
tipico di Campania, Basilicata e Puglia, è soprattutto tipico della
penisola salentina. Tutti questi cognomi derivano, direttamente o tramite
ipocoristici o accrescitivi, dal nome medioevale Carolus,
Carola che è una latinizzazione
del germanico Karl (uomo
libero).
CARLE
Carle sembra originario del cuneese, della zona di Barge, con ramificazioni
anche a Bagnolo Piemonte e Fossano e nel savonese a Cairo Montenotte, potrebbe
derivare per apocope dal nome del paese di Carlevere nel cuneese.
CARLENTINI
Specifico di Carlentini (SR) prende il nome da quel toponimo, ed è
quindi successivo alla seconda metà del 1500, la presenza di questo
cognome in altre località d'Italia è dovuta al fenomeno della
migrazione.
CARLEO
Carleo è tipico del salernitano e delle vicine province di Napoli
e Potenza, dovrebbe derivare dal nome composto Caroleo,
Caroleonis, una fusione dei nomi Carolus
(Carlo) e Leo
(Leone), è pure possibile una
derivazione dal nome greco Karalea.
CARLESI
Carlesi è molto presente in Toscana, soprattutto nel fiorentino,
nel pratese, nel pistoiese e nel livornese, si dovrebbe trattare di una
forma patronimica in -esi , il cognome
dovrebbe quindi riferirsi ai figli di un tale Carlo, troviamo tracce di
questa cognominizzazione nel 1600 a Castelbellino nell'anconetano, dove una
tale Carlo Carlesi è notaio dal 1618 al 1625.
CARLESSI
CARLESSO
Carlessi è molto raro ed è tipico bergamasco, Carlesso un
pò meno raro è decisamente specifico della zona tra vicentino
e trevigiano, si dovrebbe trattare di forme patronimiche in -ssi
e -sso che derivano da una modificazione dialettale del nome Carlo,
i cognomi si dovrebbero perciò riferire ai figli di un tale Carlo,
troviamo tracce di questa cognominizzazione nel 1600 in un atto che cita
una famiglia Carlesso a Roman d'Asolo (TV).
CARLETTA
CARLETTI
CARLETTO
Carletta ha piccoli ceppi nel maceratese, nel teramano, nel leccese ed
un ceppo più consistente in Sicilia a San Cataldo nel nisseno, Carletti
è diffusissimo in tutto il centronord, Carletto sembra avere due
nuclei, tra cuneese e torinese ed uno nel veronese e zone limitrofe, derivano
da una forma ipocoristica del nome Carlo
o Carla.
CARLIN
Tipico veneto, potrebbe essere originario del Trentino, deriva dal
nome medioevale Carolus, di questa forma si ha traccia ad esempio nel 1400
come si può leggere in questo testo conservato nell'Archivio militare
Estense riguardante una battaglia avvenuta nel rovigoto: "...Et
li custodi, volendo defendersi da una parte, sopravene Thomaso da Imola
et Carlin, Capetanij
di fanterie, homeni molto valorosi et animosi...". Tracce di questa
cognominizzazione si hanno nel 1700 a Teglio Veneto (VE) con il Gastaldo
ed esattore Agnolo Carlin.
CARLOMAGNO
Carlomagno ha un ceppo a Roma, un nucleo principale nel potentino, a Lauria
soprattutto, con diramazioni nel cosentino a Cerchiara di Calabria
e con un ceppo anche nell'iserniese ad Agnone ed Isernia, può derivare
sia dal nome medioevale Carlomagno
entrato nell'uso soprattutto in meridione a memoria dell'imperatore, sia,
anche se molto meno probabile, da un soprannome originato dal nome Carlo
con l'attributo di Magno dato per la prestanza fisica o con fini scherzosi.
CARMAGNANI
Carmagnani è decisamente del veronese, dovrebbe derivare da modificazioni
dialettali del nome latino Carminianus,
ma è pure possibile una derivazione da toponimi come Carmignano
o Carmignano sul Brenta, entrambi del padovano.
CARMELA
CARMELI
CARMELO
Carmela è quasi scomparso, Carmeli, molto raro, dovrebbe essere
della zona appenninica ligure emiliana con un ceppo anche nel bresciano,
Carmelo, assolutamente rarissimo, è tipico napoletano, dovrebbero
tutti derivare dal nome Carmelo, ma
anche dalla vicinanza dell'abitazione del capostipite con un carmelo
o convento, o anche da località
contenenti la radice Carmelo, come Monte Carmelo o simili.
CARMENATI
Carmenati è specifico di Fabriano nell'anconetano, dovrebbe stare
ad indicare la provenienza del capostipite da una contrada o una pieve
dedicata alla Madonna del Carmine.
CARMIGNANI
Carmignani, decisamente toscano, del fiorentino in particolare, dovrebbe
derivare dal toponimo Carmignano (PO), ma è anche possibile una
derivazione dal nomen latino Carminianus
di cui abbiamo un esempio in Ulpius Carminianus Claudianus, che militò
sotto Marco Aurelio.
CARMIGNANO
Carmignano è tipico del sud, di Napoli e del tarentino, dovrebbe
derivare o dal nomen latino Carminianus
(vedi CARMIGNANI) o anche dall'essere il capostipite
un liberto o un contadino al servizio di un Carminius.
CARMINATI
Tipico dell'area centro settentrionale della Lombardia, dovrebbe derivare
da un soprannome stante ad indicare quanti lavorassero o fossero comunque
collegati con il santuario o delle terre del Carmine (nome diffusissimo
in Lombardia tra le comunità religiose).
integrazioni fornite da Dott. Flaviano
Carminati
Antichissima famiglia le cui più remote notizie provengono da
un breve di Papa Giovanni XVIII diretto a Pietro Carminati di Valbrembilla
in data 6 Gennaio 1006 col quale, tra gli altri privilegi, si concedeva
a Giacomo suo figlio, Canonico, la successione nel vescovato di Bergamo,
aggiungendo che ognuno della stirpe dei Carminati portasse di diritto il
titolo di Conte e Cavaliere. Il pontefice dichiarando ciò concedergli,
per il "mostrato valore contro nemici della fede in Christo, ad ampliatione
della stessa, & distruttione de gl'idoli, si manifesta della predetta
progenie de Carminati uscito, dicendo nel breve: "Concedimus,
et mandamus per presentes ad hanc propaginem tuam, quia ex ipsa originem
traximus". Ex copia brevis antiquis. In Pergam. Campidoglio de
Guerrieri. Questa famiglia ha avuto per molti secoli una particolare rilevanza
nelle vicende del suo territorio. All'epoca delle fazioni, i Carminati
parteggiando pei Ghibellini, combatterono i Guelfi e sfidarono perfino
l'ira del Duca di Milano e della Repubblica Veneta. Questa impadronitasi
della città di Bergamo e suo territorio, nel 1443 distrusse tutti
i villaggi della valle, e così i Carminati costretti a prender l'esilio,
si rifugiarono in gran parte a Milano, dove dividendosi in tre grandi linee,
formarono tre differenti case, cioè quella detta dei Bergamini Conti
di San Giovanni in Croce, quella vissuta in Vigevano col cognome di Brambilla
decorata da Carlo VI Imperatore del titolo Marchionale; e la terza tutt'ora
fiorente in Milano col nome di Carminati di Brambilla ascritta a quel patriziato
nel secolo XVIII°. Si diffusero inoltre a Genova, Verona e Venezia,
nella qual ultima città vennero ascritti al patriziato nel 1687.
Il cognome deriva probabilmente dal latino "Carminator", per identificare
un nucleo famigliare addetto alla lavorazione della lana, trasformatosi
poi in "de Carminatis" , ma uno studio approfondito dello stemma di questa
famiglia, raffigurante il Carrus-Minians, potrà forse fornire ulteriori
elementi sull'origine di questo antichissimo cognome. (Carrus-Miniatus
era il carro simbolo della città di Milano che, sotto forma di "Carrochium",
nel secolo XII accompagnò i Milanesi nelle loro battaglie di cui
non si conoscono le origini e del quale a tutt'oggi non esistono ancora
disegni o descrizioni precise).
CARMINE
DI CARMINE
Carmine è specifico del Verbano, zona di Cannobbio
e Cannero Riviera (VB), ha un nucleo, probabilmente non secondario, nel
milanese, Di Carmine invece ha un ceppo tra Piceno, teramano e pescarese
ed uno nel romano, dovrebbero derivare da nomi di località caratterizzate
dalla presenza di chiese, cappelle o monasteri dedicati alla Madonna del
Carmine, o da toponimi come Carmine di Cannobbio (VB), Carmine di Ripatransone
(AP), Villa Carmine nel pescarese e molti altri..
integrazioni fornite da Juan Manuel
Carmine
Il cognome trae origine dal nome di battesimo Carmine, che rappresenta
una variante di Carmelo, dal Monte Carmelo in Palestina. Il Monte Carmelo
infatti è un promontorio che si estende dal Golfo di Haifa, sul
Mediterraneo, fino alla pianura di Esdrelon, nella terra di Ges.. Dopo
la data dell'anno 1000, alcuni pellegrini e soldati delle crociate rimasero
sul Monte Carmelo per vivere come era vissuto il
profeta Elia, e costruirono una chiesetta dedicata alla Vergine Maria.
Verso il 1150 finalmente si organizzarono a vita comune e si ebbero dei
monasteri carmelitani che, col ritorno dei crociati, si moltiplicarono
anche in occidente e precisamente in Sicilia ed in Inghilterra. Nacquero
allora numerose chiese intitolate alla Madonna del Carmine (o Carmelo).
Probabilmente il nome si diffuse in maniera capillare attraverso l'Italia
arrivando in Piemonte, dove diventò il nome di un paese (Carmine
di Cannobio) e in seguito anche un cognome.
CARNABUCI
Originario del messinese, deriva
probabilmente da un termine dialettale.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Carnabuci è un cognome di Messina ma anche calabrese e napoletano.
Viene dalla voce dialettale 'carnavuci'
= pisello africano, frutto del Lotus edilis.
Rohlfs 64. Veniva anche chiamato 'carnabusci'
o 'curniceddi di manciari'.
CARNALE
CARNALI
Carnale è laziale, di Supino nel frusinate e del romano, Carnali
ha un ceppo nella zona che comprende il pesarese, l'anconetano, in particolare
a Jesi, Ostra Vetere e Montecarotto, ed il perugino, con un ceppo anche
nel romano e latinense, l'origine di questi cognomi potrebbe essere da
un soprannome tardo medioevale originato dal mestiere dei capostipiti,
forse dei carnifices (macellai).
CARNELLI
Molto raro è specifico del milanese, varesotto e comasco, dovrebbe
derivare dal nome di mestiere carnellus (tessitore), troviamo traccia di
questo cognome a Turate (CO) nel 1500 con un certo Bernardino dei Carnelli.citato
in un processo come parte lesa.
CARNELLO
Molto raro, molto raro, ha un ceppo nel frusinate ed uno nell'udinese,
il primo dovrebbe derivare dal toponimo Carnello (FR) il secondo dall'etnico
carnel o carniel (proveniente dalla Carnia).
CARNELUTTI
Carnelutti, molto molto raro, è tipico dell'udinese, è un
tipico cognome friulano originato dal termine carnel
(proveniente dalla Carnia), con il
suffisso -utti con il significato di
appartenenza, indicando nel capostipite uno originario della Carnia.
CARNESECCA
CARNESECCHI
Entrambi toscani, Carnesecca più raro è specifico della zona
di Pontremoli in Lunigiana, Carnesecchi è tipico della provincia
di Firenze con ceppi anche nel livornese, a Ceprano (FR) ed a Roma.
integrazioni fornite da Pierluigi
Carnesecchi
nome presumibilmente di origine toscana. La comune pancetta in Toscana
è infatti chiamata carnesecca.
In particolare a Firenze era in uso un motto d'augurio: "Dio
t'accresca in pane , vino e carnesecca." Cosi resta la possibilità
che i Carnesecchi prendessero questo nome dall'essere venditori o produttori
di carnesecca o che derivassero il nome dal motto augurale loro applicato
in qualche circostanza. Il cognome Carnesecca e diffuso in tutta
la Toscana e anche nella Lunigiana. Il cognome Carnesecchi mi sembra
doversi limitare alla zona di Firenze e Prato. I Carnesecchi di Firenze
assunsero questo nome a cavallo tra la fine del 1300 e gli inizi del 1400.
Erano un gruppo parentale ristretto, figli di tre cugini i cui nonni si
chiamavano Grazino di Durante e Matteo di Durante. Ecco perchè
il Crollalanza dice: si dissero dei Duranti e dei Frazzini (questo Frazzini
deve intendersi come Grazini). I Carnesecchi fiorentini divennero una delle
potenti famiglie oligarchiche fiorentine e parteciparono alla cariche della
repubblica e del Granducato e mantennero importanza fino agli inizi del
1700. A questa famiglia appartennero Paolo, Lorenzo, Andrea, Pietro.
I Carnesecchi di Prato assunsero questo cognome nel medesimo periodo e
il nome è molto probabilmente legato al mestiere del primo di loro
Pasquino di Giovanni di Pasquino pizzicagnolo. Questa famiglia si estinse
intorno al 1620. Nel frattempo il cognome Carnesecchi era stato usato
da un tale Ulivieri Carnesecchi che figura con tal nome in un documento
del 1563 ( e nel 1584 vi fu un processo intentato dai discendenti di Pasquino
per usurpazione di cognome). Questa presunta usurpazione portò fortuna
ai discendenti di Ulivieri che figurano nei libri della nobiltà
di Prato e di Firenze , infatti Giuseppe di Sebastiano, già nobile
fiorentino, nel 1765 fu ammesso alla nobiltà di Prato.
Carnesella è oggi presente a Milano, a San Bassano nel cremonese
e nel lodigiano, Carnesello, che sembrerebbe oggi scomparso in Italia,
dovrebbe essere campano, probabilmente del beneventano, Carnicella ha un
ceppo milanese ed uno tra potentino e barese, a Lavello nel potentino ed
a Corato, Andria, Terlizzi e Bitonto nel barese, Carnicelli ha un ceppo
toscano, in particolare nel lucchese e massese, uno tra romano ed aquilano
ed uno nel barese, Carnicello sembrerebbe unico, Carniselli, quasi unico,
sembrerebbe milanese, dovrebbero derivare, direttamente o tramite alterazioni
dialettali dal nome medioevale Carnicella
che troviamo usato in Toscana fin dal XII° secolo, in una novella di
Giovanni Sercambi (1348-1424) possiamo leggere: "...e
sopra di tale sagliendo facendo quello che a tale atto richiede; e mentre
che tale cosa per lo ditto Gualfreduccio si facea, <uno suo ragazzino>
chiamato Carnicella con motti disse...", tracce di queste cognominizzazioni
le troviamo a Pisa nel trattato di pace del 1225 tra la città di
Montpellier e quella di Pisa, dove tra glia altri firmatari troviamo un
tale Buonagionta Carnicella, a Roma nel 1300 con un tale Angelus Carnicella
de Urbe citato in un atto di compravendita.
Presenti in tutta Italia, con prevalenza al sud Carnevale ed al centro
nord Carnevali, Carnevalli è quasi sicuramente dovuto ad errori
di trascrizione del precedente, tipicamente calabrese Carnovale originario
della zona di Vibo Valenza, mentre Carnovali è decisamente lombardo,
probabilmente di origine bresciana o varesotta. Questi cognomi hanno in
comune una derivazione da nomi attribuiti perchè il figlio era nato durante il periodo del carnevale, o da soprannomi dati o perchè qualche fatto riconduceva al carnevale o per il fatto di essere i capostipiti dei tipi scherzosi o ridicoli.
integrazione fornite da Giovanni
Vezzelli
II cognome Carnevali è diffuso in tutt'Italia, anche nella forma
Carnevale. Esso muove dal nome carnevale,
passato a nome proprio per indicare il «nato
nel giorno avanti le ceneri», e divenuto anche soprannome
per designare «persona sciocca, fatua; pagliaccio,
buffone» (De Felice). Fin dal sec. XII sono documentati,
in carte modenesi, i nomi propri Carnelvarius,
Carnelevarius e Carnervarius,
più aderenti alla vera etimologia del nome: da carnem
levare «togliere la carne».
Fonte: F. Violi, Cognomi a Modena e nel Modenese.
CARNIATO
Carniato è specifico del trevisano, di Treviso in particolare, ma
anche di Paese, Trevignano, Ponzano Veneto, Mogliano Veneto e Villorba,
dovrebbe trattarsi di una forma dialettale veneta, con suffisso in -ato,
indicante la provenienza del capostipite dalla Carnia (regione friulana dell'udinese).
CARNIEL
CARNIELLI
CARNIELLO
CARNIELO
Carniel è del trevigiano e pordenonese, Carnielli, molto raro è
specifico delle province di Treviso e Veneziam, Carniello, abbastanza raro
sembra specifico della fascia che dal padovano, attraverso il trevisano
arriva al Friuli occidentale, Carnielo, quasi unico è del trevigiano. (vedi CARGNEL ed anche CARNELLI)
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Carnielli è probabilmente un derivato dal nome Carnia,
regione storico-geografica del Friuli. Olivieri 170, nota 171, fa notare
che carniello fu usato nel bellunese
nel significato di 'tessitore'.
CARNIGLIA
Carniglia è specifico dell'area alessandrino, genovese, dovrebbe
derivare dal nome del paese parmense di Carniglia, una frazione di Bedonia
sull'appennino ai confini con la Liguria, probabilmente il luogo d'origine
del capostipite.
CARNINI
CARNINO
Carnini è tipicamente lombardo, ha un ceppo a Grosio nel sondriese
e nel comasco a Gironico e Villa Guardia, Carnino è piemontese del
torinese, di Avigliana, Torino, Villar Focchiardo, Bussoleno, Grugliasco,
Collegno e Rivoli, dovrebbero derivare da un soprannome dialettale basato
sul termine lombardo arcaico carnin,
il boletus hepaticus, un tipo di fungo
mangereccio.
CARNIOLA
CARNIOLI
Sia Carniola che Carnioli sono quasi unici, dovrebbero derivare dal nome
medioevale Carniolus, Carniola,
indicante probabilmente un'origine carnica dei capostipiti.
CARO
CAROTTI
CAROTTO
Caro, estremamente raro, è presente in modo assolutamente disperso
in tutt'Italia, Carotti ha un ceppo a Cremona, uno nell'anconetano a Jesi,
Ancona, Senigallia e Belvedere Ostrense ed a Cingoli nel maceratese, uno
nel fiorentino a Firenze, Dicomano e Pontassieve e ad Orbetello nel grossetano,
uno a Terni ed un ceppo a Roma ed a Rieti, Carotto è praticamente
unico, dovrebbe essere dovuto ad errori di trascizione del precedente,
dovrebbero tutti derivare, direttamente o tramite ipocoristici, dal cognomen
latino Carus,
ricordiamo il famosissimo scrittore Titus Lucretius
Carus. Personaggio famoso con questo cognome è stato
Annibal Caro (Civitanova Marche, 1507-1566) il celebre traduttore dell'Eneide.
CAROBBI
Carobbi, molto raro, sembra tipico pistoiese, dovrebbe derivare da un soprannome
originato dall' abitare la famiglia in vicinanza di un crocicchio, o carrobbio.
CAROBBIO
CARROBBIO
Carobbio e Carrobbio, il secondo assolutamente rarissimo, comunque raro
anche il primo, sono tipici del bergamasco, dovrebbero derivare dal toponimo
Carobbio degli Angeli (BG). Personaggio famoso è stato il pittore
Giovanni Carobbio (1687-1752), originario di Nembro (BG).
CAROBENE
Carobene sembrerebbe specifico del catanese, soprattutto di Caltagirone,
Grammichele, Castel di Iudica e Catania, ma presenta un ceppo anche nel
napoletano e nei vicini casertano e salernitano, si tratta del nome del
capostipite, di un nome augurale medioevale inteso o a riconoscere nel
figlio un bene assoluto o nell'augurarglielo.
CAROCCI
CARROCCI
Carocci, tipicamente laziale, ha piccoli ceppi in Umbria, nel fiorentino
e nel livornese, Carrocci è specifico di Pontecorvo nel frusinate,
possono derivare da forme ipocoristiche del cognomen latino Carus
(vedi CARO), ma non si può escludere
una connessione invece con una possibile attività di carrettiere
svolta dal capostipite.
CAROFIGLIO
Tipico cognome pugliese Carofiglio è specifico di Bari.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
L'origine di questo cognome va ricercata nel nome medievale Carofiglio,
che, assieme a nomi quali Carassai, Carotenuto, etc, assume un valore chiaramente
affettivo (vedi Bonfigli). In conclusione, dunque, si tratta della cognominizzazione
dei nomi personali dei capostipiti.
CAROGLIO
Caroglio, assolutamente rarissimo, sembrerebbe piemontese, del Monferrato,
dovrebbe derivare da un nome di località chiamata Caroglio, il termine
caroglio anticamente indicava una salita
a chiocciola, essendo derivato dal termine provenzale carole
(girare in tondo ballando), ma potrebbe
anche trattarsi di una modifica del cognome Caraglio (vedi
CARAGLIO), dovuta ad un errore di trascrizione.
CAROLA
CAROLI
CAROLINA
CAROLINI
CAROLINO
CAROLLO
CAROLO
Carola ha un ceppo sardo a Sant`Antonio Di Gallura (OR), uno a Roma, a
Napoli, Caserta e nel salernitano, Caroli ha ceppi in Lombardia nel bergamasco,
un importante nucleo in Emilia e Romagna, a Roma ed in Puglia, soprattutto
tra tarentino e brindisino, Carolina, assolutamente rarissimo, sembrerebbe
siciliano, della parte occidentale dell'isola, Carolini, molto raro, è
tipico dell'Italia Centrale, in particolare del romano e del viterbese,
Carolino è pressocchè unico, Carollo ha un ceppo veneto,
in particolare nel vicentino ed uno siciliano, in particolare nel palermitano
e nel trapanese, Carolo è tipico del vicentino e padovano, derivano
tutti, direttamente o attraverso forme ipocoristiche, dal nome medioevale Carolus
(vedi Carli), o dall'ipocoristico del nome
latino Carus, di quest'uso abbiamo
un esempio in quest'atto del 1564: "Ego Antonius,
filius quondam domini Caroli
ex nobilibus Gregii et Arborii, notarius ducalis civis et habitans in presenti
civitate Vercellarum assumptus fui in collegio dominorum notariorum predicte
civitatis de anno nativitatis Domini nostri Iesu Christi millesimo quingentesimo
sexagesimo quarto...".
CAROLEI
CAROLEO
Carolei è tipico calabrese così come tipico calabrese, di
Catanzaro in particolare, è Caroleo, dovrebbero entrambi derivare
dal toponimo Carolei (CS) o dal nome greco Karalea.
CAROLETTA
CAROLETTI
Caroletta è tipico di Subiaco e Guidonia Montecelio nel romano,
Caroletti è tipico di Roma, dovrebbero derivare da forme ipocoristiche
del nome medioevale Carolus (Carlo).
CAROLFI
Specifico della zona tra Lodi e
Piacenza, deve essere derivato da soprannomi legati al luogo d'origine
casa dei rolfi (Rodolfi).
CARON
Caron, anche se ha un piccolo ceppo nel torinese e nel novarese,
sembrerebbe veneto, con un ceppo nel vicentino a Nove, Pove del Grappa,
Pianezze e Bassano del Grappa, nel trevisano a Castelfranco Veneto e Riese
Pio Decimo ed a Marostica nel padovano, potrebbe derivare dal nome latino
Charon, il nome di un dio degli inferi
del pantheon latino.
CARONE
CARONIA
Carone, assolutamente pugliese, con ceppi secondari anche in Basilicata,
Caronia, tipicamente siciliano, di Palermo con un ceppo anche nella zona
di Mazara del Vallo (TP), dovrebbero derivare dal nome greco Charones,
o anche dal toponimo Caronia (ME), ma è pure possibile derivino
da un soprannome
come ad esempio Ludovico Antonio Muratori
nel suo Antichità italiane,
dove nella Dissertazione XLI Dei Nomi e Soprannomi
degli Antichi cita anche, assieme a molti altri, caronia
(carogna) come appellativo di un certo Landulphus
Caronia.
CARONTE
CARONTI
Caronte, molto molto raro, ha un ceppo nel napoletano ed uno tra valentiano
e reggino, Caronti è tipico del romano, di Roma ed Anzio, dovrebbero
derivare dal nome medioevale Caronte,
Charon era il nome di un dio degli
inferi latini, estratto dalla mitologia greca, richiamato da Dante nel
suo Inferno, sempre come traghettatore di anime perdute, ma in alcuni casi
possono derivare dal toponimo Caronti di Pomezia nel romano.
CAROSELLI
CAROSELLO
Caroselli è specifico della zona che comprende le province dell'Aquila,
Roma ed Isernia, Carosello è assolutamente rarissimo.
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
Caroselli è un cognome tipico dell'Italia centrale, presente
principalmente a Roma e in Abruzzo, ma tipico anche del comune molisano
di Isernia. Variante di Caroselli è Carosello, molto raro. Dal punto
di vista etimologico il cognome dovrebbe derivare da un soprannome legato
all'attività svolta dal capostipite: i caroselli
erano in passato, in Italia centrale e meridionale, le partite di grano
raccolte dai contadini e depositate nelle masserie agricole. Altre
ipotesi di origine possono essere formulate considerando la semantica del
termine carosello, che può indicare
una sorta di torneo spettacolare di cavalieri con esercizi di bravura,
una giostra costituita da una piattaforma lignea girevole in tondo, oppure
una palla di creta che anticamente veniva adoperata in gioco e lanciata
reciprocamente tra i giocatori (il termine dialettale carusiello
deriva dalla forma della palla come la testa di un caruso,
cioè di un ragazzo).
CAROSI
CAROSO
Carosi è tipico della fascia che comprende il Piceno, l'aquilano
ed il Lazio, Caroso, assolutamente rarissimo è dell'aquilano, dovrebbero
derivare da modificazioni del termine dialettale caruso
(ragazzo). (vedi
CARUSO)
CAROSIO
Specifico dell'alessandrino e del genovese, dovrebbe derivare dal nome
medioevale Carosius di cui abbiamo
un esempio nel 1500: "...Bartholomaeus
Brandanus Carosius, Senensis, in loco natus,
cui vulgare nomen erat Palatium de Manacia in municipio Montis Fullonici;...".
CAROSONE
CARUSONE
Carosone, molto raro, è presente principalmente nel napoletano e
nell'aquilano, Carusone è specifico del casertano, di Bellona, Vitulazio,
Gricignano di Aversa, Formicola e Capua, dovrebbero derivare da accrescitivi
del termine dialettale caruso (ragazzo,
garzone). (vedi CARUSO)
CAROSSI
CAROSSO
Carossi, assolutamente rarissimo è del milanese, Carosso è
tipico del Piemonte occidentale, del torinese e del cuneese in particolare,
dovrebbero derivare dal nome medioevale Carosus di cui
abbiamo un esempio in uno scritto storico dell'anno 825: "...Interea
quidam Veneticorum, id est Carosus tribunus
et Victor nonnullique alii, facta conspiratione, Iohannem ducem, a Venecia
pepulerunt et Carosus
hanc usurpavit dignitatem...", tracce di questa cognominizzazione
si hanno ad esempio nel 1626 a Chiavenna (SO) dove si parla delle spese
sostenute dalla comunità de Clavenna per l'alloggio ed il vettovagliamento
dell'alfiere del capitano Carossi dal 5 novembre 1621 al 19 marzo 1622.
CAROTENUTO
Carotenuto, tipico della zona tra Napoli e Salerno, deriva dal nome medioevale
Carotenutus (considerato
caro), ma si tratta anche, molto spesso di un cognome attribuito
a dei trovatelli.
CARPANEDA
Carpaneda, assolutamente rarissimo, ha un piccolissimo ceppo nel milanese,
nel mantovano ed uno nel bolognese, dovrebbe derivare da Carpaneda o Carpanedo,
il nome di una località come ne esistono moltissime intutto il nord
Italia, nome che dovrebbe a sua volta derivare dalla presenza caratterizzante
di boschi di alberi di carpino nero, detti anche carpane
o carpaneda anticamente; della presenza
dell'uso di questo toponimo nell'antichità abbiamo un esempio nel
Codice Diplomatico della Lombardia medioevale,
in una Carta Investiturae del 1198
a Casorate nel milanese: "Anno dominice incarnationis
milleximo centeximo nonogeximo octavo, die martis ultimo die mensis marcii,
indicione prima. In loco Casorate, sub porticum vicinorum. In presentia
testium qui subter leguntur, investiverunt Iohannes Meria et Raffacanus
et Beroldus Grilius, cusules suprascripti loci, suo nomine et nomine communis
suprascripti loci atque omnium hominum illorum qui habent partem in infrascripta
Casorasca et Carpaneda,
et cum eis Petrus Longus, de suprascripto loco, Guilielmum qui dicitur
de Beccaria, de civitate Papie, et ad partem suorum heredum et cui dederint,
nominative de Casorasca seu Carpaneda
...".
CARPANI
CARPANO
Carpani ha un ceppo nell'area che comprende l'alessandrino, il novarese,
il pavese, il milanese, il comasco, il lecchese, il bergamasco, il cremonese,
il bresciano ed il mantovano, ha un ceppo nel bolognese, a Trieste, nell'ascolano
e nel romano, Carpano ha presenze sparse per tutt'Italia, con piccoli ceppi
a Bologna, Roma, Manfredonia nel foggiano ed Avola nel siracusano, dovrebbero
derivare dal nome medioevale Carpanus,
di cui abbiamo un esempio d'uso in una Carta commutationis
del 1187 a Tirano nel sondriese, atto che così si conclude: "..Interfuerunt
Petratius Segotefredi de Stazona et Iohannes Tedaldi et Vitalis frater
eius et Carpanus
de Belaxio testes. Ego Gulielmus iudex et misus domini Federici inperatoris
hanc cartam tradidi et scripsi.", nome che a sua volta deriva dal
nome del carpanus (carpino),
un'albero alto dai quindici ai venti metri con portamento dritto e chioma
allungata, in qualche caso potrebbe anche derivare da nomi di località
caratterizzati appunto dalla presenza di carpini.
CARPENTERI
CARPENTIERE
CARPENTIERI
Carpenteri, estremamente raro, sembrerebbe di Bovalino nel reggino, Carpentiere,
non comune, ha un ceppo nel barese ed uno tra messinese e catanese, Carpentieri
ha un grosso ceppo nel Lazio, uno altrettanto considerevole in Campania,
uno nel Salento, uno nel reggino ed uno nel trapanese, potrebbero derivare
dal mestiere del carpentiere o costruttore
di carri o calessi, termine originato dal vocabolo latino carpentarius,
contenente la radice gallica carpentum
(cocchio), mestiere probabilmente svolto
dal capostipite.
CARPELLA
Carpella è tipico del Trentino, di Tesero e Cavalese, potrebbe derivare
da un nome di località, come ad esempio la Pala della Carpella sempre
in Trentino.
CARPI
Diffuso nella zona che comprende genovese, parmense, reggiano e mantovano,
dovrebbe derivare dal toponimo Carpi (MO), ma è pure possibile che
derivi da località ricche di carpini (un tipo di albero comune in
valpadana).
integrazione fornite da Giovanni
Vezzelli
L'origine del cognome Carpi dal toponimo Carpi modenese, ad indicare
la provenienza da quel luogo, è la più probabile, anche se
concorre a spiegare il cognome il personale Carpus
/ Carpius del mondo latino. Fonte:
F. Violi, Cognomi a Modena e nel Modenese.
CARPIGNANO
Carpignano ha un ceppo piemontese nel torinese ed astigiano ed uno pugliese
nel tarentino, dovrebbe derivare dal nome di paesi come Carpignano Sesia
nel novarese o Carpignano Salentino nel leccese, probabili luoghi d'origine
dei capostipiti.
Carpina, assolutamente rarissimo, parrebbe toscano, forse di Massa, Carpine,
ancora più raro, parrebbe campano, Carpinella, molto molto raro,
sembrerebbe dell'avellinese, Carpinelli ha un ceppo in Umbria, soprattutto
nel ternano, a Roma, nel beneventano, nel salernitano ed uno anche nel
reggino, Carpinello ha un ceppo nel torinese ed uno nel leccese, Carpini
è decisamente toscano, del fiorentino, con ottime presenze a Barberino
di Mugello, Firenze, Borgo San Lorenzo e Vicchio, un ceppo a Pienza nel
senese ed a Prato, Carpino è diffuso a Roma,e Colleferro nel romano,
a Minturno nel latinense, a Sessa Aurunca nel casertano e nel napoletano
a Mariglianella, Napoli e Marigliano, ha un ceppo nel cosentino a Cosenza,
Mangone, Parenti, Santo Stefano di Rogliano, Belsito, Rogliano e Bianchi,
e nel catanzarese a Petronà e Catanzaro, ed un ceppo in Sicilia
nel siracusano a Palazzolo Acreide, Noto e Siracusa, ed a Castelvetrano
nel trapanese, tutti questi cognomi dovrebbero derivare, direttamente o
attraverso forme ipocoristiche, dal nome medioevale Carpinus di cui
abbiamo un esempio in un atto di donazione dell'undicesimo secolo: "..
Unde omnibus ecclesiæ matris fidelibus notum sit, quod ego Hugo,
cognomento Rubrus, cum uxore mea, nomine Tetsa et filiis ac filiabus, pro
animarum nostrarum et parentum nostrorum remedio, dono Deo et sanctis apostolis
ejus Petro et Paulo, servulum quendam, qui vocatur Tigrinus
Carpinus, cum tota progeniæ sua. Si
quis vero hanc donationem a me ultroneam factam evertere conatus fuerit,
excomunicationi, nisi cito resipuerit, subjaceat; et nostra donatio firma
et rata stipulatione subnixa consistat. ..", ma è pure possibile
che derivino da soprannomi originati dal nome della pianta del carpino,
una pianta di alto fusto diffusa in tutta Europa.
CARPINETI
CARPINETO
Carpineti ha un ceppo nell'urbinate, soprattutto a Cagli, Urbania e Fano
ed un ceppo a Roma, Anzio e Latina, Carpineto ha un piccolo ceppo romano
ed uno abruzzese nel chietino a Altino, Filetto e Chieti, potrebbero derivare
da toponimi come Carpineto (AP), Carpineto della Nora (PE) o Carpineto
Romano (RM).
CARPINTIERI
Carpinteri è tipicamente siciliano, della zona meridionale dell'isola,
del siracusano in particolare , di Solarino, Floridia, Siracusa e Priolo
Gargallo, di Scicli nel ragusano e di Catania, con un ceppo anche a Trapani,
potrebbe derivare da una forma dialettale originata dal vocabolo latino
carpentarius (colui
che fabbrica i carri), probabile mestiere dei capostipiti.
integrazioni fornite da Daniele
Zaia
sembrerebbe essere di origine iberica; carpintero
= falegname, in lingua castigliana
CARPITA
CARPITELLA
Carpita sembrerebbe originario
del pisano un ceppo e del messinese un altro, Carpitella dovrebbe essere
trapanese, il cognome potrebbe derivare da un soprannome legato ad una
caratteristica della zona di provenienza, quale la presenza di carpini,
specie d'aceri dal legno molto duro o dal fatto di essere molto resistenti
come fisico o potrebbe anche derivare da carpita (specie di panno ruvido)
in relazione alla produzione o al commercio di quel tipo di stoffa.
CARPUTI
CARPUTO
Carputi, molto raro, è di Napoli, Carputo è del napoletano,
di Quarto soprattutto, di Marano di Napoli, Giugliano in Campania e Villaricca,
dovrebbero derivare da forme etniche della città armena di Karput,
anche se troviamo il nome Carputus
usato in epoca tardo medioevale.
CARRA
CARRA'
CARRAI
Carra è diffuso in tutta Italia con area d'elezione compresa tra
Mantova e Parma esistono presenze significative anche in provincia di Lecce
e di Palermo, Carrà definisce almeno due ceppi uno nelle provincie
di Pavia e Piacenza e l'altro nella zona di Vibo Valenza, Carrai è
tipicamente toscano, in particolar modo del fiorentino, dovrebbero derivare
o direttamente o da modificazioni dialattali del mestiere di carraio, portatore
di carri.
integrazione fornite da Giovanni
Vezzelli
Carrà in Sicilia ed in Calabria viene da toponimi che significano
'bosco di cerri'; infatti nel dialetto
grecanico della zona di Bova in Calabria 'karro'
= cerro.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CARRA; CARRAI: derivano ambedue da carro,
ma il primo è un'antica unità di
misura di capacità per liquidi, che usavano un tempo
in Piemonte e corrispondeva a circa 500 litri, ed era, pressappoco il tanto
di liquido, solitamente di mosto o di vino, che si riusciva a trasportare
dentro una carrata, che era una grossa botte, sistemata sopra un carro,
trainato da cavalli o da buoi. La grossa misura veniva solitamente divisa
in 10 parti, brente. Una brenta, a sua volta, è (ancora oggi a Torino)
una unità di misura della capacità di circa 50 litri. Si
tratta di una specie di bigoncia in legno, che si usava per il trasporto
del vino. L'etimo del termine è ancora oggi oscuro, ma noi pensiamo
che derivi dal latino venter = ventre;
anche per la forma antica della bigoncia che altro non era che un otre
di pelle. Quindi si tratterebbe di una voce latina, non preromana, come
sostengono alcuni.
Carra e Carrai come cognomi potrebbero derivare non tanto dal mestiere
di fabbricante di carri, quanto invece da quello di trasportatori
e mercanti. Il cognome Carra è attualmente presente in
238 Comuni italiani, con la maggiore diffusione nelle zone di confine tra
la Lombardia e l'Emilia Romagna: Mantova - Parma. Carrai è presente
in 94 Comuni italiani, con maggior diffusione in Toscana. Carra è
presente in un solo Comune sardo, ad Arzachena, ma è di chiara importazione.
Anche Carrai è presente in un solo Comune sardo, a Cagliari. Sia
Carra che Carrai sono però presenti nei documenti antichi della
Sardegna. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE del 1388, figurano:
Carra Anthonius - de Aristanni; Carra Joanne, jurato ville de Paingionis(Pabillonis);
Carra Juliano, ville Selluri(Sanluri - Seddori); Carrai Parisono - de Castri
Januensis(Castelsardo); Carras Joannes, ville Sasseri. Nel Condaghe di
Santa Maria di Bonarcado, CSMB, del XI°, XIII° secolo, figura un
certo Carras Furatu (172), curatore(ufficiale amministrativo e giudiziario)
di Aristanis (Oristano), teste in una lite (kertu) per una serva., Maria
Pisana, e suo figlio, tra il priore del convento di Santa Maria e
il priore di Bauladu, donnu Francardu.
È opportuno fare qui una nota: carra
in logudorese e cuàrra in campidanese,
è una unità di misura per cereali
e per terre. Una càrra o cuàrra corrisponde a
circa 20 litri di grano o d'altro cereale, prendiamo il grano perché
è il più nobile dei cereali. Nella misura di terra (agrimensura)
una cuàrra corrisponde a 20
are ( 1 ara = 100 mq.) = 2.000 metri quadri.
La misura più grande di cuàrra è moi, che corrisponde
a 4.000 mq. Pertanto dus mois e cuàrra corrispondono a un ettaro
di terra, cioè a 10.000 m,q. Solitamente unu moi (4.000 mq) = duas
cuàrras de terra era il tanto che un contadino, con un bel giogo
di buoi (u'jù de bois) e un aratro, riusciva ad arare e seminare
in una giornata lavorativa (non meno di 10 ore di lavoro). Unu quartu è
la metà di una cuàrra e corrisponde a 1.000 mq; unu quartucciu
= 500 mq; un'imbudu = 250 mq. di terra. Nella misura dei cereali
per il grano si usava "sa mesura", che era un recipiente, prima di sughero
e poi di ferro equivalente a 20 litri = una cuàrra. Curiosità:
per il grano si usava la "mesura a rasu" (a raso), per altri prodotti della
terra, ad esempio, fave, piselli, ceci, mandorle, "a cùccuru, cioè
con la "misura" ben ricolma. Ricordo che quando ero bambino, ho 63 anni
- 2008, si usavano ancora queste "misure", ma per non incorrere nell'errore
ho chiesto ragguagli a mia madre, che ne ha quasi 90, ma con tutte le "misure"
ancora ben sistemate nel suo cranio!
CARRACOI
Carracoi è tipico di Barisardo nell'Ogliastra in Sardegna, sembrerebbe
derivare da soprannomi originati dal vocabolo sardo carracolu
(lumaca), che deriverebbe a sua volta
dal termine spagnolo caracol (lumaca).
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CARRACOI: cognome raro presente in 27 Comuni italiani, di cui 16 in
Sardegna: Villamar 31, Bari Sardo 27, Villasor 9, Gonnosfanadiga 3, etc.
Su carrancòni è sinonimo
di su cancaròni. Deriva dal
latino canchalus e significa rampino,
gancio, di legno o di ferro. Potrebbe essere riferito al mestiere
del capostipite; o al suo carattere, nel significato di spigoloso, aspro,
duro. Non l'abbiamo riscontrato nelle carte antiche da noi consultate.
CARRADA
Carrada, assolutamente rarissimo, sembrerebbe tipicamente sardo del sudest
dell'isola.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CARRADA: sa carràda è
la botte; una carràda
de binu = una botte di vino;
è sinonimo di cuba o cupa,
o cupone/i; una/u
carradèdda/u = una piccola botte(carratello
in toscano). Viene dall'italiano antico carrata.
Si tratta di un cognome raro, presente in 10 Comuni italiani, di cui 5
in Sardegna: Quartu 5, Elini 3, Cagliari 2, etc. Non l'abbiamo trovato
come cognome negli antichi documenti della lingua sarda, in nostro possesso.
Il vocabolo carrata, di probabile provenienza toscana, diventato in lingua
sarda carràda è presente nella Carta de Logu (XIV° secolo),
al capitolo 127, riga 42: cuba de vjno ouer carràda.
CARRADORI
Presente in tutto il centro nord,
particolarmente nella fascia centrale si individuano ceppi nelle Marche,
in Toscana e nel Lazio, l'origine potrebbe essere un soprannome relativo
alla professione di costruttore di carri (carradore).
CARRAFFA
GARAFFA
GARAFFO
GARRAFFA
GARRAFFO
Carraffa è specifico di Palermo, Garaffa ha un ceppo a Modica e
Ragusa nel ragusano, a Trapani ed Erice nel trapanese, a Rosolini nel siracusano
ed a Palermo, Garaffo ha un piccolo ceppo nel catanese, a Biancavilla e
Catania, Garraffa ha un ceppo calabrese, a Crotone e Cutro nel crotonese,
ed uno siciliano, a Palermo ed a Marsala nel trapanese, Garraffo ha un
ceppo nel catanese a Paternò, Catania e Giarre, ed a Favara e ad
Agrigento nell'agrigentino, tutti questi cognomi dovrebbero derivare da
soprannomi basti su di un'alterazione del termine arabo garraafah,
che ha sia il significato di vaso od orcio, che quello di macchina agricola
di sollevamento dell'acqua, costituita da una serie di secchi o vasi fissati
su di una ruota.
CARRAMUSA
Carramusa è specifico di Palermo, dovrebbe derivare dal nome della
località di Karamus in Turchia, paese che ha dato origine anche
a cognomi in quella terra, e che potrebbe indicare capostipiti cristiani
fuggiti con l'arrivo dei saraceni, ma potrebbe anche derivare da un'alterazione
del termine ebraico Hazar-susah (mangiatoia
o ricovero per cavalli), ed anche cittadina in Palestina.
CARRANO
Carrano è tipico della zona tra napoletano ed alto salernitano,
dovrebbe derivare da nomi di località di cui abbiamo un esempio
a Solofra (AV) dove si trova un campo Carrano. Tracce di questa cognominizzazione
le troviamo a Napoli nella seconda metà del 1700 con Don Michele
Carrano governatore d'Ischia.
integrazioni fornite da Leonardo
Delli Giudici
Carrano è un cognome preso da località. Invero, già
nel vecchio testamento si rinviene in Mesopotania la città di Carran.
Località Carrano esistono un po in tutta la Campania: a Teano (CE),
a Solofra (AV) , a Teggiano (SA) esiste la località Carrano o Carrani.
Anche in Calabria esiste un casale ovvero una frazione di Colosimi (CZ)
chiamata Carrano, a Contursi (SA) esiste una località Carrano che
ha dato nome anche ad un viadotto dell'autostrada. Sempre nell'avellinese
esiste Cairano castello che nelle carte geografiche del 1600-1700 è
chiamato Carrano. Per alcuni deriva da un termine di origine semitico da
Car che significa roccia, picco elevato, ma anche, rocca. Di origine Imperiale,
il cognome Carrano deriva certamente da qualche individuo che possedette
una signoria con tal nome. Nel avellinese e nel salernitano, in particolare
nella piana del Sele, è largamente attestata la gens latina Carania,
probabilmente derivate dal nome latino Cairus, di cui al successivo suffisso
di appartenenza -anus, divenuto Cairanus e forse carranus, se non anche
caranus. La diffusione di questo cognome è connessa alla dominazione
Normanna. E' noto che i conquistatori normanni solevano prendere il nome
dal luogo cioè dal predio che signoreggiavano, come accaduto per
moltissime famiglie es. Aquino, Sanseverino, Marzano, Rota, de Capua, Santomango
o Santomagno, Savoia, d\'Aragona, de Pagani, Avella, Castocucco, ecc. ecc.
Durante la dominazione normanna, Cairano (AV) fu feudo di sei cavalieri
che potrebbero averne preso il nome, successivamente a seguito di metatesi,
ma anche di errori di trascrizione, cambiamenti linguistici, fonetici ed
a volte anche dialettali, divenuto Carrano. Nel 1292 il Capitano
a guerra del principato citeriore (Salerno) fu un tale Giovanni di Cahurano,
Chaurano ovvero Caurano, antico francesismo linguistico dell'angioino
provenzale-durazzesco Carrano, come accaduto ad esempio per Bhauden,
de Bauden, Baudino, Bodino, o ancora per de Baux, de Baucio, del Balzo
e tante altre famiglie nobili, come i d'Alitto, che in origine si chiarono
de Letto, de Lechto nel periodo angioino, de Lecto, di Alicio nel periodo
Federiciano, di Alicto, e d'Alitto o ancora per i Curiale divenuti Coriale,
Curriale, Corriale e Correale. A sostegno della probabile origine normanna, la circostanza che una
famiglia nobile Carrano è documentata dal Crollalanza nel suo Dizionario
Storico Blasonico anche in Sicilia, purtroppo senza indicarne la città
dove fu stanziata e le cariche dei suoi esponenti. E' certo comunque
che una famiglia nobilissima Carrano, di cui il primo è il citato
capitano a guerra nel 1292, è fiorita nel Salernitano, a Diano diramandosi
anche nel Cilento. Tale famiglia vanta dei vescovi, moltissimi cavalieri
tra i quali alcuni cavalieri della religione Gerosolimitana, di Rodi, di
Malta, magistrati, abati, generali. Proprio in questi luoghi il cognome
è molto comune. Probabilmente dovuto alle antichissime usanze di
conferire ai Villani cioè ai vassalli, nonché ai famigli
cioè coloni, servitori, assoldati, ecc. il cognome del Signore e
di conferire ai trovatelli i cognome della famiglia più in vista,
usanza misericordiosa tutta Italiana largamente nota. Ritengo che sia difficilissimo
dire qualche cosa di certo circa la primaria origine del cognome Carrano.
La spiegazione che mi appare più logica e convincente è,
che il vocabolo, che per alcuni significa roccia, sia di origine mesopotamica
e semitica derivi proprio dalla città di Carran più volte
menzionata nel vecchio testamento nella genesi cap.11. Infatti, si dibatte
sulla provenienza di Abramo, alcuni lo dicono di Ur altri lo dicono di
Carran. Comunque da Carran partirono moltissimi esodi (migrazioni). Gruppi
di abitanti di Carran potrebbero essersi fermati in molti posti dell'Europa
del nord e del sud. Tali grappoli o gruppetti di comunità potrebbero
aver dato il nome alle località Carran o Carrano. Come detto
persone singole e gruppi di persone potrebbero averne preso il nome anche
in epoca latino-romana e tardo imperiale come Cairus, da Cairanus o Carranus
o Caranus e così via nelle varie lingue di origine latina, come
Italiano, Francese, Inglese ed Irlandese. Dopo la caduta dell'impero romano
e l'avvento delle dominazioni barbariche di Ostrogoti, Visigoti e Goti,
in Italia, dobbiamo attendere i longobardi per vedere timidamente rispuntare
i cognomi, e tale usanza diverrà regola solo con i normanni e gli
svevi. I cavalieri normanni in particolare, lo ripetiamo, presero il nome
dal luogo signoreggiato. Così se, Carran, Carine, Karran, Caronet,
Cheronnet e Cheroneau sono le varianti Francesi, Inglesi, Soczzesi e Irlandesi
di Carrano, anche Chaurano, Cahurano, Caurano, carano e Cairano di Carrano
in Italia.
CARRARA
Presente in tutt'Italia, particolarmente al nord ed in Sicilia ed in provincia
di Napoli, può derivare da toponimi diffusi nella penisola,
quali Carrara (LT) -(MS) - (PD), traccia di questa cognominizzazione si trova
a Bergamo dove è registrato nel 1603 un testamento di un certo Giovanni
Paolo Carrara.
CARRARINI
Cognome abbastanza raro, che sembra
avere due nuclei distinti, nel veronese, che dovrebbe derivare da un diminutivo
di un soprannome legato al mestiere di carrarius
(carraio = costruttore
o guidatore di carri), e nel Lazio, probabilmente derivato dal toponimo
Carrara.
CARRARO
Particolarmente concentrato al
nord e nel Veneto in particolare, dovrebbe derivare dal mestiere di carrarius
(carraio = costruttore
o guidatore di carri).
CARRATA
CARRATO
CARRATU
CARRATU'
Carrata, quasi unico, sembrerebbe specifico del barese, Carrato ha presenze
nel napoletano e salernitano ed un ceppo a Mazara del Vallo nel trapanese,
Carratu, estremamente raro, è del salernitano, Carratù è
tipicamente campano, del salernitano a Mercato San Severino, Cava de' Tirreni,
Salerno, Castel San Giorgio, San Marzano sul Sarno, Roccapiemonte, Nocera
Inferiore e Nocera Superiore, di Napoli, di Montoro Inferiore nell'avellinese
e di Aversa nel casertano, tutti questi cognomi dovrebbero derivare da
soprannomi basati sul termine dialettale meridionale arcaico carrata,
un'unità di misura per il vino corrispondente ad una botte piccola
o ad un quarto di botte grande.
CARRAU
vedi CARAI.
CARRAVIERI
Carravieri, molto raro, ha un ceppo a Crespino nel rovigoto ed uno in Alto
Adige, di origine etimologica oscura.
CARRERA
CARRERI
CARRERO
Carrera è concentrato in Lombardia ed in particolare nella provincia
di Brescia ha dei ceppi anche in provincia di Taranto, di Catania, di Napoli
e di Roma, Carreri, specifico del mantovano, di Porto Mantovano, Mantova
e Roncoferraro, ha un ceppo anche a Milano, Carrero, oltre che nel mantovano,
è presente anche in modo significarivo a Santa Vittoria d`Alba (CN),
dovrebbero tutti derivare dal mestiere di carrarius
(carraio = costruttore
o guidatore di carri) modificato dal dialetto.
CARRERAS
Carreras è tipicamente sardo, di Gonnosfanadiga e Gusoini nel Medio
Campidano e di Cagliari, con un ceppo anche a Napoli, dovrebbe derivare
dal termine sardo logudorese carreras
(strade), forse ad indicare il fatto
che il capostipite abitasse in prossimità di una strada principale.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CARRERAS: significa carriera >di
cavallo o comunemente strada, ma anche
pascolo, cioè luogo
calpestato da animali, da pecore nella maggior parte dei casi:
in sa carrèra de (espressione
comune).nel pascolo di.dove pascola
il tale..E'un termine assolutamente spagnolo o catalano; e deriva dal latino
carrus = carro.
La "carriera" oggi è la via
scelta e seguita nell'impiego, nella professione, negli studi,
ma in origine era lo spazio assegnato alla corsa
dei cavalli con i carri. Il termine sardo comunque arriva direttamente
dalla Spagna, anche come cognome. L'abbiamo trovato inoltre tra i firmatari
della Pace di Eleonora LPDE, del 1388, anche se in uscita leggermente
diversa: Carreres Arnaldus, juratus Castri Callari (della città
fortificata di Cagliari - Casteddu = Castellum > Castello). Attualmente
il cognome è presente in 41 Comuni italiani, di cui 21 in Sardegna:
Gonnosfanadiga 37, Cagliari 27, Guspini 17, Quartu 11, etc. Non sappiamo
che relazione ci sia tra i Carreras del Continente e quelli dell'Isola.
I Carreras di Gonnosfanadiga (attualmente i più numerosi) dicono
che il loro capostipite proveniva da Cagliari. Non sappiamo altro, se non
che in Spagna è cognome abbastanza comune ed è presente in
ben 38 Stati USA!
CARRESE
CARRESI
CARRISE
CARRISI
Carrese è tipicamente campano, di Castellammare di Stabia e Napoli
nel napoletano e di Limatola nel beneventano, Carresi invece è toscano,
di San Giovanni Valdarno e Montevarchi nell'aretino, di Firenze e di Follonica
e Grosseto nel grossetano, Carrise è praticamente unico, Carrisi
è specifico del Salento, di Vernole, Trepuzzi, Lecce, Alezio e Seclì
nel leccese, di San Pietro Vernotico nel brindisino e di Taranto, dovrebbe
derivare da soprannomi originate dal termine dialettale arcaico carrese
o carrise, utilizzato per definire
le gare di carri tirati da coppie di buoi, ma anche il carro stesso ed
il conducente di questo tipo di veicoli.
CARRI
CARRO
Carri ha un ceppo lombardo a Milano e Cremona, uno a Reggio Emilia e nel
reggiano ed uno a Firenze e nel fiorentino, Carro ha un ceppo a Rudiano
nel bresciano ed a Bollate nel milanese, ma il ceppo principale è
a La Spezia e nello spezzino ed a Genova, ha ceppi in Campania nel salernitano
a Laurito e Roccagloriosa ed a Napoli, pur considerando la possibilità
di una derivazione da modificazioni dialettali del cognomen latino Carus
(vedi CARO), l'ipotesi più probabile
è quella che derivino dal mestiere di carrettiere svolto dal capostipite.
CARRIERO
Decisamente del sud con area di
origine tra la Puglia e la Basilicata, dovrebbe derivare dal mestiere di
carrarius
(carraio = costruttore
o guidatore di carri) modificato dal dialetto.
CARROGA
CARROGU
Carroga è quasi unico, Carrogu, estremamente raro, è tipico
del cagliaritano, potrebbero derivare da un soprannome originato dal vocabolo
sardo carroga
(cornacchia), ma è pure possibile
che la radice derivi da variazioni del vocabolo sardo carrogheddu
(corbaccio) anche tipico strumento
musicale del cagliaritano.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CARROGA; CARROGU: carròga, corròga,
corrànca, corràncra, corriònca. È
la cornacchia, dal latino cornacula.
Qui in Campidano distinguiamo sa carròga
niedda (la cornacchia nera)
da sa carròga bràxa (la
cornacchia grigia). Da bambini, vedendo le cornacchie nere in
volo, ci veniva spontaneo lo scioglilingua: "Crò,
crò, crò, stallamincèdda e lassàda a co'"!
Su carrògu mannu era anche (senza
offesa) il vicario, per il suo abito
nero; is carrogheddus erano invece
i seminaristi. Tottu
accorroncàu, significa vecchio/a
e brutto/a come una cornacchia. Non li abbiamo trovati nelle
carte antiche, del resto si tratta di cognomi spregiativi derivati molto
probabilmente da soprannomi. Sono molto rari e quasi esclusivamente sardi.
Carroga è presente in 3 Comuni italiani, di cui 1 in Sardegna: Samassi
3. Carrogu è presente in 13 Comuni italiani, di cui 9 in Sardegna:
Iglesias 13, Sardara 12, Fluminimaggiore 11, etc. In molte parti del Campidano
sono comunque presenti come soprannome.
CARRONE
CARRONI
Carrone ha un piccolo ceppo nel nuorese, in particolare ad Irgoli ed Oliena,
ed uno nel brindisino soprattutto a Carovigno, San Vito dei Normanni, Fasano,
Latiano e Ceglie Messapica (vedi
anche CARONE), Carroni è tipicamente sardo, di Nuoro
in particolare, ma ben presente anche ad Oliena e Siniscola, i ceppi sardi potrebbero
derivare da soprannomi originati dal termine sia logudurese che campidanese
carròne (garretto,
tallone), forse ad indicare che il capostipite corresse molto
velocemente.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CARRONE; CARRONI: su carrone
o su carroni in logudorese quanto
in campidanese significa tallone, calcagno
e proviene dal celtico garra (vedi
anche GARRONE diffuso come cognome soprattutto in Piemonte). È
ben vero che il catalano garrò
ha per lo più lo stesso significato. Due sono quindi le ipotesi:
che si tratti di un cognome importato dalla Spagna, o che invece provenga
dal Piemonte, dove, come detto, è diffuso Garrone. Non abbiamo trovato
il cognome nelle carte antiche della Sardegna. Carrone è presente
in 52 Comuni italiani, di cui 8 in Sardegna: Irgoli 14, Oliena 9, Galtelì
9, Nuoro 6, etc. Carrone ha un ceppo consistente anche in Puglia, ma non
sappiamo con quale significato ed etimo: potrebbe indicare un grosso carro,
ad esempio. Carroni è presente in 30 Comuni italiani, di cui 14
in Sardegna: Nuoro 74, Siniscola 13, Ortacesus 21, etc.
CARROZZA
CARROZZI
CARROZZINI
CARROZZINO
CARROZZO
Carrozza è diffuso in tutto il centrosud, Carrozzi è specifico
della città de L'Aquila e di Roma, Carrozzini ha un ceppo romano,
uno nel leccese a Galatina, Sogliano Cavour, Maglie, Lecce e Veglie, ed
uno Carrozzino ha un ceppo a Genova ed a Taggia nell'imperiese ed uno nel
cosentino a Belvedere Marittimo soprattutto, a San Nicola Arcella, a Buonvicino
e ad Acquappesa, ed uno a Scalea nel cosentino, Carrozzo è tipicamente
pugliese, delle provincie di Lecce, Brindisi e Taranto, potrebbero derivare,
direttamente o tramite ipocoristici, da soprannomi formati dal vocabolo carrozzo
(antica unità di misura per solidi)
o legati ad un certo carro o ad un evento che ricordava un carro modificato
dal dialetto, o anche dal fatto di condurre il capostipite una carrozza.
Troviamo tracce di queste cognominizzazioni a Mesagne nel brindisino fin
dalla seconda metà del 1600 con il mastro muratore Antonio Carrozzo
originario del barese, chiamato per costruire una "Piscina
nuova per conservare gli oli" e sempre nella seconda metà
del 1600 a Varese Ligure nello spezzino troviamo tra i consiglieri tali
Cesare Carrozzi e Tommaso Carrozzi.
CARRUBA
CARRUBBA
Carruba, molto raro, è tipico del nisseno ed è probabilmente
dovuto ad errori di trascrizione del cognome Carrubba che è molto
presente in tutta la sicilia meridionale, nel siracusano in particolare,
derivano ovviamente da soprannomi originati dal frutto della carruba a
sua volta derivato dal vocabolo arabo charrub.
CARRUCCIO
CARRUCCIU
Carruccio, estremamente raro, sembrerebbe piemontese, Carrucciu è
tipicamente sardo, di Cagliari, Assemini e Selargius nel cagliaritano,
di Assolo nell'oristanese e di Sorso nel sassarese.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CARRUCCIO; CARRUCCIU; (CARRUCA; CARRUGA): su
carrùcciu o carrutzu
è il carretto per bambini, usato
anche come "scappapèi" = girello,
per imparare a camminare. Ma su carrùcciu è anche
il rocchetto: spagnolo garrùcha. Viene dall'italiano carro o meglio
dal latino carrus = carro da trasporto a 4 ruote. Nelle carte antiche non
abbiamo trovato né Carrucciu, né Carruccio, invece è
presente Carruca (in sardo significa carro leggero e viene dal latino carruca
= carrozza, carro leggero. Ma in Campidano is carrùgas sono dette
le anche, cioè la regione lombare: seu tottu scarrugàu =
ho i lombi a pezzi, "tutto slombato". Nel condaghe di San Nicola di Trullas,
CSNT, XI°, XIII° secolo, figura, Carruca Janne (177), in una compera:
comporaili assu Cane(nome) pede (un quarto del diritto di lavoro)de Iusta
Plana, sorre (sorella) di Janne Carruca; e deivili (gli diedi in cambio)
.I. mesa libbra de argentu laborata(mezza libbra di argento lavorato),
pro cussa e pro atteru debitu ki li avea(per lei - in cambio di - e per
altri debiti). Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, CSMB, XI°,
XIII° secolo, è citato, come testimone, Carrùca Gunnari,
priore di San Paolo di Sinnas, (173), in una lite (kertu) per la servitù:
in nomine domini amen. Recordationem facio pro Maria Capra, ka se rebellait
dessu serbthu de sncta Maria et addonniscaitse a Petru Zuckellu,
armentariu de Mandra Ulisay.(poiché si è ribellata al servizio
di santa Maria e si è messa a disposizione di Petru Zuckellu, armentariu
(amministratore etc.) Testes: .Gonnari Karrùca, priore de sancto
Paule de Sinnas.Il cognome Carrùga o Carrùca, non è
più presente negli elenchi anagrafici italiani, ma, ad esempio,
qui in questo piccolo borgo della Sardegna, Gonnosfanadiga, Carrùga
è ancora presente come soprannome, in riferimento, molto probabilmente
all'esistenza del cognome, ormai scomparso: vi sono altri casi simili.
Attualmente il cognome Carrucciu è presente in 61 Comuni italiani,
di cui 24 in Sardegna: Cagliari 62, Assolo 16, Selargius 15, Assemini 12,
etc. Carruccio è presente in 9 Comuni italiani, di cui 2 in Sardegna:
Cagliari 2, Laerru 2.
CARRUS
Carrus è tipicamente sardo, diffuso nel cagliaritano a Cagliari,
Orroli, Nurri e Capoterra, nel nuorese ad Oliena, nell'oristanese ad Oristano,
Cabras, Bosa e Narbolia, e nel carbonense a San Giovanni Suergiu, Carbonia
e Domusnovas, dovrebbe derivare da un soprannome stante ad indicare nei
capostipiti dei carrettieri o dei fabbricanti di carri.
CARSANA
CARSANI
CARSANO
Carsana è specifico dell'area bergamasco, lecchese, di Carenno e
Calolzio Corte nel lecchese, e di Calcinate, Bergamo, Seriate e Grassobbio
nel bergamasco, Carsani, quasi unico, parrebbe dell'area comasca, Carsano,
assolutamente rarissimo, è specifico dell'alessandrino, questi cognomi
dovrebbero derivare da un soprannome dialettale basato sul vocabolo dialettale
lombardo arcaico carsan (lievito,
ma per estensione anche una sorta di schiacciata
di pasta di pane morbida), forse ad indicare un pastore o un
lavoratore dei campi che basasse la propria alimentazione proprio su quel
tipo di alimento.
CARSETTI
CARSI
CARSINI
CARSINO
CARSO
Carsetti ha un ceppo marchigiano a Matelica ed Esanatoglia nel maceratese
e a Fabriano nell'anconetano, Carsi, molto molto raro, è del centronord,
Carsini e Carsino sono praticamente unici, Carso, estremamente raro, sembrerebbe
meridionale, dovrebbero derivare direttamente o tramite varie forme ipocoristiche,
dal nome ionico Carsus: "...Dionysius
Syracusanus Tyrannus gloriari solitus est, Regnum se filio relicturum adamantinis
catenis colligatum. Verum hae catenae facili negotio sunt ruptae, et filius
regno pulsus, panem mendicare coactus est. Carsus
Rex Lydorum potentissimus, et ditissimus, se ob divitias beatum praedicabat.
Verum Solon ei recte respondebat: ...".
CARTA
Presente massicciamente in tutt'Italia,
presenta delle zone d'elezione quali la Sardegna, la Sicilia orientale,
la Liguria ed il vicentino, ma non sono da escludere altri ceppi in Campania,
Lazio e Piemonte, dovrebbe derivare da un mestiere, o quello del cartaio
(produttore o venditore di carta) o quello di lavorare con le carte.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CARTA: sia in logudorese che in campidanese abbiamo carta: dall’italiano
carta – dice il Wagner, nel DES, ma noi non siamo d’accordo, perché
la voce carta, come pure il cognome Carta, sono presenti, nei documenti
medioevali della lingua e della storia della Sardegna, prima che entrasse
nell’isola la lingua italiana; per noi deriva direttamente dal latino charta,
termine inteso più che altro come carta
particolare, quindi come documento
scritto, libro od altro. Per indicare la carta comune in sardo
diciamo su papìru, dal latino
papyrus, o su
papèri dal catalano paper.
Ancora oggi nonostante “l’italianizzazione” del sardo, usiamo il termine
papèri per indicare la carta comune e non solo: ad esempio in cartolibreria
chiediamo: fòlius de papèri po scrì, papèri
po paccus, etc. – fogli di carta per scrivere, carta per pacchi, etc. Per
la carta bollata, essendo carta specifica, usiamo le due voci: carta bullàda
o papèri bullàu; termine ricorrente anche nella Carta de
Logu di Arborea del 1384 > al capitolo XXV – Dessas Cartas bullàdas
e non bullàdas chi s’hant’a presentari a sa Corti…E così
anche nel Condaghe di San Nicola di Trullas, ai capp. 80, 140, 262, 270,
286, etc. troviamo la voce carta o più spesso “cartas” per indicare
un documento; e “carta bullàta” per designare un documento munito
di sigillo. Etc. etc. Anche per le carte da gioco, il termine usato in
tutta la Sardegna è “carta” o “cartas” de briscola, de scopa od
altro. Come anzidetto il cognome Carta è presente nei documenti
antichi della lingua e della storia della Sardegna. Tra i firmatari della
cosiddetta Pace di Eleonora, LPDE del 1388, troviamo: Carta (de) Leonardo,
jurato(guardia giurata, collaboratore del majore – sindaco) ville Floxio,
* Floxio…odierna Flussio. Contrate Castri Montis de Verro ; Carta Antonio,
majore(sindaco, amministratore di giustizia) ville Sindìa, * Sindìa...odierno
Sindìa. Contrate Castri Serravallis; Carta Arçoco, majore(sindaco,
amministratore di giustizia), ville Nuor* Nuor…odierna Nuoro. Curatorie
Dore; Carta Comita, jurato(guardia giurata) ville Solarussa, * Solarussa
…odierno Solarussa. Campitani majoris; Carta Elia, curie de Sacargia, *
Curie de Sacargia…curia di Saccargia: distrutto – presso Codrongianus (Spano);
Carta Gonario, jurato ville Oltai, * Oltai…odierna Olzai. Barbagie Ollolai
et Curatorie Austis; Carta Grandu, jurato ville Seneghe, * Seneghe…odierno
Seneghe(Contrate Partis de Milis); Carta Guantino, jurato ville Pauli,
* Pauli… Gerrei …odierno San Nicolò Gerrei. Contrate Marmille; Carta
Guantino, jurato ville Urune, * Urune…attuale Orune ( Oruni). Curatorie
de Anella; Carta Joanne – ville Terrenove, ** Terranova et Fundi de Montis
(Olbia e Monti). Sempre De Yola Petro et Filio Guantino di Sassari, notai
imperiali( 15 – gennaio – 1388). Habitatoribus Fundi Montis...XV Januarii
1388; in posse-. Carta Joanne, majore(amministratore di giustizia) ville
Oçana, * Oçana…odierno Ottana- Curatorie Dore; Carta Joanne,
Mole de Posata, * Mole de Posata…odierno Posada: Carta Joanne, ville Semestene,
* Semestene...odierno Semestene. Curatorie de Costa de Valls ; Carta Juliano,
ville Guilciochor, * Guilciochor…villaggio distrutto, conosciuto col nome
di Borticoco: diocesi di Ottana - Curatorie de Anella; Carta Juliano, ville
Leunelli, * Leunelli…odierno Neonelli. Contrate Partis Varicati – Barigadu;
Carta Mario – ville de Biti, * Biti…Bitti ( Contrate Montis Acuti); Carta
Matheo, jurato ville Ogiastra, * Ogiastra…Ollasta Usellus; Useddus - Partis
de Montibus; Carta Nicolao – ville de Sorefa. * Sorefa…distrutto per Spano(
Contrate Montis Acuti); Goreai o Gorofai (esistente); Carta Parasoni, jurato
ville Lodine, * Lodine…odierna Lodine ; Carta Suacheso, jurato ville Meana,
* Meana…odierno Meana. Mandrolisay o Barbagia di Belvì. Nel Condaghe
di San Michele di Salvennor, CSMS, XI, XIII secolo (non abbiamo l’originale,
ma la traduzione in spagnolo), al capitolo 335, troviamo, Comita Carta:
- Yo el Abat Luteri ago memoria(ricordo che) que di a Gantin Arri
Uaca que era de la Casa de San Miguel de Salvennor para guardar y para
boluerme en dineros quinçe libras y oro que monta dies libras
y un Cobertor Colorado de valor de honçe bisantes. Todo lo qual
le di para guardar (per guardare in casa di)en casa de Comida Carta suegro(suocero)
de Gantin Meloni sierve de San Miguel de Salvennor y de Pedro Sella…> ritroviamo(il
medesimo) Comida Carta al capitolo 165 del Condaghe di San Pietro di Silki,
CSPS, XI, XIII secolo, come teste in una donazione (postura): Positinke
Comida de Liios Mannu, a Scu. Petru de Silki .VI. sollos de vinia, tenende
(confinante) assa de Gosantine Canbella, capithale assa nostra (confinante
col nostro “capithale” = tratto libero ai lati della vigna). Tra i teste
troviamo Comida Carta; e così anche al cap. 167: un acquisto (compòru).
Ancora nel Condaghe di San Michele, al capitolo 327, troviamo Pedro (Petru)
Carta De Ligios (de Liios), citato come teste, in una lite( “pleite” in
spagnolo “kertu” in sardo)) per il possesso della terra: - Yo el Abat Titju
de Salvennor pleitehe(kertai) con Gavino Setta de Ploaghe en Corona(tribunale)
de Ithoccor de Querqui (Kerki) Curador (amministratore)Fiolinas (Florinas)
por las tierras de San Miguel que estan en Valle de Viliq…tra i testes
è citato appunto Pedro Carta de Ligios: testes de todo esto(testimoni
di tutto questo): Gunari de Thori y Pedro Carta De Ligios y Gosantin Pala
Clerigo de Qudrongianos (Codrongianus) y Gitilesu de Varro, y Marian de
Palmas. Sempre nel CSMS sono citate altre tre persone col cognome
Carta: Francu Carta(211), Giorgia Carta (193 – in nota >Jorgia Cata – tuttora
pronunciamo Cata per Carta > Antoniu Cata, Lucianu Cata, ed anche “giogai
a catas” = giocare a carte), Susana(sic) Carta (188 – 211) serva “intera”di
San Salvador, citata anche nel Condaghe di San Pietro di Silki, CSPS al
cap. 205: Kertai (Ego Massimilla apatissa de scu. Petru de Silki)pro servos
de scu. Petru de Silki ki mi furun andatos pro livertatos e non bolean
faker servithu ki fakean parentes issoro( ho citato in giudizio i
servi di San Pietro che se ne erano andati ritenendosi liberi e non volevano
più fare il servizio che facevano il loro congiunti...)…segue un
elenco abbastanza lungo dei servi (servos et ankillas), che si appropriano
della libertà, contro la volontà del Convento. Pertanto l’appatissa,
Massimilla, li cita in causa (in Corona – tribunale – del giudice Gunnari
de Laccon) tutti quanti con l’accusa che si sono appropriati di un diritto
non concesso. I servi auto liberatisi contestano persino il giudice, evidenziando
di aver prodotto le carte necessarie per la liberazione. Segue il dibattito…ed
infine il lungo elenco dei servi che avevano dichiarato il diritto alla
propria libertà, fra i quali è citata…Susana Carta, cum parte
sua de su fetu; (con parte della sua prole). Nella storia ricordiamo inoltre:
Carta Raspi Raimondo(Oristano 1893 – Cagliari 1965), storico, editore ed
organizzatore di Cultura Sarda. Tra le sue opere migliori, oggi ancora
valide, sono: Ugone III d’Arborea e le due ambasciate di Luigi I d’Anjou
e i due Condaghi, di San Nicola di Trullas, CSNT XI, XIII secolo,
e di Santa Maria di Bonarcado, CSMB, XI, XIII secolo. Citiamo quindi Carta
Antonio Giovanni, di Santulussurgiu, seguace di Giommaria Angioy e sostenitore
della rivolta contro il regime sabaudo (vedi nel Web Giuseppe Concas –
Almanacco di maggio > Carta Antonio Giovanni sacerdote). Ariuccio Carta(Bitti
1931 - ), politico, esponente della Democrazia Cristiana, parlamentare,
sottosegretario in vari ministeri, ministro della Marina Mercantile. Carta
Paolo(Serdiana 1907 – Cagliari 1996) arcivescovo dell’archidiocesi di Sassari
dal 1962 al 1982. Carta Pietro Paolo vescovo della diocesi di Tempio dal
1764 al 1771. Carta Sebastiano, vescovo della diocesi di Bosa dal 1627
al 1630. Infine citiamo Maria Carta (Siligo 1934 – Roma 1994) cantante
> una tra le più “belle voci” della Sardegna. Attualmente il cognome
Carta è presente in 956 Comuni italiani, di cui 291 in Sardegna:
Sassari 1060, Cagliari 807, Olbia 368, Oristano 355, Quartu 299, Nuoro
250, Siniscola 229, Iglesias 188, etc. Nella penisola Roma ne conta 733,
Genova 216, Milano 187, Torino 174, Palermo 165, etc.
CARTAGINESE
CARTAGINESI
Sia Cartaginese che Cartaginesi sono cognomi assolutamente rarissimi, potrebbero
essere originari di Cartagena città spagnola situata nella comunità
autonoma di Murcia ed esserne quindi l'etnico.
CARTECHINI
Cartechini è marchigiano, specifico del maceratese, di Corridonia,
Macerata, Montecassiano, Treia, Civitanova Marche e Pollenza, di origini
etimologiche oscure.
CARTEI
Cartei è tipicamente toscano, di Firenze e Prato soprattutto, dovrebbe
derivare dal nomen latino Carteius
citato ad esempio da Cicerone in una sua lettera al proconsole Caio Cassio:
"...Nunc te cohortatione non puto indigere ut nos
absentis remque p. quantum est in te, defendas. Scire te volo firma praesidia
vobis senatuique non deesse, ut optima spe et maximo animo rem p. defendas.
Reliqua tecum aget Lucius Carteius,
familiaris meus. Vale D. Nonis Martiis a.u.c. 711 ex castris Taricheis.".
CARTER
CARTERA
CARTERI
CARTERO
Carter, quasi unico, è veneto, Cartera, anch'esso quasi unico, sembrerebbe
siciliano, Carteri ha un ceppo a Valeggio sul Mincio nel veronese al confine
con il mantovano ed uno a Brancaleone ed Africo nel reggino, Cartero, che
sembrerebbe proprio unico, è del genovese, le ipotesi possibili
sono due, la prima è che i cognomi derivino dal nome tardo romano Carterius,
di cui abbiamo un esempio in San Carterius, prete di Cesarea in Cappadocia,
che venne martirizzato sotto Diocleziano, la seconda ipotesi è che
invece i cognomi possano derivare dal mestiere di cartaio svolto dal capostipite.
CARTI
Due le zone d'origine individuate,
il Trentino e La provincia di Roma, dovrebbe derivare da un soprannome
dialettale legato al mestiere, o quello del cartaio (produttore o venditore
di carta) o quello di lavorare con le carte.
CARTURA
Cartura, molto molto raro, è tipico di Rovigo e del rovigoto, dovrebbe
derivare dal nome del paese di Cartura nel padovano, probabile luogo d'origine
della famiglia, il toponimo dovrebbe prendere il nome da una qualità
di pietra istoriata tipica del luogo.
CARUBINI
CARUBINO
Carubini è specifico del perugino, di Gubbio e Umbertide, Carubino
sembrerebbe unico, dovrebbero derivare dal nome medioevale Carubino,
una forma arcaica del più comune Cherubinus
(vedi CHERUBINI), a Perugia, nella prima metà
del 1400, troviamo il capitano di ventura Carubino degli Ermanni o della
Staffa (1398? - 1445) Signore di Città della Pieve e cognato di
Braccio di Montone.
CARUCCI
CARUCCIO
Carucci sembra avere molti ceppi, in Puglia, in Campania e nel Lazio, Caruccio,
molto raro, è tipico del salernitano, dovrebbero derivare dal nome
medioevale Carutius o Caruccius, di cui abbiamo un esempio nel Codice
Diplomatico della Lombardia medievale sotto l'anno 1173 leggiamo
in un atto: "...septem quos debent Galutius et Carutius
de Lambrate...".
CARUGATI
Tipico del nordmilanese, varesotto e comasco, deriva dal toponimo Carugate
(MI), tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Milano fin dal 1100,
infatti nel XII° secolo furono ammessi al Patriziato milanese, il casato
annoverò nel tempo ambasciatori e, nella seconda metà del
1600 anche un Capitano di Giustizia di Milano.
CARUGGI
Tipico di Jerago Con Orago (VA) e del varesotto è molto raro.
CARUGNI
CARUGNO
Carugni, praticamente unico, dovrebbe essere il prodotto di un'errata trascrizione
del cognome Carugno, che ha un ceppo a Sulmona nell'aquilano, a San Salvo
nel teatino ed a Pescara, un ceppo a Isernia ed uno a Roma ed a Castelliri
nel frusinate, e che dovrebbe derivare da un soprannome dialettale riferito
alla località di Colle Caruno nel teramano in Abruzzo, probabilmente
il luogo d'origine dei capostipiti.
CARULLI
CARULLO
Carulli ha un ceppo abruzzese, soprattutto nel teatino e nel teramano,
ed uno pugliese nel barese in particolare, con piccoli ceppi anche nel
napoletano, nel potentino e nel messinese e catanese, Carullo ha un ceppo
romano, uno ad Orsogna e Giuliano Teatino nel teatino, uno ad Avellino,
Monteforte Irpino e Aiello del Sabato nell'avellinese, a Napoli ed a Sant'Angelo
d'Alife nel casertano, un piccolo ceppo a Martirano nel catanzarese ed
a Polistena nel reggino, ed uno altrettanto piccolo in Sicilia a Palermo
ed a Forza d'Agrò nel messinese, dovrebbero derivare dal cognomen
tardo latino Carullus,
una forma ipocoristica del più diffuso cognomen Carus
(vedi CARO).
CARUSIO
Molto raro è specifico napoletano, dovrebbe derivare dal praenomen
latino Carusius di cui si ha un esempio con Marcus Carusius governatore
romano della Britannia nel III° secolo d.C. Tracce di questa
cognominizzazione le troviamo in un atto del 1610 redatto da Judice Joannes
Carusius.
integrazioni fornite da Fabio Picolli
probabilmente discende dai Caruso; personaggi di rilievo sono stati:
Enrico Michele (1528), Urbino; Giovanni Innocenzo, vescovo di Muro Lucano
dal 1707 al 1718; appartiene a questa famiglia probabilmente anche Bartolomeo
de Carusiis, detto da Urbino, professore di teologia a Parigi e Bologna,
poi vescovo di Urbino (1347), amico del Petrarca che polemizzò con
Marsilio da Padova e Guglielmo d'Occam.
CARUSI
CARUSILLO
CARUSO
Carusi ha un ceppo nel massese, uno tra pisano, fiorentino ed aretino,
ma il nucleo principale è in Abruzzo e nel vicino romano, Carusillo
è specifico del foggiano, di Lucera, Volturara Appula e Foggia,
Caruso è un cognome diffusissimo in tutta Italia anche se si può
ipotizzare una provenienza prevalentemente siciliana. La loro origine è,
direttamente o tramite una forma ipocoristica dialettale, dal vocabolo,
prima dialettale e poi diffusosi in quasi tutta la nazione, caruso
(ragazzo, garzone).
integrazioni fornite da Fabio Picolli
i Caruso discendono dal cavaliere Pier Fortugno che nel 1026 espugnò
la città di Nocera dei Pagani travestendosi da saraceno e rasandosi
il capo, purtroppo vi perse la vita. Da allora fu ricordato come il Cavalier
Caruso, cioè rasato. I Caruso si diramarono in tutta Italia dando
origine a vari rami. ad essa forse si ricongiungono i Carusio ed i Carusi.
Uno dei feudi di questa famiglia fu Spaccaforno (Sicilia).
ipotesi fornite da Stefano Ferrazzi
Sull'origine di questo cognome, in realtà, confluiscono almeno
tre diverse ipotesi che, sommate l'una con l'altra, giustificano l'altissima
frequenza di famiglie Caruso nel nostro paese (anche all'infuori del sud
Italia). Iniziando con la prima interpretazione, normalmente questo
cognome viene ricondotto al termine caruso,
che letteralmente significa ragazzo,
ma un tempo veniva usato anche per indicare un giovane
bracciante agricolo o, comunque, un giovane
lavoratore (in alcune aree della Sicilia, per esempio, erano
chiamati carusi i lavoratori
alle miniere di zolfo): l'origine del vocabolo, infatti, va
ricercata o nel latino cariosus, col
significato letterale di cariato, tarlato
e, in senso figurato, di rasato, dai
capelli radi, o nel greco kara, cioè
testa o, più propriamente, testa rasata;
questo etimo, che avvicina il termine caruso
al settentrionale toso (dal latino
tonsus, cioè tosato),
è dovuto a un antico costume secondo il quale i giovani dovevano
portare i capelli molto corti, per meglio distinguersi dagli adulti.
Passando alla seconda ipotesi (già ricordata dal sig. Picolli),
va detto che alcune famiglie Caruso sembrano provenire da un antico casato
che ha come capostipite il cavaliere Pier Fortugno, meglio noto oggi col
nome di Cavalier Caruso: per la precisione, non si tratta necessariamente
di un rapporto di sangue col casato Caruso, ma anche di rapporti professionali
o d'altro tipo intrattenuti con tale famiglia. Solo per curiosità,
sembra che lo stesso cantante lirico Enrico Caruso (nato a Napoli nel 1873
e ivi morto nel 1921) discenda da questo ceppo familiare e, anzi, fu proprio
lui che, all'inizio del '900, incaricò l'editore Antonio Vallardi
di Milano di compiere una ricerca araldica sulla sua famiglia, da cui risultarono
appunto queste origini (vedi anche il sito
http://www.museocaruso.it/mvc_gallerie/galleria1/foto_002.htm).
Per quanto riguarda invece la terza e ultima ipotesi (forse quella che
meglio giustifica la vasta diffusione di famiglie Caruso nel nostro paese),
in diversi casi questo cognome dovrebbe derivare dal nome medievale Caruso,
da intendersi in uno dei significati sopraelencati, anche se più
probabilmente in quello di giovane, ragazzo: allo stesso modo dei nomi
Fante, Ragazzo,
Toso, etc. (anch'essi caduti ormai
in disuso), Caruso sembra nascere dapprima come soprannome e col tempo
essere adottato come nome di persona (sul modello dei cognomina latini,
molti dei quali vennero poi nominizzati).
CARUSONE
Non comune è tipico del casertano, deriva dal termine dialettale
caruso (ragazzo, garzone).
CARUZZI
CARUZZO
Caruzzi è specifico dell'udinese, di Attimis, Povoletto ed Udine,
Caruzzo ha un ceppo piemontese a Nizza Monferrato nell'astigiano, un ceppo
a Genova ed uno a Treviso, dovrebbero derivare, dal nome medioevale Carutius
di cui abbiamo un esempio nell'Historia Brittonum: "..
Carutius postea
imperator reedificavit, et .vii. castellis munivit inter utraque ostia;
domumque rotundam politis lapidibus super ripam fluminis Carun,
quod a suo nomine nomen accepit, fornicem triumphalem in victorie memoriam
erigens, construxit ..".
CARVI
CARVINI
CARVINO
Carvi è assolutamente rarissimo, si individuano un antico ceppo
valtellinese ed uno emiliano, romagnolo, Carvini e Carvino sono praticamente
unici, dovrebbero derivare, direttamente o attraverso ipocoristici, da
un soprannome originato dal termine latino carvus
(cardo, carciofo), forse a ricordare
che la famiglia coltivasse questo genere di ortaggi, è pure possibile
che derivi dal nome celta Carvos (Cervo).
CARZELLA
CARZO
Il cognome Carzella, ormai praticamente scomparso in Italia, dovrebbe essere
di origini pugliesi, dell'area barese, Carzo, assolutamente rarissimo,
sembrerebbe del reggino, potrebbero derivare da un'italianizzazione ed
alterazione dialettale del termine greco Καρτερός,
karteros, che significa forte,
solido,
robusto, forse a caratterizzare
una caratteristica fisica del capostipite, ma è pure possibile una
derivazione da un soprannome originato dal verbo sempre greco χαρίζομαι,
carizomai con il senso di colui che rallegra o che rende
piacevole la vita con i propri favori.
CARZOLA
CARZOLI
Carzola, praticamente unico, sembrerebbe dello spezzino, Carzoli ha un
ceppo sull'apennino emiliano, a Pievepelago nel modenese, con piccolole
presenze nella vicina Toscana, a Barga nel lucchese ed a Castelfiorentino
nel fiorentino, dovrebbero derivare dal nome del torrente Carzola, tra
modenese e fiorentino, e di una località Case Carzola, nell'alto
fiorentino appenninico.
CASA
CASE
Casa ha un ceppo nel vicentino, uno a Roma ed a Gaeta nel latinense, uno
a Massa Lubrense ed a Sorrento nel napoletano ed in Sicilia ha vari ceppi
sulla costa sudoccidentale, Case è tipico di Belluno e del bellunese,
in particolare di Agordo, Gosaldo, Sevico e Selvazzano Dentro, dovrebbero
derivare da nomi di località contenenti la radice Casa o che si
riferiscano a particolari case.
CASABIANCA
CASABLANCA
Casablanca è tipico della provincia di Messina, Casabianca è
più raro e sembrerebbe del catanese, potrebbero derivare sia da
toponimi come Casabianca (TP) sia da nomi di località individuabili
appunto dalla presenza di una casa bianca o dal fatto di abitare la famiglia
in un casolare tutto bianco.
CASABONA
Casabona ha un ceppo originario a Genova, uno a Livorno ed uno in Sicilia
nella zona tra Enna, Caltanissetta e Catania, deriva dal nome di una località
che per il ceppo siciliano potrebbe essere il toponimo Casabona (KR), ma
anche più semplicemente indica l'appartenenza ad una casa accogliente,
il ceppo toscano potrebbe originare dal botanico Giuseppe Goedenhuitze
un Fiammingo che, trasferitosi nella seconda metà del 1500 in Toscana
al servizio del Granduca di Toscana, italianizzò il proprio cognome
appunto in Casabona.
CASABURI
CASABURO
Casaburi ha un ceppo nel napoletano e salernitano, uno tra catanese e siracusano
ed uno nel barese, Casaburo è tipico del napoletano, di Frattamaggiore,
Afragola, Frattaminore e Napoli, il casato Casaburi è molto antico
e sembrerebbe di lontane origini spagnole, in un regio decreto dell'anno
1488 il Re Ferdinando I° d'Aragona cosi decide: "Bando
et commandante da parte de illustrissimo prencepe don Ferrando de Rabona
per la gracia de Dio di Sicilia, .... Et de li nobili et honorabili homini
Thomasi Casaburi
de la Cava, et Theseo Vapa de Napoli per la dicta Maestà commissarij
ordinato allo infrascripto. In primis che non sia persone alcuna de quale
si voglya stato, grado ed condenione nì regnicolo nì extere
chi debba comparare seta et follichyi ne la provincia de prencepato citra
nè in le citate terre, castelle et lochi de essa provincia senza
expressa licencia de li sopradicti Thomasi et Theseo sopta pena de mille
ducati di carlini ...".
CASACANDITELLA
Casacanditella è specifico del Molise, di Guglionesi nel campobassano,
dovrebbe derivare dal nome del paese Casacanditella nel teatino, che a
sua volta dovrebbe derivare dalla presenza iniziale di una casa bianca
(candida), paese da cui proveniva probabilmente il capostipite.
CASACCI
CASACCIA
CASACCIO
Casacci ha un ceppo nel cesenate, uno nell'aretino, in particolare a Sansepolcro
ed uno a Città di Castello nel perugino, Casaccia sembra tipico
del centro Italia, con un possibile ceppo nel genovese, Casaccio è
molto raro, sembrerebbe originario del catanese, ma è pure possibile
un ceppo nel catanzarese, dovrebbero tutti derivare da nomi di località.
CASADEI
CASADIO
Sono cognomi dell'Emilia e Romagna, potrebbero essere originati da soprannomi
derivati dal nome di opere pie (probabilmente orfanotrofi). Tracce di questa
cognominizzazione le troviamo nel Codice Diplomatico
della Lombardia medievale a Milano sotto l'anno 1188 in una
pergamena possiamo leggere: "...Interfuerunt Ardericus
de Forte, Iohannes Cazadeum.
Ego Vestitus iudex qui dicor de Gallarate hanc sententiam dedi et scripsi.
Ego Iohannes Coallia notarius sacri palatii interffui et scripsi.".
CASAGLI
CASAGLIA
Casagli, decisamente toscano, ha un ceppo soprattutto nel senese, in particolare
a Poggibonsi, Casaglia, abbastanza raro, ha un ceppo toscano nel fiorentino
e senese ed uno nel perugino, dovrebbero derivare dai vari toponimi come
Casaglia di Borgo San Lorenzo nel fiorentino, Casaglia di San Gimignano
nel senese, Casaglia di Perugia nel perugino o altri simili, che dovrebbero
tutti derivare dal termine latino medioevale casalia,
forma plurale di casalium (casale,
gruppo di case rurali).
CASAGRANDA
Tipico trentino della Valsugana, in particolare della zona tra Trento e
Bedollo, deriva da un soprannome originato dalle caratteristiche dell'abitazione
della famiglia, quelli della grande casa.
CASAGRANDE
Diffuso in tutto il centro nord
ha la massima concentrazione in provincia di Treviso, ma esistono presenze
notevoli anche in tutto il Veneto, nelle Marche ed Umbria, nel Lazio ed
in Liguria, deriva da un soprannome legato alle caratteristiche della località
(quelli della casa grande).
integrazioni fornite da Francesca
nel nord est è molto diffuso l'uso del cognome Casagrande ed
è altrettanto diffusa e conosciuta la tesi per la quale si tratta
di un cognome normalmente attribuito ad orfani, ai quali veniva dato questo
cognome (e altri quali Della Pietà), proprio perchè gli stessi
erano stati allevati nella casa grande
per eccellenza: l'orfanotrofio.
CASALASPRO
Tipicamente lucano, del materano, della zona di Tricarico e Pisticci, dovrebbe
derivare dal toponimo Casalaspro (BN).
CASALATI
Casalati, molto molto raro, è tipico dell'alto ferrarese, con un
ceppo anche nel latinense, causato dall'emigrazione forzata di manovalanza
dall'area del delta del Po, per la bonifica delle Paludi Pontine, dovrebbe
derivare da un'origine contadina delle famiglie individuabili come quelle
del casale (casa
colonica, cascina), il suffisso -ati,
nell'area ferrarese ed emiliana ha valore di appartenenza
a qualcosa o anche quello patronimico di figli
di.
CASALE
CASALI
Presente in tutta Italia Casale
è maggiormente localizzato nell'Italia nord occidentale e in tutto
il sud in particolare sul litorale tirrenico dell'Italia meridionale, mentre
Casali è diffuso in tutto il centro nord. Questi cognomi dovrebbero
derivare da toponimi molto diffusi quali: Casale (MI) - (PR) - (MN) - (CE)
- (GR) ecc. o Casali (AQ), ma possono anche essere originati da soprannomi
legati alla località (quelli del casale).
CASALECCHI
Assolutamente rarissimo, dovrebbe essere di origini romagnole e deriverebbe
da uno dei vari toponimi come Casalecchio (RA), (RN) o (PU).
CASALEGNO
Specifico del torinese, dovrebbe derivare dalla caratteristica della famiglia
di abitare in un particolare casale.
CASALENA
Casalena è tipico del teramano, di Teramo stessa e di Bellante,
potrebbe derivare da toponimi come Casalena di Ascoli Piceno o Villla Casalena
di Bellante nel teramano, il più probabile luogo d'origine delle
famiglie.
CASALETTO
Casaletto è specifico del potentino, di Marsico Nuovo e Vetere e
soprattutto di Potenza, potrebbe derivare dal nome del paese di Casaletto
Spartano nel salernitano ai confini con il potentino, probabile luogo d'origine del capostipite.
CASALINI
CASALINO
Casalini è diffuso in Lombardia, Emilia e Toscana, Casalino ha un
ceppo piemontese tra novarese, vercellese e torinese, uno campano tra napoletano
e salernitano ed uno pugliese concentrato soprattutto nel barese e nel
Salento, dovrebbero derivare da un soprannome in uso nel tardo medioevo, stante normalmente ad indicare una provenienza
contadina "casalinis habitatoribus", nel 1200
a Siena troviamo ad esempio un certo Casalinus de Barbaritio.
CASALIS
Casalis è tipicamente piemontese di Carmagnola, Torino, Carignano
e La Loggia, potrebbero derivare sia da toponimi contenente la radice Casale,
Casalis starebbe allora per di
Casale, oppure anche come attributo intendente quelli della
casa colonica o del Casale.
CASALOLDI
CASALOLDO
Antica famiglia nobiliare, ormai
estinta in Italia, era originaria di Casaloldo (MN) e con il rango di Conti
possedeva fino alla seconda metà del 1200 anche il feudo di Gonzaga
(MN) e di Montichiari (BS). La derivazione dal toponimo omonimo è
ovvia.
CASALVIERI
Casalvieri è un cognome tipico dell'area aquilano, laziale, con
un ceppo a Roma ed a Sabaudia e Latina nel latinense, ed uno nell'aquilano
a Luco dei Marsi, San Vincenzo Valle Roveto e Sulmona, dovrebbe derivare
dal nome del paese di Casalvieri nel frusinate, che a sua volta dovrebbe
derivare dall'essere un Casale di un certo Verius, nome personale latino
alterato del nome gentilizio Velius (della Gens Velia).
CASAMASSA
Casamassa ha un ceppo a Foiano Di Val Fortore (BN).
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
Casamassa è il cognome appartenente ad un unico ceppo familiare
originario di Foiano Valfortore in provincia di Benevento: tutti i Casamassa
sparsi in Italia e nel mondo per effetto del fenomeno dell'emigrazione
dal Meridione del nostro Paese, hanno origine in questo piccolo centro
sannita. Il capostipite dei Casamassa fu un tale Giovanni Carlo,
nato a Foiano nel 1595, dedito all'attività agricola. Nel corso
dei secoli alcuni rami dei Casamassa migliorarono la propria condizione
sociale divenendo contadini proprietari delle terre che coltivavano. Dal
punto di vista etimologico, il cognome in analisi potrebbe derivare dal
toponimo pugliese Casamassima (BA), ampiamente diffuso come cognome in
tutta la Puglia fino alla Capitanata confinante con il Sannio. E' probabile
che il capostipite del ceppo dei Casamassa, una o forse più generazioni
prima del succitato Giovanni Carlo (primo ad essere documentato negli archivi
parrocchiali di Foiano), sia giunto nel corso del Cinquecento nel piccolo
centro sannita, dove per errata comprensione dell'originario cognome Casamassima
sia stato poi trascritto nei documenti come Casamassa. Un altra ipotesi,
forse meno plausibile della precedente, farebbe risalire l'origine del
cognome stesso nel comune di Foiano, verso gli inizi del Cinquecento, dalla
fusione dei due termini Casa e Massa,
derivanti con ogni probabilità da un toponimo locale. Tra le due
ipotesi sembrerebbe più avvincente la prima, secondo cui il ceppo
campano dei Casamassa andrebbe ricollegato al più antico e diffuso
ceppo dei Casamassima della Puglia.
integrazioni fornite da Nicola
Casamassa - Verona
nel 1195, l'imperatore Enrico VI concesse
a Guidotto Massimo "pro se et heredibus" il feudo di Casamassima
in Puglia con l'obbligo di cambiare il nome da Massimo in Casamassima.
In seguito, per un errore, Federico II destituì dalla titolarità
Giovanni, figlio di Guidotto. Corrado IV, figlio di Federico II e suo erede, nel suo passaggio da
Casamassima, nell'aprile del 1252, restituì a Roberto, figlio di
Giovanni, il feudo. (Vedi pergamena conservata nell'archivio storico della Biblioteca Nazionale
di Bari; cfr. sito Internet del Comune di Casamassima). Gli eventi storici successivi potrebbero aver obbligato dei Casamassima
ad emigrare e a cambiare il nome da Casamassima in Casamassa.
CASAMASSIMA
Specifico pugliese, deriva dal toponimo Casamassima (BA).
CASAMICHELE
Assolutamente molto raro Casamichele parrebbe di Ragusa e del ragusano,
potrebbe derivare da un nome di località.
CASAMURATA
Casamurata, molto molto raro, è tipico di Forlì, potrebbe
derivare dal nome della località di Casamurata nel forlivese, località
citata ad esempio nella Storia di Forlì,
scritta da Paolo Bonoli nel 1826: "...Che
li forlivesi dovessero entro un mese terminare e risolvere ogni disparere,
che insorgesse tra li confederati e sudditi a Forlì con l' arcivescovo
e suoi ministri: Che i forlivesi non creassero cittadini alcuni de' sudditi
all' arcivescovo, con conceder loro de' privilegi, per non derogare alle
ragioni della Chiesa ravennate, come di Tudorano, Molinvecchio, Valdipondi
, Cugliano, Bagnolo , Casamurata
ec. : Essere in facoltà dell' arcivescovo e suoi dipendenti trasportare
grani , frutti , ed altro dalle sue ville e castelli pel forlivese senza
alcuno impedimento e gabella...".
CASANDRA
CASANDRI
Sia Casandra che Casandri sono assolutamente rarissimi, si dovrebbe trattare
di errori di trascrizione dei cognomi Cassandra e Cassandri che dovrebbero
entrambi derivare dal nome di origine greca Cassandro.
(vedi CASSANDRA)
CASANO
Sembra specifico della Sicilia Occidentale, in particolare del trapanese,
con un ceppo in Liguria che dovrebbe derivare dal toponimo Casano (SP),
deriva da una forma arcaica del nome Cassanus, di cui si ha traccia nel
genovese come si legge in una lettera del 1337: "...Petrus
et cetera. Nobilibus et dilectis ac fidelibus nostris Casano
et Galeoto de Auria necnon eorum officialibus in Sardinea ...";
traccia di questa cognominizzazione si ha con il Cardinale Nicolas Casanus
(1401-1464).
CASAPPA
Casappa, assolutamente rarissimo, è specifico del parmense, di origini
etimologiche oscure.
CASANOVA
CASANUOVA
Casanova è presente in tutta Italia, ma è maggiormente localizzato
in provincia di Belluno, di Genova, in Romagna ed in provincia di Bari
e di Napoli., Casanuova invece è assolutamente rarissimo, dovrebbero
essere derivati da un soprannome legato o ad un toponimo come Casanova
(GE) - (CE) - (PV) - (VC) - (CO) - (SV) ecc. o alla località (quelli
della casa nuova).
CASARANO
Casarano è tipicamente pugliese del leccese, di Casarano, Sogliano
Cavour, Taviano, Spongano, Alliste, Ruffano, Melissano, Seclì e
Racale, con ceppi anche a Taranto ed a Fasano nel brindisino, dovrebbe
derivare dal toponimo Casarano nel leccese, probabile luogo d'origine dei
capostipiti.
CASARI
CASARIN
CASARINI
CASARO
Casari è particolarmente concentrato al nord in provincia di Brescia
e di Modena in particolare, si individuano ceppi anche in Sardegna ed in
Liguria, Casarin, tipicamente veneto, soprattutto del veneziano, di Venezia,
Noale, Trebaseleghe, Scorzè e Martellago, ha ceppi anche in Lombardia
e Piemonte, Casarini oltre al nucleo nelle province di Modena e Bologna,
ha un ceppo anche nel pavese, Casaro è decisamente dell'area veneta,
in particolare del rovigoto e del vicino ferrarese, dovrebbero tutti derivare
da un soprannome legato al mestiere di casaro
o casaio (produttore
di formaggio).
CASARICO
Casarico sembrerebbe tipico del comasco, di Como e di Lurate Caccivio,
dovrebbe derivare dal nome del paese di Casarico, una frazione del comune
di Montano Lucino nel comasco., situato a qualche chilometro da Lurate
Caccivio in direzione nord, probabilmente il luogo d'origine dei capostipiti.
CASARONE
Casarone, molto molto raro, è tipico di Canelli nell'astigiano,
dovrebbe derivare da nomi di località come, ad esempio, Casarone
di Torrazza Coste nel pavese.
CASAROSA
Casarosa è specifico dell'area pisano, livornese, di Cascina e di
Pisa nel pisano e di Livorno e Collesalvetti nel livornese, dovrebbe derivare
da un nome di una località, probabilmente caratterizzata dalla presenza
di una casa rosa.
CASAROTTI
CASAROTTO
Casarotti è tipico veneto, del veronese in particolare, con un ceppo
forse anche in Lombardia e Piemonte, Casarotto è specifico veneto
dell'area che comprende le province di Verona, Vicenza e Padova, con un
ceppo anche nella Lombardia nordoccidentale e Piemonte nordorientale, Caserotto,
assolutamente rarissimo è specifico del basso trentino, dovrebbero
derivare da un soprannome originato dal mestiere di casaro o produttore
di formaggi. Tracce di questa cognominizzazione si trovano nel novarese,
a Soriso (NO) fin dal 1500, in un atto del 1553 si legge: "...Bernardino
Casarotto figlio del fu Giò Pietro,
Giacomo Magalio detto il Filavino figlio del fu Domenico, e Giorgio
Ravizza figlio del fu Antoniolo tutti di Soriso deputati ed eletti a ciò
fare dai Consoli, Consiglieri dal Comune e uomini di Soriso, e per
istrumento rogato dal Sig. Gerardo Casarotto
figlio del fu Jacobino Notajo pubblico di Soriso, sotto il giorno 19 del
mese di Novembre 1553...".
CASARRUBIA
Assolutamente rarissimo, probabilmente di origini spagnole dovrebbe derivare
da un soprannome originato dall'abitare forse la famiglia in una casa rossa
o nelle sue vicinanze.
CASARSA
Casarsa è tipicamente friulano, di Udine e Tavagnacco in particolare,
dovrebbe derivare dal toponimo Casarsa Della Delizia nel pordenonese.
CASARTELLI
Casartelli è molto diffuso a Como, a Tavernerio, a Cantù,
ad Albese con Cassano, a Montorfano, a Erba, Ad Albavilla, A Vertemate
con MInoprio ed a Lipomo tutti nel comasco, dovrebbe derivare da un soprannome
originato dal mestiere di produttori di formaggio, forse svolto dai capostipiti.
CASASANTA
Casasanta è tipicamente abruzzese, di Pratola Peligna e Sulmona
in provincia de L'Aquila e di Quadri nel teatino, con un ceppo anche a
Roma, dovrebbe derivare dal toponimo Casasanta nel teramano.
CASASCO
Casasco è tipicamente piemontese, di Tortona e Viguzzolo nell'alessandrino,
dovrebbe derivare dal nome del paese di Casasco nell'alessandrino.
CASASOLA
CASASOLE
CASASOLI
Casasola è tipico dell'udinese e dovrebbe derivare dal toponimo
Casasola di Frisanco (PN) o da Casasola di Maiano (UD), Casasole, molto
raro, è specifico di Orvieto, Casasoli è quasi unico.
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
Casasole è un cognome tipico di Orvieto, dove è largamente
registrato, e di pochi altri comuni limitrofi (Castel Viscardo, Allerona
Scalo, Ciconia, Sferracavallo, Porano e Castel Giorgio), ma è rilevabile
in maniera poco consistente anche in altre regioni (Lazio, Emilia Romagna,
Piemonte, Marche e Molise). Il luogo di origine del cognome sembrerebbe
proprio Orvieto, ancora oggi epicentro di diffusione. Dal punto di
vista etimologico, Casasole deriva dalla fusione dei due termini casa
e sole, in relazione ad un toponimo
o al luogo in cui il capostipite del ceppo risiedeva. Sembra non esserci
alcuna correlazione con il cognome Sole, tipico della Sicilia, della Sardegna,
della Campania, del Lazio e della Lombardia, e con il cognome Casa, che
presenta due ceppi principali a Roma e nel Napoletano. Sia Casa che Sole
non sono cognomi umbri. Una variante di Casasole è Casasoli,
dovuto ad errata trascrizione anagrafica. Casasola, invece, sembra avere
una origine del tutto isolata, essendo tipico del Friuli Venezia Giulia
e del Veneto orientale.
CASASSA
Casassa ha un ceppo a Torino ed a Lanzo Torinese nel torinese ed uno a
Genova e Cicagna nel genovese, potrebbe derivare da nomi di località
con questo nome, come ne esistono a Riva presso Chieri, o Coassolo Torinese
nel torinese o a Passerano Marmorito nell'astigiano, o altri simili.
CASATELLA
CASSATELLA
Casatella è quasi unico, Cassatella è tipicamente pugliese,
specifico di Barletta nel barese, dovrebbero derivare da un soprannome
inerente al mestiere dei capostipiti, probabilmente dei caseari produttori di caciottelle.
CASATI
Tipicamente lombardo e delle provincie di Milano, Como, Lecco e Bergamo
in particolare presenta un ceppo anche in provincia di Firenze, potrebbe
derivare da un soprannome derivato dal toponimo Casatenovo (LC). I casati
detennero feudi nel lodigiano fin dal 1400, personaggio di rilievo fu sicuramente
il conte Gabrio Casati che che fu Presidente del Governo Provvisorio
milanese durante le Cinque Giornate di Milano del 1848.
CASAVECCHIA
Casavecchia ha ceppi in Piemonte nel torinese e nel cuneese, nello spezzino,
nella fascia che comprende la bassa Romagna, le Marche, l'Umbria ed il
Lazio e nel Salento, potrebbero tutti derivare da toponimi come Casavecchia
(AR), (AQ), (MC) o anche dal fatto di abitare le famiglie in una casa appunto
vecchia, tanto da poter essere identificati come quelli della casa vecchia.
CASAVOLA
Sembrerebbe originario della provincia
di Taranto, potrebbe derivare da un soprannome collegato alla località
di provenienza (casa degli Avola), secondo un'altra ipotesi, si tratterebbe
invece di un cognome di origine spagnola,(derivante da Casa de los Avolos,
letteralmente casa dei volatilii, dalla Spagna due diversi rami si sarebbero
trsferiti in Puglia. Gli stemmi che li identificano sono:per il primo,
una torre con due colombe che spicano il volo, per il secondo un pugno
guantato con in mano un falco. Una terza ipotesi di un origine siciliana
la farebbe derivare dal toponimo Avola (SR).
CASAZZA
Casazza è molto diffuso in Lombardia, soprattutto nel bergamasco,
milanese, cremonese, e pavese, nell'alessandrino, piacentino e genovese,
nel rovigoto, con un ceppo anche nel beneventano, dovrebbe derivare dai
molti toponimi chiamati Casazza, come Casazza nel bergamasco, ed altri
simili.
CASCA
Casca ormai quasi scomparso, dovrebbe essere dell'Italia meridionale, della
Campania e della Sicilia soprattutto, dovrebbe derivare dal cognomen latino
Casca, ricordiamo Publius Servilius
Casca, uno degli assassini di Giulio Cesare nel 44 a.C:.
CASCAVILLA
CASCAVILLO
Cascavilla è specifico del foggiano, di San Giovanni Rotondo in
particolare di Foggia, Manfredonia e Cerignola, con un ceppo anche a Bisceglie,
Cascavillo, molto molto raro, specifico di San Severo nel foggiano, è
probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione del precedente, che dovrebbe
derivare da un'italianizzazione del cognome occitano Cascailh,
che ha dato origine anche in Spagna allo stesso cognome spagnolo di Cascavilla, secondo
altri deriverebbe invece dal nome di un tipo di susina così chiamato,
specifico della zona garganica, ma riteniamo non molto probabile questo
tipo di tesi.
CASCELLA
CASCELLI
CASCELLO
Cascella ha un ceppo napoletano ed uno pugliese con un nucleo tra Barletta
e Bari ed uno a Cerignola e Margherita Di Savoia nel foggiano, Cascelli
ha un ceppo a Foligno (PG), uno a Roma, uno piccolo a Bari ed a Rivello
(PZ), Cascello è assolutamente rarissimo e sembrerebbe campano,
potrebbero derivare dal nome latino Cascellus,
Cascella di cui abbiamo un esempio in un'antica lapide romana:
"I(ovi)
o(ptimo) m(aximo)
/ Val(erius)
Flavi(anus) /
Cascellus / Germa(nus)
v(otum) s(olvit)
l(ibens) m(erito)",
ma è pure possibile una derivazione da forme ipocoristiche del nome
Cassius.
integrazione fornite da Giovanni
Vezzelli
Cascella è un cognome pugliese variante del cognome CASSA. 'Cascia'
è una forma regionale pugliese centro settentrionale per 'cassa'.
Fonte: Minervini 132.
CASCHETTA
CASCHETTO
Caschetta, assolutamente rarissimo, è del potentino, di Melfi in
particolare, Caschetto è specifico del sud della Sicilia, di Modica,
Ispica, Vittoria, Pozzallo e Scicli nel ragusano e di Siracusa, e Rosolini
nel siracusano, dovrebbero derivare da soprannomi dialettali basati sul
termine lucano, calabro, siciliano caschetta, caschetto
(cassetta per la frutta), probabilmente
riferito a manovali della raccolta della frutta.
CASCHI
CASCO
Caschi, quasi unico, sempre friulano, dovrebbe essere un'alterato di Casco,
che è tipicamente friulano di Martignacco ed Udine nell'udinese,
e che dovrebbe derivare dall'italianizzazione del termine sloveno cauz
(tessitore).
CASCHILI
Specifico del cagliaritano, potrebbe derivare da un soprannome collegato
con il vocabolo sardo caschidu (sbadiglio),
tracce di questa cognominizzazione le troviamo almeno dal 1500, al nobile
casato appartenne Francesco Torrellas Caschili, Barone di Capoterra nato
a Cagliari il 20 marzo del 1596.
CASCIANI
CASCIANO
Casciani è specifico del Lazio, Casciano è presente a macchia
di leopardo in Abruzzo a Popoli (PE), nel Lazio a Roma, in Campania a Teora
(AV) e a Palomonte (SA), nel iserniese, in Puglia a Lucera (FG) e a Reggio
Calabria, dovrebbero derivare dal gentilizio latino Cassianus, cioè
della Gens Cassia.
CASCIARI
CASCIARO
Casciari è specifico di Perugia, Casciaro è molto diffuso
nel Salento a Corsano e Casarano (LE) e nel cosentino a Corigliano Calabro
e Rende, dovrebbero derivare da soprannomi originati dal mestiere di mastro
caseario (produttore di formaggi).
CASCIELLO
Tipico della zona di Torre Annunziata (NA), dovrebbe derivare da una modificazione
dialettale del nomen latino Cassius.
CASCINO
Decisamente meridionale con ceppo
principale in Sicilia e ramificazioni anche in Campania e Basilicata, dovrebbe
derivare da un soprannome dialettale legato alla località di provenienza.
CASCIO
Specifico della Sicilia nord occidentale, potrebbe derivare
da un soprannome legato al vocabolo dialettale casciu (caseificio, cacio),
ma e forse è più probabile, dalla gens Cascia (Cassia), a titolo di
esempio riportiamo il contenuto di una lapide di epoca romana che cita
personaggi appartenenti a questo clan: "D(is)
M(anibus) A(ulus)
Cascius Marcianus matri suae Casciae Capriolae pientissim(a)e
b(ene)m(erenti)
p(osuit)". Tracce di questa cognominizzazione
a Palermo si hanno a Palermo nel 1600: "...Nos praeteritis
rivulis istis omnibus, puriorem ex fonte aquam porrigimus; neque gravitier
ferimus ad manus nostras non pervenisset vitam, quam (eodem Vincentio teste)
Jacobus Cascio
Thermitanus Panormi edidit anno MDCXI...".
CASCIONALE
Tipico della provincia di Pescara,
dovrebbe derivare da un soprannome dialettale legato alla località
di provenienza.
CASCIOTTI
Tipico della provincia romana, deriva dal nome rinascimentale Casciotto,
troviamo questo nome a Firenze nel 1400, in un atto del 1427 viene citato
un Messer Casciotto.
integrazioni fornite da Carlo Casciotti
Uruguay
Traccia di questo cognome si trova a Firenze nel XV° secolo con
lo scrittore Bartolomeo Casciotti autore tra l'altro dei libri: Elogium
Sancti Augustini, Epitaphium e Crysis.
CASCONE
Cascone ha un grosso ceppo tra napoletano e salernitano, uno, altrettanto
grande nel ragusano ed uno nel tarentino, dovrebbe derivare dal termine
di origine spagnola casco (sorta
di elmo a calotta tonda usato dai fanti in guerra e dalle guardie),
forse ad indicare che i capostipiti, probabilmente di grossa corporatura,
fossero guardie o soldati, non si può peraltro escludere una derivazione
da nomi di oocalità come la Contrada Cascone di Napoli.
CASEI
Casei, ormai quasi scomparso, è un tipico cognome del lucchese,
della zona di Barga in particolare, potrebbe derivare dal nome del paese
di Casei nel pavese, ma non è molto probabile, mentre è più
facile ipotizzare una derivazione da una forma dialettale di uno dei tanti
toponimi Casella nello spezzino.
CASELLA
CASELLE
CASELLI
Diffuso in tutt'Italia Casella, Caselle è specifico del potentino,
di Melfi e Barile in particolare, tipico dell'Emilia e Toscana Caselli,
dovrebbero tutti derivare da toponimi quali: Casella (GE) - (TV), Caselle
(VR) - (TV) - (BO) - (SA) - (LO), Casellina di Scandicci (FI) o dal
nome di fondi medioevali come questo citato in una Cartula offertionis,
investiture et concessionis citato nel Codice
Diplomatico della Lombardia Medioevale a Pavia nell'anno 1177:
"...offero predicto monasterio nominative meam personam
et insuper omnes illas terras iuris mei quas habere videor in loco et fundo
Caselli et in
eius territorio,...".
CASELOTTI
CASELOTTO
Caselotti, assolutamente rarissimo, sembrerebbe dell'area sudmilanese e
piacentina, Caselotto, sempre molto raro, è tipicamente veneto,
del veneziano in particolare, dovrebbero derivare dal fatto che le famiglie
abitassero in case coloniche fuori dal paese.
CASER
CASERI
CASERO
CASIERI
CASIERO
Caser ha un ceppo a Bolzano e Canal San Bovo nel trentino, ed uno a Chioggia
nel veneziano, Caseri, molto raro, è tipico della bergamasca, di
Carvico, Treviglio e Villa d'Adda soprattutto, Casero è tipico del
milanese, di Canegrate e Legnano, Casieri ha un ceppo romano ed uno a Canosa
di Puglòia nel barese ed a Cerignola e Storara nel foggiano, Casiero
ha un ceppo pugliese a Lucera nel foggiano ed Andria e Altamura nel barese,
ha un ceppo a Ferrandina nel materano, uno nel beneventano a San Giorgio
la Molara e San Bartolomeo in Galdo, ed uno romano, tutti questi cognomi
dovrebbero derivare dall'attività di mastro casaio (produttore di
formaggio) svolto dal capostipite.
CASERTA
Cognome tipico del meridione, di Campania, Puglia, Calabria e Sicilia,
deriva dal toponimo Caserta.
integrazione fornite da Giovanni
Vezzelli
Caserta è un cognome e toponimo che proviene dalla dizione latina
'casae hirtae'. In latino 'casa'
significa 'capanna'. La prima parte
del nome si riferisce al primo agglomerato di abitazioni, la seconda è
ispirata alla topografia elevata del villaggio antico.
CASERTANI
CASERTANO
Casertani, praticamente unico, dovrebbe essere un errore di trascrizione
di Casertano che è specifico del casertano di San Prisco in particolare,
derivano dall'etnico casertano, di Caserta.
CASETTA
CASETTE
CASETTI
CASETTO
Casetta ha un ceppo piemontese, in particolare a Montà nel cuneese,
a Canale ed Alba, e nel torinese a Torino, Moncalieri, Collegno, Pralormo
e Chieri ed a San Damiano d'Asti nell'astigiano, uno veneto nel trevisano
a Gaiarine, Vittorio Veneto e Gorgo al Monticano, uno emiliano a Ferrara
ed uno a Roma, Casette, assolutamente rarissimo, è di Chioggia,
Casetti ha un piccolo ceppo a Casalmaggiore nel cremonese, uno a Trento,
uno in Romagna a Cesena e Bagno di Romagna nel forlivese ed a Cervia nel
ravennate, ed uno a Roma ed Anguillara Sabazia nel romano, Casetto ha piccoli
ceppi in Piemonte, Lombardia e Veneto, dovrebbero tutti derivare dai molti
toponimi contenenti la radice Casetta, Casette o simili, presenti un pò
ovunque nell'Italia centrosettentrionale.
CASI
CASO
Casi è specifico dell'aretino, Caso è tipicamente meridionale,
soprattutto dell'area campana, del potentino, del foggiano, del barese
e del tarentino, dovrebbero derivare da un soprannome originato dal termine
latino caseum (cacio,
formaggio), probabilmente ad indicare nei capostipiti dei pastori
o degli allevatori di bestiame da latte, o anche dei semplici casari.
CASIDDU
Casiddu è tipicamente sardo, del sassarese, di Ittiri, Sassari,
Uri ed Alghero, con un ceppo anche a Quartu Sant'Elena nel cagliaritano,
dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine sardo casiddu
(secchio, ma anche alveare).
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CASIDDU: il vocabolo significa alveare. Sulla etimologia del termine
abbiamo due ipotesi. Potrebbe derivare dal latino casa
(casa), al diminutivo casella
(piccola casa, casetta; o invece da
qualus = cesto,
quasillum = cestino.
Ma in sardo il termine casillu o casilloni,
significa recipiente per mungere, quindi
per il latte. Ma, sia is casiddus, alveari che is casillus, recipienti
per mungere erano un tempo di sughero, cioè ricavati dalla corteccia
della quercia da sughero, pertanto supponiamo una origine comune. È
bene qui fare un excursus: in latino per arnia o alveare abbiamo cavea
(Virgilio - georgiche), che deriva da cavum,
tronco cavo, sughero della quercia,
etc. (vedi il cognome Cau). L'alveare in sardo
non è mai cavu o cau,
che pur significa cavo o anche muèddu = midollo. L'origine latina
rimane invece nel termine marracau (logudorese) e la sua variante burucau
(campidanese) che significano gruccione, in latino apiaster, che è
un uccello di piccole dimensioni (della grandezza di un merlo), che si
nutre di insetti e soprattutto di api ed è quindi il nemico numero
uno degli alveari. Marracau > marra cavum, che zappa (becca) l'alveare;
burucau > vurucau > vorocavum > che divora l'alveare. Attualmente il cognome
Casiddu è presente in 20 Comuni italiani, di cui 10 in Sardegna:
Ittiri 81, Sassari 32, Quartu 20, etc.
CASIELLO
CASILLA
CASILLI
CASILLO
Casiello è tipico dell'area che comprende il beneventano, il foggiano
ed il barese, con ceppi principali ad Altamura nel barese, San Giorgio
del Sannio nel beneventano e Biccari nel foggiano, Casilla è unico,
Casilli è presente un pò ovunque nel centrosud, ha un ceppo
a L'aquila, uno a Roma ed a Civitella San Paolo nel romano ed a Formia
nel latinense, a Campobasso, a Caivano e Napoli nel napoletano, a Lecce,
Squinzano, Carmiano, Cavallino, Veglie e Lequile nel leccese ed in Sicilia
a Capo d'Orlando, Messina e Mirto nel messinese, Casillo è tipicamente
campano, soprattutto del napoletano, casertano e beneventano, dovrebbero
tutti derivare da un soprannome dialettale derivato dal termine meridionale
dialettale casiello o casillo
che significa caciottina, o dal termine
medioevale casellum che significa casale,
abitazione rurale.
integrazione fornite da Giovanni
Vezzelli
Casiello è cognome tipico di Bari e Foggia che secondo Minervini
131 deriva dal cognome base Casa.
CASIGLI
CASIGLIO
Sia Casigli che Casiglio, estremamente rari, presenti sia al nord che al
sud, dovrebbero derivare da nomi di località come Casiglio d'Erba
nel comasco, Casiglio di Rutigliano nel barese, o altre simili, località
che derivano il loro nome dal cognomen latino Casilius
o Casillius.
CASIGLIANI
Casigliani, molto molto raro, sembrerebbe tipico di Pisa e del pisano,
dovrebbe derivare da un nome di località ora scomparso, probabilmente
un ager Casiglianus, cioè la
proprietà agricola di un Casilius
o Casillius (nome latino).
CASILE
CASILI
Casile, specifico del reggino, è tipico di Condofuri, Bova, Bova
Marina e Cardeto, Casili, assolutamente rarissimo, è anch'esso della
medesima area, dovrebbero derivare dal termine tardo latino casile
(abitazione o agglomerato abitativo di campagna),
di cui abbiamo un esempio d'uso nel foggiano, nell' XI° secolo, come
leggiamo nel Codex Diplomaticus Cavensis:
"In nomine domini, domno basili dibina gratia imperator
augusto deo propitio sexagesimo anno imperii eius, et cum eo regnante domno
costantino frater eius, sanctissimis imperatoribus nostris, mense ianuario,
decima indictione. Ideo qui nos sumus viri hoctabiano iudice filio quondam
iohanni iudicis, quam et poto filius leoni iudicis, qui sumus commorantes
intus cibitate luceria, declarati enim sumus intus in anc predicta cibitate
luceria, ante presentiam agelfrit iudicis et aliis nobiliores hominibus,
qui hic subtus conscripti sunt, quia pertinentem nobis abemus intus in
anc predicta cibitate luceria uno casile
bacuum, qui his dictus casile
nobis vindere congruum est, quam et nos mulieres lervisa et grima, qui
sumus uxores eiusdem ottabiani et poti, declarate enim sumus, quia in die
copulationis nostre de omnibus rebus et facultatibus eorum quartam partem
nobis emiserunt per eorum scriptum murgincab ab illis nobis firmatum....",
probabilmente ad indicare in questo modo la provenienza del capostipite
da zone di quel tipo.
CASILIO
Casilio, molto molto raro, è tipico de l'Aquila e di San Pio delle
Camere (AQ), potrebbe derivare dal nome tardo latino Casillius.
CASINA
CASINI
CASINO
Casina è praticamente unico, Casini è molto molto diffuso
nella zona che comprende l'Emilia, la Toscana, l'Umbria e l'alto Lazio,
Casino, molto raro, sembrerebbe di Poggiorsini (BA), dovrebbero derivare
tutto da nomi di località come Casina (RE), Casini (FI) (SI) e (PT),
Casino (SI) (PI) (RE) (FR) e (Roma) e molte altre, un esempio di quest'uso
si ha nel Codice Diplomatico della Lombardia medioevale
nell'anno 1153 a Lodi: "...in suburbio Sancti Naboris
de Laude et in quo suprascripti patruus et nepotes habitant, cui est a
mane et a sera via, a meridie fictuaria Arialdi
de Casino, a monte filiorum quondam Ambroxoni
de Bagnolo, sic ibique alii sunt coherentes...".
integrazione fornite da Giovanni
Vezzelli
Casini è cognome abbastanza diffuso, derivato da uno dei tanti
toponimi Casina, per lo più appenninici. Dal latino medievale casina
«cascina». Per il Modenese
ricorderò Casine di Sestola. Fonte: F. Violi, Cognomi a Modena e
nel Modenese.
CASNICI
CASNICO
CASNIGHI
CASNIGO
Casnici è tipico dell'area basso bresciana, mantovana, in particolare
di Solferino, Cavriana e Castiglione delle Stiviere nel mantovano, Casnighi
è quasi unico ed occupa lo stesso areale, Casnico e Casnigo, estremamente
rari, sono propri del basso bresciano, tutti questi cognomi dovrebbero
derivare dal nome del paese di Casinicum,
nome medioevale dell'attuale paese di Casnigo
nel bergamasco, che prima venne chiamato Casnico,
come si arguisce da atti notarili del 1500, tracce di queste cognominizzazioni
le troviamo a Leno nel bresciano negli atti di una vertenza del 1561: "...
Pro domino Camillo Albino contra Iacomum f. q. Vincentii
Casnici, Angelum et Iosephum eius filium de
Gandelino sive del Agnello de Gaijdo nec non et nobilem dominum Iosephum
de Laude"; "Pro Camillo Albino instrumenta et executiones et actus contra
Vincentium Casnicum
et Iacomum eius filium et heredem, Angelum de Gandelino sive del Agnello,
Iosephum filium suprascipti Angeli omnes de Gaido, et dominum Iosephum
de Laude civem brixiensem eorum omnium laudatorem ...".
CASIRAGHI
CASIRAGO
Casiraghi è tipico lombardo, del milanese e della Brianza in particolare,
Casirago,quasi unico, è probabilmente un errore di trascrizione
del primo, derivano dal toponimo Casirago (CO) o Casirago (MI), paese da
cui il Barbarossa mosse per dirigersi verso Milano per poi distruggerla.
integrazioni proposte da Carla
Casiraghi
Nelle mie ricerche ho trovato in una parrochia nel libro dei battesimi,
nello stesso anno, le due versioni: quella relativa alla mia
famiglia (Casiraghi) e la versione Casirago, in quel caso però
il cognome prendeva il genere dal sesso del nascituro, se si trattava di
una femmina era Casiraga, Casirago se maschio. Quindi non sono convinta
che si tratti di un errore ma piuttosto di una tradizione. Casirago frazione
ora soppressa faceva parte del comune di Montevecchia così come
Maresso la maggioranza dei cui abitanti ha questo cognome e che sembra
esserne il punto originario. Peraltro molti toponimi della Lombardia portano
il suffisso ago e molti cognomi il suffisso aghi. Questo sembra essere
in relazione con agh o ager (campo di) probabilmente in questo caso Campo
di Cesare (Caesar).
CASLINI
Caslini è tipicamente lombardo, do Giussano e Carate Brianza nel
milanese, di Cisano Bergamsco, Bagnatica, Brembate di Sopra, Bergamo e
Scanzorosciate nel bergamasco, di Lecco e di Arosio e Mariano Comense nel
comasco, dovrebbe derivare dal nome del paese di Caslino al Piano o di
Caslino d'Erba nel comasco, probabili luoghi d'origine dei capostipiti.
CASOLA
CASOLI
CASOLO
Casola ha un ceppo nel varesotto a Gallarate, Inarzo, Vergiate e Ternate,
uno in Campania, nel napoletano a Napoli, Sorrento, Casoria, Giugliano
in Campania ed Arzano, nel salernitano a Positano e Salerno e nel casertano
a Macerata Campania, ed un ceppo in Sicilia nell'agrigentino a Cattolica
Eraclea ed Agrigento, ed a Castelvetrano nel trapanese, Casoli ha un ceppo
nel varesotto a Varese, Solbiate Arno, Mornago e Saronno, uno molto consistente
in Emilia, nel reggiano a Reggio Emilia, Castelnuovo di Sotto, Correggio,
Montecchio Emilia e Cadelbosco di Sopra, nel parmense, a Parma e Collecchio,
e nel modenese a Modena e Carpi, uno nel pesarese, a Pesaro, Petriano,
Sant'Angelo in Lizzola e Montecalvo in Foglia, e ad Ancona, ha un ceppo
a Gubbio nel perugino, ed un ceppo a Troia nel foggiano, Casolo sembrerebbe
avere due ceppi distinti, uno a Somma Lombardo nel varesotto ed uno nell'avellinese
a Montefalcione ed a Sant'Angelo all'Esca, questi cognomi derivano molto
spesso da toponimi come Casola, presente in più forme in Emilia
ed in Campania o Casoli presente prevalentemente in centro Italia, ma,
in molti casi, dovrebbero derivare dal nome medioevale Casolus,
Casola, di cui abbiamo un esempio d'uso
in uno scritto del 1544: "...Ac videbatur vtraque
pars perperam egisse, Casolus
quidem partim occultando omnia, neque explanando, quid sent ret de iis,
quae Synodus constituisset, et permittendo Synodum progredi in dogmatibus
sanciendis, cum interim inauditos condemnaret illa Protestantes...".
CASOLARE
CASOLARI
CASOLARO
Casolare, abbastanza raro, è tipico del napoletano, di Quarto, Pozzuoli
e Napoli, con un piccolo ceppo anche a Vairano Patenora nel casertano,
Casolari è specifico del modenese, di Sassuolo, Modena, Serramazzoni,
Fiorano Modenese, Prignano sulla Secchia, Formigine, Maranello, Pavullo
nel Frignano e Polinago, di Bologna, di Scandiano e Casalgrande nel reggiano
e di Ferrara, Casolaro ha un grosso ceppo a Napoli e nel napoletano, a
Casoria, Pozzuoli, Marano di Napoli, Ercolano e San Giorgio a Cremano,
con un piccolo ceppo a Frasso Telesino nel beneventano, a Salerno ed un
ceppo significativo a Foggia, questi cognomi dovrebbero derivare
da soprannomi, anche dialettali, originati dal fatto che la famiglia abitasse
in un casolare o casa colonica, cioè
in una casa isolata in mezzo alla campagna. Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Piatta (SO), dove nella
prima metà del 1700 è Canonico un certo Pietro Andrea de
Casularis.
integrazione fornite da Giovanni
Vezzelli
Casolari è cognome di origine toponimica, abbastanza diffuso
nel Modenese. Una località Casulare
è nominata in una carta del vescovo di Modena Ubaldo nel 1146, e
in altre successive del 1156 e del 1175. Doveva trovarsi fra Portile e
Mugnano. Dal latino medievale casulare
«casa rustica». Fonte:
F. Violi, Cognomi a Modena e nel Modenese.
CASONATI
Casonati, assolutamente rarissimo, parrebbe del mantovano, di Ostiglia
in particolare, dovrebbe derivare da nomi di località come Casone
o Casoni, praticamente onnipresenti in Italia, il suffisso -ati
indica appartenenza, sarebbe come dire quelli
del casone o dei casoni.
CASORATI
Casorati è tipico dell'area che comprende le province di Milano
e Pavia, dovrebbe derivare dal fatto che il capostipite probabilmente era
originario del paese di Casorate Primo nel pavese.
CASORIA
Tipico del napoletano, di Cicciano ed Acerra in particolare, dovrebbe derivare
dal toponimo Casoria, in alcuni casi forse ad indicare un particolare rapporto
di sudditanza o di devozione verso il Vescovo di Napoli che in epoca tardomedioevale
risiedeva appunto in quella città, secondo alcuni potrebbe derivare
da caratteristiche della località di residenza con la presenza di
una casa aurea (da cui casoria).
CASOTTANA
CASSOTTANA
Casottana, praticamente unico, è dovuto ad un errore di trascrizione
di Cassottana, che, molto raro, è specifico di Genova, dovrebbe
indicare che la famiglia, rispetto agli abitanti che hanno attribuito il
soprannome al capostipite, abitasse in una zona più
bassa, infatti il termine sottana
indicava appunto questo fatto e cà sottana
è l'equivalente di casa più in basso,
può essere anche, più semplicemente che prendano il nome
da toponimi, con il nome Cassottana esistono località come quella
presso Cicagna nel genovese o quella di Monterosso al Mare nelle Cinque
Terre.
CASPANI
Sembra avere due ceppi, nel nord milanese e comasco e in Valtellina, deriva
dal toponimo Caspano (SO), tracce di questa cognominizzazione si hanno ad
esempio nel 1500 con un certo Stefano fu Tognij Betoni de Caspano di Grosio
che compare in un atto di vendita di alcuni terreni, nel 1600 la cognominizzazione
si perfeziona con ad esempio un Martino Caspanus sindaco della contrada
Viale di Grosio (SO).
integrazioni fornite da Giacomo
Ganza / Villa di Tirano (SO)
Il cognome è presente in alcune province della Lombardia, tra
le quali Milano. Deriva dal toponimo Caspano, una frazione del comune di
Civo (SO). In provincia di Sondrio i Caspani sono presenti soprattutto
a Grosio e Mazzo in Valtellina, complessivamente poco meno di un centinaio
di famiglie. I Caspani si stabiliscono a Grosio nel corso del 1400, diventando
nei secoli successivi protagonisti della vita del borgo.
CASSAGHI
CASSAGO
Entrambi specifici del milanese
e del bresciano, dovrebbero derivare dal toponimo Cassago Brianza (LC)
o Casciago (VA),ma è pure possibile un'origine più antica,
in alcuni casi, direttamente da un latino Cassius ager (campo Cassio) modificatosi
in Cassiago e di lì Cassago o Cassaghi. Nel 1351 in un atto troviamo,
come nunzio giurato del Capitolo di S. Giovanni di Monza, Giovanni da Cassago,
in un atto del 1356 è citato un Marchese di Cassago: "...et
capituli intrinseci et extrinseci eiusdem ecclesie de Massalia: petiam
unam silve iacentem in territorio dictarum cassinarum de Mardegore ubi
dicitur ad terram ecclesie de Massalie, cui coheret a mane Petri de Ghizio
et in parte Marchesii de Cassago,
a meridie dicti Petri de Ghizio et a monte dicti Poli et est pertice viginti
vel circha ...".
CASSAI
Specificatamente toscano potrebbe
essere stato originato da un soprannome legato al mestiere di cassai (produttori
di casse).
CASSANDRA
CASSANDRI
CASSANDRO
Cassandra ha un ceppo a Latina e nel latinense a Carpineto Romano e Nettuno
ed a Roma, ma un nucleo principale esiste anche nel casertano a San Marcellino
e Castel Volturno, Cassandri, rarissimo, è romano, Cassandro invece
ha un ceppo nel veneziano, uno romano ed uno tra casertano e napoletano,
dovrebbero derivare dal nome di origine greca Cassandro
(ricordiamo la Cassandra troiana), nel Lazio esiste con questo nome una
maschera dal carattere credulone, facile da raggirare, perciò in
alcuni casi si potrebbe anche trattare di un origine da soprannomi ispirati
appunto a quella maschera.
CASSANEGO
Cognome tipicamente veneto, del
trevigiano, dovrebbe derivare da un toponimo antico Cassanego, antico borgo
medioevale, un tempo facente comune a se, vicino a Borso del Grappa (TV),
che deve il suo nome a San Cassano.
CASSANELLI
CASSANELLO
Cassanelli ha un ceppo nel milanese, uno tra modenese e bolognese ed uno
nel barese, Cassanello, molto molto raro, è tipico del genovese,
con un ceppo secondario nel cagliaritano, derivano da toponimi quali: Cassano
d'Adda (MI), Cassano delle Murge (BA), Cassano Spinola (AL), Cassano (MO),
è anche possibile, anche se non molto probabile che derivino in
qualche caso da un diminutivo del nome tardo latino Cassianus.
CASSANI
CASSANO
Cassani sembra avere tre zone d'origine, la Lombardia ed in particolare
la provincia di Varese e Milano, l'Emilia e Romagna e la provincia di Genova,
Cassano invece è presente in tutta Italia in particolare al sud
ed in Puglia soprattutto. Questi cognomi dovrebbero derivare da toponimi
quali Cassano, presente nell'avellinese, nel milanese, nel varesotto, nel
barese, nel cosentino e in tante altre parti d'Italia, ma non si può
escludere una derivazione dall'italianizzazione del nome arabo Hassan
che ha il significato di bello, carino.
Cassano è un'antica famiglia nobile, Guglielmo e Bartolomeo Cassano
furono feudatari a Napoli per mandato di Re Manfredi e Carlo I d'Angiò.
In Puglia nel 1330 troviamo Blasco e Giovanni, suo figlio, Castellani di
Brindisi, e successivamente vicere diella Calabria, nel 1435 troviamo dei
Cassano partecipare al governo di Napoli.
CASSANITI
Cassaniti ha un piccolo ceppo a Napoli ed uno nel catanese a Piedimonte
Etneo, Linguaglossa e Giarre, dovrebbe trattarsi di forme etniche neogreche
riferite a paesi come Cassano di Piano di Sorrento nel napoletano, Cassano
Irpino nell'avellinese o Cassano allo Ionio nel cosentino, indicando così
probabilmente il luogo d'origine dei capostipiti.
CASSANMAGNAGO
Molto raro è tipico del nordmilanese, dovrebbe derivare dal toponimo
Cassano Magnago (VA).
CASSARA
CASSARINO
CASSARO
CASSAROTTO
Originario della provincia di Palermo
Cassara, della provincia di Agrigento Cassaro, mentre Cassarino è
tipico del sud della Sicilia, Cassarotto assolutamente rarissimo sembrerebbe
torinese, questi cognomi dovrebbero derivare da soprannomi legati al toponimo
Cassaro (SR) o al mestiere di cassaio (produttore di casse).
CASSARINI
Cognome decisamente bolognese,
dovrebbe derivare da un soprannome originato dal mestiere di cassaio (produttore
di casse).
CASSATA
Cassata è tipicamente siciliano, in particolare del palermitano,
di Palermo, Cefalù, Termini Imerese, Mentimiglia di Sicilia, San
Mauro Castelverde e Ciminna, con presenze anche nel messinese a Messina
e Barcellona Pozzo di Gotto ed a Piazza Armerina nell'ennese, potrebbe
derivare da un soprannome originato dal mestiere di pasticcere svolto dai
capostipiti, ricordiamo che la cassata siciliana è un dolce caratteristico
dell'isola.
CASSATARO
Cassataro è specifico del palermitano, di Pollina, Palermo e Cefalù,
dovrebbe derivare da un soprannome riferito al mestiere del capostipite,
in dialetto siciliano il cassatàru
(colui che prepara le cassate).
CASSE
Casse è tipico del torinese occidentale, di Salbertrand ed Oulx,
si dovrebbe trattare di un cognome provenzale, originario della Linguadoca,
dell'area di Tolosa e deriverebbe da toponimi di quella zona chiamati Casse
o Casses.
CASSERA
Dovrebbe derivare dal nome di una località il Pizzo della Cassera
tra bergamasca e Valtellina, personaggio di rilievo agli inizi del 1800
è stata la cremonese Contessa Càssera (1796-1855) una delle
gentildonne più ammirate nella Milano di quei tempi.
CASSERA'
Estremamente raro, dovrebbe essere siciliano.
integrazioni fornite da Emilio
Pepe
il cognome Casserà si dovrebbe collegare al termine arabo
qasr che vuol dire castello
o luogo fortificato. Il termine, in
siciliano antico è diventato cassaro
e venne utilizzato per denominare le strade princiapli di alcuni paesi
(compreso Palermo) in quanto portavano appunto
al castello.
CASSETTA
CASSETTI
CASSETTO
Cassetta è presente a macchia di leopardo, ha ceppi nel palermitano,
nel barese, nell'alta Campania, nelle province di Roma e Latina, nel perugino,
nel veneziano meridionale e nel torinese orientale, Cassetti, abbastanza
raro, sembra avere ceppi nel nisseno, nel ternano e nel bresciano, Cassetto
è rarissimo e sembrerebbe tipico del torinese.
CASSIA
Abbastanza raro sembrerebbe originario del siracusano, dovrebbe derivare
dal nomen latino Cassius della gens
Cassia.
integrazione fornita da Giovanni
Vezzelli
il cognome ha un'alta frequenza a Catania e Siracusa. il Rohlfs
lo fa derivare dal sic. càssia
= acacia, Cfr. G. Rohlfs: Dizionario
storico dei
cognomi nella Sicilia orientale, Centro di studi filologici e linguistici
siciliani, Palermo, 1984, p.65
CASSIANI
CASSIANO
Cassiani è presente a macchia di leopardo nel centronord, con ceppi
a Modena e nel modenese, a Pesaro ed a Roma, Cassiano ha un ceppo a Terranova
da Sibari e Praia a Mare (CS), con un nucleo principale nel leccese tra
Patù, Morciano Di Leuca e Castrignano Del Capo, e a Brindisi, derivano
dal nome tardo latino Cassianus di
cui abbiamo un esempio in questo testo del XII° secolo: "...Et
quia noster conpresbiter Cassianus
gratum duxit tue fore dignationi si meo consilio in civitate vestra clericatus
ordinem ducere censeantur, statui propter bonivolentiam tuam..".
CASSIBBA
Tipico di Comiso nel ragusano, dovrebbe derivare dal vocabolo arabo qhassab
(macellaio. Tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Comiso
nel 1600 con il notaio don Carlo Cassibba.
CASSINA
Tipico lombardo, del milanese in particolare, dovrebbe derivare dal termine
cascina forse ad indicare un colono abitante appunto in cascina, ma è
pure possibile una derivazione da toponimi come Cassina De Pecchi (MI)
o altri simili, tracce di questa cognominizzazione le troviamo nel Codice
Diplomatico della Lombardia medioevale in un atto di vendita
dell'anno 1168 redatto a Milano: "..Anno dominice
incarnationis milleximo centeximo sexageximo octavo (a), decimo die mensis
decembris, indictione secunda. Constat nos Anselmum qui dicor Cassina,
filium quondam Iohannis, de civitate Mediolani,...".
CASSINAIA
Raro cognome delle provincie di
Milano e Lodi, l'origine dovrebbe essere da un soprannome derivato da un
toponimo come Cassina de' Pecchi (MI) o Cassina Nuova (MI) o altri ,oppure
potrebbe anche discendere da un soprannome legato alla località
di provenienza (la cascina).
CASSINARI
Originale del piacentino, potrebbe
derivare da un soprannome dialettale legato alla località di provenienza
(la cascina).
CASSINELLI
Cassinelli è specifico dell'Italia nordoccidentale, del Piemonte,
della Liguria e della Lombardia centrooccidentale,potrebbe derivare da
una forma ipocoristica del cognomen latino Cassinus,
ma è anche probabile che possa trattarsi di forme etniche stanti
ad indicare abitanti di paesi che contengano nel nome la radice Cassino,
come ne esistono molti in Italia, come Cassino d'Alberi nel lodigiano,
Cassino Scanasio nel milanese, Cassino Po nel pavese e così molti
altri.
CASSINERIO
Cassinerio sembrerebbe specifico del varesotto di Ferno in particolare.
CASSINI
Cassini ha un ceppo in provincia d'Imperia in particolare a Perinaldo,
Sanremo e Dolceacqua, uno nel milanese e nel bresciano, uno nel veronese
ed uno a Roma, dovrebbe derivare dal cognomen latino Cassinus
o da variazioni sul nomen della Gens Cassia,
ma è pure possibile, in alcuni casi, una derivazione dai tanti toponimi
Cassino situati in giro per la Lombardia.
CASSIO
CASSIOLI
Cassio ha varie presenze al nord, a Trieste in particolare, ha un ceppo
a Roma ed uno in Puglia a Foggia e Bari, Cassioli è tipicamente
toscano, in particolare dell'aretino a Foiano della Chiana e del senese
a Sinalunga, dovrebbero derivare direttamente o tramite una forma ipocoristica
dal nomen latino Cassius, il personale
della Gens Cassia.
CASSIS
Tipico del bergamasco, di Calcinate e Cavernago, potrebbe derivare da un
soprannome di origine oscura, le ipotesi di una connessione con il villaggio
di Cassis nel sud della Francia o con il cassis
(aroma di ribes) sono improbabili,
nell'udinese troviamo già nel 1700 i Conti Cassis Faraone.
CASSISA
CASSISI
Cassisa, molto raro è specifico trapanese, Cassisi, probabilmente
messinese, è distribuito sulla costa sudorientale della Sicilia,
di origine incerta, potrebbero essere nati da un soprannome derivato dal
vocabolo latino cassis (elmo)
o da un altro vocabolo latino cassis
(rete da caccia) o potrebbe definire
l'appartenenza alla gens Cassia.
integrazione fornite da Giovanni
Vezzelli
Cassisi è cognome della Sicilia orientale che deriva dal
vocabolo dialettale 'cassisi' = lungo,
alto. Rohlfs 65.
CASSISSA
Cassissa è specifico del genovese, di Genova, Serra Riccò,
Sant'Olcese e Lavagna, dovrebbe derivare dal nome dell'Alpe di Cassissa
situata nel genovese, sopra Vobbia, ai confini con l'alessandrino, probabilmente i capostipiti provenivano da quella zona.
CASSITTO
Molto molto raro è specifico del napoletano
integrazioni fornite da dr. Andrea
Jelardi (Napoli)
Nobilissima famiglia di origine tedesca il cui cognome originario era
Kassitt. I Cassitto, conti di Ortenburg, Stevburg e Cilia, giunti
in Italia vennero iscritti nel Libro d''oro del Patriziato di Ravello ed
un ramo della famiglia si trasferì da Ravello (SA) a Bonito (AV).
Lo stemma di famiglia raffigura tre campi triangolari con all''interno
tre uccelli, ai quali fu tolta la testa a seguito di contrasti tra un membro
della famiglia e l'Imperatore. Lo stemma di famiglia è riprodotto
all''interno del Duomo di Ravello.
CASSOL
Cassol, specifico del bellunese, di Santa Giustina, San Gregorio nelle
Alpi , Belluno e Feltre, potrebbe derivare da una forma dialettale veneta
per il toponimo Cassola nel vicentino, forse il paese di provenienza dei
capostipiti.
CASSOLA
CASSOLI
CASSOLO
CAZZOLA
CAZZOLI
CAZZOLO
Cassola ha un piccolo ceppo nell'alessandrino, a Brignano Frascata, Tortona
e Valenza, a Piacenza ed a Genova, ed un piccolissimo ceppo anche a Livorno
ed a Pisa, Cassoli ha un ceppo a Bologna ed a Casalecchio di Reno nel bolognese,
ed uno molto piccolo ad Anzio nel romano, Cassolo, quasi unico, è
dell'alessandrino, Cazzola è molto diffuso in tutto il settentrione,
con ceppi piemontesi ad Acqui Terme ed Alessandria nell'alessandrino ed
a Montabone e Vaglio Serra nell'astigiano, e con un ceppo a Genova e Savona,
un ceppo nel pavese, a Voghera, Verrua Po, Pavia, Pinarolo Po, Castelletto
di Branduzzo e Bressana Bottarone, ed un piccolo ceppo anche a Cosio Valtellina
nel sondriese, ha un grosso ceppo nel vicentino a Malo, Schio, Vicenza,
Isola, Vicentina, Arzignano, Monticello Conte Otto, Valdagno, Grumolo delle
Abbadesse, Caldogno e Costabissara, ha un grosso ceppo nel ferrarese, a
Ferrara, Goro e Copparo e nel bolognese, a Bologna ed Argelato, Cazzoli,
molto meno comune, ha un ceppo a Verona ed uno molto piccolo a Vo nel padovano,
presenta il ceppo più consistente nel bolognese a Bologna e San
Giovanni in Persiceto, Cazzolo, praticamente unico, dovrebbe essere dovuto
ad un'errata trascrizione di uno dei precedenti, in qualche caso potrebbero
derivare dalla toponomastica, ad esempio dal nome di paesi come il vicentino
Cassola o il parmense Cazzola, ma molto più probabilmente derivano
da un soprannome riferito a fabbricanti o venditori di pentole e casseruole.
CASSOLARO
Cassolaro, assolutamente rarissimo, sembrerebbe piemontese e dovrebbe derivare
da un soprannome originato dal mestiere di produttore o venditore di pentole
e casseruole svolto dal capostipite.
CASSON
Specifico di Chioggia Casson è di origini incerte, potrebbe derivare
dal toponimo Cassone (VR), improbabile una derivazione dal nome franco
Cassyon, la più probabile è
dal suo derivato, il nome medioevale Cassone
di cui abbiamo un esempio tra la seconda metà del 1200 e l'inizio
del 1300 con Cassone della Torre arcivescovo di Milano.
CASSULLO
CASSULO
CAZZULLO
CAZZULO
Cassullo, molto molto raro, ha un ceppo ligure, piemontese ed uno nel molisano,
Cassulo, esclusivamente piemontese, ha un ceppo nell'alessandrino a Capriata
d'Orba, Novi Ligure ed Ovada ed a Rivarolo canavese nel torinese, Cazzulo
è specifico dell'alessandrino ,di Castelletto d'Orba, Ovada, Alessandria
e Novi Ligure, e del genovese di Genova in particolare, Cazzullo, assolutamente
rarissimo, è forse del cuneese, potrebbero derivare dal termine
medioevale cazzuolo o chalçuolo
(specie di stampo per la fusione dell'argento
e metalli preziosi), di questo arnese abbiamo un esempio in
questa ricetta del 1364: "...E poi vi metti questo
per dare cholore all'ariento: tolgli sei otavi di vetro pesto e uno otavo
d'osso di bue, chotto e pesto, e uno otavo di schalgliuola di ferro di
fabro, e lavala bene e mescola insieme e mettine di sopra nel chalçuolo,
dove dée istare l'ariento...", forse ad indicare che i capostipiti
facessero gli argentieri.
integrazioni fornite da Daniele
Zaia
In tutte le varianti questo cognome piemontese, deriva dalla voce dialettale
casù, che vuol dire mestolo.
CASTA
CASTI
Casta è tipicamente sardo, di Sanluri nel Medio Campidano, di Villaurbana
ed Oristano nell'oristanese, e di San Giovanni Suergiu ed Iglesias nell'iglesiente,
Casti, sempre sardo è tipico del meridione dell'isola, di San Sperate,
Cagliari, Quartu Sant'Elena, Villaspeciosa, e Quartucciu nel cagliaritano,
di Villacidro, Serramanna e Sardara nel Medio Campidano e di Iglesias,
Villamassargia, Carbonia e Domusnovas nell'iglesiente, dovrebbero derivare
dal termine sardo di origini catalane casta
(razza, stirpe, genia), ad indicare
probabilmente un'origine privilegiata dei capostipiti.
CASTAGLIOLO
CASTAGLIUOLO
CASTAGLIULO
Castagliolo, praticamente unico, specifico del salernitano, sembrerebbe
dovuto ad un'italianizzazione di Castagliuolo, che è caratteristico
di Forio sull'isola d'Ischia nel napoletano, Castagliulo, sempre ischitano,
praticamente unico, è dovuto ad un'ulteriore variazione dialettale
del precedente, dovrebbero derivare da un termine dialettale napoletano
basato sul termine spagnolo castillo
(pronuncia castiglio), che significa castello
e starebbe ad indicare nei capostipiti degli abitanti della zona del castello
aragonese nei pressi di Forio.
Comune in tutt'Italia Castagna, decisamente emiliano Castagnetti è
probabilmente originario della provincia di Modena, Castagnini è
veronese ed è anche ben rappresentato in Emilia, Castagnino ha un
ceppo nel genovese a Genova, Chiavari, Lavagna e Sestri Levante, uno calabrese
nel crotonese, a Petilia Policastro, Mesoraca e Roccabernarda, ed uno siciliano
a Siracusa, tipico bresciano Castegnini, Castagno ha un nucleo piemontese
nel cuneese e nel torinese ed uno campano tra avellinese e salernitano,
Castagnone è tipicamente piemontese, con un piccolo ceppo a Casale
Monferrato nell'alessandrino, Castagnoni praticamente unico, è del
pavese. Questi cognomi dovrebbero avere, direttamente o tramite ipocoristici
o accrescitivi, più o meno dialettali, un'origine da soprannomi
legati al mestiere di raccoglitore o di venditore
di castagne, ma potrebbero anche derivare da toponimi quali:
Castagneto nel modenese e nel reggiano o Castegnato nel bresciano.
Castagnaro ha un ceppo nel barese ed uno nel cosentino, Castagnari è
tipico di Recanati nel maceratese nelle Marche, Castagner è poprio
di Vittorio Veneto nel trevisano, Castagneri e Castagnero sono specifici
del torinese, Castegnaro è specifico del vicentino, di Montebello
Vicentino, Montecchio Maggiore, Brendola, Zermeghedo, Lonigo e Vicenza,
dovrebbero derivare tutti dal mestiere di raccoglitore o venditore di castagne
o anche da toponimi con questo tipo di radice come Castagnaro nel veronese.
CASTAGNAVIZZA
Castagnavizza sembrerebbe unico, presente oggi solo in Liguria, dovrebbe
derivare dal nome del colle della Castagnavizza tra Italia e Slovenia.
integrazioni fornite da Marida
Castagnavizza
il mio cognome Castagnavizza, non è ligure, mio nonno è
calabrese, pare che questo cognome gli sia stato dato nel momento in cui
è andato al militare, essendo figlio di n.n.
CASTAGNOLA
CASTAGNOLI
CASTAGNOLO
Castagnola è tipico dell'area che comprende il pavese, l'alessandrino,
il piacentino ed il genovese, con un ceppo antico anche a Napoli, di cui
si hanno tracce almeno dal 1500, Castagnoli, tipico della zona che comprende
l'Emilia e Romagna e l'alta Toscana, Castagnolo è tipicamente siciliano,
del messinese, dovrebbero derivare da soprannomi basati sul termine castagnola
(piccola castagna) o, molto più probabilmente, da nomi di località
omonime, come ne esistono molte dal nord al sud del nostro paese, a titolo
di esempio citiamo Castagnola di Franconalto nell'alessandrino, Castagnola
delle Ferriere nel piacentino e molte altre simili.
CASTALDI
CASTALDO
CASTOLDI
Castaldi è presente in tutt'Italia, con particolare concentrazione
nelle provincie di Varese, Ferrara, Firenze, Lazio e Campania, Castaldo
è decisamente campano, del casertano e napoletano in particolare,
Castoldi è lombardo di origine pavese. Tutti questi cognomi derivano
da soprannomi originati dal vocabolo gastaldo, dal longobardo gastald,
che originariamente aveva il significato di amministratore territoriale
eletto dal Re che gli affidava poteri civili, militari e giudiziari, poi
è diventato sinonimo di amministratore di proprietà o fattore.
CASTANI
Castani, molto raro, sembrerebbe specifico del varesotto, di Sumirago in
particolare, potrebbe derivare dal nome del paese di Castano Primo nel
milanese, forse il luogo d'origine del capostipite, ma non escludiamo che possa anche derivare dal nome tardo medioevale Castanus.
CASTANO
CASTANO'
Si individuano due ceppi di Castano, uno in provincia di Matera ed uno
in quella di Messina, Castanò invece sembrerebbe specifico della
provincia di Catanzaro, in particolare di Montepaone, Cortale, Soverato
e Gasperina, dovrebbero derivare dal nome tardo medioevale Castanus.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Castano cognome lucano, siciliano, calabrese e salentino. Viene dal
cognome greco Kàstanos, a sua
volta dal sostantivo kàstanon
= 'castagna'. Rohlfs 65.
CASTELFRANCHI
CASTELFRANCO
Castelfranchi, molto molto raro, ha un ceppo a Milano ed uno a Roma, Castelfranco,
ancora più raro ha una presenza nel chietino e forse un piccolo
ceppo a Modena, cognomi che potrebbero essere di origine ebraica, potrebbero
derivare dai moltissimi toponimi Castelfranco come ne abbiamo in Umbria,
nel rietino, nel bergamasco, nel cremonese ecc.
Castellan è tipico del Triveneto, Castellana ha un ceppo triestino,
uno nel piacentino, uno romano, uno pugliese ed uno siciliano, presente
in tutta Italia Castellano ha una grossa prevalenza al sud, soprattutto
in Sicilia, Puglie e Campania, mentre Castellani è decisamente del
centro nord, Castellari assolutamente emiliano ha anche un piccolo ceppo nel savonese, e Castellaro è veneziano,
ma esiste un ceppo anche nell'area tra la provincia di Alessandria e di
Genova. Castellazzi ha due zone d'elezione, la provincia di Bergamo e di
Modena, Castelletti è tipico lombardo, Castelli è molto diffuso
in tutt'Italia, Castellin, molto raro, è specifico del padovano,
Castellini, presente in tutt'Italia ha più aree di provenienza,
una tra le provincie di Brescia, Verona e Vicenza, un'altra nella liguria
orientale un'altra in Umbria e potrebbe essercene pure una in provincia
di Palermo, Castello ha ceppi sparsi a macchia di leopardo un pò
in tutt'Italia, Castellotti è lombardo delle provincie di Milano,
Pavia e Lodi, Castellucci è molto diffuso in Romagna, Toscana, Marche
e Lazio, nel materano e nel tarentino, Castelluccio è tipico dell'area
che comprende napoletano, salernitano, foggiano e potentino, con un ceppo
anche nel palermitano, Castelluzzo ha due ceppi uno nel palermitano ed
uno nel leccese. Tutti questi cognomi dovrebbero derivare da soprannomi
originati dal fatto di abitare in un castello o di essere alle dipendenze
in un castello, ma possono anche essere derivati da soprannomi legati a
toponimi contenenti nel loro nome la radice Castello.
integrazioni fornite da Daniele
Zaia
Suggerisco un etimo integrativo del cognome Castellano, diversa da
quella più evidente. Dovrebbe, per analogia con il cognome "Catalano"
anch'esso assai diffuso nel Meridione, indicare un'origine castigliana
della famiglia.
CASTELLANETA
Decisamente pugliese, Castellaneta è tipico di Gioia Del Colle,
Bitonto, Bari e Sammichele Di Bari nel barese, e di Taranto, dovrebbe derivare
dal toponimo Castellaneta (TA) indicando probabilmente il luogo d'origine
del capostipite.
CASTELNOVO
CASTELNUOVO
Castelnovo è tipico dell'area che comprende le province di Milano,
Varese, Como e Lecco, con un ceppo anche nel bresciano, Castelnuovo oltre
ad un'ottima diffusione nell'area del precedente ha significative presenze
anche nel romano, nel teatino, nel foggiano e nel napoletano, dovrebbero
derivare dai molti toponimi Castelnovo o Castelnuovo presenti in gran quantità
in tutt'Italia.
CASTELTRIONE
Casteltrione, quasi unico, dovrebbe derivare dal toponimo Castel Trione,
frazione della città di Amatrice nel reatino.
CASTELVECCHI
CASTELVECCHIO
Assolutamente rarissimi, Castelvecchi dovrebbe essere toscano e derivare
da toponimi come Castelvecchio di Vellano (PT), Castelvecchio Pascoli (LU)
o simili, Castelvecchio, di origine molto più incerta, dovrebbe
anch'esso derivare da un nome di località.
CASTELVETERE
Castelvetere è tipico di Ardore nel reggino, dovrebbe derivare dall'antico
nome di Caulonia, nel reggino, chiamata appunto Castelvetere.
CASTIELLO
Castiello è decisamente campano, particolarmente diffuso nel napoletano
e casertano, ma comunque ben rappresentato anche nel beneventano, avellinese
e salernitano, originato da un soprannome dialettale, dovrebbe derivare
dal fatto che le famiglie abitassero o provenissero da località
chiamate Castello o da rioni o contrade in prossimità di un castello.
CASTIGLIEGO
Castigliego è caratteristico e specifico di Manfredonia nel foggiano,
potrebbe trattarsi di un'italianizzazione del cognome spagnolo Castillejo.
CASTIGLION
CASTIGLIONE
CASTIGLIONI
Castiglion, estremamente raro, è veneto, probabilmente del vicentino,
Castiglione ha un importantissimo nucleo siciliano, ma presenta ceppi nel
cosentino e nel crotonese, nel barese e nel napoletano, nelle province
di Roma, Firenze e Milano, in Liguria ed in Piemonte, Castiglioni è
presente in tutto il centro nord si individua un importante ceppo nelle
provincie di Varese e Como, ma potrebbero esserci altri ceppi in provincia
di Rimini, di Verona, di Lucca e di Genova. Questi cognomi discendono da
toponimi quali Castiglione d'Adda (LO), Castiglione d'Asti (AT), Castiglione
d'Intelvi (CO), Castiglione Olona (VA), Castiglione Chiavarese (GE), Castiglione
Mantovano (MN), ecc.. Nel 1000, nel varesotto si trova tra gli altri
il casato nobiliare, dei Castiglioni che si fregiavano allora del titolo
di Capitani di Castiglione Olona e che nel secolo successivo erano tra
le più nobili famiglie del Seprio, nel 1300 a Casciago (VA) troviamo
la nobile e influente famiglia Castiglioni tra le più abbienti e
potenti, nel 1400 c'è un Branda Castiglioni Vescovo di Como, e un
suo omonimo Vescovo di Piacenza, creato Cardinale nel 1411dall'antipapa
Giovanni XXIII, a Berbenno, in Valtellina, nel 1450 l'arciprete Guidotto
Castiglioni è alla guida della pieve, il Guicciardini nelle sue
Memorie cita, riferendosi a nobili cavalieri fiorentini del 1400:
"...messer Luigi Ridolfi, messer Matteo
Castiglioni, Niccolò da Uzzano...",
a Elice (PE) nel 1500 la famiglia Castiglioni di Penne risulta fra i ricchi
proprietari terrieri: "...Istromento di ratifica
di una vendita di un terreno feudale in contrada delli Sanarci a beneficio
dell'Università dell'Elce colla renuncia del patto redimendo, contro
D. Francescantonio e D. Pompeo Castiglioni
eredi del quondam Camillo Castiglioni...",
nel 1700 i Castiglioni sono Marchesi a Calcio (BG).
CASTORANI
Cognome tipico del teramano, dovrebbe derivare dal toponimo Castorano(AP).
CASTORI
CASTORO
Castori, abbastanza raro, ha un ceppo romagnolo, uno nel perugino, uno
a Roma ed uno nel nuorese, Castoro, presente sporadicamente al sud, ha
un ceppo consistente nel barese, soprattutto ad Altamura, Grumo Appula
e Toritto, dovrebbero derivare dal nome latino Castorus
o Castorius, a sua volta derivato dal
nome greco Kastor (castoro),
uno degli argonauti, famosissima la coppia di gemelli Castore
e Polluce, immortalati nella costellazione
dei Gemelli.
CASTORINA
CASTORINI
CASTORINO
Castorina è tipicamente siciliano, di Catania, Acireale, Aci Castello,
Giarre, Aci Catena, Gravina di Catania, Riposto, Misterbianco, Zafferana
Etnea, Aci Sant'Antonio e San Giovanni la Punta nel catanese, con presenze
anche a Messina e Taormina nel messinese, Castorini, quasi unico, ha qualche
presenza nel napoletano e nel brindisino, Castorino ha un piccolo ceppo
nel messinese, dovrebbero derivare da un soprannome dialettale basato sul
termine arcaico casturinu, un tipico
panno di lana pesante usato per ripararsi
dai rigori invernali o notturni nei pascoli, forse ad intendere che i capostipiti
facessero i pastori.
CASTRACANE
CASTRACANI
Estremamente rari entrambi, Castracane sembra avere oltre ad un ceppo napoletano
anche un'origine nel centro Italia, Castracani parrebbe della zona tra
Toscana e Marche, derivano da soprannomi legati ad un mestiere o ad un'attività
militare, tracce di questa cognominizzazione si trovano nel 1300, nella Vita
di Castruccio Castracani Niccolò Macchiavelli scrive: "...famiglia
de' Castracani è
connumerata intra le famiglie nobili della città di Lucca,..."
CASTREZZATI
Castrezzati è specifico del bresciano, di Brescia, Collebeato, Gussago,
Cellatica e Rodengo Saiano, dovrebbe derivare dal nome del paese bresciano
di Castrezzato, probabilmente il luogo d'origine dei capostipiti.
CASTRI
CASTRINI
CASTRINO
CASTRO
CASTRONE
CASTRONI
Castri ha presenze in Toscana, un ceppo nel romano, a Rocca di Papa e Roma,
ed uno a L'Aquila, Castrini ha un ceppo lombardo nel bresciano, a Desenzano
del Garda, Pozzolengo, Sirmione e nel vicino mantovano, ed uno nella zona
centrale che comprende Abbadia San Salvatore nel senese, Todi nel perugino
ed il ternano, Castrino sembrerebbe ormai scomparso in Italia, Castro sembra
avere oltre al nucleo nel catanese, anche un ceppo nel barese ed uno nel
napoletano, con sparute presenze anche in Sardegna, Castrone è quasi
unico, Castroni ha un ceppo a Martinsicuro nel teramano ed uno a Roma,
dovrebbero derivare, direttamente o attraverso ipocoristici o accrescitivi,
da nomi di località contenentri la radice Castr-,
come si può evincere da questo testo del 1399 rinvenuto nel pavese: "...Ego
Iohannes de Castro,
filius quondam domini Gaspardi de Castro
Arborii, publicus imperiali autoritate notarius...".
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CASTRO: castello, roccaforte; dal latino castrum
= luogo fortificato. Nella lingua sarda,
soprattutto nella variante logudorese, col termine castro
o castru o castra
si indica una fortezza antica, ma anche
i nuraghi, che sono considerati le
più antiche fortificazioni della Sardegna. Citiamo alcuni luoghi
fortificati, molti dei quali sono scomparsi o di cui restano soltanto i
ruderi: Castra, abitato scomparso( sede di una Coorte romana di equites
- cavalieri - Liguri), almeno sino al 74 d. C.) ubicato a circa 4 chilometri
da Oschiri. Fu capoluogo della Curadorìa di Montecuto, del
regno giudicale di Torres. Nel 1324 passò alla Corona d'Aragona
e quindi al Regno (aragonese) di Sardegna; poi fu infeudato dal re Pietro
il Cerimonioso a Giovanni d'Arborea, fratello "ribelle" di Mariano IV°
(padre di Eleonora) ed infine tornò al Regno di Sardegna; non sappiamo
per quale motivo, durante la seconda parte del XV° secolo fu abbandonato;
Castro o Castello di Sant'Antioco, ubicato nei pressi dell'abitato, del
quale restano poche tracce. Abbiamo diversi riferimenti: la prima notizia
dell'esistenza del Castello è del conte della Marmora, Alberto Ferrero,
nel suo "Viaggio in Sardegna" del 1839. Successivamente ne parla Vittorio
Angius nel D. G. S. S. C. degli Stati di S. M. il re di Sardegna, nel 1841.
Si trattava di una fortezza composta da 7 torri, situata in posizione strategica,
subito dopo il ponte, che ancora oggi collega l'isola (di Sant'Antioco)
alla terra ferma; ed ancora: Castrum Ianuense, l'attuale Castelsardo; Castrum
Platearum, l'attuale Las Plassas, etc. etc. Attualmente il cognome è
presente in 257 Comuni italiani, di cui 2 in Sardegna: Abbasanta 9, Selargius
3. E' invece un cognome diffuso in tutta Italia, con maggiore frequenza
in provincia di Catania. Lo ritroviamo nelle carte antiche della Sardegna,
ma nella forma De Castro. (vedi De Castro).
CASTRICIANO
Castriciano è tipico di Messina, si potrebbe trattare di una forma
etnica di comuni come Castroreale nel messinese, ma è pure possibile
che derivino invece da un fundus castricianus
mediovale di cui si siano perse le tracce, cioè della proprietà
rurale di un Castricius, non si può
escludere, anche se veramente improbabile, una derivazione dal termine
tardo latino castrucianus (piccolo porcile).
CASTRIGNANO
CASTRIGNANO'
Castrignano è tipicamente pugliese di Monopoli, Spinazzola e Bari
nel barese, di Manfredonia nel foggiano, di Calimera nel leccese, di Brindisi
e di Taranto, con un ceppo anche ad Anzi nel potentino, Castrignanò
è specifico del leccese e brindisino, di Calimenra, Copertino, Lecce,
Melendugno, e Campi Salentina nel leccese e di Brindisi, dovrebbero derivare
dal nome dei paesi di Castrignano de' Greci o Castrignano del Capo, entrambi
nel leccese.
Castriota ha presenze sparse nella zona litoranea adriatica dal pesarese
al leccese. con presenze anche nel cosentino, Castrioti, assolutamente
rarissimo, sembrerebbe del beneventano, Castrioto, molto molto raro, è
del leccese, Castriotta ha un ceppo a Trieste, uno, il più consistente
a Manfredonia nel foggiano, con presenze anche a Foggia ed a Molfetta nel
barese, Castriotti, assolutamente rarissimo, è specifico di Venosa
nel potentino, dovrebbero essere di origini albanesi e derivare in qualche
caso dal cognome albanese Kastrioti,
dovrebbe trattarsi di una forma etnica grecanica, dove il suffisso -ota
sta per abitante di, riferita forse
in qualche caso anche a paesi come Castrignano dei Greci o Castrignano
del Capo nel leccese, o come Castronovo di Sant'Andrea nel potentino o
come i moltissimi paesi, sia italiani che del territorio della costa dalmata,
contenenti la radice Castro derivata
dal termine latino castrum (insediamento
militarizzato, accampamento, luogo fortificato), famosissimo
è stato il principe albanese di Kruje Gjergj Kastrioti Skënderbeu
(1405 - 15468) eroe nazionale d'Albania, che riunì i vari principati
dell'Epiro e di Albania per opporsi contro l'invasore turco, Kruje si arrese
agli ottomani solo 10 anni dopo la sua morte, il casato dei Castriota ottenne
dal Re d'Aragona, dopo la morte di Gjergj, il ducato di SanPietro in Galatina
e la contea di Soleto nel leccese, Giovanni, figlio di Scanderbeg, sposando
Irene Paleologo, ultima discendente della famiglia imperiale di Bisanzio,
divenne di fatto l'ultimo rappresentante dell'Impero Bizantino ed i discendenti
della famiglia Castriota Scanderbeg oggi rimangano gli unici discendenti
diretti degli ultimi imperatori di Costantinopoli.
CASTROFILIPPO
Specifico di Palermo e del palermitano, cognome abbastanza
recente, deriva dal toponimo Castrofilippo (AG).
CASTROGIOVANNI
Castrogiovanni, decisamente siciliano, molto diffuso in tutta l'isola,
ma particolarmente nell'ennese da dove è originario, dovrebbe derivare
dal toponimo Castrogiovanni, l'antico nome della città di Enna.
CASTRONOVO
Castronovo è tipico della Sicilia centrooccidentale, dovrebbe derivare
dal toponimo Castronovo di Sicilia (PA).
CASTRONUOVO
Castronuovo è tipico della zona che comprende la Basilicata ed il
tarentino, dovrebbe derivare da toponimi come Castronuovo di Santandrea
(PZ).
CASTROVILLARI
CASTROVILLI
Castrovillari è tipico del cosentino, di Acri, Bisignano, Castrovillari,
Luzzi, Corigliano Calabro e Rocca Imperiale e del Salento, Castrovilli
è specifico del barese, di Minervino Murge in particolare, dovrebbero
derivare dal toponimo calabrese Castrovillari.
CASU
Estremamente diffuso in tutta la Sardegna, dovrebbe derivare dal mestiere
di produttore di formaggio casu in
lingua sarda.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CASU: su casu = cacio,
formaggio. Dal latino caseus.
Su casu de craba; su casu de brebei; su casu de
bacca = il formaggio di capra, di pecora,
di vacca. Su cabacasu è
la farfallina notturna. La forma di
formaggio è detta: una piscèdda
o piskèdda de casu. Il
pasto tipico proverbiale dei sardi: pani e casu
e binu a rasu = pane e formaggio e
vino a bicchieri ben pieni. In erboristeria: su
casu cottu è l'orchis
> orchidea selvatica; è detta
così anche la fumaria officinalis
> erba acetina. Su
trattacasu è la grattugia del
formaggio. Su casu de Santu Franciscu
sono le bacche della malva (narbèdda).
Come cognome è presente nelle carte antiche della lingua sarda.
Tra i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE del 1388, abbiamo: Casu Comita,
ville Gurrutta ( * Gurrutta.odierno Brutta - Contrate de Ardar et Meylogu);
Casu Georgio, ville Cerchillo(* Cerchillo... attuale Berchidda. Curatorie
de Costa de Valls); Casu Guantino, major ville de Biti(attuale Bitti);
Casu Joanne - de Castri Januensis(Castelsardo); Casu Mariano, jurato ville
Petra Veurra (* Petra Veurra.distrutto. Campitani Majoris); Casu Mario
- ville de Dosille(* Dosìlle.Osìdda (Contrate Montis Acuti
- Ozieri); Casu Nicolao, ville Selluri( Sanluri - Seddori); Casu Petro,
jurato ville Bonorbe(Bonorva); Casu Petro, ville Lunamadrona (Lunamatrona
- Contrate Marmille). Nel Condaghe di San Pietro di Silki, CSPS, XI°,
XIII° secolo abbiamo: Casu Ithoccor (18), testis parthizione de servis(teste
in una partizione di servi): parthiuimus a Merkisa cun sos Casus et cun
donna Iusta de Cleu et cun Dorgotori Pinna et intrait a Sancta Julia su
latus et ad Sanctu Petru su pede et comporai a Juanne de Rosa et assos
Casus et a donna Justa de Cleu et assu frate, sas iij dies ki minde essiat.
( abbiamo diviso Merchisa con i Casu e con donna Justa e con Dorgotori
Pinna e toccò a Santa Giulia la metà (del servizio) e a San
Pietro un quarto; ho comprato Juanne de Rosa dai Casu e da donna Cleu e
dal fratello, per le tre giornate che mi mancavano). Nel testo del Fara
de Rebus Sardois IV (106/18), figurano: (1)Casu Antonius, firmatario, per
conto di re Giovanni d'Aragona, del trattato di pace con Eleonora d'Arborea
(LPDE del 1388); il trattato fu firmato il 5 febbraio del 1388 e sottoscritto
quindi dai seguenti delegati: Ximen Perez de Arenòs in nome di Giovanni,
re di Aragona e di Sardegna, Comita Pancia di Arborea, Tommaso Serra di
Arborea e Antonio Casu di Sassari.> Ximen Peres de Arenoso pro Ioanne Aragoniae
et Sardiniae rege, Comita Pancia arborensis, Thomas Serra arborensis et
Antonius Casu sassarensis.). (2) Casus Ioannes( 196/4): Anno 1463, 7 Kal.
Novembris, ad Synodum provincialem Turritanam vocati, convenerunt (alla
data del 26 ottobre 1463, fu convocato il sinodo provinciale turritano,
al quale parteciparono.): Antonius Cano archiepiscopus turritanus; Sisinnius
episcopus bisarchensis; Nicolaus episcopus ampuriensis; Iacobus episcopus
sorrensis; Petrucius abbas S.ti Michaeli de Plano; Ioannes Magnus archipresbyter
sassarensis; Guantinus de Luna canonicus et vicarius turritanus; Pantaleus
de Serra canonicus turritanus; Elias Masala canonicus turritanus; Gonnarius
Pilus canonicus turritanus; Franciscus Cano rector de Sennoris procurator
episcopi plovacensis; Ioannes Casus canonicus e procurator episcopi castrensis;
etc. (3) Casus Matthaeus(28/12): ambasciatore sassarese, che insieme ad
altri nobili sardi, tra cui anche il giudice Ugone II° d'Arborea, giurarono
fedeltà al principe Alfonso d'Aragona, che si accingeva alla conquista
della Sardegna, con una potente flotta, e un forte schieramento di terra.
Siamo nell'anno 1323. Dopo circa un anno di guerra, fatta soprattutto di
assedi di roccaforti ( Villa di Chiesa >Iglesias, resistette eroicamente
per ben sette mesi e otto giorni), in data 19 giugno 1324, si arrese anche
Castel di Cagliari e nella Cattedrale di Bonaria fu riconosciuta una nuova
entità statuale: nacque di diritto e di fatto il Regno di Sardegna,
detto all'inizio Regno di Sardegna e Corsica. Questi fatti storici riportati
nel testo del Fara, si ritrovano, perfettamente rielaborati, nel Di. Sto.
Sa. di F. C. Casula.
CASULA
CATZULA
Casula, decisamente sardo, è molto diffuso in tutta l'isola, con
massima concentrazione a Cagliari, Selegas, Assemini e Serdiana (CA), Siris
ed Oristano (OR), Villamassargia, Carbonia e Iglesias (CI), Olbia (OT)
e Nuoro dovrebber derivare da soprannomi derivati dal termine sardo casula
(stazzo, ricovero di campagna) forse
grazie all'attività di pastore del capostipite.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CASULA; CATZULA: in tutte le parlate dell'isola significa pianeta,
veste che portano i sacerdoti per celebrare la messa. Dallo
spagnolo casulla. Dal latino casula.
In latino oltre a pianeta significa
anche piccola casa. Come cognome è
diffuso in tutta la Sardegna sin dai tempi antichi. Tra i firmatari
della Pace di Eleonora, LPDE, del 1388, figurano: Casula Anthonio, majore
(amministratore, sindaco) ville Gorare ( * Gorare ...Odierna Borore. Marghine
de Gociano); Casula Arçoco, ville Laconi (** Laconi.et Contrate
Partis Alença et etc. seu Atara Barçolo, officiali Curatorie
de Parte Alença. In posse Penna Ambrosii et filii Guiducii (Penna)
notari...die XII januarii 1388.( nisi pastores bestiarium et etc.). Nel
Condaghe di San Pietro di Silki, CSPS, XI°, XIII° secolo, figura
il nome Casula: monticlu de Casula (19°), in una compera di terre (comporu):
comporaili a Gunnari de Thori Pistanka su latus (la metà) dessu
saltu d'Arave( paese medioevale, villa, bidda, scomparsa verso la fine
del XIII° secolo. Appartenne alla Curadorìa di Flumenargia,
nel regno giudicale di Torres).et fallat in sos ballicos(declina in piccole
valli) derettu assu monticlu de Casula( dritto sino al colle di Casula).
Nel Condaghe di San Nicola di Trullas, CSNT, XI°, XIII° secolo,
abbiamo: Casubla (Casula - la b risulta aggiunta da altra mano, per indicare
il richiamo) Michali, servo in Usune (l'attuale Usini: (SS)
centro abitato con 4000 anime, ad economia agricola, famoso per i suoi
vigneti), e la figlia Maria (256): ego presbiter Dericor ki poniu
in custu condake II terrales (due coloni) integros a Ytcioccor de Bosia,
fiiu (il figlio) de Janne Carica et a Maria, fiia de Michali Casubla.Nella
storia ricordiamo Casula Antonio, illustre personaggio di Nurri, vissuto
nell'ultimo periodo spagnolo del Regno di Sardegna. Nel 1701 ottenne il
cavalierato ereditario e la nobiltà. Lasciò tutto il suo
patrimonio ai Gesuiti, perché fondassero un collegio religioso a
Nurri (centro abitato del Sarcidano - prov. CA - con 2430 anime; le sue
origini sono preistoriche. L'antico edificio del Collegio dei Gesuiti è
oggi adibito a Sede del Municipio). Il cognome Casula è attualmente
presente in 458 Comuni italiani, di cui 204 in Sardegna: Cagliari 376,
Sassari 214, Assemini 186, Olbia 133, etc. Catzula(si tratta probabilmente
della trascrizione errata di Casula, che è presente a Meana Sardo
in numero di 40 e a Bosa in numero di 26), è presente in 9 Comuni
italiani, di cui 2 in Sardegna: Meana Sardo 32, Bosa 3.
CASULLA
CASULLI
CASULLO
Casulla, quasi unico, è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione
dei successivi, Casulli è specifico del barese, dove è molto
diffuso a Putignano e Noci, con buone presenze anche a Massafra e Palagiano
nel tarentino e nel barese anche a Castellana Grotte, Mola di Bari, Alberobello,
Conversano e Monopoli, Casullo, decisamente più raro, è specifico
del foggiano, di Accadia e Monteleone di Puglia, potrebbero derivare da
nomi medioevali di località come questa citata in un atto napoletano
del 1263: "'...abitator de loco qui nominatu Casulla
Balentiana...", ma si può anche prendere in considerazione
una derivazione dal termine spagnolo casulla
(casula, l'antico nome della pianeta
sacerdotale, il paramento liturgico usato dal presbitero per
presiedere la celebrazione eucaristica, una sorta specie di lungo poncho),
forse perchè i capostipiti fossero soliti indossare questo tipo
di veste.
CASUMARO
Casumaro, abbastanza raro, sembrerebbe specifico di Megliadino San Vitale
nel padovano, difficile non ipotizzare una derivazione dai toponimi Casumaro
di Finale Emilia (MO) o Casumaro di Cento (FE), anche se quest'ultimo non
è così lontano da non essere il più probabile come
luogo d'origine della famiglia.
CATACCHIO
Decisamente di Bari, potrebbe derivare da un soprannome dialettale.
integrazioni fornite da Domenico
Francesco Catacchio
origine potrebbe essere greca cata-kios ovvero venuto dall'isola
di Kios.
CATAGINI
Assolutamente rarissimo è tipico del vicentino, potrebbe derivare
da un soprannome dialettale.
integrazione di Luigi Colombo
Nel Nord un cognome come Catagini fa pensare immediatamente a Cà
Tagini, cioè a Casa dei Tagini, i Catagini sembrerebbero originari
di Altavilla Vicentina..
Catalan, rarissimo, sembrerebbe triestino, Catalani è raro e sembra
avere un ceppo nel Lazio ed uno nelle Marche, Catalano è diffusissimo
in tutt'Italia sembrerebbe decisamente centro meridionale, ma potrebbero
esserci anche altri ceppi in Liguria, tra Bologna e Firenze e in Lombardia,
Catalanotto è tipicamente siciliano, della parte occidentale dell'isola,
di Salemi e Castelvetrano nel trapanese, di Palermo e di Ribera nell'agrigentino,
Cataloni, quasi unico, è del centro Italia, Catelan è del
vicentino, Cattelan è molto diffuso in tutta l'area vicentino, trevisana,
padovana e veneziana, Catelani è toscano, delle province di Lucca
e Firenze, Cattalan, quasi unico, è forse veneziano, Cattalani molto
raro potrebbe avere oltre al ceppo marchigiano anche uno, probabilmente
secondario nel mantovano, Cattalano rarissimo, sembra proprio del torinese,
la loro origine è o direttamente dal nome medioevale italiano Catalanus
o da soprannomi originati dalla provenienza geografica del capostipite,
la regione della Catalogna in Spagna, origine che può essere reale
o attribuita a chi, come i legionari veterani di Pompeo, aveva effettuato
delle campagne in Spagna, ma è anche da prendere in considerazione
un'origine ebraica a seguito della cacciata degli ebrei dalla Spagna. Nel
1200 sulla Nova Cronicha del Villani si legge: "...due
cavalieri frati godenti di Bologna per podestadi di Firenze, che l'uno
ebbe nome messer Catalano
de' Malavolti, e l'altro messer Loderigo delli Andalò, ...",
sempre nel 1200 in un atto leggiamo: "...dominico
de Villalonga Ferrarius Catalanus,
«haereticorum terror»,...", nel 1300 nell'elenco dei
vescovi fatti da Giovanni XXII° si trova Jordanus
Catalanus, nel 1500 troviamo un famoso pittore Gian Domenico Catalano,
in un atto rogato a Monterubbiano (AP) si parla di 1500 ducati, impegnati
a favore di un tale ebreo Abraham Catalanus.
integrazioni fornite da Norberto Catelani
Molto probabilmente Catelani è dovuto ad un errore di trascizione
in quanto forse originariamente il cognome era Catalani. E' presente un
ceppo nella Versilia Storica (Stazzema). Tracce di tale cognome si trovano
a partire dalla metà del 1700.
CATALDI
CATALDO
Cataldi, abbastanza diffuso in tutto il sud ha ceppi importanti in Puglia,
Basilicata, Calabria e Sicilia, ma sembrano esserci nuclei anche nel Lazio
e nelle Marche, Cataldo è specifico di tutto il sud, derivano dal
nome medioevale Cataldus, di cui si ha traccia ad esempio in un atto di
donazione del 686 scritto in Cremona, dove si può leggere: "In
nomine domini Dei et beatissimi auctoris nostri Iesu Christi et beate matris
eius Marie domine nostre. regnantes gloriosissimis domnis nostris Pertharith
et Chuniberth uiri excellentissimi regibus, anno regni eorum decimo sexsto
et nono... ...Ego Cataldus
indignus primus presbiter ut primerius ut custus Sancte Marie huic cartula
donactonis et dotacionis a nobis facta subscripsimus et probaui...",
ma è pure possibile una derivazione da toponimi come San Cataldo
(CL) o San Cataldo di Bella (PZ) o dal termine longobardo Gastaldo (vedi).
Tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Messina nel 1300, in un
testamento infatti si legge: "...et meridiem est
via pubblica et a septentrione hospitium dicti Donni
Cataldi et tertiam partem bonorum et iurium
suorum existentium ...".
CATALE
Assolutamente rarissimo, sembrerebbe originario dell'alta Basilicata, dovrebbe
derivare da modificazioni dialettali di nomi di località contenenti
la radice Cataldo, come San Cataldo di Bella (PZ) e simili.
CATALFAMO
Catalfamo è tipicamente siciliano, della zona orientale dell'isola,
del messinese in particolare, di Messina, Barcellona Pozzo di Gotto, Castroreale,
Terme Vigliatore, Milazzo e Furnari, dovrebbe derivare da un soprannome
grecanico a sua volta derivato dai termini greci katà
(contro) e phamà
(grido, voce, che parla), con il senso
di antagonista, ribelle, anche se non si può escludere che
si tratti di un'alterazione dialettale del termine greco καταφαίνω
katafaino, che significa mostrare,
evidenziare, ma anche rappresentare,
forse ad identificare nel capostipite una specie di oracolo o comunque un uomo di religione.
CATALIN
Catalin è tipico di Villar Pellice e Luserna San Giovanni nel torinese,
dovrebbe derivare dal nome Cathelin
forma maschile savoiarda del nome Caterina.
CATALINI
CATTALINI
Catalini è tipico marchigiano, della provincia di Macerata, Cattalini
sembra avere un ceppo tra le province di Sondrio e di Brescia ed uno tra
le province di Reggio e di Lucca, dovrebbero derivare da modificazioni
del nome Catalina, una variante del nome Caterina. Tracce di questa
cognominizzazione le troviamo in un atto del 1 febbraio 1481 scritto a Mombasiglio
(CN): "...Actum in recepto Montisbaxili in quadam
domo Antonii Catalini..."
e nel 1600 a Civago (RE) con don Giacomo Cattalini.
integrazioni fornite da Giacomo
Ganza / Villa di Tirano (SO)
Cattalini è presente nella zona di Tirano (SO) da almeno tre
secoli. Fino all'800 si scriveva Catalini. Diversi Cattalini sono emigrati
negli ultimi due secoli dal mandamento di Tirano verso Stati Uniti, Argentina,
Brasile, Australia.
CATALLI
CATALLO
CATULLI
CATULLO
Catalli ha un ceppo a Pescina nell'aquilano ed uno a Roma, Catallo ha un
ceppo nel frusinate a Isola del Liri, Casalvieri, Arpino, Sora ed Anagni,
ed a Roma, Catulli, assolutamente rarissimo, ha un ceppo a Caprarola nel
viterbese ed a Roma, Catullo ha un ceppo a Venezia, uno a Roma, Civitavecchia
e Velletri, uno a Castel di Sangro nell'aquilano, ed uno a Napoli, tutti
questi cognomi dovrebbero derivare dal cognomen latino Catallus
o Catullus, forme ipocoristiche del
più noto Cato, Catonis,
reso famoso da Marco Porcio Catone il Censore e da Marco Porcio Catone
l'Uticense.
CATALUFFI
CATALUFFO
Cataluffi ha un ceppo umbro, in particolare a Foligno, ed uno romano, Cataluffo,
quasi unico, parrebbe dell'area aquilano, laziale, e potrebbe derivare
dal nome di Colle Cataluffo nel frusinate, dovrebbe derivare da soprannomi
originati dal termine arcaico cataluffa
o cataluffo, una specie di stoffa
damascata a mò di broccato povero, fatta di lino e cotonaccio
a righe di vari colori a fiori, usata anticamente per tende, tappezzeria
e per abiti o paramenti sacri come la pianeta, soprannome che potrebbe
essere stato motivato sia dal tipodi abbigliamento dei capostipiti, che
magari dal fatto che commerciassero o tessessero quel tipo di stoffa.
CATANEO
Cataneo sembrerebbe specifico del foggiano di San Severo in particolare,
dovrebbe derivare dal termine medioevale Cataneus
carica attribuita in epoca medioevale a quanti occupassero cariche di rilievo
in campo militare, giudiziario o amministrativo di un paese o di un castello
e che divenne in uso anche come nome personale, come possiamo vedere in
uno scritto dell'anno 1393 a Genova: "In nomine Domini
Amen - Cataneus Spinola
civis Ianue quondam Domini Catanei ex una parte et Thadeus de Senis pictor
Janue ad sanctum Laurentium ex parte altera pervenerunt et pervenisse sibi
invicem et vicissim confitentur et confessi sunt et fuerunt ad infrascripta
pacta conventiones promissiones et obligationes slemni stipulatione valata
et firmata et valatas et firmatas...", tracce di questa cognominizzazione
la troviamo a Modugno agli inizi del 1500, nel 1512 Guarino Cataneo fu
fatto Castellano di Bari dalla Regina Isabella d'Aragona.
CATANI
CATANO
Catani è tipico della fascia centrale che comprende Romagna, Marche,
Umbria, Toscana e Lazio, Catano, molto molto più raro è specifico
del barese ed in particolare di Canosa Di Puglia, dovrebbe derivare dal
nome medioevale Catanus di cui abbiamo un esempio nel De
casibus virorum illustrium del Boccaccio: "...Verum,
ut hos omiserim, se rebus Romulde cum Gisulpho tranquillis habentibus,
turbo cunta circumagitans repente exortus est. Nam Catanus,
Avarorum rex, congregata armatorum multitudine hostiliter Gisulphi fines
ingressus...", secondo altri deriverebbe invece da una forma contratta
del termine medioevale capitaneus divenuto
prima capitanus e quindi catanus.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Catano, cognome barese, per Minervini 135 è variante del toponimo
Catania, dal greco bizantino Katàne,
latino Catina, italiano antico Catana.
In Sicilia potrebbe derivare dal personale Gaetano.
CATANIA
Cognome
specifico siciliano, deriva ovviamente dal toponimo omonimo. Il ceppo messinese
si stabilì a Messina sotto Federico II°, da cui ebbe il feudo
di Nissoria, la castellania di Asaro ed il casale di Placa di Baione costituito
in Baronia.
CATANZARITA
CATANZARITI
Catanzarita, praticamente unico, potrebbe essere o una forma arcaica o
un errore di trascrizione di Catanzariti che è specifico della Calabria
meridionale, dovrebbero comunque derivare dall'etnico greco del toponimo
Catanzaro.
CATANZARO
Diffuso in Sicilia, Calabria e Puglia, deriva dal toponimo omonimo.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Catanzaro è un cognome derivante dal toponimo omonimo che viene
dal greco medievale Καταντζάριον Katantzàrion,
che ha origine dal termine greco kàto (giù,
in basso, di sotto) aggiunto al termine arabo 'anzār'
= terrazza, con il significato di terrazza situata in basso, inteso in basso rispetto alla Sila,
la città infatti sorge ai suoi piedi.
CATAPANE
CATAPANI
CATAPANO
Catapane è tipico di Caserta, Catapani è di San Giuseppe
Vesuviano (NA), Catapano, molto diffuso in tutta la Puglia, nel potentiuno,
nel napoletano e salernitano e nel cosentino, con nuclei importanti a Ottaviano
e San Giuseppe Vesuviano nel napoletano e, in Puglia, a Taranto e Barletta
(BA), derivano dal termine bizantino Catapanus
o Catepanus (Prefetto
di una provincia dell'Impero) cioè sovrintendente, guardia
daziaria al controllo di alcuni territori nel senso di ufficiale addetto
all'esazione delle multe, ma anche Giudice nelle liti civili.
CATARAME
CATRAME
Catarame quasi unico, parrebbe siciliano, così con il leggermente
meno raro Catrame, per entrambi l'origine dovrebbe essere quella di artigiani
calafatari.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
Catarame, praticamente unico, proviene forse dal catanese, Catrame,
rarissimo, è originario di Modica (RG), questi cognomi derivano
dal termine catrame, ad indicare, così, un mestiere connesso con
l'uso di questo liquido viscoso: un tempo, infatti, il catrame veniva usato
per diversi scopi, come l'impermeabilizzazione delle navi e dei cavi, il
fissaggio delle carene, la copertura dei tetti con assicelle, etc. Si tratta,
dunque, delle cognominizzazione di nomi di mestiere attribuiti ai capostipiti.
Catarin, assolutamente rarissimo, è del trevisano, Catarini, ancora
più raro, è dell'area marchigiano, abruzzese, Catarino, quasi
unico, è campano, Caterini ha un ceppo nell'Italia centrale tra
Toscana, Umbria, Lazio settentrionale e Roma ed uno tra potentino e cosentino,
Cattarin ha un ceppo nel trevisano a Silea, Treviso, Breda di Piave, Casale
sul Sile, Roncade, Villorba, Istrana e Paese, un ceppo nel goriziano a
Cormons e Mariano del Friuli ed uno a Roma, probabile esito della Bonifica
Pontina, Cattarini ha un ceppo triestino ed uno molto piccolo a Pergola
nell'urbinate, Cattarino, molto raro, ha un piccolo ceppo a Buia e Tolmezzo
nell'udinese, Catterini, assolutamente rarissimo, parrebbe umbro, Caterino
è molto diffuso in Puglia, in Molise, nel napoletano e soprattutto
nel casertano, con un ceppo anche a Roma, Catterino, quasi unico, sembra
essere molisano, dovrebbero derivare dal nome germanico
Catherin, versione maschile del più
noto Catharina, ma in alcuni casi,
soprattutto al sud, potrebbe derivare dal termine greco katharos
(immacolato, lindo, puro, lucente)
rientrando nel caso dei nomi originati dalla devozione cristiana.
integrazioni fornite da Carlo Caterini
il cognome Caterini o Caterina ha origine dalla devozione per Santa
Caterina d'Alesandria. Questa famiglia ha tre rami nobili: di Terni, Onano
e di Vaglio Basilicata. Alla nobile famiglia Caterini di Onano in provincia
di Viterbo, apparteneva il cardinale Prospero Caterini cugino di Marcantonio
Pacelli, nonno di del papa Eugenio Pacelli. Il suo blasone é raffigurato
nel dizionario blasonico di Vittorio Spreti. Alla famiglia Caterini di
Vaglio Basilicata apparteneva la nobile Maddalena Caterini di Acerenza
che sposò nel 1629 il Conte Donato Gattini di Matera: il suo blasone
è raffigurato nel dizionario blasonico del Crollalanza. il blasone
dei Caterini di Terni é raffigurato nel dizionario blasonico del
Crollalanza e dello Spreti. A questa famiglia appartennero numerosi personaggi
che ricoprirono cariche municipali a Terni e possedettero il feudo di Poggio
nel Comune di Otricoli.
integrazioni fornite da Vito Caterini
Il ramo Caterini sviluppatosi nella provincia di Avellino proviene
dall'attuale provincia di Foggia ed in particolare da San Marco in Lamis,
dove il cognome originale era Catarina successivamente trasformatosi in
Catarini e poi dal 1840 in Caterini, l'origine del casato è bizantina
e anche oggi esiste in Grecia una città dal nome Katherini
(n.d.r.Katherini è una città situata
nel golfo di Tessalonika a circa 50 Km da questa città).Tale
ramo avellinese ha un blasone inquartato e sormontato da corone ducali.
CATARINICCHIA
CATERINICCHIA
Catarinicchia, molto raro, è specifico del palermitano, di Cinisi,
Palermo e Terrasini, con un ceppo anche ad Alcamo nel trapanese, Caterinicchia,
che sembrerebbe unico, è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione
del precedente, che dovrebbe derivare da una forma ipocoristica dialettale
siciliana del nome medioevale Catharina
derivato dal greco katharòs
(puro).
CATAVOLO
Catavolo, quasi unico, è specifico del latinense, dovrebbe derivare
da un soprannome basato sul termine greco antico χατάβολος
katàbolos (in greco la pronuncia della lettera beta
(β) corrisponde ad una -v-),
che significa magazzino marittimo, fondaco, serraglio,
probabilmente intendendo così che il capostipite fosse o reponsabile
di una simile struttura, o vi ci lavorasse.
CATELLA
CATELLI
CATELLO
Catella ha un ceppo a Cantello (VA) ed uno ad Adelfia e Bisceglie nel barese,
si individuerebbero due zone d'origine per Catelli, il comasco ed il parmense,
Catello sembra essere decisamente napoletano, potrebbero derivare da soprannomi
originati dal vocabolo latino catellus
(cagnolino) e potrebbe riferirsi al
fatto di allevare cani o aver avuto a che fare, in un episodio significativo,
con un cane, ma in molti casi . possono derivare da modificazioni di nomi
latini come Catullus o Cato.
CATELLANI
CATELLANO
Catellani è tipicamente emiliano, della zona che comprende le province
di Reggio Emilia, Modena e Bologna, Catellano è praticamente unico,
dovrebbe derivare dal nome medioevale Catellanus
o Chatellanus di cui troviamo tracce
in uno scritto del 1250: "...Potestas Parmensium
de civitate erat tunc temporis dominus Catellanus
de Carbonisiis de Bononia, qui non fuit captus
quia optime scivit sibi cavere. In glarea fluminis Tari ligaverunt captivos,
ut dixit michi dominus Glarattus, qui ibi fuit ligatus. ...", un
principio di questa cognominizzazione la troviamo nel 1300: "...Sermo
factus in Parasceve coram Summo Pontifice per fratrem Bernardum
Chatellanum sacre pagine professorem ordinis
fratrum S. Augustini, qui cum aliis sermonibus adespotis asservatur in
Bibliotheca Communali ..:".
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Catellani è cognome etnico, indicante i Catalani,
cioè gli oriundi della Catalogna. Molto probabile è l'origine
israelitica. Fonte: F. Violi, Cognomi a Modena e nel Modenese.
CATELOTTI
Catelotti è un cognome tipico di Berbenno Di Valtellina (SO), potrebbe
derivare da soprannomi originati dal termine catello
(cagnolino) dal tardolatino catellus,
ma è pure possibile un'origine da modificazioni del cognome Castellotti,
tracce di questa cognominizzazione le troviamo in Valtellina fin dal 1700
in un atto del 1726 "Locazione concessa a Giovanni de Censo, Marciona e
Catelotto rogata ut supra" della comunità delle Fusine (SO).
Catena è diffuso in tutta l'Italia centromeridionale, Cateni è
tipicamente toscano, Catenacci ha un ceppo lombardo, uno tra Lazio ed Abruzzo,
ed uno tra barese e potentino, Catenaccio, molto raro, parrebbe del romano,
Catenazzi, anch'esso molto raro, è tipico dell'area tra varesotto
e verbanese, Catenazzo è specificatamente del foggiano, Catenelli,
assolutamente rarissimo, parrebbe romano, Catenino, quasi unico, è
del napoletano.
Integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
Sull'origine di questi cognomi confluiscono per lo meno due ipotesi,
entrambe valide a spiegarne la diffusione dal nord al sud del paese. Cominciando
con la prima interpretazione, innanzitutto, è abbastanza probabile
una connessione con la toponomastica italiana, se si pensa a toponimi quali
Aci Catena (CT) e Catenanuova (EN), nonché ad alcune frazioni di
nome Catena riscontrabili nel trevigiano, nel pisano e nel cosentino. Passando alla seconda ipotesi, invece, va detto
che in molti casi questi cognomi derivano dal nome medievale Catena,
che, in ambito cristiano, allude al culto per la Madonna
della Catena (in questo senso, ad esempio, i nomi Catena e Maria
Catena sono ancora diffusi in alcune aree della Sicilia). Sostenuto da
diversi miracoli e visioni, il culto per la Madonna della Catena ha origini
piuttosto antiche, probabilmente rintracciabili nell'Alto Medioevo: la
tradizione cristiana, in questo contesto, attribuisce alla Madonna la facoltà
di liberare gli uomini da ogni male, sciogliendo loro dalle catene che
li rendono schiavi delle sofferenze umane; in alcuni casi, tuttavia, il
ruolo della Vergine è quello di tramite per un'unione fra l'essere
umano e l'essere divino, in cui la catena rappresenta il forte legame col
Bene, la comunione spirituale con Gesù Cristo. Dal punto di vista
storico, comunque, tracce del nome Catena si trovano nella Siena del '200,
con un certo Catenaccio del fu Boldrone. Per quanto riguarda i cognomi
in questione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni o dei nomi personali
dei capostipiti o di soprannomi ad essi attribuiti (da intendere anche
in senso toponomastico).
CATERINA
Caterina è un cognome diffuso a macchia di leopardo al sud, potrebbero
esserci più nuclei, in Puglia, nel Molise, ed in Calabria, dovrebbe
derivare da uno dei vari toponimi contenenti la radice Caterina, quali:
San Caterina Albanese (CS), Santa Caterina (LE) o Santa Caterina dello
Ionio e Marina (CZ).
CATI
CATO
CATOZZI
CATOZZO
Cati ha un ceppo tra bolognese, pistoiese e pratese, concentrato a Camugnano
nel bolognese, uno a Gavorrano nel grossetano, uno a Roma e Grottantica
nel reatino ed uno nel brindisino a Latiano in particolare, Cato è
quasi unico, Catozzi ha un ceppo tra rovigoto, ferrarese, bolognese, ravennate
e forlivese, uno nell'anconetano, uno nel ternano ed uno tra romano e latinense,
Catozzo, molto più raro, ha un ceppo piccolo tra rovigoto e ferrarese,
dovrebbero derivare o dal cognomen latino Cato
(vedi CATONE), o, più probabilmente,
dal praenomen latino Catus di cui abbiamo
un esempio nel De Lingua latina
di Terenzio Varrone: "...hoc enim verbo dicunt Sabini:
quare Catus Aelius Sextus
non, ut aiunt, sapiens, sed acutus, et quod est: Tunc coepit memorare simul
cata dicta, accipienda acuta dicta. .." o anche negli Annales
di Tacito: "..vertit regresso Suillio; quem vidit
sequens aetas praepotentem, venalem et Claudii principis amicitia diu prospere,
numquam bene usum. eadem poena in Catum Firmium
senatorem statuitur, tamquam falsis maiestatis criminibus sororem petivisset.
Catus, ut rettuli,
Libonem inlexerat insidiis, deinde indicio perculerat..".
CATINELLA
CATINELLO
Catinella ha un ceppo a Bari e Modugno nel barese ed in Sicilia, a Siracusa
e Floridia nel siracusano, a Mazara del Vallo nel trapanese ed a Palermo,
Catinello è tipico di Avola e Siracusa nel siracusano e di Messina,
potrebbe trattarsi, perlomeno per i ceppi siciliani, di forme etniche della
città di Catania, il cui nome latino è stato Catina, negli
altri casi potrebbe derivare da nomi di località.
CATINI
CATINO
Catini sembra avere più ceppi, nel maceratese. nel teramano, in Umbria
e nel Lazio, Catino occupa in misura molto limitata due aree, quella campana e quella pugliese, dovrebbero derivare da toponimi contenenti il vocabolo Catino, come Poggio Catino (RI), Monti Catini e Campi Catini (AQ), ecc.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
In origine Catino è un toponimo (Poggio Catino, RI) dal latino
'catinus' = "luogo
concavo e roccioso". Di qui il cognome, non troppo diffuso in
Puglia.
CATONE
CATONI
Catone è tipico della fascia tirrenica della Campania, Catoni è
presente in Toscana con un grosso nucleo a Roma, dovrebbero derivare dal
cognomen latino Cato (Catonis),
ricordiamo il famosissimo Catone il Censore di Ciceroniana memoria nel
Cato Maior de senectute.
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
Il cognome Catone è tipico della Campania, dove è diffuso
con maggiore intensità soprattutto nel Napoletano. Dal punto
di vista etimologico, Catone deriva dalla cognominizzazione del nome di
persona Catone, tornato alla ribalta in epoca tardomedievale grazie alla
letteratura e alla riscoperta della figura di Catone l'Uticense, primo
personaggio incontrato nel Purgatorio da Dante e Virgilio nella Divina
Commadia. Catone trae origine dall'aggettivo latino catus,
col significato di perspicace, d'intelligenza
acuta, divenuto poi soprannome, quindi cognomen, nella forma
Cato. Fu questo il cognomen di Marco Porcio Catone, detto il Vecchio
o il Censore, che nacque a Tusculum nel 234 a. C. da una famiglia plebea di agricoltori
e divenne uomo politico di spicco assumendo la censura sotto Valerio Flacco
nel 184, dopo aver ovvimente affrontato un cursus honorum di tutto rispetto.
Catone il Censore è noto agli studiosi e agli storici per la sua
lotta contro il lusso e la corruzione dei costumi tradizionali e per aver
coniato l'espressione Delenda Chartago (Ceterum
censeo Carthaginem esse delendam), perchè profondamente
convinto della necessità di distruggere Cartagine. Pronipote di
Catone il Censore fu il dantesco Marco
Porcio Catone Uticense, vissuto tra il 95 ed il 46 a.C., uomo politico
romano sostenitore dell'ideale repubblicano e del potere del senato, che
si schierò dalla parte di Pompeo contro Cesare e si suicidò
ad Utica nel 46 a. C. dopo la sconfitta di Tapso. Il nome Catone
festeggia l'onomastico il 1° novembre, pur non comparendo nessun San
Catone nel Martirologio Romano. Inoltre, è ipotizzabile, per l'etimologia
del termine latino cato, una possibile
derivazione dall'osco settentrionale o dalla lingua etrusca.
CATRACCHIA
Catracchia è un cognome specifico di Ferentino nel frusinate, con
un ceppo secondario anche a Roma, potrebbe derivare da un soprannome riconducibile
ad una forma ipocoristica dialettale derivata dal termine latino catreca
(spina dorsale, schiena).
CATRICALA
CATRICALA'
Catricalà è tipicamente calabrese, della provincia di Catanzaro
e di Chiaravalle Centrale in particolare, Catricala è dovuto ad
un errore di trascrizione dove è stato omesso l'accento, dovrebbe
derivare da un soprannome di origine greca relativo al mestiere di cacciatore
di uccelli.
CATRINI
Catrini, abbastanza raro, è tipicamente siciliano, di Mazzarino
nel nisseno e di Nicosia nell'ennese, dovrebbe derivare da un nome o soprannome
originato da una forma ipocoristica del termine greco katharos
(immacolato, lindo, puro, lucente),
nome probabilmente portato dal capostipite, ma è pure possibile
una derivazione da toponimi con il nome di Santa Catrini, l'espressione
dialettale siciliana per Santa Caterina, con questo nome esistono in Sicilia
varie contrade o località, come ad esempio Santa Catrini di Partinico
nel palermitano, Santa Catrini di Melilli nel siracusano o Contrada Catrini
di Bisacquino nel palermitano.
CATTABIANI
Cattabiani è tipico dell'area parmense e reggiana, di Parma e Reggio
Emilia, dovrebbe derivare dal toponimo Cattabiano di Langhirano (PR).
CATTABRIGA
Tipicamente emiliano, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale originato
dal vocabolo catabrighe (attaccabrighe).
CATTADORI
Cattadori è tipico del piacentino, di Monticelli d`Ongina, Piacenza
e Caorso, dell'area cremonese, di Cremona, Stagno Lombardo e Crotta d'Adda,
con una buona presenza anche a Milano, dovrebbe derivare dal termine dialettale
lombardo, emiliano, catador o cattador (raccoglitore di frutta),
forse ad indicare che il mestiere del capostipite era appunto quello di
lavoratore agricolo.
CATTAI
Cattai è tipicamente veneto, soprattutto del trevigiano, di Fontanelle,
Oderzo, Codognè e Treviso, con presenze anche ad Eraclea e Musile
di Piave nel veneziano, dovrebbe derivare dal nome tardo latino Cataius
o Cattaius portato probabilmente dal
capostipite, una variazione del più comune Catius.
CATTANEO
Decisamente
dell'Italia settentrionale occidentale ed in particolare delle provincie
di Bergamo e Milano, In effetti questo cognome è imparentato, etimologicamente,
sia con i Cattani che con i De Capitani e i Capitanio, avendo in comune
la derivazione dalla carica di Capitaneo. Vari atti antichi riportano tracce
di queste casate, in una lettera del Duca di Milano si legge: "...Melchione
et Bertho de Cataneis et consortibus...", nel 1534 leggiamo: "...Mr.
Augustinis de Cataneis seu de Moynis de Albio habit. in loco de Rippa sancti
Vitalis..."
(vedi Capitani).
Una figura rilevante della nostra storia è rappresentata da Carlo
Cattaneo, nato a Parabiago nel milanese nel 1801, fu dapprima seminarista,
poi, abbandonata la carriera ecclesistica, si diede agli studi classici
e nel 1820 divenne docente di grammatica latina presso il ginnasio di Santa
Marta a Milano, nel 1824 si laureò in giurisprudenza a Pavia; diede
avvio nel 1848 alle cinque giornate di Milano, opponendosi però
all'eventuale intervento piemontese che lui considerava meno moderno ed
efficiente della Lombardia e, soprattutto, assolutamente non democratico
e si trasferì a Lugano in Svizzera. Eletto più volte
parlamentare del Regno d'Italia, rifiutò sempre l'incarico pur di
non giurare fedeltà ai Savoia; morì in Svizzera nel 1869.
integrazioni fornite da Enrico
Cattaneo
Durante uno studio genealogico sulla mia famiglia, dimorante dal 1410
a Carnago nel varesotto, ho trovato documenti notarili che attestano l'origine
della stessa dal conferimento del capitanato a una famiglia luganese i
Carnavarys. Il documento riporta: "...
Antonius de Carnavaris dicto Capitaneys
...". Ai primi del 1500 i suoi discendenti, come i rami collaterali
(fratelli) vengono nominati solo Cataneis,
il vecchio cognome Carnavarys sparisce.
CATTANI
Diffuso
in tutto il nord Italia, deriva da una contrazione del vocabolo Capitanus.
Notizie storiche si hanno già dal medioevo, in un atto del 1378
si legge: "Simonolus Zanini quidam Guidonis dicti
Cattani"; nel 1466 a Firenze nasce "...quidam Francesco de Zanobi
Cattani de Diaccetto naquit..", che fu allievo di Marsilio Ficino.
In effetti questo cognome è imparentato, etimologicamente, sia con
i Cattaneo che con i De Capitani e i Capitanio, avendo in comune la derivazione
dalla carica di Capitaneo. (vedi Capitani)
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Alla base del cognome Cattani c'è il termine 'cattaneo'
o 'cattano', titolo medievale dato
ai piccoli vassalli, ai comandanti
di fortificazioni e castelli e
a coloro che ricoprivano cariche amministrative
e giudiziarie. Il termine può derivare sia dal toscano
'capitano' che dal provenzale 'captan'
("capo"). Lo studioso Lamberto Cesarini
Sforza ritiene che, in Trentino, la famiglia Cattani sia originaria di
Denno, nella Val di Non. Il cognome è diffuso attualmente in tutto
il Trentino.
CATTAPANI
Cattapani, assolutamente rarissimo, parrebbe del mantovano, dovrebbe derivare
dal termine bizantino Catapanus
o Catepanus (vedi
CATAPANE), probabilmente il capostipite è originario del
ravennate dove rivestiva una carica pubblica.
CATTARI
Cattari, decisamente sardo, è tipico di Sennori nel sassarese, di
origine etimologica oscura.
CATTARUZZA
CATTARUZZI
Cattaruzza è un cognome del Friuli Venezia Giulia, con un ceppo
a Trieste, uno nel pordenonese, a San Quirino, Pordenone ed Aviano, ed
uno a Venezia e ad Auronzo di Cadore nel bellunese, Cattaruzzi, molto meno
comune, ha un piccolo ceppo ad Udine e Trieste, ed uno, probabilmente secondario,
a Brescia, dovrebbero derivare da forme dialettali slovene del nome Caterina
, probabilmente con riferimento al nome dei paesi di provenienza dei capostipiti,
come, a puro titolo di esempio, Santa Caterina di Pasian di Prato nell'udinese,
o di altre simili, potrebbero forse anche derivare da soprannomi originati
da forme diminutive riferite al termine dialettale sloveno cuotar
(carbonaio).
CATTERINA
Assolutamente rarissimo, sono presenti
pochissimi esemplari solo in Lombardia, sembrerebbe specifico della provincia
di Brescia, e dovrebbe derivare a questo punto dal nome germanico Catharina,
ma è più probabile che si tratti di una diversa scrittura
del cognome Caterina (Catterina era una forma arcaica equivalente a Caterina)
e, a questo punto, il cognome sarebbe di origini meridionali e deriverebbe
quindi o dal nome greco .Caterina o da un toponimo come: San Caterina
Albanese (CS), Santa Caterina (LE) o Santa Caterina dello Ionio e Marina
(CZ).
CATTI
Cognome dell'Italia settentrionale.
integrazioni fornite da
Fabio Paolucci
Catti è presente in nuclei distinti in Italia settentrionale,
con picchi di intensità nell'area occidentale in Lombardia, a Milano
e nel Bergamasco, in Liguria e in Piemonte, nei rispettivi Capoluoghi di
Regione, e nell'Emilia. Il cognome dovrebbe derivare dalla modificazione
del nome di persona Caterina (dal nome di etimo oscuro Hekaterìne,
così riportato nei testi greci e per questo accostato all'aggettivo
katharòs, con il significato
di puro, e adattato al latino Katharìne).
Tale nome si diffuse in passato specialmente nell'Italia del nord con il
culto di Santa Caterina (Hekaterìne)
di Alessandria, martirizzata dall'Imperatore Massimiano Daia (309-313)
e venerata soprattutto nei secoli X°, XI° e XII°, e poi con
il culto di Santa Caterina da Siena (XIV° sec.) e di altre sante omonime.
Un'altra ipotesi legherebbe il cognome Catti al ben più diffuso
Gatti, panitaliano, specifico della Lombardia, Piemonte e Liguria, derivato
dal soprannome gatto, attribuito al capostipite in relazione alle caratteristiche
dell'animale (furbizia, scaltrezza), o dal nome di persona Gatto (originato
dai nomi medievali Gactus e Hatto,
quest'ultimo derivato dal longobardo hatto,
con il significato di combattente).
CATTIN
CATTINI
CATTINO
CATTO
Cattin ha un ceppo a Vicenza e Piazzola sul Brenta nel padovano ed uno
nel rovigoto a Porto Tolle, Porto Viro, Ceregnano e Rovigo, Cattini è
decisamente emiliano, dell'area reggiano modenese in particolare di Carpi
e Modena nel modenese e di Correggio e Reggio Emilia nel reggiano, Cattino,
assolutamente rarissimo, sembrerebbe dovuto ad errori di trascrizione del
precedente, Catto, tipicamente veneto, del veneziano in particolare, dovrebbero
derivare, direttamente o tramite forme ipocoristiche, anche dialettali,
dal nome medioevale Gactus, ma è
pure possibile una derivazione dal vocabolo longobardo hatto
(combattente) (vedi
Gatto).
CATTO'
CATTON
CATTONE
CATTONI
Cattò, estremamente raro, sembrerebbe tipico della Lombardia, in
particolare del milanese e del varesotto, Catton è unico, Cattone,
lo è quasi, sono entrambi comunque del nord, Cattoni, il meno raro,
ha ceppi a Milano e nel milanese, a Uggiate-Trevano nel comasco ed a Trento
ed in trentino, si dovrebbe trattare di forme ipocoristiche o accrescitive
di modificazioni del nome medioevale Gactus
(vedi CATTO), o anche, e più probabilmente,
da forme dirette o contratte dal dialetto del nome longobardo Hattone
di cui abbiamo un esempio in questo testo della fine del IX° secolo:
"..Theudrada regina et postea sancti monialis qui
cum viro suo Hattone
dedit fratribus Haraldi montem..".
CATTOLICA
Cattolica ha un ceppo marchigiano, a Civitanova Marche nel maceratese,
che potrebbe derivare dal nome del paese di Cattolica tra riminese e pesarese,
ed un ceppo a Palermo, che potrebbe derivare dal nome del paese agrigentino
di Cattolica Eraclea.
CATTOLICO
Cattolico ha un ceppo nel casertano, a Mondragone, Sessa Aurunca e Maddaloni,
e nel napoletano a San Giuseppe Vesuviano e Napoli, con presenze anche
in Calabria, potrebbe derivare dal fatto che il capostipite fosse di religione
cattolica in una comunità, dove probabilmente prevalevano i seguaci
della religione ortodossa.
CATTONAR
CATTONARO
CATTUNAR
Sia Cattonar che Cattunar sono rarissimi e tipici triestini, Cattonaro,
ancora più raro potrebbe essere anch'esso originario di quella zona,
potrebbero derivare da soprannomi originati dal vocabolo medioevale cathenarius
(che ha a che fare con le catene), traccia di questi cognomi a Rovigno
in Istria si ha fin dal 1500.
CATUOGNO
Catuogno è caratteristico del napoletano, di Marano di Napoli, Napoli,
Quarto, Capri, Pozzuoli, Anacapri, Torre del Greco e Giugliano in Campania,
dovrebbe derivare da un'alterazione dialettale del termine arabo
qatun o qutun
(cotone), forse ad indicare nei capostipiti
dei commercianti di quel tipo di prodotto, meno probabile una derivazione
dal nome della regione irachena di Qatun.
CATZULA
(vedi CASULA)
CAU
Cognome assolutamente sardo. diffuso in tutta l'isola, dovrebbe derivare
da un soprannome originato dal vocabolo dialettale sardo cau
che significa gabbiano, ma anche torsolo.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CAU: su cau marinu è il
gabbiano e si tratta di una voce onomatopeica. Su
cau è inoltre il cavo dell'albero
e viene dal latino cavum, da cui cavea
= alveare, arnia; casiddu
in Campidano, che solitamente si ricavava dalla corteccia (sughero) della
quercia. Cau è inoltre il nome di un villaggio scomparso, altrimenti
detto Cleu. La villa era ubicata in agro di Sassari: appartenne alla Curadorìa
di Romangia, nel regno giudicale di Torres. Fu abbandonato verso la prima
metà del XIV° secolo. Il cognome Cau è presente negli
antichi documenti della lingua sarda. Tra i firmatari della Pace di Eleonora,
*LPDE del 1388, figurano: Cau Andrea, jurato ville Turala(*odierno Torralba(Meylogu).
Contrate de Ardar et Meylogu); Cau Andrea, ville Selluri(Sanluri - Seddori);
Cau Francisco, ville Oddini(*distrutto (anche Ollini), del Salto di Orotelli.
Curatorie Dore); Cau Gantino, ville Ecclesiarum(Iglesias - villa di Chiesa);
Cau Joanne, jurato ville Barumela(* Mogorella? Partis de Montibus); Cau
Joanne, jurato ville Nuraci Niello(* odierno Nuraxinieddu. Campitani Majoris);
Cau Martinus - de Aristanni(Oristano); Cau Nicolao, jurato ville Gemessi(*
distrutto: Jemussi o Gimussa? Partis de Montibus); Cau Nicolao, ville Selluri(Sanluri);
Cau Paulo, ville Poupo (*Distrutto. Partis de Montibus; Cau Petro, ville
Ecclesiarum(Iglesias); Cau Petro, ville Sammungleo(*odierno Samugheo. Mandrolisay
o Barbagia di Belvì); Cau Petro, ville Sarule (* odierna Sarule.
Curatorie Dore); Cau Salvatore, ville Turri(* odierno Turri. Contrate Marmille).
Nel Condaghe di San Pietro di Silki, *CSPS XI°, XIII° sec., troviamo
invece: Cleu(de) Ithoccor, testis parthizione de servis, (18°); Cleu(de)
Justa, donna, parthizione de servis (18°). Anche nel Condaghe di San
Nicola di Trullas, *CSNT XI°, XIII° sec., troviamo un de Cleu:
Cleu (de) Petru (125), teste in una vendita di servi: "Ego Iohannes priore
de S. N. di Trullas, comporaili a Dorgotori de Mularia pede de sa filla
de Iusta Lorica; et deibili I caballu domatu, caput a caput pro Susanna
Lorica. Testes Petru de Cleu et Gosantine de Reças". Attualmente
il cognome Cau è presente in 413 Comuni italiani, di cui 178 in
Sardegna: Cagliari 249, Sassari 244, Sestu 189, P. Torres 77, Oristano
77, Sini 62, Mogoro 50.
CAUCCI
CAUCI
Caucci ha un ceppo triestino, uno nel Piceno ad Acquasanta Terme, San Benedetto
del Tronto ed Ascoli Piceno e nella vicina Teramo, un grosso ceppo è
presente a Roma con presenze anche a Marinom Civitavecchia e Ciampino nel
romano, Cauci, assolutamente rarissimo, è del veronese, dovrebbe
derivare dal cognomen latino Chaucius,
questo cognomen era normalmente attribuito a dei legionari che avessero
combattuto in Germania contro i Chauci,
un'antico popolo germanico che abitava lungo la costa del Mare del Nord,
confinante ad ovest con i Frisoni, a sud con i Cherusci ed i Chasuarii,
ed a est con i Longobardi.
CAUCIELLO
Cauciello, estremamente raro, tipicamente campano, ha qualche presenza
nel salernitano, a Mercato San Severino in particolare, dovrebbe derivare
da un soprannome dialettale basato sul termine napoletano caucio
(calcio), personaggio di rilievo è
stato il musicista e compositore Prospero Cauciello (1740 - 1790). (vedi
anche CAUCCI)
CAUDA
Cauda è tipicamente piemontese, di Torino, di Montà, Canale,
Alba e Santo Stefano Roero nel cuneese e di Cisterna d'Asti ed Asti nell'astigiano,
con un ceppo anche a Genova, dovrebbe derivare da un soprannome basato
sul termine piemontese cauda (caldana,
caldura, ma anche minestra).
CAUDERA
Caudera è specifico del torinese, di Ciriè soprattutto e
di Torino, San Carlo Canavese e Chivasso, dovrebbe derivare da un soprannome
basato sul termine dialettale vercellese, e non solo, caudèra
(caldaia con la quale si prepara il formaggio,
ma anche strumento che serve per distillare la vinaccia per fare la grappa).
CAUSIO
CAUSO
CAUZO
Causio sembrerebbe originario della zona di Cannole (LE), Causo è
specifico della zona di Melissano e Racale (LE), Cauzo, assolutamente rarissimo,
è probabilmente dovuto ad errori di trascrizione del precedente,
dovrebbe derivare dal nome greco Kaousios
latinizzato in Causius: "...
unde gentile nomen Causius,
quo nomine appellatus est Aesculapius, qui ibi colebatur ...", altro
nome di Esculapio.
CAUTERUCCIO
Cauteruccio è specifico del cosentino, di Buonvicino, Diamante,
Belvedere Marittimo e Grisolia, dovrebbe derivare dal termine medioevale
di origini grecolatine cauterio (piccola
fonte), forse ad indicare che i capostipiti abitassero appunto
presso una piccola fonte.
CAUTI
CAVUTI
CAVUTO
Cauti, molto raro, è abruzzese, con un ceppo ad Ortona e nel teramano
a Sant`Egidio alla Vibrata e Sant`Omero, presenta un ceppo anche a Roma,
Cavuti, molto molto raro, è tipico abruzzese, della provincia di
Chieti, di Miglianico e Crecchio in particolare, Cavuto, decisamente meno
raro è sempre tipico del chietino di Tollo ed Ortona, esiste anche
un piccolo ceppo napoletano dovuto probabilmente a variazioni del cognome
Cavoto, potrebbero derivare da nomi di località come Passo Cavuto
sui Monti Marsicani nel Parco Nazionale d Abruzzo o, con molte minori probabilità,
come Monte Cavuto nell'alto casertano, potrebbero anche derivare da emigrazioni
provenzali (vedi CAVOTI).
CAVA
Cava è panitaliano, dovrebbe derivare dai moltissimi toponimi contenenti
la radice Cava, come Cava Manara (PV), Cava dei Tirreni (SA), Cava di Melis
o Cava Farinata nel cosentino e così tanti altri.
CAVACCIUTI
CAVAZZUTI
Cavacciuti, assolutamente rarissimo, sembra tipico della zona di confine
tra piacentino e parmense, Cavazzuti è tipico modenese, dovrebbero
derivare da un soprannome dialettale.
integrazioni fornite da Alberto
Cavazzuti
il cognome Cavazzuti dovrebbe derivare derivare
da un soprannome originato dalla scapigliatura o cavazza
(chioma degli alberi in dialetto modenese) , per quanto riguarda la derivazione
piacentina, visto che ci abito mi sembra strana, qui la doppia z non esiste
e il mio cognome viene storpiato metodicamente in Cavacciuti. Mio padre
mi raccontava che nel 700 a causa di una migrazione dovuta a motivi religiosi
(fuga!!) molti modenesi si rifugiarono in un paesino di montagna
del piacentino. Vi è traccia nel cimitero, dove man mano il cognome
viene storpiato in Cavacciuti proprio per questa difficoltà di pronuncia
della z.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Sul cognome Cavazzuti mi pare importante segnalare quanto riporta il
prof. F. Violi, recentemente scomparso, il massimo studioso di toponomastica,
onomastica e dialettologia modenese nel suo saggio Cognomi
a Modena e nel Modenese, Aedes Muratoriana, Modena, 1996: "Cavazzuti
è uno dei cognomi più rappresentati a Modena, a Carpi e nella
media pianura, mentre è pressoché assente nella montagna
e nella bassa modenese. La più antica attestazione del nome
si trova in un atto del vescovo di Modena Fredulfo del 1135. Fra
i confinanti del terreno dato in enfiteusi a Martino di Freto si cita un
Geminianus Cavacutus e proprietà di un Cavacutus vengono citate,
sempre in quel di Freto, nel 1176 e nel 1187 in documenti capitolari modenesi.
Non è improbabile che il nome personale Cavacutus
sia corruzione di Cavazochus, documentato
a Modena nel 1171 e antecedentemente nelle forme Cavazochi
(1156) e Cavazocho (1160), indicante
l'attività di «cavar tronchi, ceppi
d'albero»; dal mediolatino zoccus
(ceppo)".
CAVACECE
Cavacece è decisamente laziale, di Piedimonte San Germano nel frusinate
e di Roma, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal vocabolo dialettale
romano cavacecio o cavacece
(cavalcioni sulle spalle).
CAVAGLIA'
Tipico piemontese, dell'Hinterland meridionale torinese, deriva dal toponimo
Cavaglià (BI).
CAVAGNA
CAVAGNI
CAVAGNOLA
CAVAGNOLI
CAVAGNOLO
Cavagna è decisamente del nord, la zona d'origine comprende le provincie
di Pavia, Milano, Bergamo, Brescia e Trento, Cavagni ha un ceppo
nel parmense ed uno nel frusinate, Cavagnola, rarissimo, ha un ceppo nel
genovese ed uno nel bresciano, Cavagnoli viene dal cremonese e bresciano,
Cavagnolo è tipico del Monferrato. Dovrebbero derivare da un soprannome
dialettale originato dal vocabolo lombardo cavagna
(cesta, mucchio, quantità),
ma in alcuni casi possono discendere da toponimi come Cavagnolo (TO), o
Cavagnola nel milanese ora scomparso, uno dei paesi distrutti nel 1162
da Federico Barbarossa. Tracce di questa cognominizzazione
si trovano nel Codice Diplomatico della Lombardia
medievale sotto l'anno 1154 in un atto di compravendita si legge:
"...Signum + manuum Iohannis Osmirii et Cavagnoli
de Veura, propinqui parentes suprascripte
femine...".
CAVAGNARI
CAVAGNARO
Cavagnari, molto molto raro, sembrerebbe del cremonese, Cavagnaro è
tipico di Genova del genovese di levante, dovrebbero derivare da soprannomi
originati dal vocabolo dialettale cavagna
(cesta, gerla, mucchio, quantità)
e potrebbe indicare l'attività di spallone, cioè di chi trasporta
merci caricandosi una gerla in spalla.
CAVALAZZI
CAVALLAZZI
Cavalazzi, molto molto raro, con un ceppo nel milanese ed uno emiliano,
dovrebbe essere una forma alterata del cognome Cavallazzi che ha un piccolo
ceppo nel bolognese, ad Imola, Anzola dell'Emilia e Bologna ed uno tra
milanese e pavese a Milano e Rosate nel milanese ed a Cilavegna nel pavese,
dovrebbero derivare dal nome medioevale Cavalatius
di cui abbiamo un esempio nel 1100 con un Cavalatius
iudex novarensis, troviamo tracce di queste cognominizzazioni
verso il 1250 con il Vescovo di Novara Sigebaldo Cavallazzi e alla fine
del XIII° secolo con Englesio Cavallazzi anch'esso vescovo di Novara.
CAVALCA
Cavalca sembrerebbe specifico dell'area reggiano, parmense, di Parma in
particolare, dovrebbe derivare dal nome medioevale Cavalca,
si dovrebbe trattare di una derivazione da una forma tronca del nome Cavalcante
(vedi CAVALCANTE), nome del cui uso abbiamo
un esempio nelle Dissertazioni sopra le antichità
italiane di Ludovico Muratori (1672 - 1750), che scrive: "...Farulfo
et Teudegrimo germanis quondam Farolfi, de quibus descendunt Lambardi quidam
de Sancto Miniate, scilicet Cavalca
Lambardus et filii...", un principio illustre di questa cognominizzazione
lo troviamo nel 1300 con il Padre frate Domenico Cavalca da Vico Pisano
dell' Ordine de' Frati Predicatori.
CAVALCABO'
Rarissimo, probabilmente di origini
lombarde, deriva da un soprannome (cavalca buoi), famiglia nobile di rango
baronale. Troviamo nel giuramento di fedeltà alla città di
Piacenza del 1141: "...aliam medietatem a comuni
Placentie per foedum tenere debent; et si marchiones filii Malespine val
Cavalcabo
aut marchio Pelavicinus vel Gerardus de Cornazano predictos homines de
valle Tarii placitare voluerint,...", nel 1313 comandante della
fazione guelfa e signore di Cremona è un Cavalcabò,
Girolamo Cavalcabo nel 1580 ci lascia un testo sulla scherma, nel 1600
è presente uno scrittore Hieronimo Cavalcabò, nel 1773 Caterina
IIa di Russia invia come suo rappresentante a Malta un Marchese Cavalcabò
CAVALCANTE
CAVALCANTI
Cavalcante è estremamente raro, si potrebbe immaginare un'origine
meridionale, Cavalcanti, sempre molto molto raro, parrebbe del cosentino,
derivano dal nome medioevale italiano Cavalcante
, ricordiamo il banchiere
lombardo ducentesco Cavalcante della Scala o meglio il più famoso
Cavalcante Cavalcanti fiorentino di parte guelfa ed avversario politico
di Farinata degli Uberti citato da Dante nell'Inferno tra gli eretici.
CAVALERA
Specifico del Salento, di Casarano (LE) in particolare e del brindisino,
potrebbe derivare da un nome di località, come ad esempio Cavalera
di Mormanno nel cosentino, in Italia sono molte le località con
questo nome. Tracce di questa
cognominizzazione le troviamo a Brindisi nel 1300 con il nobile casato dei
Pandi-Cavalera.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cavalera è cognome leccese che deriva dal cognome base Cavalli.
Minervini 136.
CAVALER
CAVALERI
CAVALERO
Cavaler, estremamente raro, è tipico del veronese, Cavaleri è tipicamente siciliano, di Licata, Favara, Aragona, Agrigento
e Naro nell'agrigentino, di Gela e Riesi nel nisseno, di Catania, di Lentini
nel siracusano e di Cerami nell'ennese, Cavalero è praticamente
unico, questi cognomi dovrebbero derivare da soprannomi dialettali originati
dal mestiere dei capostipiti, che probabilmente erano addetti all'allevamento
o conduzione dei cavalli.
CAVALIERE
CAVALIERI
Diffusi in tutt'Italia, Cavaliere è molto più presente al
sud e nel Veneto, Cavalieri è più diffuso al nord, in Emilia
soprattutto, hanno diverse origini, da soprannomi riferiti al mestiere
di cavallaio (chi cura i cavalli), al fatto di aver servito in una famiglia
di Cavalieri, al fatto di aver militato a cavallo nell'esercito, all'aver
fatto il messo postale a cavallo, al fatto di appartenere ad una famiglia
distinta (borghesia) o altro che avesse riferimento con i cavalli. Si hanno
tracce di questo cognome già dal rinascimento, a Ferrara un Bartolomeo
Cavalieri vende a Ludovico Ariosto con rogito 30 giugno 1526 redatto dal
notaio Ercole Pistoia, una casa in Contrada del Mirasole.
CAVALIERI
D'ORO
Molto raro sembra avere un ceppo
originario nel ferrarese.
CAVALLA
Cavalla sembrerebbe specifico di Villafranca d'Asti e dell'astigiano, potrebbe
derivare da un nome di località come Cavalla, una frazione di Morbello
nell'alessandrino, ma con lo stesso nome esiste anche una frazione di Farigliano
nel cuneese ed altre simili.
CAVALLARA
CAVALLARI
CAVALLARO
CAVALLERI
CAVALLERO
Cavallara, assolutamente rarissimo, sembrerebbe lombardo, Cavallari ha
un nucleo emiliano tra bolognese e ferrarese, uno forse non secondario
milanese ed uno laziale, Cavallaro è presente in modo significativo
in Campania, Calabria, Sicilia, ma anche in Lazio e Abruzzo e nel Veneto,
Cavalleri è lombardo tra milanese, bergamasco e bresciano, Cavallero
è tipicamente piemontese, potrebbero derivare da toponimi come Cà
Cavallara (FE) o Cavallara di Ostellato (FE) o i vari Cavallari (SO), (CE),
SQ) o Cavallaro (VI) o Cavalleri Fumeri (TO), ma è molto probabile
anche una connessione con il mestiere di commerciante di cavalli o di addetto
ai cavalli. Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Ventimiglia
(IM) fin dalla fine del 1400 con il notaio Simone Cavallaro.
Cavalletti ha un ceppo nel reggiano, e nella fascia che comprende l'anconetano,
il maceratese, l'Umbria, il rietino ed il romano, Cavalletto è tipicamente
veneto, specifico del padovano soprattutto, con piccolissimi ceppi nel
mantovano, nel rovigoto e nel veneziano, Cavalli è diffuso in tutt'Italia,
ma prevalentemente nella parte nord occidentale, Cavallin è tipicamente
veneto, del trevisano soprattutto ed in particolare di Montebelluna, Vedelago,
Paese, Istrana e Morgano, Cavallini è tosco emiliano, pur se diffuso
in tutta la penisola, Cavallino parrebbe avere tre ceppi uno genovese,
uno napoletano ed uno palermitano, Cavallo è pure diffuso in tutt'Italia,
ma soprattutto al sud, Cavalloni è specifico del sudmilanese, Cavallotti
dovrebbe avere due ceppi uno tra il pavese ed il milanese ed un altro tra
Modena e Bologna, Cavalluzzi è decisamente del barese, di Grumo
Appula e Bari. Questi cognomi hanno molte diverse origini, che vanno
dal nome medioevale Cavallo,
a soprannomi riferiti al mestiere di cavallaio (chi
cura i cavalli), al fatto di aver servito in una famiglia di
Cavalieri, al fatto di aver militato a cavallo nell'esercito, all'aver
fatto il messo postale a cavallo, al fatto di appartenere ad una famiglia
distinta (borghesia) o altro che avesse riferimento con i cavalli, oppure
da toponimi quali Cavallino (VE) o (LE) o Cavallo Pastorio (ME) o simili.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cavalletti origina dal latino medievale 'cavallettus
-i' = "combattente a cavallo, cavaliere
cadetto", con scambio per metonimia cavallo
> cavaliere, e con il valore cadetto
ricavabile dal diminutivo.
CAVANI
CAVANO
Cavani è tipicamente emiliano, di Modena in particolare e del modenese,
di Formigine, Sassuolo, Castelnuovo Rangone, Castelvetro di Modena, Maranello,
Spilamberto, Fiorano Modenese, San Cesario sul Panaro, Vignola, Carpi e
Serramazzoni, con un piccolo ceppo anche nel lucchese a Castelnuovo di
Garfagnana, Pieve Fosciana e Camporgiano, Cavano, praticamente unmico,
dovrebbe essere dovuto ad un'errata trascrizione del precedente, che dovrebbe
derivare da un nome o soprannome generato dal termine latino cavanus,
cavannus (civetta),
ricordiamo la favola di Fedro Cavanus, cattus
et mus, favola che riportiamo integralmente: "Cavannus
petiit Cattum, ut adscensor sibi fieri liceret, et secum quaererent quae
colloquia inter se haberent. Cattus asportavit eum ad domum Muris. Rogavit
Cavannus C[attum]
ut clamaret se. Sic fec[it]. Mus, cum audisset vocem eius, ad (h)ostium
domus venit, dixitque : Quid quaeritis, aut quid dicitis? At illi : Volumus
tecum loqui. Mus cognovit quod malum consilium contra ipsum cogitassent.
Dixit : Maledictus tu sis, Catte, tu dominus meus, et ipse qui super te
sedet, et domus vestrae, et filii et filiae, et omnis parentela vestra
sit maledicta! Male huc venissetis et mae sit redeuntibus vobis de h[oc]
loco. Qui inimicis suis bona loqui non queunt, qui
sibi inimicitias imponunt, vel malum inter ser ineunt.".
CAVANNA
Cognome tipico dell'area tra le
provincie di Genova, Alessandria e Piacenza, dovrebbe discendere da un
soprannome dialettale derivato dal vocabolo capanna.
CAVAROCCHI
Cavarocchi parrebbe del teramano, con un ceppo, probabilmente secondario
a Roma, si potrebbe trattare di una specie di forma ipocoristica, o addirittura
patronimica del nome gallico Kabar,
Κάβαρος
in graco e poi latinizzato in Cavarus,
con questo nome troviamo il Re di una tribù barbara in Tracia, nazione
situata sul lato balcanico della costa adriatica, il capostipite potrebbe
essere stato figlio di un gallo di nome Cavarus.
CAVARRETTA
Cavarretta ha un ceppo calabrese nel crotonese ed uno siciliano nel trapanese
e palermitano, si dovrebbe trattare di una famiglia nobile di origine normanna,
Cabarret, giunta in Italia al seguito
del Conte Ruggero D'Altavilla, figlio di Tancredi e fratello di Roberto
il Guiscardo, liberatore della Sicilia dagli invasorie mussulmani, da questi
ottenne la baronia di Sicamino nel messinese, Riccardo Cavarretta nel XII°
secolo ottenne la Castellania di Messina da Guglielmo II° di Sicilia,
suo figlio Orlando ebbe da Federico II° il dominio di Cosenza, un altro
suo figlio Corrado il dominio di Salemi nel trapanese.
CAVARZERE
Cavarzere, specifico del veronese, di di Castagnaro, Verona e Legnago in
particolare, dovrebbe derivare dal nome del paese di Cavarzere nel basso
veneziano, probabile luogo d'origine del capostipite.
CAVASIN
Cavasin è specifico del trevisano, dovrebbe derivare dal toponimo
Cavasio del Tomba (TV), traccia di questa cognominizzazione si trova verso
la fine del XII° secolo con Gualperto da Cavasio capitano dei Trevigiani,
ma ben prima come possiamo leggere in un atto di vendita del 1119 conservato
presso l'archivio di stato di Treviso troviamo un suo omonimo: "...Constat
nos Ubertum et Ripertum germanos filios q.(uondam)
Pellegrini de Spineto, qui professi sumus ex natione nostra vivere Longobarda,
accepisse sicut in praesentia testium accepimus a te Valperte
de Cavasio inter argentum et aliam rem ...".
CAVASINI
CAVASINO
Cavasini è quasi unico, Cavasino assolutamente rarissimo, sembrerebbe
del trapanese, dell'isola di Favignana in particolare, con un possibile
ceppo secondario nel napoletano, appunto a Napoli si trovano tracce di
questo cognome nel 1700 con il mercante di formaggi Nicola Cavasino.
CAVATAI
CAVATAIO
Cavatai è unico, probabilmente dovuto ad un'errata trascrizione
di Cavataio, che è tipico della Sicilia occidentale, di Cinisi,
Palermo, Terrasini e Balestrate nel palermitano e di Alcamo e Mazara del
Vallo nel trapanese, e che dovrebbe derivare dal mestiere di cavatore di sale o di zolfo, svolto dai capostipiti.
CAVAZZA
CAVAZZI
CAVAZZINI
CAVAZZONI
Cavazza sembra avere due ceppi, nel veronese, mantovano e nella zona che
comprende le province di Modena e Bologna, e in Piemonte, Cavazzi oltre
ad un ceppo bolognese sembra averne anche uno nel piacentino ed uno nel
sondriese, Cavazzini ha un nucleo parmense ed uno ferrarese, Cavazzoni
è specifico dell'area che comprende il mantovano, il reggiano soprattutto,
il modenese ed il bolognese, dovrebbero tutti derivare dal nome medioevale
Cavatia, o da suoi ipocoristici o accrescitivi,
o dal nome Cavatinus. Tracce
di queste cognominizzazioni si hanno ad esempio nel Codice Diplomatico della
Lombardia medievale, dove in una Carta vendicionis
redatta a Vimercate (MI) l'otto luglio del 1180, si legge: "...Signum
+ + manuum Marcadi Cavatie
et Petri Cavatie
propincorum suprascripte Adelaxie qui eam interrogaverunt ut supra. Et
ibi interfuerunt Iohannes Cavatia
et Armaninus Cavatia
atque Grilionus de Bonate testium. ...", a Mombasiglio (CN) nel
1500 troviamo tali Christoforus Cavatia e Cavatinus Cavatia.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
II cognome Cavazza par muovere da una località Cavazza, dal
mediolatino cava «fossato,
luogo basso, valle», quasi certamente ferrarese. Troviamo
infatti fra i testimoni di un atto di donazione di terreni, redatto in
Ferrara nel 1195, ma giacente nell'Archivio Capitolare del Duomo di Modena,
un «Petrobonus de Cavaça»
e un «Girardinus de Cavaça»,
sicuramente ferraresi. Il cognome, anche nella forma Cavazzi, è
presente a Modena, Carpi, Castelfranco Emilia, Solara. Dal derivato Cavazzoni
prende nome la località Cavazzona, in com. di Castelfranco Emilia.
Altro derivato è Cavazzini. Fonte: F. Violi, Cognomi a Modena e
nel Modenese.
CAVECCHIA
Cavecchia sembrerebbe avere un ceppo nel genovese, uno nel ferrarese ed
uno nel trevisano, dovrebbero derivare da toponimi come Cà Vecchia,
presente sia nel vicentino che nel mantovo, Casavecchia (di Tiglieto) nel
genovese o Cascina Vecchia nell'alessandrino, ma è pure possibile
una derivazione proprio da caratteristiche dell'abitazione del capostipite.
CAVEDAL
CAVEDALE
CAVEDALI
Cavedale, molto molto raro, è specifico dell'udinese, Sia Cavedal
che Cavedali sono quasi unici, potrebbero derivare tutti dal termine arcaico
cavedio (Atrio
di stile romano). intendendo forse il mestiere di custode o
portiere di una famiglia patrizia, consideriamo anche che nella Venezia
del 1300 il cavedale di una ditta era
una specie di amministratore, meno probabile una derivazione da un'altra
accezione del vocabolo cavedale (capitale).
CAVEDINI
Cavedini, molto molto raro, è specifico del veronese, di Verona
e San Martino Buon Albergo, dovrebbe derivare da un soprannome originato
dal termine veneto cavedin (recipiente
dove si effettua la salinazione dell'acqua per la conservazione di alimenti
e per estensione anche la salina),
forse ad indicare che il mestiere del capostipite fosse appunto quello
di mettere in salamoia degli alimenti per poterli conservare e probabilmente
rivenderli, non si può escludere comunque la possibilità
di una derivazione dal nome del paese di Cavedine nel trentino, anche se
la sua distanza da Verona rende questa ipotesi meno probabile.
CAVEDONI
CAVEDURI
Cavedoni è specifico del modenese, Caveduri, non comune, sembrerebbe
specifico di Ferrara, dovrebbero derivare, anche attraverso modificazioni
dialettali dal termine arcaico cavedone
, nel Veneto ed in Emilia e Romagna viene così chiamato il piccolo
argine trasversale posto in tutti i corsi d'acqua, che in caso di magra
impedisce all'acqua di defluire a valle, vocabolo derivato a
sua volta dal termine latino cavaedium
(atrio delle case degli antichi romani),
fuso con il termine latino capito, capitonis
(dalla testa grossa), ad indicare la
parte iniziale del corso d'acqua, probabilmente ad indicare che la famiglia
abitava in prossimità di un corso d'acqua, dove era situato un cavedone.
CAVENAGHI
Specifico dell'areale milanese,
dovrebbe essere derivato da un soprannome legato a toponimi come Cavenago
d'Adda (LO) o Cavenago Brianza (MI). Questa famiglia ha tra i suoi avi
due pittori degni di nota Emilio e Luigi Cavenaghi della seconda metà
del 1800.
CAVERI
Caveri, assolutamente rarissimo, è di probabili origini liguri,
dovrebbe derivare dal nome tardo latino Caverius,
di cui abbiamo conoscenza in Gallia nell'attuale paese di Caveirac vicino
a Nimes in Francia, paese che prese il proprio nome proprio da un Caverius.
CAVERNA
CAVERNI
Caverna, praticamente unico, sembrerebbe aver avuto un ceppo piemontese
ed uno siciliano, Caverni ha un ceppo toscano nel fiorentino, a Firenze,
Montelupo Fiorentino, Empoli, Scandicci, Montespertoli e Lastra a Signa,
ed a Prato, ed uno marchigiano, a Fano nel pesarese e nell'anconetano,
potrebbero derivare dall'italianizzazione del cognome francese Caverne,
che nasce dal nome di parecchie località francesi.
CAVERZAGHI
Assolutamente rarissimo, tipico bergamasco, potrebbe derivare dal toponimo
Caverzago in Val Trebbia nell'alto piacentino.
CAVESTRI
CAVESTRO
Cavestri è tipico dell'area che comprende le province di Milano,
Varese e Verbania, con massima concentrazione a Lonate Pozzolo nel varesotto
e ad Omegna e Nonio nel verbanese, Cavestro, tipicamente veneto, è
del padovano, in particolare di Monselice con buona diffusione anche a
Padova, Este, Solesino e Pernumia, potrebbero derivare da soprannomi originati
dal termine medioevale cavestro (nodo
scorsoio, capestro) di cui abbiamo un esempio in uno scritto
dell'anno 1468 a Canneto sull'Oglio nel mantovano: "...dapoy
debia esser impichato in la ditta piaza a un certo legno, per Nuy deputado,
per el ministro de la justicia, cum uno cavestro
a la golla, per tal e così fatto modo che el non mora, ma che el
stenta per uno pezo, e dapoy debia esser taliata la testa in tal e così
fatto modo che la anima dal corpo si ge desparta....".
CAVEZZA
CAVEZZI
CAVEZZO
Cavezza è tipicamente campano, di Cicciano nel napoletano, dove
è presente anche a Roccarainola, Camposano, Nola, Pomigliano d'Arco
e Marigliano, Cavezzi, assolutamente rarissimo, parrebbe del Piceno, Cavezzo
è praticamente unico, dovrebbero derivare da un nome di località
come Cavezza di Mozzagrogna nel teatino, ma è più probabile
una derivazione da un soprannome basato sul termine cavezza
(fune che serve per trattenere le bestie come
cavalli, muli o buoi), forse ad indicare che i capostipiti fossero
soliti utilizzare questo tipo di strumento nel loro lavoro.
CAVEZZALE
CAVEZZALI
Entrambi molto molto rari, Cavezzale è tipico dell'area pavese,
Cavezzali è invece del milanese, dovrebbero derivare da soprannomi
basati sul termine dialettale lombardo cavezzal
(cavedano, un tipo di pesce d'acqua
dolce simile al cefalo o muggine di mare).
Cavicchi è tipico dell'area toscoemiliana, del fiorentino, del bolognese
e del ferrarese, Cavicchia ha un ceppo a San Remo nell'imperiese, uno a
Mantova, uno in Abruzzo a Capitignano nell'aquilano, a Montesilvano, Penne
ed Alanno nel pescarese ed a Lettopalena nel teatino, ed uno a Roma, Cavicchio,
decisamente più raro, è specifico del rovigoto, Cavicchioli
ha un ceppo nel milanese, probabilmente secondario, uno tra mantovano,
modenese e bolognese ed uno in Toscana tra pisano e senese, Cavicchiolo,
decisamente del padovano, della zona di Tombolo, Galliera Veneta e Cittadella,
dovrebbero derivare, direttamente o tramite ipocoristici, da soprannomi
originati dal termine italiano arcaico cavicchio
(piolo, piccolo bastoncino appuntito),
vocabolo che assume vari significati a volte con senso positivo, riferendosi
alla sua possibile funzione di perno, a volte con valore di offesa richiamando
il termine il membro maschile, ricordiamo che l'uso di questo cognome era
normale ad esempio per il Goldoni che lo attribuiva a Brighella, che si
presenta così ne La madre amorosa:
"Brighella Cavicchio,
quondam Bertoldo".
CAVIGLIA
Caviglia è tipicamente ligure, del savonese e del genovese soprattutto
e dell'alessandrino, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine
marinaresco caviglia (piccolo
cilindro di legno, rigonfio in centro, che si infila in una cavigliera
per tirare con forza un cavetto o una sagola), forse per la
conformazione fisica del capostipite o per un carattere rissoso dello stesso.
CAVIGLIANI
Cavigliani, assolutamente rarissimo, è del pavese, di Vigevano,
dovrebbe derivare dal nome della località ticinese Cavigliano ad
una decina di chilometri da Locarno, probabile luogo d'origine dei capostipiti.
CAVIGLIONE
CAVIGLIONI
Caviglione è molto raro,
mentre Caviglioni è assolutamente rarissimo, per il primo l'origine
è ligure, tra Genova e Savona, con un possibile ceppo secondario
mentre il secondo non permette ipotesi certe, se non, per assonanza si
può ipotizzare un'origine simile, entrambi possono derivare dal
vocabolo caviglione che ha più significati, nella Liguria costiera
viene usato con il significato di cuneo troncoconico di legno usato per
sigillare il fasciame delle barche, mentre in campagna il caviglione è
un attrezzo metallico utilizzato per legare gli asini., se ne desumerebbe
una connessione con il mestiere di carpentiere o di mulattiere, non è
comunque da ignorare una possibile derivazione da un nome di località,
basti pensare alla grotta del Caviglione, sempre in Liguria.
CAVINA
CAVINI
CAVINO
Cavina è molto diffuso nell'area romagnola, a Faenza, Ravenna, Riolo
Terme, Brisighella, Castel Bolognese, Lugo, Casola Valsenio, Conselicee,
Bagnacavallo, Massa Lombarda, Solarolo e Cotignola nel ravennate,
ed a Forlì e Modigliana nel forlivese e ad Imola, Bologna, Castel
San Pietro Terme, Ozzano nell'Emilia, Medicina, San Lazzaro di Savena,
Mordano, Dozza e Borgo Tossignano nel bolognese, con un ceppo anche nel
fiorentino a Marradi e Firenze, Cavini, meno comune, ha un ceppo ad Imola
nel bolognese e ad Alfonsine e Faenza nel ravennate, ed uno a Firenze,
Palazzuolo sul Senio e Tavarnelle Val di Pesa nel fiorentino ed a Poggibonsi
nel senese, Cavino, rarissimo, ha un piccolo ceppo a Roma ed uno altrettanto
piccolo a San Vito dei Normanni nel brindisino, tutti questi cognomi dovrebbero
derivare dal cognomen latino Cavinus,
Cavina, una variante del nome
Calvinus, di cui abbiamo un esempio
nel console romano Titus Veturius Cavinus o anche con Decimus Caelius Cavinus
Balbinus (170 - 238) imperatore di Roma assieme a Marco Clodio Pupieno
Massimo.
CAVIOLA
Caviola è tipico del bellunese, di Belluno, Sospirolo e Santa Giustina,
dovrebbe derivare dal nome del paese di Caviola, una frazione di Falcade
nell'agordino, sempre nel bellunese.
CAVIONI
Specifico del milanese e lodigiano,
dovrebbe essere originato da un soprannome derivato dal vocabolo dialettale
cavion (dai capelli folti e lunghi).
CAVO'
Cavò è specifico di Messina, dovrebbe essere di origini francesi
e derivare dall'italianizzazione del cognome Cabau
o Cabot, che a loro volta dovrebbero
derivare da soprannomi originati dal fatto che i capostipiti avessero una
grossa testa.
CAVOS
CAVOSI
Cavos, praticamente unico è presente oggi solo a Egna in provincia
di Bolzano, ma sembrerebbe originario della zona del lago di Santa Giustina
in Trentino, Cavosi, sempre raro, ha un ceppo in provincia di Bolzano
ad Egna e Bolzano ed a Sfruz in trentino, potrebbero derivare da un nome
di località ora scomparso, troviamo tracce di questa cognominizzazione
nel 1600 con un Filippo Cavos che sposa la nobile Maddalena Mendini.
integrazioni fornite da Paolo Cavosi
Cavosi è presente a Sfruz (TN) vicino al lago di Santa Giustina.
Tradizione orale riporta collegamenti con Egna. Originariamente il nome
era Cavos ed è riportato su vari documenti parrocchiali di fine
700.
CAVOTI
CAVOTO
CAVUOTI
CAVUOTO
GAVOTO
Cavoto, estremamente raro, è tipico della zona tra beneventano e
foggiano, di Montefalcone Di Val Fortore e San Marco Dei Cavoti (BN) in
particolare, Cavoti è dovuto ad errori di trascrizione, Cavuoti
è lucano, Cavuoto è il più diffuso sia nel beneventano
che nel foggiano, Gavoto è del iserniese.
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
da - i Cognomi di Colle Sannita, (cognomi estinti
a Colle), di prossima pubblicazione Tipico di San Marco dei Cavoti e di Montefalcone di Val Fortore, Cavoto
è un cognome legato all'origine di San Marco dei Cavoti, fondato
da una colonia di Provenzali venuti al servizio degli Angioini presumibilmente
fra il 1353 e il 1355. Il termine Cavoti
deriva dal francese Gavots che indica
gli abitanti di Gap, città della Provenza dalla quale sembra che
provenisse la colonia più numerosa di questi antichi fondatori,
i quali scelsero il nome di S. Marco
in onore del loro santo protettore. I Cavoto discenderebbero in tal senso
da uno o più capostipiti provenzali
provenienti da Gap e stabilitisi nel territorio sannita, partecipando
così all'atto di fondazione di San Marco dei Cavoti. Varianti di
Cavoto sono le forma cognominali: Cavoti, molto raro, derivato da
un errore di trascrizione anagrafica della forma originaria Cavoto; Cavuoto,
molto diffuso nel beneventano, per cui si presume l'origine comune al ceppo
di San Marco dei Cavoti, ma presente anche in Puglia nel Barese e nel Foggiano,
nonché a Roma, Torino e Milano come conseguenza del fenomeno migratorio
dal Sud. Cavuoti, tipico lucano, più precisamente del Potentino,
di presunta origine comune ai precedenti (ma non si può in questo
caso escludere una origine diversa, come ad esempio dalla fusione di due
parole dialettali come capa, col significato
di testa e vuoto,
vuoti nel senso canzonatorio di testa
vuota, quelli dalla testa vuota). Gavoto, caratteristico
del comune molisano di Belmonte del Sannio in provincia di Isernia, di
possibile correlazione al ceppo sanmarchese. È chiaro, quindi, che la debole presenza dei Cavoto a Colle
nei secoli scorsi sia dovuta a nascite "occasionali" di sanmarchesi in
agro di Colle o comunque alla presenza in loco di famiglie originarie del
vicino comune di San Marco dei Cavoti. Ricordiamo, solo a titolo informativo,
che altri cognomi di San Marco devono la loro formazione ad antichi termini
provenzali italianizzati; cito l'esempio di due cognomi illustri quali
Zuppa, che deriva dal vocabolo jupòn,
ovvero giubba, mantello, e Jelardi,
originato dal cognome dei tre nobili fratelli feudatari Rinaldo, Guglielmo
e Giovanni Gaullart, il cui cognome
venne poi italianizzato in Galardus
e poi, per successiva corruzione, in Jalardus
e quindi Jelardo e Jelardi.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Secondo G. Rohlfs (Dizionario storico dei cognomi in Lucania, 1985)
Cavuoti e Cavuoto sono cognomi lucani presenti a Accettura, Melfi, Montemilone,
Potenza; attestato un Cola Cavotus nel 1551 a Melfi: significa: 'gente
di Cava de' Tirreni' (prov. di Salerno).
CAVRIANI
Cavriani ha qualche presenza, quasi certamente secondaria, nell'alessandrino
ed un piccolo ceppo tra rovigoto e ferrarese, a Stienta ed Occhiobello
nel rovigoto ed a Ferrara, dovrebbe derivare da un soprannome basato sul
termine dialettale veneto arcaico cavria
(strumento per alberare e disalberare i battelli
a vela, utile per superare tratti di fiume con ponti troppo
bassi), indicando probabilmente che i capostipiti fossero addetti a quel
tipo di manovre.
CAZZA
CAZZETTA
Cazza, praticamente unico, è del leccese, Cazzetta è un cognome
tipicamente pugliese, distribuito nel materano, nel barese, nel tarentino
in particolare, nel brindisino e nel leccese, con qualche presenza anche
in Sicilia, nel palermitano e nel nisseno e catanese, dovrebbero derivare
direttamente o attraverso un diminutivo, dal termine latino medioevale
caza (mestolo
di metallo, casseruola), strumento usato prevalentemente dagli
alchimisti e dagli erboristi nella preparazione delle loro miscele; si
potrebbe quindi supporre che queste fossero le professioni dei capostipiti.
CAZZARO'
Cazzarò è tipico del leccese, di Miggiano ed Alezio.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
D'origine grika o, in alternativa, greco-albanese, il cognome Cazzarò
nasce da un adattamento dell'aggettivo katsaròs,
che, in greco moderno, ha il significato di riccio,
riccioluto (vedi Rizza e Ricciuti).
In conclusione, dunque, si tratta della cognominizzazione di un soprannome
o del nome personale del capostipite.
CAZZATI
CAZZATO
Cazzati, estremamente raro, è tipico del tarentino e del vicino
materano, Cazzato è tipicamente pugliese, del Salento e del tarentino,
possono essere stati originati da un soprannome dialettale legato al vocabolo
cacciare o al termine greco kuathos
(vaso, coppa,
ma anche casseruola), forse
ad intendere che il capostipite facesse il venditore itinerante d'acqua.
integrazioni fornite da Anna Carletto
cazzare in dialetto leccese, significa
rompere, frantumare, come ad esempio
di un piatto che cade per terra (dal francese casser).
Lo schiaccianoci è infatti chiamato cazzamennele
(rompimandorle).
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cazzato è un cognome pugliese che può avere alla base
l'italiano 'cazzato' = cacciato,
esiliato, oppure un termine dialettale di Molfetta 'kazzatæ'
che indica un uomo "preso dall'ira, incollerito,
tenace". Minervini 137.
CAZZINI
Molto raro, è tipico dell'area
milanese, dovrebbe derivare da una modificazione dialettale del nome medioevale
italiano Caccino (diminutivo di Caco).
CAZZOLANI
CAZZULANI
Cazzolani è praticamente unico, Cazzulani è specificatamente
lombardo, potrebbero derivare da soprannomi collegati al vocabolo basso
latino caza (catino)
tramite modificazioni dialettali e starebbe quindi ad indicare il mestiere
di venditori o fabbricanti di casseruole svolto dalla famiglia, ma è
pure possivile una derivazione dal termine dialettale lombardo cazzöla
(cazzuola,attrezzo
del muratore) e starebbe ad indicare che questo era invece il
mestiere del capostipite.
CAZZOLARO
Cazzolaro, molto molto raro è tipico del padovano, di Galliera Veneta
in particolare, potrebbe derivare da una trascrizione errata del cognome
Calzolaro, ma è molto più probabile una derivazione da un
soprannome originato dal termine cazzola
o cazzuola ( arnese del muratore), forse originato dal mestiere di muratore
svolto dal capostipite.
CE'
Cè è specifico del cremonese, di Crema e Cremona soprattutto,
dovrebbe derivare da un'estrema contrazione del nome Francesco.
CEBBA
Assolutamente rarissimo, dovrebbe essere veneto, potrebbe derivare dall'aferesi
del nome latino di origine dacia (l'attuale Romania) Decebalus, esiste
anche l'ipotesi, poco credibile che sia di origine gallica e deriverebbe
dal nome Cebba (ancora in uso presso le popolazioni gaeliche inglesi.
CECALUPO
Cecalupo è specifico di Ruvo di Puglia nel barese, dovrebbe derivare
da un soprannome attribuito ad un capostipite che avesse in qualche modo
avuto a che fare con un lupo, magari in uno scontro, dove il lupo avesse
avuto la peggio..
CECATO
CECCATO
Cecato è quasi sicuramente dovuto ad un errore di trascrizione del
cognome Ceccato chiaramente veneto, della zona che comprende le province
di Vicenza, Padova, Venezia e Treviso, che dovrebbe derivare da una forma
patronimica determinabile dal suffisso -ato,
che nei territori veneti sta ad indicare appartenenza ad un luogo o, più
spesso, ad una famiglia, in questo caso è interpretabile come il
figlio di, riferito a capostipiti il cui padre si fosse chiamato
Francesco, per aferesi Cecco.
CECCANI
CECCANO
Ceccani sembrerebbe specifico del Lazio, del frusinate in particolare,
di Alatri, Frosinone e Ferentino, con un ceppo anche nel viterbese
a Civita Castellana, Ceccano è tipico del latinense di Sezze e Latina,
dovrebbero entrambi derivare dal toponimo Ceccano (FR).
CECCARDI
CECCARDINI
Ceccardi è molto raro ed è tipico emiliano, del bolognese
in particolare, Ceccardini, assolutamente rarissimo, si trova oggi solo
nel ternano, derivano dal nome germanico Sieghard (vedi
Siccardi), troviamo tracce di questo cognome nel 1500 con il vescovo
di Segni (RM), Ambrogio Monticola Ceccardi.
CECCARELLI
CECCARELLO
CECCHERELLI
Ceccarelli è molto diffuso in tutta la fascia centrale che comprende
Romagna meridionale. Toscana, Umbria, Marche, Lazio ed Abruzzo, Ceccarello,
molto raro è specifico del padovano, soprattutto della zona di Vigodarzere
e Montegrotto Terme (PD), Ceccherelli, molto raro, ha un ceppo fiorentino
ed uno livornese, derivano da diminutivi dell'aferesi del nome Francesco,
tracce di quest'uso si trovano in uno scritto del 1300 a Firenze: "...
Hoc anno sub Regula S. Augustini militare coepit Ordo S. Ambrosii qui sub
Ceccarello et
Paulo Platanzia anno MCCCXXXI restauratus fuerat a Petro Eugubinorum Episcopo...".
CECCARONE
CECCARONI
Ceccarone, praticamente unico, è quasi sicuramente dovuto ad un
errore di trascrizione di Ceccaroni, che è distribuito nell'area
che comprende la Romagna, il pesarese, l'Umbria ed il Lazio, con un ceppo
anche nel genovese, si dovrebbe trattare di forme ipocoristiche accrescitive
derivate da modificazioni dialettali dell'aferesi del nome Francesco.
CECCHERINI
Tipico toscano specificatamente della zona che comprende il fiorentino
e l'aretino, deriva da modificazioni dell'aferesi del nome Francesco.
Cecchetti è tipico della fascia centrale che comprende Toscana,
Marche, Umbria e Lazio, decisamente veneti Cecchetto, Ceccon e Cecconello,
mentre è toscano Cecchi, Cecchin è decisamente veneto, del
padovano in particolare, Cecchinelli è tipico dello spezzino, di
Castelnuovo Magra, Ortonovo, Sarzana e La Spezia, con un ceppo anche a
Carrara e Massa, ed un ceppo nel romano a Roma, Lanuvio e Velletri, Cecchinello,
molto molto raro, è del padovano, di Stanghella in particolare,
Cecchini è molto diffuso in tutto il centronord, con massima concentrazione
al centro, centroitaliano Cecconi, Cecon è caratteristico dell'alto
udinese, Ceconi molto raro e Ciconi, che lo è ancora di più,
sono tipici dell'udinese, Cicchinelli è tipico dell'Italia Centrale,
dell'Abruzzo, dell'aquilano in particolare, di San Vincenzo Valle Roveto,
Civita d'Antino, Morino, Avezzano, Trasacco, Luco dei Marsi e Civitella
Roveto, con un grosso ceppo a Roma e buone presenze anche ad Albano Laziale,
Guidonia Montecelio e Fiumicino nel romano ed a Pescosolido nel frusinate,
in Argentina è presente un grosso ceppo di emigranti italiani con
questo cognome, Cicchinello è ormai scomparso in Italia ed è
presente solo in Argentina, tutti questi cognomi derivano direttamente
o tramite ipocoristici, anche composti, da variazioni del nome medioevale
italiano Cecco, o Cicco
forme dialettali aferetiche del nome Francesco,
un esempio di quest'uso lo troviamo in uno scritto del 1332: "...Ser Cecchinus
de Campilia. Mactheus Scarsus. Pasquinus de Casciana not. M. p. Ser Bacciameus
Tadi. Gorus Savini. Bartalus de Ripuli...", ricordiamo il famosissimo
poeta senese del 1200 Cecco Angiolieri; troviamo tracce di questa cognominizzazione
a San Vito al Tagliamento (UD) nel 1400 con Giacomo Ceconi Cameraro della
locale Chiesa di S. Michele.
CECCOBAO
Ceccobao, quasi unico, sembra specifico di Cetona nel senese, dovrebbe
derivare da una forma aferetica dialettale del nome Francesco.
CECCONATI
CECCONATO
Cecconati, assolutamente rarissimo, è toscano, Cecconato, presenta
un ceppo veneto nel trevisano tra Povegliano e Villorba, ed uno laziale
a Latina, potrebbe stare ad indicare la discendenza di un ceccone
cioè i capostipiti probabilmente si chiamavano Francesco ed erano
grossi.
CECCUTO
CECCUTTI
CECCUTTO
CECUTTI
CECUTTO
Ceccutti, estremamente raro, specifico del Friuli, dovrebbe essere dovuto
ad una diversa forma del cognome Cecutti, che è tipico dell'udinese,
di Povoletto in particolare, Ceccutto, quasi unico, parrebbe del trevigiano,
Ceccuto è unico, Cecutto, assolutamente rarissimo, è anch'esso
dell'udinese, tutti questi cognomi dovrebbero essere delle forme patronimiche
tipicamente friulane, dove il suffisso -utt-
sta per il figlio di, riferito a capostipiti
il cui padre si fosse chiamato Francesco,
Cek in friulano.
CECERE
Cognome dell'Italia meridionale
che potrebbe derivare da un soprannome legato al toponimo Cicerale (SA).
CECI
CECIO
DE CECIO
DI CECIO
Ceci è molto diffuso in tutta l'Italia peninsulare, in particolare
in Emilia nel parmense, reggiano e modenese, nella fascia che comprende
Marche, Abruzzo settentrionale e Lazio, nel napoletano ed in Puglia nel
barese e nel tarentino, tutti molto molto rari gli altri, Cecio è
specifico di Caserta e del napoletano, De Cecio di Capua e Santa Maria
Capua Vetere nel casertano e di Benevento, Di Cecio è specifico
solo di Capua nel casertano, questi cognomi dovrebbero derivare, direttamente
o tramite forme patronimiche in De
o in Di, che stanno per il
figlio di, da forme aferetiche dialettali del nome Francesco,
probabilmente portato dal capostipite o da suo padre.
CECILI
CECILIA
CECILIO
Cecili ha ujn piccolissimo ceppo perugino ed uno a Roma e ad Agosta nel
romano ed a Piglio nel frusinate, Cecilia è tipicamente laziale,
di Roma, di Anagni nel frusinate, di Rieti e di Latina, Cecilio, quasi
unico, è del centro Italia, dovrebbero derivare dal nome personale
latino Caecilius, il nome gentilizio
della gens Caecilia, una delle più
importanti e ricche famiglie dell'antica Roma, il cui nome dovrebbe derivare
dal termine latino coeculus (quasi
cieco, che vede a fatica).
CECINA
Cecina, assolutamente rarissimo, è dell'area tra spezzino e massese,
dovrebbe derivare dal nome di paesi come Cecina di Fivizzano nel massese,
o, anche se meno probabilmente, dal fatto di provenire i capostipiti dalla
valle del fiume Cecina.
CECINI
CECINO
Cecini ha un ceppo lombardo, in particolare a Grosio nel sondriese, con
piccoli ceppi anche nel comasco a Valmorea e Gironico, nel varesotto a
Mesenzana ed a Monza, ed uno piccolo romano a Roma e Gavignano, Cecino
ha un ceppo a Casale sul Sile nel trevisano, con qualche presenza anche
nell'udinese, dovrebbero derivare dal nome tardo latino Cecinus
(Cigno).
CEDARO
Cedaro, molto raro, è tipico dell'udinese, di Gemona del Friuli,
potrebbe derivare dal toponimo Cedarchis di Tolmezzo (UD).
CEDERNA
Molto raro è tipico valtellinese.
integrazioni fornite da Giacomo
Ganza / Villa di Tirano (Sondrio)
Cognome valtellinese, Cederna rimane tuttora essenzialmente tipico
della provincia di Sondrio. Concentrato per lo più a Poggiridenti,
paese nelle immediate vicinanze di Sondrio. Il nome deriva da "Zederna
o Zedernono", che anticamente indicava alcune contrade del vicino
comune di Montagna. Il cognome è molto raro fuori dalla Valtellina,
ma ha avuto una certa notorietà a livello nazionale grazie
ai due giornalisti-scrittori milanesi Antonio e Camilla Cederna, nipoti
di Antonio Cederna nato a Ponte in Valtellina nel 1841, stabilitosi poi
a Milano, dove divenne imprenditore di successo.
CEDOLIN
CEDOLINI
Cedolin, molto raro è specifico friulano, del pordenonese al confine
con l'udinese, Cedolini, ancora più raro dovrebbe essere dell'udinese,
potrebbe derivare dall'aferesi dell'etnico macedonicus (macedone).
CEDRELLI
CEDRELLO
CEDRI
CEDRINI
CEDRINO
CEDRO
Cedrelli, estremamente raro, è del nord Italia, Cedrello, quasi
unico, sembrerebbe del sassarese, Cedri, molto raro, è presente
nell'Italia centrosettentrionale, con piccoli ceppi nel bresciano e nel
vicentino, Cedrini è tipicamente emiliano e romagnolo, con ceppi
tra bolognese e ravennate e tra riminese e pesarese, Cedrino, assolutamente
rarissimo, sembrerebbe avere un piccolo ceppo nel rovigoto, uno in Piemonte
ed uno in Gallura, Cedro, abbastanza raro, ha ceppi nella Lombardia settentrionale,
in Sicilia, in Calabria ed in Puglia, potrebbero derivare dai molti toponimi
contenenti la radice Cedr-, ma potrebbero
in molti casi derivare da forme ipocoristiche di italianizzazioni del nome
ebraico Cedron.
CEDRONE
CEDRONI
CETRO
CETRONE
CETRONI
Cedrone è tipico del frusinate, di San Donato Val di Comino, San
Giovanni Incarico e Castrocielo e di Roma, Cedroni, oltre al ceppo laziale
a Velletri, Roma e Lariano nel romano, presenta un piccolo ceppo forse
autoctono a Gandellino nel bergamasco, Cetro, assolutamente rarissimo,
è del napoletano, Cetrone ha un ceppo nell'aquilano a Scanno e Barrea,
un ceppo a Pontinia e Sonnino nel latinense ed a Roma, Cetroni ha un ceppo
a Marino, Roma e Ciampino nel romano, ed uno a Tortoreto nel teramano,
dovrebbero derivare dal nome medioevale Cetro,
Cetronis o Cedrone, a sua
volta derivato dal nome del gallo cedrone,
l'uccello che dona le sue piume al cappello piumato dei bersaglieri, tracce
antichissime di questa cognominizzazione le troviamo già nel 1200
in Toscana: "...Asdente fo de
Parma e fu calzolaro, e tuto 'l so ingenio pose a sapere divinare; e tal
volta esso dicea cosse vere. E costui se chiamò Asdente
Cedrone. ...".
CEFALA
CEFALI
CEFALINI
CEFALO
CEFALONE
CEFALONI
Cefala e Cefalini sono praticamente unici, Cefali, rarissimo ha un ceppo
a Roma, un piccolo ceppo a Catanzaro e Cortale nel catanzarese ed uno a
Palermo e Messina, Cefalone, assolutamente rarissimo, parrebbe del casertano,
Cefaloni è specifico di Ripi nel frusinate.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
L'origine di questi cognomi va ricercata nel nome medievale Cefalo,
l'italianizzazione cioè del personale greco Kefalos,
che, tratto dal greco kefàli,
significa letteralmente testa, capo
(vedi Cefalà e Testa): nell'onomastica
antica, a ben vedere, il nome Cefalo rimanda più probabilmente alla
mitologia greca, dove il personaggio di Cefalo è al centro di una
tragica storia d'amore con la sua sposa Procri - per la precisione, comunque,
va aggiunto che Cefalo fu anche il nome di diversi personaggi storici vissuti
nel mondo antico, fra i quali, ad esempio, si può ricordare Cefalo
di Siracusa, padre dell'oratore Lisia e dei filosofi Polemarco ed Eutidemo.
Detto questo, ad ogni modo, va notato che nel caso specifico dei cognomi
Cefala e Cefali non è esclusa una derivazione dai cognomi Cefalà
e Cefalì, che, nell'ambito del sud Italia, appartengono o alla tradizione
grika o ai cognomi arvaniti provenienti dalla Grecia (per una spiegazione
più approfondita, vedi Cefalà).
In conclusione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni o dei nomi personali
dei capostipiti o di soprannomi ad essi attribuiti - per quanto proponibile,
invece, è piuttosto improbabile una connessione con la toponomastica
greca.
CEFALA'
CEFALI'
Entrambi calabresi della provincia di Catanzaro, Cefalà è
tipico di Lamezia Terme, mentre Cefalì è di Catanzaro e Cortale.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
D'origine grika o greco-albanese, i cognomi Cefalà e Cefalì
nascono da un'italianizzazione dei termini greci kefalàs
e kefalìs, che, in lingua neo-greca,
significano letteralmente testone, testa grossa
o, in senso figurato, testardo, ostinato
(vedi Cefala): in questo contesto, a dire
il vero, va notato che Cefalà e Cefalì corrispondono esattamente
ai cognomi italiani Testone, Capone, Capoccia, etc, tipici dell'antica
tradizione popolare. Nell'Impero Bizantino, tuttavia, è importante
ricordare che il termine kefalades
(plurale di kefalàs) era anche
un appellativo attribuito agli arconti militari,
probabilmente per sottolineare il loro ruolo di capi o comandanti dell'esercito
- un po' come noi usiamo il termine capoccia nel senso di capo: in questo
senso, allora, non è escluso che alcune di queste famiglie abbiano
effettivamente un legame con un kefalàs
bizantino, soprattutto se si considera che diverse famiglie
arvanite erano legate ai ranghi nobili o militari della Grecia medievale
(così come dell'Albania). Prima di concludere, ad ogni modo, va
aggiunta un'ultima ipotesi riguardo ai cognomi in questione (soprattutto
nel caso di Cefalà): osservando la toponomastica greca, va notato
che diversi toponimi greci contengono la radice Kefal-
- ad esempio l'isola di Kefalonia e il villaggio cretese di Kefalas - e,
in questo senso, non si può escludere una derivazione dalla toponomastica
greca (per quanto l'ipotesi sia poco probabile); in Sicilia, inoltre, esiste
anche una località dal nome Cefalà Diana (PA), ma, siccome
Cefalà è un cognome principalmente calabrese, anche quest'ipotesi
suona poco probabile (semmai potrebbe valere per gli sporadici Cefalà
siciliani).
CEFALU'
Tipico del palermitano, di Palermo, Cefalù, Santa Flavia e Castelbuono,
deriva ovviamente dal toponimo Cefalù (PA).
CEFARELLI
CEFARIELLO
CEFARO
CIFARELLI
CIFARIELLO
Cefarelli, assolutamente rarissimo, è del casertano, Cefariello
è napoletano, Cefaro è laziale, Cifarelli è tipico
della zona che comprende il barese ed il materano, Cifariello, molto molto
raro, è napoletano, dovrebbero tutti derivare dall'aferesi del nome
Lucifero, termine usato spesso nel meridione d'Italia nell'accezione di
discolo, monellaccio, e potrebbero essere originati da soprannomi correlati
con il carattere particolarmente vivace del capostipite.
CEGLIA
DE CEGLIA
DI CEGLIA
Diffuso in Campania Ceglia, soprattutto nell'alto salernitano, in Basilicata
e nel foggiano e nelle zone circostanti, De Ceglia è invece specifico
di Molfetta (BA), Di Ceglia, assolutamente rarissimo, è probabilmente
dovuto ad un errore di trascrizione del precedente, potrebbero tutti derivare
da uno dei toponimi contenenti il vocabolo Ceglie, l'ipotesi che lo farebbe
discendere dal nome medioevale normanno Celia è abbastanza improbabile,
tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Molfetta almeno dal 1600
con i De Ceglia ed a Picerno (PZ) fin dal 1700 con i Ceglia.
CEGLIE
Ceglie, specifico di Bari ed Altamura nel barese, dovrebbe derivare
dal toponimo Ceglie del Campo, una frazione nella periferia sud della città
di Bari, anche se non si può escludere, in qualche caso, anche se
molto meno probabile, una derivazione dal toponimo Ceglie Messapica nel
brindisino.
CEI
Tipico dell'alta Toscana, dovrebbe derivare dal nome medioevale Cei di
cui abbiamo traccia in un atto degli scritti pisani datato 6 dicembre 1185:
"...Ciolo Formentino germano meo totum unum et integrum
petium terre cum domo super se et omni sua pertinentia positum in civitate
pisana in Cappella Sancti Bartholomei delle Risi quod olim fuit Cei
Jannibelli, olim fratris suprascripti Puccini..."
ed a Firenze agli inizi del 1300: "...Liber et Memoriale
negotiorum propriorum Bonaccorsi Symonis de Cerasomma notarii, et Cei
eius germani, factus et compositus post combustionem domorum Podiensium
et apotece, in qua dictus Bonaccorsus morabat, sub anno..."
CELANI
CELANO
Celani ha due ceppi uno nelle Marche ed uno nel Lazio, l'origine dovrebbe
essere da un soprannome legato ad un toponimo Celano (AQ), Celano è
tipicamente meridionale, ha almeno due ceppi, uno tra salernitano, Lucania
e Calabria centrosettentrionale ed uno in Sicilia, soprattutto nel catanese,
dovrebbero derivare dal nome medioevale Celanus,
di questo nome si ha un esempio nel 1400 nel Lazio, dove troviamo
un certo Celanus de Interamne (Teramo)
che il 16 dicembre di quell'anno viene nominato castellano della rocca
di Castelnuovo di Porto (Roma), tracce di queste cognominizzazioni le troviamo
nella seconda metà del 1500 con Guerrerius Celanus comandante 194
militi veneziani a Cipro.
CELANT
Celant è tipico del veneziano, di Venezia e Cinto Caomaggiore, e
del pordenonese, di Polcenigo, Pordenone, Fiume Veneto e Caneva, di origini
friulane questo cognome dovrebbe derivare dal nome del monte Celant situato
sulle Prealpi pordenonesi verso il bellunese.
CELANTI
CELANZI
Celanti, estremamente raro, parrebbe toscano, probabilmente di Livorno,
Celanzi, quasi scomparso è del centronord, forse marchigiano del
Piceno, dovrebbero derivare dal nome medioevale Coelanthus
o Coelanthius (Giglio).
CELATA
CELATI
CELATO
Celata ha un ceppo a Pitigliano e Manciano nel grossetano ed uno a Roma,
Celati ha un ceppo emiliano nell'area che comprende il bolognese, il ferrarese
ed il ravennate, in particolare a Ferrara ed Argenta nel ferrarese, ed
un ceppo a Livorno, Piombino e Rosignano Marittimo nel livornese, Celato
ha un ceppo a Montebelluna nel trevisano ed uno a Macerata Campania nel
casertano, dovrebbero derivare dal cognomen latino della Gens Cornelia
Celatus, Celata,
che deriva da un identico soprannome latino con il significato di invadente,
o dal suo equivalente slavo Celat.
Celauro è siciliano, di Agrigento e di Palermo, Ceraolo è
tipico del messinese, di Gioiosa Marea, Piraino, Capo d'Orlando,
Messina, Sant`Angelo di Brolo, Brolo e Patti, Ceraulo sembrerebbe
tipico di Palermo, con un piccolo ceppo anche nel catanese, Ceravoli, sembrerebbe
unico, è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione di Ciaravolo
che è specifico della Campania, in particolare del napoletano, di
Torre del Greco, Napoli e Portici, Ceravolo è tipicamente calabrese,
del reggino soprattutto di Bovalino e Feroleto della Chiesa, ma è
ben presente anche a Catanzaro, Soriano Calabro (VV) e Cirò Marina
nel crotonese, ha anche un ceppo a Palermo, Cilauro, estremamente raro,
è del sud della Sicilia, Ciravolo è anch'esso siciliano di
Palermo e Giuliana nel palermitano, di Campobello di Mazara nel trapanese
e di Paternò nel catanese, Ciraolo è sempre siciliano, di
Messina e del messinese soprattutto, ma con ceppi anche nell'agrigentino
a Grotte e Cianciana, Ciraulo ha un piccolo ceppo nel cosentino, ma sembra
essere sempre tipico della Sicilia, in particolare di Palermo e del palermitano,
dovrebbero tutti derivare da soprannomi originati dal termine arcaico ceraulo
o ciraulo che significa sia
incantatore di serpenti
che imbroglione, a loro volta
derivati dal termine greco keraùles
(suonatore di flauto, incantatore),
nel 1400 i cerauli
o celauri o serpari, difendevano
il bestiame dai morsi del serpente, quindi questi cognomi potrebbero anche
derivare dal mestiere di serparo svolto dai capostipiti.
CELEGATO
Celegato è tipicamente veneto, di Venezia, Mira, Mirano e Dolo nel
veneziano e di Padova,Curtarolo e Vigodarzere nel padovano, dovrebbe derivare
da un soprannome basato sul termine dialettale veneziano arcaico celegato
(passerotto).
CELENTANI
CELENTANO
CELINTANO
CILENTANO
Celentani e Cilentano sono assolutamente rarissimi, mentre Celentano è
molto più diffuso, Celintano è ormai quasi scomparso, sono
tutti cognomi tipicamente campani, derivano dall'essere i capostipiti provenienti
dal Cilento.
integrazioni fornite da Giacomo
Ganza / Villa di Tirano (Sondrio)
Cognome molto noto nel mondo della musica leggera, anche al di là
dei confini del nostro paese. Deriva dal nome di una regione storica della
Campania, il Cilento, che costituisce la parte interna del Salernitano.
Il cognome é diffuso in Campania e Puglia, ma è presente
anche al nord e altre parti di Italia, seppure più sporadico.
CELENZA
Ha un ceppo in Abruzzo a Vasto (CH) ed uno nel Lazio a Ceccano (FR), deriva
dal toponimo Celenza sul Trigno (CH).
CELESI
CELESIA
Celesi sembrerebbe unico, dovrebbe essere dovuto ad un'errata trascrizione
di Celesia, che ha un ceppo a Pollein in Val d'Aosta, uno a Genova, che
potrebbe derivare dal nome di Celesia, frazione di San Colombano Certenoli
nel genovese, ed uno, il più consistente, a Palermo, dovrebbe derivare
dal nome femminile medioevale Celesia,
un'alterazione del nome tardo latino Celisia.
CELESTA
CELESTE
CELESTI
Celesta è unico, e dovrebbe essere il risultato di un'errata trascrizione
di Celeste, che è diffuso a macchia di leopardo nel centro sud ed
in Sicilia, Celesti ha un ceppo nel perugino, nel viterbese e romano e
nel messinese, dovrebbero derivare dal nome sia maschile che femminile
Celeste, attribuito da genitori che
da buoni cattolici augurassero al proprio figlio o figlia il migliore dei
futuri possibili.
CELESTINI
CELESTINO
Celestini è tipico delle province di Roma e Viterbo, ma si nota
anche un ceppo umbro a Città di Castello (PG), Celestino ha un ceppo
cosentino, uno casertano ed uno palermitano, questi cognomi dovrebbero
derivare dal nome Celestino, diffuso in epoca medioevale (è il nome
di cinque papi fino al XIII° secolo), ma è pure possibile che
prendano il nome dai monaci Celestini o per una vicinanza ad un loro monastero
o per altri motivi.
CELI
CELINI
Di Celi sembrerebbero esserci più ceppi, nella zona dello stratto
di Messina e nella zona di confluenza tra Marche Abruzzi e Lazio, Celini,
assolutamente rarissimo, è meridionale, con un piccolissimo ceppo
a Taranto, dovrebbero derivare, direttamente o tramite ipocoristici, anche
dialettali, dall'aferesi del nome medioevale Micele,
variante del nome Michele, specialmente
in Sicilia Celi è stato un diminutivo
comune per Michele, una seconda ipotesi,
valida soprattutto al sud, propone una derivazione dall'aferesi del cognome
Miceli. Agli inizi del 1600 nella città dell'Aquila operava
come notaio Marcantonio Celi.
CELIA
Originario dell'area siculo calabrese.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Celìa è un cognome calabrese che riprende il cognome
greco Kελία.
CELINO
CELLINO
Celino è decisamente pugliese, con un ceppo a Carovigno, Erchie,
Mesagne e San Vito dei Normanni nel brindisino ed uno a Cerignola nel foggiano,
Cellino ha un ceppo a Torino e nell'astigiano, ed uno a Mesagne nel brindisino,
dovrebbero derivare dal nome del paese di Cellino San Marco nel brindisino,
ma in qualche caso potrebbero derivare da ipocoristici di forme aferetiche
del nome Micele (vedi
CELI), forse portato dai capostipiti.
CELLA
CELLI
CELOTTI
CELOTTO
Presente in tutt'Italia Cella ha almeno tre ceppi, uno nelle Venezie, uno
nella zona tra le provincie di Genova e Parma e tra Piacenza e Lodi, diffuso
in tutta la penisola Celli è particolarmente concentrato nel centro,
Celotti è distribuito a macchie di leopardo e potrebbe avere più
zone d'origine sicuramente una è nel ravennate ed una nell'udinese,
Celotto ha un nucleo nelle province di Treviso e Pordenone ed uno nel napoletano.
Questi cognomi possono avere diverse origini, che vanno dalla derivazione
da soprannomi legati a toponimi quali Cella (RE) - (FO), Celle (RA), Celle
sul Rigo (SI) e altri, a soprannomi legati al mestiere dell'oste, in latino
cellarius (cantiniere) cioè chi era addetto alla cella vinaria (cantina),
a diminutivi di nomi o di soprannomi come Simoncelli, Monicelli.
integrazioni fornite da Andrea
Ferreri
Ha probabilmente alla base l'ipocoristico aferetico Cello di nomi come
Baroncello, Simoncello, etc. Oppure toponimi del tipo Cella e Celle largamente
diffusi sul territorio nazionale. In altri casi ancora può essere
una variante di Celi, ipocoristico aferetico di Miceli, variante di Michele.
Il cognome è diffuso nell'Italia centro-settentrionale con maggior
frequenza in Emilia Romagna (Rimini), Toscana (Firenze, Lucca ed Arezzo)
e Lazio (Roma).
CELLAI
Cellai è tipicamente toscano dell'area fiorentino, aretina, di Firenze
e Reggello (FI) in particolare, si potrebbe trattare di forme aferetiche
di cognomi come Rucellai, ma è pure possibile che siano semplicemente
soprannomi che identifichino il mestiere di osti o cellarii
svolto dai capostipiti, le cantine venivano chiamate in epoca medioevale
cellae vinariae.
CELLAMARA
CELLAMARE
Cellamara, praticamente unico, dovrebbe essere il frutto di errori di trascrizione
o di alterazioni dialettali del cognome Cellamare, che è tipicamente
pugliese, di Bari soprattutto, di Trani, Andria e Modugno nel barese, di
Taranto, Martina Franca e Castellaneta nel tarantino, e di Manfredonia
nel foggiano, e che dovrebbe derivare dal nome del paese di Cellamare nel
barese, probabile luogo d'origine dei capostipiti.
CELLARI
CELLERI
Cellari, quasi unico, sembrerebbe del pavese, Celleri, altrettanto raro,
è dell'area ligure, toscana, dovrebbero derivare dal mestiere di
cantiniere svolto probabilmente dai
capostipiti, mestiere che in epoca medioevale era quello dei cellarii,
cioè di quanti gestissero una cella vinaria
(cantina dei vini).
CELLAURO
Cellauro sembrerebbe specifico di Sommatino nel nisseno, potrebbe derivare
da un soprannome dialettale grecanico riferito ad un suonatore di lira
o ad un musico, forse il mestiere del capostipite.
CELLUPICA
CELLUPICO
Cellupica è specifico del frisinate, di Monte San Giovanni Campano,
Isola del Liri e Sora, e di Roma, Cellupico, è praticamente unico,
dovrebbe essere dovuto ad un errore di trascrizione del precedente, che
dovrebbe derivare dal nome della località Cellupica, situata presso
Sora nel frusinate.
CELMI
Celmi, assolutamente rarissimo, ha un piccolissimo ceppo nel verbasnese
ed uno altrettanto piccolo nel napoletano, dovrebbe derivare dal nome medioevale
Celmus, una forma aferetica di nomi
franchi come Gaucelmus o Gocelmus,
nome di cui abbiamo un esempio d'uso a Pamplona in Spagna in un atto del
1208, dove tra i testi leggiamo: "... Sunt huius
rei testes Sancius de Biota, don Guarin Pampilonenssis canonichus et Gocelmus
canonicus, domnus Lupus frati supra dicti episcopi et Nicholaus alchaldde
Olit, et Lop Languina de Carchastello. ..".
CELORI
CELORIA
Celori, quasi unico, parrebbe del pavese, Celoria è tipicamente
piemontese, di Torino, Vercelli e Santhià nel vercellese e di Casale
Monferrato ed Ottiglio nell'alessandrino, dovrebbero derivare dal termine
e nome celorius, arcaismo per celeste,
improponibile una connessione con il termine celloria,
sinonimo di intelletto.
integrazioni fornite da Giorgio
di Francesco
In realtà, Celoria è un cognome piemontese che deriva
dal nome di un attrezzo agricolo: l'aratro, che in piemontese si dice "slòira".
Nei documenti medievali, come gli statuti comunali, il termine è
latinizzato in "celoria".
CELOZZI
Celozzi è specifico del foggiano, di Torremaggiore e di Casalvecchio
di Puglia, potrebbe derivare da un ipocoristico di forme aferetiche di
ipocoristici di nomi come Simone, Ottone
o Barone, passando prima per Simoncello,
quindi per aferesi Cello, da cui Cellozzo o Celozzo.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Celozzi è un cognome foggiano derivato dal cognome base Celi
(cfr.)
CEMBALI
CEMBALO
CIMBALI
CIMBALLI
CIMBALO
Cembali è tipico della zona tra bolognese e ravennate, di Imola
(BO), Riolo Terme, Cotignola e Faenza nel ravennate, Cembalo è campano,
di Altavilla Silentina nel salernitano, con un grosso ceppo anche a Capua
nel casertano, Cimbali ha un ceppo nel perugino, uno nel napoletano ed
uno nel catanese, Cimballi, assolutamente rarissimo, sembrerebbe toscano,
Cimbalo è calabrese, del cosentino e del catanzarese, dovrebbero
derivare da un soprannome legato al vocabolo cembalo
(tamburello), forse per il fatto che
il capostipite suonasse quel tipo di strumento o lo producesse.
CENA
Cena è tipicamente piemontese, del torinese, di Chivasso in particolare
e di Torino, Verolengo, Collegno, Caluso, Settimo Torinese, Brandizzo,
San Benignao Canavese e Torrazza Piemonte, con un ceppo anche a Cigliano
nel vercellese e con presenze nel barese, potrebbe derivare dal nome medioevale
Cena, che con riferimento alla Cena
Domini o ultima cena, veniva
anticamente attribuito ai nati di Giovedì Santo.
CENACCHI
CENACCHIO
Cenacchi è tipicamente emiliano, del bolognese e ferrarese, di Bologna
e Castel Bolognese nel bolognese e di Ferrara, Cento, Berra e Poggio Renatico
nel ferrarese, Cenacchio è quasi unico, dovrebbero derivare dal
nome del paese di Cenacchio, una frazione di San Pietro in Casale nel bolognese, probabile luogo d'origine dei capostipiti.
CENATIEMPO
GENATIEMPO
GENNATIEMPO
Cenatiempo è tipico di Barano d'Ischia ed Ischia, sull'isola d'Ischia
nel napoletano e di Napoli, Genatiempo, assolutamente rarissimo è
del napoletano, sembrerebbe dovuto ad un'errata trascrizione del cognome
Gennatiempo, che, molto raro, è specifico di Salerno, ricordiamo
con questo cognome il pittore campano Girolamo Cenatiempo nato a Napoli
verso la fine del 1600 e le cui opere dagli inizi del 1700 arrivano
fino al 1742, l'origine è oscura, potrebbe derivare da una trasformazione
dialettale di un soprannome attribuito ad un capostipite veramente flemmatico,
ma questa è solo una semplice ipotesi, cui si affianca la più
probabile derivazione da un adattamento dialettale del nome francese Jean-Etienne,
che potrebbe essere stato portato dal capostipite.
CENCI
CENCIA
CENCIARELLI
CENCINI
CENCIO
CENCIONI
Cenci è tipico della fascia centrale che dalle Marche, attraverso
l'Umbria arriva al Lazio, con un ceppo nel fiorentino ed uno nel vicentino,
Cencia, molto raro ha un ceppo a Sonnino nel latinense ed a Roma,
ed a Sessa Aurunca nel casertano, Cenciarelli ha un piccolo ceppo tra Arezzo
e Città di Castello nel perugino, ed uno molto consistente nel Lazio,
a Roma, Paliano nel frusinate, e Rieti, Cencini è tipicamente toscano,
soprattutto del senese, e di Roma, Cencio ha un piccolo ceppo ad Ancona
ed uno ad Alba nel cuneese, Cencioni è specifico dell'area che comprende
la Toscana il viterbese ed il romano, il ternano ed il Piceno, dovrebbero
derivare, direttamente o tramite forme ipocoristiche o accrescitive, dal
nome medioevale Cencio di cui si hanno
tracce ad esempio nel 1000 con Cencio Camerario autore del più antico
ed importante catalogo delle chiese di Roma edito nel 1192. Esempio
famoso di questa cognominizzazione si ha nel 1500 con Giacomo e Beatrice
Cenci giustiziati per il delitto di parricidio, sabato 11 settembre 1599,
sotto il regno di Papa Clemente VIII° Aldobrandini.
CENEDELLA
Cenedella è tipicamente lombardo del bresciano, di Lonato, Brescia
e Villanuova sul Clisi, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale arcaico, basato su di un termine omonimo stante ad indicare la fettuccia di stoffa usata dalle donne di campagna
per acconciarsi i capelli in trecce.
CENEDESE
CENEDESI
Cenedese è tipicamente veneto, di Susegana, Breda di Piave, Treviso,
Casale sul Sile, Carbonera, Conegliano, Santa Lucia di Piave, Silea, Maserada
sul Piave e Villorba nel trevigiano, Cenedesi è quasi unico, dovrebbero
derivare dall'etnico del paese di Ceneda nel trevisano, un sobborgo di
Vittorio Veneto, che nel 1866, unitamente al paese di Serravalle, contribuì
a formare la città di Vittorio Veneto, probabile luogo d'origine dei capostipiti.
CENERI
Ceneri ha un ceppo emiliano, in particolare a Bologna, ed uno campano,
in partigolare a Frignano nel casertano ed a Bacoli nel napoletano, dovrebbe
derivare dal nome del capostipite, attribuitogli perchè nato nel
giorno delle Ceneri (il mercoledì prima di Pasqua), ma potrebbe
anche essere un cognome attribuito per lo stesso motivo ad un trovatello.
CENESI
CENISI
CENISIO
Cenesi, molto molto raro, ha un piccolo ceppo a Forlì e nel bolognese,
Cenisi sembrerebbe quasi scomparso, Cenisio è assolutamente rarissimo,
si dovrebbe trattare di forme alterate derivate dal cognomen latino Genesius
(vedi GENESI), ma potrebbe anche derivare
da nomi arcaici di località come quello citato nello: "Statutum
civile et criminale et conventiones castellanie Rivernarii, Arnaschi, Cenesii
et pertinentiarum" del 1288.
integrazioni fornite da Dante Cenesi
sebbene in provincia di Savona esista nel comune Cisano sul Neva la
frazione Cenesi, l'accento tonico pronunciato è sulla prima "e",
e non esiste come cognome in zona; in Calabria esisteva sulla costa tirrenica
la cittadina di Cene, gli abitanti cenesi l'abbandonarono a causa delle
incursioni saracene e fondarono Fiumara: non esiste come cognome nella
zona; in provincia di Bergamo, nella valle del fiume Serio, c'è
il Comune di