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Italian Surnames - Cognomi Italiani - C

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CABANI
CABANO
Cabani, molto raro, è specifico dell'area spezzino, carrarese, di Lerici (SP) e di Carrara (MS), Cabano è decisamente dello spezzino, anch'esso di Lerici soprattutto, dovrebbero derivare dall'antico termine toscano cabano (ampio cappotto con cappucio spesso foderato) che viene citato da Ludovico Muratori nella sua Dissertazione: Dell'arte del Tessere, e delle Vesti de' secoli rozzi.: "...V'erano eziandio pellirdae, così chiamate dalle pelli; e cabani, oggidì gabbani;..." lo Zingarelli al vocabolo gabbana o gabbano riporta appunto ampio cappotto con cappucio spesso foderato.
CABASSI Sembra avere oltre ad un nucleo tra sondriese e bresciano, anche uno nel reggiano, dovrebbe derivare da un nome di località (casa bassa oppure casa dei bassi)"frater Bonfantinus Florentinus".
integrazionie fornite da Giacomo Ganza / Villa di Tirano (SO)
Cognome Emiliano-Lombardo, maggiormente diffuso in Emilia: soprattutto reggio Emilia, poi Parma, Modena e Bologna.  In Lombardia si trova soprattutto a Brescia, Sondrio e Milano. I Cabassi Valtellinesi: sono concentrati nel comune di Tirano (SO) dove esiste già dal 1500, sembra però che la famiglia sia di origine bergamasca, ma il cognome è nato nel borgo valtellinese ( lo afferma il Dott. PALAZZI-TRIVELLI,esperto di cognomi valligiani). Possibile origine toponomastica data la radice  ca.
CABBOI
CABOI
Cabboi è tipico del cagliaritano, di Dolianova, San Nicolò Gerrei ed Armungia, con un piccolo ceppo anche ad Oliena nel nuorese, Caboi, molto più raro, è tipico dell'Ogliastra di Gairo e Cardedu, con un piccolo ceppo anche a Cagliari, dovrebbero derivare da un soprannome basato sul termine dialettale sardo arcaico caboi (cappone).
CABELLA Tipico dell'alessandrino e genovese, deriva dal toponimo Cabella Ligure nell'alessandrino.
CABELLO Tipico della Val Malenco, in particolare di Chiesa Valmalenco nel sondriese, potrebbe derivare da un soprannome basato su di un termine dialettale arcaico per fabbro.
CABERLETTI Caberletti, molto molto raro, è tipico del rovigoto ai confini con il mantovano, di Bergantino e di Bagnolo di Po, dovrebbe derivare dal nome medioevale Berleto, di cui abbiamo un esempio d'uso in uno scritto del 1360: ".. ordinis sancti Johannis Hierosolimitani Claudio de Montone domino de Cormandi Theobaldo de la Briga Johanne Du Boys Anthonio de Varennis Johanne de Grymaldis Mermeto Lombardy Francisco de Chissiaco Berleto de Alodio cum pluribus aliis nobilibus testibus ibidem astantibus et vocalis. Deinde statim et incontinenti post premissa et in eodem loco convocatis in unum nobilibus ..", ma è anche possibile una derivazione da un nome di località basato sul termine berleto, come ne esistono nel bolognese, nel ravennate, nel forlivese ed in altri siti della zona, veneto, emiliana, romagnola, nella parlata emiliana e romagnola il berleto è una specie di salice, quindi si potrebbe pensare che la località fosse indicata come casa dei salici.
ipotesi fornite da Michelangelo Caberletti
Caberletti sembrerebbe composto dal prefisso Cà (Casa - Casato) e dalla radice berletum, da berula (pianta acquatica), oppure terreno incolto e boscoso (Terre buschive seu berlete). Berleta era denominazione di aree golenali in uso fino al Sei-Settecento. Potrebbe essere perciò ascrivibile fra i cognomi derivanti da un toponimo di uso antico: Casa del Berletto, localizzabile nel serraglio di Berlè, forma contratta di berletto, fra Castelmassa e Ceneselli (Ro).
CABIANCA Cabianca è decisamente veneto, ha ceppi a Venezia, ed a Marcon nel veneziano, a Verona, a Cornedo Vicentino ed a Rubano nel padovano, dovrebbe derivare da nomi di località come la frazione di Chioggia Cà Bianca, o la frazione di Boara Pisani nel padovano, o di Castelfranco Veneto nel trevisano con lo stesso nome di Cà Bianca, e come queste molte altre omonime.
CABIB
CABIBBE
CABIBBO
CABIBI
Cabib, assolutamente rarissimo, parrebbe della zona litoranea toscoligure, Cabibbe ha un ceppo secondario a Milano, Cabibbo ha un ceppo a Ragusa, Comiso, Vittoria e Santa Croce Camerina nel ragusano, ed uno secondario a Roma, Cabibi sembrerebbe specifico di Lucca Sicula nell'agrigentino.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
L'origine di questi cognomi va ricercata nel nome medievale Cabibbe o Cabibbo, l'italianizzazione cioè del personale arabo o ebraico Habib, che può essere tradotto come amore o amato (da intendere spesso in senso religioso): per la precisione, comunque, va notato che i ceppi peninsulari, rappresentati per lo più dalle famiglie Cabibbe o Cabib, dovrebbero avere origini ebraiche (sefardite nello specifico), mentre i ceppi siciliani, rappresentati maggiormente dalle famiglie Cabibi e Cabibbo, dovrebbero essere d'origine araba. Per quanto riguarda i cognomi in questione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni dei nomi personali dei capostipiti.
CABIGIOSO
CABIGIOSU
Cabigioso, praticamente unico, è di Sassari, Cabigiosu è specifico di Sassari e Ploaghe nel sassarese, dovrebbero derivare da un soprannome originato dal termine sardo cabigiu (capezzolo), ad intendere che il capostipite avesse dei capessoli probabilmente molto sporgenti.
CABITTA
CABITZA
CABIZZA
Cabitta, molto raro, parrebbe tipico del sassarese e di Porto Torres in particolare, Cabizza, molto più diffuso, è tipico di Sassari e del sassarese, Cabitza è tipicamente sardo, di Cabras (OR) e, nel cagliaritano di Cagliari e Decimoputzu e nell'Ogliastra di Perdasdefogu e Tertenia, potrebbero derivano entrambi dal vocabolo sardo cabitta (testolina, capezzale del letto), ma è pure possibile che si riferiscano ad una contrazione del termine sardo cabiddáda (grande quantità) ad indicare forse una buona disponibilità economica della famiglia.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
CABITZA; CABIZZA; CABITTA:  sa cabìtza (capitza; capitsa;  capi(th)a) è la testa: dal latino capitis = capo, testa. In spagnolo abbiamo cabèza. Oggi per capo o testa è più usato, sa conca, che nelle carte antiche, soprattutto logudoresi, aveva per lo più il significato di scodella. Sa cabìtza è anche la spiga del grano o testa del grano e qui è più chiara la derivazione dal latino capìta = foraggio, profenda (brovènda). Su cabitzali è il capezzale, o anche guanciale; è inoltre lo spazio libero ai lati di una vigna o di un campo arato o alberato( is cabitzalis). Nelle carte antiche lo ritroviamo nella variante Capìta (vedi Capìta). Attualmente il cognome CABITZA è presente in 40 Comuni italiani, di cui 27 in Sardegna(con maggiore diffusione a sud): Cabras 52, Perdasdefogu 51, Decimoputzu 36, Cagliari 29, Gonnosfanadiga 18, Oristano 18, Sassari 18, etc. CABIZZA è presente in 27 Comuni d'Italia, di cui 15 in Sardegna(per lo più a nord): Sassari 105, Quartu S. E. 8, Oschiri 8, etc. CABITTA, è presente in 8 Comuni sardi( per lo più del nord): P. Torres 39, Sassari 15, Olbia 6, etc.
CABIZZOSU Cabizzosu ha un ceppo nel sassarese a Illorai e Sassari ed uno a Nuoro.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
Cabizzosu: significa dalla testa grande, non solo in senso fisico (per l'etimo vedi Cabitza). Può avere inoltre il significato di pieno di spighe (un campo di grano). Il cognome è attualmente diffuso in 13 Comuni d'Italia, di cui 12 in Sardegna(per lo più del centro nord): Illorai 40, Sassari 23, Nuoro 15, etc.
CABONA Questo cognome, abbastanza raro è specifico del genovese, deriva dalla contrazione del vocabolo casabona (casa buona).
CABONI Cognome tipico della Sardegna sudoccidentale, potrebbe derivare dal vocabolo dialettale sardo su cabòni (il gallo).  Nel 1700 troviamo un mastro Antonio Caboni di Oristano incaricato della fabbrica del campanile della chiesa di Santa Maria Maddalena ad Uras (OR)
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
CABONI: dall'italiano cappone (gallo castrato), ma in sardo significa gallo non castrato. Caboniscu è il galletto. Deriva dal latino caponis. Su cabòni de mari è un pesce della famiglia delle scorpène (cappone). Su cabòni de murdegu = cappone dei cisti è la beccaccia. Caboni o caboniscu campidanese è sinonimo di puddu, logudorese. Lo troviamo nelle carte antiche, con varie uscite. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, figurano: Capoi Thomeo, jurato (guardia giurata, collaboratore del maiore - sindaco) ville Goçula (*distrutto. Goçuna: Partis de Montibus); Capone Furatu, jurato ville Silano (*.distrutto - Curatorie de Marghine de Gociano. da non confondere con l'odierno Silanus); Caponi Dominico, jurato ville Ogiastra (*Ollasta Usellus; Useddus. Partis de Montibus); Caponi Joanne, jurato ville Meana. (*odierno Meana - Mandrolisay o Barbagia di Belvì). Nella storia ricordiamo Caboni Stanislao (Cagliari 1795 - 1880), giudice della Reale Udienza; primo presidente della Corte d'Appello di Milano. Di spirito giacobino, fu amico di D'Azeglio, di Manzoni e soprattutto di Vincenzo Gioberti. Attualmente il cognome Caboni è presente in 147 Comuni d'Italia, di cui 76 in Sardegna( per lo più a sud): Cagliari 154, Serramanna 102, Sarroch 79, San Gavino 78, Villasor 61, Capoterra 47, Quartu S. E. 44, etc.
CABRA Cabra è tipicamente lombardo, di Gambara  nel bresciano, di Brescia e di Stezzano nel bergamasco, l'ipotesi dell'origine spagnola e della derivazione dal nome della città andalusa di Cabra, è l'unica con qualche grado di affidabilità, potrebbe risalire al periodo della dominazione spagnola in Lombardia.
CABRAS Specifico della Sardegna, dovrebbe derivare dal toponimo Cabras (OR).
integrazioni fornite da Giusappe Concas
CABRA; CABRAS; CRABA; CRABU; CAPRILE; CAPRINO: crapa, craba è la capra, dal latino capra. Crabu è il maschio della capra, il caprone o becco e viene dal latino caper. Sa craba de mari è il ragno di mare. Crabìnu è proprio della capra: petza crabìna = carne di capra. Sa craba mudula è la capra senza corna. L'espressione: "Arreu che una craba"! = "Che va in giro come una capra"! (vedi nel Web dicius di Giuseppe Concas). Essi cumenti 'e unu crabu, significa essere grezzo, rozzo e maleodorante come un caprone. Il caprile in italiano, su crapìle o crabìli, in sardo, è la stalla o recinto delle capre. Nelle carte antiche della lingua sarda troviamo i suddetti cognomi nelle varie uscite. Tra i firmatari della pace di Eleonora, LPDE del 1388, troviamo: Capra Angelus, ville Sasseri; Capra Barisono, ville Ecclesiarum(Iglesias); Capra Barsolo - ville Terrenove et Fundi Montis(Olbia); Capra Bernardo - ville de Ala (Alà dei Sardi); Capra Gaschino - de Bosa; Capra Georgio, ville Laconi; Capra Guantino, jurato ville Zaramonte(Chiaramente); Capra Guantino, ville Laconi; Capra Gunnario, ville Martis (Martis - Anglona); Capra Leonardo, jurato ville Layrru (Laerru); Capra Manuele - de Bosa; Capra Nicolao - ville de Pac¢ada (Pattada); Capra Nicolaus, ville Sasseri; Capra Petro, jurato ville Gocille ( * Gocille.villaggio Distrutto.Curatorie de Anella); Capra Torbino, ville Ecclesiarum; Capra(de) Angelino, ville Macumerii(Macomer); Capras (de) Lusurgio, ville Gonnos de Tramacia (Gonnostramatza); Caprilis (de) Joannes, ville Sasseri. Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, CSMB, XI°, XIII° secolo, troviamo: Capra Iorgi e i figli Capra Gunnari, Capra Elene, Capra Samaridanu e Capra Gosantine, in una partizione di servi: partirus (divisero) fiios de Iorgi Capra cun Gosantine de Lacon Lauri, armentariu de Sollie (. Clesia levavit a Gosantine et a Samaridanu et juige levavit a Gunnari et a Elene.(seguono i testimoni). Capra Gavini (40, 43), citato in una donazione(postura)e in una compera (comporu); (43): posit Iorgi Capai terra de Gavini Capra a Clesia; testes: Iohanne Capai, Goantine Cogone et Gavine Capai. Cabru Gavine (108), teste in una partizione di servi. Cabru Petru (98) prete di Leonissa (abitato scomparso * Leonissa .distrutto..Lunissa (Atzàra). Mandrolisay o Barbagia di Belvì):.et sunt testimonios.et donnu (nobile) Petru Cabru presbiteru de Leonissa.Nel Condaghe di San Nicola di Trullas, CSNT, XI°, XIII° secolo, abbiamo: Capra Goantine (307), teste in una donazione (positinke); Capra Petru, maiore de Scolca (194 - il maiore de Scolca era il capo delle squadre a guardia dei confini), teste in una lite per la divisione di terre, in Salto di Puçu Passarsi (Villa medioevale scomparsa, sita, molto probabilmente, tra Romana e Cheremule); Capra Iorgi(122 -fratello del precedente Petro), coinvolto in una lite sfociata in una rissa: largarum homines de Sanctu Nichola cun homines de Iorgi Capra e de Petru su frate. Feruninde uno homine, Furatu de Rivu et moribit. Et Petru Capra et Iorgi Capra su frate benneru a me, et ego deindelis unu pulletru, a boluntade issoro bona.(vennero alle mani gli uomini di San Nicola con gli uomini di Iorgi Capra e di Petru suo fratello. Ne ferirono uno, e morirà. E Petru Capra e Iorgi Capra vennero da me (Iohannes Prior di San Nicola), et ego diedi (in cambio)un puledro col loro pieno consenso.). Capra Iusta e Capra Maria, sorelle (120), serve in Ugusule (forse l'odierna Osilo?). Caprinu Gunnari (235, 270 e 271), teste in una lite (kertu) per il possesso della terra. Caprinu Petru (305), in lite (kertu) con San Nicola per il risarcimento della uccisione di una cavalla, che dice essere sua. Nell'opera di Giovanni Francesco Fara "de Rebus Sardois IV", a pagina 174/1, è citato Capra Valentinus:.Valentinus Capra et Ferdinandus de Heredia, insignes viri sassarenses, fuerunt a rege generositatis privilegio honestati (.ottennero dal re la concessione della nobiltà - anno 1438). Ricordiamo inoltre che Cabras è un centro abitato di 9.000 abitanti, sito sulla costa occidentale della Sardegna, sulla riva sinistra dell'omonimo stagno, a pochi chilometri da Oristano, della cui provincia fa parte. Popolata sin dal V° millennio a. Cr. non lontana dal Tarros, uno dei siti archeologici più importanti della Sardegna (vedi nel Web), in peridodo medioevale fu villa (bidda) appartenenente alla Curadorìa del Campidano Maggiore o di Cabras, del regno giudicale di Arborea. La sua prima menzione è in un documento dell'XI° secolo, ove è citata come domus de masone de capras = recinti, ovili di capre (furriadròxus de crabas). Nel 1410, dopo la sconfitta delle truppe arborensi anche il suo territorio andò a far parte del Regno di Sardegna, aggregato alla corona d'Aragona. Per saperne di più vedi nel Web oppure nel Di.Sto.Sa di F. Cesare Casula. Nella storia ricordiamo De La Cabra Bernardo, arcivescovo della Archidiocesi di Calari dal 1642 al 1655. Di origine spagnola, fu prima canonico, arcidiacono e inquisitore di Saragozza, Cuenca e Siviglia e poi vescovo di Barbastro. Durante i suo arcivescovado cagliaritano si scontrò con vari uomini politici e religiosi del suo territorio e non solo. Godeva comunque e sempre dell'appoggio della Curia Romana (Di. Sto. Sa).Nella  storia contemporanea citiamo Antonello Cabras, di Sant'Antioco( 1949), ingegnere, sindaco del suo paese, consigliere regionale, senatore della Repubblica, eletto per la prima volta il 21 aprile 1996; ancora oggi membro del Senato: l'ultima elezione (col PD) risale all'aprile 2008.  I suddetti cognomi nella situazione attuale: Cabra, è presente in 36 Comuni, di cui nessuno in Sardegna; è diffuso soprattutto in Piemonte. Cabras è presente in 377 Comuni italiani, di cui 147 in Sardegna: Cagliari 468, Quartu S. E. 411, Sassari 187, Balnei 163, etc. Craba è presente in 37 Comuni italiani, di cui 14 in Sardegna: Siapiccia 33, Villaurbana 20, Berchidda 11, etc. Crabu è presente in 32 Comuni italiani, di cui 14 in Sardegna: Cagliari 32, Mandas 23, Isili 20, etc. Caprile è presente in 84 Comuni italiani (con prevalenza in Liguria, Lombardia, Campania), di cui nessuno in Sardegna. Caprino è presente in 140 Comuni italiani, con prevalenza in Calabria, Sicilia, Lazio, Lombardia), di cui 1 in Sardegna: Oristano 3.
CABRELE Questo cognome, tipico della provincia di Padova, dovrebbe derivare dal nome Gabriele, modificato attraverso una forma dialettale.
integrazioni fornite da Gabriele Farronato
Cabrele è il modo nel quale si scriveva Gabriele nel secolo sedicesimo nel Veneto Centrale anche nella zona tra i fiumi Brenta e Piave.
CABRINI Tipico dell'area che comprende il milanese, il bergamasco, il bresciano, il cremasco e il lodigiano e le province di Mantova, Reggio, Parma e Piacenza, dovrebbe derivare dal personale latino Cabrius, probabilmente a sua volta derivato dal celtico Cabrach.  Si trovano tracce di questo cognome fin dal 1300, nel 1347 un intelligente popolano romano diviene notaio è Nicola di Rienzo Cabrini, comunemente chiamato Cola di Rienzo, famoso anche perchè organizzò la legazione inviata ad Avignone per richiamarne il Papa Clemente VI°, verso la fine dello stesso secolo a Verdello (BG) troviamo atti rogati da Petrus de Cabrinis de Verdello notarius, nella prima metà del 1400 a Taleggio (BG) troviamo un altro notaio Cabrini: "...Liber seu fragmentum instrumentorum d. Cabrini q. d. Viviani olim d. Costanzii alias q. alterius Viviani q. d. Boni olim nati d. Guilielmi de Supramonte Savionum notarii imperialis de Subecclesia Talegii, qui d. Cabrinus, ut ex suis plurimis ", verso la seconda metà del 1400 a Bologna opera una bottega artigiana di mastri vetrai Cabrini, le cui opere sono siglate CAF (Cabrini Fecerunt), nel 1510, ad Alfianello(BS) nasce Francesco Cabrini, di nobile famiglia, che fattosi prete, divenne direttore spirituale dei padri della Pace. La più famosa rappresentante della famiglia è stata senza ombra di dubbio la suora Francesca Saverio Cabrini, nata nel 1850 a Sant'Angelo Lodigiano, fatta santa canonizzata nel 1946 sa Pio XII°
CABULA
CAPULA
Cabula, abbastanza raro, è diffuso in modo omogeneo in tutta la Sardegna, Capula è specifico di Castelsardo nel sassarese, dovrebbero derivare dal toponimo medioevale Cabula situato nella diocesi di Sorres che fa parte dell'Arcidiocesi di Oristano.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
CABULA; (CAPULA): significato ed etimologia non ben chiari. . Capula = castello e villaggio distrutti (Contrate Ardar et Meylogu - di Siligo); chiamato anche Monte di Sant'Antonio, poiché nei pressi si trovano i ruderi della chiesa del Santo: secondo lo Spano deriva dal fenicio chevel = eredità. In latino capula è una piccola coppa. Sempre in latino, capulum coleorum è il membro virile. Capulare, sempre in latino ha il significato di scappare, fuggire. Capulai in campidanese, anche nelle varianti capuai e accapuai prende il significato di tagliuzzare, sminuzzare, tritare, fare il pesto, dallo spagnolo capolar = picar la carne (tritare la carne). Capulare in logudorese significa battere le biade, il lino o le pannocchie di granoturco. Fai sa cabùda in campidanese significa fare festa insieme agli amici; dal catalano cabùda. Lo troviamo nelle carte antiche, nella variante Capula. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, *LPDE del 1388, figurano: Capula Bonnano, jurato ville Sia Sancti Nicolai ( *odierno Sia Piccina o Piccìa. Contrate Campitani Simagis); Capula Michaele, ville Selluri (Sanluri - Seddori); Capula Nicolao, ville Genadas (*villaggio distrutto-Laconi ..Contrate partis Alença); Capùla Salvatore, jurato ville Gemessi (*distrutto: Jemussi o Gimussa? Partis de Montibus). Il cognome Cabùla attualmente è presente in 51 Comuni d'Italia, di cui 15/377, in Sardegna( per lo più a sud):Serrenti23, Furti 14, Samatzai 12, Villacidro 9, Cagliari 8, etc.
CABUTTI
CABUTTO
GABUTTI
GABUTTO
Cabutto ha un ceppo nel cuneese a Bra, Narzole, Cherasco ed Alba, Cabutti, molto raro, è sempre piemontese, di Dogliani nel cuneese e di Torino, Gabutti, meno raro, ha piccoli ceppi a Torino e Villar Perosa nel torinese, ad Asti, a Vercelli, a Casale Monferrato e Cassine nell'alessandrino e ad Alba e Dogliani nel cuneese, con presenze anche in Liguria, Gabutto, molto raro, ha presenze nel basso Piemonte ed a Genova, dovrebbero essere di origini occitane e derivare da soprannomi originati da variazioni del vocabolo occitano cabut (dalla grossa testa), a sottolineare probabilmente questa caratteristica dei capostipiti.
CACACE Cacace ha un grosso ceppo a Roma ed a Tivoli nel romano, uno molto più consistente nel napoletano, in particolare a Napoli, Massa Lubrense e Castellammare di Stabia, ma ben presente anche a Volla, Meta, Casalnuovo di Napoli, Piano di Sorrento, Sorrento, Torre del Greco, Capri, Casoria, Anacapri, Portici. Pozzuoli, Sant'Antimo e tutta la provincia, ed a Salerno, ha un ceppo a Bari e Taranto, ed uno a Palermo, nell'isola di Lipari ed a Messina, dovrebbe derivare dal nome e cognome greco Kakakis.
CACAPECE Cacapece è un antico cognome dell'area campano, pugliese, ormai quasi scomparso, potrebbe nascere dalla professione di mastro calafataro svolta dal capostipite, che nello svolgimento del suo mestiere utilizzava ovviamente molta pece.
CACAVALE
CACCAVALE
CACCAVALLO
Cacavale, praticamente unico, è dovuto ad un errore di trascrizione di Caccavale che è specifico di Napoli e del napoletano, Caccavallo è decisamente napoletano, dovrebbero derivare da un soprannome, vedi a titolo di esempio il cognome Caccavella, ma potrebbero anche stare ad indicare la povertà dei capostipiti, con riferimento al caccavo (pentolone usato dai frati per nutrire i poveri) (vedi CACCAVO).
integrazioni fornite da Gigi Colombo
potrebbe essere stato originato dall'italianizzazione del cognome greco Kakavoulis.
CACCAMO Tipico della Sicilia e del reggino, deriva dal toponimo Caccamo nel palermitano.
CACCARO Caccaro ha un ceppo nel varesotto a Somma Lombardo ed a Sirmione nel bresciano ed uno nel padovano a Villa del Conte, Campo San Martino e Santa Giustina in Colle, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale originato dal termine medioevale veneto cacaro (uomo da poco, persona insignificante).
CACCAVELLA
CACCAVELLI
CACCAVELLO
CACCAVIELLO
Caccavella e Caccavelli sono molto rari e tipici del foggiano, Caccavello è ancora più raro e sembrerebbe avere un ceppo nell'orvietino ed uno nel napoletano, Caccaviello è specifico della provincia di Napoli, di Massa Lubrense in particolare, dovrebbero derivare da soprannomi originati dal vocabolo dialettale caccavella (o putipù tipico strumento napoletano) usato a volte ad indicare una cosa da poco.
CACCAVO
CACCAVO'
CACCAVONE
Caccavo ha un ceppo campano a Napoli, Salerno e Pontecagnano Faiano sempre nel salernitano, un ceppo a Barile nel potentino ed uno a Giovinazzo e Canosa Di Puglia nel barese e a Foggia, Caccavò è quasi unico ed è probabilmente dovuto ad errori di trascrizione nelle anagrafi del nord, Caccavone sembrerebbe specifico di Serracapriola nel foggiano, dovrebbero derivare da soprannomi originati dal termine campano caccavo (pentolone), forse a richiamare l'uso di questi grossi pentoloni nei monasteri che distribuivano quotidianamente minestre per i poveri e quindi per classificare il capostipite come un mendicante.
CACCIA
CACCIARI
Diffuso in tutt'Italia Caccia, con buona concentrazione in Lombardia nelle provincie di Bergamo, Milano e Varese, tipico bolognese Cacciari, dovrebbero derivare da un soprannome legato all'abilità venatoria o comunque a qualcosa legato alla caccia.
CACCIAGUERRA Cacciaguerra ha un ceppo a Cesena e nel cesenate, uno a Piazza al Serchio nel lucchese ed uno in Sicilia ad Augusta nel siracusano, a Comiso nel ragusano, a Niscemi nel nisseno ed a Catania, deriva dal nome medioevale Cacciaguerra, di cui abbiamo un esempio in un atto del 1178, dove compare come teste un certo Ranuccino figlio di Cacciaguerra, o in un trattato del 1260 a Luni nello spezzino: ".. In nomine Domini, amen. Omnes et singuli homines infrascripti de villa Sancti Terencii, videlicet Cacciaguerra quondam Rollandini, Aidante quondam Meliorati, Bonaparte quondam Bonafidei, Bonsegnore filius Bonaiuncte,..".
CACCIAGUIDA Cacciaguida, ormai quasi scomparso, potrebbe essere stato fiorentino, visto che il sommo poeta Dante Alighieri fu un pronipote di un Cacciaguida, il cognome dovrebbe derivare da un soprannome, forse riservato ad un addetto all'organizzazione della caccia di qualche famiglia nobile.
CACCIALANZA Tipico della provincia di Milano e Lodi.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Caccialanza è composto da 'caccia' + 'lanza' dove quest'ultimo termine viene dal dialetto e indica una 'lancia', cioè una imbarcazione a remi.
CACCIANIGA
CAZZANIGA
GAZZANIGA
Caccianiga è decisamente milanese, Cazzaniga è tipico del milanese e del bergamasco, Gazzaniga sembrerebbe specifico del pavese, potrebbero derivare dal toponimo Gazzaniga (BG) l'antico Caccianiga e poi Cazaniga, di quest'uso abbiamo un esempio nel 1442: "...dicti loci de Cassago de mandato et impositione Iacobini dicti Bolpini de Nava filii quondam Iohannis et Zanis de Cazaniga filii quondam Bertini habitantium in dicto loco Cassago...", un 'esempio di questa cognominizzazione lo troviamo a Cassago nel 1524: "...Li heredi di messer Bernardo Cazaniga obligati a uno annuale di messa trenta et staia dodeci di formento per anni quaranta come per testamento sotto li 23 di genaro 1524...".
CACCIAPAGLIA Cacciapaglia è tipicamente pugliese, del barese e di Santeramo in Colle in particolare, di Acquaviva delle Fonti, di Bari, di Noicattaro e di Conversano, di Tuglie, Parabita e Nardò nel leccese e di Taranto, dovrebbe derivare da un soprannome scherzoso riferito a capostipiti che non fossero dei gran cacciatori, o anche a dei contadini visti come addetti ai pagliai.
CACCIAPUOTI Cacciapuoti è tipico del casertano e del napoletano, dovrebbe derivare da un soprannome, ma secondo un'ipotesi non trascurabile dovrebbe invece derivare dall'italianizzazione dialettale del cognome francese Chassepot, che a sua volta deriva da un termine che indicava la mansione di esattore delle imposte, si trovano tracce di questo cognome nel napoletano almeno fin dal 1400, nel 1419 infatti Giovanni Cacciapuoti dona alla chiesa di San Giovanni a Campo, oggi della Madonna delle Grazie di Giugliano in Campania nel napoletano.
CACCIATORE Molto presente in tutta Italia, con origini diversificate e ceppi in Piemonte, Abruzzi, Lazio, Puglie e Sicilia, dovrebbe derivare da un soprannome legato all'abilità venatoria.
CACCIAVILLANI Cacciavillani ha un ceppo emiliano a Reggio Emilia ed Albinea (RE), uno nel vicentino, uno a Roma, uno nel chietino ed uno ad Agnone (IS), dovrebbe derivare da un soprannome originato da qualche episodio storico di epoca feudale durante il quale probabilmente un cavaliere si conquistò la nobiltà cacciando i villani in rivolta.
CACCINI Molto raro, è tipico dell'area milanese, dovrebbe derivare dal nome medioevale italiano Caccino (diminutivo di Caco).
CACCIOLA
CACCIOLI
CACCIOLO
CACIOLA
CACIOLI
CACIOLLA
CACIOLLI
CACIOLO
Cacciola è tipico della Sicilia sudorientale, del messinese e del catanese, con ceppi anche in Calabria, in particolare nel reggino, nel napoletano e casertano e  nel romano e latinense, Caccioli, molto molto raro, è specifico dell'appennino parmense, di Borgo Val di Taro in particolare, potrebbe anche forse derivare dal toponimo Cacciola nel reggiano, Cacciolo, estremamente raro, tipicamente siciliano, è specifico di  Patti nel messinese, Caciola è tipico del viterbese, di Viterbo e Vetralla, Caciolla è tipico di Orvieto nel ternano, Cacioli è decisamente toscano, di Arezzo e dell'aretino, con un ceppo anche a Firenze, Caciolli è tipico dell'area fiorentino, pratese, in particolare di Firenze, Campi Bisenzio, Scandicci e di Prato, Caciolo è tipico del frusinate di Anagni e di Roma, tutti questi cognomi dovrebbero derivare dal mestiere di produttore di cacio (formaggio) o essere lavoranti in un caciolaio (locale adibito alla produzione del formaggio), ma è pure possibile, in alcuni casi una derivazione dal nome personale latino Cassiolus, un'ipocoristico in uso presso la Gens Cassia, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Spello (PG) nella seconda metà del 1100 con il Beato Andreas Caccioli (o Cacciola), guida spirituale di Santa Chiara di Assisi, nella seconda metà del 1200 nel Pisano con un certo Iacobus Caciolus citato tra gli Anziani della città di Pisa, nel 1391 a Gubbionel perugino tra le registrazioni del Monastero di San Pietro si legge: "...Die XV dicti mensis, hora causarum. Supradictus Iohannes, publicus bayulus et nuntius suprascriptus, vadens (fol. 74v) et rediens, relulit dicto D.no Vicario, sedente etc., et mihi, Notario infrascripto, se ivisse et fratrem Gregorium Manni Caccioli, fratrem dicti loci et syndicum ipsorum fratrum et loci predicti, ad hec specialiter constitutum ...".
integrazioni fornite da Giovanni Cacciola
il cognome Cacciola potrebbe derivare dal latino cassis (laccio da caccia o rete del cacciatore) e da olus (erbaggi, ortaggi), starebbe ad indicare, se così fosse, la caccia praticata dai rustici o un territorio di caccia coltivato.  L'arma della famiglia cacciola ne è una conferma:d'azzurro all'aquila d'argento.  Cacciola è anche il nome di un antico feudo del XII° secolo, dove sorge l'omonima località, feudo destinato alla caccia nel medioevo.  Un Giovanni Giacomo Cacciola fu senatore di Messina nel 1232, Jacopo tenne la stessa carica nel 1322.
CACCIOPINI
CACCIOPPINI
CACIOPINI
CACIOPPINI
Assolutamente rarissimi, le varie forme di questo cognome sembrano suggerire un antico insediamento nella zona tosco-umbra, dovrebbe essere di origine spagnola e deriverebbe da un soprannome disceso dal vocabolo cachopin (ciabattone, di uno che sbatte gli zoccoli) comparso in Spagna dopo il ritorno dalla scoperta dell'America,  termine di derivazione náhuatl (linguaggio mesoamericano).
CACCIOPPO
CACIOPPI
CACIOPPO
Caccioppo, molto molto raro, è specifico di Messina, Cacioppi, quasi unico, è probabilmente dovuto ad errori di trascrizione di Cacioppo, che è decisamente più diffuso, ha un grosso ceppo palermitano ed uno nell'agrigentino a Sambuca di Sicilia, Menfi e Santa Margherita di Belice, ed a Gela nel nisseno, questi cognomi potrebbero essere di origine spagnola e risalire al termine di derivazione náhuatl (linguaggio mesoamericano) cachopin (ciabattone, di uno che sbatte gli zoccoli), termine entrato in uso, prima come soprannome in Spagna, e poi nei territori soggetti alla dominazione aragonese.
CACCIOTTOLI
CACCIOTTOLO
CACCIUOTTOLO
Cacciottoli ha un piccolissimo ceppo a Napoli e nel napoletano ed uno altrettanto piccolo ad Eboli nel salernitano, Cacciottolo, assolutamente rarissimo, è tipicamente campano, ha presenze nel napoletano ed un ceppo ad Eboli e Battipaglia nel salernitano, Cacciuottolo, il più diffuso dei tre, è specifico di Napoli, Pozzuoli e Torre del Greco nel napoletano, questi cognomi sono antichissimi e sembra risalgano al sesto secolo, ricordiamo di quest'epoca il santo eremita, padre benedettino, ed abate del monastero della città di Sorrento, Antonino Cacciottolo. L'origine di questo cognome dovrebbe essere da soprannomi basati sul termine greco antico κακκύτες  kaccùtes (vedi CACCIUTTO), o anche da un'alterazione ipocoristica del cognomen tardo latino Catellus (cagnolino) che attraverso varie alterazioni si dovrebbe essere trasformato in Caciottellus e quindi in Caciottolus.
CACCIUTTO Cacciutto è specifico dell'isola d'Ischia, di Lacco Ameno, Forio e Barano d'Ischia, dovrebbe derivare da un soprannome grecanico basato sul termine greco arcaico κατά  κύτες  katà kùtes contratto poi in κακκύτες  kaccùtes che significava sudatorio o luogo termale riscaldato da fenomeni vulcanici naturali, probabilmente ad indicare che il capostipite provenisse da un luogo dove fossero stati presenti simili fenomeni vulcanici.
CACCO Tipico dell'area padovano veneta, dovrebbe derivare dal nome medioevale italiano Caco. 
CACCURI Caccuri è specifico del cosentino, di Campana, Rossano, Rovito, Pietrafitta e Cosenza, dovrebbe derivare dal toponimo Caccuri nel crotonese, probabile luogo d'origine della famiglia.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Caccuri è un cognome calabrese. Oltre che dal toponimo omonimo, potrebbe essere una italianizzazione del cognome greco Kakuris.
CACI Caci è un cognome tipicamente siciliano, di Gela nel nisseno, ma anche dell'agrigentino, di Licata, Aragona, Agrigento, Porto Empedocle e Ravanusa, potrebbe derivare da un soprannome originato dal mestiere di casaro (produttore di cacio), svolto forse dai capostipiti, ma non si può escludere una possibile derivazione dal nome personale turco Qaji, che potrebbe essere stato portato dai capostipiti.
CACICIA Cacicia, molto raro, è tipico di Palermo con un ceppo anche ad Agrigento, potrebbe derivare da una modificazione dialettale del nome arabo Hashim, ma è pure possibile, se non addirittura più probabile, una derivazione da un soprannome legato al vocabolo arabo hashish o hashasha (erba, erbaccia), il mondo islamico a varie riprese proibì l'uso dell'hashish per i suoi effetti stupefacenti, ma lo stesso venne anche usato per raggiungere l'estasi religiosa dai Sufi persiani e dai Dervisci arabi, ricordiamo Hasan Ibn-Al Sabbah vissuto tra la fine del 1000 e gli inizi del 1100 che fondò la setta degli hashes-hin o mangiatori di hashish, da quel termine deriva l'odierno vocabolo assassino.
CACOPARDI
CACOPARDO
Cacopardi è assolutamente rarissimo e si tratta quasi sicuramente di errori di trascrizione del più diffuso Cacopardo che è specifico della costa nordorientale della Sicilia, di Messina, Taormina, Gallodoro, Letojanni, Giardini Naxos e Casalvecchio Siculo nel messinese e di Catania, potrebbero derivare da un soprannome o nomignolo scherzoso, ma è anche possibile, se non addirittura più probabile, una derivazione da un soprannome composto dal termine greco kakò (cattivo, feroce) e dal termine pardos (pantera), se consideriamo che in epoca medioevale i saraceni erano anche chiamati con l'epiteto di pantere, si potrebbe ipotizzare un origine saracena del capostipite.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Cacopardo è un cognome della Sicilia orientale che viene dal greco moderno 'kakòkardos' = afflitto, triste. Rohlfs 36.
CACOZZA Cacozza è tipicamente calabrese, dell'area che comprende il cosentino, il crotonese ed il catanzarese.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
D'origine arbëreshë, il cognome Cacozza sembra derivare dalla toponomastica albanese, se si considera che, in Albania, esistono due città dal nome Kakoz (anche note come Cacossi), situate rispettivamente nella prefettura di Berat e in quella di Argirocastro. Con questo cognome, comunque, un esempio famoso è offerto dal poeta e cantautore arbëreshë Pino Cacozza (nato a San Demetrio Corone, Cosenza, nel 1957), che, nel mondo della musica arbëreshë, è una delle figure più note e apprezzate dei nostri tempi.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Cacozza: si tratta di una variante del cognome siciliano Cacòcciola = carciofo. Rohlfs 57.
CADALANU
CADELANO
CADELANU
Cadalanu è quasi unico, forse del nuorese, Cadelanu, altrettanto raro, sembrerebbe del cagliaritano, si tratta probabilmente di forme arcaiche di Cadelano, che è molto diffuso nel cagliaritano, in particolare a Quartu Sant'Elena, Cagliari, Quartucciu, Settimo San Pietro e Villasimius, con un ceppo anche a Terralba nell'oristanese ed uno a Sassari, deriva dall'etnico di Catalogna in lingua sarda.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
CADELANO; CADALANU; CADELANU:  cadalanu, catalanu = di origini catalane. .Come cognome è presente nelle carte antiche della Sardegna. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE del 1388, figurano: Catalane Jacobus, ville Algueri ** Ville Algueri.odierno Alghero. Camella Bernardus, Bos Franciscus, Ferret Anthonius sindici, actores et procuratores.et nos, superius nominati: Serra (de) Thomas, major camere; Pancie Comita, sub cancellarius; Caso Anthonio procuratores.et singulos homines civitatum Sasseri et Ville Ecclesiarum ac loci Telluri et locorum Mole de Posata et Iscle de Galtelì ac Contrate de Baronia. Die sexta febroarii (1388)..; Cathalanu Comita - de Aristanni. *** Aristanni: elenco dei nomi dei firmatari della PETIZIONE. Omnes cives mercatores et habitatores dicte civitatis.nisi pastores bestiaminum et quorum dificulter demorari non poterant.congregati. Porta la data : die XIIII mensis Januarii M°. CCC°. LXXXVIII° et etc. Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado,CSMB, XI°, XIII° secolo, abbiamo : Cadalanu Iohanne(94), in una donazione : posit Janne de Monte terra ad clesia in Guraeda( ?), cabizale assa binia de donnu Goantine de Lacon, tenendo assas cinnigas, pro s'anima sua  cun boluntade  bona de Iohanne Cadalanu et de donna Preciosa..Nella storia ricordiamo : Catalan Antonio, cagliaritano di origine provenzale. In periodo iberico del Regno di Sardegna, nel 1668, acquistò all'asta la Baronia di Teulada e nel 1670 ottenne, dal re di Spagna, il cavalierato ereditario e la nobiltà. Attualmente il cognome Cadelano è presente in 48 Comuni italiani di cui 22 in Sardegna: Quartu S. E. 144, Cagliari 51, Quartucciu 45, Terralba 44, etc. Cadalanu è presente in soli 2 Comuni: Nuoro 15, Orosei 3; Cadelanu è presente in soli 4 Comuni: Settimo, Sinna, Solemnis etc. NOTA: il cognome Catalano è presente in tutta Italia con maggiore diffusione in Sicilia (Palermo 1313); seguono: Roma con 693, Napoli con 481, Torino con 395, Milano con 389, etc. Catalano è presente anche in Sardegna, ma di chiara importazione: Sassari 9, Iglesias 8, Assemini 6, etc.
CADAMAGNANI Assolutamente rarissimo è tipico del piacentino, dovrebbe derivare dal mestiere praticato dalla famiglia, quello di calderai o stagnini e starebbe ad indicare quelli della casa degli stagnini, venditori o riparatori di pentole.
CADAMURO Cadamuro è specifico dell'area trevigiano, veneziana, di Musile di Piave, San Donà di Piave, Venezia, Cavallino Treporti e Meolo nel veneziano e di Cimadolmo, Treviso e Casale sul Sile nel trevisano, troviamo tracce di questa cognominizzazione fra la borghesia di Capodistria fin dal 1700, si può solo ipotizzare una derivazione da nomi di località riferiti ad una casa con un muro, forse particolarmente alto o lungo.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Cadamuro è un cognome veneto che significa letteralmente 'casa di muro', cioè 'murata'. Olivieri 170.
CADAU Tipicamente sardo, potrebbe derivare da una modificazione dal cognome spagnolo Cadeu.
CADDEMI Caddemi, quasi unico, sembrerebbe siciliano, dovrebbe derivare da un soprannome basato sul termine arabo haddām (servo).
CADDEO
CADDEU
Tipici sardi delle province di Oristano e Cagliari, estremamente raro il secondo, possono derivare da nomi di località come Is Caddeus nei pressi di Decimomannu (CA), o più probabilmente dal cognome spagnolo Cadeu, secondo alcuni dovrebbero derivare da modificazioni dialettali del nome bizantino Kalleo.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
CADDEO; CADDEU: di etimo e significato incerti. Prof. Massimo Pittau suggerisce la derivazione dall'italiano Taddeo, non da Coddeus, presente come nomen in Africa, ma non in Sardegna. Il latino callum significa pelle indurita, callo. In greco abbiamo kalais = turchino (pietra preziosa); kalèo = chiamare; Kallèas, da Kallìas, nel significato di bellezza o bontà. Lo ritroviamo nelle carte antiche della Sardegna, generalmente nella variante antica Calleo. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE del 1388 troviamo: Calleo Fuliado, jurato Villa de Abbas (Santa Maria Acquas - Sardara); Calleo Marcho, ville de Sardara. ** SARDARA MONTIS REGALIS...11 GENNAIO 1388, et ego...Gadulesu Margiano habitator ville Sardara, sindicus actor et procurator universitatis Contrate Montis Regalis et villarum et etc. In posse Virde Andrea, Virde Joanne, de Civitate Sasseri, notarii publici, die XI Januarii 1388. Nella storia ricordiamo, Caddeo Rinaldo, di San Gavino Monreale (1881 - 1956), giornalista e storico (Di.Sto.Sa). Attualmente il cognome Caddeo è presente in 229 Comuni italiani, di cui 103 in Sardegna: Cagliari 243, Sardara 124, Arbus 98, Quartu S. E. 73, Carbonia 53, Santadi 49, etc. Caddeu è invece presente in 15 Comuni italiani, di cui 10 in Sardegna: Segariu 23, Furti 11, Sanluri 9, Vallermosa 6, etc.
CADDIA Caddìa, molto raro, è tipicamente sardo, ha piccoli ceppi a Villacidro nel Medio Campidano, Cagliari e Usini nel sassarese.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
CADDIA: caddìâ deriva da caddìna per nasalizzazione vocalica, per caduta della "n" intervocalica: fenomeno fonetico corrente soprattutto nei dialetti meridionali. Caddìâ, a sua volta deriva da gaddìâ, gaddìna, dall'italiano gallina. Caddìna potrebbe però derivare da cuàddu, in campidanese, càddu nei dialetti centrali: sa musca cuaddìna (camp.), sa musca caddìna (dialetti centrali) = la mosca dei cavalli. Una femmina, una pippia c(u)addìna = una donna, una bambina capricciosa, cavallina. Esiste pure il termine càddia o gàddia, che però significa poplite, piega o grinza della pelle o anche di un vestito e deriva dal latino callum, o callica. Per definire un vestito spiegazzato diciamo: est tottu accaddionàu. Il cognome Caddìa, con l'accento sulla "i" non deriva assolutamente da càddia, piega. Abbiamo telefonato a tanti Caddìa della Sardegna e tutti hanno puntualizzato l'accento sulla "i". Anche se nessuno ha rimarcato il fenomeno fonetica della nasalizzazione. È comunque cosa normale, ne abbiamo tantissimi esempi: Mascìâ, Carìâ, Angiòî, Cardìâ, Pittàû, Lillìû, Làî, etc.etc. Attualmente il cognome è presente in 36 Comuni italiani, di cui 20 in Sardegna: Villacidro 21, Cagliari 13, Usini 11, Selargius 6, Capoterra 6, Pabillonis 3, etc.
CADDORI Caddori, estremamente raro, tipicamente sardo, sembrerebbe specifico di Arzana e Lotzorai nell'Ogliastra, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal vocabolo logudurese caddu (cavallo) ed indicherebbe la qualifica di cavaliere attribuita al capostipite.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
CADDORI: di significato ed etimo incerti. Potrebbe derivare da cavaddu, cuaddu, caddu = cavallo, dal tardo latino caballus, ed in questo caso starebbe ad indicare le caratteristiche di un cavallo; con cavaddèri, caddèri, cuaddèri, si indicano invece le caratteristiche del cavaliere: caddèri = un buon cavaliere. Più probabilmente deriva da caddu = callo, dal latino callum. Caddòsu significa di pelle dura, ma anche ostinato, come l'italiano incallito. Caddòri quindi starebbe ad indicare una caratteristica della personalità, ad esempio, ostinazione, caparbietà, testardaggine, che sono peculiarità abbastanza comuni in noi sardi, in senso buono ed in senso cattivo! Attualmente il cognome Caddòri è presente in 8 Comuni italiani, di cui 7 in Sardegna: arzana 24, Lotzorai 14, Cagliari 5, etc.
CADEDDU Tipico sardo, della fascia orientale e del cagliaritano, dovrebbe derivare da un soprannome originato da una modificazione dialettale del vocabolo latino catellus (cagnolino), è abbastanza improbabile una derivazione dal vocabolo sardo caddu (cavallo).
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
CADEDDU: calèddu, calellèddu, cathèddu, catzèddu = cagnolino o cucciolo di cane. Viene dal latino catellus = cucciolo di cane. Iscatzeddài/re, significa togliere i cuccioli alla cagna o anche ad altro animale. Cognome diffuso in tutta la Sardegna sin dai tempi antichi. Negli antichi documenti della lingua sarda è presente in diverse varianti. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, *LPDE del 1388, figurano: Cadeddu Angioleddu, ville Selluri (Sanluri - Seddori); Cadeddu Anthonio, ville Mahara (Villamar); Cadeddu Marco, jurato ville Duçaramanna (*odierno Ussaramanna. Contrate Marmille; Cadellu Guantino, ville Magumadas (*Magomadas. Contrate Castri Serravallis); Catedu Bartholomeo, majore (amministratore - sindaco)ville Oruinas (Ruinas); Catedu Guantino, jurato(guardia giurata, collaboratore del maiore) ville Baugadi (*Bauyadi.villaggio distrutto- Contrate Partis Milis) ; Catelli Marianus - de Aristanni (Oristano); Catello Francisco - de Castri Januensis (Castelsardo); Catellu Arsòco, majore ville Sia Sancte Lucie (* Odierno Siamanna. Contrate Campitani Simagis); Catellu Francisco, jurato ville Pauli (*Paulilatino. Contrate Partis de Guilcier); Catellu Leonardo, jurato ville Milis (*odierno Milis - Contrate Partis de Milis); Cathellu Comita., ville Solgono(Sorgono - Mandrolisay o Barbagia di Belvì); Cathellu Mariano, ville Solgono. Nella storia ricordiamo: Cadeddu Gaetano, cagliaritano, studente di medicina, figlio dell'avvocato  Salvatore, col quale fu coinvolto nella congiura di Palabanda, contro il governo piemontese. In seguito al fallimento dell'insurrezione riuscì a dileguarsi. Lo ritroviamo poi con Napoleone Bonaparte e sempre con lui a Waterloo, ma in qualità di direttore delle ambulanze. Fu in seguito perseguitato come Bonapartista. Si rifugiò infine in Toscana cambiando nome in Cadelli. A Pisa, sotto la protezione del Professor Andrea Vacca, docente di chirurgia, riuscì a riprendere gli studi ed a laurearsi in medicina. Fu poi, come medico ad Algeri. In seguito a Tunisi e poi di nuovo in Italia. Ricoprì l'incarico di console di Svezia, Norvegia e America a Sfax. Fu quindi di nuovo a Tunisi, dove morì nel 1858.  Cadello Diego Gregorio, del nobile casato dei Cadello, marchesi di San Sperate, vescovo della archidiocesi di Cagliari dal 1798 al 1807, poi cardinale. Cadello Francesco Ignazio (padre del cardinale Diego Gregorio) visse nel primo periodo sabaudo del Regno di Sardegna. Fu uno dei più importanti giuristi del suo tempo. Percorse tutta la carriera accademica e forense; infine fu proposto dal re di Sardegna Carlo Emanuele I°  per l'incarico di Reggente del Supremo Consiglio di Sardegna, che rifiutò per motivi di salute. Attualmente il cognome Cadeddu è presente in 320 Comuni italiani, di cui 143 in Sardegna: Cagliari 252, Sassari 140, Guspini 114, Oristano 95, Quartu S. E. 88, Carbonia 81, Borore 80, Nuoro 59,. Etc. Nella penisola è Roma ad avere il numero più alto con 131.
CADELLI Cognome assolutamente raro, probabilmente di origine friulana, dovrebbe derivare da soprannomi legati all'aferesi di un toponimo come Roncadelle (TV), Falcade (BL), Biancade (TV) o simili.
CADENASSO Cadenasso è tipico di Genova, dovrebbe derivare dall'italianizzazione del termine francese cadenas (catenaccio, serratura), forse indicando così che il mestiere del capostipite fosse quella di fabbro esperto nella produzione di catenacci e lucchetti.
CADENAZZI
CADENAZZO
CAENAZZO
Cadenazzi è molto raro e sembrerebbe specifico del comasco, Cadenazzo è praticamente unico, Caenazzo, rarissimo, è tipico veneziano, dovrebbe derivare dal termine dialettale veneto caenazzo (catenaccio) tant'è che nello stemma di cui si hanno tracce fin dal 1600 si vedono due ferri da catenaccio incrociati. Si hanno tracce del cognome Caenazzo o Cadenazzo, fin dal 1450 quando troviamo un "... Piero Cadenazzo quidem Domenico sartor da Venezia...", a Rovigno, in Istria, si trova un'iscrizione, nella chiesa di San Giuseppe, che dice: "JO CAPITAN ISEPPO CAENAZZO FECI FAR PER MIA DEVOZIONE ANO 1673".
CADENELLA
CADENELLI
Cadenella, praticamente unico, è veneziano, Cadenelli è specifico di Vobarno nel bresciano, dovrebbero derivare da soprannomi basati sul termine dialettale bresciano cadenel, che significa sia catenaccio che quel ferro particolare situato all'altezza della bocca della canna fumaria di un camino, usato per appendervi tramite catene i paioli per cucinare.
CADEO Cognome molto raro, parrebbe bergamasco, ma dovrebbe derivare dal toponimo Cadeo (PC) o da un soprannome connesso con l'abitare nelle prossimità di un monastero o una chiesa (casa di dio - cà deo).
CADICAMO
CHIDICHIMO
Cadicamo, molto molto raro, è tipico del cosentino, Chidichimo, un pò meno raro, è sempre tipico del cosentino, di Platacci, Trebisacce, Villapiana e Castrovillari, si dovrebbe trattare di cognomi di origini albanesi, che dovrebbero derivare da un toponimo.
CADILE
CADILI
Cadile, assolutamente rarissimo, sembrerebbe siciliano, di Tripi e Patti nel messinese, Cadili, più comune è decisamente del messinese, di Patti, Messina e Tripi, potrebbero derivare da forme dialettali derivate dal termine e nome latino catellus (cagnolino), una seconda ipotesi li fa derivare da un soprannome grecanico con il significato di vasai.
CADONE
CADONEDDA
CADONI
Cadone è tipico di Alghero (SS), Cadonedda, forse del nuorese, sembrerebbe ormai quasi scomparso, Cadoni è molto diffuso in tutta la Sardegna, dovrebbero derivare, direttamente o tramite ipocoristici, da soprannomi originati dai vocaboli sardi cadone o cadoni (mercorella, pianta delle Euphorbiacee chiamata anche mercurialis annua infestante dei vigneti e che da un pessimo sapore al vino) forse usati in modo dispregiativo.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
CADONE; CADONI: su cadòni è un'erba, la mercorella: chenopodium album. È un nemico dei viticoltori, perché da un cattivo sapore al vino: "Custu binu tenit sabori de cadòni"! Questo vino ha sapore di mercorella.è da buttare! È proprio una peste: rovina il vino! Sull'etimo della parola permangono incertezze, lo stesso Wagner mette punto interrogativo. Dal nostro punto di vista, considerando il fatto che i monaci bizantini sono stati i maestri, per i sardi, per la conservazione dei prodotti della terra  e per l'uso delle erbe e delle piante officinali, oltre che per la cultura e la religione, abbiamo pensato ad una parola greca contenente gli effetti della mercorella: col verbo κάδω + όινος (càdo + òinos) = danneggio il vino. Non abbiamo altri suggerimenti. Come cognome non l'abbiamo trovato nelle carte antiche. Nella storia ricordiamo: Cadoni Antioco, storico del XIX° secolo, autore di storia economica ed amministrativa. Fra le sue opere citiamo, Il Comune di Iglesias ed il ministro Sella, del 1872. Attualmente il cognome Cadoni è presente in 245 Comuni d'Italia, di cui 102 in Sardegna: Cagliari 122, Oristano 113, Santa Giusta 113, Quartu S. E. 103, Escolca 68, Sassari 53, etc. Roma ne conta 103.  Cadone invece è presente in 6 Comuni italiani, di cui 3 in Sardegna.: Alghero 56, Selargius 3, Cagliari 3.
CADORE
CADORI
CADORIN
CADORINI
Cadore è abbastanza raro ed è tipico dell'alto bellunese e di Bassano del Grappa ed area limitrofa nel vicentino, Cadori e Cadorini, assolutamente rarissimi si trovano nel bresciano, Cadorin è tipico del bellunese e trevigiano, dovrebbero derivare dai molti toponimi contenenti il vocabolo Cadore o dall'etnico relativo.
integrazioni fornite da Davide Cadore
i miei antenati risiedevano a Mason Vicentino dal 1600 e così per altri Cadore oggi residenti a Bassano e Nove. Dai documenti che si conservano presso la mia famiglia siamo potuti risalire quanto meno al luogo di provenienza del nostro ceppo famigliare: Sospirolo, un paesino in provincia di Belluno, che la famiglia ha lasciato a seguito della concessione di terre nel vicentino da parte della Repubblica di Venezia per servigi resi alla Repubblica stessa.
CADRINGHER Assolutamente rarissimo, dovrebbe essere di origini ungheresi trapiantati nell'alta Lombardia e deriverebbe dal cognome magiaro Kadringer. Personaggio famoso è stato Remo Cadringher noto aviatore degli anni 30.
CADROBBI Cadrobbi è tipico del Trentino, di   Baselga di Pinè in particolare, dovrebbe derivare dal termine tardo latino quadrobium (quadrivio, incrocio tra quattro strade) di cui riportiamo un esempio in un registro comunale del 1487: "...per capicia decemseptem ad alios duos terminos inter quos est ampla via brachia decemseptem et quartas duas Et deinde per capicia decemnovem et pedes quinque itur versus quadrobium ad alios duos terminos inter quos est ampla via capicia duos et pedes duos Et ab inde itur infra per capicia tredecim ad alios duos terminos inter quos est ampla via capicia duo pedes quatuor et oncias septem ...", probabilmente perchè l'abitazione della famiglia era situata appunto presso un incrocio di tal fatta.
CAEM
CAIM
Entrambi estremamente rari, presenti da tempo nel bresciano, derivano entrambi dal nome ebreo sefardita Caim (Caino), tracce di questa cognominizzazione le troviamo in un trattato di pace del 3 settembre 1143 concluso tra il conte Alfonso di Tolosa, l'abate, i consoli e gli abitanti di Saint-Gilles da una parte e i consoli di Pisa e di Genova dall'altra: "...Et ego Lanfranchus Piper, consul Ianuensis ,et ego Willelmus Caim, consul Pisanus, hoc idem sacramentum quod nos facimus faciemus facere consulibus Genue et Pise...".".
CAFA
CAFA'
Cafa, quasi unico, è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione di Cafà, che è specifico di Gela, dovrebbe derivare dal nome della città bizantina di Cafà sul mar Nero, probabile luogo d'origine della famiglia, forse fuggita con l'arrivo dei turchi, ma non si può escludere una derivazione da un soprannome originato dal termine arabo akfàs (dalle gambe storte), Al Akfas è anche un nome e cognome arabo.
CAFAGNA
CAFAGNI
CAFAGNO
Cafagna è tipicamente pugliese, del barese in particolare, di Barletta, Bari ed Andria, Cafagni sembrerebbe unico ed è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione, Cafagno è specifico di Bari, dovrebbero tutti derivare dall'essere il capostipite un fattore o cafagiarius (sovrintendente di campagna), o semplicemente un abitante di un cafagium (cascina), tracce di queste cognominizzazioni si trovano nel barese fin dal 1500.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Cafagna è un cognome pugliese che potrebbe derivare dal sostantivo regionale 'cavagno' = cesta, canestro, paniere, oppure dal dialetto siciliano 'fiscella per ricotta'. Minervini, 111.
CAFARI
CAFARO
CAFFAREL
CAFFARELLA
CAFFARELLI
CAFFARELLO
CAFFARI
CAFFARO
CAFFARRI
Cafari è quasi unico, Cafaro è tipicamente meridionale, della zona che comprende la Campania litoranea, la Basilicata e la Puglia, con massima concentrazione nel salernitano e nel barese, Caffarella sembrerebbe specifico di Trani nel barese, Caffarelli ha vari ceppi, nel ternano e reatino, a Roma, ed in Sicilia nel messinese a San Piero Patti e Patti, ed a Palermo, Caffarello, quasi unico, sembrerebbe siciliano, Caffari sembra tipico del Lazio, Caffaro, molto raro, e Caffarel quasi unico sono specifici del basso torinese, della zona di Pinerolo e dintorni in particolare, Caffarri è specifico dell'area reggiana, dovrebbero derivare, direttamente o tramite forme ipocoristiche, dal nome medioevale Cafarus o Caffarus di cui abbiamo un esempio a cavallo tra XI° e XII° secolo con il  marinaio, crociato, console di Genova: "..Caffarus de Caschifellone Genuensis Rei publicae rector et historiographus...", dagli Annali genovesi anni 1099-1163: "...Ianua tuta quidem fuit illo consule pridem, Urbs ea que movit, quod sic ex ordine novit; Nomen ei Cafarus, presens quem signat imago; Vivat in eternum cuius generosa propago, le forme meridionali potrebbero anche derivare da soprannomi originati dal vocabolo arabo kaafir (infedele).
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Cafaro è un cognome meridionale che oltre all'ipotesi di 'kafir' = infedele, potrebbe anche derivare dall'aggettivo calabrese e siciliano 'càfaru' = tarlato.
CAFASSI
CAFASSO
CAFAZZA
CAFAZZO
integrazioni di Stefano Ferrazzi
Cafassi, unico, si riscontra soltanto a Settala (MI), Cafasso, molto più diffuso, ha due ceppi principali, uno fra il napoletano, l'avellinese e il salernitano e l'altro fra il torinese, il vercellese e l'astigiano, Cafazza, quasi unico, è presente esclusivamente nel trapanese e a Carrara (MS), Cafazzo, piuttosto raro, ha un nucleo maggiore fra l'avellinese e il foggiano, tutti questi cognomi derivano dal nome medievale Cafasso, l'italianizzazione, cioè, del personale greco Kaiaphas: si tratta, in realtà, di un nome d'origine aramaica, reso noto nel Nuovo Testamento tramite la figura di Yhosef Bar Kayafa, uno dei giudici, cioè, che parteciparono al processo di Gesù. In epoca molto più recente, personaggio di rilievo fu il sacerdote piemontese Giuseppe Cafasso (nato a Castelnuovo d'Asti nel 1811 e morto a Torino nel 1860), che, canonizzato nel 1947 e proclamato patrono dei condannati a morte, è oggi ricordato come San Giuseppe Cafasso. Per quanto riguarda i cognomi in questione, si tratta comunque delle cognominizzazioni dei nomi personali dei capostipiti.
CAFFARATA
CAFFARATI
CAFFARATO
Caffarata, assolutamente rarissimo, tipicamente ligure, sembrerebbe originario dello spezzino, Caffarati, quasi unico, e Caffarato, che sembrerebbe unico, dovrebbero essere dovuti ad errate trascrizioni del precedente, che dovrebbe essere di origini provenzali e derivare da alterazioni dialettali del termine occitano cafroth, cafarot (piccolo anfratto o grotta), forse ad identificare caratteristiche del luogo di provenienza del capostipite, una seconda ipotesi, meno probabile, propone un collegamento con l'antico termine medioevale francese cafre (lebbroso).
CAFFARENA Caffarena è specifico di Genova, Recco e Bogliasco nel genovese, dovrebbe derivare dal nome della località di Caffarena di Propata (GE), vicino a Bavastri, circa a 35 chilometri a nordest di Genova, troviamo traccia di questa cognominizzazione a Recco nel 1700 con il notaio Levantino Caffarena, verso la fine dello stesso secolo Pietro Maria Caffarena esercita invece a Levanto nello spezzino.
CAFICI Cafici è tipicamente siciliano, molto raro, ha un ceppo a Ramacca nel catanese, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale basato sull'alterazione del termine arabo akfas (dalle gambe arcuate), probabilmente a sottolineare un particolare dell'aspetto del capostipite.
CAFIERI
CAFIERO
CAFORIO
CAFUERI
Cafieri, assolutamente rarissimo, è quasi certamente dovuto ad errori di trascrizione di Cafiero che ha un ceppo nel napoletano a Napoli, Castellammare di Stabia, Meta e Piano di Sorrento ed uno salentino a Lecce e Brindisi, Caforio è tipicamente pugliese, dell'area che comprende il barese, il brindisino ed il tarentino, Cafueri sembra specifico del brindisino, di Francavilla Fontana in particolare, dovrebbero tutti derivare dal nome medioevale di origine germanica Gauferius di cui abbiamo un esempio in questo scritto del 1132: "In nomine Dei eterni et Salvatoris nostri Jesu Christi. Anno incarnations eiusdem millesimo centesimo tricesimo secondo, mense iunio, indictione decima. Nos Alexander Cupersanensis comes et Tancredus Cupersani et Gauferius Catenzanii comes et Robertus Gravini iuramus ex precepto et voluntate domini nostri Rogerii Sicilie et Italie regis magnifici per hec sancta evangelia...".
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Cafiero, Cafieri: Cognome presente anche in Veneto: secondo Olivieri 133 viene dai personali Cayfer, Gafier dell'epopea francese. Per Minervini 111 può invece riflettere il microtoponimo Cafièri (CZ) derivato dall'arabo 'kāfir' = incredulo, infedele.
CAFRA Cafra, molto raro, è specifico del siracusano, di Sortino e Melilli in particolare, dovrebbe derivare dal toponimo spagnolo Cafra, un paese dell'Estremadura.
CAGECI
CAGEGI
CAGEGGI
CAGGECI
CAGGEGGI
CAGGEGI
GAGGEGGI
GAGGEGI
Tutti questi cognomi sono assolutamente rarissimi, sicuramente siciliani, dovrebbero derivare da soprannomi originato dal vocabolo arabo haggag (pellegrino, di chi va in giro per il mondo), ma è pure possibile un collegamento con il termine dialettale gagghiu (dal colore marezzato, pezzato).
CAGGIANO Cognome di origine meridionale, dell'area campana, lucana e pugliese, deriva dal toponimo omonimo in provincia di Salerno.
CAGLIA Presente a macchia di leopardo sul territorio nazionale, dovrebbe essere originario della Basilicata.
CAGLIERO Tipico del Piemonte occidentale, di Torino in particolare, potrebbe derivare dall'aferesi modificata del nome di località Moncalieri (TO), secondo un'altra ipotesi potrebbe derivare dal nome della famiglia romana De Caleris.
integrazioni fornite da Daniele Zaia
Il cognome Cagliero potrebbe derivare da un nome di mestiere originato dalla voce dialettale piemontese "cajié", calzolaio.
CAGNAZZI
CAGNAZZO
Entrambi questi cognomi sarebbero di origine pugliese, probabilmente della provincia di Brindisi, una possibile origine è dal toponimo Cagnano Varano (FG).
CAGNES Cagnes è specifico di Gela nel nisseno, potrebbe essere di origini normanne e derivare dal nome di persona Cagne, come potrebbe pure, e più probabilmente, identificare un capostipite normanno originario del paese di Cahagnes in Normandia.
CAGNI
CAGNOLA
CAGNOLI
CAGNOLO
CAGNONI
CAGNOTTI
CAGNOTTO
Cagni è lombardo della zona tra Brescia Lodi e Cremona, Cagnola è specificatamente milanese, Cagnoli del centro nord, Cagnolo dell'area ligure piemontese e del centro nord, con massima diffusione in provincia di Milano ed in Lombardia Cagnoni, Cagnotti, molto raro, è del cuneese, Cagnotto ha un ceppo a Fossano nel cuneese ed a Torino ed un piccolissimo ceppo veneto nel padovano. La derivazione può essere, direttamente o attraverso varie forme ipocoristiche, dal toponimo Cagno nel comasco, da Cagnola nel padovano o da altre località simili, oppure dal nome medioevale Cane, ricordiamo il famoso Cane Grande della Scala, o da Canio, o da soprannomi legati al rapporto con la famiglia Della Scala.
CAGNINA
LA CAGNINA
LACAGNINA
Cagnina ha un ceppo a San Cataldo, Santa Caterina Villarmosa e Caltanissetta nel nisseno ed a Partinico e Palermo nel palermitano, La Cagnina è tipicamente siciliano, di Palermo, Scicli nel ragusano e nel nisseno di Riesi, San Cataldo e Caltanissetta, Lacagnina, sempre siciliano, è specifico di Caltanissetta, potrebbe derivare dal nome medioevale francese Cagnin, ma non si può escludere una derivazione da un'alterazione dialettale di una forma ipocoristica del nome femminile latino Cania., un'ultima ipotesi li farebbe derivare da alterazioni dialettali del termine catalano canya (cagna), ma la cosa appare come molto poco probabile.
CAGOL Decisamente trentino, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal vocabolo dialettale cagola (pallottolina di sterco) e starebbe ad indicare chi controlla appunto queste pallottole di sterco, cioè un cacciatore.
integrazioni fornite da Giacomo Ganza / Villa di Tirano (Sondrio)
 il cognome deriva dalla parola del dialetto locale, col significato di sterco di animali. Come soprannome si riferisce a quelle persone incaricate di osservare lo sterco degli animali selvatici per studiarne le tracce. Il cognome oltre che in Trentino è presente molto  sporadicamente anche nel Veneto e in Lombardia.
CAGOZZI Cagozzi, molto raro, è tipicamente emiliano, di Sorbolo e Parma nel parmense e di Poviglio nel reggiano, dovrebbe derivare da un soprannome basato sul termine dialettale emiliano cagòzz (dissenteria, diarrea, ma anche fifa, paura).
CAI
CAIA
CAIO
GAI
GAIA
GAIO
Cai è tipicamente toscano dell'area che comprende le province di Pisa e Firenze, Caia ha un piccolo ceppo calabrese a Bagnara Calabra ed a Oppido Mamertina ed il ceppo principale a Siracusa ed Avola, Caio, oltre al ceppo lombardo, soprattutto nel bergamasco, ha un ceppo anche nel barese, Gai è tipicamente del Piemonte e Liguria occidentali, con un ceppo anche nel Pistoiese ed a Roma, Gaia è tipico dell'area lombardo, ligure, piemontese, con un ceppo anche nel riminese e pesarese, Gaio, ha un nucleo veneto, soprattutto a Lamon nel bellunese ed a Feltre, a montebelluna nel trevisano, a Venezia ed a Bassano del Grappa nel vicentino, con un piccolo ceppo anche nel napoletano, dovrebbero derivare dal praenomen latino Caius o Gaius di cui abbiamo il più illustre esempio in Caio (o Gaio) Giulio Cesare, in alcuni casi potrebbero derivare dalla Gens Gaia o Gavia, o dal relativo nomen Gaius, Gaia.  Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo fin dall'anno 1077 a Cremona in una Cartula offersionis dove tra i testimoni troviamo: "...Signa ++++ manuum Dothoni et Petri germanis, filii quondam Sansommi, ...., etiam Alberici de Verdello, Alberici Rimizani, Bernardi de Gaio, testium...".
CAIAFA
CAIAFFA
Caiafa è tipico del napoletano e del salernitano, Caiaffa è pugliese, con un ceppo nel leccese a Lequile, Vegle e Lecce, ed uno nel foggiano a Cerignola e Foggia, dovrebbero derivare dal nome giudaico Caiafa, ricordiamo che uno dei giudici di Gesù, Caiafa (Caifa), era il sommo sacerdote nominato dal governo romano.
CAIANI
CAIANO
Caiani ha un ceppo nel milanese, uno nel fiorentino ed aretino ed uno nel latinense, Caiano ha un ceppo nell'astigiano, uno nel pescarese ed uno nel napoletano, dovrebbero derivare da nomi di località come Caiano (AR) (TE), Piani di Caiano (RM), Poggio a Caiano (PO), o da altri possedimenti di un Caius il cui nome latino sarebbe stato Fundus Caianus, ma è pure possibile che derivino dal nome latino Caianus, spesso attribuito a liberti di un Caius, di cui abbiamo un esempio nel Chronicon Cabionis: "...Sed hoc petentem ante tribunal Italici milites trucidarunt. Hic exitus perfidiae fuit Ruffini. Post Ruffini mortem et alius dux Gotticus et Arianus nomine Caianus, seditionem adversus Arcadium movit, in qua manifestis miraculis Deus ostendit se urbem Constantinopolin et Arcadium protexisse. ..".
CAIATI
CAIATO
Caiati è abbastanza raro ed è specifico della zona tra Bari e Bitonto, Caiato, assolutamente rarissimo sembrerebbe originario di Trani.
CAIAZZO Cognome decisamente campano del casertano, deriva dal toponimo Caiazzo (CE).
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Caiazzo oltre che cognome campano dal toponimo Caiazzo (CE), è anche cognome lucano, calabrese, siciliano e salentino; per G. Rohlfs viene probabilmente dal termine calabrese cajazzu 'uomo spregevole'.
CAIBUGATTI Caibugatti, quasi unico, sembrerebbe dell'aretino, dovrebbe derivare dal nome della località Caibugatti, una frazione di Badia Tedalda nell'aretino.
CAICO
CAICCO
Caico, assolutamente rarissimo, parrebbe dell'agrigentino, Caicco, ancora più raro, potrebbe essere calabrese.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
Caico piuttosto raro, ha un ceppo maggiore nell'agrigentino, Caicco, rarissimo, pare essere originario del cosentino, entrambi questi cognomi derivano dall'antico italiano caicco, che indica una piccola imbarcazione a remi, utilizzata soprattutto per la pesca: l'origine di questo vocabolo va ricercata nel greco kaiki (derivato a sua volta dal turco qayk), con uguale significato. Solo per curiosità, va detto che, in Grecia, il kaiki è oggigiorno utilizzato anche a scopo turistico da parte dei pescatori greci, che offrono appunto ai turisti delle brevi escursioni in barca per ammirare il paesaggio circostante (cosa che avviene per lo più nelle isole di Corfu e Mykonos). Per quanto riguarda i cognomi Caico e Caicco, comunque, si tratta delle cognominizzazioni di nomi di mestiere attribuiti ai capostipiti, che erano dunque o dei pescatori o dei fabbricanti di caicchi.
CAIELLA
CAIELLI
CAIELLO
Caiella ha un piccolo ceppo a Roma ed uno a Matera, Caielli ha un ceppo a Cerano ed Arona nel novarese, a Borghetto di Borbera nell'alessandrino, e nel varesotto a Sesto Calende, Vergiate e Jerago con Orago, Caiello è tipico di Orvieto nel ternano, di Terni e di Todi nel perugino, dovrebbero derivare da forme ipocoristiche del praenomen latino Caius, Caia, probabilmente portato dai capostipiti, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Borgomanero nel novarese fin dal 1400, dal 1457 al 1459 è Podestà di Borgomanero un tale Antonius Caiellus.
CAIFANO Assolutamente rarissimo, sembrerebbe originario della zona di Viggiano (PZ) e Grumento Nova (PZ), dovrebbe derivare dal nome giudaico Caifa. (vedi Caiafa)
CAIFFA Molto molto raro sembra tipico di Gallipoli, dovrebbe essere di origine araba potrebbe derivare dal termine Kalifa (uomo potente, equivalente di un nostro feudatario) ma più probabilmente deriva dal toponimo palestinese Caiffa (l'odierna Haifa in Israele) rocca cristiana all'epoca dei Crociati rasa al suolo nel 1191 da Saladino.
CAIFFI
CAIFFO
Caiffi, quasi unico, è dello spezzino, Caiffo è presente in forma solitaria solo in Campania nel napoletano, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine arabo khalifa (in italiano il califfo), che identifica il capo supremo del paese, una specie di sindaco, ma utilizzato in Liguria ad indicare anche un capobarca.
CAIMI
CAIMMI
Caimi è un cognome lombardo, originario delle provincie di Varese, Como e Milano, Caimmi è tipico marchigiano, della zona di Falconara Marittima (AN), i Caimi furono signori feudali di Turate (CO), nel repertorio delle famiglie nobili di Milano e contado del 1277 compaiono come una delle 200 famiglie più importanti, per la derivazione etimologica vedere CAEM.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Caimi è diffusissimo in Lombardia, ma presente anche in Piemonte, Liguria e Sicilia, sporadicamente in altre zone d'Italia. Secondo alcuni (Francipane) deriva dal personale germanico Aimo da 'haimi' = patria, casa. Per altri (Lurati) da Cà + Aimo. Per altri ancora (Pellegrini) deriva invece dall'arabo 'qaim' = colui che esegue il volere di Dio, ipotesi abbastanza verosimile almeno per la Sicilia, o da 'Caino' dall'ebraico Qájin (Olivieri). Da notare che mentre nel Nord l'accento cade sulla a (Càimi), altrove (es. Rimini) cade invece sulla i (Caìmi).
CAINA Caina sembrerebbe unico, di probabile origine meridionale, dovrebbe derivare dal termine arabo kahina (maga, indovina).
CAIOLA
CAIOLI
CAIOLO
Caiola sembra avere due ceppi, uno siciliano ed uno mantovano, Caioli appare essere fiorentino, mentre Caiolo rarissimo è probabilmente siciliano, l'origine di questi cognomi è incerta, i ceppi siciliani potrebbero derivare da soprannomi legati al vocabolo dialettale caiola (gabbia), il ceppo lombardo potrebbe derivare dal toponimo Caiolo (SO), per tutti questi cognomi rimane la possibilità di una derivazione da un diminutivo del nome gentilizio latino Caius (Caiolus).
CAIONE
CAIONI
Caione ha un ceppo abruzzese a l'Aquila e San Demetrio ne` Vestini, uno a Roma, uno nel foggiano, uno nel leccese e nel materano, Caioni ha un ceppo a Prato ed uno nel Piceno a San Benedetto del Tronto, Ascoli Piceno, Monsampolo del Tronto e Monteprandone, ed un ceppo a Roma, potrebbe derivare da una forma accrescitiva del nome latino Caius, del cui uso abbiamo un esempio in uno scritto del 1639: "...Et enim Locamerus parum tribuebat librorum multitudini, neque plus locorum, quos appellitant, communium coacervationi; sed unico Caione Iustiniano, cui sane annotationibus quottidianis magnam in margine lucem intulit, vel si interprete opus...", ma è pure possibile una derivazione da antichi nomi di località come quello citato in una Cartula offertionis pro anima dell'anno 1050: "...ego Burno, filius quondam Benedicti, de vico Burno, loci Caioni, qui profeso sum ex natjone mea lege vivere Romana, offertor et donator ipsius monesterii, presens presentibus dixit...".
CAIOZZO Cognome molto raro tipico del palermitano sembrerebbe di origine normanna, potrebbe derivare dal nome brettone Kaios, ma potrebbe anche derivare da una modificazione del toponimo Caiazzo (CE).
CAIRA
CAIRO
Caira ha un nucleo ad Atina (FR) ed uno nel cosentino a Rende in particolare, Cairo ha un ceppo tra sudmilanese e pavese, che dovrebbe derivare dal toponimo Pieve del Cairo (PV), un ceppo salentino ed uno nel cosentino, secondo alcuni i ceppi meridionali potrebbero derivare dal nome normanno Cahir, secondo altri deriverebbero da soprannomi originati dal termine arabo hair (gentile, buono).
CAIRATI Cairati è tipico del milanese, di Milano, Settimo Milanese, Abbiategrasso, Rebecco sul Naviglio e Cusago, dovrebbe derivare dal toponimo di Cairate nel varesotto, probabile luogo d'origine dei capostipiti, toponimo che a sua volta dovrebbe derivare dal termine preinsubrico cairu (pietra), forse ad indicare il paese come un luogo da cui si estraevano le pietre da costruzione.
CAIS Cais è tipico del trevisano, di Conegliano, San Pietro di Feletto e Santa Lucia di Piave, di origine oscura potrebbe trattarsi di una forma dialettale derivata dal nomen latino Caius, secondo alcuni deriverebbe invece dal termine callis (le piccole strade strette fra le case) e indicherebbe un'origine cittadina del capostipite.
CAITO Caito, specifico del trapanese, di Trapani, Erice e Marsala, dovrebbe derivare da un soprannome basato sul termine arabo qāid (governatore, chi comanda un territorio).
CAIUMI
CAJUMI
Caiumi è tipico di Modena e Carpi nel modenese e di Reggio Emilia, Cajumi è quasi unico, dovrebbero derivare da un'alterazione del nome ebraico Caim (Caino), il nome Caium esiste presso gli arabi del nordafrica come forma arcaica di Caim, assolutamente improbabile l'ipotesi che possa derivare dalla forma accusativa Caium del praenomen latino Caius.
CAIVANO Caivano è tipico della Campania, soprattutto di Salerno, e della Basilicata, dove è massimamente concentrato nel potentino, a Picerno in particolare, sembrerebbe derivare dal nome del paese di Caivano nel napoletano, ma, molto più probabilmente, prende il nome dal paese di Calvanico nel salernitano, anticamente chiamato Cluvianum.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Caivano è cognome campano dal toponimo omonimo in provincia di Napoli. Alla base c'è un nome di origine gentilizia: Calvius, e il paese era un 'praedium Calvianum' che subì nel linguaggio popolare la vocalizzazione della 'l': Calvianum > Caivanum.
CAIZZA
CAIZZI
CAIZZO
Caizza è specifico di Campobello di Licata nell'agrigentino, Caizzi ha un piccolo ceppo a Napoli, uno a Vieste e Foggia nel foggiano ed a Bari ed uno a Palma di Montechiaro nell'agrigentino, Caizzo, quasi unico, è dell'area lucano, pugliese, molisana, tutti questi cognomi dovrebbero essere di origini albanesi e derivare dal nome della città di Kajca o Caizza nella regione di Girocastro in Albania.
CAL Cal ha un ceppo veneto, nel trevisano, a Moreno di Piave, Oderzo e Vazzola, qualche presenza a Iesolo nel veneziano e nel pordenonese a Porcia e Chions, con presenze secondarie anche a Cisterna di Latina nel latinense ed a Fiumicino nel romano, dovrebbe essere di origini ungheresi o slave.
CALÀ Tipico siciliano, del nisseno in particolare, potrebbe derivare da un soprannome originato dal vocabolo greco kalon (bello, buono). Tracce illustri di questa cognominizzazione le troviamo nel 1200 a Martirano (CZ) con Giovanni ed Enrico Calà al seguito dell'imperatore Enrico VI°, nel Cilento nel 1600 quando il casato dei Calà diviene feudatario del territorio di Sassano (SA) e di Canna (CS).
CALABRESE Molto diffuso in tutto il centrosud, deriva dall'etnico di Calabria.
CALABRETTA Calabretta ha un ceppo nel catanese ed uno nel catanzarese e crotonese, dovrebbe indicare un'origine calabrese della famiglia attraverso una forma neogreca Kalabrita per abitante della Calabria.
CALABRETTI
CALABRETTO
CALABRITTA
Calabretti è del brindisino, Calabretto è del barese, Calabritta, che sembrerebbe unico, è del barese, dovrebbero derivare dall'antico nome del Salento chiamato in epoca romana Calabria o Messapia, tutti questi cognomi starebbero ad indicare un'origine salentina del capostipite.
CALABRIA Calabria è presente a macchia di leopardo un pò in tutt'Italia, dovrebbe semplicemente indicare la regione di provenienza della famiglia, cioè la Calabria.
CALABRITTO Calabritto è specifico di Santa Maria Capua Vetere nel casertano, potrebbe derivare da un soprannome originato dal modo di dire greco kala britton (bella pietra) che definiva forse un tempo una località della zona.
integrazioni fornite da Vincenzo Scognamiglio
dovrebbe derivare dal toponimo Calabritto nell'avellinese.
CALABRO
CALABRO'
Calabro, abbastanza raro, è tipico del Salento, Calabrò ha un nucleo in Sicilia, nel reggino e nel cosentino, con ceppi anche nel napoletano, a Roma e nel cagliaritano, derivano dalla forma greca per calabrese kalabròs (abitante della Calabria), ricordiamo che il Salento in epoca romana veniva chiamato Calabria.
CALACIURA
CALICIURI
Caliciura è tipicamente siciliano, ha un ceppo nel catanese, uno a Butera nel nisseno ed uno a Palermo, ma è ben distribuito in tutta l'isola, Caliciuri, molto più raro è calabrese.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
Calaciura è tipico del catanese e del nisseno, Caliciuri, molto raro, pare originario del reggino, questi cognomi derivano entrambi dal nome greco Kalokioures o Kalokyres, col significato di buon signore, buon uomo (dal greco kalos = buono, bello e kyrios = signore).
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Calaciura secondo G. Rohlfs 57 deriva dal termine greco 'kalokýris' che significa semplicemente 'prete'. Cfr. anche Caracausi 130.
CALAFA
CALAFA'
Calafa è assolutamente rarissimo, Calafà sempre estremamente raro sembrerebbe di Verona, potrebbe essere di origini veneziane e derivare dal mestiere di calafatore (dal bizantino kalaphatêin) cioè di chi calafata cioè rende impermeabili le giunture delle imbarcazioni.
CALAFATA
CALAFATI
CALAFATO
CALAFATTI
CALAFATTO
Calafata, praticamente unico, è del palermitano, Calafati sembrerebbe di origini calabresi, di Cessaniti nel vibonese in particolare, Calafato ha un ceppo a Napoli ed in Sicilia a Mazara del Vallo nel trapanese, a Palma di Montichiaro, Ravanusa e Licata nell'agrigentino ed a Riesi nel nisseno, Calafatti, quasi unico, e Calafatto che sembra proprio essere unico, sono probabilmente dovuti ad un'errata trascrizione dei precedenti, dovrebbero derivare da un soprannome grecanico originato dall'unione dei termini καλώς kalos (buona) e φάτις  fatis (fama), indicando probabilmente che il capostipite fosse stato un personaggio di buona fama, probabilmente onorato presso la sua comunità, non si può escludere che in qualche caso possano derivare dal mestiere di calafatore (vedi CALAFA).
CALAFIORE Ha un nucleo siciliano a Palermo e nel palermitano ed a Siracusa e nel siracusano, con una presenza significativa anche a Messina ed a Napoli, dovrebbe derivare da un nome originato dalla fusione del termine greco kalos (bello) e fiore e starebbe per Belfiore.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
Cognome tipico della Sicilia e della punta meridionale della Calabria, con ceppi maggiori nel siracusano, nel palermitano e nel reggino, ma con un ceppo non secondario anche nel napoletano, deriva da un adattamento piuttosto radicale del nome greco Kalokioures o Kalokyres, col significato di buon signore, buon uomo (dal greco kalos=buono, bello e kyrios=signore)
CALAMAI Decisamente toscano, specifico della zona che comprende il fiorentino ed il pistoiese, potrebbe derivare dal toponimo fenicio Kalama in Numidia, anche se lo ritengo poco probabile, ed avrebbe pertanto la stessa etimologia del toponimo Calamecca (PT), più probabilmente deriva dal termine latino calamarius e può essere legata alla funzione di scrivano (calamarius era, in latino, la custodia degli arnesi per scrivere).
CALAMANDREI Calamandrei ha un ceppo a Firenze e nel fiorentino ed uno a Fano nel pesarese, potrebbe derivare dal nome medioevale Calamandro di cui abbiamo un esempio: "...Che il Principe di Francia uccise il gigante Calamandro in tempo, che il compagno haueua ucciso l'altro caualliere, la gran cura, che fi prese la donzella Mora per la salute del suo creduto amante, & come dopo l'esser guarito, si misero tutti a mirare il marauiglioso fonte. ..:", o anche, molto più probabilmente, da un soprannome originato dal termine kalamandrea, pianta erbacea curativa succedanea dello zucchero in epoca medioevale, come leggiamo in questo scritto del 1310: "...Ancora prendete tuzia polverezata sottil mente e stenperata con sugho di kalamandrea...", potrebbe, anche se altamente improbabile, derivare dal vocabolo calamandro, una sorta di legno esotico (indiano) molto duro, una traccia molto antica di questa cognominizzazione in Toscana la troviamo alla fine dell'anno 1294: "...In questo mentre stimandosi papa Bonifìido esser venuto il tempo opportuno, che i Siciliani ricevessero il re Carlo, mandò in Sicilia Bonifacio Calamandro, uomo astutissimo e molto pratico nelle legazioni e faccende di importanza, a persuadere i Siciliani a pigliar per lor signore il re Carlo...".
CALAMANI
CALAMANO
Calamani, molto molto raro, parrebbe dell'Italia centrosettentrionale, Calamano, quasi unico, parrebbe ligure, dovrebbero derivare dal nome medioevale bizantino Calamanus di cui abbiamo un esempio nella Historia rerum gestarum in partibus transmarinis sulle Crociate: "...Displicuerat sane ab initio sibi, quod hostes ab obsidione discedentes, fuerant insecuti; et dissuadere adorsus fuerat, sed praevaluit inutilior aliorum sententia. Dominus autem Boamundus princeps Antiochenus, dominus quoque Raimundus comes Tripolitanus, Calamanus etiam Ciliciae procurator, Hugo quoque de Liniziaco, de quo superius fecimus mentionem; Joscelinus etiam tertius, comitis Edessani secundi Joscelini filius, et multi alii nobiles, ut vitae cum probro et ignominia consulerent, hostibus se tradentes, vinculis tanquam vilia mancipia, miserabiliter alligantur; et Halapiam traducti, spectaculum facti sunt populis infidelibus et carceribus mancipati. ...", nome a sua volta derivato dal nome ebraico Kaliman (vedi CALIMAN).
CALAMARI
CALAMARO
Calamari ha un ceppo nel piacentino, uno in provincia di Lucca ed uno tra la provincia di Roma ed il frusinate, di Calamaro si individuano tre ceppi distinti, uno in provincia di Genova, Napoli e Siracusa, l'origine di questi cognomi può essere legata alla funzione di scrivano (calamarius era, in latino, la custodia degli arnesi per scrivere), come a quella di pescatore.
CALAMI Assolutamente rarissimo, potrebbe essere toscano, potrebbe derivare da un soprannome originato dal mestiere di scrivano, cioè di un utilizzatore di calami (penne).
CALAMIA Tipico del trapanese, dovrebbe derivare da un toponimo greco Kalami, questo nome è abbastanza diffuso nella zona d'influenza degli antichi greci, ricordiamo a titolo di esempio una cittadina a 3 chilometri da Samo ed una sull'isola di Corfù che portano entrambe questo nome.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Calamia è cognome siciliano, calabrese e napoletano: dal greco 'ta kalàmia' = le canne. Rohlfs 57.
CALAMIDA Assolutamente rarissimo, è tipico di Cagliari, potrebbe derivare da un soprannome originato dal vocabolo sardo calamidade (calamità).
CALAMINICI Calaminici, molto raro, è tipicamente calabrese, di Catanzaro e Petilia Policastro nel crotonese, dovrebbe derivare dal nome della località di origine della famiglia, località caratterizzata dalla presenza di un canneto, che in grecanico si diceva kalamionas.
CALAMO Tipico del brindisino, è in particolare specifico di Ostuni (BR), potrebbe derivare da un soprannome originato dal calamo, radice con un forte odore aromatico di cannella, o dal toponimo greco Kalamos (città a 45 km da Atene).
CALAMONACI Calamonaci, quasi unico, è siciliano e dovrebbe derivare dal nome del paese di Calamonaci nell'agrigentino.
CALAMOSCA Calamosca, molto raro, è sicuramente emiliano, di Imola e Bologna.
CALANCA
CALANCHI
Calanca ha un piccolo ceppo tra varesotto e milanese, che deriva probabilmente dal nome della Val Calanca. attualmente in Svizzera, il ceppo più importante a Mirandola, Modena, San Felice sul Panaro, Medolla e Soliera nel modenese ed a Bologna ed un ceppo a Graffignano e Civitella d'Agliano nel viterbese ed a Roma, Calanchi è specifico di Bologna e di Spilamberto nel modenese, dovrebbero derivare dal fatto che i capostipiti provenissero da zone di calanchi (dirupi, solchi di erosione prodotti in terreni argillosi o marnosi tipici ad esempio delle pendici dell'appennino emiliano), o da nomi di località come la Collina, della Calanca tra pistoiese e modenese.
CALANDRA
CALANDRI
CALANDRIA
CALANDRO
Calandra è diffusissimo in tutta la Sicilia e nel napoletano, Calandri ha un ceppo piemontese, nel torinese e soprattutto nel cuneese, ed in Liguria nell'imperiese, savonese e genovese, un ceppo umbro, soprattutto nel perugino ed uno romano, Calandria, quasi unico, è del savonese, Calandro ha un ceppo romano, uno campano nel napoletano e soprattutto nel beneventano ed uno nel trapanese, potrebbero derivare dal nome medioevale Calandro, Calandra, che si rifacesse al calandrius, un uccello mitico medioevale, citato nel Deuteronomio, che avrebbe avuto la capacità di assorbire i fluidi malefici fonti delle malattie, portando la salute all'uomo che lo avesse avvicinato al suo volto: "..Dicitur in Naturalibus, quod calandrius, avis tota alba, cuius interiora oculorum curant caliginem, in infirmum fixe aspicit si vivere debet, quod sanitatis ipsius est indicium: et tunc ipsa avis accedit ad faciem infirmi, et eius infirmitatem haurit et in se recipit, et postea volat in aera et ibi in ferventi radio solis totam consumit. Sic Christus, noster amicus, totus albus, quia ab omni labe peccati mundus, ex cuius lateris apertura sanguis defluens nostrae animae, quae prius clare videre non poterat, curavit caliginem. ..", il nome attribuirebbe così al proprio figlio delle proprietà taumaturgiche, cosa probabilmente vera almeno a livello psicologico.
CALANDRELLA
CALANDRELLI
CALANDRELLO
CALANDRIELLO
Calandrella ha un ceppo tra Lazio ed aquilano ed uno a Morcone (BN) e a Santa Croce Di Magliano (CB), Calandrelli ha un ceppo a Marta (VT), uno a Roma ed uno a Benevento, Calandriello ha un ceppo nella zona di Sassano (SA) e Sala Consilina, ed uno nella zona di Tramutola (PZ) e Paterno, Calandrello, quasi unico, è probabilmente dovuto ad errori di trascrizione, potrebbero derivare dal termine arcaico calandrella (tipo di allodola), o calandrello (piviere), tracce di queste cognominizzazioni le troviamo in in Campania nel 1700 con un tal Giuseppe Antonio Calandriello attore in un giudizio.
integrazioni fornite da P. Calandrelli
personaggi di rilievo sono stati il garibaldino Generale Alessandro Calandrelli (Roma, 1805 - Albano, 1888) che fu uno dei triumviri della Repubblica Romana dal 1 luglio 1849 al 4 dello stesso mese 1849.
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
Sono principalmente quattro i ceppi Calandrelli in Italia: a Benevento, a Roma, nel viterbese ed a Napoli. Sembrerebbe derivare dal termine calandra, che può designare un uccello simile all'allodola, un tipo di coleottero con corpo lungo e stretto, oppure una macchina (dal greco kylindros, cilindro) costituita da pesanti cilindri e usata per levigare tessuti o carta.  In tipografia la calandra è invece la pressa che comprime il flano contro la composizione per ottenere l'impronta.  Il cognome Calandrelli, presente anche nella variante Calandrella a Roma e nel beneventano, potrebbe in tal senso derivare da un soprannome attribuito al capostipite in base alla sua attività lavorativa (lavoratore di tessuti o tipografo) o in base ad una sua particolare caratteristica fisica o caratteriale (calandrella perche piccolo come l'omonimo uccello, o perchè ottimo imitatore del suo verso), ipotesi quest'ultima più plausibile per l'invenzione avvenuta in tempi moderni della calandra.  Tra i vari Calandrelli si individuano illustri personaggi di rilievo della storia del nostro Paese, quali il Professore Ignazio Calandrelli, scienziato e astronomo nella Napoli dell'800, e l'Abate Giuseppe Calandrelli (Zagarolo, Roma, 22/5/1749 - Roma, 25/12/1827), astronomo e dotto scienziato.
CALANDRINI
CALANDRINO
Calandrini, è tipico della fascia che dal forlivese, attraverso il pesarese e l'Umbria arriva al Lazio, Calandrino è specifico della Sicilia occidentale, derivano dal nome medioevale Calandrino presente nel 1200 e 1300 e di cui abbiamo un esempio anche nel Decamerone di Boccaccio.  Tracce di questa cognominizzazione le troviamo in Toscana nella seconda metà del 1300 con Federico Calandrini, Ufficiale della Porta di San Donato di Lucca, in Campania nel 1600 nel perugino opera il condottiero Simone Calandrini capitano della Repubblica di Fossato di Vico (PG).
CALAPSO Calapso, quasi unico, sembrerebbe siciliano, potrebbe derivare da un soprannome grecanico a sua volta derivato dal verbo greco antico καλύψω kalupso (nascondere, occultare).
CALARESE Calarese ha un minuscolo ceppo a Gambatesa nel campobassano ed uno, più consistente, in Sicilia, a Messina.
integrazioni fornite da Maria Nicolosi
Questo era il cognome di una mia bisnonna vissuta a Messina che, secondo quanto ho saputo dalla mia famiglia, era di origine greca: il cognome originario era Chirieleison, poi volutamente cambiato in Calarese.
CALARESI
CALARESO
CALARESU
Calaresi è quasi unico, Calareso, assolutamente rarissimo, ha un piccolo ceppo a Messina, Calaresu è specifico del sassarese, di Alghero, Pozzomaggiore e Sassari, dovrebbero tutti derivare da una forma etnica dialettale per cagliaritano.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
CALARESU: di Calaris > di Cagliari = calaritanu. Noi in Campidano diciamo : Casteddaiu > de Casteddu = di Castello > Cagliari. Cognome presente negli antichi documenti della lingua sarda. Ricordiamo inoltre che su calaresu era una moneta sarda antica, comune a tutta l'isola, conosciuta anche col nome su calaritanu e in italiano, il cagliaritano, del valore della sesta parte del soldo sardo, che a sua volta era la decima parte di una lira (la lira sarda del periodo medioevale aveva un valore che si aggirava sui 500 Euro di oggi). Nel Condaghe di San Nicola di Trullas, CSNT, XI°, XIII° sec. figurano : Calaresu Nichola (50), prete, teste in una vendita di terra in balle de Mela (l'attuale Badde Mela, a sud ovest di Semestene); Calaresu Mical (67), prete, teste in una permuta di servi. Attualmente il cognome Calaresu è presente in 55 Comuni italiani, di cui 20 in Sardegna: Alghero 80, Pozzomaggiore 72, Sassari 47, Macomer 11, Carbonia 11, etc.
CALARI Calari è tipico del bolognese di Bologna e di Casalecchio di Reno, dovrebbe derivare dal nome tardo latino Calarius, una forma superlativa eufonica del nome Clarus.
CALASANZIO Calasanzio, assolutamente rarissimo, sembrerebbe meridionale, dovrebbe derivare dal nome medioevale Sanctius (vedi SANZA), cui sia stato aggiunto il prefisso Cala dal termine greco kalòs (bello), con il significato quindi di il bel Sanzio.
CALASSI
CALASSO
Calassi è assolutamente rarissimo, e si dovrebbe trattare di modifiche successive a trascrizioni errate del cognome Calasso, che è tipiamente salentino, del tarentino, brindisino e del leccese, di Copertino nel leccese e di Lizzano nel tarantino soprattutto, si dovrebbe trattare di una forma alterata del nome medioevale Galassus (vedi GALASSI).
CALATABIANO
CALTABIANO
Calatabiano, molto molto raro, è siciliano, Caltabiano è tipico della Sicilia orientale, del catanese in particolare, dovrebbero derivare entrambi dal toponimo Calatabiano (CT).
CALATI
CALATO
Calati dovrebbe essere originario del leccese e della Sicilia, Calato ha un piccolissimo ceppo a Napoli ed uno più consistente nel palermitano a Vicari e Palermo, potrebbe trattarsi di un'alterazione dialettale del cognome Galati (vedi GALATI), o di un'errore di trascrizione ad opera di ufficiali anagrafici settentrionali, ma esiste anche la concreta possibilità che possa in molti casi derivare da soprannomi originati dal termine latino calathus a sua volta derivato dal greco kalathos una specie di vaso a forma di cesto, forse ad indicare nei capostipiti dei vasai.
CALATINA
CASALATINA
Calatina, quasi unico, dovrebbe essere una forma arcaica del cognome Casalatina, che, molto molto raro, è specifico del vicentino, di Vicenza ed Altavilla Vicentina, dovrebbero derivare da un nome di località, probabilmente nella frazione vicentina di Bertesina, dove esisteva una zona chiamata nel XVIII° secolo della Cà Latina.
CALATRO
CALATRONE
CALATRONI
Calatro e Calatrone sono praticamente unici e dovrebbe trattarsi di errori di trascrizione di Calatroni che è specifico dell'Oltrepo pavese, e dovrebbe derivare dal cognomen latino Calatro di cui abbiamo un esempio nel I° secolo con il Duomviro Caius Sattio Calatro.
CALBI
CALBO
Calbi ha un piccolo ceppo a Milano, uno nell'area tra pratese, fiorentino, forlivese ed aretino, ed uno nel materano, a Stigliano soprattutto, a San Mauro Forte ed a Policoro, Calbo ha un ceppo a Messina, potrebbero derivare dal soprannome e nome medioevale Calbus, di cui abbiamo un esempio d'uso in una Carta venditionis del 1174 a Barasso nel varesotto: "Anno dominice incarnacionis milleximo centeximo septuaximo quarto, decimo die mensis decembris, indicione octava. Cartam vendicionis per hereditatem salvo honore eclesie Sancte Marie de Monte Vellate fecit Marchisius qui dicitur Miliane de loco Balasse in manibus et postestatibus Ottonis qui dicitur Calbus medietatem et Uberti et Laurentii germanorum filiorum quondam Balassi Calbi de suprascripto loco Balasse...", in qualche caso possono anche derivare dal nome di paesi come Calbi nell'aretino.
CALCAGNI
CALCAGNINI
CALCAGNINO
CALCAGNO
Calcagni sembra tipico laziale, con un ceppo anche nella Puglia meridionale, Calcagnini, molto raro, ha un ceppo nello spezzino ed uno nel pesarese, Calcagnino, rarissimo, è del barese, Calcagno ha un nucleo importante tra Piemonte e Liguria ed uno in Sicilia, sono presenti anche piccoli ceppi in Campania, Basilicata e Puglia, dovrebbe derivare dal nome medioevale Calcagno, di cui abbiamo tracce nel 1500 in Lombardia con il capitano di ventura Calcagno Origone.  Tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Pontremoli (MS) nel 1400: "...Zuchi de Valsasina dicti Calcagno..", a Ferrara con l'erudito Coelius Calcagninus e a Offida (AP) con il tesoriere della Provincia Niccolò Calcagni, a Montecorice (SA) nel 1500 con il feudatario Tiberio Calcagno, nel 1500 a Genova è menzionato Vincenzo Calcagno come uno degli assassini di Giannettino Doria.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Calcagnini è un cognome d'origine soprannominale, movente dal veneto calcagnino «calzare dal tacco molto alto» (Olivieri). Alla famiglia comitale dei Calcagnini apparteneva il castello di Formigine (MO).  Fonte: G. Violi, Cognomi Modena e nel Modenese.
CALCAMO Calcamo, quasi unico, sembrerebbe del catanese, dovrebbe derivare da un soprannome riferito al mestiere di venditore ambulante di panni vecchi, che in arabo si identificava con il termine hulqānī.
CALCARA Calcara è un cognome tipico della Sicilia occidentale, di Castelvetrano e Mazara del Vallo nel trapanese e di Palermo e Caccamo nel palermitano, dovrebbe derivare da nomi di località come Calcara di Panarea, tipica per le sorgenti termali e fumarole, o come Cala Calcara di Levanzo nelle Egadi, ma è molto più probabile che derivi dal fatto di abitare la famiglia nei pressi di una calcara, voce dialettale siciliana per fornace da calce o gesso, o per il fatto di essere loro stessi dei produttori di calce o gesso.
CALCATELLI Calcatelli ha un ceppo marchigiano, ad Arcevia nell'anconetano, ed uno nel romano a Roma, Velletri e Ciampino, il ceppo romano potrebbe essere di origini molisane e derivare dal nome della località Calcatello sul Monte Caraceno di Pietrabbondante nell'iserniese, come potrebbe pure derivare da una forma etnica del paese di Calcata nel viterbese, che potrebbe anche aver dato luogo al ceppo nell'anconetano, una seconda ipotesi proporrebbe una derivazione dal verbo latino calcare (calpestare, ma anche il pigiare l'uva), in questo caso deriverebbe da un soprannome attribuibile ad un vignaiolo, forse il mestiere dei capostipiti.
CALCATERRA
INCALCATERRA
Calcaterra è presente in tutto il territorio nazionale si evidenziano due ceppi distinti, uno in Sicilia, l'altro nelle Marche, Incalcaterra ha un ceppo siciliano, soprattutto a Trapani e Mazara del Vallo nel trapanese ed uno nel Lazio a Civitavecchia, dovrebbero entrambi derivare da soprannomi legati all'attività del capostipite, probabilmente un contadino, secondo altri si tratterebbe invece di soprannomi originati dalla bassa statura del capostipite.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
In Sicilia il cognome Calcaterra viene dal vocabolo siciliano scherzoso 'carcaterra' = nanerottolo. Rohlfs 58.
CALCHERA Molto molto raro è tipicamente veneto, ha un piccolo ceppo in Cadore ed uno a Venezia, dovrebbe derivare dal vocabolo dialettale calchera (fornace da calce).
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
 Fino a circa una sessantina di anni fa la calce veniva prodotta in fornaci chiamate localmente calchere. Il termine calchera deriva dal latino calcaria fornax, col significato appunto di forno per produrre calce e calcina. La calchera è un forno costruito con sassi squadrati, possibilmente resistenti al calore. Il luogo per la sua costruzione veniva scelto con cura: erano necessari la presenza di una strada per il trasporto e una grande disponibilità di rocce calcaree e legname per alimentare il fuoco. Il cognome Calchera sembrerebbe tipico della provincia di Belluno, del comune di Forno di Zoldo, ma altri ceppi sono riscontrabili a Venezia e relativa provincia nonchè in Lombardia, a Milano. Chiaramente il cognome trae origine dall'attività legata alla produzione della calce oppure dalla toponomastica, considerando il fatto che molti luoghi potevano essere denominati in tal modo con specifico riferimento ad una calchera attiva nelle vicinanze.
CALCHI Abbastanza raro sembrerebbe avere due ceppi, uno tra Milano e Bergamo ed uno in Abruzzo tra Pescara e Chieti, il ceppo lombardo dovrebbe derivare dal toponimo Calco (CO), famiglia nobile di cui si ha traccia fin dal 1277, quando Ottone Visconti la iscrisse nella Matricola degli Ordinari della Metropolitana, nel 1400 troviamo un Bartolomeo Calchi segretario particolare di Ludovico il Moro, nel 1578 i Calchi  furono ammessi al Patriziato milanese. Un'ipotesi sull'origine del cognome fa riferimento al fatto che Strabone storico e geografo greco ( 63 a.C. - 19 d.C), scrive che, onde ripopolare dopo la cacciata dei Galli il territorio dal Lago di Como al fiume Adda, i Romani abbiano trasferito in quella zona un certo numero di greci provenienti dall'isola di Calchi (Colcide) del mar Egeo.
CALCI Calci ha un piccolo ceppo lombardo, che potrebbe derivare dal toponimo Calcio nel bergamasco, uno a Mondragone nel casertano ed uno a Gizzeria nel catanzarese, che potrebbero derivare o da nomi di località o dal mestiere dei capostipiti.
CALCIA
CALCIO
Calcia, assolutamente rarissimo, è diffuso in Piemonte, Calcio, quasi unico, è probabilmente dovuto ad un'errata trascizione del precedente, che dovrebbe derivare dal nome medioevale Calcia, di cui abbiamo un esempio d'uso nel 1218 ne la Histoire de la ville de Nismes: "Anno MCCXVIII. kal. Julii, petit in jure W. de Fonte à R. Cabassono quoddam stare quod confrontat ab oriente in via, à vento cum fstari Poncii Vilani, à circio cum stari uxoris B. Corderii ; & dicit quod istud stare tenebat R. Cabassonus, nomine Calce , & debebat eidem Bernardo dare de censu annuatim VI. denarios; quem censum R. Cabassonus non solvit, XX. anni proxime continui sunt elapti. Preterea dicit W. de Fonte se habere totum jus quod dictus Calcia habebat in dicto stari reale sive personale, sive quocumque modo dictus Calcia ibi jus haberet. R.Cabassonus confitetur se possidere predictum stare, sed dissiterur quod tenebat illud nomine Calcia sub censu vel alio modo. V. kal. Julii, ponit G. de Fonte quod R. Cabassonus debebat dare de censu annuatim VI denarios Calcie, nomine dicti staris: quod altera pars dissitetur. ..".
CALCO
CALCO'
Entrambi siciliani, Calco è quasi unico, Calcò è specifico del messinese, di Alcara li Fusi, Tortorici e San Salvatore di Fitalia, dovrebbero derivare da un soprannome basato sul termine grecanico calcòs (fabbro), stando così probabilmente ad indicare quale fosse stato il mestiere dei capostipiti.
CALCOPIETRO Calcopietro cognome tipicamente calabrese del reggino, di Polistena in particolare, potrebbe derivare da un soprannome antico basato sul termine greco chalcòs (rame), forse ad indicare nel capostipite un artigiano del rame di nome Pietro, ma è pure possibile una derivazione aferetica dal termine medioevale scalco (servitore), a sua volta derivato dal germanico medioevale scalh (servo), e si tratterebbe allora di un capostipite conosciuto come il servo Pietro.
CALDAN
CALDANA
CALDANI
CALDANO
Caldan è quasi unico, Caldana è tipico dell'area che comprende bresciano, veronese e vicentino, Caldani ha un piccolo ceppo nell'imperiese, uno nel fiorentino ed uno a Roma, Caldano, estremamente raro, ha un piccolo ceppo tra Piemonte e Liguria ed uno forse nel potentino, dovrebbero derivare dai tanti toponimi contenenti la radice Caldan-, come ad esempio Caldana nel varesotto, nel grossetano e nel senese, Caldane nel potentino o altri simili, ma potrebbero anche derivare da soprannomi originati dal termine arcaico caldana o caldano (locale riscaldato) con questo nome si chiamava il locale dove i panettieri mettevano il pane a lievitare, caldano inoltre veniva chiamato il vaso usato per scaldarsi, spesso di rame, dove si riponeva della brace ancora accesa.
CALDARA
CALDARELLI
CALDARI
CALDARINI
CALDARINO
CALDERA
CALDERINI
CALDERINO
Caldara, oltre al ceppo milanese, bergamasco, ne ha uno nel barese ed uno nel palermitano, Caldarelli è specifico dell'Italia centromeridionale, delle Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, casertano e napoletano, Caldari è specifico della zona che comprende il riminese, il pesarese ed il perugino, con un grosso ceppo tra Rimini, Riccione e Cattolica, nel riminese, Pesaro, Colbordolo e Gabicce Mare nel pesarese, ed un ceppo a Città di Castello ed Umbertide nel perugino, Caldarini ha un ceppo nel milanese a Milano, Carate Brianza, Albiate e Paderno Dugnano, uno in Emilia nel parmense a Colorno e Parma ed uno nel romano a Castel Gandolfo, Palombara Sabina e Roma, Caldarino è unico, Caldera è tipico di Lombardia e Piemonte, Calderini ha un ceppo nel vercellese e novarese, uno nell'udinese, uno piccolo nel parmense, uno nel livornese e pisano, uno nel perugino e ternano ed uno nel romano, Calderino, quasi unico, ha presenze sparse qua e là per tutta l'Italia peninsulare, in alcuni casi possono derivare, direttamente o tramite ipocoristici, da soprannomi originati dal mestiere dei capostipiti, occupati probabilmente nell'attività di produttori o riparatori di caldaie o pentole, in altri casi possono originare da toponimi come Caldera nel messinese o Torre Caldera nell'alessandrino o da altri indicativi di località, come si può vedere in uno scritto del 1183 tratto dal Codice Diplomatico della Lombardia medievale: "...a sero via canpus dicitur in Zerbo prope Dupum de la Caldera, est iugera quattuor et perticas quattuor. et tabulas undecim...".
CALDAROLA Tipico della provincia di Bari, dovrebbe derivare dal vocabolo latino calidarium (luogo termale) ed essere riferito ad un'origine riferita ad una località termale, come Caldarola (MC) nelle Marche.
CALDART Caldart è tipico di Belluno e della sua provincia, di Ponte nelle Alpi, Sospirolo e Sedico, potrebbe derivare dal toponimo Kaltern (Caldaro sulla strada del vino) in provincia di Bolzano.
CALDATO Abbastanza raro è tipico di Treviso.
CALDERAN
CALDERANI
CALDERANO
Calderan è tipicamente veneto, dell'area che comprende le province di Venezia, Treviso e Pordenone, Calderani, molto raro, è invece toscano, del pisano, di Ponsacco, Calderano, molto raro, è specifico di Maratea nel potentino, dovrebbero tutti derivare dal mestiere di calderano, cioè di maestro artigiano addetto alla bollitura ed al trattamento dei bachi da seta, probabile occupazione del capostipite.
CALDERALE
CALDERALO
Calderale, assolutamente rarissimo, dovrebbe essere originario del barese, zona di Alberobello e Monopoli, Calderalo, se possibile ancora più raro, sembrerebbe dell'area tarentino, brindisina, questi cognomi dovrebbero derivare dal mestiere di artigiano produttore di pentole e caldaie, riteniamo poco probabile il riferimento all'associazione dei calderali o calderai, un'associazione segreta reazionaria, filo-borbonica costituita in opposizione alla Carboneria.
CALDERARA
CALDERARI
CALDERARO
Calderara è diffuso in Lombardia ad Agnadello (CR), Milano, Besnate e Cuasso Al Monte (VA) e in tutto il varesotto, in Emilia e a San Bonifacio (VR), Calderari, meno diffuso, ha un piccolo ceppo a Pieve di Soligo (TV), a Bologna ed un nucleo nel Lazio, a Roma, Anticoli Corrado (RM), Ceccano (FR) e Orte (VT), Calderaro ha un ceppo nel padovano e vari nuclei al sud, in Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia, dovrebbero tutti derivare dal mestiere di artigiani produttori di pentole e caldaie, ma in alcuni casi possono derivare da toponimo come Calderara (MI) o Calderara di Reno (BO).
CALDEROLI
CALDIROLI
Entrambi tipicamente lombardi, Calderoli è bergamasco, di Bergamo e di Azzano San Paolo, Caldiroli, più diffuso, è specifico dell'area tra milanese e varesotto, di Castellanza, Gorla Minore e Busto Arsizio nel varesotto e Legnano nel milanese,  dovrebbero derivare dal vocabolo lombardo caldera (grosso pentolone di rame usato normalmente per scaldare l'acqua per il bucato), starebbe probabilmente ad indicare l'attività di produttore, o riparatore di caldere svolta dai capostipiti.
CALDERON
CALDERONE
CALDERONI
Calderon è quasi scomparso, Calderone è tipico siciliano, Calderoni ha un ceppo nel ravennate ed uno nel barese, dovrebbe essere di origini spagnole, potrebbe derivare o da un toponimo, di paesi chiamati Calderon in Spagna ce ne sono almeno due, o da un soprannome legate o a caratteristiche di una località o ad un mestiere, il casato dei Calderon lo troviamo come feudatario del re spagnolo in Calabria nel 1600, a Bormio (SO) nel 1507 in un atto si legge: "...Et super hoc dat pro testibus Angelum Redulfini, Antonium Juliani, Simonem Andree Calderoni....".
CALDI Cognome del centro nord Italia, si individuano molte possibili zone d'origine (Verbania Intra, Milano, Bologna, Massa Carrara, ecc), potrebbe derivare da toponimi quali Caldè (VA) o altri con la stessa radice.
CALDOGNETTO
CALDOGNO
Entrambi tipicamente veneti, Caldognetto è tipico di Vicenza, Isola Vicentina e Dueville, con presenze anche nel mantovano, Caldogno, molto molto raro, è di Peschiera del Garda nel veronese e di San Giorgio in Bosco nel padovano, dovrebbero derivare dal nome del paese di Caldogno nel vicentino, probabilmente il luogo d'origine dei capostipiti.
CALDONAZZO Caldonazzo, specifico della zona tra trentino e veronese, deriva dal toponimo Caldonazzo in Trentino. La dinastia dei Caldonazzo nasce in epoca longobarda  con l'Arimanno Warbert.
CALECA Caleca è di origini siciliane, è diffuso a Castellammare del Golfo nel trapanese, a Palermo e Partinico nel palermitano, a Santa Margherita di Belice nell'agrigentino e nel messinese a Patti, Torrenova e Montagnareale, questo cognome dovrebbe derivare da un soprannome dialettale basato sul termine siciliano arcaico calèca (un tipo di susina di piccole dimensioni), il cui nome sembrerebbe essere di origini arabe e derivare dal termine hawaiha (prugna).
CALEF
CALEFFA
CALEFFI
CALEFFO
Calef, estremamente raro, è presente in modo sporadico nella fascia umbro, marchigiana, con un piccolo ceppo a Senigallia, Caleffa, assolutamente rarissimo, è specifico del vicentino, Caleffi è diffusissimo nell'area che comprende il veronese, il mantovano, il parmense, il reggiano, il modenese, il bolognese ed il ferrarese, Caleffo, quasi unico, sembrerebbe dell'area veronese, potrebbero derivare dal nome ebraico Caleb o anche da un'alterazione di Haleb, l'attuale Aleppo in Siria, probabile luogo d'origine delle famiglie.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Il cognome Caleffi è d'origine soprannominale e muove dall'antico italiano calèffo «burla» e da caleffare «burlare». Il nome personale Calleffus è presente in una carta modenese del 1163. Fonte: F. Violi, Cognomi a Modena e nel Modenese.
CALEGARI
CALEGARIS
CALEGARO
CALIGARI
CALIGARIS
CALIGARO
CALLEGARI
CALLEGARIS
CALLEGARO
CALLIGARI
CALLIGARIS
CALLIGARO
Calegari è tipicamente lombardo, del bergamasco e del milanese, Calegaris è unico, Calegaro, molto raro, decisamente veneto, è soprattutto del veronese, Caligari, abbastanza raro, ha un ceppo in provincia di Sondrio ed uno tra forlivese e riminese, Caligaris è specifico dell'area nordoccidentale, del Piemonte, Liguria ed ovest Lombardia, Caligaro è unico, Callegari è proprio del nord Italia, Callegaris, molto raro, ha un ceppo nel pavese ed uno nel triestino, dove probabilmente è solo una variante dovuta ad errori di trascrizione di Calligaris, Callegaro è tipico veneto, della fascia che comprende il rovigoto, il padovano, il veneziano ed il trevisano, Calligari ha la sua massima concentrazione nelle provincie di Milano, Pavia e Novara, ma si nota una presenza significativa anche in provincia di Napoli, Calligaris, decisamente friulano, è tipico dell'udinese, goriziano e triestino, Calligaro è specifico dell'udinese. La derivazione è facilmente intuibile, infatti ha origine dal vocabolo tardo latino caligarius (calzolaio), cioè chi produceva o commerciava in scarpe (in latino calzatura = caliga). Si pensi che persino un famoso imperatore romano prese il nome proprio dal termine caliga, il famoso imperatore Caligola, Tacito nel primo libro dei suoi Annali infatti scrive: "...iam infans in castris genitus, in contubernio legionum eductus, quem militari vocabulo Caligulam appellabant, quia plerumque ad concilianda vulgi studia eo tegmine pedum induebatur...".
CALEO Caleo ha un ceppo a Carrara con diramazioni a Livorno e nello spezzino a Sarzana, Ortonovo e La Spezia, potrebbe derivare da modificazioni italianizzate del nome provenzale Caleb, esiste anche un ceppo nel salernitano, che potrebbe invece derivare invece dal toponimo Caleo nel Cilento, improponibile la derivazione dal verbo latino caleo (scaldarsi).
CALESTANI Calestani è tipico dell'area lombardo emiliana, ha un piccolo ceppo a Leno nella bassa bresciana a ed uno più consistente a Parma e nel parmense e vicino reggiano, dovrebbe derivare dal nome del paese parmense di Calestano, anche se non si può escludere una derivazione analoga a quella del toponimo, cioè dal nome tardo latino Callistanus, nome tipico dei liberti di un Callistus, oltre che delle sue proprietà terriere.
CALFAPIETRA Calfapietra ha un ceppo romano ed uno nel reggino, dovrebbe derivare da un soprannome con il significato di scaldapietre, attribuito probabilmente ad un capostipite ritenuto uno scansafatiche.
CALGARO Tipico del vicentino, deriva dal vocabolo tardo latino caligarius (calzolaio), cioè chi produceva o commerciava in scarpe (in latino calzatura = caliga). 
CALI
CALI'
Cali è tipico catanese, dovrebbe trattarsi di un errore di trascrizione del più comune Calì, molto diffuso in tutta la Sicilia, ma soprattutto nel catanese e palermitano, dovrebbe derivare dal vocabolo greco kalos (bello).
integrazioni fornite da Sac. Giuseppe Di Bella
Calì è un cognome di origine greca accorciativo di kalìs (kalès-in greco antico), che vuol dire di bella: kalòs-nominativo maschile, kalì (Kalè gr. ant.)-nominativo famminile, kalòn-nominativo neutro; kaoù,kalìs,kaloù-genitivo.
CALIA Calia ha un grosso ceppo in Puglia, uno nel trapanese e palermitano ed uno nel nuorese in Sardegna, dovrebbe derivare dal termine italiano arcaico calìa (calo, persona gretta e ridicola), che veniva però anche riferito a mercanti di gioielli di poco conto, a Lucera nel foggiano ad esempio, in epoca rinascimentale, la via di Calìa era quella dove questi mercanti da poco proponevano i loro articoli fatti con oro di recupero e questo potrebbe essere stato il mestiere del capostipite, ma, nell'area della Magna Grecia, potrebbe anche derivare dal termine greco kalos (bello, carino) con un significato completamente diverso.
CALIAN
CALIANI
CALIANO
Calian, assolutamente rarissimo, è specifico della parte meridionale della provincia di Verona, Caliani, molto raro, è tipico del senese, Caliano, molto molto raro, è tipico campano di Montoro (AV) una cui frazione si chiama Caliano, derivano dal cognomen latino Calianus di cui abbiamo un esempio in un'antica iscrizione latina del II° secolo d.C.: "...M(arcus) Valerius Speratus - L(ucius) Aemilius Calianus cor(nicen) - T(itus) Flavius Surus act(uarius) leg(ionis)..." o direttamente o attraverso toponimi con questo nome come Caliano di  Capolona (AR).
CALIANDRO
CALIENDI
CALIENDO
CALIENDRO
Caliandro è tipicamente pugliese, del brindisino e tarentino, Caliendi, molto raro è dell'urbinate, Caliendo è un cognome tipicamente campano, Caliendro, praticamente unico è quasi sicuramente dovuto ad un errore di trascrizione di Caliandro, dovrebbero tutti derivare da un soprannome legato ad una caratteristica fisica o al mestiere di parrucchiere, infatti caliandrum - caliendrum era il vocabolo latino per parrucca, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo nel brindisino fin dal 1700 con dei Caliandro in qualità di sacerdoti e notai . (vedi Calandra)
integrazioni fornite da Domenico Biondi
Il cognome Caliandro è tipico di Ceglie Messapica (BR) da qui si è diffuso poi nei comuni limitrofi di nuova istituzione (inizio del '900) ovvero, Villa Castelli e San Michele Salentino. L'antico nome di Ceglie Messapica era Kalia, da qui Kaliandrus, diventato poi Caliandro per indicare un abitante di Ceglie.
CALIARI
CALIARO
CALLIARI
CALLIARO
Caliari è tipico dell'area che comprende il basso Trentino, Bleggio Superiore, Trento e Mori, ed il veronese, a Verona, Villafranca di Verona, Sommacampagna, Castelnuovo del Garda, Sona e Bussolengo, con un piccolo ceppo anche a Valdagno nel vicentino, Caliaro, molto meno diffuso, è tipico del vicentino, di Arzignano, Chiampo e Vicenza, con un ceppo anche a Verona, Calliari è specifico del Trentino, di Trento, Volano, Romeno, Villa Lagarina, Mezzolombardo e Lavis, con un ceppo anche a Termeno sulla Strada del Vino in provincia di Bolzano, Calliaro è praticamente unico, dovrebbero derivare da forme contratte del termine latino caligarius (calzolaio) (vedi CALEGARI), indicando che quello probabilmente fosse il mestiere dei capostipiti.
CALICCHIO Oltre al nucleo salernitano nella zona di Camerota è presente un ceppo a Noci (BA) in Puglia.
CALIFANI
CALIFANO
CALIFFI
CALIFFO
Califani, praticamente unico è un errore di trascrizione di Califano che è tipico della Campania, con un ceppo nel potentino ed uno nel Lazio, Califfi e Califfo sono assolutamente rarissimi, dovrebbero tutti derivare dal nome arabo Khalifa derivato a sua volta dal termine omonimo (in italiano il califfo), che identifica il capo supremo del paese, il vicario del re, il podestà.
CALIGIURI
CALOGERI
CALOGERO
CALOGIURI
Caligiuri è calabrese, del basso cosentino, catanzarese e crotonese. Calogeri è assolutamente rarissimo, Calogero è tipico della Sicilia orientale e del reggino, Calogiuri è specifico salentino, di Lizzanello (LE) in particolare, dovrebbero derivare tutti dal termine greco kalogheros (bel vecchio) titolo riservato in particolare ai frati ed alle persone di rispetto, in alcuni casi è pure possibile una derivazione dal nome greco Kalogeros o in alcuni casi dal toponimo greco Kalogeros o da uno dei toponimi contenenti la radice Calogero come ad esempio San Calogero (VV) e (AG) o Piano Calogero (PA)..  Presenze di queste cognominizzazioni le troviamo fin dal 1500 a Lizzanello con i Calogiuri e nella seconda metà del 1700 a Bella (CZ) con il canonico don Francesco Caligiuri.
CALIGNANO Calignano ha un piccolo ceppo a Napoli, mentre il ceppo più importante è pugliese, di Nardò nel leccese e di San Donaci nel brindisino, sembrerebbe poter essere originario della provincia di Brindisi, potrebbe essere originato da un soprannome dialettale derivato dal vocabolo greco kali (bello) o da un'alterazione del nome del toponimo Carignano presente nel foggiano, forse il luogo di provenienza dei capostipiti.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Calignano poiché è presente anche al Nord, potrebbe derivare dal toponimo omonimo in provincia di Pavia.
CALIMAN
CALIMANI
CALIMANO
CALLIMAN
Caliman è estremamente raro sembrerebbe originario della zona tra Pordenone e Treviso, Calimani ancora più raro sembra sempre essere comunque veneto, Calimano è assolutamente rarissimo, quasi unico, Calliman sempre rarissimo è tipico del trevigiano, cognomi di origine israelitica dovrebbero tutti derivare dal nome ebraico Calonimos o Kaliman.   Esempio di questo nome si trova nel Veneto fin da prima del 1500; ad Asolo (TV) un certo Caliman Cohen è citato in un atto del 1547 nel quale si legge: "ad istantia et requisitione de Caliman et Iseppo hebrei figlioli del quondam Marco, et de altri hebrei habitanti in Asolo".
CALINI
CALINO
Calini è specifico del milanese, con un piccolo ceppo nel bresciano, Calino, assolutamente rarissimo, è del bresciano, quest'ultimo, assieme al ramo bresciano dei Calini, potrebbe derivare dal toponimo Calino di Cazzago San Martino (BS), tutti possono derivare dal cognomen latino Calenus ricordiamo il generale romano Quintus Fufius Calenus che divenne Console nel 47 d.C.. Tracce illustri di queste cognominizzazioni le troviamo nel 1500 a Brescia, dove i Calini appartenevano alla migliore nobiltà e nel 1700 con Ludovico Calini Vescovo di Crema.
CALIO
CALIO'
Calio, molto più raro, è del catanese, Caliò è ben diffuso in Calabria, in particolare a Catanzaro, ma comunque ben presente a Rossano nel cosentino, con presenze anche a Caraffa di Catanzaro, Botricello e Girifalco nel catanzarese ed a Crotone, ed in Sicilia, soprattutto a Naso e Capo d'Orlando nel messinese, con un piccolo ceppo anche nel catanese a Ramacca e Catania, dovrebbe derivare dal nome greco Kalliòn (più bello), o dal nome della città di Kallion in Etolia (in Grecia), o anche dal cognome greco Kalliòs.
CALIOLO Caliolo è tipico del brindisino, di Carovigno in particolare, di Latiano, di San Vito dei Normanni e di Mesagne, dovrebbe derivare dal nome del monte Caliolo o meglio ancora dal nome della Contrada Monte Caliolo situata nell'area del paese di Carovigno.
CALIPA Calipa, assolutamente rarissimo, tipicamente calabrese del reggino, di Gioia Tauro e Rizziconi, potrebbe derivare da un'italianizzazione del nome arabo Khalib.
CALIPARI
CALLIPARI
Calipari, abbastanza raro, è specifico del reggino, in particolare di Caulonia, Varapodio e Santa Cristina d'Aspromonte, Callipari, altrettanto raro, è specifico sempre del reggino, di Careri, Locri e Bovalino, dovrebbero essere derivati da un soprannome grecanico kalè pareia con il significato di bella guancia, ma è pure possibile una derivazione dal nome della ninfa Pareia, sempre con l'aggiunta dell'aggettivo kalè (bella) e si tratterebbe in questo caso di un matronimico.
CALIRI Caliri è specifico del messinese, di Barcellona Pozzo di Gotto in particolare e di Messina, Falcone, Terme Vigliatore e Milazzo, con ceppi anche a Palermo e Catania, potrebbe derivare da un soprannome grecanico originato dal termine kalion (potassio), forse ad indicare che il mestiere del capostipite fosse quello di estrarre la potassa dalle miniere di salgemma.
CALISE
CALISI
Calise è tipico del napoletano, Calisi ha un ceppo nella provincia di Latina ed uno nel barese, derivano dal nome medioevale Calisius , tracce di questa cognominizzazione le troviamo nella seconda metà del 1500 con Albertus Calisius pedagogo e retore e nel 1600 con il teologo Johannes Calisius.
CALISTA
CALISTE
CALISTI
CALISTO
CALLISTA
CALLISTI
CALLISTO
Calista è tipico di Palermo e della provincia di Pescara, di Collecorvino e Pescara in particolare, Caliste, molto molto raro, parrebbe romano, Calisti è ben diffuso nelle Marche, nel teramano, in Umbria ed in Lazio, Callista è quasi unico, Callisti, molto raro, ha un piccolissimo ceppo romagnolo, uno nel romano ed uno nel valenziano, Callisto sembrerebbe specifico di Molinara nel beneventano.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
L'origine di questi cognomi va ricercata nel nome medievale Calisto o Callisto, l'italianizzazione cioè del personale greco Kallistos, col significato letterale di bellissimo (si tratta di un superlativo del nome greco  Kalos; (vedi Calò): nell'antica mitologia greca, infatti, Callisto era il nome di una ninfa di Artemide, il cui nome, in realtà, nasce da un epiteto della stessa dea, anche conosciuta come Artemis Kalliste (Artemide la bellissima). Per quanto riguarda i cognomi in questione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni dei nomi personali dei capostipiti.
CALISTRI
CALISTRO
Calistri ha un ceppo a Pistoia e nel pistoiese, fiorentino e nel bolognese a Granaglione e Porretta Terme, ed uno a Viterbo ed a Roma, Calistro, assolutamente rarissimo, parrebbe del Piceno, Calistroni ha un ceppo nel perugino a Marsciano e Perugia, ed uno nel viterbese a Civitella d'Agliano e Viterbo, dovrebbero derivare, direttamente o tramite accrescitivi, dal nome latino Callistrus o Calistrus, ricordiamo nel I° secolo un Callistrus prefetto della Guardia Pretoriana dell'Imperatore Tiberio.
CALITRI Calitri ha un ceppo tra potentino e foggiano, in particolare ad Acerenza nel potentino ed a Foggia e Panni nel foggiano, dovrebbe derivare dal toponimo Calitri nell'avellinese, probabile luogo di provenienza del capostipite.
CALIZZI Cognome prettamente crotonese, potrebbe essere originato da un soprannome dialettale derivato dal vocabolo greco kali (bello).
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Calizzi cognome calabrese, che è l'italianizzazione del cognome greco Kalitsis.
CALLA
CALLA'
Calla, assolutamente rarissimo, del reggino e vibonese, dovrebbe essere dovuto ad un'errata trascrizione di Callà, che è tipicamente calabrese anch'esso, di Mammola nel reggino e di Serra San Bruno nel vibonese, e che potrebbe derivare da un'italianizzazione del cognome greco Callas, o derivare da soprannomi basati sull'aggettivo greco καλός kalòs (bello).
CALLARA
CALLARI
CALLARO
Callara, assolutamente molto raro, ha un piccolo ceppo ad Anagni nel frusinate ed uno a Colle Sannita nel beneventano, Callari è specifico della Sicilia, con un ceppo anche in provincia di Roma, Callaro, quasi unico, è del beneventano, potrebbero derivare dal praenomen latino Callarus, un'ipotesi da prendere in considerazione è che in qualche caso possano anche derivare dal nome di Castrum de Callari (antico nome di Cagliari).
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
Cognome prevalentemente siciliano, con un ceppo minore forse nel Lazio, potrebbe derivare dal vocabolo dialettale caddaru, che indicava un pentolone usato nei caseifici per fare il formaggio. Si tratterebbe, dunque, della cognominizzazione di un soprannome derivato da un mestiere, un'altra possibile origine di Callari vedrebbe alla base di questo cognome il termine dialettale callara, che indica in generale una pentola, una caldaia: si può allora ipotizzare che callara fosse un nome di mestiere attribuito a un calderaio (detto, infatti, anche callarale) e che questa fosse l'attività del capostipite.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Callari è cognome siciliano e calabrese ed è la italianizzazione del cognome greco Kalláris. Nel XVIII secolo era il nome di un notaio a Oppido. Rohlfs 60.
CALLEDDA Ha un ceppo a Cagliari ed uno a Aritzo (NU), dovrebbe derivare da un soprannome originato dal vocabolo sardo calleddu (cagnolino).
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
CALLEDDA: callèdda e callèddu = cane, femmina e maschio, o anche cucciolo di cane. Per quest'ultimo è più comune callellèddu. Sono sinonimi di catzèdda, catzéddu (vedi il cognome Cadeddu). Sempre dal latino catellus = cucciolo di cane. In calledda e calleddu è chiara la metatesi, che il Wagner non scorge! Cognome presente nelle carte antiche. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE del 1388, figura, Calleddu Juliano, ville Selluri. ** Selluri - Sedduri - Seddori: odierno Sanluri. Et ego Capula Marcus .sindicus, actor et procurator ville Selluri.seu a Petro De Castay, locuntenente capitanei et Margiano Costa, locuntenente potestatis terre Selluri et omnibus habitatoribus dicte terre, congregatis. X die januarii 1388. Cognome raro, presente in 29 Comuni italiani, di cui 21 in Sardegna: Aritzo 38, Quartu S. E. 23. Nuoro 18, Ussana 6, etc.
CALLEGARINI Callegarini, molto raro, ha un ceppo nel pavese, uno nel mantovano ed uno nel ferrarese, deriva da una forma ipocoristica del vocabolo tardo latino caligarius (calzolaio), cioè chi produceva o commerciava in scarpe (in latino calzatura = caliga).
CALLEGATI Callegati, molto raro, è tipicamente romagnolo, di Faenza e Ravenna nel ravennate, di Forlì e di Mordano ed Imola nel bolognese, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine tardo latino calicatus (intonacato, tirato a calce, imbiancato), la motivazione del soprannome potrebbe essere dal mestiere del capostipite, che potrebbe essere stato un magister calicarius (muratore specializzato nell'intonacatura e finitura a calce dei muri), o anche semplicemente dal fatto di abitare la famiglia in una casa molto bianca.
CALLERI Calleri ha un ceppo nel cuneese a Carrù e Mondovì ed a Torino ha un ceppo a Genova ed Albenga (SV), ma il nucleo principale è a Scordia nel catanese ed a Palazzolo Acreide, Siracusa e Canicattini Bagni nel siracusano, i ceppi liguri e piemontesi sarebbero quindi dovuti al fenomeno dell'emnigrazione dal sud, potrebbero perciò derivare da una forma dialettale originata dal termine greco kalos(bello), ma molto probabilmente si tratta semplicemente di una forma alterata del cognome Callari (vedi CALLARI), l'ipotesi che porta a far derivare i Calleri del nord da toponimi come Moncalieri o Pancalieri nel torinese è abbastanza poco probabile.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Calleri è cognome siciliano e calabrese ed è la italianizzazione del cognome greco Kalleris. Nel XVIII secolo era il nome di un notaio a Oppido. Rohlfs 60.
CALLOCCHIA Assolutamente rarissimo, del centro Italia, probabilmente laziale o abruzzese, dovrebbe derivare da una modificazione del nome greco Kalò o dell'aggettivo kalos (bello), ma è pure possibile che sia originato da un soprannome legato al vocabolo calocchia (pertica usata per battere il grano).
CALLONE
CALLONI
CALONE
CALONI
Callone, assolutamente rarissimo, ha presenze nell'area comasca, varesotta, milanese e verbanese ed un piccolissimo ceppo nel beneventano, Calloni ha un nucleo lombardo nel milanese a Buscate, Arconate, Dairago, Agrate Brianza, Monza, Milano, Arcore, Inveruno, Cernusco sul Naviglio e Bresso e nella vicina Busto Arsizio nel varesotto, ed un ceppo in Toscana nel pisano a Palaia e Pontedera, Calone ha un piccolo ceppo nel varesotto ed uno nel napoletano, Caloni ha un ceppo nell'area milanese ed uno tra senese, aretino e perugino, dovrebbero derivare, direttamente o attraverso mutazioni dialettali, dal nome medioevale Calone una forma arcaica per Carlone o Carlomagno, di cui abbiamo un esempio nei Codices Traditionum Ecclesiae Pataviensis, olim Laureacensis, nell'anno 795 in un testo che così si conclude: "...et haec sunt testes qui audierunt et uiderunt hanc traditionem Rantolf comis. Into Chuntilo. Perri. Ratolt. Pero, Taozi. Adalhart. Itto. Clauperht. Isanker. Aotker. Adalhaoh. Kerhaoh. Ato. Siquis uoluerit hanc traditionem frangere aut ego aut alius de heredibus et coheredibus meis. primum iram dei incurrat omnipotentis et habeat luctam cum sancto Stephane coram deo et angelis ejus et haec traditio. firma permaneat et est factum in III id. aprilis anno XXVII regni Caloni regis (nel 768 iniziò il regno di Carlomagno). .", ma potrebbero anche derivare dal termine latino calones, una sorta di manovalanza militare addetta alla funzione di attendenti (domestici) o portatori presso le antiche legioni romane, ne leggiamo nel De bello gallico di C. Giulio Cesare: "...Horum adventu tanta rerum commutatio est facta, ut nostri, etiam qui vulneribus confecti procubuissent, scutis innixi proelium redintegrarent, calones perterritos hostes conspicati etiam inermes armatis occurrerent, equites vero, ut turpitudinem fugae virtute delerent, omnibus in locis pugnantes studio se legionariis militibus praeferrent....".
su suggerimento di Nicola Caloni
CALLOZZO Callozzo, quasi unico, sembrerebbe siciliano, dovrebbe derivare da un soprannome basato sul termine dialettale siciliano arcaico caddròzzu (sciocco).
CALMI
CALMO
Calmi, assolutamente rarissimo, sembrerebbe essere dovuto ad errate trascrizioni del cognome Calmo, che è decisamente meridionale, assolutamente rarissimo, ha piccole presenze in Campania ed in Sicilia e presenta un piccolissimo ceppo nel foggiano, dovrebbero derivare dal nome medioevale Calmus di cui abbiamo un esempio in questo atto del 1221: "Ego, Matheus de Tosquin, notum facio omnibus presentes litteras inspecturis, quod de mandato domine mee Blanchie, comitisse Trecensis palatine, ivi apud Joviniacum ad recipienda juramenta militum castellarie Joviniaci et burgensium ejusdem castri, quod si do minus P., comes Joviniaci, deficeret quod non redderet dicte comitisse vel Th. comiti, nato ejus, quandocumque ab eis fuerit requisitus, castrum Joveniaci, quod est jurabile et reddibile eis, dicti milites et burgenses ex tunc se tenerent ad dominam comitissam, vel comitem natum ejus supradictos. Hec sunt nomina eorum qui juraverunt: dominus Petrus de Chevallo; dominus Renaudus de Septempilis; .... Vilanus Piscator; Calmus, frater ejus; Uroz; .... ex parte vero domine Comitisse superius nominate; presentibus domino Theobaldo de Buoterio, et me Matheo de Tosquin. In cujus rei testimonium, feci fieri presens scriptum, sigilli nostri munimine roboratum. Actum, anno Gracie Mº CCº vicesimo primo, ipsa die Epifanie.".
CALO
CALO'
Sia Calo che Calò sono molto comuni in Puglia con un ceppo anche nel palermitano ed uno nel romano il primo ed in Irpinia il secondo, derivano dal nome Calò derivato dal termine greco kalos (bello).
CALOFARO Calofaro, quasi unico, sembrerebbe siciliano, dovrebbe derivare da un soprannome basato sul termine dialettale siciliano calòfaru (garofano).
CALONACI
CALONICI
CALONICO
Calonaci è un cognome molto raro, specifico toscano, del fiorentino in particolare con ceppi nel livornese e nel senese, Calonici, anch'esso molto raro, è tipicamente emiliano, Calonico invece, un poco più diffuso ha un ceppo nel cosentino, in particolare a San Sosti, uno nel salernitano, uno a Cerignola nel foggiano e rare presenze qua e là anche al nord, derivano dal vocabolo medioevale toscano calonaca (canonica), o dal termine arcaico calonico (canonico, chierico), il termine calonaci è stato usato ad esempio a Firenze da Giovanni Villani nel suo Nuova Cronica: "...sconfitto il vescovo e sua gente, e morìvi il sire di Falcamonte, e più altri gentili uomini e de' calonaci, e dell'una parte e dell'altra..." o anche a Pisa, dove nell'archivio di stato si legge: "...Domino Rinaldo da Riva di Mantova potestà anno uno, 1279. Fu chiamato per li calonaci di Pisa arciveschovo di Pisa ..." e a Lucca: "...L'anno di .MCCXIIII Ingherame da Porcari fu podestà di Luccha contra la voluntà de' grandi homini .. ... Allora vennero li calonaci con le croci et colle reliquie santi per difentione del Podestà vecchio. E in quel dì misse bando Ingherame, che alcuno raunamento non si dovesse fare se non al suo consiglio...".
CALONGHI Calonghi, abbastanza raro, sembrerebbe della zona tra cremonese e bresciano, potrebbe derivare dal nome di una località ormai scomparsa, anche se non si può escludere una derivazione da una forma arcaica dell'etnico di Calusco nella bergamasca o di Colonius (Cologno al Serio sempre nel bergamasco).
CALOPRESTI Estremamente raro è tipico del reggino dovrebbe derivare da un soprannome originato dal vocabolo greco kalos (bello, buono) e dal vocabolo dialettale presti (prete) e starebbe per Buonprete.
CALOR
CALORA
CALORE
CALORI
Calor è praticamente unico, Calora è specifico di Santa Cesarea Terme e Castro nel leccese, Calore è specifico di Padova con ceppi anche nel padovano e nel veneziano, e nel Lazio, probabilmente trasferitisi a seguito della bonifica delle Paludi Pontine, Calori ha un ceppo tra bolognese e ferrarese ed uno a Roma, dovrebbero derivare, direttamente o ytamite alterazioni dialettali, dal nome medioevale Calor, Caloris attribuito a figli molto desiderati e che avrebbero riscaldato con la loro presenza la casa.
CALOSSO Calosso è ben presente in Piemonte, in particolare nell'astigiano ad Asti, San Damiano d'Asti, Canelli e Nizza Monferrato ed a Torino, potrebbe derivare dal nome medioevale Calocius, nel 1400 a Genova troviamo un incisore chiamato Calocius de Guisulfis.
integrazioni fornite da Daniele Zaia
Calosso deriva dal nome del comune astigiano di Calosso.
CALTABELLOTTA Specifico del palermitano, di Lercara Friddi (PA) in particolare.
integrazioni fornte da Stefano Ferrazzi
molto raro, originario del palermitano, deriva dal toponimo Caltabellotta (AG).
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Caltabellotta è cognome e toponimo in provincia di Catania. Il nome deriva dall'arabo Qal'at-al-ballut = castello delle querce.
CALTAGIRONE Tipico della Sicilia centrooccidentale, ha un ceppo secondario anche a Roma, dovrebbe derivare dal toponimo Caltagirone (CT).
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Caltagirone è cognome e toponimo siciliano, viene dall'arabo Qal'at-al-ghiràn = castello delle grotte.
CALTANISSETTA Caltanissetta, assolutamente rarissimo, è siciliano, dovrebbe derivare dal toponimo Caltanissetta, potrebbe avere origini ebraiche.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Caltanissetta è cognome e toponimo siciliano, è composto da Nissa, nome di un'antica località prima sicana e poi greca, al quale gli Arabi unirono la voce Qal-at = castello.
CALU
CALU'
Calu è praticamente unico, dovrebbe essere un errore di trascrizione di Calù che, assolutamente rarissimo, è specifico del reggino, dovrebbero derivare da un soprannome dialettale derivato da un'alterazione del nome Calò, a sua volta derivato dal termine greco kalos (bello).
CALUBANI Calubani, assolutamente rarissimo, sembrerebbe romagnolo, dovrebbe derivare dal nome della località Calubano nel forlivese, situata nella zona appenninica tra Dovadola e Modigliana, probabilmente il luogo d'origine del capostipite.
CALUSI
CALUSIO
CALUSSI
Calusi, molto molto raro è tipico di Firenze e di Poggibonsi nel senese, Calusio è quasi unico, Calussi è tipico dell'aretino, di Cortona ed Arezzo, di Grosseto e di Montepulciano nel senese, dovrebbe derivare dal nome tardo latino medioevale Calusius, di cui abbiamo un esempio nel trattato Caroli Boucheroni de Thomas Valperga Calusio: "...Sed contentiosa haec philosophia suos habuit lacertos, et optime de posteris merita dicenda est, cum per tria et amplius secula a summis viris post Lanfrancum et Anselmum nobilitata, quidquid doctrinarum a barbaria et vastationibus reliquum erat, infestissima aetate servaverit. Ita sentiebat Calusius; qui enim Baconem laudabat, quod homines ad meliora studia revocasset, non minus aequum in scholasticos se ostendebat, Aquinatis et aliorum opera digito plus semel indicando, unde complura derivaverant recentiores. ...".
CALVANESE
CALVANESI
CALVANISE
Calvanese è specifico del napoletano e salernitano, Calvanesi e Calvanise dovrebbero essere dovuti ad un errore di trascrizione, dovrebbero derivare dal toponimo Calvanico (SA).  Tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Salerno nel XV° secolo con il magistrato cittadino Angelo Calvanese di Salerno, a Striano (NA) nella seconda metà del 1700 con il parroco don Gennaro Calvanese, nello stesso periodo a Castel San Giorgio (SA) i Calvanese sono tra i magguiorenti della città.
CALVANI
CALVANO
Calvani è tipico della fascia centrale che comprende Toscana, Marche, Umbria e Lazio, con un ceppo anche nel barese, Calvano ha ceppi nel teatino, nel Lazio meridionale, nella Campania e nella Puglia settentrionale e nel cosentino, dovrebbero derivare dal nome medioevale Calvanus, ma è pure possibile una derivazione dal toponimo Calvano nel beneventano o dal Monte Calvano in Toscana, tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Barletta nel 1655 in una bolletta: "Don Fabrizio Capece Bozzuto paga ducati 50 a mastro Onofrio Calvano marmoraro in nome e per parte di Trojano Marulli, suo genero, in conto di ducati 170 per tutto il prezzo di marmi bianchi e mischi di buona qualità e condizione mandati nella cappella di detto Trojano e nel tumulo del "quondam" Sebastiano Marullo, suo padre...", a Conversano (BA) in un atto del 1659: "Informatione a querela del canonico Giovanni Antonio Franco contro il canonico Francesco Paolo de Paulo clerico Santo fratelli clerico Sabino Calvano don Sante Attolino ...".
CALVARI
CALVARIO
CALVERI
Calvari, molto molto raro, ha un piccolo ceppo nel piacentino, uno nel maceratese, uno a Roma ed uno nel reggino, Calvario ha un ceppo a Roma e ad Anagni nel frusinate, uno a Bari e Molfetta nel barese ed uno a Villabate nel palermitano, Calveri, molto raro, ha un ceppo a Roma ed uno a Messina e nel vicino reggino, potrebbero derivare dal nome personale latino Calvarius o Calverius, ma è pure possibile che derivino dal nome medioevale Calvario attribuito ai figli in memoria ed onore della Passione di Cristo.  Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo ad Ajaccio in Corsica almeno dalla prima metà del 1500, quando il Nobile Quilico Calvari è Consigliere della Città di Ajaccio.
CALVARUSO Calvaruso è tipicamente siciliano, concentrato ad Alcamo nel trapanese ed a Palermo, dovrebbe derivare dal toponimo siciliano Calvaruso nel messinese.  A Bafia nel messinese nel 1700 si trovano tracce di questa cognominizzazione con il Sacerdote Francesco Calvaruso: "...tiene l'obligo di far celebrare una messa per ogni giorno festivo e di precetto in tutto l'anno, e nel giorno di detto Santo si deve fare sodisfare sei messe lette et una messa cantata per l'anima del quondam sac. Francesco Calvaruso; per la sodisfazione del qual legato possiede suddetta chiesa un loco di celsi, terreno scapulo, pochi olivi et una casa; et in detto loco esiste sudetta Chiesa di Santo Nicolao, quale non tiene mobile, ma viene governata come sopra...".
CALVELLI
CALVELLO
Calvelli, abbastanza raro, ha un nucleo nel fiorentino, che potrebbe derivare dal nome del Monte Calvello o della Località Calvello in Val di Fiora, uno nel cosentino ed uno in Puglia che dovrebbe derivare dal paese di Montecalvello nel foggiano, Calvello, abbastanza raro, è tipico della Basilicata della cui regione dovrebbe essere originario, dovrebbe derivare, così come il ceppo calabrese del precedente, dal toponimo Calvello nel potentino.  Fin dal 1300 si hanno tracce dei De Calvello, si ricorda un feudatario siciliano Giovanni De Calvello cui vennero affidate dall'imperatore terre nella zona di Caltanissetta.
CALVESI Hanno un ceppo a Bitti (NU) ed uno a Olbia (SS), dovrebbe derivare da un soprannome originato dal vocabolo sardo calvesa (calvizie), e dovuto probabilmente a caratteristiche fisiche del capostipite.
CALVETTA
CALVETTI
CALVETTO
CALVI
CALVO
Calvetta, assolutamente rarissimo, è romano, Calvetti è presente nell'area che comprende il Piemonte, la Lombardia ed il veronese e basso trentino, con un ceppo anche tra fiorentino e pisano, Calvetto è specifico di Piscina e Cumiana nel torinese, Calvi è diffuso in tutt'Italia, Calvo ha un ceppo nella Sicilia orientale, un ceppo nel crotonese ed uno molto consistente nel Piemonte occidentale, possono avere diverse origini, direttamente o tramite ipocoristici, o dal cognomen latino Calvus, o da soprannomi legati alla forma della testa (in latino calva = cranio) o a caratteristiche fisiche, in molti casi l'origine è la provenienza da un toponimo iniziante con Calvi, come ce ne sono molti in Italia (Es. Calvi (BN) - (TR) - (CE) - (PV) ecc.
CALVIA Calvia è tipicamente sardo del sassarese, di Alghero, Sassari, Ittiri, Porto Torres e Mores, con un ceppo anche a Berchidda in Gallura.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
CALVIA: o Carbia: nome di un antica e mitica città, fondata presumibilmente in periodo Fenicio, intorno all'VIII° - VII° secolo a. Cr. assurta a massimo splendore in periodo romano. I cui resti, attualmente oggetto di scavi archeologici, per conto delle Soprintendenze di Sassari e di Nuoro, si trovano nelle vicinanze di Alghero, nei pressi della necropoli di Monti Carru. In periodo medioevale fu "villa" (bidda - centro abitato) appartenente alla Curadorìa di Nulàuro, del regno giudicale di Torres, e fu possedimento privato dei Doria sino al 1272, ma dopo la fine del regno turritano, negli ultimi anni del XIII° secolo, fu abbandonata: no si conoscono ancora le cause del suo abbandono! L'etimologia di Carbia è tuttora oscura; trattasi, secondo alcuni esperti di voce preromana. Il canonico Spano la fa derivare dal fenicio Kar-bia = città di piacere. Noi in proposito non abbiamo niente da aggiungere. Come cognome, sempre preceduto da "de", ad indicare la provenienza, lo ritroviamo negli antichi documenti della lingua sarda. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, *LPDE del 1388, figurano: Carbia (de) Agustino, majore(amministratore, sindaco) ville Setini (*odierno Sedini. Contrate de Anglona - Chiaramonte); Carbia (de) Anthonio, ville Gurrutta (* odierno Borutta(Meylogu). Contrate de Ardar et Meylogu); Carbia (de) Comita, ville Semestene(* odierno Semestene. Curatorie de Costa de Valls ; Carbia (de) Joanne, ville Semestene ; Carbia (de) Leonardo, jurato(guardia giurata, collaboratore del majore) ville Seneghe (*odierno Seneghe-Contrate Partis de Milis); Carbia (de) Petro, jurato ville Orani; Carbia (de) Petrus, ville Sasseri; Carbia (de) Santoro, jurato ville Ardar (*odierno Seneghe(Contrate Partis de Milis); Carbia Franciscus, ville Sasseri; Carbia(de) Barçolo, ville Setini ; Carbia(de) Francisco, ville Gocille ( *villaggio Distrutto - Curatorie de Anella); Carbia(de) Guantino, ville Burgi (*odierna Burgos, fondata da Mariano IV, padre di Eleonora - Curatorie de Anella); Carbia(de) Joanne, jurato ville Cossein (*odierno Cossoine. Contrate Caputabas). Nel Condaghe di San Pietro di Silki, *CSPS, XI°, XIII° sec. troviamo: Carbia (de) Ithoccor e Carbia (de), Thippari (79 - si tratta probabilmente di due fratelli, che poi ritroviamo ai cap. 100 e 107 con la variante de Carvia), in una lite (kertu) per il possesso di servi. Carbia (de) Janne, kertu de ancilla (80 - in una lite per il possesso di una serva). Carbia (de) Petru, kertu de servis (111 - sempre in una lite per il possesso di servi). Sempre con la variante de Carvia troviamo: Carvia (de) Dorgotori (130 -postura = donazione); Carvia (de) Comita(107- kertu de servis). Nel Condaghe di San Nicola di Trullas, *CSNT, XI°, XIII° sec., troviamo il cognome nelle due varianti de Carbia e de Carvia, riferiti alle stesse persone. Carbia o Carvia (de) Barusone, figlio di Furatu, fratello di Comita e Pietro e di Furata e Mariane (sos de Carvia), in una vendita di terre in Balle(valle) de Mela e in Sorcariu (due località poco a sud ovest del centro abitato di Semestene - centro abitato di 227 abitanti - prov. Sassari - Meilogu -  appartenente all'antica Curadorìa Costavalle o Costa de Valls). Non v'è dubbio che si tratti di un casato di antica nobiltà terriera sarda. Sos de Carbia o Carvia citati nel Condaghe, oltre ad essere proprietari di terre, avevano anche incarichi di rilievo nel regno giudicale di Torres: Mariane de Carbia(117) era maiore de scolca, cioè capo della scorta armata di vigilanza ai confini; Gosantine de Carbia(32) era marito di  Elene de Thori (i de Thori costituivano una delle più potenti famiglie della Sardegna Giudicale); Mariane de Carbia (diverso dal precedente) era armentariu de rennu( amministratore generale del giudicato), etc. Attualmente il cognome Calvia è presente in 62 Comuni d'Italia, di cui 34 in Sardegna: Alghero 62, Sassari 41, Berchidda30, Ittiri 29, P. Torres 27, Mores 23, Oniferi 17, Torralba 13, etc. Come si nota la maggiore diffusione del cognome si registra nell'area Alghero - Sassari come nei tempi antichi. Sulla mitica città di Carbia, forse una delle prime vere e proprie città della Sardegna antica, dovremmo attendere i risultati degli scavi ancora in corso. Per saperne di più: visita il sito - Carbia antica città - Carbia la memoria di Alghero nel museo archeologico etc.
CALVIANI Calviani, assolutamente estremamente raro, è del centro Italia, forse toscano, dovrebbe derivare dal nome medioevale Calviano.
CALVINA
CALVINI
CALVINO
Calvina è ormai unico, Calvini ha un ceppo a San Remo nell'imperiese ed uno molto piccolo a Roma, Calvino ha un ceppo a Roma, uno a Napoli ed un ceppo in Sicilia nel trapanese a Trapani ed Erice, con presenze a Palermo, a Caltanissetta e nell'ennese, dovrebbero derivare dal cognomen latino Calvinus, Calvina, di cui abbiamo un esempio nel De Vita Caesarum - Divus Iulius di Svetonio: "..Omnibus civilibus bellis nullam cladem nisi per legatos suos passus est, quorum C. Curio in Africa periit, C. Antonius in Illyrico in adversariorum devenit potestatem, P. Dolabella classem in eodem Illyrico, Cn. Domitius Calvinus in Ponto exercitum amiserunt. Ipse prosperrime semper ac ne ancipiti quidem umquam fortuna praeterquam bis dimicavit; semel ad Dyrrachium, ubi pulsus non instante Pompeio negavit eum vincere scire, iterum in Hispania ultimo proelio, desperatis rebus etiam de consciscenda nece cogitavit...".
CALVISE
CALVISI
Calvise. assolutamente rarissimo, sembrerebbe di Pescara, Calvisi è tipico de L'Aquila e provincia, dovrebbero derivare dal nomen latino Calvisius di cui abbiamo un esempio negli Annales di Tacito: "...Appius Silanus Scauro Mamerco simul ac Sabino Calvisio maiestatis postulantur,...".
CALVOSA Ha un nucleo a Laino (CS) ed uno a Castrovillari (CS).
CALZAFERRI Calzaferri è tipicamente lombardo, dell'alto bergamasco, di Clusone in particolare e dell'alto bresciano, di Malonno soprattutto, il cognome dovrebbe derivare dal nome della località di Calzaferro di Malonno nel bresciano, ma non si può escludere che derivi invece dall'attività del capostipite, che probabilmente produceva cotte di maglia: una specie di tunica fatta di molti, piccoli anelli di ferro fittamente collegati fra loro., utilizzati dagli armati nel medioevo come prima difesa, pur proteggendo il corpo dai colpi delle armi da taglio, la zona tra alto bergamasco e bresciano, ricca di minerali di ferro e di fucine, si specializzò anticamente nella produzione militare di armi ed armature.
CALZATI
CALZATO
Calzati è tipico del bolognese di San Giovanni in Persiceto e di Bologna, Calzato, assolutamente rarissimo, sembrerebbe dell'alessandrino, potrebbero derivare da riferimenti a conventi dei frati agostiniani, ai carmelitani od ai trinitari calzati, varie congregazioni religiose, cui potrebbero aver aderito, con varie funzioni laiche, i capostipiti.
CALZAVACCA Cognome la cui origine dovrebbe essere bresciana, dovrebbe derivare da un soprannome legato ad un mestiere.
CALZAVARA
CALZAVARI
Calzavara è tipico del Triveneto, in particolare di Venezia, Mirano, Santa Maria di Sala, Mira, Pianiga, Martellago, Dolo e Spinea nel veneziano e di Campodarsego, Vigonza e Padova nel padovano, Calzavari è praticamente unico ed è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione del precedente, dovrebbero derivare da termini arcaici semidialettali per calzolaio o produttore di scarpe, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Venezia nell'Archivio di Stato dove troviamo i notai Andrea Calzavara operante dal 1638 al 1686, Angelo Calzavara operante dal 1651 al 1680  e Luca Calzavara dal 1668 al 1716.
CALZETTA Lo si trova qua e là in Italia, senza una vera e propria zona elettiva, forse sono varie le aree di origine, che potrebbero essere la provincia di La Spezia, il Lazio, gli Abruzzi e la Sicilia. Il cognome potrebbe derivare da un soprannome legato ad un mestiere.
CALZOLAI
CALZOLAIO
Calzolai è specifico fiorentino, Calzolaio tipico del sud, ha un ceppo tra napoletano e casertano ed uno tra barese e tarantino, derivano da un soprannome originato dal mestiere di calzolaio.
CALZOLARE
CALZOLARI
CALZOLARO
Calzolari è tipico della zona che comprende le province di Reggio Emilia, Modena, Bologna e Ferrara, Calzolaro è specifico della zona sudoccidentale della penisola salentina, Calzolare è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione del precedente, derivano da un soprannome originato dal mestiere di calzolaio.
integrazionie e diversa ipotesi fornite da Giancarlo Calzolari
Il cognome Calzolari non è un soprannome derivato dal mestiere di calzolaio ma deriva la sua origine, come  Fabbri, Speziali ed altri
cognomi, dalle corporazioni medievali. Non è un caso che questo cognome sia diffuso proprio nelle città dove esistevano le antiche corporazioni. Questo naturalmente non esclude che le persone indicate con il cognome facessero i calzolai. Un esempio di cognome tipicamente professionale è invece Calligari, Ciabattini e Ciabattoni, Scarpari ed altri.
CALZONE
CALZONI
Calzone ha un ceppo a Reino nel beneventano, uno nel foggiano a Casalvecchio di Puglia ed uno in Calabria a Roccabernarda nel crotonese e Mileto e Briatico nel valentiano, Calzoni è invece tipico del centronord, del bresciano, dove potrebbe derivare dal toponimo Calzoni nel veronese, del bolognese e del perugino, potrebbero derivare da modificazioni dialettali di nomi di località come il castello del Calcione nell'aretino o il molisano contrada Colle Calcione o anche come l'isola di Calcioni nel mar Egeo.
CAMPILI
CAMPILIA
CAMPILLI
CAMPIONE
CAMPIONI
Campili ha un ceppo a Terni ed uno a Roma, Campilia, molto molto raro, sembrerebbe tipico del maceratese, di Pollenza nel maceratese in particolare, Campilli è specifico di Roma, questi cognomi dovrebbero derivare da nomi di località, in epoca medioevale con il termine campilia si definivano delle terre adibite a coltivazioni varie, amministrate da una comunità di cittadini ed i cui frutti venissero distribuiti tra i vari abitanti del paese, tracce di un principio di queste cognominizzazioni le troviamo ad esempio nel pisano in uno scritto del 1332: "...Ser Cecchinus de Campilia. Mactheus Scarsus. Pasquinus de Casciana not. M. p. Ser Bacciameus Tadi. Gorus Savini. Bartalus de Ripuli...".
Campione è tipicamente meridionale, con un ceppo campano, uno lucano, uno pugliese ed uno, il più consistente in Sicilia, Campioni è specifico del centronord, del Lazio in particolare, dovrebbero derivare dal nome medioevale Campione, con il significato di perfetto, senza difetti, attribuito da genitori entusiasti del proprio figlio.
CAMAGNA
CAMAGNI
Camagna sembrerebbe piemontese, Camagni invece ha un ceppo nel milanese ed uno nel forlivese, dovrebbero derivare da nomi di località caratterizzate dalla presenza di una casa () grande (magna), tracce di queste cognominizzazioni le troviamo in una Cartula venditionis del 1183 a Sartirana (PV): "...Anno dominice incarnacionis millesimo centesimo octuagesimo tercio, sesto die kalendas februarii, indictione prima. Nicolaus Camagna filius Lafranci , vivens lege Lombarda, consensu eiusdem genitoris sui vendidit Petro de Rizolo et fratris suis germanis, filiis quondam Viviani, peciam unam terre ...".
CAMAIONI Camaioni è ben radicato nell'area che comprende il teramano ed il Piceno, nel Piceno a San Benedetto del Tronto, Ascoli Piceno, Spinetoli e Monsampolo del Tronto e nel teramano a Martin Sicuro, Sant`Omero, Alba Adriatica e Nereto, con un piccolo ceppo secondario anche a Roma, potrebbero derivare dal toponimo Camaioni di Montelupo Fiorentino nel fiorentino, o dal toponimo omonimo nel pratese, nel 1260, dopo la battaglia di Montaperti che segnò la sconfitta dei guelfi fiorentini, molti guelfi emignarono in terre più amiche perchè sotto il saldo dominio pontificio.
CAMANA
CAMANINI
Camana è assolutamente raro, probabilmente della zona che comprende il novarese, e il varesotto, Camanini è di origine bresciana. La derivazione di questi cognomi è complessa, data l'ubicazione, dovrebbe derivare da un nome di località svizzera, la Val Camana nel Canton Ticino, ma esiste anche una teoria che li fa derivare dal toponimo spagnolo Camanas, paesino di montagna spagnolo della provincia di Teruel in Aragona. Per il cognome Camanini, ci è stata proposta da un diretto interessato una teoria che lo farebbe derivare dal nome della val Camonica, deriverebbe quindi dall'etnico Camuni, popolo che ha dato il nome appunto a quella valle.
CAMANDONA Camandona è specifico dell'area che comprende le province di Torino e Vercelli, dovrebbe risalire agli inizi del 1800 e derivare dal toponimo Camandona nel biellese.
CAMARATA
CAMMARATA
Camarata sembrerebbe specifico di Randazzo nel catanese, Cammarata invece è un cognome tipicamente siciliano molto diffuso in tutta l'isola, dovrebbero entrambi derivare dal toponimo Cammarata (AG).
CAMARDA
CAMARDI
CAMARDO
Camarda sembra specifico della Sicilia settentrionale con un ceppo nel brindisino, gli altri due sono abbastanza rari e specifici del materano, con possibili ceppi, probabilmente secondari, nel catanese e in Abruzzo e Molise, dovrebbero derivare da toponimi come Camarda (MT), nome antico di Bernalda, Camarda (AQ) o Camarda tra Campania e Basilicata come si capisce da un testo della fine del 1400 : "...Ad Berardino de Bernaudo, per mercè et excambio de Fontanarosa, sopra li pagamenti fiscali de Monte Acuto et Camarda et sopra li casali de Cusencza per anno ducati ...".
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Camarda è un cognome siciliano, calabrese, lucano e salentino. Viene dal calabrese camarda  = macchia di cespugli, dal greco tardo kamarda = 'sorta di tenda'. La voce greca ha dato origine anche al toponimo Camarda in provincia di Matera,
CAMARDELLA
CAMARDELLI
CAMARDELLO
Camardella, abbastanza raro, ha vari ceppi, uno piccolo a Roma, uno a Napoli e nel napoletano ad Ercolano, Arzano e Portici, uno nel foggiano a San Giovanni Rotondo e Lesina, ed a Bari e Casamassima nel barese, uno a Melfi nel potentino ed a Pisticci nel materano, Camardelli, estremamente raro, è tipico del centrosud, Camardello, praticamente unico, è del napoletano, si dovrebbe trattare di una forma etnica riferita ad un toponimo Camarda presente ad esempio in Abruzzo, Campania e Basilicata (vedi CAMARDA)
CAMARLINGHI
CAMERLENGHI
CAMERLENGO
CAMERLINGO
Camarlinghi è tipicamente toscano, con un ceppo a Firenze, Lastra a Signa e Barberino del Mugello nel fiorentino, a Santa Croce sull'Arno nel pisano ed a cecina nel livornese, Camerlenghi, molto molto raro, ha un piccolissimo ceppo lombardo, soprattutto nel mantovano, ed uno a Genova, Camerlengo ha un ceppo a Verona, uno piccolo nell'ascolano a Montegranaro ed a Monte San Giusto nel maceratese, uno a Roma e Tivoli nel romano ed a Magliano Sabina nel reatino, uno ad Altavilla Irpina nell'avellinese ed a Benevento, San Giorgio del Sannio e San Nicola Manfredi nel beneventano, ed uno a Fasano nel brindisino, Camerlingo è tipico del napoletano, di Giugliano in Campania, Napoli, Marano di Napoli, Villaricca, Pozzuoli, Quarto e Qualiano, questi cognomi dovrebbero derivare dal termine medioevale camerlengo (tesoriere, esattore), italianizzazione del termine medioevale germanico chamarlinc, ad indicare che i capostipiti svolgessero appunto anticamente quella mansione.
CAMARRA Cognome abruzzese originario della provincia di Pescara, potrebbe derivare da un soprannome legato ad un toponimo Camarda (AQ)
CAMASTRA
CAMASTRO
Camastra ha un ceppo nel barese a Grumo Appula, Castellana Grotte ed Altamura, uno nel catanzarese a Botricello, Vallefiorita e Stalettì, ed uno a Palermo, Camastro ha un ceppo a Sora nel frusinate ed a Roma, con rare presenze al sud, relativamente a questi cognomi esistono almeno due ipotesi, la prima è che derivano dal nome fenicio Kamastart, il nome anche di una divinità, la seconda propone una derivazione da un soprannome basato sul termine dialettale camastra, camastro (la catena cui si appendono i paioli nel focolare), a sua volta derivato dal verbo greco antico κρεμάσω kremaso (appendere).
CAMATA
CAMATI
CAMATO
Camata ha oggi un ceppo tra veneziano e trevigiano, ma dovrebbe essercene stato anche uno nel sud della Sicilia, tra siracusano, ragusano e nisseno, Camati, quasi scomparso in Italia, sembrerebbe avere due luoghi d'origine uno nel meridione del paese, probabilmente in Calabria ed uno nel modenese, Camato è quasi unico, dovrebbe essere dell'Italia del sud, dovrebbero derivare da un soprannome riferito al mestiere dei capostipiti, probabilmente originato dal termine greco χαμαί  camai (terra) o meglio ancora dal termine sempre greco κάματος  kamatos   (fatica), intendendo che probabilmente i capostipiti fossero lavoranti agricoli o comunque uomini di fatica.
CAMAZZOLA Camazzola è tipico della zona tra vicentino e trevisano, di Romanod'Ezzelino nel vicentino e, nel trevigiano di San Zenone degli Ezzelini e di Borso del Grappa.
integrazioni fornite da Gabriele Farronato
Camazzole è una frazione del comune di Carmignano sul Brenta (PD). I dalle Camazzole  sono detti coloro che si sono trasferiti nell'Asolano a Liedolo di San Zenone nel secolo XV°. Da qui si sono poi sparsi anche nel Bassanese.
CAMBA
CAMBEDDA
CAMBONI
CAMBOSU
CAMBULI
Camba è specifico del sud della Sardegna, di Cagliari soprattutto e di Quartu Sant'Elena, Selargius, Monserrato e Capoterra nel cagliaritano e di Oristano, Cambedda, abbastanza raro, ha un nucleo nel cagliaritano ed uno nel nuorese, Camboni è molto diffuso in tutta la Sardegna, a Sassari, Ploaghe, Sennori, Ozieri, Olmedo e Sorso nel sassarese, a Cagliari, Quartu Sant'Elena, Settimo San Pietro, Villaputzu e San Vito nel cagliaritano, a Siniscola e Nuoro nel nuorese, a Giba, Carloforte e Carbonia nel carbonense, Cambosu è specifico di Nuoro, Cambuli ha un ceppo a Nurallao, Cagliari e Quartu Sant'Elena nel cagliaritano ed uno a Neoneli nell'oristanese, dovrebbero tutti derivare, direttamente o attraverso ipocoristici o accrescitivi, da un soprannome originato dal vocabolo sardo camba (gamba).
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
CAMBA; CAMBEDDA; CAMBONI; CAMBOSU; CAMBULI: sa càmba è la gamba, ma significa anche ramo; sa cambèdda è l'osso della gamba, più conosciuto con nome sa cannèdda de sa càmba. Sa cambèdda è inoltre la "guardia" del freno per le redini. Camboni è l'accrescitivo di camba > gambone, ma è anche la bussola d'alcova, dal catalano cambrò, con la scomparsa della r (frequente nella lingua sarda). Cambosu > gamboso, dalle gambe robuste o lunghe? Cambuli potrebbe invece derivare, oltre che da gamba, dallo spagnolo antico cambuj, nel significato di cuffia per i bambini! (especie de capillo de lienzo que se pone a los niños). Sono cognomi presenti negli antichi documenti della Sardegna. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE del 1388, troviamo:  Camba Nicolaus - de Aristanni; Cambella Dominigo, ville Burgi. * Burgi de Gociano...odierna Burgos - fondata da Mariano IV, padre di Eleonora. Curatorie de Anella; Cambella Joannes, ville Sasseri. ** Sasseri.Sassari. Et nos Pugioni Anthonius et De Lacon Salatinus, cives Sasseri, sindici, actores et procuratores.Marringoni Arsòcus potestas ac capitanus civitatis Sasseri. Omnes cives congregatis in civitate Sasseri, apud ecclesiam Sancte Caterine.presentibus Corda Jacobo, Magnispesa Francisco, De Mascara Francisco. In die XIII mensis Januarii MCCCLXXXVIII - 1388. Cambone Gunnario, jurato ville Culleri(Cuglieri** CULLERI.(attuale Cuglieri) CASTRI MONTIS DE VERRO.in posse Salari Arsocho, notarii publici et etc. die X januario 1388. nisi bestiaris pastores.congregatis in villa de Guilciochor .in posse Salari Arsoci, habitatoris Bose .notarii publici et etc. die X januari 1388; Cambone Petro, ville Bordigale. * BORTIGALE.odierno Bortigali. Curatorie de Marghine de Gociano; Cambuli Echu, jurato ville Mahara. ** Contrate Marmille.et ego Ferrali Agustinus, sindicus et c.etc. Contrate Marmille.seu a Nicolao Longhu, castellano Contrate Marmille.habitatoribus, congregatis in dicta villa Mahara Barbaraquesa (Villamar) ante ecclesiam Sancti Saturnini (nisi pastores bestiarum) .in posse Virde Andrea, civitate Sasseri, Virde Joannis filii.die XII januarii 1388; Cambuli Michaele - de Bosa. ** Bosa: omnibus civibus et habitatoribus civitatis Bose.nisipastores.congregatis intus Ecclesiam Beate Marie Virginis .die XV Januarii 1388, Cambuli Petro, ville Selluri. ** Selluri - Sedduri - Seddori: odierno Sanluri. Et ego Capula Marcus .sindicus, actor et procurator ville Selluri.seu a Petro De Castay, locuntenente capitanei et Margiano Costa, locuntenente potestatis terre Selluri et omnibus habitatoribus dicte terre, congregatis. X die januarii 1388. Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, CSMB, XI°, XIII° secolo, abbiamo: Camba Arzocco (138), prete di Segazos ( abitato scomparso appartenente alla Curadorìa di Milis, del regno giudicale di Arborea, i cui resti si trovano in agro di Riola Sardo, in località Trogatzus); in uno scambio di terre: tramudarus vinias cun presbiteru Mellose de Segazos.Cambuli Furada Buriga, figlia a (di) Ianni e sposa a Gosantine Anione (167), in una partizione di servi: partivi cum donnu Troodori Coco arkipiscopu. Coiuedi Goantine Anione , serbu de Santa Maria de Bonarcado, cun Cambuli Furada, ankilla de Santa Maria de Aristanis.Nel Condaghe di San Nicola di Trullas, CSNT, XI°, XIII° secolo, abbiamo: Camba Dorgotori (183) in una compera di servi: comporaili a Petru de Serra pede in Dorgotori Camba et.(ho comprato da Petru de Serra, un quarto(del servizio) di Dorgotori Camba e.;Camba Maria (76), in una donazione: dona binia (vigne) in Soricariu - in agro di Andronike; Camba Petru (240), in uno scambio di servi: tramutai cun Petru de Serra Boe: isse deitimi latus(la metà, del servizio) de Petru Camba et ego deitili III pedes de Maria Bacca (tre quarti). Nel Condaghe di San Pietro di Silki, XI°, XIII° secolo, abbiamo: Canbella  Petru (51) armentario( amministratore di corte), in una donazione a San Pietro (postura); Canbella Comita (100), teste in una lite per la partizione della servitù (kertu de servis); Canbella Furatu (131), in una donazione (postura); Canbella Petru(76), maiore de scolca( comandante dei reparti di guardia dei confini), testimone in una lite per la partizione della servitù (kertu de servis). Nel testo del Fara "De Rebus Sardois" libri, III° e IV° troviamo citati: Cambonus Basilius, canonicus Sorrensis (canonico in Sorres > abitato scomparso; appartenne alla Curadorìa del Meylogu nel regno giudicale di Torres e sede della omonima diocesi, oggi non più esistente); Cambonus Petrus, alleato del re di Spagna e da lui gratificato, allorquando Mariano IV, Giudice d'Arborea,  tentò con azioni militari la conquista di tutta la Sardegna - anno 1369. Attualmente il cognome Camba è presente in 32 Comuni italiani di cui 15 in Sardegna: Cagliari 113, Quartu S. E. 23, Oristano 21, etc. Cambedda è presente in 46 Comuni italiani, di cui 26 in Sardegna: Teulada 27, Nuoro 23, Cagliari 19, etc. Camboni è presente in 156 Comuni italiani, di cui 65 in Sardegna: Sassari 71, Plaghe 62, Cagliari 62, Sennori 53, Quartu S. E. 38, etc. Cambosu è presente in 9 Comuni italiani di cui 8 in Sardegna: Nuoro 44, Ozieri 6, Sassari 6, Cagliari 5, Olbia 3, etc. Cambuli è presente in 38 Comuni italiani di cui 18 in Sardegna: Nurallao 33, Cagliari 27, Neoneli 26.
CAMBARAU Cambarau è tipicamente sardo del cagliaritano, di Quartu Sant'Elena, Cagliari, Decimoputzu e Capoterra, e di San Giovanni Suergiu e Carbonia nel carboniense, dovrebbe derivare dal termine sardo cambaràu (esattore, addetto alle riscossioni), un deverbale del verbo sardo cambarài (incamerare, confiscare).
CAMBARERE
CAMBARERI
CAMERIERE
CAMERIERI
CAMMARERE
CAMMARERI
CAMMARIERI
CAMMERIERI
Cambarere, praticamente unico, è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione di Cambareri, che è tipico del reggino, di Bagnara Calabra, ma, anche se in misura minore, di Scilla, Villa San Giovanni, Campo Calabrò, Seminara e Gioia Tauro, Cameriere, molto raro, è tipico di Lattarico nel cosentino, Camerieri, assolutamente rarissimo, sembrerebbe del perugino, di Perugia e di Valfabbrica, Sempre del perugino dovrebbero essere gli assolutamente rarissimi Cammarieri e Cammerieri, Cammarere, molto raro, sembra essere specifico di Sant`Eufemia d`Aspromonte nel reggino, Cammareri è tipicamente siciliano del trapanese, di Trapani, Marsala, Erice, Mazara del Vallo e Gibellina, con ceppi anche a Palermo e Messina, un piccolo ceppo è presente anche a Taurianova nel reggino, tutti questi cognomi dovrebbero derivare, a seconda del momento in cui si sono formati, se in epoca abbastanza vicina da termini, più o meno dialettali, stanti ad indicare il mestiere di cameriere come attualmente si intende, se in epoca tardo medioevale o rinascimentale derivano invece dalla funzione di gentiluomo cameriere, un funzionario di grado elevato addetto a funzioni amministrative o di gestione di corte ai servizi dell'alta nobiltà e dell'alto clero.
CAMBI
CAMBIO
Cambi è tipicamente toscano, con ceppi, probabilmente secondari in Emilia e nel Lazio, Cambio, molto molto raro sembra specifico del casertano ed iserniano, derivano dal nomen latino Cambius di origini celtiche, di cui abbiamo un esempio in un atto rogato a Bologna nel 1329: "...Cambius olim Martini Guaraldi, Iohannes quondam Lambertutij, Albertus Bonore...", tracce di questa cognominizzazione si trovano a Firenze nel 1200, in uno scritto del 1263 viene citato un certo Ricco Cambi come esponente dei maggiori banchieri della città, a Bergamo nel 1500 leggiamo: "...Actorum spectabilis domini vicarii pretorii Bergomi Francescus  Cambius et Antonius Rizattus julii et augusti anni 1559...".
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Cambi muove dal nome proprio medievale Cambio, d'area toscana (sec. XII). E' forma aferetica da (Bon)cambio «buon cambio», nome augurativo «dato a un figlio dopo la morte di un figlio precedente» (De Felice). Discreta la sua diffusione a Modena. Fonte: F. Violi, Cognomi a Modena e nel Modenese.
CAMBIALE
CAMBIALI
Cambiale è quasi unico, potrebbe essere siciliano, Cambiali, leggermente meno raro, è probabilmente toscano, dovrebbero derivare da un termine medioevale cambiale, cambialis (operatore di cambio moneta), forse ad indicare nel capostipite un banchiere.
CAMBIASO Cambiaso è tipicamente ligure di Genova e del genovese, di Serra Riccò, Sant'Olcese e Campomorone, dovrebbe derivare da un'italianizzazione del cognome francese Cambiez o del termine medioevale francese cambias (birraio), che ha dato origine a quel cognome, ma potrebbe anche derivare da un soprannome originato dal termine celta cambios (gobbo), forse un difetto del capostipite.
CAMBIE'
CAMBIELLI
Cognome lombardo originario della provincia di Cremona Cambiè, tipico della provincia di Milano Cambielli, potrebbero essere stati originati da un soprannome derivato da un toponimo Cambiago (MI) o legato al mestiere di commerciante , cioè di uno che fa baratti. Potrebbero anche essere derivati dal nomen latino Cambius. (vedi Cambi)
CAMBIERI Specifico della parte occidentale dell'Italia settentrionale, potrebbe essere originato dal nome augurale Cambio ( quelli di Cambio, la gente di Cambio) oppure dal mestiere di commerciante.
CAMBRIA Specifico del messinese, potrebbe derivare dal cognomen latino Cambria (antico nome latino per Galles, regione del Nord Ovest dell'Inghilterra), un esempio è Aurelia Titulla Cambria leggibile in un'antica iscrizione romana.
CAMBRIANI Molto raro, è specifico del centro Italia, dovrebbe derivare dall'etnico Cambria, (antico nome latino per Galles, regione del Nord Ovest dell'Inghilterra), forse ad indicare reduci dalle campagne in Britannia, in un antica lapide romana leggiamo: "Cambrianus / l(ibens) p(osuit)".
CAMBRUZZI Cambruzzi, presente in modo sporadico nell'Italia settentrionale, ha un ceppo veneto nel bellunese a Fonzaso, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale con riferimento alla finissima tela detta di Cambrai, forse ad indicare che il capostipite ne facesse commercio, troviamo tracce di questa cognominizzazione nel bellunese a Feltre nel 1600, in un atto leggiamo: "...Ioannes Cambrutius cancellarius episcopalis feltrensis notarius...".
CAMEDDA Camedda, tipicamente sardo, è specifico soprattutto dell'oristanese di Cabras in particolare e di Oristano, Santa Giusta, Marrubiu e Solarussa, e di Cagliari, potrebbe derivare da nomi di località.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
CAMEDDA: sa camèdda in logudorese è l'arco del giogo dei buoi. Dallo spagnolo gamella - arco de yugo en que entra la cabeza de los bueyes. In campidanese su yù o juali/e de is bois. Dal catalano camella. Dal latino camela = femmina del cammello. In latino esiste anche camella, dim. di camera, col significato di scodella. Sono tanti i cognomi  ed i toponimi che hanno come base questo termine, sin dai tempi antichi e, nonostante sia ritenuto logudorese, lo ritroviamo in tutta la Sardegna, anche nei toponimi: un classico esempio è l'area del Monte Linas, Sardegna sud occidentale, dove ritroviamo i toponimi Punta sa Camedda, su Pranu de Camedda, in agro di Gonnosfanadiga. Come cognome lo ritroviamo tra i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE del 1388: Camella Bernardus, ville Algueri(Alghero). Nell'oper del Fara (De Rebus Sardois, III°, IV° libro è citato Camella Bernardus: nominato, nell'anno 1387, dal re Giovanni d'Aragona tutore e curatore (amministratore), insieme a  Franciscus Bos et Antonius Ferret, pro Alguerii populo (per la città di Alghero). Camedda Antioco (XVIII_XIX secolo) sacerdote residente a Cagliari * I 2000 sardi più faosi (L'Unione Sarda). Attualmente il cognome Camedda  è presente in 111 Comuni italiani, di cui 49 in Sardegna: Cabras 230, Oristano 65, Cagliari 48, Santa Giusta 28, Marrubiu 18, etc.
CAMELI
CAMELLI
CAMELLINI
CAMELLINO
CAMELLO
Cameli è molto diffuso nell'area che comprende il maceratese, il Piceno ed il teramano in particolare ed il pescarese, con piccoli ceppi in Umbria, uno nel romano e latinense ed uno nell'ennese, Camelli, molto raro, è specifico di Faenza, Camellini è tipicamente emiliano, del reggiano, di Reggio Emilia,Cadelbosco di Sopra, Guastalla e Casalgrande, del modenese, di Sassuolo, Modena, Formigine e Carpi e di Parma, Camellino, praticamente unico, potrebbe essere dovuto ad un'errata trascrizione del precedente, Camello è assolutamente rarissimo, dovrebbero quasi tutti derivare, direttamente o attraverso una forma ipocoristica, da una latinizzazione del nome e cognome tedesco Kamel, cognome di cui abbiamo un esempio nella seconda metà del 1600 con il Padre gesuita Georg Joseph Kamel che latinizzò il suo nome in Gergius Josephus Camellius e che diede il suo nome alla camelia (pianta da fiore) che portò in Italia dall'Asia, ma è pure possibile una derivazione dal nome di origine celta Camelian, ricordiamo San Camelian vescovo di Troyes in Francia dal 478 al 525, anno della sua morte, non si può escludere che in qualche caso possano anche derivare dal nome arabo Kamel, ricordiamo con questo nome il sultano d'Egitto Malik-al Kamel che nel 1292 restituì a Federico II° Gerusalemme senza combattere.
CAMELLATO Camellato, estremamente raro, è del trevigiano, dovrebbe trattarsi di una forma patronimica dialettale del nome Camellus o Camellian, la terminazione in -ato sta per figlio di. (vedi Camelli).
CAMERA
CAMERAN
CAMERANI
Camera è distribuito in tutt'Italia, ha vari ceppi originari, dalla provincia di Alessandria, Pavia e Genova  alla Campania ed alla Calabria. Cameran è padovano e Camerani è ravennate. Questi cognomi potrebbero derivare da uno dei tanti toponimi con radice Camera come Camerana (CN), Camerano (AN) - (AT) ecc. oppure dal mestiere di  servitore (addetto alla camera).
CAMERINI
CAMERINO
Camerini è presente a macchia di leopardo nel centronord, Camerino è presente in tutta Italia, possono derivare dal toponimo Camerino (MC) in qualche caso, in altri dal mestiere di  servitore (addetti alla camera).
CAMILLA
CAMILLACCI
CAMILLETTI
CAMILLI
CAMILLINI
CAMILLO
CAMILLONI
CAMILLUCCI
CAMILLUZZI
CAMMILLI
Camilla è tipica del cuneese di Niella Tanaro e Mondovì, Camillacci è tipicamente laziale, del romano e del frusinate, Camilletti è tipico delle Marche, del perugino e del romano, Camilli è specifico della fascia centrale che comprende il grossetano, il Lazio, l'Abruzzo, l'Umbria e le Marche, Camillini è tipicamente romagnolo, del ravennate, forlivese, riminese e pesarese, Camillo ha ceppi nel Veneto, nel romano, nel napoletano, nel foggiano e nel palermitano, Camilloni sembra marchigiano e del perugino e romano, Camillucci oltre al ceppo marchigiano ha un ceppo nel ternano, nel viterbese e nel romano, Camilluzzi, molto molto raro, è tipico del ternano, Cammilli, sicuramente toscano, è proprio del fiorentino e del pistoiese.,
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
L'origine di questi cognomi va ricercata nel nome antico Camillo, l'italianizzazione cioè del personale samotracio Kadmilos, che, nell'antica mitologia greca, era il nome attribuito al padre dei Cabiri (divinità dell'oltretomba, venerate come Grandi Dei in un culto misterico che aveva il suo centro in Samotracia): dalla figura mitologica di Kadmilos, in seguito, presero il loro nome i cosiddetti camilli, giovani sacerdoti che assistevano a particolari riti sacrificali, conosciuti come i Misteri dei Grandi Dei. Detto questo, comunque, va notato che in alcuni casi il cognome Camillo potrebbe derivare da una variante del cognome Camillò (vedi questo cognome). Per quanto riguarda i cognomi in questione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni o dei nomi personali dei capostipiti o di soprannomi ad essi attribuiti.
CAMILLERI
CAMILLIERI
Camilleri è tipicamente siciliano dell'area che comprende il nisseno, l'agrigentino ed il palermitano, Camillieri, molto molto raro, è tipico di Ragusa e del ragusano, con il termine camillero in Sicilia si definivano i portantini o lettighieri, ed anche dei frati camilliani cioè che per vocazione dedicavano la loro vita all'assistenza ai malati, si potrebbe ipotizzare quindi che il capostipite avesse o rapporti con qualche convento di quei frati o facesse appunto il lettighiere.
CAMILLO' Camillò è tipicamente calabrese del reggino e soprattutto di Vibo Valentia.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
L'origine di questo cognome va ricercata nel soprannome o nome medievale Camillò, che, nato sulla base del greco chamilòs, significa letteralmente basso (vedi anche Basso e Curcio, dei quali Camillò è l'equivalente greco-italiano); anche se è più improbabile, comunque, non si può escludere che in alcuni casi questo cognome derivi dal nome antico Camillo (vedi Camilli). In conclusione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni o dei nomi personali dei capostipiti o di soprannomi ad essi attribuiti.
CAMINADA Tipicamente lombardo e specificatamente milanese e comasco.
CAMINATI Si individuano due ceppi uno nell'area di Piacenza e l'altro in provincia di Forlì; il ceppo piacentino deriva dal toponimo Caminata (PC).
CAMINITA
CAMINITI
CAMINITO
Caminita è specifico del palermitano, di Palermo e di Ustica, Caminiti, molto più diffuso, è tipico della Calabria meridionale e della Sicilia nordorientale, di Villa San Giovanni, Benestare, Bovalino, Santa Cristina d'Aspromonte, Careri e Cittanova nel reggino e di Messina, Roccalumera, Santa Teresa di Riva, Furci Siculo, Pagliara, Taormina, Mandanici e Fiumedinisi nel messinese con ceppi anche a Catania e Palermo, Caminito, meno diffuso, è specifico di Melilli nel siracusano e di Militello in Val di Catania e Catania nel catanese, in molti casi dovrebbe trattarsi di forme etniche riferite al paese di Camini nel reggino, il cui toponimo dovrebbe derivare dal termine greco arcaico kaminion (fornace), negli altri casi potrebbe derivare dal termine grecanico caminètes (piccola fornace), forse ad indicare che i capostipiti si occupassero della fusione di metalli.
integrazioni fornite da Michele Caminita
Caminita: da documenti trovati nell'archivio di stato civile del comune di Ustica si legge che il capostipite fosse un certo marinaio proveniente dalla Spagna di nome Joachin Caminito nato nel 1786 successivamente sposato con una donna di Ustica ed ivi morto nel 1883.
CAMINOLI Assolutamente rarissimo potrebbe derivare da toponimi come Camino (TV) o Camino al Tagliamento (UD).
integrazioni fornite da Enrico Caminoli
i Caminoli in italia sono tutti parenti fra loro, quindi esiste un solo ceppo; da una ricerca a metà del 1700 fino al 1800 erano in Carinzia Slovena, a  Maribor,  probabilmente di origini venete. Il toponimo di riferimento è Camino, come la famiglia Da Camino della marca trevigiana. Comunque nel 1900 i Caminoli sono in trentino.
CAMIOLA
CAMIOLI
CAMIOLO
Camiola, quasi unico, sembrerebbe siciliano, Camioli, anch'esso quasi unico, è probabilmente dovuto ad un'errore di registrazione anagrafica settentrionale del cognome Camiolo, che è tipicamente siciliano, di Palermo, di Gela nel nisseno, di Grammichele, Catania e Caltagirono nel catanese e di Valguarnera Caropepe, Leonforte, Aidone ed Enna nell'ennese, dovrebbe derivare dal nome medioevale Camiolus, un'alterazione dialettale del termine latino medioevale cameolus (cammeo), dell'uso di questo termine abbiamo un esempio in epoca medioevale in un atto: "... Zona una argenti cum cinto corii cum certis paucis splanguis. Adamanti tres parvi in tribus anulis auri. Camiolus unus in uno anulo auri. Anulli quatuor auri fracti pauci valoris. Virge due parve pauci valoris que sunt fracte. Pendini duo granate et alii duo safilii cum periis ceto...", nome in uso soprattutto presso i popoli slavi, anche come forma alterata del nome Camillus, secondo un'altra ipotesi potrebbe derivare da un soprannome dialettale basato su di un termine arcaico dialettale camiolo (vignaiolo).
CAMISASCA
CAMISONI
Cognomi decisamente milanesi, dovrebbero derivare dal toponimo Camisasca (CO) e Camisano (CR).
CAMISOLA Camisola, assolutamente rarissimo, sembrerebbe dell'astigiano, forse di San Damiano d'Asti, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine dialettale piemontese camisòla (sottoveste), a sua volta derivato dal provenzale camisol (gonna, veste), si tratta di un cognome molto antico, di cui si hanno tracce fin dal medioevo, infatti nel Codice Diplomatico della Lombardia Medioevale, in una Cartula vendicionis redatta a Pavia nell'anno 1141 possiamo leggere: "Anno ab incarnacione domini nostri Iesu Christi millesimo centesimo quadragesimo primo, quintodecimo kalendas decembris, indictione quinta. Constat me Mantoanam, filiam quondam Nigriboni Buccanigra, et relicta quondam Guilielmi Bescossa, que professa sum ex nacione mea lege vivere Romana, accepisse sicuti et in presentia testium accepi a te Borgundio Musso da Salairano, per Rainardum Camisolam, missum tuum, argenti denariorum bonorum Papiensium solidos viginti quinque et dimidium, finito precio, pro omnibus rebus illis cum areis suis, iuris mei, quas habere et deti|nere visa sum, per aliquem modum, in loco et fundo Ragagnaria et in eius territorio, prope castro de Lambro ...".
CAMMARELLE Cammarelle, abbastanza poco comune, è specifico di Rionero in Vulture nel potentino, dovrebbe derivare dal nome della località Cammarelle sita nel comune di Padula nel salernitano.
CAMMI
CAMMIA
Cammi è specifico di Piacenza e del piacentino, di Rottofreno, Fiorenzuola d'Arda e Caorso, Cammia, quasi unico, è sempre del piacentino, dovrebbero derivare dal nome tardo latino di origini celte Cammius, latinizzazione del nome Cammiac in uso nella Gallia meridionale, durante il periodo imperiale sotto Antonino Pio troviamo come Proconsole del Norico Lucius Cammius Secundinus, in una lapide del primo secolo situata ad Aquileia si può leggere: "K(alendis) Novembr(ibus) L(ucius) Nonius Rufinus Pomponianus Q(uintus) Vesonius Fuscus // p(raefecti) i(ure) d(icundo) / scr(ibendo) adf(uerunt) C(aius) Lucretius Helvianus M(arcus) // Trebius Proculus L(ucius) Cammius Maximus / s(enatus) c(onsulto) cum prona voluntate // honestissimo animo ultro Calvius Pollio IIIIvir i(ure) d(icundo) / in proximum annum // professus sit quo facto haesitationi publicae in partem / moram ademerit placere ei quo // magis etiam ceteri ad bene faciendum in rei publicae / provocentur statuam equestrem // auratam in foro n(ostro) poni censuer(e) prim(us) cens(uit) C(aius) Lucretius Helvianus".
CAMMAROTA
CAMMAROTI
CAMMAROTO
Cammarota è un cognome specifico dell'Italia meridionale, probabilmente originario della Campania e Basilicata, dove è diffusissimo, Cammaroti, praticamente unico, è probabilmente dovuto ad un'errata trascrizione del precedente, Cammaroto è specifico di Messina e del messinese, si dovrebbe trattare di cognomi derivanti da alterazioni dialettali del nome del paese di Camerota nel salernitano, o di Cammarata nel cosentino e nell'agrigentino.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Cammarota è cognome siciliano (anche Cammaroto) che viene dal greco 'kammarōtos' = fatto a volta, ma anche 'fiero'. Possibile anche una derivazione dal toponimo Camerata (SA). Rohlfs 60.
CAMMORANESI
CAMORANESI
Camoranesi è ormai quasi estinto in Italia continua la sua presenza all'estero grazie al fenomeno dell'emigrazione del secolo scorso, Cammoranesi è estremamente raro, sembrerebbero originari dell'anconetano, forse di Fabriano.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
Camoranesi è un cognome ormai quasi scomparso nel nostro paese, probabilmente originario delle Marche, deriva dall'etnico del toponimo Camerano (AN), un tempo noto come Camborano o Camorano.
CAMNASIO Specifico del milanese, dovrebbe derivare dal toponimo Camnago (MI) frazione di Lentate.
CAMODECA Camodeca è tipico della zona tra il basso potentino, San Paolo Albanese e San Costantino Albanese, e l'alto cosentino, Spezzano Albanese e Castroregio, famiglia nobile di chiare origini albanesi, che arrivò in zona nella prima metà del 1500, in fuga da Corone, città della Morea (antico nome del Peloponneso attualmente greco), che era stata invasa dai turchi islamici, aiutati nell'operazione di espatrio dalle navi messe a disposizione da Carlo V°, per sottrarre i cristiani alle ritorsioni turche.
CAMOGLIANO Molto molto raro è tipicamente genovese, dovrebbe derivare dall'etnico di Camogli (GE).
CAMOIRANO Camoirano, molto molto raro, è tipicamente ligure, dell'area tra genovese e savonese, potrebbe trattarsi di una forma etnica relativa al paese spagnolo di Camoira in Galizia, questo supportato dalla particolare frequenza con la Spagna da parte della Repubblica Marinara di Genova e dai numerosi interscambi marittimi fra quelle regioni.
CAMONI Due le aree di origine, la provincia di Brescia e quella di Piacenza, dovrebbe essere legato alla provenienza dalla val Camonica.
CAMONITA
CAMONITI
Camonita è tipico di Paternò nel catanese, con un piccolo ceppo anche a Ficarazzi nel palermitano, Camoniti, quasi unico, sembrerebbe del palermitano, dovrebbero derivare da forme etniche soprannominali grecaniche dove il suffisso -ita sta per abitante di, proveniente da, una località per il momento non meglio identificabile.
CAMORANI Camorani è tipicamente romagnolo, di Forlì, e del ravennate, di Faenza, Lugo, Solarolo e Castel Bolognese, con un ceppo anche nel reggiano a Reggio Emilia e Canossa, dovrebbe derivare dal nome del paese di Camorano, antico nome dell'attuale Camerano nel riminese o Camerano nell'anconetano.
CAMORRI Camorri, molto raro, è tipico di Cortona nell'aretino, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine arcaico italiano camorro (acciacco, malaticcio e per estensione cosa che funziona male) a sua volta derivato dal latino camoria (moccio).
CAMOSSI
CAMOSSO
Camossi sembra tipico di Darfo Boario Terme (BS) e del bresciano, Camosso è tipico piemontese di Envie (CN), dovrebbero derivare da soprannomi originati dal vocabolo dialettale lombardo camòss (camoscio).
CAMOTTI Camotti è specifico di Castelli Calepio nel bergamasco, il cognome dovrebbe derivare dal fatto che il capostipite fosse di razza camuna, o semplicemente provenisse dalla Val Camonica.
CAMPA
CAMPI
CAMPO
DELLA CAMPA
LO CAMPO
Campa è tipicamente pugliese, del Salento in particolare, Campi è diffuso in tutto il nord, soprattutto nel milanese e varesotto, nel genovese, nel ferrarese ed in Umbria, Campo è tipicamente siciliano con ceppi anche nel bellunese ed in Puglia, Della Campa, rarissimo, è del napoletano, Lo Campo è specifico di Foggia, dovrebbero tutti derivare da uno dei molti toponimi chiamati Campa, Campi o Campo o composti con la parola Campi o Campo, abbiamo un esempio di quest'uso in questo scritto del 1257: "...Nam ex parte mei, domui iam dicte pacis causa, propter eciam salutem anime mee, de consensu fratris mei Sandivogii et filioli mei Nycolai filii Sandivogii de Campa, villas istas, ...". Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo nel 1200 nel pisano: "...Bonaventure de Ceuli quondam Campi de S. Iohanni alla Vena (San Giovanni alla Vena (PI))...", in Valtellina nel 1600 con il notaio Antonio Campi, esattore delle taglie forestiere nella comunità di Grosio (SO).
CAMPACCI
CAMPACCIO
CAMPACI
Campacci, molto molto raro, ha un ceppo nello spezzino ed uno nel forlivese, Campaccio, quasi unico, è toscano, Campaci ha un ceppo molto piccolo nel nordmilanese e nell'area che comprende il pavese e l'alessandrino, ed un ceppo veneto concentrato nel rovigoto, padovano e veneziano, dovrebbero derivare da soprannomi originati da nomi di località, come quella citata in questo scritto del 1581 a Travedona nel varesotto: "..Jtem dicunt esse legatum unum super pecia una terre ubi dicitur al campacio siue in ciosetto super quo debetur ecclesie santi Viti ..", tracce di queste cognominizzazioni le troviamo in un atto del 1582 a Dervio nel lecchese: "..Una pezza de vigna arativa et prattiva de pertiche doi et meza nel circa, dove se dice alla vigna della madona alla quale coherentia ms gio Petro del guasto da mezo dì il sig.ottavio boldoni Dottore da bellano da sera Jacobo della corona prestinaro et da nullora ms Gio Antonio Campacio da Coreno..".
CAMPAGNA Molto diffuso in tutt'Italia, dovrebbe derivare dai vari toponimi con questa radice presenti un pà ovunque in Italia, come ad esempio Sommacampagna (VR), Campagna (SA), (VI), (PG), (TV), (CR) e molti altri, di quest'uso abbiamo un esempio in una Carta de concessione dell'XI° secolo: "...Quomodo erit modo de rebus nostris quas hic per comitem Gaufridum, avunculum vestrum, et episcopum Andecavensem et uxorem Hucberti de Campania, Agnetem, hujus castri tunc dominam, et per filios suos, partim dono, partim precio, hic adquisivimus?...".
CAMPAGNOLA
CAMPAGNOLI
CAMPAGNOLO
CAMPAGNUOLO
Diffuso in tutta Italia Campagnola con almeno due ceppi uno cagliaritano e l'altro veronese, Campagnoli altrettanto diffuso è probabilmente di origine modenese, mentre Campagnolo prevalentemente veneto  possiede anche un ceppo ragusano, Campagnuolo è specifico dell'area occupata dalle province di Napoli, Caserta e Benevento. Tutti questi cognomi hanno una derivazione dall'attività contadina o da un soprannome nato in città per identificare chi era di campagna o da un soprannome legato ad un toponimo come Campagna (SA) - ( PN) -  (VE) o anche Campagnola (PD) - (VR) - (CE) - (CR) - (RE).
CAMPANA
CAMPANI
CAMPANINI
Molto diffuso in tutta Italia Campana, Campani è dell'area che comprende reggiano, modenese e Toscana, prevalentemente settentrionale Campanini, che ha le sue origini in Emilia ed in Lombardia. Questi cognomi derivano o da un soprannome legato al mestiere di campanaro (modificato dal dialetto) o di produttore di campane o alla provenienza campana o a toponimi come Campana (CS).
ipotesi fornite da D. Campanini
la provenienza di Campanini non è assolutamente da collegare alla campana ma al mestiere di camparo, cioè colui che apriva le chiuse per l'irrigazione dei campi, chiamato anche camparèn in dialetto emiliano e poi modificato in campanèn quindi Campanini.
CAMPANACCI Campanacci, assolutamente rarissimo, dovrebbe essere dell'Italia settentrionale, l'origine potrebbe dipendere dal mestiere di conduttore di vacche svolto dal capostipite, vacche che, nel settentrione d'Italia, erano, ed in alcuni casi sono ancora, caratterizzate dall'avere al collo un campanaccio, che, nel periodo di transumanza, risuonava durante il cammino verso l'alpeggio.
CAMPANARI
CAMPANARO
CAMPANER
Campanari è tipico di Marche e Lazio, Campanaro ha un ceppo nel vicentino, uno nel foggiano, uno nel cosentino ed uno nel nisseno, Campaner è tipico dell'area che comprende il trevisano, il veneziano ed il Friuli, l'origine di questi cognomi è un soprannome, in alcunu casi in dialetto, legato al mestiere di campanaro o di produttore di campane.
CAMPANALE
CAMPANILE
CAMPANILI
Campanale è specifico del barese zona di Cassano delle Murge e di Ruvo di Puglia, Campanile è molto diffuso nel Lazio, Campania e Puglia, Campanili, assolutamente rarissimo, è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione del primo, dovrebbe derivare da soprannomi originati da caratteristiche fisiche o della località, abitare nelle vicinanze di un campanile, o di una posizione eretta a mò di campanile.
integrazioni fornite da Prof. Vito Zullo
Riguardo al cognome Campanile, diventato poi anche Campanale si ha notizie in un atto dello stato canonico del 1591 riscontrato nella chiesa madre di Cassano delle Murge (Ba) dove viene citato un certo "....magnificus notarius Vincenzius Campanilis de Tramonto..." Tramonti di Cosenza o Salerno? Risultava poi provenire dalla città di Tramonti di Salerno. Nel comune di Tramonti rogarono, per gli anni 1568-1581, il notaio Campanile Antonio (sicuramente fratello di Vincenzo) e, per gli anni 1713-1766, il notaio Campanile Andrea.
CAMPANELLA
CAMPANELLI
CAMPANELLO
CAMPANIELLI
CAMPANIELLO
Campanella è molto diffuso in tutt'Italia, i ceppi più importanti sono in Sicilia, Puglia e Campania, Campanelli è specifico della zona tra bassa bresciana ed alto cremasco, Campanello sembrerebbe siciliano di Grammichele nel catanese, Campanielli è quasi unico, dovrebbe essere dovuto ad un'errata trascrizione di Campaniello, che ha un ceppo campano a Villa di Briano e San Marcellino nel casertano ed a Torre del Greco nel napoletano, ed un ceppo pugliese nel foggiano a Foggia, Cerignola e Vieste ed a Barletta nel barese, dovrebbero tutti derivare da soprannomi, amche dialettali, originati da caratteristiche del capostipite o perchè il suo mestiere comportasse l'uso di campane o campanacci o per la presenza di una campana in prossimità della sua abitazione, ma è molto probabile anche una derivazione da toponimi come Campanella nel vicentino, nel salernitano e nel ragusano, Campanelle nel maceratese, o altri simili, personaggio degno di nota fu il filosofo calabrese Tommaso Campanella (1568-1639).
CAMPARADA Camparada, molto molto raro, è tipicamente lombardo, di Monza in particolare, dovrebbe derivare dal toponimo Camparada (MI) nel monzese, il toponimo di origine romana trae il proprio nome dal termine latino campora (campi).
CAMPARI
CAMPARO
Campari ha un ceppo lombardo tra milanese, pavese e cremonese, ed uno emiliano tra parmense, reggiano e modenese, Camparo, molto più raro, parrebbe tipicamente del pavese, dovrebbero derivare dall'antico mestiere del camparus o guardiano, custode di un fondo rustico, di questo mestiere abbiamo una traccia in un atto del 1628 nel ducato di Milano: "...Dominicus camparus filius quondam Francisci...".
CAMPATI Campati ha un ceppo a Roma ed uno a Schiavi (CH)
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
Alla base del cognome è il participio passato del verbo campare, nel senso di scampare, vivere, sopravvivere, dato come soprannome al capostipite perchè probabilmente scampato ad una calamità naturale o ad una terribile epidemia. Sarebbe da escludere la derivazione del cognome dal termine campata, elemento architettonico compreso tra due sostegni o piedritti consecutivi. Ancora de prendere in considerazione è la probabile derivazione dalla attività agricola o dalla riscossione delle tasse: il campatico è il reddito agrario o anche la tassa imposta sui redditi agrari.
CAMPEOL Campeol è un cognome tipico del trevigiano, di Istrana, Farra di Soligo e Pieve di Soligo, dovrebbe derivare dall'etnico dialettale del toponimo Campea di Miane (TV).
CAMPERA Campera è specifico del pisano, di San Giuliano Terme, Vecchiano e Pisa, dovrebbe derivare da nomi di località come La Campera di Cascina, o Campera di Peccioli, entrambe nel pisano.
CAMPERI
CAMPERO
Camperi è tipico del cuneese, di Mondovì, Villanova Mondovì e Frabosa Soprana, di Torino e dell'imperiese, con un piccolissimo ceppo anche nel bergamasco, Campero è specifico di Garessio nel cuneese, potrebbero derivare dal cognomen tardo latino Camperus, di cui abbiamo un esempio d'uso in questo testo medioevale: "...Denique vero Camperus ipse, in iconibus operi suo sbjunctis, lineis suis binis normalibus adeo arbitrarie et incostanter usus est, toties punctis contactus variat, secundum quae lineas istas dirigit, et a quibus omnis earum vis et fides pendet, ut seipsum in earum usu incertum et ambigue hesitantem tacite profiteatur...".
CAMPESAN
CAMPESANO
CAMPISANI
CAMPISANO
Campesan, molto raro, è tipicamente veneto, dell'area vicentino, padovana, Campesano, praticamente unico, dovrebbe essere dovuto ad un errore di trascrizione del precedente, Campisani, assolutamente estremamente raro, è panitaliano, Campisano ha un ceppo a Roma, uno calabrese tra catanzarese e valentiano ed uno siciliano nel catanese, dovrebbero tutti derivare, direttamente o tramite modifiche dialettali, dal termine campisano, ormai caduto in disuso, usato per definire i lavoratori agricoli, ma i ceppi veneti potrebbero anche derivare da etnici del toponimo Campese nel vicentino.
CAMPESE
CAMPESI
CAMPISE
CAMPISI
Campese ha un ceppo nel vicentino che potrebbe derivare dal toponimo Campese di Bassano (VI) ed uno nel napoletano, ma il nucleo più importante è in Puglia, nel barese in particolare, Campesi è tipicamente sardo, della zona di Olbia e di Oschiri in Gallura, Campise, molto molto raro, è calabrese, Campisi è tipico siciliano e del reggino, dovrebbero tutti derivare, direttamente o tramite modificazioni locali, dal termine medioevale campese o campise utilizzato per indicare i terreni coltivabili, come si può leggere in questo documento del 1258 ad Afragola (NA): "...tenet a domino Joanne Abate monasterii S. Petri ad Castellum petiam unam terre campise sitam in dicto casali...".
CAMPIBELLI
CAMPOBELLO
Campibelli, quasi unico, parrebbe dovuto ad un errore di trascrizione, effettuato da uffici anagrafici del nord, relativo al cognome Campobello, che, molto raro, ha un ceppo a Martina Franca nel tarentino ed uno a Palermo e Ciminna nel palermitano, dovrebbe derivare da toponimi come Campobello di Licata nell'agrigentino o Campobello di Mazara nel trapanese.
CAMPIDOGLIO Campidoglio è tipico del sud, assolutamente rarissimo, sembrerebbe della zona tra la Campania, il Molise e la Puglia, ma con presenze anche in Sicilia, potrebbe derivare da toponimi come Campidoglio nel teatino o come la località Campidoglio nell'amalfitano.
CAMPIGLIA Campiglia ha un ceppo a Roma ed uno a Sala Consilina nel salernitano, dovrebbero derivare da un nome di località. (vedi CAMPILI).
CAMPILONGO Campilongo ha un ceppo a Napoli, uno nel leccese, ad Arnesano, Monteroni di Lecce e Lecce, ed a Taranto, ed uno nel cosentino, a Verbicaro, Belvedere Marittimo, Castrovillari, Rossano, Firmo e Scalea, dovrebbe derivare da nomi di località denominate campo lungo, probabili luoghi d'origine dei capostipiti.
CAMPIRONI Cognome milanese, dovrebbe derivare dalla funzione di campèe (guardia dei campi).
CAMPISANO Tipico calabrese, della zona di Filadelfia (VV) e Falerna (CZ), ha un ceppo forse non secondario a Roma, dovrebbe derivare dal termine campesanus (abitante di zone rurali).
CAMPITELLI Sembra avere tre ceppi, nel maceratese, nel chietino e nel salernitano, dovrebbe derivare da un nome di località, si hanno tracce di questo cognome a Macerata fin dal 1700, con un Vincenzo Campitelli di nobile famiglia.
CAMPLI
DI CAMPLI
Campli è tipico di Francavilla al Mare e di Ortona nel teatino, Di Campli, molto più diffuso, è specifico del teatino, di Lanciano, Ortona e Castel Frentano, e di Pescara, dovrebbero derivare dal nome del paese di Campli nel teramano, probabile luogo d'origine dei capostipiti, che potrebbero risalire all'epoca dei saccheggi di Campli ad opera nelle truppe borboniche nel XVIII° secolo, saccheggi che costrinsero molti abitanti a ripararsi nel vicino teatino.
CAMPOBASSO Presenze significative a Roma ed a Fondi (LT) ed in Campania a Napoli ed a Montesarchio (BN), ma il nucleo principale sembrerebbe essere in Puglia a Triggiano (BA) ed a Bari, con un ceppo anche a Lecce, dovrebbe derivare dal toponimo molisano Campobasso, improbabile una connessione con il condottiero Angelo Monforte, Conte di Campobasso detto
il Campobasso, che si schierò contro il Re Ferdinando II d'Aragona il cattolico (1452-1518) la cui discendenza continuò con il cognome di Monforte e neppure è proponibile una connessione con Niccolò di Monforte, Cola Gambatesa, il conte Cola Di Napoli, Conte di Campobasso e di Termoli. Signore di Campobasso, generale sotto gli Angiò contro il re di Francia Luigi XI nella guerra del Bene Pubblico e che con il Galeota l'esercito del conte di Charolais e del duca di Borgogna Carlo il Temerario con 900 uomini d'arme, di cui 120 veterani delle guerre italiane. Attacca Parigi, in quanto la sua stirpe proseguì con il cognome di Gambatesa.
CAMPOFILONI Campofiloni sembrerebbe tipico di Fermo (AP) e dintorni, deriva dal toponimo Campofilone (AP) che era in epoca medioevale un territorio sottoposto all'autorità di Fermo.
CAMPOLATTANO Campolattano è un cognome tipico di Maddaloni nel casertano, dovrebbe trattarsi di una forma locale per indicare una persona proveniente da Campolattaro nel beneventano.
CAMPOLI
CAMPOLINI
CAMPOLINO
Campoli è tipicamente laziale, molto diffuso nel romano, nel latinense, nel frusinate, con un piccolo ceppo anche nel napoletano, Campolini, quasi unico, è laziale, Campolino, altrettanto raro, sembrerebbe siciliano, potrebbero derivare, direttamente o attraverso ipocoristici, dal nome medioevale Campolus, ma è pure possibile che possano derivare da un alterazione del termine latino campilius, ad indicare nel capostipite un contadino addetto a dei campilia (vedi CAMPILI).
CAMPOLUNGHI
CAMPOLUNGO
Della zona compresa tra Pavia, Milano e Piacenza Campolunghi, lodigiano con radici anche nelle Marche Campolungo.  Questi cognomi derivano da soprannomi che servono ad identificare una provenienza, quelli del campo lungo ad esempio diventano i Campolunghi (pensate ad esempio a Melegnano, dove la via Castellini era chiamata contrada lunga.
CAMPOMAGGIORE Campomaggiore, molto raro, è tipico del casertano, di Capodrise e di Marcianise, dovrebbe derivare dal nome del paese potentino di Campomaggiore o dal paese omonimo nel reatino, o anche da Campomaggiore, una località di Reino nel beneventano.
CAMPOMENOSI
CAMPOMINOSI
Campomenosi sembrerebbe specifico del genovese, di Santo Stefano d`Aveto e Chiavari, Campominosi è specifico del piacentino, di Piacenza e Ferriere in particolare, dovrebbero entrambi derivare dal nome della località di Campomenoso di Santo Stefano d`Aveto, i Campomenoso, nobili liguri, compaiono in atti notarili degli inizi del 1300, in un atto di vendita del 1324 leggiamo: "...Petrus, filius quondam Enrici de Campolemenoso de Valle Avanti...", il casato nel 1500 si legò in matrimonio con un ceppo dei Doria..
CAMPOMIZZI Tipico marsicano, potrebbe derivare dal nome della località Campomizzi di Pescasseroli (AQ), nel 1800 troviamo tracce di questo cognome nei territori di Cerchio (AQ) con i briganti Pasquale ed Emidio Campomizzi.
CAMPONOGARA Camponogara è tipico del veronese e vicentino, in particolare di Vestenanova, San Martino Buon Albergo e Verona nel veronese e di Valdagno nel vicentino, dovrebbe derivare dal nome del paese veneziano di Camponogara, anche se non si può escludere che derivi dal nome di altre località caratterizzate dalla presenza di una piantagione di alberi di noce, un campus nucarius.
CAMPORA Campora ha un nucleo tra genovese ed alessandrino, un piccolo ceppo nel napoletano ed uno nel palermitano, dovrebbe derivare da soprannomi indicanti una provenienza dai campi cioè un'origine contadina, campora (campi) è il plurale del sostantivo latino campus (campo).
CAMPOREALE Camporeale è tipicamente pugliese, in particolare di Giovinazzo e soprattutto di Molfetta nel barese, con un ceppo importante anche nel foggiano a Margherita di Savoia e San Ferdinando di Puglia, dovrebbe derivare da toponimi come Camporeale di Ariano Irpino nell'avellinese o Camporeale di Marsico nuovo nel potentino.
CAMPORESE
CAMPORESI
Camporese sembra specifico del padovano, con un piccolissimo ceppo a Sanza nel salernitano che dovrebbe derivare dal toponimo Campora (SA) ed uno ancora più piccolo a Napoli che dovrebbe derivare da Campora di Agerola (NA), Camporesi è proprio del forlivese e ravennate, tutti questi ceppi settentrionali derivano da un soprannome originato dal vocabolo campus (terreno agricolo), il cui plurale fa campora e starebbero ad indicare un'origine contadina.  Tracce di questa cognominizzazione si hanno già nel 1500, a Roma troviamo un Pietro Camporesi di Forlì Architetto del Papa Clemente XIII°; nelle memorie del  chirografo di Clemente XIII° leggiamo: "colla minor spesa possibile, coll'intervento e ricognitione anche di Pietro Camporesi Architetto".
CAMPOROTONDO Camporotondo, assolutamente rarissimo, è ora presente praticamente solo nel pavese, in particolare a Varzi, che dovrebbe essere uno dei nuclei originari, mentre un altro nucleo ormai scomparso parrebbe siciliano, forse del palermitano, dovrebbe essere derivato da nomi di località come Campo Rotondo di Molare nell'alessandrino o ad esempio Camporotondo nel palermitano, ma presente anche nel catanese.
CAMPOSTRINI Campostrini ha un ceppo nel veronese, a Villafranca di Verona, Verona, Sant'Anna di Alfaedo, Sant'Ambrogio di Valpollicella e Bardolino, ed in Trentino, ad Avio, Ala, e Rovereto, ed un ceppo nel fiorentino a Sesto Fiorentino e Firenze, potrebbe derivare dal nome del paese di Campostrino, una frazione del paese di Asigliano Veneto nel vicentino, o di altri posti con un nome simile, come ne esistono nel ferrarese ed anche altrove.
CAMPOVERDE Campoverde, assolutamente rarissimo, sembrerebbe dell'Italia centrale, forse dell'Abruzzo, dovrebbe derivare dal nome del paese di Campoverde, frazione di Aprilia nel latinense, forse il luogo primitivo d'origine del capostipite.
CAMPU
CAMPUS
Campu è praticamente unico, Campus, tipicamente sardo come il precedente, derivano da nomi di località contenenti il termine latino campus (campo) come Campus Jovis, Campus Martius ed altri, o anche direttamente da toponimi come Campo Omu (CA), Campus di Villasimius (CA) o simili, si trovano tracce di questa cognominizzazione a Sassari e ad Oristano fin dal 1200.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
CAMPU; CAMPUS: campu = campo; in latino campus. Campùra, campèda = territorio pianeggiante, aperto. Iscampiài/re = da cielo coperto, a cielo sereno. Esti iscampièndi = (il cielo) si sta rasserenando. Is campus de su xelu = il firmamento, i campi del cielo. Campeda > centro abitato scomparso; in periodo medioevale appartenne alla Curadorìa di Barigàdu, del regno giudicale di Arborea. Campidano, pianura del: = la vasta pianura che va da Cagliari ad Oristano, e attraversa tutta la fascia meridionale dell'isola di Sardegna: per estensione è la seconda d'Italia, dopo la Padana.  Campo de Vinyes (campo delle vigne), abitato scomparso; appartenne alla Curadorìa di Gemini, nel regno giudicale di Gallura. Campo Pisano, abitato, frazione di Iglesias. Campu de Locu, detto anche Campulongu: abitato scomparso; in periodo medioevale appartenne alla Curadorìa di Costavalle, nel regno giudicale di Torres. Il centro abitato, villa è menzionato nel Condaghe di San Nicola di Trullas, CSNT, XI°, XIII°, sec. Campu Giavesu, abitato scomparso, i cui resti si trovano nell'agro di Giave. Campu; Campulongu; campu Majori etc. Sono tantissimi i centri abitati ed i toponimi che portano la radice "campu". Quindi, l'origine del cognome, abbastanza diffuso, sin dai tempi antichi, in Sardegna, trova diverse probabilità. È presente, in maniera nutrita, nelle carte antiche. tra i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE del 1388,  troviamo: Campo (de) Fidirico - ville Terrenove (Olbia); Campo (de) Gantino, curie de Sacargia; Campo (de) Guantino, ville Macumerii; Campo (de) Guantino, ville Sancto Lussurgio; Campo (de) Guiglielmo, potestate Macumerii et Curatorie de Marghine de Gociano...; Campo (de) Joannes, ville Sasseri; Campo (de) Leonardo, ville Zaramonte(Ciaramonti); Campo (de) Leori, majore ville Simagis de Josso; Campo (de) Parasonus, ville Sasseri; Campo (de) Paulo, ville Macumerii; Campo (de) Petro, majore ville Gulcei. * Gulcei.odierno Bultei. Contrate de Anglona; Campo (de) Petro, ville Setini (odierno Sedini); Campo (de) Petrus, ville Sasseri; Campo (de) Puço, majore ville Mumutata. * Mumutata...l'odierna Mamoiada. Barbagie Ollolai et Curatorie de Austis; Campo (de) Simplighi - ville Terrenove et Fundi Montis (Olbia); Campo (de) Drogodorio - de Castri Januensis (Castelsardo); Campo (de) Hlierio - de Castri Januensis.Campo (de) Leonardo - de Castri Januensis; Campo (de) Nicolao - de Bosa; Campo (de) Petro - de Castri Januensis. Campu (de) Anthonio, jurato ville Bitiri. * Bitiri...villaggio distrutto: del Meylogu. Contrate de Ardar et Meylogu; Campu (de) Comita, jurato ville Pardu ; Campu (de) Comita, ville Mahara (Villamar); Campu (de) Duranti, ville Gonnos de Tramacia ; Campu (de) Gilitto, majore ville Nurgillo ; Norghiddo...odierno Norbello. Contrate Partis de Guilcier ; Campu (de) Joanne, ville Septem Fontanis. Septem Fontanis.distrutto : Siete Fuentes - I conti di Siete Fuentes prendevano titolo sotto il governo spagnolo. Castri Montis de Verro; Campu (de) Michele, jurato ville Sia Sancte Lucie. Nel Condaghe di San Nicola di Trullas, CSNT, XI°, XIII° secolo,  sono tante le persone col nome Campu o meglio de Campu o de Campo; tra cui ricordiamo: Comita, Dorgotori, Gitilesu, Gunnari Ioanne, Ythoccor, Mariane, Petru, etc. Citiamo Ythoccor de Campu o de Campu: Majore de Scolca( comandante della guardia di confine) in Balles e curatore de factu(amministratore generale) in una Corona de Rennu (tribunale), presieduta da Ythoccor de Laccon. Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, CSMB, XI°, XIII° secolo troviamo: De Campeda Petru(88), teste in una donazione di servi; Campu (de) Furatu (60); Campu (de) Terico, buiakesu, teste in una donazione. Nel Condaghe di San Pietro di Silki, CSPS, XI°, XIII° secolo, abbiamo:  Campu (de) Comita (110), testis kertu de servis (teste in una lite per la partizione della servitù). Nell'opera del Fara, "De Rebus Sardois, III° e IV° sono presenti: Campo Ioannes: anno 1426 2, idus Martii, Ioannes de  Campo ordinis fratrum Carmelitarum, magister in teologia, episcopus Usellensis creatus sedit annos 5 et obiit; Campus Fregosus Ludovicus (180 /11); Campus Fregosus Pirrinus, (192/7). Attualmente il cognome Campu è presente in un solo Comune italiano: a Narcao in Sardegna, con un nucleo familiare: Campus è presente in 270 Comuni italiani, di cui 111 in Sardegna: Sassari 369, Quartu S. E. 232, Cagliari 124, Macomer 84, (Narcao 14). Etc.
CAMUFFI
CAMUFFO
Camuffi è quasi unico, Camuffo è tipico del veneziano, con un piccolo ceppo anche nel goriziano, potrebbe derivare da un soprannome originato dal termine italiano arcaico camuffo (gioco d'azzardo, fazzoletto o foulard  usabile per coprire il volto, travestimento, maschera), ma non si può escludere anche una possibile derivazione dal nome ebraico Hamoth, le origini di questa cognominizzazione sembrerebbero candiote (cretesi), proprio a Candia, l'attuale Creta, porto veneziano, agli inizi del 1400 fiorente centro commerciale veneziano nel mar Egeo, con la caduta dell'Impero Romano d'Oriente, Costantinopoli, l'attuale Istanbul, fu preda dei saraceni e molti candioti si rifugiarono a Venezia e Chioggia per sfuggire alle persecuzioni operate dai turchi sui cristiani, tra questi anche i Camuffo che, giunti a Mestre, continuarono la loro opera di costruttori di ogni sorta di imbarcazione, impresa che continua tuttora.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Camuffo è un cognome veneto che viene da un antico  vocabolo veneto che significa 'balza del vestito'. Olivieri 238.
CAMURANI Cognome tipico dell'Emilia e Romagna.
CAMURRI Camurri è tipico dell'area che comprende il modenese soprattutto ed il reggiano e mantovano, dovrebbe trattarsi di una specie di forma etnica del paese di Camurana di Medolla nel modenese o dai territori dell'antico Castello di Camurana.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
A spiegare il cognome Camurri soccorrono tanto una derivazione locale da una ca(sa) Murri, quanto il nome personale latino Camurius, che ha dato nel Modenese anche il nome locale Camuriana, in comune di Medolla, che è una Camuriana villa d'età romana. La seconda ipotesi è per me più probante. Buona la diffusione nel Modenese. Fonte: F. Violi, Cognomi a Modena e nel Modenese.
CAMUS
CAMUSSI
CAMUSSO
Camus è quasi unico, Camussi, molto molto raro, è tipico della zona che comprende il milanese, il pavese e l'alessandrino, Camusso, decisamente più diffuso, è specifico del torinese, di Pinerolo, Torino, Cumiana, San Secondo di Pinerolo, San Pietro Val Lemina e Perosa Argentina, in alcuni casi potrebbero derivare dal cognome francese Camus, ma in tutti i casi dovrebbero derivare da soprannomi originati dal fatto che i capostipiti avessero il naso camuso.
CANAL
CANALE
CANALI
Canal è tipico del triveneto, del trevisano e del bellunese in particolar modo, ma anche del veneziano, del trentino e del goriziano, Canale è presente in tutt'Italia, Canali è più tipico del centro nord, derivano, direttamente o tramite una modificazione dialettale, da toponimi quali Canale (TR) - (CN) - (AV) - (BL) - (GE) - (RM) - (TN) - (BO), o dal fatto che la fgamiglia abitava in prossimità o sulle rive di un canale.
CANALA Canala è specifico di Ascoli Piceno e provincia, dovrebbe derivare da una voce dialettale del Piceno per intendere una vallata lunga e stretta, quella che anche in italiano viene detta canalone, probabilmente ad identificare le caratteristiche della zona di provenienza o d'abitazione della famiglia.
CANALAZ Assolutamente rarissimo, è tipico della zona orientale dell'udinese, di Grimacco in particolare, deriva da una voce dialettale friulana canal che sta ad indicare la valle, e si riferirebbe a persone provenienti da vicine vallate.
CANALIS Molto molto raro ha un ceppo sardo ed uno piemontese, dovrebbe essere di origini liguri o piemontesi e dovrebbe derivare da un nome di località o dalla vicinanza ad un canale. Tracce di questa cognominizzazione le troviamo nel 1400 nel torinese con il casato dei Canalis influenti notai e giureconsulti alla corte pinerolese dei principi d'Acaia furono marchesi di Altavilla (1635), Spigno (1731); conti di Cumiana , S. Giorio (1400); consignori di di Bruino, Cantogno, Caselle, Caselette, Genola, Givoletto, S. Martino, Stoerda, Villafranca, Villarfocchiardo.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
CANALIS: ha il ceppo più rappresentativo a Sassari, ma è presente anche in diversi Comuni della provincia di Torino; anche Roma ne ha un ceppo, con oltre 20 presenze. In sardo is canalis o is canabis (betacismo) hanno diversi significati: is canabis de is crabeturas, sono le gronde dei tetti; is canabis de su monti, sono le valli strette e profonde della montagna o le forre, etc. Non lo troviamo nelle carte antiche se non con uscita diversa. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE del 1388, troviamo: Canals Franciscus rector ecclesie parrochialis ville Algueri. ** Ville Algueri.odierno Alghero. Camella Bernardus, Bos Franciscus, Ferret Anthonius sindici, actores et procuratores.et nos, superius nominati: Serra (de) Thomas, major camere; Pancie Comita, sub cancellarius; Caso Anthonio procuratores.et singulos homines civitatum Sasseri et Ville Ecclesiarum ac loci Telluri et locorum Mole de Posata et Iscle de Galtelì ac Contrate de Baronia .et ego De Vieri Jacobus praedictus tutor et curator datus et etiam adsignatus nobili Mariano filio (di Eleonora e Brancaleone Doria). Fideiussores Donnum De Villa Gonnarium et Donnum Musca Bartholomeum, cives Aristanni. Presentibus: Marinella Torbino, Polvirella Anthonio, Sirgo Barçòlo, civibus Aristanni. In die vigesima mensis Januarii, anno millesimo CCCLXXXVIII (1388). Seguono nomi di funzionari di tutta la Sardegna: Arenosio (de) Petri, ville Algueri; Masala Galeago, ville Bosa; Culto (de) Lemuxio, ville Terranova (Olbia); Ferrali Augustino, Marmilla; Casilis Petrus, Castri Javensis; Galluresu Mariano, Castri Montis; Montis (de) Laurencio, Parte Montibus; Sabiu Francisco, Parte de Valença; De Sii Jacobo, Mandrolisay; Lacono (de) Basilon, Parte Virigadis (Barigadu); Sotgiu (de) Thoma, Campitani Majore; Porcu Guantino, Parte Milis; Sori (de) Francisco, Parte Guilcier; Agus (de) Joanne, Montis de Verro; Senalo (de) Barisono, Planarie de Bosa; Seche Gonnario, Montis Leonis e Caputis Abbas; Masala Joanne, Serra de Vallis; Coghu Petro, Macumeri et Margini; Aletti Anthonio, Alçana; Vare (de) Nicolao, Claramonte et Anglona; Sunna Elia, Mejloco. Segue l'atto notarile.quod fuit actum die loco et anno predictis.testibus ad haec vocatis: Tholono (de) Giordano, Tardino (de) Poncio et Coloma Francisco Joannis militibus; Colle (de) Petro, jurisperito; Tomich Francisco, Rigonfi Jacobo, Sagrestani Bernardo, Monge Petro, Celis Betto ( ville Ecclesiarum de Sigerro et Bassagoda Berengarius( Castri Calleri).Jonquerio Bernardo, Serranei Anthonium et De Vineolis Petrum, notai (Castri Calleri). Actum in villa Algueri; Baringe Damianum canonicum Arestanni et Virgili Nicolaum (Arestanni). Nella storia ricordiamo Canales de Vega Antonio, cagliaritano di origine, vissuto nel XVII° secolo, in periodo spagnolo. Professore delle cattedre di Diritto nell'Università di Cagliari ed infine Giudice della Reale Udienza (Di. Sto. Sa). Attualmente il cognome Canalis è presente in 54 Comuni italiani, di cui
CANANI Canani, assolutamente rarissimo, sembrerebbe avere un ceppo lombardo nel mantovano, con antiche origini ferraresi, ricordiamo Giovanni Battista Canani nato a Ferrara nel 1515, autore del Musculorum humani corporis picturata disectio, sempre nel 1500 il Cardinale ferrarese Giulio Canani, e, nello stesso periodo troviamo Antonio Maria Canani in qualità di Podestà di Guiglia nel modenese, possiede inoltre un ceppo in Puglia, dovrebbe derivare dal nome medioevale gotico Cananus, nel De generatione principum Walliae possiamo leggere: "Haec itaque est generatio principum Sudwalliae : Resus filius Griphini, Griphinus filius Resi, Resus filius Theodori, Theodorus filius Cadelh, Cadelh filius Eneae, Eneas filius Oenei, Oeneus filius Hoeli da, id est Hoeli boni, Hoelus filius Cadelh, Cadelh filius Roderici magni. De Cadelo igitur, filio Rotherici magni, descenderunt principes Sudwalliae. De Mervino principes Nortwalliae, in hunc modum ; David filius Oeni, Oeneus filius Griphini, Griphinus filius Canani, Cananus filius Iago, Iago filius Ythewal, Ythewal filius Meuric, Meuric filius Anaudrech, Anaudrech, filius Mervini, Mervinus filius Rotherici magni...".
CANAPA
CANEPA
Canapa ha un piccolo ceppo tra novarese ed alessandrino, ed uno ad Osimo nell'anconetano, Canepa è un cognome genovese ma si individuano ceppi in Sicilia e nel Cagliaritano. L'origine dei cognomi può risalire a soprannomi legati al mestiere di cordaio o di coltivatore di canapa o anche al fatto che il capostipite dimorasse nei pressi di una fabbrica di corde o di un campo di canapa.
CANAVACCI
CANAVACCIO
CANAVASSI
CANAVASSO
CANEVACCI
CANEVAZZI
CANNAVACCIO
Cognomi tutti molto rari, derivano da un soprannome.
integrazioni fornite da Stefano Bettazzi
Canavacci, Canevacci e Cannavaccio, rarissimi, sono presenti soprattutto nel romano, Canavaccio, unico, si riscontra soltanto a Cittaducale
(RI), Canavasso, quasi unico, è forse originario del torinese, per Canavassi, anch'esso quasi unico, è invece molto difficile indicare una precisa provenienza, Canevazzi, infine, è presente per lo più in Emilia Romagna, fra il ferrarese e il modenese, tutti questi cognomi dovrebbero derivare da varianti arcaiche o dialettali del termine canovaccio, col significato di strofinaccio (usato spesso in cucina), ad indicare così il mestiere di fabbricante o commerciante di strofinacci. Si tratta, dunque, delle cognominizzazioni di nomi di mestiere attribuiti ai capostipiti.
CANAVACCIUOLO
CANNAVACCIOLO
CANNAVACCIUOLI
CANNAVACCIUOLO
CANNAVACIUOLO
Canavacciuolo, Cannavacciuoli e Cannavaciuolo sono quasi unici, Cannavacciolo. estremamente raro, è del napoletano, Cannavacciuolo è tipico del napoletano e zona limitrofa del salernitano.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
Canavacciuolo e Cannavaciuolo, unici, si riscontrano soltanto a Scauri (LT) e a Napoli, Cannavacciolo, rarissimo, ha un ceppo nel napoletano e l'altro nel viterbese, Cannavacciuoli, quasi unico, è originario di Scafati (SA), Cannavacciuolo, molto più comune dei precedenti, ha un epicentro in Campania, fra il napoletano e il salernitano, ma è presente a bassa frequenza anche nel nord e centro nord del paese, tutti questi cognomi derivano da varianti arcaiche o dialettali del termine canovaccio, col significato di straccio, strofinaccio (usato per lo più in cucina), ad indicare così il mestiere di fabbricante o commerciante di strofinacci (altrimenti detto cenciaiolo). Si tratta, dunque, delle cognominizzazioni di nomi di mestiere attribuiti ai capostipiti.
CANAVESE
CANAVESI
Canavese è specifico del torinese e del cuneese, anche se è ben rappresentato anche nell'imperiese, Canavesi invece è specifico dell'area che comprende il nordmilanese ed il varesotto, dovrebbero derivare dal toponimo Canavese presente in misura massiccia nel torinese, o dal nome stesso (Canavese) dell'area geografica posta nella zona settentrionale della provincia di Torino con centro principale Ivrea.
CANCEDDA Cancedda è specifico del sud della Sardegna, di Cagliari, Quartu Sant'Elena, Decimomannu, Villaputzu, Nurri e Selargius nel cagliaritano, di Carbonia, di Arbus, Villamar, Villacidro, San Gavino Monreale e Guspini nel Medio Campidano e di Oristano, Villaurbana, Gonnosnò, Usellus e Simala nell'oristanese, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine sardo cancèdha, cantzedha, che significa cannuccia, vocabolo usato soprattutto per indicare la canna utilizzata per estrarre il vino dalle botti grosse.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
CANCEDDA: è difficile dire che cosa significhi e da dove derivi la voce cancèdda: non è presente nei dizionari della lingua sarda e neppure nel DES del Wagner. Tentiamo alcuni suggerimenti. Nella ipotesi di una eventuale corruzione del termine, nella lingua sarda esiste la parola conkèdda e la sua variante cunkèdda…e perché no, cankèdda, nel significato di catino, catinella di terra cotta, dal latino concha = scodella. Sa contzèdda nella parlata di Dorgali è la metà del  guscio della noce o anche il guscio vuoto dell’uovo, dopo che ne è uscito il pulcino; la base è sempre il latino concha. Oppure possiamo pensare ad una parola di derivazione greca, da κάγκελον (kànkelon) = cancello, sbarra, etc. cancèllos in latino. O ancora dal greco κάγχαλος = cancano, cardine o rampino. Non sappiamo altro. Nei documenti antichi della lingua e della storia della Sardegna, abbiamo una serie di varianti, che potrebbero far pensare alle diverse ipotesi su esposte, ma fra tutte  prevale la voce greca κάγκελον = cancello  Tra i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE, del 1388 figurano: Canceda Nicolao, jurato ville Seuis, * Seuis…odierno Seuis (Laconi…Contrate partis Alença); Cancellu Antiogho, ville Ecclesiarum, *** Villa Ecclesiarum…odierno Iglesias. Et ego De Nelli Pelipaparius Ludovicus, civis et habitator terre et Ville Ecclesiarum…sindicus, procurator universitatis Ville Ecclesiarum…seu a Formenyino Joanne, capitano, camerlengo Ville Ecclesiarum di Sigerro. Omnibus habitatoribus dicte terre Ville Ecclesiarum, congregatis in Curia Magna…in posse Virde Andree, quondam Virde Joannis de Civitate Sasseri…nona die januarii 1388; Cancellu Juliano ville Ecclesiarum; Canchello Barsolo, majore(amministratore di giustizia, sindaco) ville de Dolefa (Onnifai, Contrate Partis Montis Acuti). Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, CSMB, XI, XIII secolo, al capitolo 70 abbiamo Cancella Corsa e Cancella Iustu, in un acquisto(comporeili) di terra: Ego Armanus, prior de Bonarcato, comporeili ad Abisatu et a Corsa Cankella, socra sua (sua suocera) et a muliere sua Vera, plaza in Cellevane (Zeddiani : 1100 ab. Prov. Oristano), tenendo (confinante) assa de Furadu Corrìa servu de Sancta Maria de Bonarcato ; e deindeli (in cambio ho dato…segue l’elenco) ; tra i testes figura Cankella Iustu, che è probabilmente il fratello di Corsa. Sempre del CSMB, al capitolo 82 è menzionato Cankella Mariane, prete: Ego Girardo, prior de Bonarcato, facio partione cun iudice, homines ki hamus in Augustis (Austis) : (si tratta di una spartizione di servi) ; segue un lungo elenco, suddiviso in paragrafi. Fra i « testes » figura prebietru Mariane Cancella o Cankella. Il cognome Cankella è presente pure nel Condaghe di San Michele di Salvennor, CSMS, XI, XIII secolo (al capitolo 133/209): Caço Pedro Quanquella – Cankella - (è in spagnolo)siervo entero de San Miguel con Juerra que fue esclava entera de Comida de Tori…y la icieron a Maria Canquella – Cankella - y Comida de Tori…Al 9 e 314 (è una ripetizione) abbiamo Marian Cankella :  - en Billikennor (lungo la strada che unisce Banari ad Ossi – v. il CSMS a cura di V. Tetti – Delfino Ed.) – Comprè de Marian Cankella con voluntade de su Muger su viña de la Villa…etc. (al 314 si ripete ma Cankella diventa Quanquella). Nel Condaghe di San Nicola di Trullas, CSNT, XI, XIII secolo : ai capitoli 108 e 117 è citato Mariane Cancella, servo per un « pede »(un quarto)di San Nicola.  E’ usufruttuario di una terra in località Bingias Maiores in Consedin (Cossoine). Questi in una lite uccide un altro servo, « intero » di San Nicola, pertanto il monastero ne acquisisce « latus » (la metà più 2 giorni la settimana e lo stesso trattamento è riservato ale sue due figlie : - Ego prebiteru Salomone k nce ponio in ‘stu codice certo ki feci pro homine ki occisit Mariane Kancella : a Ianne Corrìa, ki fuit integru de Sanctu Nichola, et. etc. ..et derunminde latus et .II. dies de Mariane, et cis latus et .II. dies in anbas fiias ( Il CSNT a cura di Paolo Merci – Ed. Delfino). Al capitolo 177 sempre del CSNT, è citato (Kancella) Cane (già menzionato in un documento del 1145 – Artizzu Geneal. VII, 13), marito di Pisana de Athen, membro della potente famiglia degli Athen di Torres.  Attualmente il cognome Cancedda è presente in 150 Comuni italiani, di cui 80 in Sardegna : Cagliari 121, Carbonia 47, Arbus 38, Quartu 38, etc. Nella penisola è Roma ad avere il numero più alto, con 50, segue Genova con 15, etc.
CANCELLARA
CANCELLARI
CANCELLARO
Cancellara è tipico dell'area potentino, barese, di Palazzo San Gervasio, Genzano di Lucania, Acerenza, Oppido Lucano, Venosa e Bella nel potentino e di Spinazzola, Gravina in Puglia, Andria e Minervino Murge nel barese, Cancellari, quasi unico, dovrebbe essere dovuto ad un'errata trascrizione del precedente, Cancellaro è tipicamente pugliese, di Foggia e Sant'Agata di Puglia jnel foggiano e di Andria e Canosa di Puglia nel barese, dovrebbero derivare dal nome del paese potentino di Cancellara, probabile luogo d'origine dei capostipiti.
CANCELLI
CANCELLINI
CANCELLINO
CANCELLO
CANCIELLO
Cancellini praticamente unico è presente solo a Castelfranco Veneto (TV), negli USA ed in Brasile, dovrebbe derivare da un antenato che nel 1886 a Edolo (TV), in quanto bambino abbandonato, ricevette questo cognome dall'ente che lo accolse, di questo cognome esistono comunque tracce anteriori in Sicilia ed a Benevento dove si riscontra una presenza nella seconda metà del 1800 del cognome Cancellino, probabilmente per indicare i neonati abbandonati in prossimità del cancello di un monastero, la stessa origine dovrebbero avere i cognomi Cancelli, diffuso in Toscana, Umbria, Abruzzo e Lazio, con un ceppo anche nel leccese, Cancello, molto raro, tipico del napoletano, come il molto meno raro Canciello, molto diffuso nel napoletano a Frattamaggiore, Napoli, Frattaminore, e nel casertano a Capua e ad Orta di Atella, che potrebbe anche derivare da nomi di località o plebi come la napoletana Santa Maria a Canciello.
CANCELLIERI Presente in tutt'Italia ha più zone di provenienza, dalle Marche, al Lazio alla Sicilia, deriva dall'appartenere ad una famiglia dove qualcuno ha svolto la professione omonima.
CANCEMI
CANGEMI
Tipici siciliani dovrebbero derivare da un nome di località, la Contrada Cangemi di Termini Imerese nel palermitano potrebbe essere un esempio, potrebbero anche  derivare dal cognomen Cangemius di cui abbiamo tracce nel 1600 con il dotto medico Franciscus Cangemius autore di un trattato medico sulla cura di varie patologie.  Tracce di questa cognominizzazione le troviamo nel 1593 ad Alessandria della Rocca (AG) dove viene fatto parroco della chiesa Madre di S. Maria del Pilerio il reverendo Don Natale Cangemi.
integrazioni fornite da Carmelo Ciccia tratte da I cognomi di Paternò C:R:E:S Catania
il cognome deriva dal vocabolo arabo haggam (applicatore di mignatte, barbiere, chirurgo, guaritore). A Palermo troviamo un Galterius Changemi nel 1283
CANCIAN
CANCIANI
Cancian è tipico del trevigiano e pordenonese, Canciani è più dell'udinese, dovrebbero derivare da una modificazione dialettale del nomen latino Cantianus, ricordiamo i martiri cristiani delle persecuzioni dell'Imperatore Diocleziano, Cantius, Cantianus e Cantianilla uccisi nel 300 ad Aquileia (UD), l'uso di questo nome nel medioevao si riscontra in un atto del 1139 conservato a Pavia, dove si legge: "...Signum + manuum Arderici Marchesii Bullii, Guidonis Buzii, Onfredi de Concorezo, Proculini, Cantiani, testium. Ibi statim, presentibus ipsis testibus, dederunt guadiam suprascripti Petrus Pecia et Iohannes et Bellonus germani, pater et filii, eidem Ingelzende abbatisse ...", traccia di questa cognominizzazione la troviamo con l'autore storico Paulus Canciani autore del Barbarorum leges antiquae Accedunt formularum fasciculi et selectae constitutiones medii aevi. Collegit ... monumentis quoque ineditis exornavit .
CANDEAGO
CANDIAGO
Candeago è tipico di Belluno e del bellunese, Candiago, decisamente più raro, è più tipico di Vittorio Veneto e del trevisano, dovrebbe derivare da un nome di località ormai scomparso, potrebbe trattarsi di terreni di proprietà di un profugo di Candia (città dll'isola di Creta, sotto il dominio veneziano), ma potrebbe anche trattarsi di possedimente di un Canidius (nome gentilizio romano o di un paese che potrebbe aver preso il nome dai Candeo signori di Faedis nell'udinese.
CANDELA Ha un ceppo nel trapanese e palermitano, uno nel barese, uno tra napoletano ed avellinese, potrebbe derivare da toponimi come Candela, presente sia nel foggiano che nel potentino.
CANDELARI Candelari sembrerebbe tipicamente marchigiano, di Ancona in particolare, potrebbe derivare dal mestiere di produttore di candelari, forma arcaica per candelieri, svolto forse dai capostipiti, troviamo tracce di questa cognominizzazione almeno dal 1300, tra i notai della Serenissima Repubblica Veneta compare infatti un Notaro Stefano Candelari in atti datati 1324.
CANDELI Candeli è tipico del modenese, di Modena, Maranello, Serramazzoni e Pavullo nel Frignano, potrebbe derivare dal mestiere di produttore di candele o ceri, svolto forse dal capostipite.
CANDELIERE
CANDELIERI
Candeliere è tipico di Gravina in Puglia nel barese e di Bari, con sparute presenze nel catanzarese, Candelieri ha un ceppo nel leccese a Calimera e Martignano ed uno nel catanzarese a Vallefiorita e Soverato, potrebbero derivare dal mestiere di produttore di candelieri svolto dai capostipiti.
CANDELO Candelo è tipicamente piemontese, con un ceppo a Capriglio nell'astigiano, a Torino ed a Racconigi nel cuneese, dovrebbe derivare dal toponimo Candelo nel biellese.
CANDELORA
CANDELORI
CANDELORO
DI CANDELORO
Candelora, molto raro, ha un ceppo a Fano nel pesarese ed uno a Bari e Triggiano nel barese, Candelori è tipico del teramano, zona di Roseto degli Abruzzi e suo entroterra, Candeloro è invece della fascia del chietino e pescarese, Di Candeloro, sempre del teramano, molto molto raro, dovrebbe comunque riferirsi alla famiglia di un figlio di un Candeloro, dovrebbero tutti derivare dal nome Candeloro o Candelora, nomi attribuiti anticamente ai figli nati nel giorno cosiddetto della Candelora, così chiamato perchè perché in quel giorno vengono benedette le candele, simbolo di Cristo, la luce che illumina le genti.
integrazioni fornite da Andrea Ferreri - Milano
Candeloro è un cognome abruzzese, diffuso nelle province di Chieti e Pescara. Qualche presenza significativa anche nel sud Italia. Il nome Candeloro veniva dato soprattutto, ma non soltanto, ai bambini che nascevano nel giorno della festa religiosa della Candelora, che dovrebbe essere il 2 Febbraio, nella quale si facevano benedire le candele e i ceri, per poi accenderli per chiedere protezione.
CANDELU' Candelù, molto raro, è tipico di Venezia e di Mogliano Veneto nel trevisano, dovrebbe derivare dal nome del paese di Candelù, una frazione di Maserada sul Piave nel trevisano.
CANDEO Abbastanza poco comune è specifico del padovano, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale con il significato di candido o forse e più probabilmente può derivare dal toponimo Candia, troviamo traccia del casato dei Candeo come signori di Faedis (UD) arrivati da Padova nel 1600.
CANDI
CANDIO
Candi ha un ceppo emiliano, a Parma, Modena, Bologna ed Argenta nel ferrarese, uno nell'anconetano ad Ostra, Senigallia, Chiaravalle ed Jesi, ed uno ad Albano Laziale, Roma e Frascati nel romano, Candio, molto meno comune, ha un piccolo ceppo tra veronese e vicentino, uno a Roma ed uno in Puglia nel barese e nel leccese, dovrebbero derivare dal nome medioevale Candius, di cui abbiamo un esempio d'uso in questo scritto secentesco: "..Optatissimus adfuit Candius et Episcopo, et Ciuitati, et max me Angelo, ac Sodalibus. Post mutuam salutationem, in conspectu omnium recitantur Patris Generalis literae: quibus collaudans eorum pietatem, singularique voluptati, atque exemplo sibi, ac ceteris Patribus fuisse demonstrans, quod tanto studio, quantum subscriptionibus quisque suis declarauerant, ad diuinae Maiestatis obsequium in hac minima Societate Iesu dedicarent sese..".
CANDIA
LA CANDIA
Candia, molto raro, sembra originario del potentino e della zona di confine del casentino, deriva dal toponimo Candia (Creta), è presente anche un ceppo autonomo nel pavese che deriverebbe dal toponimo Candia Lomellina (PV), La Candia, tipico del barese, di Molfetta in particolare e di Giovinazzo, dovrebbe essere una forma matronimica del precedente. Tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Fano (PS) nel 1400 con una certa Bernardina Candia.  Un Giovanni Candia fu prevosto di Melegnano dal 1766 al 1812.
CANDIANI
CANDIANO
Candiani sembra avere un ceppo nel milanese ed uno nella provincia di Venezia, Candiano sembrerebbe del ragusano, dovrebbe derivare dal toponimo Candia di Lomellina (PV) ma più probabilmente dal toponimo greco Candia (Creta) indicando la provenienza di esuli da quella terra dopo la conquista turca dell'isola (1669), esempio di questa derivazione e prima cognominizzazione si ha nel X° secolo, nella Istoria Veneticorum di Johannes Diaconus si legge tra l'altro: "...Igitur Petrus Candianus dux, quem prediximus, sexto sui ducatus anno triginta et tres naves, quas Venetici gumbarias nominant, contra Narrentanos Sclavos misit, quibus Ursus Badovarius et Petrus Rosolus prefuerunt, ..."; questo cognome lo si trova a Lodi nel 1500 nel testamento del senatore ducale Bernardino Busti, vedovo della moglie, Lucrezia Candiani.
integrazioni fornite da Enrico Candiani Busto Arsizio
A Busto Arsizio esiste un ceppo numeroso di Candiani.  Il senatore ducale Bernardino Busti sopracitato è verosimile che sia di origini bustocche, esistono infatti personaggi storici di sicura provenienza bustocca che venivano chiamati genericamente Busti, fra questi, lo scultore della scuola lombarda Agostino Busti (1483-1548) detto il Bambaia.
CANDIDA
CANDIDI
CANDIDO
Candida ha un ceppo romano, uno nel napoletano a Cardito e Napoli, ed uno salentino ad Oria e Francavilla Fontana nel brindisino ed a Taranto, Candidi è tipico del romano, di Velletri, Roma, Lariano e Tivoli, Candido è panitaliano, con i ceppi più importanti in Friuli, nel romano e latinense, nel napoletano, in Puglia, soprattutto nel leccese, nel reggino ed in Sicilia, dovrebbero derivare dal cognomen latino Candidus, Candida.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
L'origine di questi cognomi va ricercata nel nome medievale Candido, che, nell'onomastica augurale, va inteso probabilmente nel senso di puro, dall'animo candido. Nel sud Italia, però, non si può escludere che i cognomi Candida, Candido, etc abbiano talvolta un'origine arbëreshë (più probabilmente greco-albanese), facendo riferimento, cioè, al nome etnico dell'isola di Candia, oggi conosciuta come Creta (per una spiegazione più approfondita, vedi Candita e Di Candia): questa considerazione, in effetti, sembra applicarsi per lo più ai ceppi salentini e tarantini, tenendo conto che, nel sud della Puglia, la distribuzione dei cognomi Candida e Candido è molto simile a quella dei cognomi Candita e Candito.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Da segnalare anche la possibilità di una derivazione dal toponimo Candida in provincia di Avellino.
CANDILA Cognome quasi scomparso.
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
Candìla è oggi un cognome molto raro, forse unico, presente nei comuni di Roma, Napoli e Salerno: è proprio nel Salernitano, nel Cilento, dove con ogni probabilità in passato il cognome era più diffuso, che andrebbero ricercate le sue origini. Il termine candìla che forma il cognome è una variante dialettale del vocabolo candela: come per i cognomi Candeloro, Candelora e Candiloro, diffusi per lo più in Sicilia e in Calabria meridionale, anche la forma cognominale Candìla è stata a mio avviso generata dalla cognominizzazione di Candeloro, nome dato agli infanti nati il giorno della festa religiosa delle Candelora o della Purificazione di Maria Vergine, festa popolare durante la quale in passato si facevano benedire candele e ceri, da cui festa candelorum, che si accendevano poi per chiedere grazie e protezione.
CANDINI
CANDINO
Candini è tipicamente emiliano, del bolognese, di Bologna soprattutto e di Crevalcore, Crespellano, Castel Maggiore e San Lazzaro di Savena, Di Castelfranco Emilia, Modena e Finale Emilia nel modenese e di Cento nel ferrarese, Candino, molto molto raro, ha presenze sparse in giro per l'Italia, la prima ipotesi li riconduce ad una forma etnica arcaica relativa all'isola di Candia, forse luogo di provenienza dei capostipiti, esuli all'epoca delle guerre contro gli invasori turchi, ma la più probabile si rifà al cognomen latino Candinus di cui abbiamo un esempio d'uso con il console Lucius Cornelius Lentulus Candinus, console di Roma nel 237 a.C. assieme a Quinto Fulvio Flacco. Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Bormio nella prima metà del 1500 con il canipario (cantiniere) di taverna Giuseppe Candinus.
CANDIRACCI Candiracci, molto molto raro, è tipico dell'urbinate, di Cagli, Acqualagna ed Urbania, potrebbe derivare da un soprannome basato sul termine arcaico candi (zucchero di canna, zucchero in verghe), forse ad identificare nel capostipite un importatore di zucchero.
CANDITA
CANDITELLI
CANDITI
CANDITO
CANDITONE
Candita è specifico di Francavilla Fontana nel brindisino, Canditelli è quasi unico, Canditi, solo leggermente meno raro, parrebbe abruzzese, Candito ha un ceppo nel leccese a Sternatia ed a Brindisi ed uno nel reggino a Condofuri, Canditone, assolutamente rarissimo, è di Napoli e dintorni.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
Sull'origine di questi cognomi confluiscono per lo meno due ipotesi, da ritenersi valide a seconda della diversa provenienza di queste famiglie. Da un lato, infatti, Candita e le sue varianti potrebbero nascere da un arcaismo del nome medievale Candido (vedi Candida), tenendo conto soprattutto degli ipocoristici Canditelli e Canditone - che, in effetti, fanno pensare proprio a un nome di persona. Nel sud Italia, però, va notato che i cognomi Candita e Candito hanno più spesso un'origine arbëreshë (probabilmente greco-albanese) e, in questi casi, è piuttosto chiara la derivazione dal termine candita, il nome etnico, cioè, dell'isola di Candia, oggi conosciuta come Creta (vedi Di Candia e Candida): come nel caso di Candido e varianti, quest'origine greca o arvanita si applica per lo più ai ceppi salentini e tarantini, se si tiene conto della forte presenza arbëreshë nel sud della Puglia (soprattutto nella cosiddetta Albania tarantina).
CANDOLINI
CANDOLINO
Candolini, molto raro, ha un piccolo ceppo friulano nell'udinese, in particolare a Gemona del Friuli, Bordano e Fagagna, ed uno piccolissimo nel teramano, Candolino, quasi unico, è dovuto ad un errore di trascrizione del precedente, si dovrebbe trattare di forme ipocoristiche dialettali di troncature dialettali del nome Candido, che in friulano diventa Cjandi, poi attraverso l'ipocoristico tipicamente veneto in -olo, -ulo è diventato Cjàndul, che, con una successiva modificazione ipocoristica, si è modificato in Cjandulìn, quindi italianizzato in Candolini. Tracce di queste cognominizzazioni risalgono almeno al 1600, nel libro Cenni storici sul castello di Porcia del 1629 si legge: "Li popolari di Portia per la massim parte, anzi quasi tutti, sono forestieri, venuti da diversi luochi e prima: li Bernardi e quelli dal Ponte furon da Davian; li Varischi, quelli dell'Oro e quelli d'Albin,.. ..Zaniacomo Paris brescian; Orlando savel campanaro da Gemona, Rubeo forestier; Marco Candolin dalla Meduna; li eredi di Zangiacomo de Zanchis da Triviso...".
CANDORE Assolutamente rarissimo, sembrerebbe siciliano, dovrebbe derivare dal nome arcaico Candore, Candoris (purezza, candore).
CANDOTTI
CANDOTTO
Candotti è tipico dell'udinese, della zona di Tolmezzo in particolare, Candotto è specifico di Gonars (UD), dovrebbero derivare da una modificazione dialettale del nome Candido con l'accrescitivo dialettale in -ot.
CANDUCCI
CANDUSSI
CANDUSSIO
Canducci è specifico dell'area romagnola, in particolare del forlivese e riminese, con presenze nel ravennate e nel pesarese, Candussi è tipico di Romans D'isonzo (GO), Candussio, assolutamente rarissimo, è tipico dell'udinese, dovrebbero derivare dal nome medioevale latino Canduccius o Candussius di cui abbiamo un esempio a Costalta (BL) nel 1400: in un atto troviamo un certo: "...Candussius Bitini de Ultrarinum...".
CANDUSCIO Canduscio è specifico di Ribera nell'agrigentino, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale basato sul termine dialettale candùscia (una lunga tunica), probabilmente il tipo di veste che il capostipite era abituato a portare.
CANE
CANE'
CANI
Cane è tipico piemontese e valdostano, Canè ha il nucleo principale nel bolognese, a Bologna in particolare, ha anche un ceppo a Napoli ed uno a Narcao nell'iglesiense, Cani ha più ceppi, nel cagliaritano, nella zona di Carbonia, Iglesias e Santadi (CA), in Emilia e nell'agrigentino, dovrebbero derivare tutti dal nome medioevale Cane, si ricordi ad esempio Cane Grande Della Scala (1291-1329) Signore di Verona. Tracce di questa cognominizzazione le troviamo ad esempio in Valle Anzasca, nel manoscritto Memorie antiche della valle Anzasca del notaio anzinese Carlo Zambonini, si legge che: il 5 maggio del 1496 arrivarono a Pianezza (TO) tre fratelli, i conti Cani di San Pietro in valle d'Aosta.
precisrazioni fornite dal Cav. Luca Giambonino
i Cani di San Pietro non arrivarono a Pianezza (TO) ma a Battiggio, Ciola, Pianezza ora San Carlo ovverosia un comune della valle Anzasca (VB) nel quale presero a lavorare miniere d'oro.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
CANÈ  è cognome emiliano che ha all'origine il nome locale Canè, che è il latino cannetum = canneto. Cfr. i nomi locali Canè, comune di Vione (Brescia), e Canè, comune di Limana (Belluno). Fonte: F. Violi Cognomi a Modena e nel Modenese, 1996.
CANEGALLI
CANEGALLO
Canegalli, quasi unico sembra essere una modificazione pavese di Canegallo che è tipico della punta orientale dell'alessandrino, traccia di questa cognominizzazione la troviamo a Sant Agata nell'alessandrino fin dalla seconda metà del 1700, potrebbe derivare da un antico nome di località ormai scomparso.
CANELLA Canella ha un piccolo ceppo tra novarese, vercellese e pavese ed uno, decisamente più consistente nell'area veneto, emiliana, soprattutto nel vicentino, veneziano, padovano, rovigoto, ferrarese e bolognese, in particolare in Veneto ad Abano Terme, Padova, Selvazzano Dentro e Saccolongo nel padovano, a Venezia e Noventa di Piave nel veneziano ed a Porto Tolle e Taglio di Po nel rovigoto, ed in Emilia a Ferrara, con presenze anche a Copparo, Ro, Massa Fiscaglia e Portomaggiore nel ferrarese ed a Bologna, dovrebbe derivare da soprannomi originati o dal fatto di essere figli di un Can (nome particolarmente diffuso nell'area veneta), ricordiamo solo a titolo di esempio il veronese Can Grande della Scala, o anche derivare dal fatto di essere i capostipiti dei vinai o di essere comunque avvezzi ad usare la piccola canna o tubo di legno utilizzata per spillare il vino dalle botti, meno probabile una connessione con il commercio della cannella (spezia), troviamo tracce di questa cognominizzazione a Chioggia verso la fine del 1200 con il notaio Dionisio Canella, e a Chios (isola greca sotto il controllo genovese), nella seconda metà del 1300, con il notaio Giuliano de Canella.
CANELLES Canelles è tipicamente sardo, è un'antica famiglia catalana di origine medievale che si è insediata in Sardegna nel XIV° secolo al seguito delle armate di Alfonso D'Aragona.
integrazioni fornite da Matteo Fanni Canelles   
La famiglia Canelles nota nel medioevo come Canyelles secondo l'idioma catalano, si è insediata in Sardegna dal 1326 ed è probabilmente insieme agli Aymerich la famiglia di origine iberica, che risiede da più tempo nell'intera isola. I  Canyelles, secondo la tradizione familiare e studi di genealogisti del '600, vengono ricondotti alla  stirpe reale dei Conti di Tolosa e Barcellona. Gli storici di oggi tuttavia, a causa della mancanza di fonti dirette e di incongruenze genealogiche, non condividono questa versione, per avvalorare la tesi di un origine  mercantile. Il nome Canyelles - Canellas - Canelles è comunque presente in Catalogna ben prima del 1326 come è dimostrato da diversi documenti conservati in Spagna.
Anche se le prime tracce  si possono ricondurre al 992, quando viene citato il castello de Canyelles a nord est della Spagna, l'attuale letteratura spagnola annovera numerosi personaggi storicamente vissuti tra il XII e XIV secolo legati al nome Canyelles, Canellas, Canelles (cioè secondo le principali varianti idiomatiche catalane, aragonesi e castigliane).
Nel 1147 il re Raimondo Berengario IV incaricò Dalmau de Canyelles di occuparsi della riconquista di Calaceite; nel 1205 l'ordine di Calatrava consegnò a Dalmacio de Canyelles il Castello di Lledo nello stesso territorio di Calaceite. Nel 1235 troviamo un Pedro Canellas valoroso cavaliere della Corona d'Aragona che partecipò alla conquista di Majorca e Valencia e ottenne dal Re Jaime I, particolari privilegi tra i quali l'eredità la Villa de Algemesi.
Il personaggio più celebre è sicuramente Vidal de Canyelles (noto anche come Vidal de Canellas- de Canelles) giurista e vescovo di Huesca, fu grande confidente e parente del re Jaime I d'Aragona (della dinastia dei conti di Barcellona) nonché amico e collaboratore di Raimondo di Penafort. Nel 1247, Vidal  conferì alla sua Corte (Curia) una grande autorità nella regione di sua competenza. Dopo la laurea all'Università di Bologna nel 1221, scrisse importanti trattati di diritto come il  Vidal Maior che per il contenuto fortemente democratico dei suoi principi, fu osteggiato dalla nobiltà dell'epoca tanto che solo la compilazione minore fu considerata ufficiale nel regno.
La tradizione familiare vuole che la famiglia discenda da Beltran de Canyelles pronipote del vescovo Vidal e figlio di Elvira Zapata che divenne Cavaliere della corona d'Aragona. Nel 1315, fu incaricato dal re, di andare in Sardegna ed esplorare il territorio per valutare il luogo più agevole per un eventuale sbarco e conquistare l'isola. La baia utilizzata nello sbarco del 1323 da parte delle truppe aragonesi,si chiamò  per alcuni decenni proprio porto Canyelles. Mancando in Sardegna fonti risalenti all'epoca narrata (sec. X-XIII), la tradizione familiare dei Canelles deve essere considerata una leggenda : non esistono documenti ad oggi che testimoniano accordi tra il re d'Aragona e Bertran (o Beltran) de Canyelles e che questi giunse effettivamente in Sardegna; non abbiamo documenti che testimoniano legami di parentela tra Bertran (che pur ebbe diversi figli) e i Canyelles effettivamente presenti a Cagliari in quell'epoca.  Tuttavia, nella letteratura spagnola tra il XIII e il XIV sec, troviamo un cavaliere Bertran Canelles con uno stemma araldico analogo a quello dei Canyelles sardi (fino al XVI sec) con inserite all'interno  dello scudo, tre foglie verdi in campo d'argento; nel 1381, cioè successivamente ai primi Canyelles che compaiono in Sardegna, troviamo Jaime Canellas Giurato di Palma (Canarie) discendente di Ramon Canellas cavaliere che partecipò alla conquista delle Baleari con uno stemma simile a quello sardo. Nei secoli  XIV e XVI in Spagna, troviamo diversi Antonio Canyelles che diedero in Spagna un altro ramo della famiglia (stemma con raffigurato un mazzo di canne). I gradi di parentela di questi personaggi tra loro e questi con il gruppo familiare che appare in Sardegna nella prima metà del '300 non è facilmente ricostruibile per l'esiguo numero dei documenti oggi disponibili,  ma,  in base alla descrizione dello stemma è probabile un legame di parentela tra il ceppo delle Baleari e quello sardo.
Sicuramente i Canyelles sardi appartenevano ad una famiglia ben radicata nel contesto sociale catalano  se ben tre personaggi  imparentati tra loro si trasferirono stabilmente a Cagliari già dal 1326: Pedro (XIII sec -1336) Jaime e Guillermo. Presumibilmente appartenevano ad un ramo cadetto della famiglia che si trasferì nell'Isola per sviluppare i traffici commerciali con i parenti di Barcellona e delle Baleari. L'insediamento nell'Isola non fu improvvisato ed è verosimile che i Canyelles parteciparono (anche se non militarmente) allo sbarco catalano - aragonese del 1323; la famiglia riuscì infatti subito ad insediarsi nell'ambito dell'oligarchia catalana; troviamo lo stesso Pedro nominato saggiatore della Zecca di Iglesias e Guillermo nominato nel 1360 prohombre della città di Cagliari. Nel 1477, Pedro Canyelles, alla fine del regno catalano-aragonese analogamente ad altre illustri famiglie della Sardegna , chiese al re e lo ottenne, il conferimento della generosità, titolo nobiliare riconosciuto solo alle famiglie di antica e illustre stirpe.
CANELLI
CANELLO
Canelli ha vari ceppi nel novarese, nel modenese e bolognese, e nel napoletano, beneventano e foggiano, Canello è tipico di Valdobbiadene nel trevigiano, potrebbero derivare da una forma ipocoristica del nome medioevale Cane (vedi CANE), o anche dal fatto di abitare le famiglie nei pressi di un canneto, ma è anche possibile una derivazione da toponimi come Canelli nell'astigiano. Troviamo tracce di queste cognominizzazioni ad Alba nel cuneese in un atto dell'anno 1186: "..Nos Oglerius Canellus et Oto Rava Albenses accepimus a te Alvino de Araça tantum de tuis rebusunde promitimus tibi vel tuo certo miso per nos vel nostrum nuncium solvere usque ad octavamproximam Pasce resurrectionis..".
CANEO Caneo ha un ceppo ad Alghero (SS) in Sardegna ed uno nel veneziano a Santo Stino di Livenza, dovrebbero derivare dal nome medioevale Caneus, il ceppo veneziano potrebbe prendere il nome dalla località Caneo presso Grado.
CANESE
CANESI
CANESIO
CANESSA
CANISI
Canese è tipicamente ligure, dello spezzino, di La Spezia, Portovenere, Follo, e di Genova, Canesi ha vari ceppi nell'area lombardo, piacentino, ligure, carrarese, in particolare  nel milanese a Milano e Monza ed a Cremona, a Piacenza, a Genova, ed a Carrara, con un ceppo anche nel pisano, a San Giuliano Terme ed a Pisa, Canesio, praticamente unico, parrebbe pugliese, Canisi, quasi unico, è del piacentino, Canessa è specifico del genovese, di Rapallo e Genova, con piccoli ceppi a Santa Margherita Ligure, sempre nel genovese, a Livorno e Piombino nel livornese ed a Monte Argentario nel grossetano, dovrebbero tutti derivare da alterazioni medioevali del cognomen latino Canesius o Canisius, la cui diffusione aumentò in epoca rinascimentale per il culto del Padre Gesuita San Pietro Canisio  il cui cognome latinizzato in Canisius deriva però dall'olandese Kanijs, ricordiamo che grande fu la devozione di questo santo del 1500 in Svizzera, in Austria e nella Germania meridionale.
CANESSI
CANESSO
Canessi, molto molto raro, è tipico del rovigoto, Canesso, meno raro, ha un piccolo ceppo nel padovano a Casalserugo, San Giorgio in Bosco e Galliera Veneta, e nel vicentino a Fara Vicentina e Rosà, dovrebbe trattarsi di tipiche forme patronimiche venete dove il suffisso -sso sta per il figlio di, riferito probabilmente a capostipiti il cui padre si chiamasse Cane, nome molto diffuso in tutto il Veneto in epoca medioevale, ricordiamo ad esempio il veronese Cane Francesco detto Grande della Scala (1291 - 1329) Vicario generale del Santissimo Impero Cesareo nella città di Verona e presso il popolo di Vicenza.
CANESIN Canesin è specifico dell'area friulano, giuliana, di Cervignano del Friuli nell'udinese e di Cormons nel goriziano, dovrebbe derivare da una forma ipocoristica dialettale del nome latino Canesius (vedi CANESE).
CANESTRARI
CANESTRARO
CANESTRI
CANESTRINI
CANESTRINO
CANESTRO
CANISTRA'
CANISTRARO
CANNESTRARO
CANNISTRA'
CANNISTRARO
Canestrari ha un ceppo nel veronese, uno a Fano, Pesaro, Piagge e Mondolfo nel pesarese, ed uno a Roma ed Allumiere (RM), Canestraro ha un ceppo a Carmignano di Brenta (PD) ed uno a Broccostella e Fontechiari nel frusinate, Canestri ha un ceppo ad Alessandria e nell'alessandrino ed uno nel romano a Roma, Marino e Grottaferrata, Canestrini ha un piccolissimo ceppo trentino ed uno più consistente a Bagno di Romagna, Forlì e Meldola nel forlivese, Canestrino, assolutamente rarissimo, ha un ceppo a Napoli e nel napoletano ed uno a Cosenza e nel cosentino, Canestro ha un piccolo ceppo piemontese ed uno tra viterbese e romano, Canistraro dovrebbe essere derivato da errori di trascrizione del precedente, come la presenza laziale quasi unica di Cannestraro, che è probabilmente anch'essa dovuta ad un errore di trascrizione del precedente, mentre quella siciliana a Floridia (SR) è probabilmente dovuta ad una modificazione per trascrizione del cognome Cannistraro che ha un ceppo a Palermo, uno a Floridia (SR) ed uno ad Aragona e Cattolica Eraclea nell'agrigentino, Canistrà, quasi unico, è dovuto ad errori di trascrizione di Cannistrà, che ha un ceppo a Catanzaro e provincia ed uno nel messinese, a Monforte San Giorgio, Messina, Torregrotta, Milazzo e Lipari, tutti questi cognomi dovrebbero derivare dal mestiere di fabbricante di canestri svolto dal capostipite e dalla sua famiglia.
CANETTA
CANETTE
CANETTI
Canetta è tipicamente lombardo, di Milano in particolare anche se sembrerebbe essere stato di origini ossolane, Canette, quasi unico, è del milanese, Canetti ha un ceppo nel milanese, uno nel parmense, uno tra ferrarese e rovigoto ed uno nel napoletano, potrebbero derivare da forme ipocoristiche del nome medioevale Cane (vedi CANE), anche se, in qualche caso, si può ipotizzare un collegamento con toponimi contenenti la radice Canneto, come ad esempio Canneto Pavese, Canneto di Postiglione nel salernitano o altri simili.
CANEVA Ha un ceppo tra genovese ed alessandrino ed uno nel vicentino, deriva da un soprannome originato dal vocabolo latino caneva (cantina, osteria).
CANEVARI
CANEVARO
Canevari è tipicamente lombardo, del milanese e del pavese, di Milano, Pavia e Voghera (PV), con ceppi anche ad Ottone e Piacenza nel piacentino, Canevaro ha un ceppo tra alessandrino e genovese ed uno tra veronese e mantovano, in particolare è diffuso a Garbagna (AL) ed Alessandria ed a Verona e Goito (MN), dovrebbero derivare dalla carica di Canevarius ( Tesoriere comunale) probabilmente ricoperta dal capostipite: "...Et quod ipse Canevarius teneatur et debeat antequam se intromittat de dicto offitio iurare ut iurat rector et ultra hoc satisdare idonee cum bono fideiussore in manibus notarii comunis recipientis nomine dicti comunis de reddendo et fatiendo bonam, iustam et completam rationem dicto comuni...".
CANEVISIO Cognome di origini della zona del milanese e bergamasco. L'origine del cognome può risalire a soprannomi legati al mestiere di produttore di canovacci (canevass in milanese) o di cordaio o di coltivatore di canapa.
CANGARO Cangaro, ormai quasi scomparso in Italia, dovrebbe essere calabrese, del cosentino, forse di San Giovanni in Fiore, dovrebbe derivare da un soprannome probabilmente collegato con un mestiere (come suggerirebbe il suffisso -aro), del quale non si riesce ad individuare alcunche, è difficile pensare ad un collegamento con il termine dialettale càngaru (cancro), collegamento comunque da tenere in considerazione.
CANGELOSI Cangelosi è tipicamente siciliano di Palermo con grosse presenze anche nel palermitano, a Pollina, Cefalù, Castelbuono, San Giuseppe Jato, Bagheria, Marineo e Castellana Sicula, presenze significative si riscontrano anche nel trapanese, a Poggioreale ed Alcamo, l'unica ipotesi anche se poco attendibile consiste in un collegamento con il nome medioevale Cangemius.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Cangelosi è cognome diffuso soprattutto in Sicilia che significa: "cambia le uose". G. Rohlfs, Dizionario storico dei cognomi nella Sicilia orientale, 1984, p. 60.
CANGERI
CANGERO
Cangeri è tipicamente siciliano, di Leonforte nell'ennese e di Catania, Cangero è specifico di Sturno nell'avellinese, dovrebbero derivare da soprannomi basati sul termine dialettale meridionale ciangero (uno che opera il baratto), indicando così probabilmente che i capostipiti fossero dei commercianti.
CANGI
CANGIO
Cangi sembra avere un ceppo fondamentale nell'aretino ed uno nel potentino, Cangio, assolutamente rarissimo, dovrebbe essere del foggiano, derivano dal cognomen latino Cangius un esempio del quale troviamo in un atto di vendita del X° secolo redatto a Sant'Elpidio (AP), dove si legge: "...modo pro collusione apud infimae latinitatis scriptores usurpatum fuit, ut testatur Cangius in hac voce...", o anche nella Nova Chronica del Villani dove nel libro VI° par XXIX° si legge: "...e feciono per divina visione loro imperadore e signore uno fabbro di povero stato, il quale avea nome Cangius, il quale in su un povero feltro fu levato imperadore...".
CANGINI Forlivese con presenze significative anche nel Lazio.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Cangini è un cognome riminese che è diminutivo del nome latino Cangius, citato anche dal Villani nel libro VI della sua Nuova Cronica.
CANGIANI
CANGIANO
Cangiani è estremamente raro, Cangiano è decisamente napoletano, dovrebbero derivare da modificazioni del cognomen latino Cantianus (Canziano), con questa cognominizzazione troviamo nella seconda metà del 1700 Monsignor Bernardo Cangiano vescovo di Campobasso.
CANIATI
CANIATO
Caniati molto raro è tipico del ferrarese, Caniato abbastanza raro è specifico della provincia di Rovigo, potrebbero derivare da modificazioni del cognomen latino Canius che si trova citato anche da Cicerone : "...Caius Canius, eques Romanus, nec infacetus et satis litteratus...".
CANICATTI
CANICATTI'
Canicatti è meno diffuso di Canicattì, ma entrambi sono decisamente siciliani, tipici di Canicattì (AG) toponimo da cui hanno evidentemente preso il nome.
CANIDIO Canidio, quasi unico sembrerebbe cremonese, dovrebbe derivare dalla Gens latina Canidia o dal nome gentilizio romano Canidius di cui abbiamo un esempio in uno scritto dello storico latino del I° secolo d.C. Gaio Suetonio Tranquillo: "...Quibus quondam Caius Canidius obicientibus sibi quod in Republica administranda potissimum consularis Isaurici sectam sequeretur, malle respondit Isaurici esse discipulum, quam Epidii calumniatoris. ....
CANIFFI Caniffi, assolutamente rarissimo, sembrerebbe dello spezzino, dovrebbe derivare da un'alterazione dialettale del termine arabo khalifa (guida spirituale, sindaco di un paese), forse a sottolineare la posizione dominante del capostipite, probabilmente un uomo di mare.
CANIGLIA Caniglia ha un ceppo nel teatino, uno tra brindisino e tarantino, uno nel napoletano ed uno tra catanese e siracusano, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine latino canilia (crusca del grano) entrato nell'uso arcaico come caniglia (nutrimento per cavalli), tracce di questa cognominizzazione si trovano a Mesagne (BR) almeno dalla seconda metà del 1600,  Personaggio di rilievo è stato il soprano napoletano Maria Caniglia nata appunto a Napoli nel 1906.
CANINI
CANINO
Canini ha un ceppo tra milanese, bergamasco e bresciano, uno nel lucchese, uno tra ravennate, forlivese, riminese e pesarese, uno tra grossetano, senese, ternano e perugino ed uno molto importante nel Lazio centromeridionale, a Roma, Velletri, Marcellina e Bracciano nel romano, ad Alvito nel frusinate ed a Cisterna di Latina nel latinense, Canino, decisamente meno comune, ha un ceppo calabrese, nel cosentino e catanzarese, ed uno siciliano soprattutto nel catanese e palermitano, con presenze significative anche nell'agrigentino, nel siracusano e nel catanese, potrebbero derivare dal nome della Gens Caninia di origini etrusche, ma in alcuni casi può anche derivare da toponimi come Canino nel viterbese, meno probabile una derivazione da una forma ipocoristica del nome medioevale Cane, ricordiamo a solo titolo di esempio Cane Grande della Scala.  Tracce molto antiche di questa cognominizzazione le troviamo ad esempio a Milano in una Carta confessionis, finis et investiture dell'anno 1169: "Anno dominice incarnacionis milleximo centeximo sexageximo nono, quintodecimo kalendas iunii, indicione secunda. Manifestavit et contentus fuit Peregrinus qui dicitur Caninus, de civitate Mediolani, accepisse a Gaidone qui dicitur Faseolus et ex parte Conradi, nepotis sui, libras sedecim denariorum tertiolorum Mediolanensium pro obligatione seu fideiussione aut debitoria illa in qua ipse Gaido et quondam Ardericus, frater eius...".
CANIO Canio, assolutamente rarissimo, sembrerebbe sardo, dovrebbe derivare dal nome medioevale Canius, originato dal nome latino Canus, con il significato di canuto, bianco di capelli.
CANIPARI
CANIPARO
Canipari, molto raro, è specifico dell'area bresciana, Caniparo, quasi unico, è presente ora solo nell'alessandrino, dovrebbero derivare dall'occupazione del capostipite, che molto probabilmente avevano la mansione di caniparo, o canipario termine arcaico che indicava colui cui l'autorità religiosa o feudale aveva affidato il compito di amministrare la canipa, cioè l'ufficio che si faceva carico di immagazzinare e ridistribuire i cereali, usati come foraggio per le bestie, le granaglie ed il vino, ricevuti a pagamento dell'affitto dagli agricoltori che conducevano a mezzadria i terreni della diocesi o del Signore locale, di questo tipo di incarico abbiamo un esempio in un registro del 1430 ad Aquileia nell'udinese: "..Titulus affictuum spectantium ad canipam venerabili capituli Aquilegensis sub secunda caniparia mei Petri de Monopoli mansionari in anno domini MCCCCXXX. In chorum in festo beatissimorum martirorum Hermacorae et Fortunati..".
CANIZZARO Estremamente raro è probabilmente un'errore di trascrizione del cognome Cannizzaro.
CANNARA Cannara, estremamente raro, forse del centro Italia, dovrebbe derivare dal nome del paese di Cannara nel perugino.
CANNAS Specifico della Sardegna, dovrebbe derivare da nomi di località caratterizzate dalla presenza di canne.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
CANNAS: canna, dal latino canna, dal greco κάννα (cànna). Unu sulìttu de canna = un flauto di canna; in latino càlamus = zufolo. La canna è anche una misura di lunghezza, usata per misurare terreni di non grande estensione e soprattutto stoffe,  corrispondente a circa tre metri: fu introdotta in Sardegna dai Pisani. Nel *CSNT, XI°, XIII° secolo al cap. 131, in una vendita:.et II cannas de pannu.e due canne di panno (stoffa). Su cannisòni è la canna palustre; su cannayiòni è la gramigna, la nemica degli ortolani; sa cannitzàda è il graticcio di canne che si usava per coprire i tetti, come base, prime delle tegole; sa cannaròtza è la trachea o in senso lato il collo; sa cannàcca è la collana, che per molti linguisti deriva dall'arabo kannaq, per noi deriva da canna, perché copre sa canna de su tzugu = il collo. Il cognome è presente negli antichi documenti della Sardegna. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, *LPDE del 1388 figurano: Cannas (de) Bartholomeo, jurato ville Usedos (Usellus- contrate Partis de Montibus); Cannas (de) Guantinus, ville Sasseri; Cannas (de) Lupo, ville Forru (Villanovaforru, oggi Collinas, famosa per il suo vino - binu de Forru -Contrate Partis de Montibus); Cannas (de) Petro , jurato ville Guilciochor(villaggio distrutto, conosciuto col nome di Borticoco: diocesi di Ottana . Curatorie de Anella). Nel Condaghe di San Pietro di Silki, *CSPS, XI°, XIII° sec., abbiamo: Cannas (de) Mariane(5), testis apatissa Massimilla(madre badessa del Convento di San Pietro): in una compera di terra, in su saltu de Arave( nel territorio di Arave - villaggio abbandonato, i cui resti si trovano in territorio di Usini); Cannas (de) Bittoria(47), sposa prete Solina Istefane( si tratta di una richiesta - pettitura - e recita: Ego piscopu Jorgi Maiule, ki li pettî muiere a presbiteru Istefane Solina, ki fuit servu intregu de scu. Petru de Silki, pettilîla a Bittoria de Cannas e derunnilila sos donnos suos(Io Jorgi Maiule, vescovo, chiesi moglie per prete Stefano Solina, che era servo intero di San Pietro di Silki, chiesi Vittoria de Cannas e i suoi padroni me la diedero);  Cannas(de)Gosantine(31) testis kertu de servis(teste in una lite per la partizione della servitù). Nel Sulcis a nord est di Narcao esisteva un tempo un villaggio (villa - bidda), detto Bau de Cannas (guado delle canne). Appartenne alla Curadorìa di Sulcis, del regno giudicale di Calari (Cagliari). Intorno al 1070 il villaggio fu dato in dono dal Giudice Torchitorio de Laccon - Gunale, all'Archidiocesi di Calari. Verso la fine del XV° secolo risultava completamente spopolato. Attualmente il cognome Cannas è presente in 247 Comuni d'Italia, di cui 124 in Sardegna(con maggiore diffusione a sud): Cagliari 271, Quartu S.E. 91, San Sperate 89, Villagrande Strisaili 63, Sassari 53, Ulassai 50.
CANNATA
CANNATA'
CANNATARO
Cannata, molto diffuso, è tipicamente siciliano, Cannatà, molto più raro sembrerebbe del reggino, Cannataro è specifico di Cosenza, Rende, Mendicino, Castrolibero, Trenta e Rovito nel cosentino, potrebbero derivare da un soprannome, più o meno dialettale, originato dal fatto che il capostipitre fosse un artigiano che costruiva cannate (sorta di reti da pesca), ma in Calabria si chiama cannata anche il vaso da notte.
integrazioni fornite da Paolo Chiaselotti
Il cognome deriva dal mestiere di fabbricante di cannate, boccali di terracotta.
CANNATELLI
CANNATELLO
Cannatelli ha un ceppo a Roma ed uno a Latina ed uno in Calabria a Crotone ed a Sorianello e Soriano Calabro nel Valentiano, Cannatello, assolutamente rarissimo, è presente nelle stesse aree, dovrebbero derivare da soprannomi originati da ipocoristici del termine dialettale cannata (boccali di terracotta) ad indicare forse l'attività dei fabbricante di boccali svolta dai capostipiti o dalla loro predilezione per il bere.
CANNAVALE
CANNAVIELLO
Cannavale, decisamente campano, è del napoletano in particolare, Cannaviello, rarissimo, ha un ceppo napoletano, uno avellinese ed uno salernitano, dovrebbero derivare da soprannomi dialettali originati da forme ipocoristiche del vocabolo latino caneva o canova (cantina) e starebbe ad indicare o il mestiere di cantiniere o l'abitudine del capostipite di alzare il gomito spesso e volentieri.
CANNAVARO Molto raro è tipico del napoletano, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale relativo al mestiere del cordaio, ma è pure possibile una correlazione con l'attività del coltivatore di canapa.
CANNAVO' Cognome tipico siciliano delle provincie di Messina e Catania deriva dal toponimo Cannavò (RC).
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Cannavò è cognome siciliano e calabrese che viene dal greco κανναβός (kannavós) = grigio.
CANNEA Cannea è tipicamente sardo, della provincia di Oristano e di Ollastra in particolare, potrebbe trattarsi di un cognome derivato dalla presenza di canne nella località d'origine della famiglia, ma non si deve trascurare la possibilità che derivi invece da soprannomi originati da modificazioni dialettali del termine sardo canniya (lamentela, implorazione noiosa, petulanza) forse motivato da modi d'essere del capostipite.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
CANNEA: vi sono incertezze sul significato e l'etimologia. Considerando la radice della parola,"cann", dovrebbe derivare da canna! Non l'abbiamo trovato nelle carte antiche. Attualmente il cognome è presente in 18 Comuni italiani, di cui 8 in Sardegna(quasi tutti concentrati nella zona di Oristano: ricchissima di canneti, anche per la vicinanza della foce del Tirso): Ollastra 47, Simagis 17, Oristano 12, etc.
CANNEDDU Canneddu, molto molto raro, è tipicamente sardo del nuorese, di Mamoiada e di Nuoro.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
CANNEDDU: significa canneto e deriva da canna o dal tardo latino cannetum. Cannedu è il nome di un villaggio scomparso, ubicato in territorio di Ittiri. Appartenne alla Curadorìa di Coros, del Regno Giudicale di Torres. Fu abbandonato verosimilmente verso la fine del XIV° secolo. Il cognome è presente nel Condaghe di San Pietro di Silki, *XI°, XIII° sec.: Cannetu (de) Gosantine, donnu, vicario dell'arcivescovado, tramutu de servis (97): Ego apatissa Massimilla, tramutai homines cun donnu Gosantine de Cannetu, visdominu dess'Arkipiscopatu: ego deili latus in Gosantina, fiia de Maria Pithiris e de Janne Albu, et isse deitimilatus d'Elene Culurione, fiia de Furata Culurione e de Gavini Kitera; tramutande a boluntade de donnu Ithoccor de Laccon, curatore de Romangia et armentariu dess'arkipiscopatu e cun boluntade dessa monacas sorres meas. Seguono i testimoni. (Io abadessa Massimila scambiai uomini con donnu(nobile) Gosantine de Cannetu, vicario dell'arcivescovado. Io gli diedi la metà, "del servizio" di Gosantina(Costantina), figlia di Maria Pithiris e di Janne (Gianni) Albu ed egli mi diede la metà di Elena Culurione, figlia di Furata Culurione e di Gavino Kitera; col consenso di donnu Ithoccor de Laccon curatore(giudice supremo del tribunale) di Romangia e armentario (amministratore generale)dell'arcivescovado. Nella storia medioevale rimane inoltre il nome di Pietro de Canneto, vescovo prima della Diocesi di Plaghe(scomparsa)e poi arcivescovo, dal 1134 al 1139, dell'archidiocesi di Sassari, allora nel Regno Giudicale di Torres. Fu uno dei fondatori del Monastero di San Nicola di Trullas. Nel Condaghe omonimo, *CSNT, XI°, XIII° sec. lo troviamo citato al cap. 291, in qualità di testimone in uno scambio tra la chiesa di San Nicola e l'arcivescovo donnu Albertu. Attualmente il cognome Canneddu è presente in 16 Comuni d'Italia, di cui 8 in Sardegna: Mamoiada 21, Nuoro 15, Sassari 9, Budoni 8, etc.
CANNELLA
CANNELLI
CANNELLO
Cannella, molto diffuso, ha ceppi in Liguria, in Piemonte, in Lombardia, nel riminese, nell'ascolano, nel viterbese, romano e latinense, nel salernitano, nel barese e tarantino, nel vibonese, e, soprattutto, in Sicilia, dove è molto diffuso nel palermitano ed agrigentino, nel nisseno, nel catanese, nel siracusano e nel ragusano, con presenze anche nel trapanese e nel messinese, Cannelli ha un ceppo nell'aretino a Terranuova Bracciolini e Montevarchi, ed a Grosseto, un ceppo ad Assisi nel perugino, uno a Monterubbiano nell'ascolano, che potrebbe derivare dal toponimo Cannelli nel teramano, ed uno a Roma, Cannello, quasi unico, dovrebbe essere dovuto ad errori di trascrizione del primo, che assieme al secondo potrebbe derivare da soprannomi basati su forme diminutive del termine canna, sia riferita all'attrezzo dei vinai, sia alle piante di un canneto, non si può escludere un possibile collegamento con la cannella (corteccia profumatissima molto usata nel medioevo soprattutto per aromatizzare il vino).
CANNIELLO Canniello è specifico della città di Bari, potrebbe derivare dal nome della località Pozzo Canniello nell'iserniese, ma, molto più probabilmente deriva da un soprannome dialettale legato al mestiere del capostipite.
CANNIZZARO Tipico siciliano e della zona calabrese dello stretto, dovrebbe essere di origine spagnola, ma potrebbe anche derivare dal toponimo Cannizzaro (CT). Il casato dei Cannizzaro compare in Sicilia nell'XI° secolo dove viene investito della castellania di Terranova da re Pietro I° d'Aragona.  Tracce di questa cognominizzazione si trova nel 1600 a Catania, in uno scritto dell'epoca si legge: "...Die l9 Augustu 1657 si compro du pezzu di lu tirrenu di li patri gesuiti per crisciri la Clesia: l'attu fu fatto in Catania per li atti di notar Marco Cannizzaro: lu preezzu di detto terreno fu di onze 1.10...".  Personaggio famoso è stato il chimico palermitano Stanislao Cannizzaro (1826-1910).
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
Il cognome Cannizzaro, in realtà, nasce sulla base di un nome di mestiere, quello cioè del fabbricante di stuoie: nel dialetto siciliano, il cannizzu è, infatti, la stuoia, così chiamata poiché questo tessuto è fatto generalmente di canne (dal tardo latino cannicius, che letteralmente significa di canna). In tal modo, questo cognome dovrebbe derivare più che altro da un nome di mestiere attribuito ai capostipiti delle famiglie Cannizzaro, benché non si possa tuttavia escludere l'ipotesi di un'origine toponomastica per alcune di tali famiglie (dal toponimo omonimo, in provincia di Catania).
CANNOBBIO
CANNOBIO
CANOBIO
Tutti assolutamente rarissimi, sembrerebbero lombardo-piemontesi, dovrebbero derivare dal toponimo Cannobio (VB).
CANNONE
CANNONI
Cannone è diffusissimo nel Lazio ed in Puglia, con ceppi significativi anche nel Piceno, nel teatino, nel napoletano ed in Sicilia nel trapanese, palermitano, messinese, catanese e siracusano, Cannoni è tipico dell'area toscana che comprende il fiorentino, l'aretino ed il senese, del perugino. del romano, con un ceppo anche in Sardegna a Ittiri, Sassari ed Alghero nel sassarese, potrebbe derivare in alcuni casi da toponimi contenenti la radice Canne o Cannone, ma, nella maggior parte dei casi deriva dal nome medioevale Cannonus, di cui abbiamo un esempio nel quinto secolo a. C. con lo statista e legislatore ateniese Cannonus citato anche da Xenophonte e, in tempi a noi più vicini con Cannonus de Ganducio mercante e banchiere del secolo XIII° nell'alessandrino.
CANO
CANU
Cano ha un ceppo ad Alghero nel sassarese ed unoad Olbia in Gallura, Canu è decisamente sardo, è distribuito in modo massiccio in tutta l'isola, ma con prevalenza al nord, dovrebbero derivare da un soprannome originato dal termine sardo canu (bigio, grigio, canuto).
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
CANO/U: grigio, canuto. Dal latino canus. Cognome diffuso nella parte centro settentrionale dell'isola,  sinonimo di Murru: cognome ampiamente diffuso nella parte meridionale. Presente nei documenti antichi. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, *LPDE del 1388, abbiamo: Cano Gonnario, jurato ville Tadasuni (*odierno Tadasuni. Contrate Partis de Guilcier); Cano Juliano, majore(amministratore, sindaco) ville Borone (*odierno Boroneddu. Contrate Partis de Guilcier); Cano Lodovico, ville Silanus. (* odierno Silanus. Castri Montis de Verro); Canu Anthonio - de Bosa; Canu Elias, ville Sasseri; Canu Flasius, ville Sasseri. Nella storia medioevale ricordiamo: Cano o Canu Antonio , vescovo di Sassari, dal 1448 al 1480 (*DiStoSa). Nella storia moderna figura: Cano Francesco, sassarese:  con cento uomini, il 20 aprile del 1527 respinse 400 barbareschi sbarcati all'Asinara, infliggendo loro gravissime perdite. Per il suo valore fu nominato cavaliere nel 1541 da Carlo I re di Spagna (Carlo V imperatore) *DiStoSa. Della storia contemporanea citiamo, Cano Eugenio, vescovo della diocesi di Bosa dal 1871 al 1905, (*DiStoSa). Attualmente Cano è presente in soli 32 Comuni italiani, di cui 9 in Sardegna: Alghero 59, Olbia 31, Tempio 9, Cagliari 8, Sassari 6, etc. Invece Canu è presente in ben 379 Comuni d'Italia, di cui 126 in Sardegna, con maggiore diffusione nella parte alta dell'isola: Sassari 783, Olbia 291, Alghero 222, Ossi 183, Cagliari 130, Ittiri 128, Budoni 120, Nuoro 116, etc.
CANOBBIO Canobbio ha un ceppo lombardo a Costa Volpino (BG), Fenegrò (CO) e Pisogne (BS),  ed uno ad Acqui Terme (AL) dovrebbero derivare dal toponimo del Canton Ticino Canobbio un tempo parte della diocesi milanese.
CANOFARI Canofari è oggi caratteristico di Roma, ma sembrerebbe essere stato di origini abruzzesi o irpine, troviamo tracce cinquecentesche di questo cognome, con il Notaio Angelo Canofari di Montereale operante nell'aquilano nella prima metà del 1500.
CANOLA Canola, molto raro, è tipicamente veneto, dell'area che comprende il vicentino, il padovano ed il rovigoto, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine dialettale veneto arcaico cànola (tubetto di legno usato per spillare il vino dalla botte), forse ad indicare nel capostipite un cantiniere o semplicemente uno che amasse bere il vino.
CANONICA Canonica è tipicamente piemontese dovrebbe derivare da uno dei vari toponimi contenente la radice Canonica.
CANONICI
CANONICO
Canonici ha un ceppo anconetano tra Ancona e Falconara Marittima ed uno romano, Canonico è presente a macchia di leopardo, nel cosentino a Cassano allo Ionio e San Marco Argentano, in Sicilia, soprattutto ad Avola e Siracusa, in Campania a Napoli, Avella e Mugnano del Cardinale (AV), a Falconara Marittima (AN) ed è presente anche al nord, dovrebbero tutti derivare dall'essere state famiglie cui apparteneva un canonico, cioè un religioso del Capitolo di una Cattedrale che può essere sia un sacerdote che un secolare.
CANOPIA
CANOPPIA
Canopia, estremamente raro, sembrerebbe sardo, del lato occidentale dell'isola, così come il cognome Canoppia, solo leggermente meno raro, potrebbero derivare da una forma alterata dialettalmente del termine latino medioevale canipa, che consisteva nell'incarico amministrativo dell'addetto alla gestione dei viveri di una comunità, o anche e più probabilmente da soprannomi basati sul termine spagnolo canopia (baldacchino, struttura a volta che può essere matrimoniale, di pietra, o anche composta dalle frasche degli alberi), forse riferito ad artigiani costruttori di baldacchini.
CANOPOLI
CANOPULO
Canopoli è specifico della Sardegna settentrionale, del sassarese e di Erula in particolare, con buone presenze anche a Sassari e Perfugas, Canopulo, assolutamente rarissimo, è sempre del nord della Sardegna ma più che altro della Gallura, questi cognomi potrebbero derivare dal nome di una località Canopoli nei pressi di Perfugas, e nelle vicinanze di Erula, tracce importanti di queste cognominizzazioni le troviamo agli inizi del 1600 con Antonio Canopoli Arcivescovo di Oristano dal 1588 al 1621.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Il cognome Canopoli è presente in Sardegna ma è di origine còrsa, deriva dall'antico italiano 'canòpo' = minatore. M. Pittau, Dizionario dei Cognomi di Sardegna, 1, p. 170.
CANOSA Parrebbe avere oltre al ceppo forse primario nel barese, anche uno in Basilicata ed uno in Abruzzo, dovrebbe derivare dal toponimo Canosa di Puglia (BA).
CANOVA
CANOVI
Canova è specifico dell'Italia settentrionale, Canovi è tipico del reggiano e del modenese, di Reggio Emilia, Castelnovo ne` Monti, Carpineti e Villa Minozzo, con un ceppo a Buglio In Monte (SO) ed in Valtellina ed uno a Genova, dovrebbero derivare o da toponimi come Canova (AT), (VI), (PV), (RE), (PC), (VR), (BS) ed altre, o da nomi di località identificabili da una casa nuova o anche da soprannomi originati dal termine tardo latino canova o caneva (cantina, osteria). Personaggio di assoluto rilievo è stato il celeberrimo scultore di Possagno (TV) Antonio Canova (1757-1822) il maggior esponente del neoclassicismo italiano.
CANSELLA Cansella, assolutamente rarissimo, è tipico della Sardegna, potrebbe derivare da un soprannome originato da vocabolo sardo cansai (stancarsi), che sottolineasse forse l'atteggiamento stanco del capostipite o forse la sua malavoglia.
CANTACESSI
CANTACESSO
Cantacessi è tipico di Adelfia nel barese, Cantacesso, molto molto raro, parrebbe specifico di Irsina nel materano, anche se tracce antiche porterebbero a Triggiano nel barese, dovrebbero derivare da soprannomi attribuiti al capostipite.
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
è un tipico e raro cognome pugliese, che ha come epicentro di diffusione il comune di Adelfia nel Barese; dal punto di vista etimologico, questo bizzarro cognome dovrebbe derivare dall'antico mestiere meridionale esercitato da coloro che dovevano piangere il defunto, quindi i canta decessi, da cui cantacessi per contrazione del termine. Tale mestiere, diffuso nel Mezzogiorno fino a pochi decenni fa, derivato dalla pròthesis greca e romana (esposizione del cadavere e pianto comune, rito noto archeologicamente già dalle raffigurazioni su ceramica geometrica risalente al 900-700 a. C.), serviva ad attribuire prestigio e onore al defunto: più questi era "pianto", più la comunità ne riconosceva importanza.
CANTAFIO Tipicamente calabrese, potrebbe derivare da un soprannome dialettale legato ad un mestiere.
CANTAGALLI
CANTAGALLO
Cantagalli è tipico del bolognese, del ravennate e del forlivese, della Toscana e del Lazio, Cantagallo è specifico di Penne nel pescarese, di Ferentino nel frusinate, di Anagni (FR) e di Roma, con un ceppo anche a Troina nell'ennese, dovrebbero derivare da nomi di località, il toponimo Cantagallo è abbastanza diffuso soprattutto in Italia centrale.
CANTALAMESSA Cantalamessa è tipico dell'ascolano, di Colli del Tronto, Ascoli Piceno, San Benedetto del Tronto, Folignano e Spinetoli, dovrebbe derivare da un soprannome, si tratta di una nobile ed antica famiglia ascolana.
CANTALE
CANTALI
Cantale è tipicamente siciliano, di Troina nell'ennese, con ceppi secondari a Catania e Messina, Cantali, sempre siciliano, è tipico di Maniace e Biancavilla nel catanese e di Tortorici e Cesarò nel messinese, questi cognomi dovrebbero essere di origini antiche e derivare dal termine grecanico cantàles (cestaio), a sua volta derivato dal termine greco antico κανθήλια  kanthelia (panieri, ceste).
CANTALENA
CANTILENA
Assolutamente rarissimi, probabilmente di origini campane, del basso napoletano o dell'alto salernitano, potrebbero derivare da un nome di località.
CANTALUPI Cantalupi, decisamente raro, sembra tipico del milanese, dovrebbe derivare dal toponimo Cantalupo di Cerro Maggiore (MI).
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
II cognome Cantalupi ha origine dal toponimo Cantalupo, diffuso nella toponomastica italiana medievale, ad indicare zone boschive in cui era presente il lupo. Ricorderò, fra gli altri, Cantalupo di Bondeno (Ferrara), ma anche Cantalupo in Sabina, Cantalupo nel Sannio, Cantalupo ligure, ecc. Fonte: F. Violi, Cognomi a Modena e nel Modenese.
CANTALUPO Cantalupo è tipico della Campania, del napoletano e salernitano in particolare, dovrebbe derivare da toponimi come Cantalupo (IS), toponimo la cui origine sembrerebbe risalire all'espressione greca kata lucon (situato in mezzo al bosco), mentre secondo altri risalirebbe all'espressione bulgara Kan teleped (abitazione del Capo), i bulgari nella zona erano presenti e nell'anno 667 il bulgaro Altzek pose la sua dimora proprio a Cantalupo, che da allora venne chiamato dai suoi seguaci Kan Teleped e che il popolo adi lingua latina trasformò in Cantalupo.
CANTARANO
CANTERANI
CANTERANO
Cantarano ha un ceppo a Roccagorga e Fondi nel latinense, ed a Roma, Canterani, molto raro, è tipico di Genzano di Roma, Canterano è quasi unico e si potrebbe trattare di un errore di trascrizione del cognome precedente, dovrebbero derivare dal nome antico, o da quello più recente, del paese di Canterano in provincia di Roma.
CANTARELLA
CANTARELLI
Cantarella è tipico del catanese, con ceppi anche nel salernitano, Cantarelli è specifico del parmense e del reggiano, dovrebbero derivare entrambi da soprannomi originati dal vocabolo latino cantharus (tipo di coppa con manici, vaso), possono anche riferirsi a nomi di località come il locus Cantharellus citato in un atto del 1131 ad Afragola (NA), tracce di queste cognominizzazioni le troviamo in un atto del 1104: "...Petrus filius Albizzi, et Ughiccione filius Uberti, et Leo de Babilonia, et Wido Cantarello, et Tebaldinus, et Gerardus filius Petri, et Alcherius, et Gerardus Pandulfi, et Rodulfinus, et alii plures...".
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
II cognome cognome Cantarella esiste anche in Veneto dove deriva da cantarèla, nome di un pesce, lo 'sparus cantharus' che in quella regione ha anche altre denominazioni: cantarina, cantarena, cantarena de aspero, ociada. Fonte: Olivieri 213.
CANTARINI
CANTARINO
Cantarini è un cognome marchigiano, Cantarino, è praticamente unico, potrebbero derivare da un soprannome, o anche da una modificazione del cognomen latino Cantaber. Troviamo tracce di questa cognominizzazione nel XII° secolo a Pisa con Cantarinus Pisanae urbis cancellarius dal 1140 al 1147, nell'elenco degli studenti dell'ateneo di Perugia nel 1577 troviamo il marchigiano Philippus Cantarinus.
CANTATORE
CANTATORI
CANTORE
CANTORI
CANTORO
Cantatore sembrerebbe di origini pugliesi, di Ruvo di Puglia, Molfetta e Bari, con ceppi probabilmente secondari a Corato, Bitonto, Terlizzi e Bisceglie, sempre nel barese, in Piemonte, nell'alessandrino sembrerebbero esserci stati altri ceppi, forse non secondari, Cantatori, assolutamente rarissimo, è probabilmente dovuto ad errori di registrazione, Cantore ha un ceppo nel napoletano, ad Acerra, Napoli e Torre del Greco, uno nel potentino, a Muro Lucano e Potenza, ed uno pugliese, soprattutto a Gioia del Colle nel barese e nel tarentino a Taranto, Martina Franca, Mottola, Ginosa e Grottaglie, Cantori, molto più raro, ha un ceppo a Cento nel ferrarese e nel bolognese ed uno ad Osimo in particolare nell'anconetano, e ad Ancona e Novafeltria nel pesarese, Cantoro ha un ceppo abruzzese, a Pineto, Atri e Roseto degli Abruzzi nel teramano ed a Pescara, ed uno pugliese, nel brindisino a Villa Castelli, Fasano e Brindisi, nel tarantino a Taranto e Grottaglie, nel leccese a Lecce, Otranto, Acquarica del Capo, Campi Salentina e Presicce, tutti questi cognomi dovrebbero derivare dall'attività di cantori svolta dai capostipiti, anche se, per quanto riguarda i ceppi pugliesi, si può ipotizzare che il soprannome derivi dal fatto che i capostipiti facessero i cantori per le commemorazioni di defunti, o per serenate romantiche.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Cantatore è cognome pugliese che oltre alla derivazione da 'cantatore' = cantore, potrebbe anche essere forma aferetica di 'incantatore' nel senso di 'affascinante, seducente'.
CANTE
CANTELLI
CANTELLO
CANTI
Cante è specifico di Giugliano in Campania, con presenze significative anche a Villaricca, Mugnano di Napoli. Napoli, Qualiano e Marano di Napoli, tutti nel napoletano, Canti ha un ceppo nel nordmilanese e varesotto, uno tra forlivese, riminese e pesarese, uno nel grossetano ed uno a Roma, Cantelli è molto diffuso in Emilia, nel modenese, bolognese e ferrarese, con ceppi anche in Liguria, nel rovigoto, in Romagna, nel fiorentino, aretino e senese, nel romano e nel casertano e napoletano, Cantello sembrerebbe siciliano, di Mazzarino nel nisseno e di Assoro nell'ennese, con un ceppo anche nel torinese, a San Giusto Canavese e Foglizzo, dovrebbero tutti derivare, direttamente o tramite ipocoristici, dal nome medioevale italiano Cante di cui abbiamo un illustre esempio nel politico italiano di parte guelfa Cante dei Gabrielli da Gubbio (1260 circa - 1335 circa), che fu Podestà di Pistoia nel 1290, Podestà di Siena nel 1298 e Podestà di Firenze nello stesso anno, fu proprio lui ad emettere le due famose sentenze di condanna contro Dante Alighieri: quella del 27 gennaio e quella del 10 marzo 1302 con l'accusa di  concussione e baratteria.
CANTELMI
CANTELMO
Cantelmi ha un ceppo a Sulmona nell'aquilano, con presenze ad Ortona nel teatino ed a Roma, ed un ceppo a Teggiano nel salernitano, Cantelmo ha un ceppo a Roma, in Campania a Napoli, ad Avellino ed Atripalda nell'avellinese, a Vairano Patenora ed Ailano nel casertano ed a Sapri nel salernitano, dovrebbero derivare dal cognome normanno Kantelm, i Cantelmo arrivarono in Italia dalla Francia, forse dalla Provenza, al seguito di Carlo I° d'Angiò, questi conferì nel 1269 a Giacomo Cantelmo privilegi feudali con un vasto territorio in Abruzzo e nel frusinate, nel 1284 questi venne nominato Giustiziere d'Abruzzo da Carlo II°, furono conti di Alvito fino al 1454 quando re Alfonso V° d'Aragona concesse il titolo di Duca di Sora e di Alvito a Piergiampaolo Cantelmo, figlio di Nicola Cantelmo duca di Sora "Petrus Ioannes Paulus Cantelmus Sorae Albeti dux ", verso la fine del 1600 troviamo arcivescovo di Napoli il Cardinale Giacomo Cantelmo.
CANTERA
CANTERO
Cantera, molto molto raro è tipico dell'area che comprende il romano, l'aquilano ed il pescarese, Cantero è quasi unico, l'origine probabile è dalla gente cantoria, cioè i canteri o cantori di chiesa, che, nella zona di confine tra il romano ed l'aquilano, avevano acquisito un particolare rilievo sociale presso la corte papale arrivando ad ottenere il controllo politico di alcuni paesi, un'altra possibile ipotesi è che questi cognomi possano derivare dal fatto di essere attribuiti come soprannomi a dei benestanti, che, per distinguersi dal resto del popolo, assistevano alle funzioni religiose nella cosiddetta cantoria, cioè nell'area della chiesa riservata ai cantori.
CANTERGIANI Cantergiani è specifico del modenese, di Pavullo nel Frignano, Castelvetro di Modena, Sassuolo, Vignola, Castelnuovo Rangone e Modena, potrebbe derivare da un'alterazione
del termine medioevale castregianus, cioè di abitante del Castrum Feronianum, antico nome dell'attuale Pavullo nel Frignano, ma potrebbe anche derivare dal nome della località di Cantergiano nel territorio del comune di Pavullo nel Frignano nel modenese.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
bisognerebbe considerare lo sviluppo del termine latino 'cantherius/canterius', non tanto nel suo significato di 'cavallo castrato', quanto piuttosto in quello, usato da Columella, di 'palo per sostenere le viti'. 'Canterianus' (che non esiste nel lat. classico), potrebbe essere un termine tardo affine a 'cantheriatus' che invece esiste e significa 'posto sopra gioghi semplici, di viti messe a cavalletto'. Una specie di viticoltore, quindi. La G potrebbe essere di origine epentetica.
CANTERI Canteri è tipico del veronese, di Verona, Roverè veronese e Bosco Chiesanuova, potrebbe derivare dal termine latino canterius (filare di viti), forse ad indicare che il capostipite facesse di mestiere il vignaiuolo, ma il termine cantherius, di origine barbarica, dal termine illirico catar (mulo), indicava anche in epoca medioevale il cavallo da tiro o da soma, ed il cognome potrebbe anche aver avuto origine da soprannomi originati da questo termine, ad indicare il mestiere del capostipite o sue caratteristiche fisiche.
ipotesi fornite da Gilberto Trombin
Canteri deriva dal nome di una contrada Cantero sita nelle prealpi venete alle spalle di Verona, nella zona denominata Lessinia, in origine molto probabilmente il nome della località era Kanter.
CANTIANI
CANTIANO
Cantiani ha un piccolo ceppo nell'anconetano a Serra San Quirico e Fabriano, che potrebbe derivare dal nome del paese di Cantiano nell'urbinate, un ceppo molto più consistente a Roma e nel romano ed a Ronciglione nel viterbese, ha inoltre un ceppo nel potentino a Marsicovetere, Cantiano, molto molto raro, sembrerebbe di Albano Laziale e Roma, dovrebbero derivare dal cognomen latino Cantianus, un personale dei liberti della Gens Cantia, che oltre a Roma e nel romano aveva proprietà anche nelle Marche ed in Friuli, ricordiamo con questo nome San Cantianus martire romano decapitato in Friuli nell'anno 303 sotto l'imperatore Diocleziano.
CANTIELLO Cantiello è tipico del casertano, di Casal di Principe, Macerata Campania, Santa Maria Capua Vetere, Grazzanise, San Cipriano d'Aversa, Portico di Caserta, San Tammaro e Capua e di Sant'Antimo e Napoli nel napoletano, dovrebbe derivare da un soprannome, nella parlata catalana antica il cantiello era un pezzetto dell'Ostia consacrata, ma cantiello nel dialetto campano arcaico era il cantuccio, l'angolino e potrebbe far riferimento alla posizione dell'abitazione dei capostipiti.
CANTIER
CANTIERI
CANTIERO
Cantier, quasi unico, sembrerebbe friulano dell'udinese, Cantieri ha un ceppo a Verona e nel veronese ed uno a Capannori e Lucca nel lucchese, Cantieroha un ceppo a Bovolone nel veronese con sparute presenze in Campania, potrebbero derivare da soprannomi dialettali originati dal termine arcaico veneto cantièr (cantiere navale, bacino di carenaggio), probabilmente ad indicare che i capostipiti lavorassero in un cantiere nautico o vi abitassero nelle immediate vicinanze.
CANTINA
CANTINI
Cantina, estremamente raro, potrebbe avere due ceppi, uno nel milanese ed uno nel viterbese, Cantini è originario della Toscana, potrebbero derivare entrambi dal mestiere di oste.
CANTON
DAL CANTON
Canton è tipico del Veneto centro orientale e del pordenonese, Dal Canton, sempre veneto, è però tipico del bellunese, di Quero e di Alano di Piave, con un ceppo anche a Venezia, potrebbero derivare da nomi di località o frazioni come Canton dell'Asino frazione di Storo (TN) o Canton di Verona, o Canton della Madonna di Padova, Contrà Del Dese o Canton di Castelfranco Veneto, e così molte altre, la locuzione Cantone o Canton in dialetto veneto è molto usata in tutta l'Italia del nord, ad indicare una parte di una regione o di un paese.
integrazioni fornite da Tibère Gheno
I dal Canton derivarono verosimilmente il loro cognome dal fatto di risiedere in una località marginale, in un canton del paese in dialetto. L'indicazione dal Canton riferita a una perona abitante a Quero compare però relativamente tardi, solo nella seconda metà del 1400, con Vetor di Antonio dal Canton. Probabilmente Vetor non veniva da fuori, ma era di Quero, di qualche famiglia, per ora non individuabile, al cui interno un ramo assunse quel nuovo nome.
CANTONE Cantone ha un ceppo forse originario nel lodigiano, cremonese e mantovano, nella Lombardia nordoccidentale e nel Piemonte nordorientale, ha un ceppo tra casertano e napoletano ed uno in Sicilia, soprattutto nel catanese, dovrebbe derivare dal nome medioevale Cantonus di cui abbiamo un esempio in una Carta finis et refutationis causa transactionis del 1174 a Prada (LO): "...iuxta legem una cum noticia de propinquioribus parentibus suis, hii sunt Carnelvalis et Belonus de Vailathe, propinqui suprascripte Bilie, et Cantonus et Dominicus, propinqui suprascripte Zusiane, et Goizo, pater suprascripte Berlende, et Lanfrancus Gerbilinus, propinquus...", nel 1200 troviamo un Cantonus de Cantono consigliere del governo cittadino di Mantova.
CANTONI Cantoni è un cognome del centro nord Italia con più di un ceppo lombardo ed emiliano, dovrebbe derivare dal nome medioevale Cantonus (vedi CANTONE), ma potrebbe anche derivare da un soprannome legato ad una posizione (quelli dell'angolo (canton in dialetto)).
CANTOREGGI Cantoreggi, molto molto raro, è specifico del varesotto, dovrebbe derivare dal nome della Contrada Cantoreggio di Masnago, una frazione di Varese, questa contrada nei tempi antichi esisteva come agglomerato urbano a se stante, con una propria identità locale.
CANTU' Cognome lombardo, deriva dal toponimo Cantù (CO).
CANZI Cognome lombardo, dovrebbe derivare dal toponimo Canzo (CO).
CANZIAN Tipico friulano e trevigiano, deriva dal cognomen latino Cantius e Cantianus, ricordiamo i fratelli santi Cantius, Cantianus e Cantianilla che nel III° secolo si trasferirono dalla natia Roma ad Aquileia (UD) e nel 303 subirono il martirio; in alcuni casi può esserci anche una derivazione dal toponimo San Canzian d'Isonzo (TS).
CANZIANI Sembrano esserci due ceppi, nel nordmilanese e varesotto e nel triestino, potrebbero entrambi derivare sa toponimi Canzo (CO) e San Canzian d'Isonzo (TS), Canziano sembra essere unico, dovrebbero derivare dal cognomen latino Cantianus (vedi Canzian).
CANZONIERI Un ceppo in provincia di ragusa ed uno in provincia di Reggio Calabria, dovrebbe derivare da un soprannome legato ad un mestiere.
CAO Cao è un cognome tipicamente sardo, di Cagliari e del cagliaritano, di Monserrato, Selargius, Quartu Sant'Elena e Decimomannu, con un ceppo anche a Villanovafranca nel Medio Campidano, ma presenta un ceppo significativo anche a Caneva e Sacile nel pordenonese.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
CAO: Per il significato e l'etimologia vedi Cau, ma non sappiamo se la forma più antica sia Cao o Cau. Attualmente il cognome Cao è presente in 131 Comuni italiani, di cui 40 in Sardegna (area di Cagliari): Cagliari 157, Monserrato 42, Selargius 40, Villanovafranca 38, Quartu S. E. 35, etc. Anche nelle carte antiche è presente nelle due varianti: Cao e Cau. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, *LPDE del 1388,  figurano: Cao Petro, ville Leunelli (odierno Neonelli. Contrate Partis Varicati - Barigadu); Cao Raimondo, majore( amministratore, sindaco) ville Orteddi(* Oroteddi.odierna Orotelli. Curatorie Dore). Nella storia contemporanea ricordiamo Cao Umberto (Cagliari 1871 - 1959), intellettuale e politico. Esponente di punta del movimento regionalista ed autonomista, già dal 1921 divenne uno degli ideologi del Partito Sardo D'Azione. Nello stesso anno fu eletto deputato al Parlamento, con Pietro Mastino, Paolo Onano ed Emilio Lussu,  ma nel 1924 dichiarò la sua adesione al Fascismo.
CAODURO
CAUDURO
Caoduro è specifico di Vicenza, Monticello Conte Otto e Montecchio Maggiore nel vicentino, e di Giavera del Montello nel trevisano, Cauduro è specifico del trevisano, di Volpago del Montello e Giavera del Montello in particolare, dovrebbe derivare da un soprannome con il significato di testa dura, che può essere interpretato in diversi modi, potrebbe ad esempio sottolineare l'ostinazione e la caparbietà del capostipite, come potrebbe fare riferimento ad episodi dove lo stesso abbia dato sfoggio di una particolare resistenza cranica, magari in scontri militari, ma la cosa più probabile è che si faccia riferimento al luogo d'origine della famiglia, che potrebbe essere stata la contrada chiamata Caoduro (Capo Duro), come quella ad esempio citata in un contratto di affitto di un Mulino con casa murata in Contrà Caoduro (del Capo Duro) di Barbarano Vicentino, atto stipulato appunto nel vicentino il 27 settembre del 1538.
CAOLO Caolo, molto molto raro, sembrerebbe tipico del salernitano, con un piccolo ceppo a Padula ed a Santa Marina, potrebbe derivare dal nome del paese di Caolo Raspullo nel potentino.
CAON Caon è tipicamente veneto, particolarmente presente nel trevisano a Resana, Castelfranco Veneto e Loria, nel padovano a Villa del Conte, Campo San Martino. San Giorgio delle Pertiche e Santa Giustina in Colle, con un ceppo anche a Venezia e nel romano a Gallicano Sabina, probabile frutto dell'emigrazione veneta per la bonifica delle Paludi Pontine, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale veneto basato sull'accrescitivo del termine dialettale cao (capo, testa, capoccia, chi comanda), probabilmente con il significato di capoccione, forse anche semplicemente perchè i capostipiti erano dotati di una testa particolarmente grossa.
CAPACCHI Capacchi è specifico del parmense, oggi presente a Palanzano ed a Parma, dovrebbe derivare da una forma alterata del termine capo (testa, colui che comanda), forse indicando così nel capostipite uno con la testa grossa o uno che occupasse una posizione di rilievo. Lo stemma sembrerebbe proporre una lontana origine ebraica (le tre stelle a sei punte), cui abbia avuto seguito una conversione (la mano alzata in segno di giuramento). I Capacchi furono feudatari di Vairo nel parmense e di Vallisnera nel reggiano.
CAPACCHIETTI Capacchietti ha presenze a Brescia e tra ascolano e teramano, dovrebbero derivare da una forma ipocoristica di una forma semidispregiativa del termine capo (testa, colui che comanda).
CAPACCHIONE
CAPACCHIONI
Capacchione ha un ceppo campano nel salernitano, a Baronissi in particolare ed a Salerno e Battipaglia, ed uno pugliese nel foggiano, a San Ferdinando di Puglia e Margherita di Savoia,  e nel barese, a Barletta e Canosa di Puglia, Capacchioni, quasi unico, dovrebbe essere il frutto di errori di trascrizione del precedente, potrebbe trattarsi di una forma etnica dialettale riferibile agli abitanti, o a chi provenisse dal paese di Capaccio nel salernitano.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Capacchione è un cognome del Barese e del Foggiano che deriva dal cognome base 'Capo', dal latino 'caput' = testa.
CAPACCIO Capaccio è tipicamente campano, del salernitano in particolare, di Campagna, Eboli, Bracigliano, Salerno, Olevano sul Tusciano, Battipaglia e Altavilla Silentina, con ceppi anche a Napoli ed a Frignano nel casertano, dovrebbe derivare dal nome del paese di Capaccio nel salernitano, probabile luogo di provenienza delle famiglie.
CAPACI Molto raro è specifico del palermitano, dovrebbe derivare dal toponimo Capaci (PA).
CAPALBI
CAPALBO
CAPALDI
CAPALDO
GABUALDI
Capalbi, molto raro, ha un ceppo nel materano, in particolare a Stigliano, e nel cosentino a Mormanno, Capalbo ha un ceppo a Napoli, è ben presente in Basilicata, a Senise nel potentino ed a San Giorgio Lucano nel materano, ma la massima concentrazione è presente ad Acri e Corigliano Calabro nel cosentino, dove è molto diffuso anche a Rossano, Rose, Grisolia, Bisignano, Cosenza, Bocchigliero e Montalto Uffugo, e nel crotonese a Cirò, Cirò Marina, Strongoli e Verzino, Capaldi è specifico della fascia centrale che comprende le Marche, l'Umbria, il Lazio e l'aquilense, in particolare Celano, L'Aquila, Avezzano e Sulmona nell'aquilense, Cassino, Picinisco, Villa Latina e Cervaro nel frusinate, Ronciglione nel viterbese, Roma, San Severino Marche nel maceratese e Spoleto nel perugino, Capaldo ha un ceppo nell'aquilense a Campo di Giove e Sulmona, uno a Roma e ad Aplilia nel latinense, con il grosso concentrato in Campania a Napoli, a Casapesenna nel casertano,a Nocera Inferiore, Agropoli, Nocera Superiore, Castel San Giorgio, Pagani e Salerno nel salernitano e ad Avellino ed Atripalda nell'avellinese, Gabualdi, quasi unico, è del nord, dovrebbero tutti derivare direttamente o tramite modificazioni distorsive dal nome longobardo Gabualdus, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo ad esempio a Palmi nel reggino, dove, in un atto del 1547, è indicato come beneficiario un tale Clericus Baptista Capalbus, ed a Conversano nel barese in un atto del 1610, dove un tale Vito Capaldo  è citato in giudizio.
CAPANCIONI Capancioni, molto molto raro, è specifico del Piceno, di Fermo e Porto San Giorgio.
CAPANNA
CAPANNI
CAPANNO
Capanna ha un piccolo ceppo tra riminese e pesarese, uno a Genova, uno a LIvorno, ma il ceppo più consistente è a Roma e nel romano con buone presenze anche nell'aquilano, nel teramano, nel'ascolano e nel reatino, Capanni ha un piccolo ceppo nel reggiano, uno tra forlivese e riminese ed uno in Toscana, soprattutto nel fiorentino e senese e nell'aretino e grossetano, Capanno, quasi unico, è probabilmente il frutto di errate trascrizioni dei precedenti, dovrebbero derivare dal nome dei tanti paesi contenenti la radice Capanna o Capanni.
CAPANNOLI Capannoli è tipico del senese, di Siena soprattutto e di Castelnuovo Berardenga, dovrebbe derivare dal toponimo Capannoli nel pisano, probabilmente usato per identificare dei profughi dal pisano in epoca di conflitti tra guelfi e ghibellini.
CAPANO Capano ha ceppi al sud nel napoletano, a Napoli, Torre del Greco, Casoria e Giugliano in Campania ed a Vibonati nel salernitano e Lauria nel potentino, ha un ceppo a deliceto nel foggiano, a Racale nel leccese ed a Corato nel barese, ed uno importante nel cosentino a Belvedere Marittimo, Cosenza e San Donato di Ninea ed a Catanzaro e Botricello nel catanzarese, dovrebbe derivare da nomi di località come quella citata in quest'atto tratto da Codex Diplomaticus cavensis: "In nomine domini sextodecimo anno principatus domni nostri gisulfi gloriosi principis, mense nobembri, undecima indictione. Memoratorium factum a nobis romualdus presbiter filius quondam petri et romoaldus presbiter, qui sumus pater et filius, eo quod coram presentia domne theodore filiae domni gregorii consuli et ducis romanorum, que fuerat uxor paldulfi filii.. .. parte occidentis passi centum sexaginta duo, et una pecia de terra cum arbustis et binea in locum selecta ubi trulianum dicitur, et una pecia de terra cum arbustum et castanietum in locum propiciano ubi capano dicitur, et alia pecia de terra ubi bico dicitur et milito vocatur. ...".  Tracce di questa cognominizzazione le troviamo nella seconda metà del 1500 quando i Capano, principi di Pollica, fanno costruire e controllano la Torre di Cannetiello o del Capo della Punta nel salernitano, con funzione di Torre di avvistamento contro gli attacchi dei saraceni, nel 1550 Ferrante Capano diventa Signore di Siderno nel reggino, nella seconda metà del 1600 la principessa Vittoria Capano è la moglie del feudatario di Mesagne (BR) Nicola de Angelis, nel 1700 Marianna Capano Orsini, principessa di Pollica e anche contessa di Celso.
CAPARELLA
CAPARELLI
CAPARELLO
CAPPARELLA
CAPPARELLI
CAPPARELLO
Caparella è unico, Caparelli è del cosentino, di Mongrassano, Roggiano Gravina, Cerzeto, Rossano e Montalto Uffugo, Caparello, sempre calabrese, è più caratteristico di Lamezia Terme nel catanzarese, Capparella è laziale, con un grosso ceppo a Roma e nel romano ad Anguillara Sabazia, Tivoli, Civitavecchia e Guidonia Montecelio, e nel reatino a Poggio Mirteto, Monte San Giovanni in Sabina e Montopoli in Sabina, Capparelli ha un piccolo ceppo a Campochiaro nel campobassano, uno a Roma, uno a Napoli, uno a Foggia, ma il ceppo principale è in Calabria nel cosentino, ad Altomonte, Acquaformosa, Cosenza, Cerzeto, Mottafollone, Lungro, San Benedetto Ullano, Firmo, Fagnano Castello, Castrovillari, Rende e Verbicaro, Capparello, quasi unico, è del napoletano, tutti questi cognomi dovrebbero derivare da un soprannome basato su di un termine di origine grecanica per taverniere, o anche da un ipocoristico dialettale del termine latino magister capparius (artigiano che produce le cappe ed i mantelli).
CAPARROTTA
CAPARROTTI
Caparrotta è specifico di Lamezia Terme nel catanzarese, Caparrotti, assolutamente rarissimo, è  probabilmente originario della stessa zona calabrese.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Caparrotti è un cognome calabrese, variante di Caparrotta che significa 'testa rotta'.
CAPASA Tipico del Salento, di Martano, Bagnolo Del Salento e Lecce.
ipotesi fornite da Stefano Ferrazzi
Tipico del leccese, questo cognome deriva dal termine dialettale capasa, col significato di giara, vaso: si tratta, infatti, di un tipo di contenitore (detto anche capasone o capasunu in dialetto) che un tempo veniva utilizzato per la conservazione dei prodotti locali (soprattutto vino e olive, ma anche cereali e fichi secchi). L'origine del termine va ricercata nel latino capax, col significato di ampio, capace, adatto cioè a contenere molte cose al suo interno (con chiaro riferimento alla capacità delle capase). In conclusione, dunque, visto anche che si parla di un prodotto tipicamente locale, l'ipotesi più probabile è che il cognome Capasa sia nato sulla base un nome di mestiere attribuito a un vasaio o, più nello specifico, a un fabbricante di capase.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Capasa è cognome leccese e brindisino che P. Minervini, Diz. cogn. pugliesi, 122, considera variante del cognome base Capo.
CAPASSI
CAPASSO
Capassi, molto molto raro, è tipico della zona tra aquilense e frusinate di Avezzano (AQ) in particolare, Capasso è decisamente campano, con ceppi anche nel vicino Lazio, nel barese e nel potentino, ma la massima concentrazione è nel napoletano, dovrebbero derivare da soprannomi originati o dal mestiere del capostipite produttore di giare e vasi (vedi CAPASA) o da caratteristiche fisiche dello stesso.
CAPECE Capece ha un nucleo importante a Picerno nel potentino ed uno nel napoletano e salernitano nonchè un ceppo nella penisola salentina, Capeci, assolutamente rarissimo, sembrerebbe marchigiano, tracce di questa cognominizzazione le troviamo in Calabria nel 1408, quando la contea di Laureana di Borrello (RC) fu venduta dal re Ladislao a Bernardo Capece.
integrazioni fornite da Cosimo De Giovanni de Centelles
La famiglia Capece, una delle famiglie più potenti del regno, era originaria della Campania.  Avversi agli Angioini e sostenitori degli Aragonesi con il prevalere della prima fazione essi furono costretti a rifugiarsi chi in Dalmazia, chi in Sicilia e chi in Terra d'Otranto. Qui ottennero varie baronie, principati e marchesati. Da un ramo principale discesero i Baroni di Lucugnano (LE) e da questo quello di Barbarano (LE) e da quest'ultimo a sua volta discese il ramo dei Baroni di Corsano. Nel 1663 don Giovan Giuseppe Cicala, Barone di Corsano e discendente dei Securo di Corsano vendette il feudo a Giovan Tommaso Cicala per atto del notar Rausa. I Capece detennero tale titolo fino all'eversione della
feudalità. Ultima rappresentante fu donna Carmela (n. 1849) andata in sposa a un Galluccio che ne ereditò il titolo puramente formale. Dai Galluccio il titolo di baroni di Corsano passò ai Mongiò.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Capeceè cognome lucano presente a Picerno, Pisticci, Potenza, Ripacàndida e altrove, anche calabrese, siciliano, napoletano e nel Salento: abbreviazione di 'cacapece'. Fonte: G. Rohlfs, Dizionario storico dei cognomi in Lucania, 1985.
CAPECELATRO Assolutamente rarissimo, dovrebbe essere di origini molisane o campane, agli inizi del 1600 Andrea Capecelatro è feudatario nell'avellinese, nel 1651 Ettore Capecelatro è reggente del Consiglio Collaterale a Foggia, nella seconda metà del 1600 Francesco Capecelatro è Marchese di Lucito (CB) e i Capecelatro sono Duchi di Siano (SA), nella seconda metà del 1700 Giuseppe Capecelatro è Arcivescovo di Taranto.
CAPECCHI Capecchi è molto diffuso in tutta la Toscana, soprattutto nel pistoiese, pratese e fiorentino e nel grossetano, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine italiano arcaico capecchio (sorta di ovatta di lino o canapa usata per imbottiture), forse ad indicare che il mestiere dei capostipiti fosse quello di tappezziere, quindi nel suo lavoro adoperasse quel tipo di materiale, ma potrebbe anche trattarsi di un soprannome denigratorio essendo il capecchio un prodotto di scarsissimo pregio. Tracce di questa cognominizzazione le troviamo già dal medioevo, come possiamo vedere in un atto fiorentino del 1257, dove si può leggere: "..Qualiter Falconiere quondam Capecchi de Cafaggio tenetur & debet dare & solvere annuatim perpetuo dicto Episcopatui de mense Augusti prosuo poderi flarios duodecim grani. Nota quod Episcopatus Florentinus habet & tenet & possidet hodie dictum podere..".
CAPECCI Cognome tipico delle Marche con un ceppo nel  Piceno, uno nel pesarese ai confini con l'anconetano, uno nel perugino ed uno in provincia di Roma.
integrazioni fornite da prof. Walter Angelini
Tipico delle Marche, e nello specifico della zona del Piceno, questo cognome nasce ad Acquaviva Picena (AP) nel 1690 come alias affiancato all'originario cognome Camelis o Camela (antica famiglia proveniente da Pietra Camela, in Abruzzo). Il ramo principale dei Camelis o Camela, nobile famiglia di Ripatransone nel 1571 diede, tramite  Hierolamus Camelae, appartenente al Consiglio di Cernita, un contributo importante per l'erezione di questo luogo al rango di Diocesi e, contestualmente di città, da parte del Papa Pio V° ( vedi il libro L'erezione della diocesi di Ripatransone, pagine di storia religiosa marchigiana sec. XVI°, opera di Monsignor Giovanni Papa, 1976 Ediz.Studia Picena). Questa famiglia si trasferì ad Acquaviva Picena intorno al 1631.  Fu qui che il cognome Camelis si trasformò in Capecci ( dal latino Caput,capitis, equivalente del toscano Capecchio, e che si riferisce alla pregiata fibra del lino).  A partire dal 1773, sempre ad Acquaviva Picena (AP), la famiglia Capecci diede il via alla tradizione ( ancora oggi in vigore) di dare ad ogni primogenito maschio il nome Giuseppe e  Valerio, alternandoli ad ogni generazione. Attualmente il ramo principale della nobile famiglia Camelis-Capecci è fiorente in San Benedetto del Tronto (AP) con il Prof.Giuseppe, Ch.mo Accademico Gentium Pro Pace, e coi due figli Mauro Valerio e Gianmarco. Lo stemma della famiglia, risalente ai Camelis di Ripatransone ( conservato presso la biblioteca del Museo Archeologico di Ripatransone) è uno scudo accartocciato, partito: nel primo a sei bisanti posti in cintuta e sormontati da una corona, nel secondo ad un leone alato e rivolto, armato e lampassato.
integrazioni fornite da Francesco Capecci
In merito alla storia del cognome Capecci, debbo ritenere che lo stesso sia compresente in vari luoghi delle Marche almeno dal 17° secolo.  In Urbino, nell'oratorio di San Giuseppe è presente nell'elenco dei confratelli deceduti all'inizio del secolo 18° un Francesco Antonio Capecci o Capeci, priore del convento dei frati minori di Urbino all'epoca del decesso. Ritengo pertanto che il cognome sia apparso in più luoghi delle Marche, e non solo tramite il ramo gentilizio riportato.
CAPEI Capei, assolutamente rarissimo, dovrebbe essere una famiglia nobile fiorentina, di origine etimologica oscura, personaggio di rilievo è stato il Cavaliere Federigo Capei al quale il Granduca di Toscana Ferdinando III° affidò l'incarico di Vicario regio dello Stato di Piombino nell'anno 1815.
CAPELLA Ha un ceppo a Borgo Val di Taro (PR), uno a Villa Di Serio (BG) ed uno a Torino, dovrebbe derivare dal fatto che la famiglia abitava in prossimità di una Cappella o veniva indicata come Quelli della Cappella grazie ad un particolare fatto, di quest'uso abbiamo un esempioin un attyo del 1117: "...Preterea quinque plegios abbati et monachis dedit, Popart de Montargum, Normandum Pochin, Petrum Mocel, Britonem de Capella, Gervasium de Marciliaco, quod quicquid tunc illis promittebat et dabat...", in questo scritto del 1416 si vede un principio di cognominizzazione: "...fecerunt harengas suas insimul XVI Junii : Petrus Faitray, Matheus de Capella, Frater Poncius Goberti...".
CAPELLARI
CAPELLETTI
CAPELLI
CAPELLINI
CAPELLO
CAPPELLA
CAPPELLARI
CAPPELLERI
CAPPELLI
CAPPELLINI
CAPPELLINO
CAPPELLO
Capellari, molto raro è dell'area che comprende il mantovano, il veronese, il bolognese ed il ferrarese, con presenze anche nell'udinese, Capelletti è specifico del sudmilanese e del cremonese, sono concentrati in Lombardia, Emilia e Liguria Capelli e Capellini sembrano essere originari della zona tra Piacenza e Cremona, piemontese Capello,Cappella è diffuso nel centro Italia, sembrerebbero esserci tre nuclei, nel Lazio, nelle Marche in provincia di Macerata e nel Molise in provincia di Campobasso, Cappellari è tipico del Triveneto, con massima concentrazione nel vicentino e nel padovano, è diffuso in tutta Italia, Cappelleri è specifico del reggino, di Roccella Ionica e Campo Calabro,  Cappellini, soprattutto al centro Cappelli, in provincia di Palermo e di Cuneo Cappellino, siciliano Cappello, ma con presenze massiccie anche in provincia di Lecce e nel Veneto. Tutti questi cognomi sono originati da soprannomi relativi a caratteristiche fisiche o identificatori di mestiere, quali il venditore o fabbricante di cappelli.
integrazioni fornite da Cappella
Cognomi come questi nel sud italia venivano attribuiti a persone dotte e colte di gusto e finezza e comunque aristocratiche, a differenziarsi dal popolo comune.  Un certo Nicolò Cappella ebbe nel 1333,dopo un grave lutto identificabile nello stemma dalle strisce nere,il feudo "molisena",e si trasferì dal nord Italia,probabilmante Venezia o Piacenza, in Molise.  Nicolò ebbe una figlia, Franca Cappella che diede in sposa a Nicolò D'Arezzo. La corona sulla stemma di famiglia è di marchese, per cui è probabile che questo fosse il titolo di cui era stata investita la famiglia Cappella; un'altra ipotesi è la discendenza diretta dalla famiglia Cappelli, con il tempo il cognome si sarebbe mutato probabilmente da Cappelli in Cappella; tutt'oggi la famiglia Cappella è presente in Molise in modo notevole,nelle Marche e in Lazio.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Il cognome Capelli muove dal nome proprio medievale Capellus, dal lat. capillus «capello» documentato in carta modenese del 1154. Rientra nell'ambito dei soprannomi, per indicare persona sottile quanto un «capello». La sua diffusione è pari a quella del cognome Cappelli, che muove invece dal mediolatino cappellus «cappello; copricapo», da cappa «cappuccio», donde pure il diffuso cognome Cappi. Per il cognome Cappello, poco diffuso nel Modenese, si potrà pensare anche al toponimo Cappello del Cuneese. Fonte: F. Violi, Cognomi a Modena e nel Modenese.
CAPELUTTI
CAPELUTTO
CAPPELUTI
CAPPELUTO
CAPPELUTTI
Capelluti e Capelluto, assolutamente rarissimi, sicuramente pugliesi, dovrebbe trattarsi di due forme alterate del cognome Cappelluti, che è tipicamente pugliese del barese, di Molfetta, Ruvo di Puglia, Bari e Bisceglie, Cappelluto, estremamente raro, e Cappeluti, praticamente unico, dovrebbero essere dovuti ad un'errata trascrizione del precedente, che dovrebbe derivare da un soprannome basato probabilmente sul fatto che i capostipiti fossero dotati di una folta e rigogliosa capigliatura.
CAPERCHI
CAPERCHIO
CAPIRCHIO
Caperchi è decisamente romano, Caperchio, molto raro, è napoletano, Capirchio è tipico del latinense, di Itri, Terracina e Fondi, potrebbero derivare da un nome di località come Colle Caperchio nei pressi di Orte nel viterbese, ma più probabilmente derivano da soprannomi basati sul termine dialettale laziale caperchio (capecchio, cioè quel materiale filaccioso acome la bambagia usato per imbottiture), probabilmente motivato dal fatto che i capostipiti avessero dei capelli o barbe ispide, troviamo tracce di queste cognominizzazioni nel 1400 a Pastena nel frusinate, dove in un atto testamentario viene citato come beneficiario un tale Cola Capirchio.
CAPERDONI Tipico della provincia di Milano e Lodi dovrebbe essere originato da un soprannome derivato da un nome di località, che potrebbe essere "la casa del perdono" non meglio identificata.
CAPEZZA
CAPEZZI
CAPEZZONE
CAPEZZONI
Capezza è specifico del napoletano, di Casamicciola Terme, Napoli, Gragnano e Pimonte, Capezzi , quasi unico, è probabilmente dovuto ad errori di trascrizione del precedente, Capezzone è tipicamente laziale, di Roccasecca nel frusinate e di Roma, Capezzoni è praticamente unico.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
L'origine di questi cognomi va ricercata nel soprannome o nome medievale Capezza, che, nell'idioma popolare, significa letteralmente testa, capo (vedi Caputo e Testa): dal punto di vista etimologico, infatti, il termine capezza è un chiaro prestito dello spagnolo cabeza, derivato a sua volta dal basso latino capitia (forma popolare di caput (capo, testa)). Detto questo, però, va notato che talvolta i cognomi Capezza, Capezzone, etc potrebbero venire direttamente dalla Spagna, trattandosi cioè dell'italianizzazione dei cognomi spagnoli Cabeza e Cabezòn (forse si tratta anche di cognomi ebreo-sefarditi): com'è facile intuire, entrambi questi cognomi alludono a caratteristiche fisiche o comportamentali dei capostipiti, anche se, a ben vedere, non è affatto escluso un rapporto con la toponomastica spagnola - si pensi ai tanti toponimi spagnoli contenenti i termini cabeza e cabezòn, quali ad esempio Cabeza de Campo, Cabeza de Framontanos, Cabezòn de Pisuerga, Cabezòn de la Sierra, etc. Un'ultima ipotesi prima di concludere: per quanto improbabile, non si può escludere che qualche ceppo dei Capezza sia legato alla nobile famiglia dei Capece, anch'essa originaria del napoletano (vedi Capece).
CAPEZZERA Sembrerebbe originario della provincia di Potenza, dovrebbe derivare da un soprannome legato ad un nome di località "casa della pezzera".
CAPEZZUOLI Capezzuoli è tipicamente toscano del senese, di Poggibonsi, Colle di Val d'Elsa e San Gimignano, con un ceppo anche nel fiorentino a Firenze e Barberino Val d'Elsa, dovrebbero derivare dal nome della località di Capezzuolo situata nel promontorio di Piombino, davanti all'isola d'Elba, probabilmente il luogo d'origine dei capostipiti.
CAPEZZUTI
CAPEZZUTO
Capezzuti è praticamente unico, Capezzuto è tipico di Napoli e della fascia che comprende il casertano, il napoletano ed il salernitano, di Sparanise, Pastorano, Carinola e Camigliano nel casertano, di Castellabate, Salerno e Battipaglia nel salernitano.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
L'origine di questi cognomi va ricercata nel soprannome o nome medievale Capezzuto, che, nell'idioma popolare, significa letteralmente testone, dalla testa grossa o, in senso figurato, testardo, ostinato (vedi Caputo e Testa): dal punto di vista etimologico, infatti, l'aggettivo capezzuto è un chiaro prestito dello spagnolo cabezudo, tratto a sua volta dal sostantivo cabeza (per una spiegazione più approfondita, vedi Capezza). Detto questo, però, va notato che talvolta i cognomi Capezzuti e Capezzuto potrebbero venire direttamente dalla Spagna, trattandosi cioè dell'italianizzazione del cognome spagnolo Cabezudo (forse si tratta anche di un cognome ebreo-sefardita). In conclusione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni dei soprannomi o dei nomi personali dei capostipiti, anche se, per quanto improbabile, non si può escludere una connessione con la toponomastica spagnola - in riferimento a uno dei tanti toponimi contenenti la radice cabez-.
CAPILONGO
CAPILUNGO
CAPOLONGO
CAPOLUNGO
Capilongo, molto raro, è specifico di Napoli, poco comune e originario del leccese Capilungo, mentre è decisamente perugino Capolungo, Capolongo ha un ceppo laziale a Roma e ad Anagni nel frusinate, uno campano nel napoletano, a Cicciano in particolare, con presenze anche a Tufino, Pozzuoli, Camposano e Napoli, ed un ceppo a Cerignola e Foggia nel foggiano ed a Gravina in Puglia nel barese, fovrebbero derivare da soprannomi relativi a caratteristiche fisiche dei capostipiti, cioè una forma allungata del capo.
CAPILUPI
CAPILUPO
CAPILUPPI
CAPOLUPI
CAPOLUPO
Capilupi, molto molto raro, sembrerebbe di origini calabresi, di Catanzaro in particolare e di Pentone nel catanzarese, Capilupo, molto più raro, è del cosentino, Capolupi, assolutamente rarissimo, è presente solo al nord, dove è invece abbastanza diffuso Capiluppi, che ha un ceppo tra mantovano, reggiano e modenese, anche se in qualche caso può essere il frutto di errate trascrizioni anagrafiche del cognome Capolupo, che ha un ceppo nell'avellinese, ad Avellino, Capriglia Irpina, Sant'Angelo a Scala e Summonte, ed a Napoli, uno, probabilmente secondario, a Roma, uno a Matera ed uno nel cosentino a San Donato di Ninea, questi cognomi dovrebbero derivare dall'italianizzazione del nome longobardo, ma molto usato anche dagli svevi, Hauptwolf, che ha il significato di primo fra i lupi, di lupo dei lupi, cioè di grande capo glorioso, se pensiamo al valore attribuito alla figura del lupo presso i popoli germanici.
CAPIROSSI Capirossi è specifico dell'area bolognese, ravennate, di Imola e Monterenzio nel bolognese e di Riolo Terme, Faenza, Castel Bolognese e Brisighella nel ravennate, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal fatto che il capostipite fosse rosso di capelli, si può anche trattare di un cognome attribuito ad un trovatello, avente comunque la stessa motivazione.
CAPISTRANO Capistrano ha un ceppo a Sarno nel salernitano ed uno in provincia di Vibo Valentia, dovrebbero entrambi derivare dal toponimo Capistrano nel valentiano.
CAPITA
CAPITTA
Capita è quasi scomparso in Sardegna, Capitta, molto più diffuso, è tipico di Sassari e del sassarese.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
CAPITA; CAPITTA: (per il significato e l'etimologia vedi Cabitza). Lo ritroviamo nelle carte antiche. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, *LPDE del 1388 figurano: Capìta Ambrosius, ville Sasseri; Capìta Anthonius, ville Sasseri; Capita Arcoco - ville Terrenove (Olbia); Capita Arcoco - ville Terrenove; Capita Dominigho, ville Ecclesiarum (Iglesias - Villa di Chiesa); Capita Joanne, ville Selluri (Sanluri - Seddòri); Capita Manuel, jurato (guardia giurata, collaboratore del maiore - sindaco) ville Tiesi ( *odierno Tiesi. Contrate Caputabas). Sempre tra i firmatari della *LPDE troviamo: Capissa Juliano, ville Loddu (* distrutto. Contrate Partis Varicati - Barigadu). Nel condaghe di San Nicola di Trullas, *CSNT XI°, XIII° sec., figura: Capiça Gosanrine (27) nella vendita di un terreno, coltivato a vigna in territorio di Semestene (oggi è un piccolo centro abitato di 227 anime, della provincia di Sassari). Attualmente il cognome CAPITA è presente in 13 Comuni Italiani, di cui 2 in Sardegna( con significato ed etimo diversi da quelli del continente): Sassari 3, Quartu S. E. 3. CAPITTA è presente in 42 Comuni italiani, di cui 19 in Sardegna (per lo più s nord, come nelle carte antiche): Sassari 110, Quartu S.E. 8 Cagliari 8.
CAPITANI
CAPITANIO
CAPITANO
Capitani è molto diffuso in tutto il centronord, Capitanio ha la sua massima concentrazione nel lombardo veneto, ma presenta ceppi anche nel Lazio, negli Abruzzi e nelle Puglie, Capitano sembrerebbe tipicamente siciliano del palermitano e dell'agrigentino, con un ceppo anche a Roma e piccoli ceppi nel savonese e nel napoletano. Questi cognomi dovrebbero derivare da soprannomi originati dal vocabolo medioevale Capitaneus (capitano, massima autorità cittadina), soprannomi raramente derivanti dall'aver fatto parte della famiglia di un Capitaneus, più spesso per esserne al servizio o in qualche modo collegati ad un Capitaneo.
CAPIZZI Cognome originario della Sicilia, dovrebbe derivare da un soprannome legato a caratteristiche fisiche, essendo la contrazione di un capiddi rizzi (capelli ricci).
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Il cognome Capizzi è un cognome siciliano che viene dal toponimo Capizzi (ME).
CAPO Sembra avere un nucleo in Campania, nel salernitano in particolare, un ceppo nel veneziano ed un ceppo nel trapanese, dovrebbe derivare dall'apocope di cognomi o soprannomi composti dal vocabolo capo seguito normalmente da un aggettivo; ad esempio da Caporizzo si arriva a Capo.
CAPOANI Cognome originario del cremonese, la sua derivazione dovrebbe essere dal toponimo Capua (NA) ipotizzando una lontana origine campana.
CAPOBIANCO Molto diffuso al sud, nel Lazio, Campania, Puglia e Basilicata, ha un ceppo anche nell'agrigentino, deriva da soprannomi legati a caratteristiche fisiche del capostipite, come l'essere bianco di capelli.
CAPOCASALE Capocasale sembrerebbe un cognome meridionale, molto poco diffuso in Campania, in Calabria e nella Sicilia meridionale, in qualche caso potrebbe derivare dal nome del paese di Capocasale, una zona di Nocera Inferiore nel salernitano, e con questo nome anche varie altre frazioni, come ad esempio quella di Capocasale di Cosenza, in qualche altro caso, poco probabile, potrebbero invece derivare dalla posizione del capostipite, cui probabilmente veniva demandata la guida di un casale
CAPOCCELLO
CAPOCCETTA
CAPOCCETTI
CAPOCCI
CAPOCCIA
CAPOCCIONI
CAPOCCITTI
CAPOCCIUTI
CAPUCCI
CAPUCCIO
Capoccello è tipicamente pugliese, di Salice Salentino nel leccese e di San Pancrazio Salentino nel brindisino, Capoccetta, tipicamente laziale, è soprattutto di Ceccano nel frusinate, ma anche del latinense, Capoccetti ha un ceppo in Umbria, uno nell'aquilano ed uno tra romano e latinense, Capoccia è tipico di Umbria e Lazio, con un ceppo anche nel Salento, Capocci, molto più raro, ha un ceppo a Roma e nella zona di Cassino (FR) e Picinisco (FR) ed uno in Umbria a Terni, Capoccioni è di Viterbo, Capoccitti è specifico di Balsorano nell'aquilense e del vicino frusinate, Capocciuti è di Trevi nel perugino, Capucci ha un ceppo nel mantovano e nel vicino veronese, in Emilia nel bolognese e ferrarese e nel ravennate, forlivese e riminese, con piccoli ceppi anche nel romano e latinense, Capuccio ha un ceppo a Latina ed uno, molto piccolo, nel nisseno, che dovrebbe essere un alterato del cognome Cappuccio, dovrebbero tutti derivare, direttamente o tramite ipocoristici o accrescitivi, dal cognomen tardo latino Capoccius, abbiamo ad esempio quattro Cardinali Capoccius tra il 1200 ed il 1400: "...Nam inter alios eminuit Cardinalis Rainerus Capoccius, qui tempore Innocentij IV e Flisca Familia insigni Genuensi, cum Fridericus secundus Imperator suam Civitatem occupasset, adiuvantibus Consanguineis proprijs,...", in alcuni casi potrebbero anche derivare da un soprannome originato forse dal fatto che il capostipite fosse dotato di una testa più grande del normale..
CAPODACQUA Tipico di Capistrello ed Avezzano nella provincia de L'Aquila, con ceppi anche nelle Marche e nel Lazio, dovrebbe derivare da toponimi Capodacqua di Celano (AQ), ma è pure possibile una derivazione da nomi di località come Capodacqua (PG), (AP) o (LT).
CAPODANNO Cognome tipicamente campano, del napoletano soprattutto, derivano dal nome arcaico Capodanno che veniva a volte attribuito ai figli nati a Capodanno.
CAPODICASA Capodicasa ha un ceppo a Foligno e Gualdo Cattaneo nel perugino, uno a Pescara ed uno a Siracusa ed a Palermo, dovrebbe derivare da capostipiti che avessero assolto la funzione di capi della servitù presso una casa patrizia o comunque presso famiglie molto benestanti.
CAPODIECI Capodieci ha un ceppo nel brindisino a Mesagne, Latiano, Cellino San Marco e Brindisi, ed a Trepuzzi nel leccese, ed un ceppo siciliano a Siracusa, dovrebbe derivare dal termine medioevale capodieci, una sorta di comandante di un gruppo di armati volontari, che si organizzavano spontaneamente in armata per combattere un'invasione, spesso saracena.
CAPODILUPO Capodilupo, di probabili origini abruzzesi e laziali, ha un piccolo ceppo nel pescarese, uno nel latinense, uno nel foggiano ed uno nel beneventano, dovrebbe derivare da soprannomi originati dalla presenza, un tempo molto diffusa, del lupo nelle zone appenniniche.
CAPOFERRI Due i ceppi uno lombardo tra la provincia di Bergamo e Brescia ed uno marchigiano abruzzese, tra Ascoli Piceno e Teramo, derivano da soprannomi relativi a caratteristiche fisiche testa dura come il ferro o dall'occupazione di mastro ferraio.
CAPOGROSSI
CAPOGROSSO
Capogrossi ha un ceppo nell'anconetano a Cupramontana, Ancona e Falconara Marittima ed uno laziale a Roma, a Genzano di Roma nel romano, a Cori nel latinense ed a Pontecorvo nel frusinate, Capogrosso ha un piccolo ceppo ad Osimo e Filottrano nell'anconetano, uno a Roma ed a Formia nel latinense, uno ad Aversa nel casertano ed uno nel napoletano a Napoli, Caivano, Casoria e Frattaminore, il ceppo più consistente è in Puglia a Manduria nel tarantino ed a Trani nel barese, dovrebbero derivare da soprannomi derivati dal fatto che i capostipiti fossero dotati di una grossa testa.
CAPOLEI
CAPOLEONI
Capolei è tipico di Roma, Anzio e Marino, sempre nella provincia romana, Capoleoni, molto molto raro, sembrerebbe specifico della provincia di Roma, di Roma stessa e di Zagarolo (RM), dovrebbero derivare dal nome medioevale Capoleo, Capoleonis, forma contratta del nome Caputleonis (testa di leone), tracce di queste cognominizzazioni le troviamo ad esempio nell'elenco degli scolari dell'Ateneo di Perugia dove sotto l'anno 1596 troviamo iscritto un certo Lelius Capoleo originario della provincia di Roma.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
L'origine di questo cognome va ricercata nel nome medievale Capoleone, col significato letterale di testa di leone, da intendersi o in senso laico (quale simbolo di fierezza, di coraggio) o in senso religioso (quale simbolo cristiano). Per capire meglio quest'ultimo significato, innanzitutto, va ricordato che la simbologia cristiana rappresenta il leone non soltanto come immagine di misericordia e di regalità, ma anche come simbolo dell'Incarnazione e della Resurrezione di Gesù Cristo; il riferimento alla testa del leone, inoltre, può essere spiegato dall'antica credenza secondo la quale tutte le qualità attive del leone sono situate nella parte anteriore del corpo (testa, petto e zampe anteriori), mentre la parte posteriore, sempre secondo tale credenza, ha una semplice funzione di sostegno (anterioribus partibus coelestia refert, posterioribus terram, come sostenevano gli antichi autori cristiani).  Seguendo quest'interpretazione, allora, la simbologia cristiana attribuisce alla parte anteriore del corpo l'immagine della natura divina di Cristo e a quella posteriore il simbolo della Sua natura umana. Tornando al cognome in questione, tracce del nome Capoleone si trovano in Umbria nel '500, col poeta Capoleone Ghelfucci (Capoleo Ghelphutius) da Città di Castello (autore di poemi religiosi, fra i quali Il rosario della Madonna - Poema eroico), ma noto anche all'interno della sfera politica, dove occupò la carica di paciere, gonfaloniere e priore del popolo e, nel 1582, anche quella di consigliere dei Quaranta.
CAPOLICCHIO Capolicchio sembrerebbe di origini istriane, anche se oggi è presente più in Piemonte, che in Friuli, si dovrebbe trattare dell'italianizzazione di un cognome austriaco o sloveno.
CAPONE
CAPONI
CAPONIO
CAPONNETTO
Capone è un cognome del centro sud, Caponi è della Toscana settentrionale, Marche, teramano, Umbria, Lazio, pugliese Caponio che è originario dell'area compresa tra le provincie di Bari e Taranto, Caponnetto è tipico del catanese, tutti questi nomi dovrebbero derivare da soprannomi legati a caratteristiche fisiche (testa grossa). Tracce molto antiche di queste cognominizzazioni si trovano ad esempio nell'alessandrino in una Recordatio terrarum della seconda metà del 1100: "...coheret: Rufinus Deta et veder. Arnaldus Caponus .III. staria; coheret: Rufinus Deta et Manegoto et via et veder. Manegotus .XX. staria; coheret: Arnaldus Caponus et veder et Burmia..." o anche nel XV° secolo: "...ex quibus Caponus, magnam pecuniae vim profundens viginti et octo suffragia, sive emit, sive impetravit; Cardinalis autem de Medicis opera, Chigius, prudens et probus vir ab omnibus habitus, Pontificis quondam monasterium,...".
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
il cognome Capone, come Caponnetto, sono anche siciliani (Catania, Milazzo, Pace del Mela) e come tali provengono dal vocabolo siciliano.capuni = cappone, gallo castrato. Cfr. G. Rohlfs, Dizionario storico dei cognomi nella Sicilia orientale, Centro di Studi Filologici e Linguistici, Palermo, 1984, p. 62
CAPONERA
CAPONERI
CAPONERO
Caponera, il più diffuso, ha un piccolo ceppo nel perugino, ma il grosso è concentrato nel romano e frusinate e nel latinense, Caponeri, molto molto raro, è tipico dell'area che comprende il senese, il perugino ed il ternano, soprattutto di Chianciano Terme nel senese, Caponero ha un piccolo ceppo nel pisano ed uno nel viterbese e romano, a Civitavecchia e Roma nel romano ed a Soriano nel Cimino nel viterbese, dovrebbero derivare da soprannomi medioevali, forse dovuti al colore nero dei capelli dei capostipiti, divenuti in seguito nomi, di quest'uso abbiamo un esempio in un atto del 1265 a Siena, dove l'estensore è un certo Buonadote figlio del già Caponero, l'uso continua, come riscontriamo in una registrazione di decesso a Siena nel 1648: "Adì 27 Settembre 1648 - Caterina detta Caponero, Vedova, Moglie già di Giovanni detto l'Imburchia riceuto tutti li Santissimi Sacramenti morì a hore quattro...".
CAPORALE
CAPORALI
CAPORALONI
Caporale è del centrosud, Caporali è tipico della fascia che comprende Toscana, Umbria e Lazio, Caporaloni, assolutamente rarissimo, dovrebbe essere originario dell'anconetano, potrebbero derivare dalla posizione di chi è a capo dei braccianti o ha la mansione di fattore, è pure possibile che derivi da un soprannome originato dal vocabolo dialettale marchigiano capuràle nome attribuito al fascio di spighe di grano posto in cima al covone.
CAPORASO Caporaso è tipico campanop con un ceppo principale nel beneventano e nel napoletano, ha ceppi anche a Roma e nella sua provincia ed a Prato ed Empoli (FI), dovrebbe derivare da soprannomi legati a caratteristiche fisiche del capostipite, come l'essere con i capelli completamente rasati.
CAPORELLA
CAPORELLI
CAPORELLO
Caporella, assolutamente rarissimo, è probabilmente dell'area laziale e campana, Caporelli, molto molto raro, ha un piccolo ceppo ad Ancona e a Falconara Marittima nell'anconetano ed uno molto piccolo a Roma, Caporello ha un ceppo veneto a Padova ed uno laziale, a Palestrina ed a Roma, questi cognomi dovrebbero essere abbastanza recenti e dovrebbero derivare da soprannomi basati sul mestiere dei capostipiti, probabilmente dei fattori o dei capisquadra di lavoratori dell'agricoltura.
CAPORICCI
CAPORICCIO
Caporicci è tipico della zona centrale, del perugino, del romano e del frusinate e del campobassese, Caporiccio, molto più raro, è del latinense, dovrebbero originare da soprannomi determinati dalla capigliatura riccia del capostipite.
CAPORRINI
CAPORRINO
CAPURRI
CAPURRO
Caporrini, quasi unico, ha presenze nel romano e nel casertano, Caporrino ha un ceppo a Monte San Giacomo nel salernitano ed uno molto piccolo nel palermitano, Capurri, assolutamente molro raro, ha un piccolo ceppo a Piacenza, Capurro ha un grosso nucleo nel genovese, un piccolo ceppo nel napoletano ed uno altrettanto piccolo nel messinese, dovrebbero derivare, direttamente o tremite una forma ipocoristica, da un soprannome dialettale arcaico basato su di un termine con il senso di testa dura, ostinato, testardo, probabilmente identificando così un aspetto del carattere dei capostipiti. Tracce di queste cognominizzazioni nel genovese si trovano almeno dalla fine del 1300, quando un certo Francesco Capurro è rettore di San Nicolò di Voltri (GE), nella seconda metà del 1500 opera a Genova il notaio Antonio Capurro, il ceppo napoletano ha prodotto Giovanni Capurro, autore della celebre canzone «'O sole mio».
CAPORUSSO Caporusso sembrerebbe tipico del barese, di Bari, Barletta, Acquaviva Delle Fonti e Modugno, ma ha un ceppo anche nel frusinate a Vallerotonda e Piedimonte San Germano ed uno nel materano a Montalbano Jonico, dovcrebbe derivare da un soprannome originato dal fatto di avere il capostipite i capelli rossi.
CAPOTI Capoti è specifico di Gallipoli nel leccese, potrebbe stare ad indicare chi abitasse proprio nella zona del Capo della penisola di Gallipoli.
CAPOTONDI
CAPOTONDO
Capotondi ha un ceppo tra pesarese ed anconetano ed uno nel romano, Capotondo ha un ceppo umbro, soprattutto nel perugino ed uno nell'anconetano, dovrebbero derivare da soprannomi originati da caratteristiche somatiche del capostipite, probabilmente con la testa calva.
CAPOTORTO Cognome pugliese originario della provincia di Bari, derivano da soprannomi relativi a caratteristiche fisiche (testa storta).
CAPOTOSTI Tipico del centro, tra il Lazio l'Umbria e le Marche, derivano da soprannomi relativi a caratteristiche fisiche o comportamentali (testa dura ) del capostipite.
CAPOVILLA Tipico delle Tre Venezie, del padovano e del trevigiano in particolare, potrebbe derivare da nomi di località come ad esempio Capovilla (VI) o anche dall'abitare la famiglia in un luogo elevato del villaggio o all'inizio dello stesso.
CAPOZIO
CAPOZZA
CAPOZZI
CAPOZZO
CAPOZZOLI
CAPOZZOLO
CAPPOZZO
CAPUOZZI
CAPUOZZO
Capozio ha ceppi a Roma, nel casertano, nel campobassano, nel foggiano ed a Siracusa, Capozza ha un ceppo campano, a Pesco Sannita nel beneventano, a Morra de Sanctis nell'avellinese e ad Eboli nel salernitano, uno grosso pugliese a Taranto, nel barese, a Corato, Andria, Bari e Putignano, ed a Lecce e Galatone nel leccese, uno a Crotone ed uno a Casteltermini nell'agrigentino, Capozzi ha una grossa presenza nel Lazio tra le province di Roma e latina ed il nucleo principale tra napoletano, beneventano, avellinese, foggiano e barese, Capozzo ha un ceppo campano tra Alife e Gioia Sannitica nel casertano ed a Molinara nelm beneventano ed uno nel barese ad Acquaviva Delle Fonti e Gravina In Puglia, Cappozzo ha un ceppo nel vicentino, uno nel beneventano ed uno tra foggiano e barese, Capuozzo è decisamente napoletano, Capuozzi, molto raro, è una modificazione del precedente, sia Capozzoli che Capozzolo sono specifici del salernitano dell'area del Cilento, dovrebbero derivare da un soprannome dialettale , basato su alterazioni del termine capoccia, stante ad indicare una posizione di privilegio, cioè qualcuno a capo di altri uomini.come pastori, agricoltori, pescatori o manovali.
CAPPA Cappa è un cognome panitaliano, più diffuso nell'area lombardo, piemontese, dovrebbero derivare da un soprannome originato dal vocabolo medioevale cappa (mantello), di cui abbiamo un esempio in questo scritto del 1185: ".. Et debeo dare Rainaldello pannaiolo de Sancto Xisto libras tres denariorum et solidos quinque de panno quod ab eo emi. Et Andree pannaiolo eiusdem loci debeo dare de una cappa quam emi ab eo libras tres et dimidiam denariorum. ..", soprannome forse motivato dall'abbigliamento abituale del capostipite, ma è anche possibile che il motivo sia da ascrivere al mestiere da lui esercitato.  Un esempio di questa cognominizzazione lo troviamo in una Charta venditionis del 1183: ".. a sero et monte heredis Beaque, pertice sex et tabule tres et pedes quinque et est propria; petia est buscus et dicitur in Carrobia Sancti Ambrosii, a mane Ambrosii Cappa et via, a meridie heredis Beaque et Asgerii de Concorezo, a monte Sancti Dionisii  ..".
CAPPAGLI
CAPPALLI
Cappagli è tipicamente toscano del livornese e pisano, in particolare di Livorno, Collesalvetti (LI) e Cascina (PI), Cappalli, molto più raro, anchesso del livornese di Rosignano Marittimo in particolare, è probabilmente una forma modificata del primo, potrebbero derivare da un soprannome originato da un antico termine marinaresco ad indicare forse che il capostipite svolgesse quel tipo di mestiere.
CAPPAI Tipico della Sardegna occidentale e del cagliaritano, di etimologia oscura e di origini probabilmente spagnole, troviamo questo cognome fin dal 1200 annoverato tra le famiglie nobili, quando Giovanni Chiano de Bas-Serra il Re di Arborea, uno dei 4 stati in cui è divisa la Sardegna, sposa la ricca benestante Vera Cappai figlia del banchiere Conte Johanni Perra de Cappai, nel 1667 Bonifacio Cappai viene insignito con il titolo di Don, Cavaliere ereditario e Nobile sardo.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Il cognome Cappai è sardo, potrebbe corrispondere al plurale di famiglia di un supposto vocabolo toscano *cappaio = fabbricante di cappe. M. Pittau, Dizionario dei Cognomi di Sardegna, 1, p. 174.
CAPPALUNGA Cappalunga, attualmente presente solo in Lombardia, sembrerebbe aver avuto un ceppo, probabilmente originario, in Sicilia, dove potrebbe essere derivato dal nome della località Cappalunga di Aragona nel palermitano, potrebbe derivare da un soprannome originato dall'abitudine del capostipite di indossare una cappa lunga, cioè una specie di tabarro lungo fino ai piedi.
CAPPARI
CAPPERI
Cappari è praticamente unico, Capperi, comunque assolutamente rarissimo, parrebbe emiliano, dovrebbero entrambi derivare, direttamente o tramite modificazioni dialettali, dal termine medioevale magister capparius (artigiano che produce le cappe o mantelli), termine di cui abbiamo un esempio nell'atto del 1228 con il quale 4300 cittadini pisani giurarono di mantenere l'alleanza fatta con Siena, Pistoia e Poggibonsi, uno dei sottoscrittori si chiama infatti Bonifatius capparius.
CAPPELLETTI
CAPPELLETTO
Cappelletti è diffuso in tutto il centronord, Cappelletto è tipico veneto, del veneziano e trevigiano, derivano da soprannomi di epoca medioevale legati a volte a nomi di località individuabili dalla presenza di Cappelle votive, altre volte da un soprannome originato dal vocabolo cappello, esempio di questa consuetudine l'abbiamo nel 1400 nel parmense nel 1422 era Podestà a Busseto Giacomo Vitali, figlio di Bartolino, cittadino di Piacenza, di Milano e soprannominato il Cappelletto, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo nel 1500 a Grosseto con il lucchese Domenico Cappelletti, a Narni (TR) in un atto del 1572 un certo Martinus Cappellettus è uditore del governatore, nell'elenco del 1585 degli scolari dell'Ateneo di Perugia è citato un Agabitus Cappellettus.
CAPPIELLO
CAPPILLI
Cappiello è tipicamente meridionale, dell'area che comprende il campobassano, la Campania, la Basilicata e la Puglia, Cappilli, molto più raro, è del leccese, dovrebbero derivare da un soprannome dialettale probabilmente attribuito a capostipiti che facessero i cappellai o che fossero soliti portare un particolare tipo di cappello.
CAPPONCELLI
CAPPONCINI
CAPPONE
CAPPONI
Capponcelli è specifico di San Giovanni in Persiceto nel bolognese e di Bologna, Capponcini sembrerebbe romano, Cappone, molto molto raro, è tipico del nordovest, Capponi è tipico del centro, con un forte ceppo in Umbria a Gubbio, Perugia e Terni, ma con il nucleo principale nel Lazio a Roma e San Felice Circeo (LT), dovrebbero derivare, direttamente o tramite varie forme ipocoristiche, da un soprannome legato al mestiere di allevatore o venditore di polli e capponi (galli castrati).
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Il cognome CAPPONI è massicciamente presente nel Centro e, in misura minore, nel Nord. Si presta a numerose interpretazioni che dovrebbero essere chiarite di volta in volta secondo il luogo geografico della sua comparsa.
Potrebbe essere un accrescitivo di CAPPA, dal tardo latino cappa = mantello con cappuccio, inteso come parola metonimica per un nome di mestiere (chi costruisce cappe), o anche. nomignolo per chi abitualmente indossava questo tipo di mantello come segno distintivo; potrebbe anche essere una variante di CAPONE, accrescitivo di CAPO = testa, nomignolo di chi aveva la testa grossa non in senso strettamente fisico, quanto piuttosto inteso come 'arrogante, caparbio', è pure possibile una derivazione da CAPPONE, dal latino capone(m) = gallo castrato da giovane, inteso come nomignolo spregiativo per chi era tradito dalla moglie, o parola metonimica per un nome di mestiere (chi allevava pollame). Le scarsissime occorrenze siciliane, calabresi e campane potrebbero riferirsi al termine dialettale capuni = un pesce di mare.
CAPPUCCI
CAPPUCCIO
Cappucci ha un ceppo laziale, soprattutto nel romano ed uno, molto consistente a San Giovanni Rotondo nel foggiano, con buone presenze anche a Foggia e San Severo, Cappuccio è tipicamente meridionale, con massima concentrazione in Campania, nel napoletano, salernitano ed avellinese, ed in Sicilia, nel messinese, catanese e siracusano, l'origine di questi cognomi potrebbe essere da soprannomi originati dall'abitudine dei capostipiti di indossare come copricapo un cappuccio, ma è pure possibile che possa trattarsi di alterazioni dialettali originate dal nome medioevale tardo latino Capoccius (vedi CAPOCCELLO).
CAPPUCCINI Tipico del centro, con un forte ceppo nel Lazio, può derivare da un soprannome originato da un mestiere o dall'essere in qualche modo collegabile con i frati cappuccini, potrebbe anche essere originato dal toponimo Cappuccini (NA).
CAPPUGI Cappugi è tipicamente fiorentino, dovrebbe derivare da un soprannome originato da una forma dialettale alterata del termine cappuccio, probabilmente ad indicare l'abitudine del capostipite ad indossare sempre un particolare tipo di cappuccio.
CAPPUSSI
CAPUSSI
Capussi, quasi unico è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione di Cappussi che è tipico di Roma e del Sannio di Poggio Sannita e Civitanova del Sannio nell'iserniese, l'origine del cognome dovrebbe essere attribuibile ad una forma dialettale di un soprannome originato dal fatto di essere probabilmente il capostipite al comando di una squadra di pastori di capre o di pecore.
CAPPUZZELLO
CAPPUZZO
Assolutamente rarissimo, potrebbe essere padovano e trattarsi probabilmente di un errore di trascrizione del cognome Capuzzo, con un ceppo originario in Sicilia, nell'alto palermitano che potrebbe derivare da un soprannome originato da caratteristiche fisiche o comportamentali del capostipite, Cappuzzello è tipicamente siciliano, di Ragusa, con buone presenze nel ragusano, e dovrebbe derivare da una forma ipocoristica del precedente.
CAPRA Diffuso in tutta l'Italia settentrionale centro occidentale con ceppi isolati anche al centro ed al sud, deriva da un soprannome legato al vocabolo capra, o per caratteristiche del mestiere di pastore o altro.  Tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Milano nel 1400 con Baldassarre Capra cancelliere della curia arcivescovile.
CAPRANZANO Capranzano, quasi unico, dovrebbe essere siciliano, dell'ennese in particolare di Gagliano Castelferrato, dovrebbe derivare da una forma alterata dialettalmente del nome del paese di origine dei capostipiti, probabilmente Carpanzano nel cosentino, che dovrebbe derivare da una forma prediale latina dal nome latino Carpantius, probabilmente da un ager carpantianus o da un castrum carpantianum.
CAPRARA
CAPRARI
CAPRARO
Caprara ha un ceppo nel Lazio, uno in Emilia, nel bolognese e modenese, uno nel veronese e probabili ceppi non secondari in Liguria, Molise e Basilicata, Caprari sembra avere un ceppo nel sondriese, uno nel reggiano, uno nell'anconetano ed uno nel Lazio, Capraro ha un ceppo veneto nel bellunese, vicentino e trevigiano, uno nel Lazio e Campania settentrionale, uno nell'agrigentino ed uno nel Salento, dovrebbero derivare o da toponimi come Caprarola (VT), Caprarico (MT), Caprarica di Lecce (LE), Caprara d'Abruzzo (PE), Caprara (RE), o monte Capraro nel Molise e molti altri, oppure dal cognomen latino Caprarius portato ad esempio da Caius Caecilius Metellus Caprarius console nel 113, o anche da soprannomi legati al mestiere di custode di capre.
CAPRESI Capresi, abbastanza raro, sembra tipico del senese, di Monteriggioni, Poggibonsi e Colle Di Val D`Elsa, potrebbero derivare da etnici di toponimi come Capraia (FI), (AR), (LU) o (LI) o direttamente da toponimi come Caprese (AR).
CAPRETTA
CAPRETTI
CAPRETTINI
CAPRETTO
Capretta ha un ceppo nel trevisano, uno tra ascolano e teramano, uno nel romano ed uno nell'iserniese, Capretti è abbastanza diffuso in Italia, ha un ceppo nel bresciano, uno nel parmense, uno nel fiorentino, uno tra ascolano e teramano, uno nel romano e reatino ed uno nel napoletano, Caprettini, assolutamente rarissimo, è settentrionale, Capretto ha un ceppo nel ternano ed uno tra casertano e napoletano, dovrebbero derivare direttamente o tramite ipocoristici dal nome medioevale Caprettus, Capretta, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo nella seconda metà del 1400 a Bitonto in un atto: "Donacio pro Petro Nicolai Capretti filii quondam Thome de Luvicchiono".
CAPRI Capri, abbastanza diffuso, ha un piccolo ceppo a Gualdo Cattaneo nel perugino, un grosso ceppo a Roma, ed è ben presente a Valmontone, Zagarolo, Labico, Albano Laziale e San Cesareo, un ceppo a L'Aquila e Pescara, piccole presenze in Campania, un ceppo a Fasano nel brindisino ed a Bari, e piccoli ceppi a Messina e nel palermitano, l'origine può essere, nella stragrande maggioranza dei casi, da toponimi come Capri nel napoletano o Capri Leone nel messinese o altri simili, in alcuni casi da soprannomi dialettali riferiti forse al mestiere di pastore forse svolto dai capostipiti (vedi anche CAPRI')
CAPRI' Caprì è specifico di Messina, dovrebbe derivare dal nome arabo Qabri, ricordiamo con questo nome il poeta cieco medioevale della Spagna araba mussulmana Muqaddam al-Qabri, non si può comunque escludere una possibile derivazione dal nome del paese di Capri nel messinese, l'attuale Capri Leone.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Caprì è cognome messinese che deriva dal termine 'crapì' = verro, del dialetto grecanico della zona di Bova in Calabria. In greco moderno: kaprì. Fonte: G. Rohlfs, Dizionario storico dei cognomi nella Sicilia orientale, 1984, p. 62.
CAPRIA
CAPRIO
LA CAPRIA
Capria ha un ceppo calabrese tra vibonese e reggino con buone presenze anche nel messinese, Caprio è ben presente in tutta la fascia che comprende il viterbese, il romano, il latinense e frusinate, il casertano, il napoletano, l'avellinese ed il salernitano, il foggiano, il barese, il potentino ed il cosentino, La Capria sembrerebbe essere originario del foggiano, della zona di Apricena e Foggia, tutti questi cognomi dovrebbero derivare dal nome latino Caprius, Capria, citato ad esempio in un Sermone di Orazio: "...alias, iustum sit necne poema nunc illud tantum quaeram, meritone tibi sit suspectum genus hoc scribendi. Sulgius acer ambulat et Caprius rauci male cumque libellis, magnus uterque timor latronibus; at bene siquis et vivat puris manibus, contemnat utrumque. ut sis tu similis Caeli Birrique latronum...", anche se non si può del tutto ignorare l'ipotesi che in qualche caso possano derivare invece dal nome arabo Qabri.
CAPRIATI Capriati è specifico di Bari, potrebbe derivare dal toponimo Capriati a Volturno nel casertano.
CAPRIGLI
CAPRIGLIA
CAPRIGLIO
CAPRIGLIONE
CAPRIGLIONI
Capriglia parrebbe pugliese, di Ostuni nel brindisino e di Grottaglie nel tarentino, Caprigli è unico ed è pugliese, Capriglio, sembrerebbe unico e veneziano, Capriglione è un cognome tipicamente campano, di Castellammare di Stabia nel napoletano, di Mugnano del Cardinale, Sirignano e Santo Stefano del Sole nell'avellinese e di Salerno, Sant'Egidio del Monte Albino e Furore nel salernitano, Capriglioni, quasi unico, lo troviamo in settentrione, forse come esito di un'errata trascrizione del precedente, questi cognomi dovrebbero derivare, direttamente o tramite accrescitivi, dal nomen latino Caprilius, Caprilia, specifico della gens Caprilia, rappresentata ad esempio nel primo secolo dal commerciante di vino e di schiavi  Aulus Caprilius Timotheos, in alcuni casi possono derivare dal nome di paesi come Capriglia nel salernitano o Capriglia Irpina nell'avellinese.
CAPRILE
CAPRILI
CAPRILLI
Caprile ha un grosso ceppo a Genova, nel genovese, savonese, imperiese ed alessandrino, con un ceppo anche nel napoletano e nel salernitano, Caprili ha un ceppo toscano, in particolare nel lucchese e pisano ed uno nel forlivese, Caprilli ha un piccolo ceppo a Genova, uno in Toscana, in particolare sull'isola d'Elba ed a Roma, dovrebbero derivare dal nome di uno dei molti paesi chiamati Caprile, come ne esistono nel genovese, nel napoletano, nel lucchese, nel fiorentino e nel pesarese.
CAPRINI
CAPRINO
Caprini ha un ceppo lombardo, soprattutto nel milanese, bergamasco e bresciano e nel veronese, ed un ceppo nella fascia che comprende il pesarese, l'anconetano, il perugino, il ternano, il grossetano, il viterbese ed il romano, Caprino ha un ceppo nell'alessandrino e genovese, uno nel tarentino, uno nel cosentino e valentiano, ed uno nel messinese, questi cognomi possono in alcuni casi derivare da toponimi come Caprino Bergamasco o Caprino Veronese, ma nella maggioranza dei casi dovrebbero derivare dalla Gens Caprenia o dal nome personale latino medioevale Caprinus., di cui abbiamo un esempio in una Sententia consulum Mediolani dell'anno 1196: "Die mercurii, secundo die mensis octubris, in civitate Mediolani. Sententiam protulit Albertus qui dicitur de Marliano, consul Mediolani, et cum eo Guertius iudex qui dicitur de Ostiolo.. ..Interfuerunt Mediolanus de Villa, Lanfrancus Crivellus, Arialdus Grassellus, Ardigacius Gambarus, Sanzamale Cazule, Carnelevarius de Vicomercato, Ottobellus Cagapistus, Arnaldus de Canturio; de servitoribus Guidottus Mengiainpelle, Caprinus, Adelardus de Castello, Brochinus. Ego Baldicionus iudex qui dicor Stampa, consul, interfui ut supra et subscripsi ...".
CAPRIOLI
CAPRIOLO
Caprioli è presente a macchia di Leopardo in Piemonte e Veneto, è molto diffuso in Lombardia, nel Lazio, in Puglia e nel potentino, Capriolo ha un ceppo piemontese ed uno nell'avellinese, potrebbe derivare da toponimi come ad esempio Serracapriola nel foggiano, Caprioli nel salernitano, Gerre de' Caprioli nel cremonese, Capriolo nel bresciano o altri simili.
CAPRIONE
CAPRIONI
Caprione, praticamente unico è forse dovuto ad errori di trascrizione di Caprioni, che è specifico del teramano, di Giulianova e Mosciano Sant`Angelo, in particolare, e di Bellante, Roseto degli Abruzzi e Teramo, ha anche un piccolo ceppo nello spezzino che dovrebbe derivare dal nome del promontorio del Caprione, l'ultimo della costa ligure di levante, dovrebbero derivare da un accrescitivo del nome o soprannome Capra, probabilmente attribuito al capostipite perchè pastore appunto di capre.
CAPRIOTTI Capriotti ha un ceppo riminese, uno tra Piceno e teramano ed uno nel romano, dovrebbe derivare da un ipocoristico del nome o soprannome Capra, probabilmente perchè il capostipite di mestiere avesse a che fare con le capre.
CAPUA Capua è diffuso in Lazio ad Amaseno nel frusinate ed a Roma, in Campania ed in Calabria a Crosia ed Acquappesa nel cosentino, dovrebbe derivare dal nome della città di Capua nel casertano.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Capua è cognome meridionale dal toponimo Capua (CE) il cui nome pare risalire a un condottiero sannita, Capye, che la conquistò.
CAPUANA
CAPUANI
CAPUANO
Capuana, abbastanza raro è tipico della Sicilia e potrebbe derivare dal toponimo Capuano località di Gangi (PA), Capuani ha un ceppo nel Lazio ed uno nel teramano, Capuano è particolarmente diffuso inel basso Lazio, in Campania ed in Puglia, derivano dall'etnico capuano (originario della città di Capua).
CAPURSO Tipico pugliese, del barese soprattutto, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal mestiere di custode di capre o da caratteristiche del carattere del capostipite che potessero richiamare la testardaggine della capra.
CAPUTA
CAPUTANO
Caputa, estremamente raro, sembrerebbe specifico dell'ennese, Caputano, abbastanza raro, è specifico di Cava de' Tirreni nel salernitano, dovrebbero derivare dal termine medioevale Caputa (Capo, ma anche dalla testa grossa) e caputano (posto a capo, ma anche dalla testa grossa), di quest'uso abbiamo un esempio nel Codex diplomaticus Cavensis : "..In nomine Domini vicesimoprimo anno principatus domni nostri Gisulfi gloriosi principis, mense iunio, quintadecima indictione. Ante me Petrum iudicem Ursus filius quondam Iannacii Atrianensis, qui dictus est Curiale.. ..Et tota terra cum arboribus et insites de ipso loco Ayrole, ubi ad via dicitur, qualiter ego et ipsi germani mei eam comparavimus a Guidone et Iaquinto filio quondam (deest nomen) et a Petro qui dicitur Caputa, Et quanta res michi et ipsis germanis meis habere pertinet in loco Pasciano ...".
CAPUTI
CAPUTO
Caputi ha un nucleo nella zona di Molfetta (BA), uno a Roma, uno a Napoli ed uno in Basilicata, soprattutto a San Fele (PZ), Caputo è estremamente diffuso in tutto il sud Italia, derivano dal soprannome medioevale Caputus originato probabilmente o dall'avere il capostipite una testa grossa o dall'essere estremamente cocciuto.  Tracce di questo cognome si hanno ad esempio ad Aversa già dal 1302, data di un atto dove si legge: "...Nomina hominum, et Vassallorum dicti Casalis Cayvani sunt hec videlicet: ... Cajvanus Caputus, Cannameli Thomas Caputus,...".
CAPUZZELLI
CAPUZZELLO
Capuzzelli, quasi unico, dovrebbe essere salentino e molto probabilmente è dovuto ad un errore di registrazione di Capuzzello, che sembrerebbe specifico di Nardò nel leccese, e che dovrebbe derivare da un soprannome originato o dal fatto di avere il capostipite una testa più piccola del normale, o dal fatto di essere piccolo di corporatura e di gestire degli uomini forse per il lavoro dei campi.
CAPUZZO
CAPUZZONI
Concentrato al nord Capuzzo, probabilmente originario della provincia di Padova, Capuzzoni è invece lombardo originario della zona tra Pavia e Milano. Questi cognomi dovrebbero derivare da soprannomi legati o a caratteristiche fisiche o a località d'origine casa del puzzo, cioè luogo dove si svolgeva una lavorazione maleodorante come ad esempio la concia delle pelli.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Nel meridione capuzzo può indicare chi è capo di un nucleo familiare colonico, di una squadra di lavoratori agricoli, di mandriani e pastori. Nel napoletano, inoltre, può rappresentare il nome regionale del muggine, capòzzo o capuzzo, "cefalo". Nel Veneto potrebbe indicare il nome regionale del cavolo cappuccio, varietà di cavolo con le foglie avvolte strettamente in modo da assumere l'aspetto di una palla.
CARA Cara ha un grosso ceppo nel sud della Sardegna, in particolare a Cagliari, Selargius, Dolianova,Quartu Sant'Elena, Domus de Maria, Monserrato, Teulada, ecc. nel cagliaritano, e Carbonia, Narcao e Sant'Antioco nell Carboniense, e Pabillonis e Guspini nel Medio Campidano, un grosso ceppo nel romano a Roma, Tivoli ed Anticoli Corrado, un piccolo ceppo a Bari ed uno piccolissimo in Calabria nel cosentino e nel reggino, di origini etimologiche diverse, deriva in qualche caso dal nome latino Cara, in qualche altro dalla Gens Caria, in altri ancora dalla toponomastica.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
CARA: cara, tanto in Logudorese quanto in Campidanese significa, faccia, viso, espressione, e così anche in spagnolo e catalano. Niente a che fare quindi con l'aggettivo italiano cara = gentile, gradita, amata, dileta, etc. Cara bella e coru malu; cara mala e coru bellu (vedi nel Web Giuseppe Concas: Dicius, Detti e Proverbi del Campidano). De cara bella significa dall'espressione solare, ad indicare il bello aspetto ed anche la gentilezza. Carau e Garau sono due cognomi derivanti da cara, col significato di de cara bella, di bello aspetto. Cara attualmente è presente in 73/377 Comuni della Sardegna, con maggiore diffusione nella parte meridionale: Cagliari 181, Selargius 91, Dolianova 80, Quartu S. E. 64, Carbonia 53, etc. Lo ritroviamo negli antichi documenti della lingua sarda. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE del 1388, figurano: Cara Joanne, ville Selluri. ** Selluri - Sedduri - Seddori: odierno Sanluri. Et ego Capula Marcus .sindicus, actor et procurator ville Selluri.seu a Petro De Castay, locuntenente capitanei et Margiano Costa, locuntenente potestatis terre Selluri et omnibus habitatoribus dicte terre, congregatis. X die januarii 1388. - Cara Michele, jurato ville Mahara. * Mahara - Barbaraquesa .Arbarei -  Villamar. Contrate Marmille. Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, CSMB, XI°, XIII° secolo è presente: Cara Torbeni (128), teste in una donazione: morivit enea (nubile, probabilmente dal greco bizantino ανεγ, nel significato di non sposata)Limpida Trogu et posit (donò) s'ortu de  Miili Piccinu(* Milis Picinnu.distrutto (Contrate Partis de Milis)suo ad Sanctu Petru de Milis Piccinu, pro s'anima sua.(per la sua anima).
CARABELLESE
CARABELLESI
CARAPELLESE
CARAPELLESI
Carabetta è calabrese del reggino, di Siderno, Locri, Brancaleone e Roccella Ionica, Carabetti è quasi unico, dovrebbe trattarsi di forme cognominali originate dall'alterazione dialettale del termine francese Carabot (vedi CARABOT).
CARABELLI Carabellese ha un ceppo sull'isola di Procida nel napoletano ed uno a Molfetta, Bari e Bisceglie nel barese, Carabellesi, quasi unico, è dovuto ad errori di registrazione del precedente, Carapellese è specifico di Andria nel barese, Carapellesi, sembrerebbe unico, dovrebbe trattarsi di un'errata trascrizione del precedente, dovrebbero derivare da forme etniche riferite a capostipiti che provenissero dall'area del torrente Carapelle, corso d'acqua che ha dato il nome al paese foggiano di Carapelle, o al nome del paese aquilano di Carapelle Calvisio.
CARABETTA
CARABETTI
Carabetta è calabrese del reggino, di Siderno, Locri, Brancaleone e Roccella Ionica, Carabetti è quasi unico, dovrebbe trattarsi di forme cognominali originate dall'alterazione dialettale del termine francese Carabot (vedi CARABOT).
CARABA
CARABBA
CARABBI
CARABI
Caraba, quasi unico, è dell'Italia centrale, Carabi, altrettanto raro, è emiliano, Carabba è caratteristico di Lanciano e Chieti nel teatino, Carabbi, assolutamente rarissimo, è del bolognese, potrebbero derivare da soprannomi originati dal termine latino carabus (scarafaggio).
CARABOT
CARABOTT
Cognome assolutamente rarissimo in entrambe le forme è originario di Malta, probabilmente di La Valletta.
integrazioni fornite da Pasquale Carabot
Il nome Carabot probabilmente deriva dal nome dispregiativo dato a certi rivoluzionari Francesi., consultando  i registri della chiesa di Valletta Malta, si evince che un Carabot arrivò a Malta, probabilmente con la moglie, dalla Francia ed ebbe molti figli. Nel 1800 molti Carabot emigrarono in Libia. Ora ci sono parecchi Carabot un po dappertutto nel mondo. Ho trovato Carabot in nord e sud America, nelle Filippine, in Australia, a Malta ed in Inghilterra, oltre che in Italia.
(N.d.R.) I Carabot erano un gruppo di sanculotti creatosi a Caen in Normandia  all'epoca della Rivoluzione Francese. Provenivano dalla classe media militare, si costituirono in gruppo rivoluzionario armato nei primi giorni della rivoluzione approvvigionandosi di armi e munizioni sottraendole dalle casematte del castello di Caen, assunsero le funzioni di vera e propria Guardia Nazionale il cui motto era o la Legge o la morte. Il termine carabot, dispregiativo e denigratorio, venne attribuito loro dalla nobiltà, assimilandoli a degli sbandati, sottovalutando enormemente sia la situazione che le possibili conseguenze, che la storia francese ci ha poi raccontato.
CARACCIOLI
CARACCIOLO
CARACCIUOLO
Caraccioli è rarissimo ed è quasi sicuramente derivato da Caracciolo che è invece molto diffuso in tutto il sud, Caracciuolo, tipico di Salerno, è dovuto probabilmente ad una corruzione dialettale di Caracciolo, dovrebbero derivare da una variazione del cognomen latino Carus (vedi Caro); cognominizzazione molto antica, portata da importanti prelati, nobili e principi, ricordiamo nel XIV° secolo Jacopo Caracciolo morto a Roma nel 1357: "Jacobus Caracciolus, natione Italus, Patria Patricius Neapolitanus, Alumnus Congregationis Carbonariae", nel XV° secolo Roberto Caracciolo di Lecce (1425-1495) padre francescano autore di importanti testi e poi vescovo di Aquino: "...Nam cum Eccius et Caracciolus ex Urbe attulissent Bullam damnatricem Lutheri eamque insinuassent ille hi..." e Giovanni Caracciolo (1487-1550) Principe di Melfi, duca di Ascoli Satriano, marchese di Atella, conte di Forenza, duca di Venosa, conte di Avellino, signore di Molfetta, nel secolo successivo "Horatius Caracciolus Episcopus Venafranus", famosi poi saranno i Principi Caracciolo di Avellino, di Napoli e di Calabria.
CARACHINO Carachino è specifico di Galatina e Cutrofiano nel leccese, dovrebbe derivare dal nome medioevale latino di origini slave Carachinus, di cui abbiamo un esempio d'uso in questo scritto dell'anno 1254: "Nos Herricus Judex Curie Regie el Comes Symigiensis ad vniuersorum noticiam uolumus peruenire: quod cum Jacobus, Mica, Jarachinus, et Carachinus filij Bococh, Demetrium et fratres suos filios Salomonis ad nostram citassent presenciam, medietatem cuiusdam molendini in fluuio Zale decurrentis, racione porcionis Zeme ab eisdem requirentes, tandem mediantibus quibusdam probis viris ex nostro beneplacito et consensu, sicut ijdem personaliter constituti asseruerunt, pro bono pacis in talem composicionem deuenerunt; quod filij Bococh supradictam medietatem eiusdem molendini filijs Salomonis prenominatis relinquerunt in pace in perpetuum, et nunquam requirendam possidere, sicut et in primis possidebant cum terrarum medietate ad eundem molendinum pertinencium. Vt igitur processu temporis factum presentis composicionis et pacis per calumpniam uel alicuius litem in questionis materiam reuocari non possit, sed robur obtineat firmitatis, ex uoluntate parcium predictis filijs Salomonis litteras nostras concessimus sigilli nostri munimine roboratas. Datum anno gracie M CC quinquagesimo quarto. ..".
CARACOI Assolutamente rarissimo, decisamente tipico dell'alto Veneto dovrebbe derivare da un nome di località come Caracoi Cimai o Caracoi Agoin nel bellunese.
CARACRISTI Tipico trentino, deriva dal nome medioevale beneaugurale Caracristo originato dall'augurio che fosse il neonato caro a Cristo.
CARADONNA Ha un ceppo importante a Bari, uno a Roma ed uno nel trapanese tra Salemi, Marsala ed Alcamo, potrebbe derivare da nomi di località come Ceradonna frazione di Rossano Calabro (CS).  Tracce di questa cognominizzazione si trovano in Sicilia nel 1200 con Nicola di Caradonna feudatario del territorio di Ramacca (CT) e nel 1700 ad Amiseno (FR) con l'abate Domenico Caradonna.
CARAFA
CARAFFA
Carafa ha tre ceppi uno abruzzese in provincia di Chieti e due pugliesi in provincia di Foggia e Lecce, Caraffa è distribuito in tutta Italia e sembrerebbe essere originario della Sicilia un ceppo e della Basilicata un altro, dovrebbero derivare da toponimi quali Caraffa (RC) - (CZ).
CARAFOLI
CARAFOLLI
CARAFULLI
CAROFOLI
CARRAFELLI
CARRAFIELLO
CEROFOLI
CEROFOLINI
Carafoli è tipicamente modenese, Carafolli, quasi unico, è anch'esso emiliano, Carafulli è quasi scomparso, Carofoli è unico, Carrafelli è tipicamente laziale, con un ceppo a Roma e nel frusinate a Campoli Appennino e Pescosolido, Carrafiello è tipicamente campano, dell'area che comprende il salernitano, a Montecorvino Rovella, Eboli e Battipaglia, e Serino nell'avellinese, Cerofoli, quasi unico è dell'aretino, Cerofolini, decisamente toscano, è soprattutto dell'aretino, di Arezzo, Subbiano, Bibbiena, Capolona e Castel Focognano e di Firenze, doivrebbero tutti derivare, direttamente o tramite alterazioni dialettali ed ipocoristiche, da modificazioni del nome medioevale Carulfus o Garulfus una latinizzazione del nome longobardo Gairulf o Garolf, di quest'uso abbiamo un esempio in questo atto di donazione risalente circa ll'anno 1000: "In nomine summe et individue Trinitatis. Ego Gauslabertus, in articulo mortis positus, reminiscens et vehementer expavescens enormitatem meorum peccaminum, dono Deo et sanctis ejus apostolis Petro et Paulo, ad locum Cluniacum, coloniam quam michi dedit socer meus Garulfus, simul cum filia sua Eufenia, quam michi copulavit in conjugio. ...".
CARAGLIO Caraglio è tipicamente piemontese, del cuneese, di Cuneo, Alba, Dogliani, Beinette e Robilante, dovrebbe derivare dal nome del paese di Caraglio, nelle vicinanze di Cuneo a occidente.
CARAGNANO Caragnano è tipicamente pugliese, di mottola nel tarentino in particolare, potrebbe derivare dal nome del locus Caranianus posto in quel di Paterno nel potentino, menzionato nel Chronicon Vulturnense di Iohannes Monachus, probabile luogo d'origine dei capostipiti.
CARAI
CARAU
CARRAU
Carai è tipico del nord della Sardegna, di Torpè e Nuoro nel nuorese, Carau, sicuramente sardo è assolutamente rarissimo, Carrau, molto molto raro è tipico di Zerfaliu nell'oristanese, sono tre cognomi derivanti da cara (vedi CARA), col significato di de cara bella (di bello aspetto), attributo probabilmente riferibile ai capostipiti grazie alla loro prestanza fisica e non solo al loro volto.
integrazioni fornite da Nazzarena Carrau
il cognome Carrau è presente solo attualmente nel Comune di Zerfaliu. Le mie ricerche risalgono fino ai primi anni del 1600 e si concentrano principalmente nel Comune di Siamanna. Il trasferimento del capostipite dei Carrau zerfaliesi è avvenuto nell'anno 1826, da lui ha avuto origine l'attuale famiglia. Dei Carrau rimasti a Siamanna si sono perse le tracce.
CARAMAGNA
CARAMANIA
CARAMANNA
Caramagna è decisamente siciliano, originario del siracusano in particolare, ma presenta anche un ceppo piemontese, completamente separato da quello siciliano, questo ceppo  dovrebbe derivare dal nome di paesi come Caramagna di Imperia, Caramagna di Morsasco nell'alessandrino o Caramagna Piemonte nel cuneese, Caramania sembrerebbe meridionale ed è ormai scomparso, Caramanna ha un ceppo siciliano nel nisseno a San Cataldo e Delia, a Palermo, a Canicattì nell'agrigentino e ad Agira nell'ennese, con un ceppo anche a Roma e Napoli, dovrebbero tutti derivare dal nome della Caramania, la regione anatolica posta di fronte all'isola di Cipro, probabile luogo originario dei capostipiti, o luogo dove gli stessi avevano forse partecipato alle Crociate.
CARAMANI
CARAMANICA
CARAMANICO
Caramani è assolutamente rarissimo, Caramanica ha un ceppo a Formia ed a Minturno nel latinense ed a Roma e Valmontone nel romano, ed uno nel casertano a Mondragone, Caramanico sembrerebbe specifico del teatino, di Guardiagrele, Miglianico, Chieti e San Giovanni Teatino, dovrebbero essere tutti diverse forme dell'etnico di Caramania, regione anatolica prospiciente Cipro, potrebbe risalire almeno al 1566, epoca dell'invasione dei turchi in terra d'Abruzzo, quando 120 navi saracene aggredirono il litorale abruzzese, è pure possibile anche se meno probabile una derivazione dal termine longobardo karaman (arimanno o uomo libero), in alcuni casi potrebbe trattarsi di una derivazione dal toponimo Caramanico Terme nel pescarese. Dell'uso dell'etnico di Caramania abbiamo un esempio nella seconda metà del 1400 negli scritti di Caterino Zeno ambasciatore della Serenissima, nei suoi Commentarii del viaggio in Persia e delle guerre persiane di messer Caterino Zeno il Cavalliere leggiamo:"...Veduto Samper moversi di luogo i Caramani e caricar Amarbei, anch'egli, serrato il suo squadrone, si mosse e urtò per fianco Sinan, ruppe i Caramani e in un attimo fu adosso l'esercito del signore, e rotta e malmenata la cavalleria tagliò a pezzi le prime ordinanze de' gianizzari e mise in confusione tutte quelle brave fanterie...".
CARAMASCHI Cognome mantovano, dovrebbe derivare da un soprannome legato ad un nome di località.
integrazioni fornite da Alfredo Calendi
Da studi da me compiuti sfociati nella pubblicazione "la dinastia dei Caramaschi", 2007), risulta che il primo Caramaschi a portare questo cognome fu Giulio (nato nel 1620 a Pieve di Guastalla), figlio di Battistino Cremaschi. Il cambio di cognome avvenne per il passaggio da Guastalla a Luzzara di detto Giulio, forse per una sorta di italianizzazione di Cremaschi-Cremasco, fenomeno che si ripeté puntualmente quando altri Cremaschi si spostarono verso Luzzara ed il mantovano, area in cui poi i Caramaschi si diffusero moltissimo a cavallo dell'Ottocento e del Novecento. Cremasco e Cremaschi era poi il cognome di un ramo della famiglia "da Crema-Crema" presente a Guastalla (RE) già nel 1400 e a Mantova nel 1100.
CARAMATI
CARIMATI
Caramati, quasi unico, è del cremonese, Carimati, diffuso nelle provincie di Milano, Lecco e Sondrio, dovrebbero derivare da un soprannome legato al toponimo Carimate nel comasco, probabile luogo d'origine dei capostipiti.
CARAMATTI Caramatti ha presenze nel cremonese e nel parmense appenninico, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale con il significato di serra fascine, probabilmente attribuito ad un legnaiuolo.
CARAMELLI
CARAMELLO
Caramelli è un cognome tipico del pistoiese, Caramello è specifico del cuneese.
CARAMIA
CARAMMIA
Caramia ha un grosso ceppo pugliese tra barese, brindisino e tarentino, in particolare a Martina Franca, Taranto, Grottaglie e Massafra nel tarentino, ed a Fasano, Mesagne e Cisternino nel brindicino, ed un ceppo siciliano a Palermo ed a San Cataldo nel nisseno, Carammia, quasi unico, è siciliano, potrebbero derivare da nomi, soprannomi originati dal termine meridionale dialettale car'a'mmia (a me caro), potrebbero anche derivare da forme dialettali contratte usate per indicare una provenienza dalla Caramania (regione turca abbandonata dalle forze crociate).
CARAMIELLO Tipico napoletano.
CARAMMA Ha un ceppo nella zona di Acireale (CT) ed uno nella zona di Floridia (SR), dovrebbe derivare da un soprannome originato dal vocabolo greco karagma (marchiatura a caldo, incisione, sigillo) forse ad indicare una particolare condizione del capostipite.
CARANA
CARANNA
Carana, quasi unico, ha presenze nello spezzino, e nell'Italia meridionale, Caranna, assolutamente rarissimo, sembrerebbe avere qualche presenza nel riminese e nel messinese, dovrebbero derivare da un soprannome originato dal termine italiano arcaico caranna, una sorta di resina oleosa, balsamica, il cui nome deriva dallo spagnolo caraña, forse riferita a capostipiti che ne facessero uso, magari come guaritori erboristi.
CARANANTE
CARANNANTE
Caranante, quasi unico, è del napoletano, Carannante è originario della provincia di Napoli e Caserta, potrebbero essere originati da un soprannome legato ad un toponimo Carano (nel casertano, ma, molto più probabilmente dovrebbero derivare da un soprannome originato dal termine italiano arcaico caranna, una sorta di resina oleosa, balsamica, il cui nome deriva dallo spagnolo caraña, probabilmente riferita a capostipiti che ne facessero uso nella loro probabile professione di erboristi guaritori.
CARANCI Caranci è specifico di Longano, Isernia, Macchia d'Isernia e Venafro nell'iserniese, dovrebbero derivare dal nome medioevale Carancius, di origine normanna, dovrebbe essere la latinizzazione del nome Carrancy.
CARANCINI Carancini sembrerebbe marchigiano, dell'area tra maceratese ed anconetano, di Macerata, Montecassiano e Recanati nel maceratese, e di Filottrano, Osimo ed Ancona nell'anconetano, potrebbe derivare da un'ipocoristico del termine celta karuos (cervo), ma molto più probabilmente deriva dal nome tardo latino di origine cantabrica Carancinus (forse giunto tramite un veterano delle legioni ispaniche di Pompeo).
CARANDINA Carandina, molto raro, è tipico del rovigoto e ferrarese, di Lendinara nel rovigoto e di Bondeno e Ferrara nel ferrarese, dovrebbe derivare dal nome del Borgo Carandina, una frazione di Voghiera nel ferrarese, probabile luogo d'origine dei capostipiti.
CARANI Rarissimo, deriva da nomi di località come ad esempio San Martino Carano, località che dista un chilometro da Modena,  è tipico del modenese, troviamo traccia di questo cognome a Bergamo nel 1600 con il giudice delle vettovaglie Giovanni Battista Carani.
CARANO Molto raro, sembra avere più ceppi nel Molise, nel foggiano e nel casertano, quest'ultimo potrebbe derivare dal toponimo Carano (CE), tutti gli altri dovrebbero derivare dal nome greco latino Caranus, ricordiamo un Caranus figlio di Cleopatra, sorella di Alessandro il macedone e di Filippo Attalo: "...Circa quod tempus Caranus, vir generis regii, sextus decimus ab Hercule, profectus Argis regnum Macedoniae occupavit...", da cui dovrebbe derivare la Gens latino campana Carania. Tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Gambatesa (CB) nel 1700 con il tavernaro Giovanni Carano.
integrazioni fornite da Marco Carano (Brasile)
il cognome CARANO si trova anche nel nord Italia e dovrebbe derivare dal toponimo Carano in Val di Fiemme nel Trentino, il comune è uno dei più antichi della Valle nel suo territorio sono state rinvenute monete dell'epoca imperiale romana, ma anche reperti risalenti all'età del ferro (aghi). Nel 1570, sulla zona si abbattè una terribile carestia la fame del 1570 che costrinse molte famiglie a lasciare Carano verso altre regioni quali la Toscana, l'Abruzzo ed il Molise in cerca di migliori condizioni di vita.
CARAPELLA
CARAPELLE
CARAPELLO
Carapella è tipicamente campano, di Benevento e Foglianise nel beneventano e di Maddaloni nel casertano, Carapelle è tipico di Lucera nel foggiano, Carapello, molto raro, è tipico di MOntazzoli nel teatino, dovrebbero derivare dal nome del paese foggiano di Carapelle, o dal nome del paese aquilano di Carapelle Calvisio, i cui toponimi dovrebbero derivare dal nome del torrente Carapelle a sua volta originato dal termine prelatino carapo (gorgo).
CARAPELLI Tipico del senese, potrebbe derivare da toponimi come Carapelle (FG) o da Carapello nome di un fiume molisano.
integrazioni fornite da Giacomo Ganza / Villa di Tirano (SO)
Questo cognome potrebbe derivare da un toponimo abruzzese Carapelle Calvisio (AQ). Leggendo i nomi dei Carapelli emigrati a New York in effetti non si trova nessun Carapelli toscano, ma sono Abruzzesi o Laziali (di Frosinone). Qualche Carapelli esiste ancora in Abruzzo, ma è una rarità, mentre i Carapelli del Frosinate sembrerebbero scomparsi.
CARAPEZZA Carapezza ha un ceppo nell'agrigentino ad Agrigento e Palma di Montechiaro, uno a Palermo e Petralia Sottana (PA), uno nel catanese a Caltagirone e Mirabella Imbaccari ed uno a Caltanissetta.
CARASSAI Specifico delle Marche meridionali, del maceratese e del Piceno, potrebbe derivare da un nome gratulatorio medioevale Caro-assai, ma è pure possibile una derivazione dal toponimo Carassai nell'ascolano.
integrazioni fornite da Mario Carassai
il cognome sembra derivare dalla zona tra le province di Macerata e la costituenda di Fermo. Nei pressi di Fermo si trova anche il comune di Carassai. Una storia narra che nel medioevo una nobile fermana perse un figlio in battaglia e per un periodo ai nuovi nati venne messo il nome di caro assai moltocaro; ho riscontrato in più atti e conoscenze che nel XVII sec. molti Carassai fossero mugnai e coincidenza vuole che oggi il comune di Carassai ha lo stemma azzurro con tre monti e rispettive spighe di grano.
CARASSITI Carassiti è un cognome tipicamente emiliano, del ferrarese in particolare di Cento e di Ferrara, dovrebbe trattarsi di una forma etnica arcaica, di stampo bizantino, riferita agli abitanti del paese di Carassai nell'ascolano, probabile luogo d'origine del capostipite.
CARATELLI
CARATELLO
Caratelli è caratteristico di Roma e provincia, di Sgurgola nel frusinatye e di Cori nel latinense, Caratello è unico, potrebbe derivare da soprannomi legati al vocabolo caratello (piccolo vaso di legno adatto al trasporto di vini o liquori pregiati), forse ad indicare la buona qualità del capostipite, di quest'uso abbiamo un esempio nella seconda metà del 1600 a Pula (TS): "...Messer Zuanne da Curzola mariner del Patron Francesco detto Caratello...", ma è pure possibile che si tratti di un ipocoristico di soprannomi derivati dal vocabolo caratto (vedi CARATTI).
CARATOZZOLA
CARATOZZOLO
Caratozzola, che sembrerebbe unico, è probabilmente il frutto di un'errata trascrizione del cognome Caratozzolo, che è specifico del reggino, di Bagnara Calabra in particolare, di Gioia Tauro, Scilla, Palmi e San Ferdinando, con un ceppo anche a Messina, e che dovrebbe derivare da un soprannome grecanico originato da una forma ipocoristica del termine κάρατό  karatò (testa capo), forse a sottolineare una particolarità della testa dei capostipiti.
CARATTI
CARATTO
Caratti sembra avere oltre ad un ceppo importante nell'alessandrino, anche uno nel milanese, nel bresciano ed in Valtellina, Caratto più raro è specifico del torinese e dell'alessandrino, potrebbe derivare da un soprannome originato dal vocabolo arcaico caratto (quota, divisione).  Tracce di questa cognominizzazione la troviamo ad esempio a Bergamo dove nel 1564 è Console dei Mercanti un certo Cristoforo Carattus o Caratti.
integrazioni fornite da Giacomo Ganza / Villa di Tirano (SO)
questo cognome regionale è diffuso nel Bresciano, nel Comasco e nel Milanese, ma anche in provincia di Sondrio a Lòvero dove il primo il primo "De Carate" compare nel XIII° secolo. Ovviamente solo dopo qualche secolo il nome diventerà quello di oggi. I Caratti di Lovero hanno la loro lontana origine a Carate Urio (Co). Da Lovero si sono diffusi in Valtellina, nel Bresciano e in altre parti della regione. Peraltro ancora oggi nel piccolo paese valtellinese si contano 11 soprannomi attribuiti ai Caratti.
CARAVAGGI
CARAVAGGIO
Caravaggi è tipico di Brescia e di Offanengo (CR) con un ceppo, probabilmente secondario a Formello (RM), Caravaggio oltre ad un piccolo nucleo a Capriano Del Colle nel bresciano ha un grosso ceppo nel chietino a Rocca San Giovanni, Fossacesia, Lanciano e San Vito Chietino ed a Pescara, dovrebbero derivare dal toponimo Caravaggio (BG).
CARAVATI Specifico del varesotto, di Varese in particolare, deriva dal toponimo Caravate (VA) la cui origine è dal latino carabus  mucchio di pietrame.  Tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Milano nella prima metà del 1400 con un certo Giovanni de Caravato che sposa la nobile patrizia milanese Antonia Cotta dei Consignori di Cella.
CARAVELLA
CARAVELLI
CARAVELLO
GARAVELLI
GARAVELLO
Caravella ha un ceppo a Roma ed uno a Sora (FR), a Piedimonte Matese (CE) ed a Napoli, a Foggia ed a Giovinazzo (BA) ed a Palermo, Caravelli ha un ceppo a Tricarico (MT), uno a Roggiano Gravina (CS) ed uno a Palmi (RC), è presente anche in Abruzzo, Caravello sembrerebbe tipicamente siciliano di Palermo con un ceppo significativo anche a Milazzo (ME), ha un ceppo anche tra Mirano e Noale nel veneziano, dove è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione di Garavello che presenta un nucleo nel Veneto tra Solesino ed Este nel padovano e tra San Martino di Venezze e Rovigo nel rovigoto, ha inoltre un piccolo ceppo probabilmente secondario tra alessandrino e genovese, Garavelli ha un ceppo nel bergamasco tra Cologno Al Serio, Romano Di Lombardia ed Urgnano ed uno a Cremona e nel cremonese, ha anche un ceppo romagnolo a Savignano sul Rubicone e Cesena ed uno piemontese tra Alessandria e Valenza.
integrazioni fornite da Prof. Pietro Luigi Garavelli - estratto da
I  CARAVELLO Storia di una antica Famiglia italiana - in collaborazione con Prof. Caravello di Padova
II cognome Caravello si ritrova anche nelle varianti Caravelli , Garavello e Garavelli . Nel Medio Evo il casato è rintracciabile prevalentemente nel veneziano, nell'alessandrino, nel giovinazzese ed in Sicilia.  I Caravello sono localizzati in Veneto, Lombardia e soprattutto in Sicilia, i Caravelli sono distribuiti più omogeneamente sul territorio nazionale. i Garavello risiedono tutti in Veneto, Lombardia e Piemonte mentre i Garavelli si trovano fra Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna,  L'etimo è molto incerto. Se di origine veneta il cognome Caravello avrebbe avuto nelle varianti Garavello e Garavelli la sonorizzazione della velare iniziale fenomeno ( K -> G ) presente ma raro, potrebbe risalire al latino tardo carabum (granchio poi piccolo battello) con riferimento all'ambiente lacustre od all'attività svolta oppure alla colla caravella, tipica della carpenteria navale, e quindi legata alla professione di calafatore  addetto alla lavorazione alla caravella delle barche, che poi si sposterà in Portogallo nel XII secolo.   Se non veneto, Garavello, potrebbe derivare dalla radice gar o ger ossia gairu (lancia). Il significato sarebbe in tal caso, approssimativamente, armato di lancia. Poiché i nomi di origine germanica derivati da gairu non sono facilmente distinguibili da quelli derivati dalla radice garva (preparato), all'origine di Garavello vi potrebbe essere anche quest'ultima radice. In tal caso il significato del cognome sarebbe pronto alla guerra. In Piemonte il cognome potrebbe richiamare la base preromana caravos (pietra) da cui la nota garavela (calcinaccio) con allusione ad un aspetto geomorfologico del territorio.  In Puglia il casato deriverebbe dalla famiglia francese Garau stabilitasi nel XIII° secolo a Giovinazzo al seguito degli angioini, un suo ramo collaterale assunse il cognome Vernice nel quale si può riconoscere il nome, storpiato, della Serenissima Venezia.
CARAVENGHI Caravenghi, quasi unico, ha qualche sparuta presenza in Friuli ed in Sicilia, dovrebbe derivare dal nome medioevale con il significato di gradita, riferito ad una capostipite probabilmente molto desiderata.
CARAVOGLIA Caravoglia, praticamente unico, sembrerebbe di origini piemontesi, a Torino nella seconda metà del 1600 troviamo il pittore Bartolommeo Caravoglia allievo del Guercino, questo cognome potrebbe essere l'italianizzazione del cognome francese Carayol di origine toponomastica occitana.
CARAZZATO Carazzato è decisamente veneto, abbastanza raro ha un ceppo nel padovano a Merlara e Castelbaldo ed a Legnago nel veronese, dovrebbe essere di origini vicentine e derivare dalla forma etnica in -ato, stante ad indicare provenienza, riferita al paese di Carazza, una frazione di Campiglia dei Berici nel vicentino.
CARBI
CARBO
CARBONE
CARBONELLA
CARBONELLI
CARBONELLO
CARBONETTA
CARBONETTI
CARBONETTO
CARBONI
CARBONINI
Carbi, assolutamente rarissimo, sembrerebbe specifico del nord Italia, Carbo, altrettanto raro, è però siciliano, Carbone è diffuso in tutta Italia soprattutto al sud, Carbonella ha un ceppo pugliese, ad Ischitella e San Nicandro Garganico nel foggiano ed a Brindisi, ed uno a Pietrapertosa nel potentino, Carbonelli ha un ceppo a Roma, uno in Abruzzo, ad Atessa e Scerni nel teatino e ad Avezzano nell'aquilano, uno a Napoli ed a Caiazzo nel casertano, ed uno nel foggiano a Monte Sant'Angelo, Peschici e Vico del Gargano, Carbonello, estremamente raro, è siciliano, Carbonetta è specifico di Perano nel teatino, Carbonetti è tipico della fascia centrale che comprende le Marche il Lazio, Roma in particolare, ed il teatino, Carbonetto, molto raro, ha un ceppo a San Remo nell'imperiese ed uno a San Fratello ed Acquedolci nel messinese, Carboni è diffuso in tutto il centro nord e nella Sardegna, Carbonini sembrerebbe bresciano, ma con un ceppo forse in provincia di Pavia. Tutti questi cognomi dovrebbero essere derivati, direttamente o tramite varie forme ipocoristiche, dal nome medioevale Carbo o Carbone, derivato dal cognomen latino Carbo, Carbonis, dell'uso del quale nome abbiamo un esempio nell'Archivio Capitolare di Parma nell'anno 1069: "Dum in Dei nomine Civitatis Parme ad Domini Episcopio Parmensi in solario qui est justa turre majore scilicet a meridie parte ubi nunc domnus Cadalus presul & presens atque Apostolicus Electus Sancte Parraensis Ecclesie una cum Ingezo Vicecomite in judicio residebat ad singulas deliberandas intenciones residentibus cum eis Mainfredus Angelbertus Ubaldus Rotechildus Albertus Aichardus judices sacri palacii Wido Richardus Ubertus Notarii sacri Palacii Wido filius quondam Gerardi & Rotechildus Vicedominus Arialdo Fante vassi jam dicti domni presuli Mainfredus quondam Addoni Oddo Elbelinus germanis filiis quondam Fredulfi judicis Anselmus burganus Ubertus & Ildebertus germanis filii quondam Gualberti Bernardus qui & Teuzo Armirius & Carbone Mainfredus Albertus Azo germanis filiis quondam Mazoli Albertus filius quondam Johannis Judici Gerardus filius quondam Rustci de Castro Aichardi & Rustico qui vocatur Cariolo Gerardus Mainfredus germanis filiis quondam Alberti qui dicitur de Viasiolo Prando Delora Azo Baldoni Albertus filius quondam Teberti Petrus & Gerardus germanis filii quondam Johanni Vitalis Petrus Mancapesa ...", potrebbero però anche derivare da soprannomi collegati con l'attività di estrattore o venditore di carbone o provengono da uno dei molti toponimi legati al vocabolo carbone, quali Carbone (PZ) Carbonara (BA) - (NA) ecc..
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
CARBONE; CARBONI; CARBONELLI: il carbone in logudorese = su carbone; in campidanese = su carboni, su craboni  (con metatesi). Su crabôi in fonetica. Dal latino carbonis = carbone, sia spento o acceso; se spento qui in Campidano lo chiamiamo, carboni mortu = carbone morto. Il cognome è presente in Sardegna sin dai tempi antichi. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE del 1388,  figurano; Carbone Francisco, ville Leunelli (* Neonelli - partis Varicati - Barigadu); ); Carbone Georgio, jurato ville Gurrutta (* Gurrutta.odierno Borutta(Meylogu). Contrate de Ardar et Meylogu); Carbone Guantino, ville Cerchillo (* Cerchillo... attuale Berchidda. Curatorie de Costa de Valls); Carbone Nicolao, jurato ville Floxio ( * Floxio.odierna Flussio. Contrate Castri Montis de Verro) ; Carbone Paulo, jurato ville Oniferi; Carbone Petro, jurato ville Cerchillo; Carbone Petro, jurato ville Guilciochor (* Guilciochor.villaggio distrutto, conosciuto col nome di Borticoco: diocesi di Ottana . Curatorie de Anella); Carbonelli Nicolaus, juratus Castri Callari. (Cagliari); Carboni Anthonio, ville Turalba (* Turalba.odierno Torralba(Meylogu - Contrate de Ardar et Meylogu); Carboni Augustino, jurato ville Modolo ( * Modolo...Modulo. Contrate Castri Serravallis); Carboni Margiani, jurato ville de Ulusufe (* Ulusufe.distrutto Usulife[Spano](Contrate Montis Acuti); Carboni Mariane - de Bosa; Carboni Petro - ville de Pac¢ada (* Pac¢ada.Pattàda - Contrate Montis Acuti); Carboni Saturnius, ville Sasseri; Carboni-Ghiglotto Mariano - de Castri Januensis. ** Castri Januensis Civitas (Castel Genovese - Castel Sardo, Omnibus habitantibus .in ville de Coginas ... die undecima januarii .in posse De Valle Anthoni filii); Carbonis Bartolomeus, ville Algueri (** Ville Algueri.odierno Alghero. Camella Bernardus, Bos Franciscus, Ferret Anthonius sindici, actores et procuratores.et nos, superius nominati: Serra (de) Thomas, major camere; Pancie Comita, sub cancellarius; Caso Anthonio procuratores.et singulos homines civitatum Sasseri et Ville Ecclesiarum ac loci Telluri et locorum Mole de Posata et Iscle de Galtelì ac Contrate de Baronia .et ego De Vieri Jacobus praedictus tutor et curator datus et etiam adsignatus nobili Mariano filio (di Eleonora e Brancaleone Doria). Fideiussores Donnum De Villa Gonnarium et Donnum Musca Bartholomeum, cives Aristanni. Presentibus: Marinella Torbino, Polvirella Anthonio, Sirgo Barçòlo, civibus Aristanni. In die vigesima mensis Januarii, anno millesimo CCCLXXXVIII (1388). Seguono nomi di funzionari di tutta la Sardegna: Arenosio(de) Petri, ville Algueri; Masala Galeago, ville Bosa; Culto (de) Lemuxio, ville Terranova(Olbia); Ferrali Augustino, Marmilla; Casilis Petrus, Castri Javensis; Galluresu Mariano, Castri Montis; Montis (de) Laurencio, Parte Montibus; Sabiu Francisco, Parte de Valença; De Sii Jacobo, Mandrolisay; Lacono (de) Basilon, Parte Virigadis (Barigadu); Sotgiu (de) Thoma, Campitani Majore; Porcu Guantino, Parte Milis; Sori(de) Francisco, Parte Guilcier; Agus (de) Joanne, Montis de Verro; Senalo (de) Barisono, Planarie de Bosa; Seche Gonnario, Montis Leonis e Caputis Abbas; Masala Joanne, Serra de Vallis; Coghu Petro, Macumeri et Margini; Aletti Anthonio, Alçana; Vare (de) Nicolao, Claramonte et Anglona; Sunna Elia, Mejloco. Segue l'atto notarile.quod fuit actum die loco et anno predictis.testibus ad haec vocatis: Tholono (de) Giordano, Tardino (de) Poncio et Coloma Francisco Joannis militibus; Colle (de) Petro, jurisperito; Tomich Francisco, Rigonfi Jacobo, Sagrestani Bernardo, Monge Petro, Celis Betto ( ville Ecclesiarum de Sigerro et Bassagoda Berengarius( Castri Calleri).Jonquerio Bernardo, Serranei Anthonium et De Vineolis Petrum, notai (Castri Calleri). Actum in villa Algueri; Baringe Damianum canonicum Arestanni et Virgili Nicolaum (Arestanni). Die sexta febroarii (1388); Carbonis Guillermus, ville Algueri ; Carbonis Vincentius, ville Algueri. Nel Condaghe di San Nicola di Trullas, CSNT, XI°, XIII° secolo, troviamo Carbone Dorgotori (57, 109): al 57 è teste in un acquisto (comporaili) di una vigna, del prezzo di 4 soldi (IIII sollos = il soldo aureo sardo), in cambio di un bue, una pezza di lana del valore di un soldo, un maiale, 5 moggi di grano(V moios de triticu, II capros iscoriatos (scuoiati) e una capra de bita (capra giovane); al 109 è donatore di una terra (positinke) in Colletariu (regione che si trova tra Trullas e Semestene). Nel testo del Fara - De Rebus Sardois IV - troviamo Carbonellus Franciscus (156/ 13) e Carboni Bernardus (46/ 12): Eodem etiam anno (1421) Ludovicus de Pontonibus vendidit.Francisco Carbonello oppidum Senis; anno 1303 Bernardus Carboni  episcopus  Gisarchensis (di Bisarcio - oggi diocesi di Ozieri). Nella storia ricordiamo, Enrico Carboni Boy: cagliaritano (1851 - 1925), avvocato, politico; deputato per 5 legislature. Dal 1914 fu proprietario dell'Unione Sarda. Nel 1914 fu Sottosegretario di Stato per la Marina Mercantile. Durante questo suo incarico fece istituire e inaugurò la Linea Marittima Cagliari Civitavecchia. Attualmente il cognome Carboni è presente in 959 Comuni Italiani, di cui 172 in Sardegna: Sassari 685, Cagliari 336, Alghero 296, Assemini 234, etc. Carbone è presente in 1541 Comuni italiani, di cui 23 in Sardegna: Irgoli 11, Ottana 6, Nuoro 6, etc.
CARBOGNO Carbogno è specifico di Comelico Superiore nel bellunese, dovrebbe derivare da un'alterazione dialettale del nome medioevale Carbonus a sua volta alterato del cognomen latino Carbo, Carbonis (vedi CARBI), dell'uso di questo nome abbiamo un esempio d'uso in una Cartula venditionis del 1183 a Pavia: "Anno dominice incarnationis millesimo centesimo octuagesimo tercio, die iovis tercio mensis novembris, indictione prima. In urbe Papia. Carbonus de Palacio, qui professus est lege vivere Longobardorum, vendidit ac tradidit Ugoni advocato sedimen unum sui iuris vel libellarium sine ficto aliquo dando in loco Sancti Genexii; coheret ei: ab una parte suprascripti Ugonis, ab alia via, a tercia Cadrona, a quarta illorum de Cellanova; eo modo ut ipse Ugo suique heredes et cui dederint habeant et teneant suprascriptum sedimen cum area sua simul cum accessionibus et ingressibus et universis suis pertinentiis ...", mentre l'uso della forma alterata è riscontrabile in uno scritto del 1177: "In nomine domini nostri Iesu Christi. Anno a nativitate eiusdem millesimo centesimo LXXVII., die dominico, qui est XI dies exeunte mense augusto, indictione IX., in presentia bonorum hominum quorum nomina hec sunt: Araldus de Monticello, dominus Carbognus de Pado, Oto eius filius, Odolricus de Garzapane, Enricus Theotonicus ...".
CARBONARA
CARBONARI
CARBONARO
CARBONERA
CARBONERI
CARBONERO
Carbonara ha un ceppo romano, uno campano a Nusco nell'avellinese ed a Napoli, ed uno pugliese, in particolare nel barese a Triggiano, Bari, Bitonto, Trani, Monopoli, Bitetto, Capurso, Giovinazzo, Molfetta e Rutigliano, ed a Fasano nel brindisino, Carbonari ha un ceppo nel bergamasco ed uno nel basso trentino, un ceppo nel forlivese, ma il nucleo è nell'area che comprende le Marche, L'Umbria, il viterbese ed il romano, Carbonaro, decisamente meridionale, ha un ceppo tra napoletano e salernitano, uno tra foggiano e barese, uno nel cosentino e reggino ed uno in Sicilia, soprattutto nella zona orientale dell'isola, il messinese, catanese, siracusano e ragusano, Carbonera, abbastanza raro, è tipico della zona che comprende il trevisano, il veneziano, il pordenonese soprattutto e l'udinese, Carboneri, rarissimo, parrebbe dell'area ligure, piemontese, Carbonero, abbastanza raro, è tipico del torinese, tutti questi cognomi dovrebbero derivare dal mestiere di carbonaio svolto dal capostipite, ma è pure possibile, ed in molti casi addirittura probabile, una derivazione toponomastica da nomi di località come Carbonara (BA), (CE), (PD), (RM), (PV), (NA), (MN) e (AL) o Carbonare (TN), Carbonaro (CS), Carbonera (TV), (BI) o Carboneri (AT) e così molti altri.
CARBOTTA
CARBOTTI
Carbotta, abbastanza raro, ha qualche ceppo in Puglia, a Bari, nel brindisino e nel foggiano, Carbotti, decisamente più diffuso, è tipicamente pugliese del tarantino, di Martina Franca soprattutto, di Taranto, Crispiano, Mottola, Massafra, Pulsano e Grottaglie, di San Pancrazio Salentino nel brindisino e di Locorotondo nel barese, dovrebbero essere originari della Francia e derivare da alterazioni dialettali del termine gergale francese carabot, con questo vocabolo si indicava un gruppo di sanculotti creatosi a Caen in Normandia  all'epoca della Rivoluzione Francese. Provenivano dalla classe media militare, si costituirono in gruppo rivoluzionario armato nei primi giorni della rivoluzione approvvigionandosi di armi e munizioni sottraendole dalle casematte del castello di Caen, assunsero le funzioni di vera e propria Guardia Nazionale il cui motto era o la Legge o la morte. Il termine carabot, dispregiativo e denigratorio, venne attribuito loro dalla nobiltà, assimilandoli a degli sbandati, sottovalutando enormemente sia la situazione che le possibili conseguenze, che la storia francese ci ha poi raccontato.
CARCANGIU Carcangiu è tipico della Sardegna centromeridionale, di Cagliari, Sadali, Villanova Tulo, Quartu Sant'Elena ed Isili nel cagliaritano, di Serramanna e Sanluri nel Medio Campidano, e di Villa Verde, Genoni e Nureci nell'oristanese, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine sardo campidanese carcangiu (calcagno, tallone).
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
CARCANGIU: calcàndzu, carcàngiu, craccàngiu, significa calcagno e viene dal latino calcaneum. È soprattutto a Villacidro (Medio Campidano) che chiamano carcàngiu il calcagno, mentre comunemente in Campidano lo chiamiamo carròni. Ma pure per noi accraccangiài significa dare di calcagno, calpestare con vigore. Quando si pigiava l'uva alla maniera tradizionale si diceva al pigiatore, appena entrato nel tino: "Accraccàngia puru"! " Dai pure di calcagno"! In questo caso, sinonimo di accraccangiài è accacigài: > da carcigare > derivato probabilmente dal latino calcicare. In alcune parti della Sardegna l'Agropyrum repens = la caprinella o dente canino è chiamato su carcangiu longu, che chiamiamo inoltre su cannajoni, erba infestante, nemica degli ortolani. Attualmente il cognome Carcangiu è presente in 90 Comuni italiani, di cui 44 in Sardegna: Cagliari 81, Serramanna 40, Sadali 37, etc. Non l'abbiamo trovato nelle carte antiche da noi consultate.
CARCANO Tipico della zona che comprende le province di Milano, Como e Varese, deriva dal toponimo Carcano (CO) che nel 1928. è stato accorpato in Albavilla, assieme al paese di Villa. I Carcano sono una famiglia di nobiltà antichissima, già nel 899 troviamo Andrea da Carcano Arcivescovo di Milano, nella seconda metà del 900 viene nominato Bonizo Carcano, dall'imperatore Ottone I°, a guidare la città di Milano, nel 978 diventa Arcivescovo di Milano Landolfo da Carcano, e così via nei secoli, i Carcano hanno legato il loro nome alla storia di Milano.
CARCHEN Carchen, molto molto raro, è tipico del comasco e del bergamasco, potrebbe derivare da Carchen espressione dialettale per identificare il paese di Carcano nel comasco, abbastanza improbabile una derivazione da una forma dialettale del cognomen latino Carconius.
CARCIOFALI
CARCIOFALO
CARCIOFOLI
CARCIOFOLO
Tutti assolutamente rarissimi, quasi scomparsi, Carciofali e Carciofoli sembrerebbero rimasti solo nel Lazio, Carciofalo e Carciofolo quasi unci sembrerebbero siciliani,
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
Carciofalo è un cognome rarissimo, originario della Sicilia centrale, con ogni probabilità della città di Enna. Dal punto di vista etimologico dovrebbe trattarsi di una variante di Carciofolo, anche questo cognome siciliano molto raro, presente solo a Caltanissetta e a Palermo, ma originario della Sicilia centrale. Carciofalo e Carciofolo derivano dalla cognominizzazione di un soprannome canzonatorio dato al capostipite in riferimento alla sua presunta stupidità; nelle provincie meridionali l'espressione essere un carciofo, in dialetto appunto carcioffolo o carciuoffolo, è utilizzata ancora ai giorni nostri in senso offensivo e canzonatorio.
CARCIONE
CARCIONI
Carcione ha un ceppo a Roma ed a Piedimonte San Germano e ad Aquino nel frusinate, ma il grosso si trova in Sicilia, a Palermo e Bagheria nel palermitano ed a Galati Mamertino, Capri Leone, Longi, Castell'Umberto, Messina, San Salvatore di Fitalia, Capo d'Orlando, Tortorici, MIrto e Sant'Agata di Militello nel messinese, Carcioni, praticamente unico, dovrebbe essere dovuto ad un errore di trascrizione del precedente, dovrebbe trattarsi o di un'alterazione dialettale del cognomen latino Carconius, o dell'italianizzazione del cognome greco Karconis o Karcounis.
CARCONE
CARCONI
Tipicamente laziali, Carcone è specifico del frusinate, di Cervaro, di Roma e di Minturno nel latinense, Carconi è più specificatamente romano con ceppi anche in provincia di Latina ad Aprilia e Sezze, dovrebbero derivare dal cognomen latino Carconius.
CARCURO Carcuro è specifico del potentino, di Genzano di Lucania e Banzi, dovrebbe derivare dal nome biblico Carcur, citato nell'Esdra, dove i suoi figli vengono indicati come Netinei o portieri, i Netinei costituiscono una classe religiosa israelitica al servizio dei Leviti, che Giuseppe Flavio indicò come gli schiavi del tempio.
CARDACCI
CARDACCIO
Cardacci è quasi unico, Cardaccio è specifico di Civitavecchia, dovrebbe trattarsi di una forma aferetica ipocoristica peggiorativa del nome Riccardo, nome probabilmente portato dal capostipite, dell'uso di questa forma nominale abbiamo un esempio verso la metà del 1200 con Cardaccio Malespini, un letterato e storico toscano.
CARDACI Cardaci è tipicamente siciliano, di Regalbuto ed Enna nell'ennese, di Catania e Raddusa nel catanese, di Palermo, di Sinagra nel messinese e di Niscemi nel nisseno, dovrebbe derivare da un soprannome grecanico riferito a chi utilizzasse di mestiere il cardo, pianta con la quale si cardava la lana, cioè la si rendeva libera da grosse impurità e nodi, ciò farebbe ipotizzare che i capostipiti lavorassero appunto la lana di professione.
CARDAMONE
CARDAMONI
Cardamone ha un nucleo principale in Calabria tra Catanzaro e Cosenza con un ceppo anche nel salernitano, cardamoni, è quasi unico, dovrebbero derivare da soprannomi originati dal nome di una pianta aromatica. Troviamo tracce di questa cognominizzazione a Rogliano (CS) nel 1600 quando la famiglia Cardamone è menzionata fra le nobili, a Parenti (CS) nel 1700 il capitano civico è Giuseppe Cardamone.
integrazioni fornite da Fabio Paolucci - Salerno
Il cognome Cardamone è la cognominizzazione del termine italiano antico cardamone, derivato dal latino cardamomum, a sua volta originato dal greco kardamomon, composto dai vocaboli kardamon e amomon, con i rispettivi significati di crescione e amomo. Il cardamone, nel lessico attuale cardamomo, è quindi una grande pianta erbacea perenne, a fiori giallastri avvolti in spate, che cresce spontanea sulla costa del Malabar e che viene coltivata soprattutto per i suoi frutti, i cui semi da secoli sono industrialmente impiegati per vari usi. Con ogni probabilità, il termine cardamone fu attribuito al capostipite come soprannome, in relazione al tipo di attività svolta, ed in seguito cognominizzato. Infatti, l'uso dei semi del cardamone, bruni esternamente e bianchi all'interno, farinacei e di odore aromatico, era riservato nei secoli scorsi ad un ristretto numero di attività: l'olio denso ottenuto da tali semi, contenente per lo più amido, zucchero, acqua e cellulosa, veniva largamente usato in liquoreria e pasticceria per l'odore quasi canforaceo e per il sapore rinfrescante. Un maggiore uso di tale sostanza massicciamente importata anche in Italia, però, veniva fatto in medicina come eupeptico carminativo sotto forma di tintura. Di conseguenza, coloro i quali avevano quasi quotidianamente a che fare con il cardamone erano i medici ed i farmacisti, ossia i cosiddetti speziali, che il più delle volte trasmettevano la propria preziosa e redditizia attività da padre in figlio: è dunque possibile che il cognome Cardamone si sia originato in epoca medievale in primo luogo dalla redditizia attività dello speziale, o, con minore probabilità, dai mestieri artigianali di pasticciere o di produttore di liquori. Oltre alla derivazione dalle citate attività, si potrebbe ipotizzare anche una possibilissima origine per i ceppi campani e calabresi dal termine dialettale cardamone, con il significato di neonato di ghiro, quindi dormiglione. Ancora oggi, infatti, in Campania si usa l'espressione sei proprio un cardamone oppure sei proprio un cardalimone per apostrofare in senso canzonatorio una persona che si distrae troppo facilmente o un classico bonaccione.  Tra i personaggi illustri con questo cognome va segnalato Mons. Andrea Cardamone, arcivescovo di Rossano tra la fine del XVIII e gli inizi del XIX secolo.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Cardamone è un cognome calabrese e siciliano che, secondo il Rohlfs, viene dal termine dialettale 'cardamune' = neonato di ghiro'. Rohlfs 66.
CARDAMURO Cardamuro, molto raro, è specifico del napoletano, di Bacoli e di Monte di Procida sulla penisola di Capo Miseno, dovrebbe derivare da un soprannome grecanico attribuito al capostipite, con il significato di verduraio, basato sul termine greco antico κάρδαμον kardamon (insalata, verdura).
CARDANI
CARDANO
Cardani è tipico dell'area milanese e comasca, Cardano è tipico del varesotto, con un ceppo anche nel barese, i ceppi lombardi dovrebbero derivare dal toponimo Cardano al Campo (VA) o da Cardana sempre nel varesotto, il ceppo pugliese dovrebbe invece derivare dal nome medioevale Cardanus di cui abbiamo un esempio in un atto del 1389 dove si legge tra l'altro: "...Cardanus filius quondam Tomaxii consul vicinorum ...", tracce importanti di queste cognominizzazioni le troviamo nel 1500 con il matematico, medico e astrologo Girolamo Cardano (Pavia, 24 settembre 1501 - Roma, 21 settembre 1576).
CARDARELLA
CARDARELLI
CARDARELLO
Cardarella, assolutamente rarissimo, ha un piccolo ceppo a San Salvo (CH), Cardarelli è specifico della fascia che comprende le Marche meridionali, l'Umbria, il Lazio, l'aquilano, l'iserniese ed il napoletano, Cardarello è tipico di Sezze (LT), dovrebbero derivare da modificazioni vezzeggiative dell'aferesi del nome Riccardo, poco probabile una derivazione da un soprannome originato dal vocabolo cardo (tipo di pianta erbosa), tra i personaggi nella seconda metà del 1700 troviamo il conte Alessandro Cardarelli di Roma, nel secolo successivo il Generale Cardarelli delle truppe borboniche che depose le armi a favore di Garibaldi, nel 1832 nasce a Civitanova del Sannio il famoso medico molisano Antonio Cardarelli cui verrà intitolato l'omonimo nosocomio napoletano di rilevanza nazionale.
CARDEA
CARDIA
Cardea ha un nucleo a Grottaglie (TA) ed uno nella zona dello stretto di Messina, Cardia ha un nucleo principale nella Sardegna meridionale ed uno nel messinese, dovrebbero derivare da soprannomi connessi con il vocabolo greco kardia (cuore), in alcuni casi possono derivare da toponimi greci omonimi come la Città di Kardia in Tracia, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo nella Locride fin dal 1600.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
CARDIA: cardìa, in linguaggio fonetico cardîa = cardìna > caldina dal latino caldus, cardiggiài o scardiggiai o cardinai o cadrinai > scaldare. Cadrinai o cardinai anche nel significato di dare una sussa, riempire di botte! Cardina è inoltre un ferro rovente. Il cognome lo ritroviamo tra i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE del 1388: Cardia Barsòlo, ville Selluri (Seddòri, Sanluri, attuale capoluogo di Provincia del Medio Campidano). Non dimentichiamo però che la famiglia Cardìa di Tortolì, di origine iberica, divenne potente nel 1664, allorché Filippo III° di Spagna, concesse a Marcantonio Cardìa (di Tortolì), il cavalierato e la nobiltà. Nella storia contemporanea ricordiamo Umberto Cardìa, giornalista, scrittore e politico, di Arbatax (1921.): presidente della Regione Sarda, deputato al Parlamento Italiano e deputato al Parlamento Europeo. Attualmente il cognome Cardìa è presente in 227 Comuni italiani, di cui 71 in Sardegna: Cagliari 268, Sinnai 155, Quartu S. E. 97, Capoterra 77, etc.
CARDELLA
CARDELLI
CARDELLO
CARDILLI
CARDILLO
CARDULLI
CARDULLO
Cardella è molto diffuso in Sicilia, soprattutto nella parte occidentale dell'isola, e del palermitano in particolare, con ceppi anche a Roma e nel latinense, nel casertano, napoletano e salernitano, Cardelli è tipico della fascia che comprende Romagna, Toscana, Marche, Abruzzo e Lazio,  Cardello, molto raro, è tipico siciliano, di Caltagirone (CT) e Catania e di Vittoria (RG), Cardilli ha ceppi a Roma, in Abruzzo a Massa d`Albe (AQ) ed a Spinazzola (BA), Cardillo è molto diffuso al centrosud, Lazio, Campania e Sicilia soprattutto, Cardulli è praticamente unico, Cardullo ha un ceppo a Castellabate nel salernitano ed un nucleo importante a Messina, Palermo e Catania, dovrebbero tutti derivare da modificazioni, anche dialettali a volte, di forme ipocoristiche dell'aferesi del nome Riccardo, Accardo o simili, di quest'uso abbiamo un esempio in uno scritto del 1363 a Napoli: "...coram Cardillo Brancacio de Neapoli dicto Imbriaco et Masello Brancacio, dicto Imbriaco, eius filío.ex quondam nobili muliere domina Vera Baraballa de Gayeta...", in alcuni casi potrebbe derivare da soprannomi originati dal vocabolo tardolatino cardellus (cardellino, tipo di uccello canoro).<
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Cardillo è un cognome meridionale. Secondo G. Rohlfs 63 viene dalla voce dialettale siciliana 'cardiddu',  'cardillu' = cardellino./font>
CARDELLICCHIO Cardellicchio ha un ceppo nell'area tra avellinese, foggiano e potentino, a Lacedonia e Calabritto nell'avellinese in particolare, ed uno a Taranto e Massafra nel tarentino, dovrebbe derivare da una forma ipocoristica doppia del nome Viscardo o Riccardo probabilmente portato dal capostipite, ma è pure possibile che derivi da un imprecisato soprannome dialettale.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Cardellicchio è cognome lucano che significa 'cardellino'. Fonte: G. Rohlfs. Dizionario storico dei cognomi in Lucania, 1985.
CARDI
CARDO
Cardi è diffuso a macchia di leopardo nel centronord, in particolare nel ferrarese, bolognese, fiorentino e nel romano e latinense, Cardo ha un ceppo campano, a Circello nel beneventano ed a Napoli e San Giuseppe Vesuviano nel napoletano, ed un ceppo pugliese nel barese a Barletta e Monopoli, entrambi dovrebbero derivare da forme aferetiche del nome di origine germanica Riccardo.
CARDIN
CARDINI
CARDINO
Cardin è tipico del padovano, Cardini sembrerebbe toscano, con un ceppo anche nel maceratese, Cardino, assolutamente rarissimo, parrebbe dell'area campano-laziale, derivano tutti dall'aferesi del diminutivo del nome Riccardo. Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo nell'Archivio di Stato di Cremona dove si trovano gli atti del notaio Francesco Cardini datati dal 1451 al 1487 e del notaio Giacomo Cardini datati dal 1480 al 1509 e nel XVI° secolo Mons. Luca Cardino è Vescovo di Latina dal 1582 al 1594.
CARDINALE
CARDINALI
Cognome comune in tutto il sud Cardinale, mentre sembra originario del centro Italia Cardinali (Marche, Umbria, Lazio), possono aver avuto origine da soprannomi  derivati da toponimi come Cardinale (CZ) o da caratteristiche comportamentali. 
CARDONA Cardona, molto raro, è specifico del reggino, della zona dello stretto, sembrerebbe di nobili origini, probabilmente spagnole, nella prima metà del 1300 Raimondo di Cardona duce dell'esercito angioino è alleato dei Torriani contro i Visconti, aghli inizi del 1400 Alfonso de Cardona è viceré di Calabria e Pietro Cardona maestro giustiziere del Regno d'Aragona, diviene conte di Collesano (PA), il cognome dovrebbe derivare in qualche modo dal cardo (vegetale) visto che nello stemma compaiono appunto tre fiori di cardo.
CARDONE
CARDONI
Cardone è tipico della zona che comprende Lazio, Abruzzo, Campania, Molise , Puglia e Potentino, Cardoni è proprio della fascia centrale di Marche, Umbria e Lazio, derivano tutti dall'aferesi dell'accrescitivo del nome Riccardo. Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Narni nel 1600 in un atto del 1652: "...Coram illustrissimo et admodum reverendissimo vicario generali Narnie processus remissorialis pro dominis de Gregorio et Camillo de Cardonibus nominibus contra reverendissimum dominum abbatem Deodatum...". (vedi anche CARDONIO)
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Cardone oltre che da Riccardo, il cognome può derivare anche dalla voce italiana 'cardo', latino 'carduus'.
CARDONIO Cardonio, ormai praticamente scomparso in Italia, sembrerebbe essere stato originario dell'ennese, di Calascibetta in particolare, dovrebbe derivare dal nome medioevale Cardonius di cui abbiamo un esempio d'uso nella vita di Leone Decimo: ".. Ad haec mala Sacramorus quoque vicecomes, qui Mediolani obsidendae arci erat praepositus, perfidiosa levitate cum ala equitum ad Gallos transfugerat, regressusque Mediolanum omni militari praesidio nudatum, pervicerat apud cives, ut in Gallorum verba iuraretur. Livianus quoque adducto Venetorum exercitu, Cremonae partim metu partim egregia popularium voluntate fuerat receptus. Et Cardonius atque Piscarius, in quibus summa spes sustinendi belli collocari debuerat, certiores de induciis facti, nihil se vel in hanc vel in illam partem ab stativis ad Trebiam castris commovebant. ..".
CARDU Cardu, abbastanza raro, è tipico del cagliaritano, di San Nicolò Gerrei, Cagliari e Selargius, con un ceppo anche ad Illorai nel sassarese.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
CARDU: cardo, dal latino cardus (vedi Ardu).  È presente tra i firmatari della Pace di Eleonora *LPDE del 1388, rappresentante della villa (bidda) di Bitti (Contrate Montis Acuti): Cardu Margiani, jurato ville de Biti. Il cognome Cardu è presente in 27 Comuni italiani di cui 12 in Sardegna: Illorai 27, S. N. Gerrei 18, Cagliari 17, Selargius 12, etc. Cardo non è propriamente sardo, ed è presente in 85 Comuni italiani di cui 3 in Sardegna: Selargius 3, Oristano 3, Quartu S. E. 3 ( il cognome Cardo in Sardegna potrebbe essere una variante semplicemente anagrafica di Cardu).
CARDUCCI Cognome tipico della fascia centrale che comprende Marche, Umbria, Lazio ed Abruzzo, con ceppi anche nella Toscana tirrenica, deriva dall'aferesi del vezzeggiativo del nome Riccardo.
integrazioni fornite da Andrea Ferreri
Ha probabilmente alla base il nome Riccardo. Il cognome è diffuso nel Lazio a Roma e provincia (Albano Laziale e Tolfa), nel frusinate (Ceprano e Arce) e nel rietino (Borgorose), nelle Marche a Macerata e provincia (Civitanova Marche, San Ginesio, San Severino Marche e Loro Piceno), in Toscana nel livornese (Piombino, Cecina e Campiglia Marittima) e nel lucchese (Querceta di Seravezza e Forte dei Marmi), in Puglia a Foggia e provincia (Cerignola) e nel barese (Gravina in Puglia), in Abruzzo a L'Aquila e provincia (Tornimparte e Pratola Peligna) e in Umbria a Terni e provincia (Sangemini) e nel perugino (Foligno). Il poeta, scrittore e letterato Giosuè Carducci nasce a Valdicastello di Pietrasanta (Lucca) il 27 luglio 1835 e trascorre la sua infanzia a Bolgheri di Castagneto (LI). Scriverà in una famosa lettera:"Quel tratto della Maremma che va da Cecina (LI) a San Vincenzo (LI) è il cerchio della mia fanciullezza e della mia prima adolescenza".  La produzione poetica è molto vasta: con le "Rime Nuove" raggiunge la fama nazionale. Tra le composizioni in prosa si ricordano "Confessioni e battaglie" e "Per la morte di Giuseppe Garibaldi". Nel 1859 sposa Elvira Menicucci, dalla quale avrà tre figlie ed un figlio (Dante, che morirà a tre anni e al quale dedicherà i drammatici versi di "Pianto Antico"). Nel 1906 viene insignito del premio Nobel per la letteratura. Muore nella sua casa di Bologna nel 1907. Giosuè Carducci era figlio di Michele Carducci, medico, e di Ildeganda Celli. La famiglia paterna era originaria di Querceta di Seravezza (Lucca). I nonni paterni si chiamavano Francesco Giuseppe Carducci e Lucia Galleni.
CAREDDA
CAREDDU
Caredda è tipico del sud della Sardegna, mentre Careddu è molto diffuso in tutta l'isola, anche se con grande prevalenza nella parte centro settentrionale.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Caredda e Careddu sono cognomi sardi che sono rispettivamente il diminutivo femminile e maschile dei cognomi Cara o Caru = cara e caro. M. Pittau, Dizionario dei Cognomi di Sardegna, 1, p. 176.
CAREGNATO Caregnato è decisamente veneto, del vicentino, padovano e veneziano, di Enego, Bassano del Grappa e Vicenza nel vicentino, di Curtarolo e Padova nel padovano e di Noale nel veneziano, dovrebbe trattarsi di una forma etnica dove il suffisso -ato indica provenienza, riferendosi alla località trentina di Caregna.
CARELLA
CARELLI
CARELLO
Carella, estremamente diffuso in Puglia, ma con ceppi anche nel palermitano, a Napoli ed a Roma, Carelli è un cognome del sud sembra ci siano due ceppi uno in provincia di Cosenza e l'altro in provincia di Bari, Carello. abbastanza raro, ha un ceppo nel catanzarese ed uno nel torinese, dovrebbero aver avuto origine dal nome medioevale Carella, Carellus (carino). Tra i personaggi di rilievo citiamo il pittore Domenico Carella (1721-1813).
CAREMOLI Cognome tipico milanese, può essere stato originato da un soprannome derivato da una località di provenienza, quale Carema (TO) o più probabilmente casa dei remoli (remolass = radici mangerecce)-
CARENA Carena ha un ceppo lombardo ed uno piemontese, il ceppo lombardo dovrebbe derivare dal toponimo Carena nella Regione Valle Morobbia in Svizzera. sul fronte svizzero del Lario, nobile casato estintosi con il conte Carlo Francesco Carena la cui famiglia esercitava dal 1711 la Signoria su due paesi dell'Alta Brianza, Annone e Merone, nei pressi di Lecco, il cognome comunque non si estinse in quell'occasione perchè l'imperatore Carlo VI di Asburgo consentì all'unica figlia del conte Rosa Carena sposata con un Aliprandi di trasferire al primo erede maschio sia il cognome che il titolo ed il feudo.
CARENINI Carenini è specifico del lecchese, di Calolziocorte, Torre de' Busi, Carenno e Monte Marenzo, con presenze significative anche a Milano e in provincia di Bergamo a Caprino Bergamasco, Cisano Bergamasco e Ponteranica, si dovrebbe trattare di una forma etnica del paese di Carenno nel lecchese, indicando probabilmente che la famiglia era originaria proprio di quel paese.
CARENZI
CARENZIO
CARENZO
Carenzi, il più diffuso, è un cognome lombardo originario della zona compresa fra le provincie di Lodi, Cremona e Milano, molto diffuso a Milano e San Colombano al Lambro nel milanese, Carenzio, sempre lombardo, è caratteristico di Milano e Pavia, Carenzo ha un ceppo nel vercellese a Vercelli e Stroppiana ed a Gavi nell'alessandrino, con un ceppo anche a Genova, potrebbero derivare dal nome Carentius, nome di origine gallica, portato ad esempio dal Re dei Bretoni nel 590, ma potrebbero anche essere stati originati da un soprannome derivato da una località di provenienza, casa dei Lorenzi.
CARERA Carera è decisamente lombardo, in particolare di Ghedi e Brescia nel bresciano, di Milano, Bergamo e Crema nel cremonese, potrebbe derivare da nomi di località, come quella citata in un Breve investiture dell'agosto del 1134 a Nuvolento nel bresciano: "...Secunda pecia aratorea est a Campilgardo: a mane Albertus, a meridie Inverardo, a sero Iohannes, a muntis Vitalis. Tercia pecia ibi prope: a mane Vitalis, a meridie Martino, a sero Iohannes, a muntis Inverardo. Quarta pecia est in Carera: a mane via, a meridie Vitalis, a sero Vuido, a muntis Atto, sibique allie sunt coerentes; et acceperunt pro investituram solidos decem et octo...", ma, in alcuni casi potrebbe anche derivare da un soprannome dialettale originato dal mestiere di magister carrarius (carrettiere) svolto probabilmente dal capostipite, ipotesi che trova conforto in una registrazione notarile del 1435: ".. item similiter apparet quod pro quadam alia petia terre posita ad Rochetam, que ad presens detinetur per heredes condam Johannis de la Bellonia et pro quadam alia petia terre que destinebatur per magister Simeonem Bojonum et a presens destinetur per Franciscum dictum Carera. Et similiter pro quadam alia petia terre que est ibi prope terram suprascripti magistri Simeonis soluta fuerunt quartesia presbiteris Seravallis multis denique considerationibus habitis quas brevitatis causa ommissimus...".  Troviamo tracce di questa cognominizzazione a Cassago Brianza nel lecchese in un atto del 1571, dove, tra le parti acquirenti di un bene immobile, figura anche un certo Angelo Carera.
CARERE
CARERI
Cognomi che sembrerebbero originari di Reggio Calabria e dovrebbero derivare dal toponimo Careri (RC).
integrazioni fornite da Andrea (Milano)
potrebbe in parte avere alla base il toponimo reggino Careri, è diffuso in Calabria 38%, Valle d'Aosta 20%, Lazio 14%, Piemonte 11%, etc. Il cognome reggino Carere risulta essere presente nell'Italia nord-occidentale con il 37% delle occorrenze.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
CARERE, CARERI è cognome calabrese che origina dal calabrese hareri, siciliano careri = tessitore, entrambi dall'arabo harrar = tessitore di seta. Cfr. G. Rohlfs, Dizionario dei cognomi in Calabria, p. 66.
CARESANI Caresani è un cognome tipico di Favè e Bleggio inferiore nel trentino, dovrebbe derivare dall'etnico di Cares, frazione di Bleggio Inferiore, probabile luogo d'origine della famiglia.
CARESTA Decisamente raro, dovrebbe essere originario della zona tra Abruzzo e Lazio, potrebbe derivare da un nome di località come Colle Caresto (PU), o anche da un soprannome legato al termine dialettale caresta (carestia).
CARESTIATO Carestiato è tipicamente veneto, di Venezia e di Treviso, dovrebbe trattarsi di una forma patronimica tipicamente veneta, dove il suffisso di appartenenza -ato sta per il figlio di, riferito ad un capostipite il cui padre si fosse chiamato Carisius (vedi CARISI)
CARETTA
CARETTI
CARETTO
CARRETTA
CARRETTI
CARRETTO
Caretta, abbastanza raro, sembra avere più ceppi, nel Lazio e nell'aquilano, nel vicentino e nel tarentino, Caretti oltre al nucleo a Verbania e dintorni, dovrebbe avere un ceppo nel modenese, uno nel beneventano ed uno a Roma, Caretto, molto raro, è tipico del Salento, Carretta è molto diffuso nel parmense ed in Veneto, con un ceppo anche nel mantovano, ha un ceppo nel napoletano, nel potentino, nel foggiano e nel barese, Carretti è tipicamente emiliano, soprattutto dell'area reggiano, modenese, con ceppi anche nel bolognese e fiorentino, Carretto èp specifico del savonese e del Piemonte occidentale, dovrebbero derivare da ipocoristici del cognomen latino Carus, del quale abbiamo un esempio con il famoso poeta latino Titus Lucretius Carus (99 a.C. - 55 a.C.), ma in alcuni casi potrebbero anche derivare da soprannomi attribuiti ai capostipiti perchè di mestiere facevano i trasportatori a mezzo di carri.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Caretti muove dal personale medievale Carittus, dal latino carus «caro, gradito», presente anche in carte modenesi dal 1176. Fonte: F. Violi, Cognomi a Modena e nel Modenese.
CAREZZANO Carezzano è tipico di Cassano Spinola e Novi Ligure nell'alessandrino, dovrebbe derivare dal nome del paese alessandrino di Carezzano a circa quattro chilometri da Cassano Spinola, paese il cui toponimo dovrebbe derivare dal termine ligure antichissimo car san, con il significato di sito posto in alto.
CARFAGNA
CARFAGNI
CARFAGNINI
CARFAGNINO
CARFAGNO
Carfagna sembra avere un nucleo importante nel Lazio, e ceppi nel Piceno, in Abruzzo, nel Molise, nel napoletano e nel foggiano, Carfagni è assolutamente rarissimo, Carfagnini è caratteristico dell'area molisano abruzzese, di Scanno e Sulmona nell'aquilano e di Montorio nei Frentani nel campobassano, con un ceppo anche a Roma, Carfagnino, quasi unico, parrebbe laziale, Carfagno sembra essere tipico di Montella nell'avellinese, potrebbero derivare, direttamente o tramite ipocoristici, dal nome latino Carfanius, di cui abbiamo un esempio in una lapide dell'anno 345: "Veneri Aug(ustae) sacr(um) / T(itus) Carfanius T(iti filius) Pol(lia tribu) Barbarus / Ti(berius) Claudius Spuri (filius) Papir(ia tribu) Timonianus / promagistri soc(iorum) IIII p(ublicorum) Afric(ae) dedic(averunt) / Venustus vilicus aediculam ab solo de suo ref(ecit)", o anche da nomi di località come Carfagna nel Molise, ma è pure possibile che derivino in alcuni casi da soprannomi legati al vocabolo dialettale abruzzese carfagna indicante una tipica lana nera delle montagne tra Puglia ed Abruzzo.  Troviamo tracce di questa cognominizzazione nella seconda metà del 1200 con Petrus Carfagnus o de Carfagno feudatario angioino in Irpinia, e con i Carfagna feudatari di Poggio Sannita (IS) nel XVI° secolo e nel 1515 con un Salvitto Carfagna che acquista da Bartolomeo Carafa il Castello de' Pizzi di Palena (CH).
CARFI
CARFÌ
Carfi è assolutamente rarissimo, potrebbe essere di origine calabrese e derivare dal toponimo Carfidi, che ha dato origine all'attuale Carfizzi (KR), Carfì è invece specifico del ragusano.-
integrazioni fornite da cav. prof. G.ppe Carfì di Serra Rovetto Boscopiano
Carfì è cognome normanno dall'inglese carf = scultore in legno, vedi Geoffrey Chaucer, nato tra il 1340 e il 1345, il Dante Alighieri inglese, I Racconti di Canterbury, gruppo A, verso 100; in inglese moderno carv.  Altri studiosi farebbero derivare il cognome Carfì dal greco chiodo (Kάρφιόν) = Carfì, per assonanza delle due parole in Magna Grecia; più che altro per il fatto che ivi viveva un ramo dei Carfì (don Guillelmus).  Tale stirpe proveniente prima del 1145 (atti di vendita di terreni a Scordia di Catania, citati dal Garufi in Documenti Inediti dell'Epoca Normanna, Palermo 1899) dalla Normandia, stanziatasi nella Contea di Modica (al 90% l'attuale provincia di Ragusa) a Chiaramonte Gulfi, ove fiorì con un Magnifico Nicolò, che con la sua famiglia fu tra i primi abitanti di questa cittadina, si estinse in questa località nel sec. XV. I fasti di questa illustre Famiglia, i cui componenti ebbero sempre il trattamento di Magnifico erano ricordati in una lapide sepolcrale (attualmente esistente sotto all'attuale pavimento di marmo che ha ricoperto tutto all'inizio del 1800) eretta nella Chiesa Madre nel 1572, come ricorda nel libro Famiglie Storiche Chiaramontane del 1903 il Barone Corrado Melfi di S. Maria. Il ramo chiaramontano ebbe nel sec.XVIII un Pietro, un Simone ed il fratello sac. Simone.  Due rami di questa prosapia erano già passati a Ragusa e a Vittoria, ed un altro ramo a Santa Severina (Crotone) nel 1326, ove risiedeva Don Guillelmus Carfì (Vendola, Rationes Decimarum Italiae, sec. XIII e XIV, anno 1939), dal cui nome nacquero in zona le città di Carfizzi, Carfici, Carfidi.  Anche a Ragusa ebbero il trattamento di Magnifico già prima del 1540. Alfonsina figlia del Magnifico Pietro, sempre nel 1540, contrasse nozze con Antonino Ventura, nobile modicano. Un Giovanni appare con il titolo di Magnifico dal 1572 al 1600. Un Nicolò fu Mastro Notaro nel 1644. Una Giovannula sposò il Barone Serravalli ed una Margherita il Giureconsulto Mariano de Mulé. Qui, dal matrimonio del Magnifico Gaetano Carfì con Carmela Lami, nacque il 2.6.1772 Concetta Marcellina, sposatasi con il nobile ragusano Angelo Geronimo Rosario Cappello (Archivio Chiesa di S. Giorgio a Ragusa Ibla). Anche a Vittoria, ebbero il trattamento di Don (Don Emanuele, Donna Maria (atti di nascita del figlio Giuseppe nel 1865), ecc.) ed è citata più volte nel libro Memorie Storiche di Vittoria del 1877 del barone Paternò Castello di Pozzobollente.  Nei primi anni del 1600 su territori del Comune di Chiaramonte Gulfi e di Comiso, fu fondata la città di Vittoria. I Carfì abitavano già, prima di tale fondazione, nel territorio Serra Rovetto e nel Feudo Boscopiano (zone di Vittoria), come attestano antiche mappe, ed anche le attuali (2004) carte topografiche dell'I.G.M., Istituto Geografico Militare), carte ufficiali d'Italia, territorio a quel tempo di Chiaramonte Gulfi). Erano Guglielmo Carfì, che nel febbraio 1586 ricevette "salmas duas terrae in Feudo Nemoris (Bosco) Plani in contrata de Sabugi, confinantes cum via per lo Comiso", e Filippo Carfì che ricevette altre "salmas duas terrae in Feudo Nemoris Plani, in contrata Pirayno, confinantes cum via per lo Biscari (Acate), (in: Francesco Ereddia, Vittoria Storia e Tradizione, vol.II, La Contea di Modica, I Feudi Cammarana, Boscopiano e Dirillo, sec.XV e XVI, edizioni del Comune di Vittoria, e Archivio di Stato di Modica) I Carfì contribuirono validamente alla Fondazione della Città di Vittoria (Colonna, figlia di Marcantonio)  - da non confondersi con la poetessa -, moglie del Conte Henriquez Cabrera, vicerè di Spagna in Sicilia, nella Contea di Modica, fondatrice della città il 24 aprile 1607 nel territorio di Boscopiano, con Giuseppe nel 1614 (concessione n. 37), Martino il 19.10.1616 (conc. n. 172), Vito nel 1617 (conc. n. 189, Archivio di Stato di Modica). Qui un fratello di Don Emanuele, Giambattista, entrambi figli di Marcello, si sposò nel 1763 con Felicia Manciapani. Il ramo di Don Emanuele, diede luogo ad altri rami: Carfì Pavia, Carfì Scalone (ramo estinto), Carfì Ingallina poi diventato Carfì Linares, tutti con doppi cognomi anagrafici.  Il primo Giurato di Vittoria fu appunto Giuseppe Carfì (Barone Paternò Castello, Memorie Storiche di Vittoria, dal 1609 al 1799, edizione 1877), discendente dall'altro Giuseppe (1614), e che sempre il Paternò, a pag.30 cita che un documento del 1763 "contiene le firme dei Primari del luogo , tra cui Giuseppe Carfì di certo discendente dal seniore Giuseppe, primo Giurato di Vittoria", che figura come uno dei primi firmatari dell'accordo territoriale del 1614 (assegnazione gratuita di quasi 4 ettari di terreno, case ed esenzione delle tasse per 15 anni).  Lo stemma Carfì é citato dal Pluchinotta a pag. 25 del Blasonario della Contea di Modica pubblicato a Siracusa nel 1934, e sempre dallo stesso autore é l'articolo pubblicato nel 1932, anno XXX della Rivista del Collegio Araldico, ove cita ancora lo stemma.  Attualmente la famiglia, che ha depositato entrambe le Armi (stemmi), vistate dal Ministero dell'Industria con copyright ed anche dal Ministero di Grazia e Giustizia Spagnolo, e la cui riproduzione non autorizzata raffigura reato, con richiesta di danni civili) é rappresentata dal barone cav. prof. Giuseppe Carfì di Serra Rovetto Boscopiano (tale anagraficamente).
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Carfì è cognome siciliano che deriva dal greco 'karfì' = chiodo. Rohlfs 63.
CARFORA Specifico della zona che comprende il casertano ed il napoletano, tracce di questo casato si trovano a Napoli fin dal 1300, nel dicembre 1558 viene annoverata fra le famiglie nobili del Regno.
CARGNEL
CARGNELLI
CARGNELLO
Cargnel è molto raro e sembra abbia due nuclei, nel goriziano e nel bellunese, Cargnelli è friulano, Cargnello è tipico dell'udinese, deriva dall'etnico carnellus (abitante della Carnia), in un documento scritto a Cividale (UD) verso la fine del XII secolo si parla di un certo Johannes Carnellus.
CARGNELUTI
CARGNELUTTI
Molto raro Cargneluti, un pò meno Cargnelutti, sono specifici dell'udinese dell'area di Gemona in particolare, derivano dall'etnico dialettale Cjargnél (abitante della Carnia).
CARIA Specifico sardo che potrebbe derivare dal nome del monte Caria, presso Teulada (CA), con un ceppo anche nel catanzarese che dovrebbe derivare dal toponimo Caria (CZ), dovrebbe derivare da Karya, nome di una regione dell'Anatolia, ma è pure possibile che derivino dal cognomen latino Carus (vedi Caro).  Un principio di questa cognominizzazione si trova nel 1700 con l'erudito Pasquale De Caria di Squillace.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
CARIA: carìa o meglio carîa (nasale), sta per carina > canina. Sa carîa è l'orata, dal genovese canina, dal latino canina. Non conosciamo il motivo per cui è stato dato il cognome, qualsiasi ipotesi, priva di certezza, potrebbe rivelarsi banale! È presente comunque nei documenti della Sardegna Medioevale. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE del 1388, figurano: Caria Francisco, ville Ecclesiarum. ** Villa Ecclesiarum.odierno Iglesias. Et ego De Nelli Pelipaparius Ludovicus, civis et habitator terre et Ville Ecclesiarum.sindicus, procurator universitatis Ville Ecclesiarum.seu a Formenyino Joanne, capitano, camerlengo Ville Ecclesiarum di Sigerro. Omnibus habitatoribus dicte terre Ville Ecclesiarum, congregatis in Curia Magna.in posse Virde Andree, quondam Virde Joannis de Civitate Sasseri.nona die januarii 1388.;  Caria Guantinus - de Aristanni. *** Aristanni: elenco dei nomi dei firmatari della PETIZIONE. Omnes cives mercatores et habitatores dicte civitatis.nisi pastores bestiaminum et quorum dificulter demorari non poterant.congregati. Porta la data : die XIIII mensis Januarii M°. CCC°. LXXXVIII° et etc. ; Caria Joanne, ville Ecclesiarum; Caria Lazarino, jurato ville Ersorra. * Ersorra. Erjorra o ersorra Riola Sardo. Campitani Majoris; Caria Pellegrino, ville Ecclesiarum; Caria Petro, ville de Sardara. ** SARDARA MONTIS REGALIS...11 GENNAIO 1388, et ego...Gadulesu Margiano habitator ville Sardara, sindicus actor et procurator universitatis Contrate Montis Regalis et villarum et etc. In posse Virde Andrea, Virde Joanne, de Civitate Sasseri, notarii publici, die XI Januarii 1388. Il cognome Caria è presente in 348 Comuni italiani, di cui 126 in Sardegna: Alghero 263, Cagliari 244, Villanovaforru 27, Villasor 9, etc. Ricordiamo comunque che nella uscita Carîa = Carina, è esclusivamente sardo.
CARIANI
CARIANO
Cariani è specifico dell'area emiliana che comprende il modenese, il bolognese ed il ferrarese, con un ceppo anche nel romano e nel latinense, Cariano, estremamente raro, sembrerebbe avere qualche presenza nel grossetano ed un piccolissimo ceppo a Santa Severina nel crotonese, potrebbe trattarsi di forme etniche riferite alla Karya una regione anatolica dalla quale vi fu una massiccia evasione di profughi che scappavano nel XIV° secolo dai turchi invasori.
CARIATI Cariati è specifico del cosentino, di Torano Castello in particolare, ma ben presente anche a Rossano, Cosenza e Longobucco, dovrebbe derivare dal toponimo Cariati nel cosentino, ma si potrebbe anche trattare di forme etniche relative ai paesi di Caria nel catanzarese, nel valentiano e nel messinese.
CARIBONI Cariboni è tipicamente lombardo, del lecchese, di Bellano, Dervio e Lecco, con presenze anche nel bergamasco a Treviglio, e Ponte Nossa, dovrebbe derivare dal nome medioevale Caribonus, di cui abbiamo un esempio d'uso a Schignano nel comasco in un atto del 1300: ".. Albertino di fu Arico de Ultramontibus, Caribonus Cervellonus di fu Gerardo Cuellono di Schignano, Bertramolo di Lafranco de Cullino , omnes consiliarii di detto comune et vocalles.  ..", tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Dervio nel lecchese in una registrazione cinquecentesca della locale preppositura dellj S.ti Apostolj Pietro et Paulo: "... Una pezza di terra campiva prativa et vidata con una pianta de maroni et una de castagne de pertiche una et più dove se dice a Sedeyo alla qual coherentia da mattina l'herede de Andrea Caribone da mezo dì in parte Baldessare Cattani et in parte ms Boldo Polidor Boldoni da Bellano da nullora il medemo S.r Polidor da nullora li heredi de Gregorio Aganuzzi ...".
CARICAMAZZA
SCARICAMAZZA
Caricamazza è praticamente unico, Scaricamazza, molto molto raro, ha presenze nel teramano e nel romano, dovrebbe derivare da un soprannome medioevale basato sul termine medioevale germanico maza (tavolo da pranzo) ad indicare probabilmente nei capostipiti dei camerieri o dei valletti.
CARICATI
CARICATO
Caricati ha un ceppo ad Andria nel barese ed uno in Basilicata, a Latronico, Potenza, Castelsaraceno e Marsico Vetere nel potentino ed a Policoro nel materano, Caricato è tipicamente pugliese di Lecce, Campi Salentina, Lequile, Monteroni di Lecce, Carmiano, Cavallino, Novoli e San Pietro in Lama nel leccese, di Gioia del Colle e Bari nel barese e di Foggia, con presenze anche in Calabria a Rossano e Fagnano Castello nel cosentino ed a Villa San Giovanni nel reggino, dovrebbero derivare da un soprannome originato dal fatto di svolgere un mestiere di scaricatore, o dal fatto di essere ricchi di impegni, anche forse nel senso che i capostipiti fossero oppressi dai debiti.
CARIDDI
CARIDI
Caridi è molto diffuso nel reggino e nel messinese, Cariddi, molto più raro, ha un piccolo ceppo nel reggino ed un nucleo nel Salento, potrebbero derivare da Cariddi, il nome del gorgo impersonificato da un mostro marino che divide l'Italia dalla Sicilia nello stretto di Messina, o dalla località di Caridi sull'Aspromonte in Calabria, ma è pure possibile una derivazione da soprannomi connessi con il vocabolo dialettale cariddi (cari).
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Caridi è cognome calabrese e siciliano derivato dal greco 'karýdi' = noce. CARIDDI viene invece dalla voce latina Charybdis < greco Χάρυβδις.
CARIDEI
CARIDEO
CARISDEO
Caridei è tipico di Napoli, Carideo ha un piccolo ceppo a Pennapiedimonte e Guardiagrele nel teatino, qualche presenza nel Gargano ed un piccolo ceppo a Pietradefusi nell'avellinese ed a San Nicola Manfredi nel beneventano, Carisdeo è estremamente raro, sembrerebbe originario del Gargano, di Rodi, Ischitella e Carpino, dovrebbe derivare da nomi gratulatori medioevali con il significato di Caro a Dio, nelle Grazie di Dio, ma non si può escludere una derivazione da nomi di località, come quella citata in quest'atto del 1042 a Melfi in Basilicata: ".. Eidem (iusticiario Basilicate). Cum in massaria nostra Caride existente prope Lacupensilem preter furnum, qui est in ea, furnum alium de novo provideamus faciendum, ut, nobis apud Lacupensilem feliciter existentibus, panis in eo ad opus nostri hospicii dequoquatur, ...precimus, quatinus...furnum unum in domibus ipsius massarie fieri facias in ea altitudine magnitudine et capacitate, quod per furnum ipsum die quolibet dequoqui possint inter duas vices in pane facto frumenti salme 6, videlicet qualibet vice salme 3..", troviamo tracce di queste cognominizzazioni fin dagli inizi del 1700 in una relazione del Razional Carideo, Commessario del Regio Cedolario, che, nel 1729 scrive che: ".. avendo data fuora la Relazione ordinatagli, si fè carico delle pretensioni dell'una parte e l'altra, e di una copia di Diploma del Re Ferdinando colla data di Sarno del dì 1 Aprile 1472 presentata negli atti, e riferì: "Che tal Molino affatto non costava la qualità feudale; accagionchè i quindemj pagati alla Regia Corte dall'anno 1500 per tutto l'anno 1710 pagati si erano per la sola giurisdizion criminale; né per lo Molino vi era alcuna Concessione Reale, né si era pagato mai alcun quindemio. Circostanze tutte, senza le quali non poteasi riputar feudale ..".
CARIELLO
CARILLO
Cariello è tipico dell'area campana, soprattutto del salernitano di San Giovanni a Piro, Roccagloriosa, Buccino e Salerno e di Napoli, con un grosso ceppo che sembrerebbe primario nel barese a Bitonto, Barletta, Altamura e Bari, Carillo è specificatamente campano, del napoletano, di San Giuseppe Vesuviano, Terzigno, Ottaviano, Napoli, Torre del Greco, Torre Annunziata, Poggiomarino, Boscoreale, Castellammare di Stabia, Nola e Sant'Antonio Abate, e di Sarno, Salerno e Scafati nel salernitano, si dovrebbe trattare di modificazioni dialettali del nome ed ipocoristico medioevale Carellus (vedi CARELLA), ma è pure possibile che derivi dal termine dialettale carriello (carretto) identificando il mestiere di carradore svolto dal capostipite, un riferimento che ci fa rutenere concreta questa ipotesi lo troviamo in un inventario di beni post mortem del 1609 a Solofra (AV) : "..Item, da Prospero de Angelo de lo Cariello Guarino ducati 3 per obbliganza...".
CARIFE Carife, praticamente unico è campano, dovrebbe derivare dal nome del paese di Carife nell'avellinese, che dovrebbe derivare dal latino Callifae per rotacismo, a sua volta derivato dal greco calè yfe (bella posizione).
CARIFI Carifi è tipico di Visciano nel napoletano, dovrebbe derivare dal nome del paese di Carifi, una frazione di Mercato San Severino nel salernitano.
CARIGLIA
CARIGLIO
Cariglia è specifico del Gargano, di Vieste in Particolare, Cariglio, praticamente unico, dovrebbe essere una forma alterata del precedente, che dovrebbe derivare da un soprannome basato sul termine dialettale cariglia (cerro), un tipo di quercia di cui è molto ricca la Foresta Umbra nel Parco Nazionale del Gargano.
CARIGLIANO Carigliano, assolutamente rarissimo, è specifico del messinese, dovrebbe stare ad indicare la provenienza del capostipite dal paese di Cariglio nel cosentino.
CARIGNANO Carignano è tipico del Piemonte occidentale, di Torino, Rivalta di Torino, Pinerolo e Cavour nel torinese e di Saluzzo e Cuneo nel cuneese e di Livorno Ferraris nel vercellese, dovrebbe derivare dal nome del paese di Carignano nel torinese, probabile luogo d'origine dei capostipiti.
CARIMI Carimi, ormai quasi scomparso in Italia, dovrebbe essere originario della Sicilia, in particolare del messinese e del palermitano, potrebbe derivare da un'alterazione dialettale del nome del paese siciliano di Carini nel palermitano, o anche da un nome o  soprannome grecanico per grazioso.
CARINA
CARINI
CARINO
Carina sembrerebbe avere due ceppi uno in provincia di Messina ed uno in provincia di Brescia e di Cremona, presente in tutt'Italia a macchia di leopardo Carini, campano calabrese Carino. Tutti questi cognomi dovrebbero aver avuto origine dal cognomen latino Carinus, il ceppo siciliano dei Carini, presenti soprattutto nel palermitano, può derivare dal toponimo Carini nel palermitano.
CARINELLI Molto raro è tipico del sudmilanese e del lodigiano, deriva da un vesseggiativo del cognomen latino Carinus portato ad esempio da Marcus Aurelius Carinus (250-285d.C.) fatto imperatore di Roma nel 283.
integrazioni fornite da Mario Carinelli
Le origini della famiglia Carinelli si perdono a S Angelo Lodigiano, ai tempi dell'occupazione spagnola del milanese.
CARINGI Caringi è specifico del Lazio, di Sora, Isola del Liri e Castelliri nel frusinate, di Roma e Segni nel romano e di Terracina nel latinense, potrebbe derivare dal nome della zona della valle del Fosso di Caringio nel latinense, forse il luogo d'origine dei capostipiti.
CARIO Il cognome Cario ha un ceppo a Napoli ed uno nel catanzarese a Falerna, Nocera Terinese e Lamezia Terme, dovrebbe derivare dal nome latino Carius, inteso come comparativo dell'aggettivo carum (caro, amato), ne vediamo l'uso negli scritti del poeta latino Catullo: "..Quinti, si tibi vis oculos debere Catullum aut aliud si quid carius est oculis, eripere ei noli, multo quod carius illi est oculis seu quid carius est oculis...", anche quando parla della sua amata Lesbia: "..Si quicquam cupido optantique obtigit umquam // insperanti, hoc est gratum animo proprie. // quare hoc est gratum nobis quoque, carius auro // quod te restituis, Lesbia, mi cupido. ..", nome probabilmente attribuito ai capostipiti, meno probabile, ma non impossibile, una derivazione da un soprannome originato dal termine greco κάρυον karyon (noce), dobbiamo però considerare che in epoca latina il frutto della noce veniva considerato come portatore di saggezza, quindi un soprannome del genere, che si sarebbe dovuto pronunciare come Karuo, e non Kario, avrebbe potuto essere l'equivalente de il saggio.
CARIOLA Cariola ha un ceppo lombardo, uno nello spezzino, uno nel barese ed uno nel catanese, si dovrebbe trattare di matronimici da forme ipocoristiche modificate del nome Carola, ma è pure possibile una derivazione da soprannomi originati dal termine arcaico cariola (carriola), non è da escludere anche la possibilità di una derivazione da toponimi. Tracce di questa cognominizzazione le troviamo ad esempio a Brescia in una Carta investiture del marzo 1222: "...Ego Baldoynus quondam domini Ugonis de Casalialto sacri Pallatii notarius, coram suprascripto domino Petro Amadeo iudice et consule iusticie Brixie, una cum suprascripto Bonifacino Cariola et infrascripto Venturino notaris, autenticum huius exempli vidi legi et abscultavi ...".
CARION
CARIONE
CARIONI
Carion, molto raro, ha piccolissimi ceppi a Ferrara, Rovigo e nel padovano, in particolare a Solesino, Carione, altrettanto raro, ha presenze nel napoletano, salernitano e barese, mentre Carioni, il più diffuso, è tipico del basso bergamasco e soprattutto del cremonese, di Trescore Cremasco e Crema, con ceppi anche a Milano, Lodi e Turate nel comasco, dovrebbero derivare da forme accrescitive, anche dialettali, basate sul nome latino Carius (vedi CARIO).
CARIOTA
CARIOTI
CARIOTO
Cariota, estremamente raro, parrebbe siciliano, Carioti ha un ceppo calabrese a Catanzaro, Sant`Andrea Apostolo dello Ionio (CZ) e Isola di Capo Rizzuto nel crotonese, con un ceppo importante anche a Roma, Carioto, molto molto raro, parrebbe di Palermo e del palermitano, si dovrebbe trattare di vari aspetti di una forma etnica della città di Karya sull'isola di Lefkada nelle Isole Ionie, ma , in alcuni casi, potrebbe anche riferirsi alla Karya, nome della regione dell'Anatolia prospiciente l'isola di Rodi ed indicare famiglie cristiane fuggite ai turchi all'epoca dei conflitti degli stessi con Venezia e le flotte europee.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Carioti è un cognome calabrese e siciliano, è un etnico dal toponimo Carìa, presente in provincia di Catanzaro e di Vibo Valentia.
CARISI
CARISIO
CARRISI
CARRISIO
Carisi è tipico di Chioggia (VE), Carisio, estremamente raro, è tipico della zona tra Pavese,e Piemonte, Carrisio, unico, è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione, Carrisi è specifico del Salentodovrebbero tutti derivare dal nomen latino Carisius o Carisus, nelle Historiae di Tito Livio leggiamo: "...tam cum consilio uenientibus, nisi Brigaecini prodidissent, a quibus praemonitus Carisius cum exercitum aduenit..." e in un'antichissima lapide romana si legge: "D(is) M(anibus) / M(arci) Carisi Maxi/mini M(arcus) Caris(ius) Paca/tus fratri piissimo".
CARITA
CARITI
CARITO
Carita è assolutamente rarissimo, Cariti, molto molto raro, ha presenze in Calabria nel catanzarese e creotonese, Carito è tipico del catanzarese, di Catanzaro, Montauro e Soverato, dovrebbe trattarsi di forme etniche grecaniche riferite al paese di Caria di Drupia nel vibonese, e di Accaria nel catanzarese, sempre in Calabria, o anche a chi provenisse dalla Caria, una regione della penisola anatolica, posta di fronte all'isola di Rodi, regione famosa perchè vi si trovava la città di Alicarnasso, bisogna ricordare che la penisola anatolica era anticamente chiamata Ionia perche abitata dallo stesso popolo di razza greca, che diede il nome al nostro mare Ionio, o al famosissimo capitello ionico usato nella prima epoca dagli antichi greci, l'arrivo degli invasori turchi di razza mongola e degli arabi, che uccisero e depredarono i popoli greci che abitavano tutta l'Anatolia, costrinse moltissimi abitanti a fuggire, per sottrarsi alla morte, riparandosi tra l'altro anche in Calabria.
CARLA
CARLI
CARLINI
CARLINO
CARLONE
CARLONI
CARLUCCI
CARLUCCIO
Carla, estremamente raro, sembrerebbe panitaliano, Carli è diffuso in Toscana, nel Veneto ed in Emilia, diffuso in tutt'Italia, con prevalenza al centro nord Carlini sembrerebbe avere più nuclei, in provincia di Ferrara di Rimini, Genova, in Umbria e nel Lazio, la presenza nel cagliaritano dovrebbe essere di origine ligure, Carlino è presente a macchia di leopardo in tutt'Italia, Carlone è molto diffuso in Puglia, in particolare nel barese, ed in Basilicata, nel potentino, ha ceppi in Abruzzo e Molise ed a Roma, diffuso in tutto il centro Carloni, mentre Carlucci appare provenire dal sud e precisamente dalla Puglia e Basilicata, Carluccio, tipico di Campania, Basilicata e Puglia, è soprattutto tipico della penisola salentina. Tutti questi cognomi derivano, direttamente o tramite ipocoristici o accrescitivi, dal nome medioevale Carolus, Carola che è una latinizzazione del germanico Karl (uomo libero).
CARLE Carle sembra originario del cuneese, della zona di Barge, con ramificazioni anche a Bagnolo Piemonte e Fossano e nel savonese a Cairo Montenotte, potrebbe derivare per apocope dal nome del paese di Carlevere nel cuneese.
CARLENTINI Specifico di Carlentini (SR) prende il nome da quel toponimo, ed è quindi successivo alla seconda metà del 1500, la presenza di questo cognome in altre località d'Italia è dovuta al fenomeno della migrazione.
CARLEO Carleo è tipico del salernitano e delle vicine province di Napoli e Potenza, dovrebbe derivare dal nome composto Caroleo, Caroleonis, una fusione dei nomi Carolus (Carlo) e Leo (Leone), è pure possibile una derivazione dal nome greco Karalea.
CARLESI Carlesi è molto presente in Toscana, soprattutto nel fiorentino, nel pratese, nel pistoiese e nel livornese, si dovrebbe trattare di una forma patronimica in -esi , il cognome dovrebbe quindi riferirsi ai figli di un tale Carlo, troviamo tracce di questa cognominizzazione nel 1600 a Castelbellino nell'anconetano, dove una tale Carlo Carlesi è notaio dal 1618 al 1625.
CARLESSI
CARLESSO
Carlessi è molto raro ed è tipico bergamasco, Carlesso un pò meno raro è decisamente specifico della zona tra vicentino e trevigiano, si dovrebbe trattare di forme patronimiche in -ssi e -sso che derivano da una modificazione dialettale del nome Carlo, i cognomi si dovrebbero perciò riferire ai figli di un tale Carlo, troviamo tracce di questa cognominizzazione nel 1600 in un atto che cita una famiglia Carlesso a Roman d'Asolo (TV).
CARLETTA
CARLETTI
CARLETTO
Carletta ha piccoli ceppi nel maceratese, nel teramano, nel leccese ed un ceppo più consistente in Sicilia a San Cataldo nel nisseno, Carletti è diffusissimo in tutto il centronord, Carletto sembra avere due nuclei, tra cuneese e torinese ed uno nel veronese e zone limitrofe, derivano da una forma ipocoristica del nome Carlo o Carla.
CARLIN Tipico veneto, potrebbe essere originario del Trentino, deriva dal nome medioevale Carolus, di questa forma si ha traccia ad esempio nel 1400 come si può leggere in questo testo conservato nell'Archivio militare Estense riguardante una battaglia avvenuta nel rovigoto: "...Et li custodi, volendo defendersi da una parte, sopravene Thomaso da Imola et Carlin, Capetanij di fanterie, homeni molto valorosi et animosi...". Tracce di questa cognominizzazione si hanno nel 1700 a Teglio Veneto (VE) con il Gastaldo ed esattore Agnolo Carlin.
CARLOMAGNO Carlomagno ha un ceppo a Roma, un nucleo principale nel potentino, a Lauria soprattutto, con diramazioni nel cosentino a   Cerchiara di Calabria e con un ceppo anche nell'iserniese ad Agnone ed Isernia, può derivare sia dal nome medioevale Carlomagno entrato nell'uso soprattutto in meridione a memoria dell'imperatore, sia, anche se molto meno probabile, da un soprannome originato dal nome Carlo con l'attributo di Magno dato per la prestanza fisica o con fini scherzosi.
CARMAGNANI Carmagnani è decisamente del veronese, dovrebbe derivare da modificazioni dialettali del nome latino Carminianus, ma è pure possibile una derivazione da toponimi come Carmignano o Carmignano sul Brenta, entrambi del padovano.
CARMELA
CARMELI
CARMELO
Carmela è quasi scomparso, Carmeli, molto raro, dovrebbe essere della zona appenninica ligure emiliana con un ceppo anche nel bresciano, Carmelo, assolutamente rarissimo, è tipico napoletano, dovrebbero tutti derivare dal nome Carmelo, ma anche dalla vicinanza dell'abitazione del capostipite con un carmelo o convento, o anche da località contenenti la radice Carmelo, come Monte Carmelo o simili.
CARMENATI Carmenati è specifico di Fabriano nell'anconetano, dovrebbe stare ad indicare la provenienza del capostipite da una contrada o una pieve dedicata alla Madonna del Carmine.
CARMIGNANI Carmignani, decisamente toscano, del fiorentino in particolare, dovrebbe derivare dal toponimo Carmignano (PO), ma è anche possibile una derivazione dal nomen latino Carminianus di cui abbiamo un esempio in Ulpius Carminianus Claudianus, che militò sotto Marco Aurelio.
CARMIGNANO Carmignano è tipico del sud, di Napoli e del tarentino, dovrebbe derivare o dal nomen latino Carminianus (vedi CARMIGNANI) o anche dall'essere il capostipite un liberto o un contadino al servizio di un Carminius.
CARMINATI Tipico dell'area centro settentrionale della Lombardia, dovrebbe derivare da un soprannome stante ad indicare quanti lavorassero o fossero comunque collegati con il santuario o delle terre del Carmine (nome diffusissimo in Lombardia tra le comunità religiose).
integrazioni fornite da Dott. Flaviano Carminati
Antichissima famiglia le cui più remote notizie provengono da un breve di Papa Giovanni XVIII diretto a Pietro Carminati di Valbrembilla in data 6 Gennaio 1006 col quale, tra gli altri privilegi, si concedeva a Giacomo suo figlio, Canonico, la successione nel vescovato di Bergamo, aggiungendo che ognuno della stirpe dei Carminati portasse di diritto il titolo di Conte e Cavaliere. Il pontefice dichiarando ciò concedergli, per il "mostrato valore contro nemici della fede in Christo, ad ampliatione della stessa, & distruttione de gl'idoli, si manifesta della predetta progenie de Carminati uscito, dicendo nel breve: "Concedimus, et mandamus per presentes ad hanc propaginem tuam, quia ex ipsa originem traximus". Ex copia brevis antiquis. In Pergam. Campidoglio de  Guerrieri. Questa famiglia ha avuto per molti secoli una particolare rilevanza nelle vicende del suo territorio.  All'epoca delle fazioni, i Carminati parteggiando pei Ghibellini, combatterono i Guelfi e sfidarono perfino l'ira del Duca di Milano e della Repubblica Veneta.  Questa impadronitasi della città di Bergamo e suo territorio, nel 1443 distrusse tutti i villaggi della valle, e così i Carminati costretti a prender l'esilio, si rifugiarono in gran parte a Milano, dove dividendosi in tre grandi linee, formarono tre differenti case, cioè quella detta dei Bergamini Conti di San Giovanni in Croce, quella vissuta in Vigevano col cognome di Brambilla decorata da Carlo VI Imperatore del titolo Marchionale; e la terza tutt'ora fiorente in Milano col nome di Carminati di Brambilla ascritta a quel patriziato nel secolo XVIII°. Si diffusero inoltre a Genova, Verona e Venezia, nella qual ultima città vennero ascritti al patriziato nel 1687. Il cognome deriva probabilmente dal latino "Carminator", per identificare un nucleo famigliare addetto alla lavorazione della lana, trasformatosi poi in "de Carminatis" , ma uno studio approfondito dello stemma di questa famiglia, raffigurante il Carrus-Minians, potrà forse fornire ulteriori elementi sull'origine di questo antichissimo cognome. (Carrus-Miniatus era il carro simbolo della città di Milano che, sotto forma di "Carrochium", nel secolo XII accompagnò i Milanesi nelle loro battaglie di cui non si conoscono le origini e del quale a tutt'oggi non esistono ancora disegni o descrizioni precise).
CARMINE
DI CARMINE
Carmine è specifico del Verbano, zona di Cannobbio e Cannero Riviera (VB), ha un nucleo, probabilmente non secondario, nel milanese, Di Carmine invece ha un ceppo tra Piceno, teramano e pescarese ed uno nel romano, dovrebbero derivare da nomi di località caratterizzate dalla presenza di chiese, cappelle o monasteri dedicati alla Madonna del Carmine, o da toponimi come Carmine di Cannobbio (VB), Carmine di Ripatransone (AP), Villa Carmine nel pescarese e molti altri..
integrazioni fornite da Juan Manuel Carmine
Il cognome trae origine dal nome di battesimo Carmine, che rappresenta una variante di Carmelo, dal Monte Carmelo in Palestina. Il Monte Carmelo infatti è un promontorio che si estende dal Golfo di Haifa, sul Mediterraneo, fino alla pianura di Esdrelon, nella terra di Ges.. Dopo la data dell'anno 1000, alcuni pellegrini e soldati delle crociate rimasero sul Monte Carmelo per vivere come era vissuto il
profeta Elia, e costruirono una chiesetta dedicata alla Vergine Maria. Verso il 1150 finalmente si organizzarono a vita comune e si ebbero dei monasteri carmelitani che, col ritorno dei crociati, si moltiplicarono anche in occidente e precisamente in Sicilia ed in Inghilterra. Nacquero allora numerose chiese intitolate alla Madonna del Carmine (o Carmelo).  Probabilmente il nome si diffuse in maniera capillare attraverso l'Italia arrivando in Piemonte, dove diventò il nome di un paese (Carmine di Cannobio) e in seguito anche un cognome.
CARNABUCI Originario del messinese, deriva probabilmente da un termine dialettale.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Carnabuci è un cognome di Messina ma anche calabrese e napoletano. Viene dalla voce dialettale 'carnavuci' = pisello africano, frutto del Lotus edilis. Rohlfs 64. Veniva anche chiamato 'carnabusci' o 'curniceddi di manciari'.
CARNALE
CARNALI
Carnale è laziale, di Supino nel frusinate e del romano, Carnali ha un ceppo nella zona che comprende il pesarese, l'anconetano, in particolare a Jesi, Ostra Vetere e Montecarotto, ed il perugino, con un ceppo anche nel romano e latinense, l'origine di questi cognomi potrebbe essere da un soprannome tardo medioevale originato dal mestiere dei capostipiti, forse dei carnifices (macellai).
CARNELLI Molto raro è specifico del milanese, varesotto e comasco, dovrebbe derivare dal nome di mestiere carnellus (tessitore), troviamo traccia di questo cognome a Turate (CO) nel 1500 con un certo Bernardino dei Carnelli.citato in un processo come parte lesa.
CARNELLO Molto raro, molto raro, ha un ceppo nel frusinate ed uno nell'udinese, il primo dovrebbe derivare dal toponimo Carnello (FR) il secondo dall'etnico carnel o carniel (proveniente dalla Carnia).
CARNELUTTI Carnelutti, molto molto raro, è tipico dell'udinese, è un tipico cognome friulano originato dal termine carnel (proveniente dalla Carnia), con il suffisso -utti con il significato di appartenenza, indicando nel capostipite uno originario della Carnia.
CARNESECCA
CARNESECCHI
Entrambi toscani, Carnesecca più raro è specifico della zona di Pontremoli in Lunigiana, Carnesecchi è tipico della provincia di Firenze con ceppi anche nel livornese, a Ceprano (FR) ed a Roma.
integrazioni fornite da Pierluigi Carnesecchi
nome presumibilmente di origine toscana. La comune pancetta in Toscana è infatti chiamata carnesecca. In particolare a Firenze era in uso un motto d'augurio: "Dio t'accresca in pane , vino e carnesecca." Cosi resta la possibilità che i Carnesecchi prendessero questo nome dall'essere venditori o produttori di carnesecca o che derivassero il nome dal motto augurale loro applicato in qualche circostanza.  Il cognome Carnesecca e diffuso in tutta la Toscana e anche nella Lunigiana.  Il cognome Carnesecchi mi sembra doversi limitare alla zona di Firenze e Prato.  I Carnesecchi di Firenze assunsero questo nome a cavallo tra la fine del 1300 e gli inizi del 1400. Erano un gruppo parentale ristretto, figli di tre cugini i cui nonni si chiamavano Grazino di Durante e Matteo di Durante.  Ecco perchè il Crollalanza dice: si dissero dei Duranti e dei Frazzini (questo Frazzini deve intendersi come Grazini). I Carnesecchi fiorentini divennero una delle potenti famiglie oligarchiche fiorentine e parteciparono alla cariche della repubblica e del Granducato e mantennero importanza fino agli inizi del 1700.  A questa famiglia appartennero Paolo, Lorenzo, Andrea, Pietro. I Carnesecchi di Prato assunsero questo cognome nel medesimo periodo e il nome è molto probabilmente legato al mestiere del primo di loro Pasquino di Giovanni di Pasquino pizzicagnolo. Questa famiglia si estinse intorno al 1620.  Nel frattempo il cognome Carnesecchi era stato usato da un tale Ulivieri Carnesecchi che figura con tal nome in un documento del 1563 ( e nel 1584 vi fu un processo intentato dai discendenti di Pasquino per usurpazione di cognome). Questa presunta usurpazione portò fortuna ai discendenti di Ulivieri che figurano nei libri della nobiltà di Prato e di Firenze , infatti Giuseppe di Sebastiano, già nobile fiorentino, nel 1765 fu ammesso alla nobiltà di Prato.
CARNESELLA
CARNESELLO
CARNICELLA
CARNICELLI
CARNICELLO
CARNISELLI
Carnesella è oggi presente a Milano, a San Bassano nel cremonese e nel lodigiano, Carnesello, che sembrerebbe oggi scomparso in Italia, dovrebbe essere campano, probabilmente del beneventano, Carnicella ha un ceppo milanese ed uno tra potentino e barese, a Lavello nel potentino ed a Corato, Andria, Terlizzi e Bitonto nel barese, Carnicelli ha un ceppo toscano, in particolare nel lucchese e massese, uno tra romano ed aquilano ed uno nel barese, Carnicello sembrerebbe unico, Carniselli, quasi unico, sembrerebbe milanese, dovrebbero derivare, direttamente o tramite alterazioni dialettali dal nome medioevale Carnicella che troviamo usato in Toscana fin dal XII° secolo, in una novella di Giovanni Sercambi (1348-1424) possiamo leggere: "...e sopra di tale sagliendo facendo quello che a tale atto richiede; e mentre che tale cosa per lo ditto Gualfreduccio si facea, <uno suo ragazzino> chiamato Carnicella con motti disse...", tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Pisa nel trattato di pace del 1225 tra la città di Montpellier e quella di Pisa, dove tra glia altri firmatari troviamo un tale Buonagionta Carnicella, a Roma nel 1300 con un tale Angelus Carnicella de Urbe citato in un atto di compravendita.
CARNEVALE
CARNEVALI
CARNEVALLI
CARNOVALE
CARNOVALI
Presenti in tutta Italia, con prevalenza al sud Carnevale ed al centro nord Carnevali, Carnevalli è quasi sicuramente dovuto ad errori di trascrizione del precedente, tipicamente calabrese Carnovale originario della zona di Vibo Valenza, mentre Carnovali è decisamente lombardo, probabilmente di origine bresciana o varesotta. Questi cognomi hanno in comune una derivazione da nomi attribuiti perchè il figlio era nato durante il periodo del carnevale, o da soprannomi dati o perchè qualche fatto riconduceva al carnevale o per il fatto di essere i capostipiti dei tipi scherzosi o ridicoli.
integrazione fornite da Giovanni Vezzelli
II cognome Carnevali è diffuso in tutt'Italia, anche nella forma Carnevale. Esso muove dal nome carnevale, passato a nome proprio per indicare il «nato nel giorno avanti le ceneri», e divenuto anche soprannome per designare «persona sciocca, fatua; pagliaccio, buffone» (De Felice). Fin dal sec. XII sono documentati, in carte modenesi, i nomi propri Carnelvarius, Carnelevarius e Carnervarius, più aderenti alla vera etimologia del nome: da carnem levare «togliere la carne». Fonte: F. Violi, Cognomi a Modena e nel Modenese.
CARNIATO Carniato è specifico del trevisano, di Treviso in particolare, ma anche di Paese, Trevignano, Ponzano Veneto, Mogliano Veneto e Villorba, dovrebbe trattarsi di una forma dialettale veneta, con suffisso in -ato, indicante la provenienza del capostipite dalla Carnia (regione friulana dell'udinese).
CARNIEL
CARNIELLI
CARNIELLO
CARNIELO
Carniel è del trevigiano e pordenonese, Carnielli, molto raro è specifico delle province di Treviso e Veneziam, Carniello, abbastanza raro sembra specifico della fascia che dal padovano, attraverso il trevisano arriva al Friuli occidentale, Carnielo, quasi unico è del trevigiano. (vedi CARGNEL ed anche CARNELLI)
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Carnielli è probabilmente un derivato dal nome Carnia, regione storico-geografica del Friuli. Olivieri 170, nota 171, fa notare che carniello fu usato nel bellunese nel significato di 'tessitore'.
CARNIGLIA Carniglia è specifico dell'area alessandrino, genovese, dovrebbe derivare dal nome del paese parmense di Carniglia, una frazione di Bedonia sull'appennino ai confini con la Liguria, probabilmente il luogo d'origine del capostipite.
CARNINI
CARNINO
Carnini è tipicamente lombardo, ha un ceppo a Grosio nel sondriese e nel comasco a Gironico e Villa Guardia, Carnino è piemontese del torinese, di Avigliana, Torino, Villar Focchiardo, Bussoleno, Grugliasco, Collegno e Rivoli, dovrebbero derivare da un soprannome dialettale basato sul termine lombardo arcaico carnin, il boletus hepaticus, un tipo di fungo mangereccio.
CARNIOLA
CARNIOLI
Sia Carniola che Carnioli sono quasi unici, dovrebbero derivare dal nome medioevale Carniolus, Carniola, indicante probabilmente un'origine carnica dei capostipiti.
CARO
CAROTTI
CAROTTO
Caro, estremamente raro, è presente in modo assolutamente disperso in tutt'Italia, Carotti ha un ceppo a Cremona, uno nell'anconetano a Jesi, Ancona, Senigallia e Belvedere Ostrense ed a Cingoli nel maceratese, uno nel fiorentino a Firenze, Dicomano e Pontassieve e ad Orbetello nel grossetano, uno a Terni ed un ceppo a Roma ed a Rieti, Carotto è praticamente unico, dovrebbe essere dovuto ad errori di trascizione del precedente, dovrebbero tutti derivare, direttamente o tramite ipocoristici, dal cognomen latino Carus, ricordiamo il famosissimo scrittore Titus Lucretius Carus. Personaggio famoso con questo cognome è stato Annibal Caro (Civitanova Marche, 1507-1566) il celebre traduttore dell'Eneide.
CAROBBI Carobbi, molto raro, sembra tipico pistoiese, dovrebbe derivare da un soprannome originato dall' abitare la famiglia in vicinanza di un crocicchio, o carrobbio.
CAROBBIO
CARROBBIO
Carobbio e Carrobbio, il secondo assolutamente rarissimo, comunque raro anche il primo, sono tipici del bergamasco, dovrebbero derivare dal toponimo Carobbio degli Angeli (BG). Personaggio famoso è stato il pittore Giovanni Carobbio (1687-1752), originario di Nembro (BG).
CAROBENE Carobene sembrerebbe specifico del catanese, soprattutto di Caltagirone, Grammichele, Castel di Iudica e Catania, ma presenta un ceppo anche nel napoletano e nei vicini casertano e salernitano, si tratta del nome del capostipite, di un nome augurale medioevale inteso o a riconoscere nel figlio un bene assoluto o nell'augurarglielo.
CAROCCI
CARROCCI
Carocci, tipicamente laziale, ha piccoli ceppi in Umbria, nel fiorentino e nel livornese, Carrocci è specifico di Pontecorvo nel frusinate, possono derivare da forme ipocoristiche del cognomen latino Carus (vedi CARO), ma non si può escludere una connessione invece con una possibile attività di carrettiere svolta dal capostipite.
CAROFIGLIO Tipico cognome pugliese Carofiglio è specifico di Bari.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
L'origine di questo cognome va ricercata nel nome medievale Carofiglio, che, assieme a nomi quali Carassai, Carotenuto, etc, assume un valore chiaramente affettivo (vedi Bonfigli). In conclusione, dunque, si tratta della cognominizzazione dei nomi personali dei capostipiti.
CAROGLIO Caroglio, assolutamente rarissimo, sembrerebbe piemontese, del Monferrato, dovrebbe derivare da un nome di località chiamata Caroglio, il termine caroglio anticamente indicava una salita a chiocciola, essendo derivato dal termine provenzale carole (girare in tondo ballando), ma potrebbe anche trattarsi di una modifica del cognome Caraglio (vedi CARAGLIO), dovuta ad un errore di trascrizione.
CAROLA
CAROLI
CAROLINA
CAROLINI
CAROLINO
CAROLLO
CAROLO
Carola ha un ceppo sardo a Sant`Antonio Di Gallura (OR), uno a Roma, a Napoli, Caserta e nel salernitano, Caroli ha ceppi in Lombardia nel bergamasco, un importante nucleo in Emilia e Romagna, a Roma ed in Puglia, soprattutto tra tarentino e brindisino, Carolina, assolutamente rarissimo, sembrerebbe siciliano, della parte occidentale dell'isola, Carolini, molto raro, è tipico dell'Italia Centrale, in particolare del romano e del viterbese, Carolino è pressocchè unico, Carollo ha un ceppo veneto, in particolare nel vicentino ed uno siciliano, in particolare nel palermitano e nel trapanese, Carolo è tipico del vicentino e padovano, derivano tutti, direttamente o attraverso forme ipocoristiche, dal nome medioevale Carolus (vedi Carli), o dall'ipocoristico del nome latino Carus, di quest'uso abbiamo un esempio in quest'atto del 1564: "Ego Antonius, filius quondam domini Caroli ex nobilibus Gregii et Arborii, notarius ducalis civis et habitans in presenti civitate Vercellarum assumptus fui in collegio dominorum notariorum predicte civitatis de anno nativitatis Domini nostri Iesu Christi millesimo quingentesimo sexagesimo quarto...".
CAROLEI
CAROLEO
Carolei è tipico calabrese così come tipico calabrese, di Catanzaro in particolare, è Caroleo, dovrebbero entrambi derivare dal toponimo Carolei (CS) o dal nome greco Karalea.
CAROLETTA
CAROLETTI
Caroletta è tipico di Subiaco e Guidonia Montecelio nel romano, Caroletti è tipico di Roma, dovrebbero derivare da forme ipocoristiche del nome medioevale Carolus (Carlo).
CAROLFI Specifico della zona tra Lodi e Piacenza, deve essere derivato da soprannomi legati al luogo d'origine casa dei rolfi (Rodolfi).
CARON Caron, anche se ha un piccolo ceppo nel torinese e nel novarese,  sembrerebbe veneto, con un ceppo nel vicentino a Nove, Pove del Grappa, Pianezze e Bassano del Grappa, nel trevisano a Castelfranco Veneto e Riese Pio Decimo ed a Marostica nel padovano, potrebbe derivare dal nome latino Charon, il nome di un dio degli inferi del pantheon latino.
CARONE
CARONIA
Carone, assolutamente pugliese, con ceppi secondari anche in Basilicata, Caronia, tipicamente siciliano, di Palermo con un ceppo anche nella zona di Mazara del Vallo (TP), dovrebbero derivare dal nome greco Charones, o anche dal toponimo Caronia (ME), ma è pure possibile derivino da un soprannome come ad esempio Ludovico Antonio Muratori nel suo Antichità italiane, dove nella Dissertazione XLI Dei Nomi e Soprannomi degli Antichi cita anche, assieme a molti altri, caronia (carogna) come appellativo di un certo Landulphus Caronia.
CARONTE
CARONTI
Caronte, molto molto raro, ha un ceppo nel napoletano ed uno tra valentiano e reggino, Caronti è tipico del romano, di Roma ed Anzio, dovrebbero derivare dal nome medioevale Caronte, Charon era il nome di un dio degli inferi latini, estratto dalla mitologia greca, richiamato da Dante nel suo Inferno, sempre come traghettatore di anime perdute, ma in alcuni casi possono derivare dal toponimo Caronti di Pomezia nel romano.
CAROSELLI
CAROSELLO
Caroselli è specifico della zona che comprende le province dell'Aquila, Roma ed Isernia, Carosello è assolutamente rarissimo.
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
Caroselli è un cognome tipico dell'Italia centrale, presente principalmente a Roma e in Abruzzo, ma tipico anche del comune molisano di Isernia. Variante di Caroselli è Carosello, molto raro. Dal punto di vista etimologico il cognome dovrebbe derivare da un soprannome legato all'attività svolta dal capostipite: i caroselli erano in passato, in Italia centrale e meridionale, le partite di grano raccolte dai contadini e depositate nelle masserie agricole.  Altre ipotesi di origine possono essere formulate considerando la semantica del termine carosello, che può indicare una sorta di torneo spettacolare di cavalieri con esercizi di bravura, una giostra costituita da una piattaforma lignea girevole in tondo, oppure una palla di creta che anticamente veniva adoperata in gioco e lanciata reciprocamente tra i giocatori (il termine dialettale carusiello deriva dalla forma della palla come la testa di un caruso, cioè di un ragazzo).
CAROSI
CAROSO
Carosi è tipico della fascia che comprende il Piceno, l'aquilano ed il Lazio, Caroso, assolutamente rarissimo è dell'aquilano, dovrebbero derivare da modificazioni del termine dialettale caruso (ragazzo). (vedi CARUSO)
CAROSIO Specifico dell'alessandrino e del genovese, dovrebbe derivare dal nome medioevale  Carosius di cui abbiamo un esempio nel 1500: "...Bartholomaeus Brandanus Carosius, Senensis, in loco natus, cui vulgare nomen erat Palatium de Manacia in municipio Montis Fullonici;...".
CAROSONE
CARUSONE
Carosone, molto raro, è presente principalmente nel napoletano e nell'aquilano, Carusone è specifico del casertano, di Bellona, Vitulazio, Gricignano di Aversa, Formicola e Capua, dovrebbero derivare da accrescitivi del termine dialettale caruso (ragazzo, garzone). (vedi CARUSO)
CAROSSI
CAROSSO
Carossi, assolutamente rarissimo è del milanese, Carosso è tipico del Piemonte occidentale, del torinese e del cuneese in particolare, dovrebbero derivare dal nome medioevale Carosus di cui abbiamo un esempio in uno scritto storico dell'anno 825: "...Interea quidam Veneticorum, id est Carosus tribunus et Victor nonnullique alii, facta conspiratione, Iohannem ducem, a Venecia pepulerunt et Carosus hanc usurpavit dignitatem...", tracce di questa cognominizzazione si hanno ad esempio nel 1626 a Chiavenna (SO) dove si parla delle spese sostenute dalla comunità de Clavenna per l'alloggio ed il vettovagliamento dell'alfiere del capitano Carossi dal 5 novembre 1621 al 19 marzo 1622.
CAROTENUTO Carotenuto, tipico della zona tra Napoli e Salerno, deriva dal nome medioevale Carotenutus (considerato caro), ma si tratta anche, molto spesso di un cognome attribuito a dei trovatelli.
CARPANEDA Carpaneda, assolutamente rarissimo, ha un piccolissimo ceppo nel milanese, nel mantovano ed uno nel bolognese, dovrebbe derivare da Carpaneda o Carpanedo, il nome di una località come ne esistono moltissime intutto il nord Italia, nome che dovrebbe a sua volta derivare dalla presenza caratterizzante di boschi di alberi di carpino nero, detti anche carpane o carpaneda anticamente; della presenza dell'uso di questo toponimo nell'antichità abbiamo un esempio nel Codice Diplomatico della Lombardia medioevale, in una Carta Investiturae del 1198 a Casorate nel milanese: "Anno dominice incarnationis milleximo centeximo nonogeximo octavo, die martis ultimo die mensis marcii, indicione prima. In loco Casorate, sub porticum vicinorum. In presentia testium qui subter leguntur, investiverunt Iohannes Meria et Raffacanus et Beroldus Grilius, cusules suprascripti loci, suo nomine et nomine communis suprascripti loci atque omnium hominum illorum qui habent partem in infrascripta Casorasca et Carpaneda, et cum eis Petrus Longus, de suprascripto loco, Guilielmum qui dicitur de Beccaria, de civitate Papie, et ad partem suorum heredum et cui dederint, nominative de Casorasca seu Carpaneda ...".
CARPANI
CARPANO
Carpani ha un ceppo nell'area che comprende l'alessandrino, il novarese, il pavese, il milanese, il comasco, il lecchese, il bergamasco, il cremonese, il bresciano ed il mantovano, ha un ceppo nel bolognese, a Trieste, nell'ascolano e nel romano, Carpano ha presenze sparse per tutt'Italia, con piccoli ceppi a Bologna, Roma, Manfredonia nel foggiano ed Avola nel siracusano, dovrebbero derivare dal nome medioevale Carpanus, di cui abbiamo un esempio d'uso in una Carta commutationis del 1187 a Tirano nel sondriese, atto che così si conclude: "..Interfuerunt Petratius Segotefredi de Stazona et Iohannes Tedaldi et Vitalis frater eius et Carpanus de Belaxio testes. Ego Gulielmus iudex et misus domini Federici inperatoris hanc cartam tradidi et scripsi.", nome che a sua volta deriva dal nome del carpanus (carpino), un'albero alto dai quindici ai venti metri con portamento dritto e chioma allungata, in qualche caso potrebbe anche derivare da nomi di località caratterizzati appunto dalla presenza di carpini.
CARPENTERI
CARPENTIERE
CARPENTIERI
Carpenteri, estremamente raro, sembrerebbe di Bovalino nel reggino, Carpentiere, non comune, ha un ceppo nel barese ed uno tra messinese e catanese, Carpentieri ha un grosso ceppo nel Lazio, uno altrettanto considerevole in Campania, uno nel Salento, uno nel reggino ed uno nel trapanese, potrebbero derivare dal mestiere del carpentiere o costruttore di carri o calessi, termine originato dal vocabolo latino carpentarius, contenente la radice gallica carpentum (cocchio), mestiere probabilmente svolto dal capostipite.
CARPELLA Carpella è tipico del Trentino, di Tesero e Cavalese, potrebbe derivare da un nome di località, come ad esempio la Pala della Carpella sempre in Trentino.
CARPI Diffuso nella zona che comprende genovese, parmense, reggiano e mantovano, dovrebbe derivare dal toponimo Carpi (MO), ma è pure possibile che derivi da località ricche di carpini (un tipo di albero comune in valpadana).
integrazione fornite da Giovanni Vezzelli
L'origine del cognome Carpi dal toponimo Carpi modenese, ad indicare la provenienza da quel luogo, è la più probabile, anche se concorre a spiegare il cognome il personale Carpus / Carpius del mondo latino. Fonte: F. Violi, Cognomi a Modena e nel Modenese.
CARPIGNANO Carpignano ha un ceppo piemontese nel torinese ed astigiano ed uno pugliese nel tarentino, dovrebbe derivare dal nome di paesi come Carpignano Sesia nel novarese o Carpignano Salentino nel leccese, probabili luoghi d'origine dei capostipiti.
CARPINA
CARPINE
CARPINI
CARPINO
CARPINELLA
CARPINELLI
CARPINELLO
Carpina, assolutamente rarissimo, parrebbe toscano, forse di Massa, Carpine, ancora più raro, parrebbe campano, Carpinella, molto molto raro, sembrerebbe dell'avellinese, Carpinelli ha un ceppo in Umbria, soprattutto nel ternano, a Roma, nel beneventano, nel salernitano ed uno anche nel reggino, Carpinello ha un ceppo nel torinese ed uno nel leccese, Carpini è decisamente toscano, del fiorentino, con ottime presenze a Barberino di Mugello, Firenze, Borgo San Lorenzo e Vicchio, un ceppo a Pienza nel senese ed a Prato, Carpino è diffuso a Roma,e Colleferro nel romano, a Minturno nel latinense, a Sessa Aurunca nel casertano e nel napoletano a Mariglianella, Napoli e Marigliano, ha un ceppo nel cosentino a Cosenza, Mangone, Parenti, Santo Stefano di Rogliano, Belsito, Rogliano e Bianchi, e nel catanzarese a Petronà e Catanzaro, ed un ceppo in Sicilia nel siracusano a Palazzolo Acreide, Noto e Siracusa, ed a Castelvetrano nel trapanese, tutti questi cognomi dovrebbero derivare, direttamente o attraverso forme ipocoristiche, dal nome medioevale Carpinus di cui abbiamo un esempio in un atto di donazione dell'undicesimo secolo: ".. Unde omnibus ecclesiæ matris fidelibus notum sit, quod ego Hugo, cognomento Rubrus, cum uxore mea, nomine Tetsa et filiis ac filiabus, pro animarum nostrarum et parentum nostrorum remedio, dono Deo et sanctis apostolis ejus Petro et Paulo, servulum quendam, qui vocatur Tigrinus Carpinus, cum tota progeniæ sua. Si quis vero hanc donationem a me ultroneam factam evertere conatus fuerit, excomunicationi, nisi cito resipuerit, subjaceat; et nostra donatio firma et rata stipulatione subnixa consistat. ..", ma è pure possibile che derivino da soprannomi originati dal nome della pianta del carpino, una pianta di alto fusto diffusa in tutta Europa.
CARPINETI
CARPINETO
Carpineti ha un ceppo nell'urbinate, soprattutto a Cagli, Urbania e Fano ed un ceppo a Roma, Anzio e Latina, Carpineto ha un piccolo ceppo romano ed uno abruzzese nel chietino a Altino, Filetto e Chieti, potrebbero derivare da toponimi come Carpineto (AP), Carpineto della Nora (PE) o Carpineto Romano (RM).
CARPINTIERI Carpinteri è tipicamente siciliano, della zona meridionale dell'isola, del siracusano in particolare , di Solarino, Floridia, Siracusa e Priolo Gargallo, di Scicli nel ragusano e di Catania, con un ceppo anche a Trapani, potrebbe derivare da una forma dialettale originata dal vocabolo latino carpentarius (colui che fabbrica i carri), probabile mestiere dei capostipiti.
integrazioni fornite da Daniele Zaia
sembrerebbe essere di origine iberica; carpintero = falegname, in lingua castigliana
CARPITA
CARPITELLA
Carpita sembrerebbe originario del pisano un ceppo e del messinese un altro, Carpitella dovrebbe essere trapanese, il cognome potrebbe derivare da un soprannome legato ad una caratteristica della zona di provenienza, quale la presenza di carpini, specie d'aceri dal legno molto duro o dal fatto di essere molto resistenti come fisico o potrebbe anche derivare da carpita (specie di panno ruvido) in relazione alla produzione o al commercio di quel tipo di stoffa.
CARPUTI
CARPUTO
Carputi, molto raro, è di Napoli, Carputo è del napoletano, di Quarto soprattutto, di Marano di Napoli, Giugliano in Campania e Villaricca, dovrebbero derivare da forme etniche della città armena di Karput, anche se troviamo il nome Carputus usato in epoca tardo medioevale.
CARRA
CARRA'
CARRAI
Carra è diffuso in tutta Italia con area d'elezione compresa tra Mantova e Parma esistono presenze significative anche in provincia di Lecce e di Palermo, Carrà definisce almeno due ceppi uno nelle provincie di Pavia e Piacenza e l'altro nella zona di Vibo Valenza, Carrai è tipicamente toscano, in particolar modo del fiorentino, dovrebbero derivare o direttamente o da modificazioni dialattali del mestiere di carraio, portatore di carri.
integrazione fornite da Giovanni Vezzelli
Carrà in Sicilia ed in Calabria viene da toponimi che significano 'bosco di cerri'; infatti nel dialetto grecanico della zona di Bova in Calabria 'karro' = cerro.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
CARRA; CARRAI: derivano ambedue da carro, ma il primo è un'antica unità di misura di capacità per liquidi, che usavano un tempo in Piemonte e corrispondeva a circa 500 litri, ed era, pressappoco il tanto di liquido, solitamente di mosto o di vino, che si riusciva a trasportare dentro una carrata, che era una grossa botte, sistemata sopra un carro, trainato da cavalli o da buoi. La grossa misura veniva solitamente divisa in 10 parti, brente. Una brenta, a sua volta, è (ancora oggi a Torino) una unità di misura della capacità di circa 50 litri. Si tratta di una specie di bigoncia in legno, che si usava per il trasporto del vino. L'etimo del termine è ancora oggi oscuro, ma noi pensiamo che derivi dal latino venter = ventre; anche per la forma antica della bigoncia che altro non era che un otre di pelle. Quindi si tratterebbe di una voce latina, non preromana, come sostengono alcuni.
Carra e Carrai come cognomi potrebbero derivare non tanto dal mestiere di fabbricante di carri, quanto invece da quello di trasportatori e mercanti. Il cognome Carra è attualmente presente in 238 Comuni italiani, con la maggiore diffusione nelle zone di confine tra la Lombardia e l'Emilia Romagna: Mantova - Parma. Carrai è presente in 94 Comuni italiani, con maggior diffusione in Toscana. Carra è presente in un solo Comune sardo, ad Arzachena, ma è di chiara importazione. Anche Carrai è presente in un solo Comune sardo, a Cagliari. Sia Carra che Carrai sono però presenti nei documenti antichi della Sardegna. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE del 1388, figurano: Carra Anthonius - de Aristanni; Carra Joanne, jurato ville de Paingionis(Pabillonis); Carra Juliano, ville Selluri(Sanluri - Seddori); Carrai Parisono - de Castri Januensis(Castelsardo); Carras Joannes, ville Sasseri. Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, CSMB, del XI°, XIII° secolo, figura un certo Carras Furatu (172), curatore(ufficiale amministrativo e giudiziario) di Aristanis (Oristano), teste in una lite (kertu) per una serva., Maria Pisana, e suo figlio,  tra il priore del convento di Santa Maria e il priore di Bauladu, donnu Francardu.
È opportuno fare qui una nota: carra in logudorese e cuàrra in campidanese, è una unità di misura per cereali e per terre. Una càrra o cuàrra corrisponde a circa 20 litri di grano o d'altro cereale, prendiamo il grano perché è il più nobile dei cereali. Nella misura di terra (agrimensura) una cuàrra corrisponde a 20 are ( 1 ara = 100 mq.) = 2.000 metri quadri. La misura più grande di cuàrra è moi, che corrisponde a 4.000 mq. Pertanto dus mois e cuàrra corrispondono a un ettaro di terra, cioè a 10.000 m,q. Solitamente unu moi (4.000 mq) = duas cuàrras de terra era il tanto che un contadino, con un bel giogo di buoi (u'jù de bois) e un aratro, riusciva ad arare e seminare in una giornata lavorativa (non meno di 10 ore di lavoro). Unu quartu è la metà di una cuàrra e corrisponde a 1.000 mq; unu quartucciu =  500 mq; un'imbudu = 250 mq. di terra. Nella misura dei cereali per il grano si usava "sa mesura", che era un recipiente, prima di sughero e poi di ferro equivalente a 20 litri = una cuàrra. Curiosità: per il grano si usava la "mesura a rasu" (a raso), per altri prodotti della terra, ad esempio, fave, piselli, ceci, mandorle, "a cùccuru, cioè con la "misura" ben ricolma. Ricordo che quando ero bambino, ho 63 anni - 2008, si usavano ancora queste "misure", ma per non incorrere nell'errore ho chiesto ragguagli a mia madre, che ne ha quasi 90, ma con tutte le "misure" ancora ben sistemate nel suo cranio!
CARRACOI Carracoi è tipico di Barisardo nell'Ogliastra in Sardegna, sembrerebbe derivare da soprannomi originati dal vocabolo sardo carracolu (lumaca), che deriverebbe a sua volta dal termine spagnolo caracol (lumaca).
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
CARRACOI: cognome raro presente in 27 Comuni italiani, di cui 16 in Sardegna: Villamar 31, Bari Sardo 27, Villasor 9, Gonnosfanadiga 3, etc. Su carrancòni è sinonimo di su cancaròni. Deriva dal latino canchalus e significa rampino, gancio, di legno o di ferro. Potrebbe essere riferito al mestiere del capostipite; o al suo carattere, nel significato di spigoloso, aspro, duro. Non l'abbiamo riscontrato nelle carte antiche da noi consultate.
CARRADA Carrada, assolutamente rarissimo, sembrerebbe tipicamente sardo del sudest dell'isola.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
CARRADA: sa carràda è la botte; una carràda de binu = una botte di vino; è sinonimo di cuba o cupa, o cupone/iuna/u carradèdda/u = una piccola botte(carratello in toscano). Viene dall'italiano antico carrata. Si tratta di un cognome raro, presente in 10 Comuni italiani, di cui 5 in Sardegna: Quartu 5, Elini 3, Cagliari 2, etc. Non l'abbiamo trovato come cognome negli antichi documenti della lingua sarda, in nostro possesso. Il vocabolo carrata, di probabile provenienza toscana, diventato in lingua sarda carràda è presente nella Carta de Logu (XIV° secolo), al capitolo 127, riga 42: cuba de vjno ouer carràda.
CARRADORI Presente in tutto il centro nord, particolarmente nella fascia centrale si individuano ceppi nelle Marche, in Toscana e nel Lazio, l'origine potrebbe essere un soprannome relativo alla professione di costruttore di carri (carradore).
CARRAFFA
GARAFFA
GARAFFO
GARRAFFA
GARRAFFO
Carraffa è specifico di Palermo, Garaffa ha un ceppo a Modica e Ragusa nel ragusano, a Trapani ed Erice nel trapanese, a Rosolini nel siracusano ed a Palermo, Garaffo ha un piccolo ceppo nel catanese, a Biancavilla e Catania, Garraffa ha un ceppo calabrese, a Crotone e Cutro nel crotonese, ed uno siciliano, a Palermo ed a Marsala nel trapanese, Garraffo ha un ceppo nel catanese a Paternò, Catania e Giarre, ed a Favara e ad Agrigento nell'agrigentino, tutti questi cognomi dovrebbero derivare da soprannomi basti su di un'alterazione del termine arabo garraafah, che ha sia il significato di vaso od orcio, che quello di macchina agricola di sollevamento dell'acqua, costituita da una serie di secchi o vasi fissati su di una ruota.
CARRAMUSA Carramusa è specifico di Palermo, dovrebbe derivare dal nome della località di Karamus in Turchia, paese che ha dato origine anche a cognomi in quella terra, e che potrebbe indicare capostipiti cristiani fuggiti con l'arrivo dei saraceni, ma potrebbe anche derivare da un'alterazione del termine ebraico Hazar-susah (mangiatoia o ricovero per cavalli), ed anche cittadina in Palestina.
CARRANO Carrano è tipico della zona tra napoletano ed alto salernitano, dovrebbe derivare da nomi di località di cui abbiamo un esempio a Solofra (AV) dove si trova un campo Carrano.  Tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Napoli nella seconda metà del 1700 con Don Michele Carrano governatore d'Ischia.
integrazioni fornite da Leonardo Delli Giudici
Carrano è un cognome preso da località. Invero, già nel vecchio testamento si rinviene in Mesopotania la città di Carran. Località Carrano esistono un po in tutta la Campania: a Teano (CE), a Solofra (AV) , a Teggiano (SA) esiste la località Carrano o Carrani. Anche in Calabria esiste un casale ovvero una frazione di Colosimi (CZ) chiamata Carrano, a Contursi (SA) esiste una località Carrano che ha dato nome anche ad un viadotto dell'autostrada. Sempre nell'avellinese esiste Cairano castello che nelle carte geografiche del 1600-1700 è chiamato Carrano. Per alcuni deriva da un termine di origine semitico da Car che significa roccia, picco elevato, ma anche, rocca. Di origine Imperiale, il cognome Carrano deriva certamente da qualche individuo che possedette una signoria con tal nome. Nel avellinese e nel salernitano, in particolare nella piana del Sele, è largamente attestata la gens latina Carania, probabilmente derivate dal nome latino Cairus, di cui al successivo suffisso di appartenenza -anus, divenuto Cairanus e forse carranus, se non anche caranus.  La diffusione di questo cognome è connessa alla dominazione Normanna. E' noto che i conquistatori normanni solevano prendere il nome dal luogo cioè dal predio che signoreggiavano, come accaduto per moltissime famiglie es. Aquino, Sanseverino, Marzano, Rota, de Capua, Santomango o Santomagno, Savoia, d\'Aragona, de Pagani, Avella, Castocucco, ecc. ecc.  Durante la dominazione normanna, Cairano (AV) fu feudo di sei cavalieri che potrebbero averne preso il nome, successivamente a seguito di metatesi, ma anche di errori di trascrizione, cambiamenti linguistici, fonetici ed a volte anche dialettali, divenuto Carrano.  Nel 1292 il Capitano a guerra del principato citeriore (Salerno) fu un tale Giovanni di Cahurano, Chaurano ovvero Caurano,  antico francesismo linguistico dell'angioino provenzale-durazzesco Carrano, come accaduto ad esempio per  Bhauden, de Bauden, Baudino, Bodino, o ancora per de Baux, de Baucio, del Balzo e tante altre famiglie nobili, come i d'Alitto, che in origine si chiarono de Letto, de Lechto nel periodo angioino, de Lecto, di Alicio nel periodo Federiciano, di Alicto, e d'Alitto o ancora per i Curiale divenuti Coriale, Curriale, Corriale e Correale. A sostegno della probabile origine normanna, la circostanza che una famiglia nobile Carrano è documentata dal Crollalanza nel suo Dizionario Storico Blasonico anche in Sicilia, purtroppo senza indicarne la città dove fu stanziata e le cariche dei suoi esponenti.  E' certo comunque che una famiglia nobilissima Carrano, di cui il primo è il citato capitano a guerra nel 1292, è fiorita nel Salernitano, a Diano diramandosi anche nel Cilento. Tale famiglia vanta dei vescovi, moltissimi cavalieri tra i quali alcuni cavalieri della religione Gerosolimitana, di Rodi, di Malta, magistrati, abati, generali. Proprio in questi luoghi il cognome è molto comune. Probabilmente dovuto alle antichissime usanze di conferire ai Villani cioè ai vassalli, nonché ai famigli cioè coloni, servitori, assoldati, ecc. il cognome del Signore e di conferire ai trovatelli i cognome della famiglia più in vista, usanza misericordiosa tutta Italiana largamente nota. Ritengo che sia difficilissimo dire qualche cosa di certo circa la primaria origine del cognome Carrano. La spiegazione che mi appare più logica e convincente è, che il vocabolo, che per alcuni significa roccia, sia di origine mesopotamica e semitica derivi proprio dalla città di Carran più volte menzionata nel vecchio testamento nella genesi cap.11. Infatti, si dibatte sulla provenienza di Abramo, alcuni lo dicono di Ur altri lo dicono di Carran. Comunque da Carran partirono moltissimi esodi (migrazioni). Gruppi di abitanti di Carran potrebbero essersi fermati in molti posti dell'Europa del nord e del sud. Tali grappoli o gruppetti di comunità potrebbero aver dato il nome alle località Carran o Carrano. Come detto  persone singole e gruppi di persone potrebbero averne preso il nome anche in epoca latino-romana e tardo imperiale come Cairus, da Cairanus o Carranus o Caranus e così via nelle varie lingue di origine latina, come Italiano, Francese, Inglese ed Irlandese. Dopo la caduta dell'impero romano e l'avvento delle dominazioni barbariche di Ostrogoti, Visigoti e Goti, in Italia, dobbiamo attendere i longobardi per vedere timidamente rispuntare i cognomi, e tale usanza diverrà regola solo con i normanni e gli svevi. I cavalieri normanni in particolare, lo ripetiamo, presero il nome dal luogo signoreggiato. Così se, Carran, Carine, Karran, Caronet, Cheronnet e Cheroneau sono le varianti Francesi, Inglesi, Soczzesi e Irlandesi di Carrano, anche Chaurano, Cahurano, Caurano, carano e Cairano di Carrano in Italia.
CARRARA Presente in tutt'Italia, particolarmente al nord ed in Sicilia ed in provincia di Napoli, può  derivare da toponimi diffusi nella penisola, quali Carrara (LT) -(MS) - (PD), traccia di questa cognominizzazione si trova a Bergamo dove è registrato nel 1603 un testamento di un certo Giovanni Paolo Carrara.
CARRARINI Cognome abbastanza raro, che sembra avere due nuclei distinti, nel veronese, che dovrebbe derivare da un diminutivo di un soprannome legato al mestiere di carrarius (carraio = costruttore o guidatore di carri), e nel Lazio, probabilmente derivato dal toponimo Carrara.
CARRARO Particolarmente concentrato al nord e nel Veneto in particolare, dovrebbe derivare dal mestiere di carrarius (carraio = costruttore o guidatore di carri).
CARRATA
CARRATO
CARRATU
CARRATU'
Carrata, quasi unico, sembrerebbe specifico del barese, Carrato ha presenze nel napoletano e salernitano ed un ceppo a Mazara del Vallo nel trapanese, Carratu, estremamente raro, è del salernitano, Carratù è tipicamente campano, del salernitano a Mercato San Severino, Cava de' Tirreni, Salerno, Castel San Giorgio, San Marzano sul Sarno, Roccapiemonte, Nocera Inferiore e Nocera Superiore, di Napoli, di Montoro Inferiore nell'avellinese e di Aversa nel casertano, tutti questi cognomi dovrebbero derivare da soprannomi basati sul termine dialettale meridionale arcaico carrata, un'unità di misura per il vino corrispondente ad una botte piccola o ad un quarto di botte grande.
CARRAU vedi CARAI.
CARRAVIERI Carravieri, molto raro, ha un ceppo a Crespino nel rovigoto ed uno in Alto Adige, di origine etimologica oscura.
CARRERA
CARRERI
CARRERO
Carrera è concentrato in Lombardia ed in particolare nella provincia di Brescia ha dei ceppi anche in provincia di Taranto, di Catania, di Napoli e di Roma, Carreri, specifico del mantovano, di Porto Mantovano, Mantova e Roncoferraro, ha un ceppo anche a Milano, Carrero, oltre che nel mantovano, è presente anche in modo significarivo a Santa Vittoria d`Alba (CN), dovrebbero tutti derivare dal mestiere di carrarius (carraio = costruttore o guidatore di carri) modificato dal dialetto.
CARRERAS Carreras è tipicamente sardo, di Gonnosfanadiga e Gusoini nel Medio Campidano e di Cagliari, con un ceppo anche a Napoli, dovrebbe derivare dal termine sardo logudorese carreras (strade), forse ad indicare il fatto che il capostipite abitasse in prossimità di una strada principale.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
CARRERAS: significa carriera >di cavallo o comunemente strada, ma anche pascolo, cioè luogo calpestato da animali, da pecore nella maggior parte dei casi: in sa carrèra de (espressione comune).nel pascolo di.dove pascola il tale..E'un termine assolutamente spagnolo o catalano; e deriva dal latino carrus = carro. La "carriera" oggi è la via scelta e seguita nell'impiego, nella professione, negli studi, ma in origine era lo spazio assegnato alla corsa dei cavalli con i carri. Il termine sardo comunque arriva direttamente dalla Spagna, anche come cognome. L'abbiamo trovato inoltre tra i firmatari della Pace di Eleonora LPDE, del 1388,  anche se in uscita leggermente diversa: Carreres Arnaldus, juratus Castri Callari (della città fortificata di Cagliari - Casteddu = Castellum > Castello). Attualmente il cognome è presente in 41 Comuni italiani, di cui 21 in Sardegna: Gonnosfanadiga 37, Cagliari 27, Guspini 17, Quartu 11, etc. Non sappiamo che relazione ci sia tra i Carreras del Continente e quelli dell'Isola. I Carreras di Gonnosfanadiga (attualmente i più numerosi) dicono che il loro capostipite proveniva da Cagliari. Non sappiamo altro, se non che in Spagna è cognome abbastanza comune ed è presente in ben 38 Stati USA!
CARRESE
CARRESI
CARRISE
CARRISI
Carrese è tipicamente campano, di Castellammare di Stabia e Napoli nel napoletano e di Limatola nel beneventano, Carresi invece è toscano, di San Giovanni Valdarno e Montevarchi nell'aretino, di Firenze e di Follonica e Grosseto nel grossetano, Carrise è praticamente unico, Carrisi è specifico del Salento, di Vernole, Trepuzzi, Lecce, Alezio e Seclì nel leccese, di San Pietro Vernotico nel brindisino e di Taranto, dovrebbe derivare da soprannomi originate dal termine dialettale arcaico carrese o carrise, utilizzato per definire le gare di carri tirati da coppie di buoi, ma anche il carro stesso ed il conducente di questo tipo di veicoli.
CARRI
CARRO
Carri ha un ceppo lombardo a Milano e Cremona, uno a Reggio Emilia e nel reggiano ed uno a Firenze e nel fiorentino, Carro ha un ceppo a Rudiano nel bresciano ed a Bollate nel milanese, ma il ceppo principale è a La Spezia e nello spezzino ed a Genova, ha ceppi in Campania nel salernitano a Laurito e Roccagloriosa ed a Napoli, pur considerando la possibilità di una derivazione da modificazioni dialettali del cognomen latino Carus (vedi CARO), l'ipotesi più probabile è quella che derivino dal mestiere di carrettiere svolto dal capostipite.
CARRIERO Decisamente del sud con area di origine tra la Puglia e la Basilicata, dovrebbe derivare dal mestiere di carrarius (carraio = costruttore o guidatore di carri) modificato dal dialetto.
CARROGA
CARROGU
Carroga è quasi unico, Carrogu, estremamente raro, è tipico del cagliaritano, potrebbero derivare da un soprannome originato dal vocabolo sardo carroga (cornacchia), ma è pure possibile che la radice derivi da variazioni del vocabolo sardo carrogheddu (corbaccio) anche tipico strumento musicale del cagliaritano.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
CARROGA; CARROGU: carròga, corròga, corrànca, corràncra, corriònca. È la cornacchia, dal latino cornacula. Qui in Campidano distinguiamo sa carròga niedda (la cornacchia nera) da sa carròga bràxa (la cornacchia grigia). Da bambini, vedendo le cornacchie nere in volo, ci veniva spontaneo lo scioglilingua: "Crò, crò, crò, stallamincèdda e lassàda a co'"! Su carrògu mannu era anche (senza offesa) il vicario, per il suo abito nero; is carrogheddus erano invece i seminaristi. Tottu accorroncàu,  significa vecchio/a e brutto/a come una cornacchia. Non li abbiamo trovati nelle carte antiche, del resto si tratta di cognomi spregiativi derivati molto probabilmente da soprannomi. Sono molto rari e quasi esclusivamente sardi. Carroga è presente in 3 Comuni italiani, di cui 1 in Sardegna: Samassi 3. Carrogu è presente in 13 Comuni italiani, di cui 9 in Sardegna: Iglesias 13, Sardara 12, Fluminimaggiore 11, etc. In molte parti del Campidano sono comunque presenti come soprannome.
CARRONE
CARRONI
Carrone ha un piccolo ceppo nel nuorese, in particolare ad Irgoli ed Oliena, ed uno nel brindisino soprattutto a Carovigno, San Vito dei Normanni, Fasano, Latiano e Ceglie Messapica (vedi anche CARONE), Carroni è tipicamente sardo, di Nuoro in particolare, ma ben presente anche ad Oliena e Siniscola, i ceppi sardi potrebbero derivare da soprannomi originati dal termine sia logudurese che campidanese carròne (garretto, tallone), forse ad indicare che il capostipite corresse molto velocemente.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
CARRONE; CARRONI: su carrone o su carroni in logudorese quanto in campidanese significa tallone, calcagno e proviene dal celtico garra (vedi anche GARRONE diffuso come cognome soprattutto in Piemonte). È ben vero che il catalano garrò ha per lo più lo stesso significato. Due sono quindi le ipotesi: che si tratti di un cognome importato dalla Spagna, o che invece provenga dal Piemonte, dove, come detto, è diffuso Garrone. Non abbiamo trovato il cognome nelle carte antiche della Sardegna. Carrone è presente in 52 Comuni italiani, di cui 8 in Sardegna: Irgoli 14, Oliena 9, Galtelì 9, Nuoro 6, etc. Carrone ha un ceppo consistente anche in Puglia, ma non sappiamo con quale significato ed etimo: potrebbe indicare un grosso carro, ad esempio. Carroni è presente in 30 Comuni italiani, di cui 14 in Sardegna: Nuoro 74, Siniscola 13, Ortacesus 21, etc.
CARROZZA
CARROZZI
CARROZZINI
CARROZZINO
CARROZZO
Carrozza è diffuso in tutto il centrosud, Carrozzi è specifico della città de L'Aquila e di Roma, Carrozzini ha un ceppo romano, uno nel leccese a Galatina, Sogliano Cavour, Maglie, Lecce e Veglie, ed uno Carrozzino ha un ceppo a Genova ed a Taggia nell'imperiese ed uno nel cosentino a Belvedere Marittimo soprattutto, a San Nicola Arcella, a Buonvicino e ad Acquappesa, ed uno a Scalea nel cosentino, Carrozzo è tipicamente pugliese, delle provincie di Lecce, Brindisi e Taranto, potrebbero derivare, direttamente o tramite ipocoristici, da soprannomi formati dal vocabolo carrozzo (antica unità di misura per solidi) o legati ad un certo carro o ad un evento che ricordava un carro modificato dal dialetto, o anche dal fatto di condurre il capostipite una carrozza. Troviamo tracce di queste cognominizzazioni a Mesagne nel brindisino fin dalla seconda metà del 1600 con il mastro muratore Antonio Carrozzo originario del barese, chiamato per costruire una "Piscina nuova per conservare gli oli" e  sempre nella seconda metà del 1600 a Varese Ligure nello spezzino troviamo tra i consiglieri tali Cesare Carrozzi e Tommaso Carrozzi.
CARRUBA
CARRUBBA
Carruba, molto raro, è tipico del nisseno ed è probabilmente dovuto ad errori di trascrizione del cognome Carrubba che è molto presente in tutta la sicilia meridionale, nel siracusano in particolare, derivano ovviamente da soprannomi originati dal frutto della carruba a sua volta derivato dal vocabolo arabo charrub.
CARRUCCIO
CARRUCCIU
Carruccio, estremamente raro, sembrerebbe piemontese, Carrucciu è tipicamente sardo, di Cagliari, Assemini e Selargius nel cagliaritano, di Assolo nell'oristanese e di Sorso nel sassarese.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
CARRUCCIO; CARRUCCIU; (CARRUCA; CARRUGA):  su carrùcciu o carrutzu è il carretto per bambini, usato anche come "scappapèi" = girello, per imparare a camminare. Ma su carrùcciu è anche il rocchetto: spagnolo garrùcha. Viene dall'italiano carro o meglio dal latino carrus = carro da trasporto a 4 ruote. Nelle carte antiche non abbiamo trovato né Carrucciu, né Carruccio, invece è presente Carruca (in sardo significa carro leggero e viene dal latino carruca = carrozza, carro leggero. Ma in Campidano is carrùgas sono dette le anche, cioè la regione lombare: seu tottu scarrugàu = ho i lombi a pezzi, "tutto slombato". Nel condaghe di San Nicola di Trullas, CSNT, XI°, XIII° secolo, figura, Carruca Janne (177), in una compera: comporaili assu Cane(nome) pede (un quarto del diritto di lavoro)de Iusta Plana, sorre (sorella) di Janne Carruca; e deivili (gli diedi in cambio) .I. mesa libbra de argentu laborata(mezza libbra di argento lavorato), pro cussa e pro atteru debitu ki li avea(per lei - in cambio di - e per altri debiti). Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, CSMB, XI°, XIII° secolo, è citato, come testimone, Carrùca Gunnari, priore di San Paolo di Sinnas, (173), in una lite (kertu) per la servitù: in nomine domini amen. Recordationem facio pro Maria Capra, ka se rebellait dessu serbthu de sncta Maria et addonniscaitse a  Petru Zuckellu, armentariu de Mandra Ulisay.(poiché si è ribellata al servizio di santa Maria e si è messa a disposizione di Petru Zuckellu, armentariu (amministratore etc.) Testes: .Gonnari Karrùca, priore de sancto Paule de Sinnas.Il cognome Carrùga o Carrùca, non è più presente negli elenchi anagrafici italiani, ma, ad esempio, qui in questo piccolo borgo della Sardegna, Gonnosfanadiga, Carrùga è ancora presente come soprannome, in riferimento, molto probabilmente all'esistenza del cognome, ormai scomparso: vi sono altri casi simili. Attualmente il cognome Carrucciu è presente in 61 Comuni italiani, di cui 24 in Sardegna: Cagliari 62, Assolo 16, Selargius 15, Assemini 12, etc. Carruccio è presente in 9 Comuni italiani, di cui 2 in Sardegna: Cagliari 2, Laerru 2.
CARRUS Carrus è tipicamente sardo, diffuso nel cagliaritano a Cagliari, Orroli, Nurri e Capoterra, nel nuorese ad Oliena, nell'oristanese ad Oristano, Cabras, Bosa e Narbolia, e nel carbonense a San Giovanni Suergiu, Carbonia e Domusnovas, dovrebbe derivare da un soprannome stante ad indicare nei capostipiti dei carrettieri o dei fabbricanti di carri.
CARSANA
CARSANI
CARSANO
Carsana è specifico dell'area bergamasco, lecchese, di Carenno e Calolzio Corte nel lecchese, e di Calcinate, Bergamo, Seriate e Grassobbio nel bergamasco, Carsani, quasi unico, parrebbe dell'area comasca, Carsano, assolutamente rarissimo, è specifico dell'alessandrino, questi cognomi dovrebbero derivare da un soprannome dialettale basato sul vocabolo dialettale lombardo arcaico carsan (lievito, ma per estensione anche una sorta di schiacciata di pasta di pane morbida), forse ad indicare un pastore o un lavoratore dei campi che basasse la propria alimentazione proprio su quel tipo di alimento.
CARSETTI
CARSI
CARSINI
CARSINO
CARSO
Carsetti ha un ceppo marchigiano a Matelica ed Esanatoglia nel maceratese e a Fabriano nell'anconetano, Carsi, molto molto raro, è del centronord, Carsini e Carsino sono praticamente unici, Carso, estremamente raro, sembrerebbe meridionale, dovrebbero derivare direttamente o tramite varie forme ipocoristiche, dal nome ionico Carsus: "...Dionysius Syracusanus Tyrannus gloriari solitus est, Regnum se filio relicturum adamantinis catenis colligatum. Verum hae catenae facili negotio sunt ruptae, et filius regno pulsus, panem mendicare coactus est. Carsus Rex Lydorum potentissimus, et ditissimus, se ob divitias beatum praedicabat. Verum Solon ei recte respondebat: ...".
CARTA Presente massicciamente in tutt'Italia, presenta delle zone d'elezione quali la Sardegna, la Sicilia orientale, la Liguria ed il vicentino, ma non sono da escludere altri ceppi in Campania, Lazio e Piemonte, dovrebbe derivare da un mestiere, o quello del cartaio (produttore o venditore di carta) o quello di lavorare con le carte.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
CARTA: sia in logudorese che in campidanese abbiamo carta: dall’italiano carta – dice il Wagner, nel DES, ma noi non siamo d’accordo, perché la voce carta, come pure il cognome Carta, sono presenti, nei documenti medioevali della lingua e della storia della Sardegna, prima che entrasse nell’isola la lingua italiana; per noi deriva direttamente dal latino charta, termine inteso più che altro come carta particolare, quindi come documento scritto, libro od altro. Per indicare la carta comune in sardo diciamo su papìru, dal latino papyrus, o su papèri dal catalano paper. Ancora oggi nonostante “l’italianizzazione” del sardo, usiamo il termine papèri per indicare la carta comune e non solo: ad esempio in cartolibreria chiediamo: fòlius de papèri po scrì, papèri po paccus, etc. – fogli di carta per scrivere, carta per pacchi, etc. Per la carta bollata, essendo carta specifica, usiamo le due voci: carta bullàda o papèri bullàu; termine ricorrente anche nella Carta de Logu di Arborea del 1384 > al capitolo XXV – Dessas Cartas bullàdas e non bullàdas chi s’hant’a presentari a sa Corti…E così anche nel Condaghe di San Nicola di Trullas, ai capp. 80, 140, 262, 270, 286, etc. troviamo la voce carta o più spesso “cartas” per indicare un documento; e “carta bullàta” per designare un documento munito di sigillo. Etc. etc. Anche per le carte da gioco, il termine usato in tutta la Sardegna è “carta” o “cartas” de briscola, de scopa od altro. Come anzidetto il cognome Carta è presente nei documenti antichi della lingua e della storia della Sardegna. Tra i firmatari della cosiddetta Pace di Eleonora, LPDE del 1388, troviamo: Carta (de) Leonardo, jurato(guardia giurata, collaboratore del majore – sindaco) ville Floxio, * Floxio…odierna Flussio. Contrate Castri Montis de Verro ; Carta Antonio, majore(sindaco, amministratore di giustizia) ville Sindìa, * Sindìa...odierno Sindìa. Contrate Castri Serravallis; Carta Arçoco, majore(sindaco, amministratore di giustizia), ville Nuor* Nuor…odierna Nuoro. Curatorie Dore; Carta Comita, jurato(guardia giurata) ville Solarussa, * Solarussa …odierno Solarussa. Campitani majoris; Carta Elia, curie de Sacargia, * Curie de Sacargia…curia di Saccargia: distrutto – presso Codrongianus (Spano); Carta Gonario, jurato ville Oltai, * Oltai…odierna Olzai. Barbagie Ollolai et Curatorie Austis; Carta Grandu, jurato ville Seneghe, * Seneghe…odierno Seneghe(Contrate Partis de Milis); Carta Guantino, jurato ville Pauli, * Pauli… Gerrei …odierno San Nicolò Gerrei. Contrate Marmille; Carta Guantino, jurato ville Urune, * Urune…attuale Orune ( Oruni). Curatorie de Anella; Carta Joanne – ville Terrenove, ** Terranova et Fundi de Montis (Olbia e Monti). Sempre De Yola Petro et Filio Guantino di Sassari, notai imperiali( 15 – gennaio – 1388). Habitatoribus Fundi Montis...XV Januarii 1388; in posse-. Carta Joanne, majore(amministratore di giustizia) ville Oçana, * Oçana…odierno Ottana- Curatorie Dore; Carta Joanne, Mole de Posata, * Mole de Posata…odierno Posada: Carta Joanne, ville Semestene, * Semestene...odierno Semestene. Curatorie de Costa de Valls ; Carta Juliano, ville Guilciochor, * Guilciochor…villaggio distrutto, conosciuto col nome di Borticoco: diocesi di Ottana - Curatorie de Anella; Carta Juliano, ville Leunelli, * Leunelli…odierno Neonelli. Contrate Partis Varicati – Barigadu; Carta Mario – ville de Biti, * Biti…Bitti ( Contrate Montis Acuti); Carta Matheo, jurato ville Ogiastra, * Ogiastra…Ollasta Usellus; Useddus - Partis de Montibus; Carta Nicolao – ville de Sorefa. * Sorefa…distrutto per Spano( Contrate Montis Acuti); Goreai o Gorofai (esistente); Carta Parasoni, jurato ville Lodine, * Lodine…odierna Lodine ; Carta Suacheso, jurato ville Meana, * Meana…odierno Meana. Mandrolisay o Barbagia di Belvì. Nel Condaghe di San Michele di Salvennor, CSMS, XI, XIII secolo (non abbiamo l’originale, ma la traduzione in spagnolo), al capitolo 335, troviamo, Comita Carta: - Yo el Abat Luteri ago memoria(ricordo che)  que di a Gantin Arri Uaca que era de la Casa de San Miguel de Salvennor para guardar y para boluerme en dineros quinçe libras  y oro que monta dies libras y un Cobertor Colorado de valor de honçe bisantes. Todo lo qual le di para guardar (per guardare in casa di)en casa de Comida Carta suegro(suocero) de Gantin Meloni sierve de San Miguel de Salvennor y de Pedro Sella…> ritroviamo(il medesimo) Comida Carta al capitolo 165 del Condaghe di San Pietro di Silki, CSPS, XI, XIII secolo, come teste in una donazione (postura): Positinke Comida de Liios Mannu, a Scu. Petru de Silki .VI. sollos de vinia, tenende (confinante) assa de Gosantine Canbella, capithale assa nostra (confinante col nostro “capithale” = tratto libero ai lati della vigna). Tra i teste troviamo Comida Carta; e così anche al cap. 167: un acquisto (compòru). Ancora nel Condaghe di San Michele, al capitolo 327, troviamo Pedro (Petru) Carta De Ligios (de Liios), citato come teste, in una lite( “pleite” in spagnolo “kertu” in sardo)) per il possesso della terra: - Yo el Abat Titju de Salvennor pleitehe(kertai) con Gavino Setta de Ploaghe en Corona(tribunale) de Ithoccor de Querqui (Kerki) Curador (amministratore)Fiolinas (Florinas) por las tierras de San Miguel que estan en Valle de Viliq…tra i testes è citato appunto Pedro Carta de Ligios: testes de todo esto(testimoni di tutto questo): Gunari de Thori y Pedro Carta De Ligios y Gosantin Pala Clerigo de Qudrongianos (Codrongianus) y Gitilesu de Varro, y Marian de Palmas.  Sempre nel CSMS sono citate altre tre persone col cognome Carta: Francu Carta(211), Giorgia Carta (193 – in nota >Jorgia Cata – tuttora pronunciamo Cata per Carta > Antoniu Cata, Lucianu Cata, ed anche “giogai a catas” = giocare a carte), Susana(sic) Carta (188 – 211) serva “intera”di San Salvador, citata anche nel Condaghe di San Pietro di Silki, CSPS al cap. 205: Kertai (Ego Massimilla apatissa de scu. Petru de Silki)pro servos de scu. Petru de Silki ki mi furun andatos  pro livertatos e non bolean faker  servithu ki fakean parentes issoro( ho citato in giudizio i servi di San Pietro che se ne erano andati ritenendosi liberi e non volevano più fare il servizio che facevano il loro congiunti...)…segue un elenco abbastanza lungo dei servi  (servos et ankillas), che si appropriano della libertà, contro la volontà del Convento. Pertanto l’appatissa, Massimilla, li cita in causa (in Corona – tribunale – del giudice Gunnari de Laccon) tutti quanti con l’accusa che si sono appropriati di un diritto non concesso. I servi auto liberatisi contestano persino il giudice, evidenziando di aver prodotto le carte necessarie per la liberazione. Segue il dibattito…ed infine il lungo elenco dei servi che avevano dichiarato il diritto alla propria libertà, fra i quali è citata…Susana Carta, cum parte sua de su fetu; (con parte della sua prole). Nella storia ricordiamo inoltre: Carta Raspi Raimondo(Oristano 1893 – Cagliari 1965), storico, editore ed organizzatore di Cultura Sarda. Tra le sue opere migliori, oggi ancora valide, sono: Ugone III d’Arborea e le due ambasciate di Luigi I d’Anjou e i due Condaghi, di San Nicola di Trullas, CSNT XI, XIII secolo,  e di Santa Maria di Bonarcado, CSMB, XI, XIII secolo. Citiamo quindi Carta Antonio Giovanni, di Santulussurgiu, seguace di Giommaria Angioy e sostenitore della rivolta contro il regime sabaudo (vedi nel Web Giuseppe Concas – Almanacco di maggio > Carta Antonio Giovanni sacerdote). Ariuccio Carta(Bitti 1931 - ), politico, esponente della Democrazia Cristiana, parlamentare, sottosegretario in vari ministeri, ministro della Marina Mercantile. Carta Paolo(Serdiana 1907 – Cagliari 1996) arcivescovo dell’archidiocesi di Sassari dal 1962 al 1982. Carta Pietro Paolo vescovo della diocesi di Tempio dal 1764 al 1771. Carta Sebastiano, vescovo della diocesi di Bosa dal 1627 al 1630. Infine citiamo Maria Carta (Siligo 1934 – Roma 1994) cantante > una tra le più “belle voci” della Sardegna. Attualmente il cognome Carta è presente in 956 Comuni italiani, di cui 291 in Sardegna: Sassari 1060, Cagliari 807, Olbia 368, Oristano 355, Quartu 299, Nuoro 250, Siniscola 229, Iglesias 188, etc. Nella penisola Roma ne conta 733, Genova 216, Milano 187, Torino 174, Palermo 165, etc.
CARTAGINESE
CARTAGINESI
Sia Cartaginese che Cartaginesi sono cognomi assolutamente rarissimi, potrebbero essere originari di Cartagena città spagnola situata nella comunità autonoma di Murcia ed esserne quindi l'etnico.
CARTECHINI Cartechini è marchigiano, specifico del maceratese, di Corridonia, Macerata, Montecassiano, Treia, Civitanova Marche e Pollenza, di origini etimologiche oscure.
CARTEI Cartei è tipicamente toscano, di Firenze e Prato soprattutto, dovrebbe derivare dal nomen latino Carteius citato ad esempio da Cicerone in una sua lettera al proconsole Caio Cassio: "...Nunc te cohortatione non puto indigere ut nos absentis remque p. quantum est in te, defendas. Scire te volo firma praesidia vobis senatuique non deesse, ut optima spe et maximo animo rem p. defendas. Reliqua tecum aget  Lucius Carteius, familiaris meus. Vale D. Nonis Martiis a.u.c. 711 ex castris Taricheis.".
CARTER
CARTERA
CARTERI
CARTERO
Carter, quasi unico, è veneto, Cartera, anch'esso quasi unico, sembrerebbe siciliano, Carteri ha un ceppo a Valeggio sul Mincio nel veronese al confine con il mantovano ed uno a Brancaleone ed Africo nel reggino, Cartero, che sembrerebbe proprio unico, è del genovese, le ipotesi possibili sono due, la prima è che i cognomi derivino dal nome tardo romano Carterius, di cui abbiamo un esempio in San Carterius, prete di Cesarea in Cappadocia, che venne martirizzato sotto Diocleziano, la seconda ipotesi è che invece i cognomi possano derivare dal mestiere di cartaio svolto dal capostipite.
CARTI Due le zone d'origine individuate, il Trentino e La provincia di Roma, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale legato al mestiere, o quello del cartaio (produttore o venditore di carta) o quello di lavorare con le carte.
CARTURA Cartura, molto molto raro, è tipico di Rovigo e del rovigoto, dovrebbe derivare dal nome del paese di Cartura nel padovano, probabile luogo d'origine della famiglia, il toponimo dovrebbe prendere il nome da una qualità di pietra istoriata tipica del luogo.
CARUBINI
CARUBINO
Carubini è specifico del perugino, di Gubbio e Umbertide, Carubino sembrerebbe unico, dovrebbero derivare dal nome medioevale Carubino, una forma arcaica del più comune Cherubinus (vedi CHERUBINI), a Perugia, nella prima metà del 1400, troviamo il capitano di ventura Carubino degli Ermanni o della Staffa (1398? - 1445) Signore di Città della Pieve e cognato di Braccio di Montone.
CARUCCI
CARUCCIO
Carucci sembra avere molti ceppi, in Puglia, in Campania e nel Lazio, Caruccio, molto raro, è tipico del salernitano, dovrebbero derivare dal nome medioevale Carutius o Caruccius, di cui abbiamo un esempio nel Codice Diplomatico della Lombardia medievale sotto l'anno 1173 leggiamo in un atto: "...septem quos debent Galutius et Carutius de Lambrate...".
CARUGATI Tipico del nordmilanese, varesotto e comasco, deriva dal toponimo Carugate (MI), tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Milano fin dal 1100, infatti nel XII° secolo furono ammessi al Patriziato milanese, il casato annoverò nel tempo ambasciatori e, nella seconda metà del 1600 anche un Capitano di Giustizia di Milano.
CARUGGI Tipico di  Jerago Con Orago (VA) e del varesotto è molto raro.
CARUGNI
CARUGNO
Carugni, praticamente unico, dovrebbe essere il prodotto di un'errata trascrizione del cognome Carugno, che ha un ceppo a Sulmona nell'aquilano, a San Salvo nel teatino ed a Pescara, un ceppo a Isernia ed uno a Roma ed a Castelliri nel frusinate, e che dovrebbe derivare da un soprannome dialettale riferito alla località di Colle Caruno nel teramano in Abruzzo, probabilmente il luogo d'origine dei capostipiti.
CARULLI
CARULLO
Carulli ha un ceppo abruzzese, soprattutto nel teatino e nel teramano, ed uno pugliese nel barese in particolare, con piccoli ceppi anche nel napoletano, nel potentino e nel messinese e catanese, Carullo ha un ceppo romano, uno ad Orsogna e Giuliano Teatino nel teatino, uno ad Avellino, Monteforte Irpino e Aiello del Sabato nell'avellinese, a Napoli ed a Sant'Angelo d'Alife nel casertano, un piccolo ceppo a Martirano nel catanzarese ed a Polistena nel reggino, ed uno altrettanto piccolo in Sicilia a Palermo ed a Forza d'Agrò nel messinese, dovrebbero derivare dal cognomen tardo latino Carullus, una forma ipocoristica del più diffuso cognomen Carus (vedi CARO).
CARUSIO Molto raro è specifico napoletano, dovrebbe derivare dal praenomen latino Carusius di cui si ha un esempio con Marcus Carusius governatore romano della Britannia nel III° secolo d.C.  Tracce di questa cognominizzazione le troviamo in un atto del 1610 redatto da Judice Joannes Carusius.
integrazioni fornite da Fabio Picolli
probabilmente discende dai Caruso; personaggi di rilievo sono stati: Enrico Michele (1528), Urbino; Giovanni Innocenzo, vescovo di Muro Lucano dal 1707 al 1718; appartiene a questa famiglia probabilmente anche Bartolomeo de Carusiis, detto da Urbino, professore di teologia a Parigi e Bologna, poi vescovo di Urbino (1347), amico del Petrarca che polemizzò con Marsilio da Padova e Guglielmo d'Occam.
CARUSI
CARUSILLO
CARUSO
Carusi ha un ceppo nel massese, uno tra pisano, fiorentino ed aretino, ma il nucleo principale è in Abruzzo e nel vicino romano, Carusillo è specifico del foggiano, di Lucera, Volturara Appula e Foggia, Caruso è un cognome diffusissimo in tutta Italia anche se si può ipotizzare una provenienza prevalentemente siciliana. La loro origine è, direttamente o tramite una forma ipocoristica dialettale, dal vocabolo, prima  dialettale e poi diffusosi in quasi tutta la nazione, caruso (ragazzo, garzone).
integrazioni fornite da Fabio Picolli
i Caruso discendono dal cavaliere Pier Fortugno che nel 1026 espugnò la città di Nocera dei Pagani travestendosi da saraceno e rasandosi il capo, purtroppo vi perse la vita. Da allora fu ricordato come il Cavalier Caruso, cioè rasato. I Caruso si diramarono in tutta Italia dando origine a vari rami. ad essa forse si ricongiungono i Carusio ed i Carusi. Uno dei feudi di questa famiglia fu Spaccaforno (Sicilia).
ipotesi fornite da Stefano Ferrazzi
Sull'origine di questo cognome, in realtà, confluiscono almeno tre diverse ipotesi che, sommate l'una con l'altra, giustificano l'altissima frequenza di famiglie Caruso nel nostro paese (anche all'infuori del sud Italia).  Iniziando con la prima interpretazione, normalmente questo cognome viene ricondotto al termine caruso, che letteralmente significa ragazzo, ma un tempo veniva usato anche per indicare un giovane bracciante agricolo o, comunque, un giovane lavoratore (in alcune aree della Sicilia, per esempio, erano chiamati carusi i lavoratori alle miniere di zolfo): l'origine del vocabolo, infatti, va ricercata o nel latino cariosus, col significato letterale di cariato, tarlato e, in senso figurato, di rasato, dai capelli radi, o nel greco kara, cioè testa o, più propriamente, testa rasata; questo etimo, che avvicina il termine caruso al settentrionale toso (dal latino tonsus, cioè tosato), è dovuto a un antico costume secondo il quale i giovani dovevano portare i capelli molto corti, per meglio distinguersi dagli adulti.  Passando alla seconda ipotesi (già ricordata dal sig. Picolli), va detto che alcune famiglie Caruso sembrano provenire da un antico casato che ha come capostipite il cavaliere Pier Fortugno, meglio noto oggi col nome di Cavalier Caruso: per la precisione, non si tratta necessariamente di un rapporto di sangue col casato Caruso, ma anche di rapporti professionali o d'altro tipo intrattenuti con tale famiglia. Solo per curiosità, sembra che lo stesso cantante lirico Enrico Caruso (nato a Napoli nel 1873 e ivi morto nel 1921) discenda da questo ceppo familiare e, anzi, fu proprio lui che, all'inizio del '900, incaricò l'editore Antonio Vallardi di Milano di compiere una ricerca araldica sulla sua famiglia, da cui risultarono appunto queste origini (vedi anche il sito
http://www.museocaruso.it/mvc_gallerie/galleria1/foto_002.htm).  Per quanto riguarda invece la terza e ultima ipotesi (forse quella che meglio giustifica la vasta diffusione di famiglie Caruso nel nostro paese), in diversi casi questo cognome dovrebbe derivare dal nome medievale Caruso, da intendersi in uno dei significati sopraelencati, anche se più probabilmente in quello di giovane, ragazzo: allo stesso modo dei nomi Fante, Ragazzo, Toso, etc. (anch'essi caduti ormai in disuso), Caruso sembra nascere dapprima come soprannome e col tempo essere adottato come nome di persona (sul modello dei cognomina latini, molti dei quali vennero poi nominizzati).
CARUSONE Non comune è tipico del casertano, deriva dal termine dialettale caruso (ragazzo, garzone).
CARUZZI
CARUZZO
Caruzzi è specifico dell'udinese, di Attimis, Povoletto ed Udine, Caruzzo ha un ceppo piemontese a Nizza Monferrato nell'astigiano, un ceppo a Genova ed uno a Treviso, dovrebbero derivare, dal nome medioevale Carutius di cui abbiamo un esempio nell'Historia Brittonum: ".. Carutius postea imperator reedificavit, et .vii. castellis munivit inter utraque ostia; domumque rotundam politis lapidibus super ripam fluminis Carun, quod a suo nomine nomen accepit, fornicem triumphalem in victorie memoriam erigens, construxit ..".
CARVI
CARVINI
CARVINO
Carvi è assolutamente rarissimo, si individuano un antico ceppo valtellinese ed uno emiliano, romagnolo, Carvini e Carvino sono praticamente unici, dovrebbero derivare, direttamente o attraverso ipocoristici, da un soprannome originato dal termine latino carvus (cardo, carciofo), forse a ricordare che la famiglia coltivasse questo genere di ortaggi, è pure possibile che derivi dal nome celta Carvos (Cervo).
CARZELLA
CARZO
Il cognome Carzella, ormai praticamente scomparso in Italia, dovrebbe essere di origini pugliesi, dell'area barese, Carzo, assolutamente rarissimo, sembrerebbe del reggino, potrebbero derivare da un'italianizzazione ed alterazione dialettale del termine greco Καρτερός, karteros, che significa forte, solido, robusto, forse a caratterizzare una caratteristica fisica del capostipite, ma è pure possibile una derivazione da un soprannome originato dal verbo sempre greco χαρίζομαι, carizomai con il senso di colui che rallegra o che rende piacevole la vita con i propri favori.
CARZOLA
CARZOLI
Carzola, praticamente unico, sembrerebbe dello spezzino, Carzoli ha un ceppo sull'apennino emiliano, a Pievepelago nel modenese, con piccolole presenze nella vicina Toscana, a Barga nel lucchese ed a Castelfiorentino nel fiorentino, dovrebbero derivare dal nome del torrente Carzola, tra modenese e fiorentino, e di una località Case Carzola, nell'alto fiorentino appenninico.
CASA
CASE
Casa ha un ceppo nel vicentino, uno a Roma ed a Gaeta nel latinense, uno a Massa Lubrense ed a Sorrento nel napoletano ed in Sicilia ha vari ceppi sulla costa sudoccidentale, Case è tipico di Belluno e del bellunese, in particolare di Agordo, Gosaldo, Sevico e Selvazzano Dentro, dovrebbero derivare da nomi di località contenenti la radice Casa o che si riferiscano a particolari case.
CASABIANCA
CASABLANCA
Casablanca è tipico della provincia di Messina, Casabianca è più raro e sembrerebbe del catanese, potrebbero derivare sia da toponimi come Casabianca (TP) sia da nomi di località individuabili appunto dalla presenza di una casa bianca o dal fatto di abitare la famiglia in un casolare tutto bianco.
CASABONA Casabona ha un ceppo originario a Genova, uno a Livorno ed uno in Sicilia nella zona tra Enna, Caltanissetta e Catania, deriva dal nome di una località che per il ceppo siciliano potrebbe essere il toponimo Casabona (KR), ma anche più semplicemente indica l'appartenenza ad una casa accogliente, il ceppo toscano potrebbe originare dal botanico Giuseppe Goedenhuitze un Fiammingo che, trasferitosi nella seconda metà del 1500 in Toscana al servizio del Granduca di Toscana, italianizzò il proprio cognome appunto in Casabona.
CASABURI
CASABURO
Casaburi ha un ceppo nel napoletano e salernitano, uno tra catanese e siracusano ed uno nel barese, Casaburo è tipico del napoletano, di Frattamaggiore, Afragola, Frattaminore e Napoli, il casato Casaburi è molto antico e sembrerebbe di lontane origini spagnole, in un regio decreto dell'anno 1488 il Re Ferdinando I° d'Aragona cosi decide: "Bando et commandante da parte de illustrissimo prencepe don Ferrando de Rabona per la gracia de Dio di Sicilia, .... Et de li nobili et honorabili homini Thomasi Casaburi de la Cava, et Theseo Vapa de Napoli per la dicta Maestà commissarij ordinato allo infrascripto. In primis che non sia persone alcuna de quale si voglya stato, grado ed condenione nì regnicolo nì extere chi debba comparare seta et follichyi ne la provincia de prencepato citra nè in le citate terre, castelle et lochi de essa provincia senza expressa licencia de li sopradicti Thomasi et Theseo sopta pena de mille ducati di carlini ...".
CASACANDITELLA Casacanditella è specifico del Molise, di Guglionesi nel campobassano, dovrebbe derivare dal nome del paese Casacanditella nel teatino, che a sua volta dovrebbe derivare dalla presenza iniziale di una casa bianca (candida), paese da cui proveniva probabilmente il capostipite.
CASACCI
CASACCIA
CASACCIO
Casacci ha un ceppo nel cesenate, uno nell'aretino, in particolare a Sansepolcro ed uno a Città di Castello nel perugino, Casaccia sembra tipico del centro Italia, con un possibile ceppo nel genovese, Casaccio è molto raro, sembrerebbe originario del catanese, ma è pure possibile un ceppo nel catanzarese, dovrebbero tutti derivare da nomi di località.
CASADEI
CASADIO
Sono cognomi dell'Emilia e Romagna, potrebbero essere originati da soprannomi derivati dal nome di opere pie (probabilmente orfanotrofi). Tracce di questa cognominizzazione le troviamo nel Codice Diplomatico della Lombardia medievale a Milano sotto l'anno 1188 in una pergamena possiamo leggere: "...Interfuerunt Ardericus de Forte, Iohannes Cazadeum. Ego Vestitus iudex qui dicor de Gallarate hanc sententiam dedi et scripsi. Ego Iohannes Coallia notarius sacri palatii interffui et scripsi.".
CASAGLI
CASAGLIA
Casagli, decisamente toscano, ha un ceppo soprattutto nel senese, in particolare a Poggibonsi, Casaglia, abbastanza raro, ha un ceppo toscano nel fiorentino e senese ed uno nel perugino, dovrebbero derivare dai vari toponimi come Casaglia di Borgo San Lorenzo nel fiorentino, Casaglia di San Gimignano nel senese, Casaglia di Perugia nel perugino o altri simili, che dovrebbero tutti derivare dal termine latino medioevale casalia, forma plurale di casalium (casale, gruppo di case rurali).
CASAGRANDA Tipico trentino della Valsugana, in particolare della zona tra Trento e Bedollo, deriva da un soprannome originato dalle caratteristiche dell'abitazione della famiglia, quelli della grande casa.
CASAGRANDE Diffuso in tutto il centro nord ha la massima concentrazione in provincia di Treviso, ma esistono presenze notevoli anche in tutto il Veneto, nelle Marche ed Umbria, nel Lazio ed in Liguria, deriva da un soprannome legato alle caratteristiche della località (quelli della casa grande).
integrazioni fornite da Francesca
nel nord est è molto diffuso l'uso del cognome Casagrande ed è altrettanto diffusa e conosciuta la tesi per la quale si tratta di un cognome normalmente attribuito ad orfani, ai quali veniva dato questo cognome (e altri quali Della Pietà), proprio perchè gli stessi erano stati allevati nella casa grande per eccellenza: l'orfanotrofio.
CASALASPRO Tipicamente lucano, del materano, della zona di Tricarico e Pisticci, dovrebbe derivare dal toponimo Casalaspro (BN).
CASALATI Casalati, molto molto raro, è tipico dell'alto ferrarese, con un ceppo anche nel latinense, causato dall'emigrazione forzata di manovalanza dall'area del delta del Po, per la bonifica delle Paludi Pontine, dovrebbe derivare da un'origine contadina delle famiglie individuabili come quelle del casale (casa colonica, cascina), il suffisso -ati, nell'area ferrarese ed emiliana ha valore di appartenenza a qualcosa o anche quello patronimico di figli di.
CASALE
CASALI
Presente in tutta Italia Casale è maggiormente localizzato nell'Italia nord occidentale e in tutto il sud in particolare sul litorale tirrenico dell'Italia meridionale, mentre Casali è diffuso in tutto il centro nord. Questi cognomi dovrebbero derivare da toponimi molto diffusi quali: Casale (MI) - (PR) - (MN) - (CE) - (GR) ecc. o Casali (AQ), ma possono anche essere originati da soprannomi legati alla località (quelli del casale).
CASALECCHI Assolutamente rarissimo, dovrebbe essere di origini romagnole e deriverebbe da uno dei vari toponimi come Casalecchio (RA), (RN) o (PU).
CASALEGNO Specifico del torinese, dovrebbe derivare dalla caratteristica della famiglia di abitare in un particolare casale.
CASALENA Casalena è tipico del teramano, di Teramo stessa e di Bellante, potrebbe derivare da toponimi come Casalena di Ascoli Piceno o Villla Casalena di Bellante nel teramano, il più probabile luogo d'origine delle famiglie.
CASALETTO Casaletto è specifico del potentino, di Marsico Nuovo e Vetere e soprattutto di Potenza, potrebbe derivare dal nome del paese di Casaletto Spartano nel salernitano ai confini con il potentino, probabile luogo d'origine del capostipite.
CASALINI
CASALINO
Casalini è diffuso in Lombardia, Emilia e Toscana, Casalino ha un ceppo piemontese tra novarese, vercellese e torinese, uno campano tra napoletano e salernitano ed uno pugliese concentrato soprattutto nel barese e nel Salento, dovrebbero derivare da un soprannome in uso nel tardo medioevo, stante normalmente ad indicare una provenienza contadina "casalinis habitatoribus", nel 1200 a Siena troviamo ad esempio un certo Casalinus de Barbaritio.
CASALIS Casalis è tipicamente piemontese di Carmagnola, Torino, Carignano e La Loggia, potrebbero derivare sia da toponimi contenente la radice Casale, Casalis starebbe allora per di Casale, oppure anche come attributo intendente quelli della casa colonica o del Casale.
CASALOLDI
CASALOLDO
Antica famiglia nobiliare, ormai estinta in Italia, era originaria di Casaloldo (MN) e con il rango di Conti possedeva fino alla seconda metà del 1200 anche il feudo di Gonzaga (MN) e di Montichiari (BS). La derivazione dal toponimo omonimo è ovvia.
CASALVIERI Casalvieri è un cognome tipico dell'area aquilano, laziale, con un ceppo a Roma ed a Sabaudia e Latina nel latinense, ed uno nell'aquilano a Luco dei Marsi, San Vincenzo Valle Roveto e Sulmona, dovrebbe derivare dal nome del paese di Casalvieri nel frusinate, che a sua volta dovrebbe derivare dall'essere un Casale di un certo Verius, nome personale latino alterato del nome gentilizio Velius (della Gens Velia).
CASAMASSA Casamassa ha un ceppo a Foiano Di Val Fortore (BN).
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
Casamassa è il cognome appartenente ad un unico ceppo familiare originario di Foiano Valfortore in provincia di Benevento: tutti i Casamassa sparsi in Italia e nel mondo per effetto del fenomeno dell'emigrazione dal Meridione del nostro Paese, hanno origine in questo piccolo centro sannita.  Il capostipite dei Casamassa fu un tale Giovanni Carlo, nato a Foiano nel 1595, dedito all'attività agricola. Nel corso dei secoli alcuni rami dei Casamassa migliorarono la propria condizione sociale divenendo contadini proprietari delle terre che coltivavano. Dal punto di vista etimologico, il cognome in analisi potrebbe derivare dal toponimo pugliese Casamassima (BA), ampiamente diffuso come cognome in tutta la Puglia fino alla Capitanata confinante con il Sannio. E' probabile che il capostipite del ceppo dei Casamassa, una o forse più generazioni prima del succitato Giovanni Carlo (primo ad essere documentato negli archivi parrocchiali di Foiano), sia giunto nel corso del Cinquecento nel piccolo centro sannita, dove per errata comprensione dell'originario cognome Casamassima sia stato poi trascritto nei documenti come Casamassa.  Un altra ipotesi, forse meno plausibile della precedente, farebbe risalire l'origine del cognome stesso nel comune di Foiano, verso gli inizi del Cinquecento, dalla fusione dei due termini Casa e Massa, derivanti con ogni probabilità da un toponimo locale. Tra le due ipotesi sembrerebbe più avvincente la prima, secondo cui il ceppo campano dei Casamassa andrebbe ricollegato al più antico e diffuso ceppo dei Casamassima della Puglia.
integrazioni fornite da Nicola Casamassa - Verona
nel 1195, l'imperatore Enrico VI concesse a Guidotto  Massimo "pro se et heredibus" il feudo di  Casamassima in Puglia con l'obbligo di cambiare il nome da Massimo in Casamassima. In seguito, per un errore, Federico II destituì dalla titolarità Giovanni, figlio di Guidotto. Corrado IV, figlio di Federico II e suo erede, nel suo passaggio da Casamassima, nell'aprile del 1252, restituì a Roberto, figlio di Giovanni, il feudo. (Vedi pergamena conservata nell'archivio storico della Biblioteca Nazionale di Bari; cfr. sito Internet del Comune di Casamassima). Gli eventi storici successivi potrebbero aver obbligato dei Casamassima ad emigrare e a cambiare il nome da Casamassima in Casamassa.
CASAMASSIMA Specifico pugliese, deriva dal toponimo Casamassima (BA).
CASAMICHELE Assolutamente molto raro Casamichele parrebbe di Ragusa e del ragusano, potrebbe derivare da un nome di località.
CASAMURATA Casamurata, molto molto raro, è tipico di Forlì, potrebbe derivare dal nome della località di Casamurata nel forlivese, località citata ad esempio nella Storia di Forlì, scritta da Paolo Bonoli nel 1826: "...Che li forlivesi dovessero entro un mese terminare e risolvere ogni disparere, che insorgesse tra li confederati e sudditi a Forlì con l' arcivescovo e suoi ministri: Che i forlivesi non creassero cittadini alcuni de' sudditi all' arcivescovo, con conceder loro de' privilegi, per non derogare alle ragioni della Chiesa ravennate, come di Tudorano, Molinvecchio, Valdipondi , Cugliano, Bagnolo , Casamurata ec. : Essere in facoltà dell' arcivescovo e suoi dipendenti trasportare grani , frutti , ed altro dalle sue ville e castelli pel forlivese senza alcuno impedimento e gabella...".
CASANDRA
CASANDRI
Sia Casandra che Casandri sono assolutamente rarissimi, si dovrebbe trattare di errori di trascrizione dei cognomi Cassandra e Cassandri che dovrebbero entrambi derivare dal nome di origine greca Cassandro. (vedi CASSANDRA)
CASANO Sembra specifico della Sicilia Occidentale, in particolare del trapanese, con un ceppo in Liguria che dovrebbe derivare dal toponimo Casano (SP), deriva da una forma arcaica del nome Cassanus, di cui si ha traccia nel genovese come si legge in una lettera del 1337: "...Petrus et cetera. Nobilibus et dilectis ac fidelibus nostris Casano et Galeoto de Auria necnon eorum officialibus in Sardinea ..."; traccia di questa cognominizzazione si ha con il Cardinale Nicolas Casanus (1401-1464).
CASAPPA Casappa, assolutamente rarissimo, è specifico del parmense, di origini etimologiche oscure.
CASANOVA
CASANUOVA
Casanova è presente in tutta Italia, ma è maggiormente localizzato in provincia di Belluno, di Genova, in Romagna ed in provincia di Bari e di Napoli., Casanuova invece è assolutamente rarissimo, dovrebbero essere derivati da un soprannome legato o ad un toponimo come Casanova (GE) - (CE) - (PV) - (VC) - (CO) - (SV) ecc. o alla località (quelli della casa nuova).
CASARANO Casarano è tipicamente pugliese del leccese, di Casarano, Sogliano Cavour, Taviano, Spongano, Alliste, Ruffano, Melissano, Seclì e Racale, con ceppi anche a Taranto ed a Fasano nel brindisino,  dovrebbe derivare dal toponimo Casarano nel leccese, probabile luogo d'origine dei capostipiti.
CASARI
CASARIN
CASARINI
CASARO
Casari è particolarmente concentrato al nord in provincia di Brescia e di Modena in particolare, si individuano ceppi anche in Sardegna ed in Liguria, Casarin, tipicamente veneto, soprattutto del veneziano, di Venezia, Noale, Trebaseleghe, Scorzè e Martellago, ha ceppi anche in Lombardia e Piemonte, Casarini oltre al nucleo nelle province di Modena e Bologna, ha un ceppo anche nel pavese, Casaro è decisamente dell'area veneta, in particolare del rovigoto e del vicino ferrarese, dovrebbero tutti derivare da un soprannome legato al mestiere di casaro o casaio (produttore di formaggio).
CASARICO Casarico sembrerebbe tipico del comasco, di Como e di Lurate Caccivio, dovrebbe derivare dal nome del paese di Casarico, una frazione del comune di Montano Lucino nel comasco., situato a qualche chilometro da Lurate Caccivio in direzione nord, probabilmente il luogo d'origine dei capostipiti.
CASARONE Casarone, molto molto raro, è tipico di Canelli nell'astigiano, dovrebbe derivare da nomi di località come, ad esempio, Casarone di Torrazza Coste nel pavese.
CASAROSA Casarosa è specifico dell'area pisano, livornese, di Cascina e di Pisa nel pisano e di Livorno e Collesalvetti nel livornese, dovrebbe derivare da un nome di una località, probabilmente caratterizzata dalla presenza di una casa rosa.
CASAROTTI
CASAROTTO
Casarotti è tipico veneto, del veronese in particolare, con un ceppo forse anche in Lombardia e Piemonte, Casarotto è specifico veneto dell'area che comprende le province di Verona, Vicenza e Padova, con un ceppo anche nella Lombardia nordoccidentale e Piemonte nordorientale, Caserotto, assolutamente rarissimo è specifico del basso trentino, dovrebbero derivare da un soprannome originato dal mestiere di casaro o produttore di formaggi. Tracce di questa cognominizzazione si trovano nel novarese, a Soriso (NO) fin dal 1500, in un atto del 1553 si legge: "...Bernardino  Casarotto figlio del fu Giò Pietro, Giacomo Magalio detto il Filavino figlio del fu Domenico, e Giorgio  Ravizza figlio del fu Antoniolo tutti di Soriso deputati ed eletti a ciò fare dai Consoli, Consiglieri  dal Comune e uomini di Soriso, e per istrumento rogato dal Sig. Gerardo Casarotto  figlio del fu Jacobino Notajo pubblico di Soriso, sotto il giorno 19 del mese di Novembre 1553...".
CASARRUBIA Assolutamente rarissimo, probabilmente di origini spagnole dovrebbe derivare da un soprannome originato dall'abitare forse la famiglia in una casa rossa o nelle sue vicinanze.
CASARSA Casarsa è tipicamente friulano, di Udine e Tavagnacco in particolare, dovrebbe derivare dal toponimo Casarsa Della Delizia nel pordenonese.
CASARTELLI Casartelli è molto diffuso a Como, a Tavernerio, a Cantù, ad Albese con Cassano, a Montorfano, a Erba, Ad Albavilla, A Vertemate con MInoprio ed a Lipomo tutti nel comasco, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal mestiere di produttori di formaggio, forse svolto dai capostipiti.
CASASANTA Casasanta è tipicamente abruzzese, di Pratola Peligna e Sulmona in provincia de L'Aquila e di Quadri nel teatino, con un ceppo anche a Roma, dovrebbe derivare dal toponimo Casasanta nel teramano.
CASASCO Casasco è tipicamente piemontese, di Tortona e Viguzzolo nell'alessandrino, dovrebbe derivare dal nome del paese di Casasco nell'alessandrino.
CASASOLA
CASASOLE
CASASOLI
Casasola è tipico dell'udinese e dovrebbe derivare dal toponimo Casasola di Frisanco (PN) o da Casasola di Maiano (UD), Casasole, molto raro, è specifico di Orvieto, Casasoli è quasi unico.
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
Casasole è un cognome tipico di Orvieto, dove è largamente registrato, e di pochi altri comuni limitrofi (Castel Viscardo, Allerona Scalo, Ciconia, Sferracavallo, Porano e Castel Giorgio), ma è rilevabile in maniera poco consistente anche in altre regioni (Lazio, Emilia Romagna, Piemonte, Marche e Molise). Il luogo di origine del cognome sembrerebbe proprio Orvieto, ancora oggi epicentro di diffusione.  Dal punto di vista etimologico, Casasole deriva dalla fusione dei due termini casa e sole, in relazione ad un toponimo o al luogo in cui il capostipite del ceppo risiedeva. Sembra non esserci alcuna correlazione con il cognome Sole, tipico della Sicilia, della Sardegna, della Campania, del Lazio e della Lombardia, e con il cognome Casa, che presenta due ceppi principali a Roma e nel Napoletano. Sia Casa che Sole non sono cognomi umbri.  Una variante di Casasole è Casasoli, dovuto ad errata trascrizione anagrafica. Casasola, invece, sembra avere una origine del tutto isolata, essendo tipico del Friuli Venezia Giulia e del Veneto orientale.
CASASSA Casassa ha un ceppo a Torino ed a Lanzo Torinese nel torinese ed uno a Genova e Cicagna nel genovese, potrebbe derivare da nomi di località con questo nome, come ne esistono a Riva presso Chieri, o Coassolo Torinese nel torinese o a Passerano Marmorito nell'astigiano, o altri simili.
CASATELLA
CASSATELLA
Casatella è quasi unico, Cassatella è tipicamente pugliese, specifico di Barletta nel barese, dovrebbero derivare da un soprannome inerente al mestiere dei capostipiti, probabilmente dei caseari produttori di caciottelle.
CASATI Tipicamente lombardo e delle provincie di Milano, Como, Lecco e Bergamo in particolare presenta un ceppo anche in provincia di Firenze, potrebbe derivare da un soprannome derivato dal toponimo Casatenovo (LC). I casati detennero feudi nel lodigiano fin dal 1400, personaggio di rilievo fu sicuramente il conte Gabrio Casati che che fu  Presidente del Governo Provvisorio milanese durante le Cinque Giornate di Milano del 1848.
CASAVECCHIA Casavecchia ha ceppi in Piemonte nel torinese e nel cuneese, nello spezzino, nella fascia che comprende la bassa Romagna, le Marche, l'Umbria ed il Lazio e nel Salento, potrebbero tutti derivare da toponimi come Casavecchia (AR), (AQ), (MC) o anche dal fatto di abitare le famiglie in una casa appunto vecchia, tanto da poter essere identificati come quelli della casa vecchia.
CASAVOLA Sembrerebbe originario della provincia di Taranto, potrebbe derivare da un soprannome collegato alla località di provenienza (casa degli Avola), secondo un'altra ipotesi, si tratterebbe invece di un cognome di origine spagnola,(derivante da Casa de los Avolos, letteralmente casa dei volatilii, dalla Spagna due diversi rami si sarebbero trsferiti in Puglia. Gli stemmi che li identificano sono:per il primo,  una torre con due colombe che spicano il volo, per il secondo un pugno guantato con in mano un falco. Una terza ipotesi di un origine siciliana la farebbe derivare dal toponimo Avola (SR).
CASAZZA Casazza è molto diffuso in Lombardia, soprattutto nel bergamasco, milanese, cremonese, e pavese, nell'alessandrino, piacentino e genovese, nel rovigoto, con un ceppo anche nel beneventano, dovrebbe derivare dai molti toponimi chiamati Casazza, come Casazza nel bergamasco, ed altri simili.
CASCA Casca ormai quasi scomparso, dovrebbe essere dell'Italia meridionale, della Campania e della Sicilia soprattutto, dovrebbe derivare dal cognomen latino Casca, ricordiamo Publius Servilius Casca, uno degli assassini di Giulio Cesare nel 44 a.C:.
CASCAVILLA
CASCAVILLO
Cascavilla è specifico del foggiano, di San Giovanni Rotondo in particolare di Foggia, Manfredonia e Cerignola, con un ceppo anche a Bisceglie, Cascavillo, molto molto raro, specifico di San Severo nel foggiano, è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione del precedente, che dovrebbe derivare da un'italianizzazione del cognome occitano Cascailh, che ha dato origine anche in Spagna allo stesso cognome spagnolo di Cascavilla, secondo altri deriverebbe invece dal nome di un tipo di susina così chiamato, specifico della zona garganica, ma riteniamo non molto probabile questo tipo di tesi.
CASCELLA
CASCELLI
CASCELLO
Cascella ha un ceppo napoletano ed uno pugliese con un nucleo tra Barletta e Bari ed uno a Cerignola e Margherita Di Savoia nel foggiano, Cascelli ha un ceppo a Foligno (PG), uno a Roma, uno piccolo a Bari ed a Rivello (PZ), Cascello è assolutamente rarissimo e sembrerebbe campano, potrebbero derivare dal nome latino Cascellus, Cascella di cui abbiamo un esempio in un'antica lapide romana: "I(ovi) o(ptimo) m(aximo) / Val(erius) Flavi(anus) / Cascellus / Germa(nus) v(otum) s(olvit) l(ibens) m(erito)", ma è pure possibile una derivazione da forme ipocoristiche del nome Cassius.
integrazione fornite da Giovanni Vezzelli
Cascella è un cognome pugliese variante del cognome CASSA. 'Cascia' è una forma regionale pugliese centro settentrionale per 'cassa'. Fonte: Minervini 132.
CASCHETTA
CASCHETTO
Caschetta, assolutamente rarissimo, è del potentino, di Melfi in particolare, Caschetto è specifico del sud della Sicilia, di Modica, Ispica, Vittoria, Pozzallo e Scicli nel ragusano e di Siracusa, e Rosolini nel siracusano, dovrebbero derivare da soprannomi dialettali basati sul termine lucano, calabro, siciliano caschetta, caschetto (cassetta per la frutta), probabilmente riferito a manovali della raccolta della frutta.
CASCHI
CASCO
Caschi, quasi unico, sempre friulano, dovrebbe essere un'alterato di Casco, che è tipicamente friulano di Martignacco ed Udine nell'udinese, e che dovrebbe derivare dall'italianizzazione del termine sloveno cauz (tessitore).
CASCHILI Specifico del cagliaritano, potrebbe derivare da un soprannome collegato con il vocabolo sardo caschidu (sbadiglio), tracce di questa cognominizzazione le troviamo almeno dal 1500, al nobile casato appartenne Francesco Torrellas Caschili, Barone di Capoterra nato a Cagliari il 20 marzo del 1596.
CASCIANI
CASCIANO
Casciani è specifico del Lazio, Casciano è presente a macchia di leopardo in Abruzzo a Popoli (PE), nel Lazio a Roma, in Campania a Teora (AV) e a Palomonte (SA), nel iserniese, in Puglia a Lucera (FG) e a Reggio Calabria, dovrebbero derivare dal gentilizio latino Cassianus, cioè della Gens Cassia.
CASCIARI
CASCIARO
Casciari è specifico di Perugia, Casciaro è molto diffuso nel Salento a Corsano e Casarano (LE) e nel cosentino a Corigliano Calabro e Rende, dovrebbero derivare da soprannomi originati dal mestiere di mastro caseario (produttore di formaggi).
CASCIELLO Tipico della zona di Torre Annunziata (NA), dovrebbe derivare da una modificazione dialettale del nomen latino Cassius.
CASCINO Decisamente meridionale con ceppo principale in Sicilia e ramificazioni anche in Campania e Basilicata, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale legato alla località di provenienza.
CASCIO Specifico della Sicilia nord occidentale, potrebbe derivare da un soprannome legato al vocabolo dialettale casciu (caseificio, cacio), ma e forse è più probabile, dalla gens Cascia (Cassia), a titolo di esempio riportiamo il contenuto di una lapide di epoca romana che cita personaggi appartenenti a questo clan: "D(is) M(anibus) A(ulus) Cascius Marcianus matri suae Casciae Capriolae pientissim(a)e b(ene)m(erenti) p(osuit)".  Tracce di questa cognominizzazione a Palermo si hanno a Palermo nel 1600: "...Nos praeteritis rivulis istis omnibus, puriorem ex fonte aquam porrigimus; neque gravitier ferimus ad manus nostras non pervenisset vitam, quam (eodem Vincentio teste) Jacobus Cascio Thermitanus Panormi edidit anno MDCXI...".
CASCIONALE Tipico della provincia di Pescara, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale legato alla località di provenienza.
CASCIOTTI Tipico della provincia romana, deriva dal nome rinascimentale Casciotto, troviamo questo nome a Firenze nel 1400, in un atto del 1427 viene citato un Messer Casciotto.
integrazioni fornite da Carlo Casciotti Uruguay
Traccia di questo cognome si trova a Firenze nel XV° secolo con lo scrittore Bartolomeo Casciotti autore tra l'altro dei libri: Elogium Sancti Augustini, Epitaphium e Crysis.
CASCONE Cascone ha un grosso ceppo tra napoletano e salernitano, uno, altrettanto grande nel ragusano ed uno nel tarentino, dovrebbe derivare dal termine di origine spagnola casco (sorta di elmo a calotta tonda usato dai fanti in guerra e dalle guardie), forse ad indicare che i capostipiti, probabilmente di grossa corporatura, fossero guardie o soldati, non si può peraltro escludere una derivazione da nomi di oocalità come la Contrada Cascone di Napoli.
CASEI Casei, ormai quasi scomparso, è un tipico cognome del lucchese, della zona di Barga in particolare, potrebbe derivare dal nome del paese di Casei nel pavese, ma non è molto probabile, mentre è più facile ipotizzare una derivazione da una forma dialettale di uno dei tanti toponimi Casella nello spezzino.
CASELLA
CASELLE
CASELLI
Diffuso in tutt'Italia Casella, Caselle è specifico del potentino, di Melfi e Barile in particolare, tipico dell'Emilia e Toscana Caselli, dovrebbero tutti derivare da toponimi quali: Casella (GE) - (TV), Caselle (VR) - (TV) - (BO) - (SA) - (LO),  Casellina di Scandicci (FI) o dal nome di fondi medioevali come questo citato in una Cartula offertionis, investiture et concessionis citato nel Codice Diplomatico della Lombardia Medioevale a Pavia nell'anno 1177: "...offero predicto monasterio nominative meam personam et insuper omnes illas terras iuris mei quas habere videor in loco et fundo Caselli et in eius territorio,...".
CASELOTTI
CASELOTTO
Caselotti, assolutamente rarissimo, sembrerebbe dell'area sudmilanese e piacentina, Caselotto, sempre molto raro, è tipicamente veneto, del veneziano in particolare, dovrebbero derivare dal fatto che le famiglie abitassero in case coloniche fuori dal paese.
CASER
CASERI
CASERO
CASIERI
CASIERO
Caser ha un ceppo a Bolzano e Canal San Bovo nel trentino, ed uno a Chioggia nel veneziano, Caseri, molto raro, è tipico della bergamasca, di Carvico, Treviglio e Villa d'Adda soprattutto, Casero è tipico del milanese, di Canegrate e Legnano, Casieri ha un ceppo romano ed uno a Canosa di Puglòia nel barese ed a Cerignola e Storara nel foggiano, Casiero ha un ceppo pugliese a Lucera nel foggiano ed Andria e Altamura nel barese, ha un ceppo a Ferrandina nel materano, uno nel beneventano a San Giorgio la Molara e San Bartolomeo in Galdo, ed uno romano, tutti questi cognomi dovrebbero derivare dall'attività di mastro casaio (produttore di formaggio) svolto dal capostipite.
CASERTA Cognome tipico del meridione, di Campania, Puglia, Calabria e Sicilia, deriva dal toponimo Caserta.
integrazione fornite da Giovanni Vezzelli
Caserta è un cognome e toponimo che proviene dalla dizione latina 'casae hirtae'. In latino 'casa' significa 'capanna'. La prima parte del nome si riferisce al primo agglomerato di abitazioni, la seconda è ispirata alla topografia elevata del villaggio antico.
CASERTANI
CASERTANO
Casertani, praticamente unico, dovrebbe essere un errore di trascrizione di Casertano che è specifico del casertano di San Prisco in particolare, derivano dall'etnico casertano, di Caserta.
CASETTA
CASETTE
CASETTI
CASETTO
Casetta ha un ceppo piemontese, in particolare a Montà nel cuneese, a Canale ed Alba, e nel torinese a Torino, Moncalieri, Collegno, Pralormo e Chieri ed a San Damiano d'Asti nell'astigiano, uno veneto nel trevisano a Gaiarine, Vittorio Veneto e Gorgo al Monticano, uno emiliano a Ferrara ed uno a Roma, Casette, assolutamente rarissimo, è di Chioggia, Casetti ha un piccolo ceppo a Casalmaggiore nel cremonese, uno a Trento, uno in Romagna a Cesena e Bagno di Romagna nel forlivese ed a Cervia nel ravennate, ed uno a Roma ed Anguillara Sabazia nel romano, Casetto ha piccoli ceppi in Piemonte, Lombardia e Veneto, dovrebbero tutti derivare dai molti toponimi contenenti la radice Casetta, Casette o simili, presenti un pò ovunque nell'Italia centrosettentrionale.
CASI
CASO
Casi è specifico dell'aretino, Caso è tipicamente meridionale, soprattutto dell'area campana, del potentino, del foggiano, del barese e del tarentino, dovrebbero derivare da un soprannome originato dal termine latino caseum (cacio, formaggio), probabilmente ad indicare nei capostipiti dei pastori o degli allevatori di bestiame da latte, o anche dei semplici casari.
CASIDDU Casiddu è tipicamente sardo, del sassarese, di Ittiri, Sassari, Uri ed Alghero, con un ceppo anche a Quartu Sant'Elena nel cagliaritano, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine sardo casiddu (secchio, ma anche alveare).
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
CASIDDU: il vocabolo significa alveare. Sulla etimologia del termine abbiamo due ipotesi. Potrebbe derivare dal latino casa (casa), al diminutivo casella (piccola casa, casetta; o invece da qualus = cesto, quasillum = cestino. Ma in sardo il termine casillu o casilloni, significa recipiente per mungere, quindi per il latte. Ma, sia is casiddus, alveari che is casillus, recipienti per mungere erano un tempo di sughero, cioè ricavati dalla corteccia della quercia da sughero, pertanto supponiamo una origine comune. È bene qui fare un excursus: in latino per arnia o alveare abbiamo cavea (Virgilio - georgiche), che deriva da cavum, tronco cavo, sughero della quercia, etc. (vedi il cognome Cau). L'alveare in sardo non è mai cavu o cau, che pur significa cavo o anche muèddu = midollo. L'origine latina rimane invece nel termine marracau (logudorese) e la sua variante burucau (campidanese) che significano gruccione, in latino apiaster, che è un uccello di piccole dimensioni (della grandezza di un merlo), che si nutre di insetti e soprattutto di api ed è quindi il nemico numero uno degli alveari. Marracau > marra cavum, che zappa (becca) l'alveare; burucau > vurucau > vorocavum > che divora l'alveare. Attualmente il cognome Casiddu è presente in 20 Comuni italiani, di cui 10 in Sardegna: Ittiri 81, Sassari 32, Quartu 20, etc.
CASIELLO
CASILLA
CASILLI
CASILLO
Casiello è tipico dell'area che comprende il beneventano, il foggiano ed il barese, con ceppi principali ad Altamura nel barese, San Giorgio del Sannio nel beneventano e Biccari nel foggiano, Casilla è unico, Casilli è presente un pò ovunque nel centrosud, ha un ceppo a L'aquila, uno a Roma ed a Civitella San Paolo nel romano ed a Formia nel latinense, a Campobasso, a Caivano e Napoli nel napoletano, a Lecce, Squinzano, Carmiano, Cavallino, Veglie e Lequile nel leccese ed in Sicilia a Capo d'Orlando, Messina e Mirto nel messinese, Casillo è tipicamente campano, soprattutto del napoletano, casertano e beneventano, dovrebbero tutti derivare da un soprannome dialettale derivato dal termine meridionale dialettale casiello o casillo che significa caciottina, o dal termine medioevale casellum che significa casale, abitazione rurale.
integrazione fornite da Giovanni Vezzelli
Casiello è cognome tipico di Bari e Foggia che secondo Minervini 131 deriva dal cognome base Casa.
CASIGLI
CASIGLIO
Sia Casigli che Casiglio, estremamente rari, presenti sia al nord che al sud, dovrebbero derivare da nomi di località come Casiglio d'Erba nel comasco, Casiglio di Rutigliano nel barese, o altre simili, località che derivano il loro nome dal cognomen latino Casilius o Casillius.
CASIGLIANI Casigliani, molto molto raro, sembrerebbe tipico di Pisa e del pisano, dovrebbe derivare da un nome di località ora scomparso, probabilmente un ager Casiglianus, cioè la proprietà agricola di un Casilius o Casillius (nome latino).
CASILE
CASILI
Casile, specifico del reggino, è tipico di Condofuri, Bova, Bova Marina e Cardeto, Casili, assolutamente rarissimo, è anch'esso della medesima area, dovrebbero derivare dal termine tardo latino casile (abitazione o agglomerato abitativo di campagna), di cui abbiamo un esempio d'uso nel foggiano, nell' XI° secolo, come leggiamo nel Codex Diplomaticus Cavensis: "In nomine domini, domno basili dibina gratia imperator augusto deo propitio sexagesimo anno imperii eius, et cum eo regnante domno costantino frater eius, sanctissimis imperatoribus nostris, mense ianuario, decima indictione. Ideo qui nos sumus viri hoctabiano iudice filio quondam iohanni iudicis, quam et poto filius leoni iudicis, qui sumus commorantes intus cibitate luceria, declarati enim sumus intus in anc predicta cibitate luceria, ante presentiam agelfrit iudicis et aliis nobiliores hominibus, qui hic subtus conscripti sunt, quia pertinentem nobis abemus intus in anc predicta cibitate luceria uno casile bacuum, qui his dictus casile nobis vindere congruum est, quam et nos mulieres lervisa et grima, qui sumus uxores eiusdem ottabiani et poti, declarate enim sumus, quia in die copulationis nostre de omnibus rebus et facultatibus eorum quartam partem nobis emiserunt per eorum scriptum murgincab ab illis nobis firmatum....", probabilmente ad indicare in questo modo la provenienza del capostipite da zone di quel tipo.
CASILIO Casilio, molto molto raro, è tipico de l'Aquila e di San Pio delle Camere (AQ), potrebbe derivare dal nome tardo latino Casillius.
CASINA
CASINI
CASINO
Casina è praticamente unico, Casini è molto molto diffuso nella zona che comprende l'Emilia, la Toscana, l'Umbria e l'alto Lazio, Casino, molto raro, sembrerebbe di Poggiorsini (BA), dovrebbero derivare tutto da nomi di località come Casina (RE), Casini (FI) (SI) e (PT), Casino (SI) (PI) (RE) (FR) e (Roma) e molte altre, un esempio di quest'uso si ha nel Codice Diplomatico della Lombardia medioevale nell'anno 1153 a Lodi: "...in suburbio Sancti Naboris de Laude et in quo suprascripti patruus et nepotes habitant, cui est a mane et a sera via, a meridie fictuaria Arialdi de Casino, a monte filiorum quondam Ambroxoni de Bagnolo, sic ibique alii sunt coherentes...".
integrazione fornite da Giovanni Vezzelli
Casini è cognome abbastanza diffuso, derivato da uno dei tanti toponimi Casina, per lo più appenninici. Dal latino medievale casina «cascina». Per il Modenese ricorderò Casine di Sestola. Fonte: F. Violi, Cognomi a Modena e nel Modenese.
CASNICI
CASNICO
CASNIGHI
CASNIGO
Casnici è tipico dell'area basso bresciana, mantovana, in particolare di Solferino, Cavriana e Castiglione delle Stiviere nel mantovano, Casnighi è quasi unico ed occupa lo stesso areale, Casnico e Casnigo, estremamente rari, sono propri del basso bresciano, tutti questi cognomi dovrebbero derivare dal nome del paese di Casinicum, nome medioevale dell'attuale paese di Casnigo nel bergamasco, che prima venne chiamato Casnico, come si arguisce da atti notarili del 1500, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Leno nel bresciano negli atti di una vertenza del 1561: "... Pro domino Camillo Albino contra Iacomum f. q. Vincentii Casnici, Angelum et Iosephum eius filium de Gandelino sive del Agnello de Gaijdo nec non et nobilem dominum Iosephum de Laude"; "Pro Camillo Albino instrumenta et executiones et actus contra Vincentium Casnicum et Iacomum eius filium et heredem, Angelum de Gandelino sive del Agnello, Iosephum filium suprascipti Angeli omnes de Gaido, et dominum Iosephum de Laude civem brixiensem eorum omnium laudatorem ...".
CASIRAGHI
CASIRAGO
Casiraghi è tipico lombardo, del milanese e della Brianza in particolare, Casirago,quasi unico, è probabilmente un errore di trascrizione del primo, derivano dal toponimo Casirago (CO) o Casirago (MI), paese da cui il Barbarossa mosse per dirigersi verso Milano per poi distruggerla.
integrazioni proposte da Carla Casiraghi
Nelle mie ricerche ho trovato in una parrochia nel libro dei battesimi, nello stesso anno, le due versioni: quella relativa alla mia famiglia (Casiraghi) e la versione Casirago, in quel caso però il cognome prendeva il genere dal sesso del nascituro, se si trattava di una femmina era Casiraga, Casirago se maschio. Quindi non sono convinta che si tratti di un errore ma piuttosto di una tradizione. Casirago frazione ora soppressa faceva parte del comune di Montevecchia così come Maresso la maggioranza dei cui abitanti ha questo cognome e che sembra esserne il punto originario. Peraltro molti toponimi della Lombardia portano il suffisso ago e molti cognomi il suffisso aghi. Questo sembra essere in relazione con agh o ager (campo di) probabilmente in questo caso Campo di Cesare (Caesar).
CASLINI Caslini è tipicamente lombardo, do Giussano e Carate Brianza nel milanese, di Cisano Bergamsco, Bagnatica, Brembate di Sopra, Bergamo e Scanzorosciate nel bergamasco, di Lecco e di Arosio e Mariano Comense nel comasco, dovrebbe derivare dal nome del paese di Caslino al Piano o di Caslino d'Erba nel comasco, probabili luoghi d'origine dei capostipiti.
CASOLA
CASOLI
CASOLO
Casola ha un ceppo nel varesotto a Gallarate, Inarzo, Vergiate e Ternate, uno in Campania, nel napoletano a Napoli, Sorrento, Casoria, Giugliano in Campania ed Arzano, nel salernitano a Positano e Salerno e nel casertano a Macerata Campania, ed un ceppo in Sicilia nell'agrigentino a Cattolica Eraclea ed Agrigento, ed a Castelvetrano nel trapanese, Casoli ha un ceppo nel varesotto a Varese, Solbiate Arno, Mornago e Saronno, uno molto consistente in Emilia, nel reggiano a Reggio Emilia, Castelnuovo di Sotto, Correggio, Montecchio Emilia e Cadelbosco di Sopra, nel parmense, a Parma e Collecchio, e nel modenese a Modena e Carpi, uno nel pesarese, a Pesaro, Petriano, Sant'Angelo in Lizzola e Montecalvo in Foglia, e ad Ancona, ha un ceppo a Gubbio nel perugino, ed un ceppo a Troia nel foggiano, Casolo sembrerebbe avere due ceppi distinti, uno a Somma Lombardo nel varesotto ed uno nell'avellinese a Montefalcione ed a Sant'Angelo all'Esca, questi cognomi derivano molto spesso da toponimi come Casola, presente in più forme in Emilia ed in Campania o Casoli presente prevalentemente in centro Italia, ma, in molti casi, dovrebbero derivare dal nome medioevale Casolus, Casola, di cui abbiamo un esempio d'uso in uno scritto del 1544: "...Ac videbatur vtraque pars perperam egisse, Casolus quidem partim occultando omnia, neque explanando, quid sent ret de iis, quae Synodus constituisset, et permittendo Synodum progredi in dogmatibus sanciendis, cum interim inauditos condemnaret illa Protestantes...".
CASOLARE
CASOLARI
CASOLARO
Casolare, abbastanza raro, è tipico del napoletano, di Quarto, Pozzuoli e Napoli, con un piccolo ceppo anche a Vairano Patenora nel casertano, Casolari è specifico del modenese, di Sassuolo, Modena, Serramazzoni, Fiorano Modenese, Prignano sulla Secchia, Formigine, Maranello, Pavullo nel Frignano e Polinago, di Bologna, di Scandiano e Casalgrande nel reggiano e di Ferrara, Casolaro ha un grosso ceppo a Napoli e nel napoletano, a Casoria, Pozzuoli, Marano di Napoli, Ercolano e San Giorgio a Cremano, con un piccolo ceppo a Frasso Telesino nel beneventano, a Salerno ed un ceppo significativo a  Foggia, questi cognomi dovrebbero derivare da soprannomi, anche dialettali, originati dal fatto che la famiglia abitasse in un casolare o casa colonica, cioè in una casa isolata in mezzo alla campagna. Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Piatta (SO), dove nella prima metà del 1700 è Canonico un certo Pietro Andrea de Casularis.
integrazione fornite da Giovanni Vezzelli
Casolari è cognome di origine toponimica, abbastanza diffuso nel Modenese. Una località Casulare è nominata in una carta del vescovo di Modena Ubaldo nel 1146, e in altre successive del 1156 e del 1175. Doveva trovarsi fra Portile e Mugnano. Dal latino medievale casulare «casa rustica». Fonte: F. Violi, Cognomi a Modena e nel Modenese.
CASONATI Casonati, assolutamente rarissimo, parrebbe del mantovano, di Ostiglia in particolare, dovrebbe derivare da nomi di località come Casone o Casoni, praticamente onnipresenti in Italia, il suffisso -ati indica appartenenza, sarebbe come dire quelli del casone o dei casoni.
CASORATI Casorati è tipico dell'area che comprende le province di Milano e Pavia, dovrebbe derivare dal fatto che il capostipite probabilmente era originario del paese di Casorate Primo nel pavese.
CASORIA Tipico del napoletano, di Cicciano ed Acerra in particolare, dovrebbe derivare dal toponimo Casoria, in alcuni casi forse ad indicare un particolare rapporto di sudditanza o di devozione verso il Vescovo di Napoli che in epoca tardomedioevale risiedeva appunto in quella città, secondo alcuni potrebbe derivare da caratteristiche della località di residenza con la presenza di una casa aurea (da cui casoria).
CASOTTANA
CASSOTTANA
Casottana, praticamente unico, è dovuto ad un errore di trascrizione di Cassottana, che, molto raro, è specifico di Genova, dovrebbe indicare che la famiglia, rispetto agli abitanti che hanno attribuito il soprannome al capostipite, abitasse in una zona più bassa, infatti il termine sottana indicava appunto questo fatto e cà sottana è l'equivalente di casa più in basso, può essere anche, più semplicemente che prendano il nome da toponimi, con il nome Cassottana esistono località come quella presso Cicagna nel genovese o quella di Monterosso al Mare nelle Cinque Terre.
CASPANI Sembra avere due ceppi, nel nord milanese e comasco e in Valtellina, deriva dal toponimo Caspano (SO), tracce di questa cognominizzazione si hanno ad esempio nel 1500 con un certo Stefano fu Tognij Betoni de Caspano di Grosio che compare in un atto di vendita di alcuni terreni, nel 1600 la cognominizzazione si perfeziona con ad esempio un Martino Caspanus sindaco della contrada Viale di Grosio (SO).
integrazioni fornite da Giacomo Ganza / Villa di Tirano (SO)
Il cognome è presente in alcune province della Lombardia, tra le quali Milano. Deriva dal toponimo Caspano, una frazione del comune di Civo (SO).  In provincia di Sondrio i Caspani sono presenti soprattutto a Grosio e Mazzo in Valtellina, complessivamente poco meno di un centinaio di famiglie. I Caspani si stabiliscono a Grosio nel corso del 1400, diventando nei secoli successivi protagonisti della vita del borgo.
CASSAGHI
CASSAGO
Entrambi specifici del milanese e del bresciano, dovrebbero derivare dal toponimo Cassago Brianza (LC) o Casciago (VA),ma è pure possibile un'origine più antica, in alcuni casi, direttamente da un latino Cassius ager (campo Cassio) modificatosi in Cassiago e di lì Cassago o Cassaghi. Nel 1351 in un atto troviamo, come nunzio giurato del Capitolo di S. Giovanni di Monza, Giovanni da Cassago, in un atto del 1356 è citato un Marchese di Cassago: "...et capituli intrinseci et extrinseci eiusdem ecclesie de Massalia: petiam unam silve iacentem in territorio dictarum cassinarum de Mardegore ubi dicitur ad terram ecclesie de Massalie, cui coheret a mane Petri de Ghizio et in parte Marchesii de Cassago, a meridie dicti Petri de Ghizio et a monte dicti Poli et est pertice viginti vel circha ...".
CASSAI Specificatamente toscano potrebbe essere stato originato da un soprannome legato al mestiere di cassai (produttori di casse).
CASSANDRA
CASSANDRI
CASSANDRO
Cassandra ha un ceppo a Latina e nel latinense a Carpineto Romano e Nettuno ed a Roma, ma un nucleo principale esiste anche nel casertano a San Marcellino e Castel Volturno, Cassandri, rarissimo, è romano, Cassandro invece ha un ceppo nel veneziano, uno romano ed uno tra casertano e napoletano, dovrebbero derivare dal nome di origine greca Cassandro (ricordiamo la Cassandra troiana), nel Lazio esiste con questo nome una maschera dal carattere credulone, facile da raggirare, perciò in alcuni casi si potrebbe anche trattare di un origine da soprannomi ispirati appunto a quella maschera.
CASSANEGO Cognome tipicamente veneto, del trevigiano, dovrebbe derivare da un toponimo antico Cassanego, antico borgo medioevale, un tempo facente comune a se, vicino a Borso del Grappa (TV), che deve il suo nome a San Cassano.
CASSANELLI
CASSANELLO
Cassanelli ha un ceppo nel milanese, uno tra modenese e bolognese ed uno nel barese, Cassanello, molto molto raro, è tipico del genovese, con un ceppo secondario nel cagliaritano, derivano da toponimi quali: Cassano d'Adda (MI), Cassano delle Murge (BA), Cassano Spinola (AL), Cassano (MO), è anche possibile, anche se non molto probabile che derivino in qualche caso da un diminutivo del nome tardo latino Cassianus.
CASSANI
CASSANO
Cassani sembra avere tre zone d'origine, la Lombardia ed in particolare la provincia di Varese e Milano, l'Emilia e Romagna e la provincia di Genova, Cassano invece è presente in tutta Italia in particolare al sud ed in Puglia soprattutto. Questi cognomi dovrebbero derivare da toponimi quali Cassano, presente nell'avellinese, nel milanese, nel varesotto, nel barese, nel cosentino e in tante altre parti d'Italia, ma non si può escludere una derivazione dall'italianizzazione del nome arabo Hassan che ha il significato di bello, carino. Cassano è un'antica famiglia nobile, Guglielmo e Bartolomeo Cassano furono feudatari a Napoli per mandato di Re Manfredi e Carlo I d'Angiò. In Puglia nel 1330 troviamo Blasco e Giovanni, suo figlio, Castellani di Brindisi, e successivamente vicere diella Calabria, nel 1435 troviamo dei Cassano partecipare al governo di Napoli.
CASSANITI Cassaniti ha un piccolo ceppo a Napoli ed uno nel catanese a Piedimonte Etneo, Linguaglossa e Giarre, dovrebbe trattarsi di forme etniche neogreche riferite a paesi come Cassano di Piano di Sorrento nel napoletano, Cassano Irpino nell'avellinese o Cassano allo Ionio nel cosentino, indicando così probabilmente il luogo d'origine dei capostipiti.
CASSANMAGNAGO Molto raro è tipico del nordmilanese, dovrebbe derivare dal toponimo Cassano Magnago (VA).
CASSARA
CASSARINO
CASSARO
CASSAROTTO
Originario della provincia di Palermo Cassara, della provincia di Agrigento Cassaro, mentre Cassarino è tipico del sud della Sicilia, Cassarotto assolutamente rarissimo sembrerebbe torinese, questi cognomi dovrebbero derivare da soprannomi legati al toponimo Cassaro (SR) o al mestiere di cassaio (produttore di casse).
CASSARINI Cognome decisamente bolognese, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal mestiere di cassaio (produttore di casse).
CASSATA Cassata è tipicamente siciliano, in particolare del palermitano, di Palermo, Cefalù, Termini Imerese, Mentimiglia di Sicilia, San Mauro Castelverde e Ciminna, con presenze anche nel messinese a Messina e Barcellona Pozzo di Gotto ed a Piazza Armerina nell'ennese, potrebbe derivare da un soprannome originato dal mestiere di pasticcere svolto dai capostipiti, ricordiamo che la cassata siciliana è un dolce caratteristico dell'isola.
CASSATARO Cassataro è specifico del palermitano, di Pollina, Palermo e Cefalù, dovrebbe derivare da un soprannome riferito al mestiere del capostipite, in dialetto siciliano il cassatàru (colui che prepara le cassate).
CASSE Casse è tipico del torinese occidentale, di Salbertrand ed Oulx, si dovrebbe trattare di un cognome provenzale, originario della Linguadoca, dell'area di Tolosa e deriverebbe da toponimi di quella zona chiamati Casse o Casses.
CASSERA Dovrebbe derivare dal nome di una località il Pizzo della Cassera tra bergamasca e Valtellina, personaggio di rilievo agli inizi del 1800 è stata la cremonese Contessa Càssera (1796-1855) una delle gentildonne più ammirate nella Milano di quei tempi.
CASSERA' Estremamente raro, dovrebbe essere siciliano.
integrazioni fornite da Emilio Pepe
il cognome Casserà  si dovrebbe collegare al termine arabo qasr che vuol dire castello o luogo fortificato. Il termine, in siciliano antico è diventato cassaro e venne utilizzato per denominare le strade princiapli di alcuni paesi (compreso Palermo) in quanto portavano appunto
al castello.
CASSETTA
CASSETTI
CASSETTO
Cassetta è presente a macchia di leopardo, ha ceppi nel palermitano, nel barese, nell'alta Campania, nelle province di Roma e Latina, nel perugino, nel veneziano meridionale e nel torinese orientale, Cassetti, abbastanza raro, sembra avere ceppi nel nisseno, nel ternano e nel bresciano, Cassetto è rarissimo e sembrerebbe tipico del torinese.
CASSIA Abbastanza raro sembrerebbe originario del siracusano, dovrebbe derivare dal nomen latino Cassius della gens Cassia.
integrazione fornita da Giovanni Vezzelli
il cognome ha un'alta frequenza a Catania e Siracusa.  il Rohlfs lo fa derivare dal sic. càssia = acacia, Cfr. G. Rohlfs: Dizionario storico dei
cognomi nella Sicilia orientale, Centro di studi filologici e linguistici siciliani, Palermo, 1984, p.65
CASSIANI
CASSIANO
Cassiani è presente a macchia di leopardo nel centronord, con ceppi a Modena e nel modenese, a Pesaro ed a Roma, Cassiano ha un ceppo a Terranova da Sibari e Praia a Mare (CS), con un nucleo principale nel leccese tra Patù, Morciano Di Leuca e Castrignano Del Capo, e a Brindisi, derivano dal nome tardo latino Cassianus di cui abbiamo un esempio in questo testo del XII° secolo: "...Et quia noster conpresbiter Cassianus gratum duxit tue fore dignationi si meo consilio in civitate vestra clericatus ordinem ducere censeantur, statui propter bonivolentiam tuam..".
CASSIBBA Tipico di Comiso nel ragusano, dovrebbe derivare dal vocabolo arabo qhassab (macellaio.  Tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Comiso nel 1600 con il notaio don Carlo Cassibba.
CASSINA Tipico lombardo, del milanese in particolare, dovrebbe derivare dal termine cascina forse ad indicare un colono abitante appunto in cascina, ma è pure possibile una derivazione da toponimi come Cassina De Pecchi (MI) o altri simili, tracce di questa cognominizzazione le troviamo nel Codice Diplomatico della Lombardia medioevale in un atto di vendita dell'anno 1168 redatto a Milano: "..Anno dominice incarnationis milleximo centeximo sexageximo octavo (a), decimo die mensis decembris, indictione secunda. Constat nos Anselmum qui dicor Cassina, filium quondam Iohannis, de civitate Mediolani,...".
CASSINAIA Raro cognome delle provincie di Milano e Lodi, l'origine dovrebbe essere da un soprannome derivato da un toponimo come Cassina de' Pecchi (MI) o Cassina Nuova (MI) o altri ,oppure potrebbe anche discendere da un soprannome legato alla località di provenienza (la cascina).
CASSINARI Originale del piacentino, potrebbe derivare da un soprannome dialettale legato alla località di provenienza (la cascina).
CASSINELLI Cassinelli è specifico dell'Italia nordoccidentale, del Piemonte, della Liguria e della Lombardia centrooccidentale,potrebbe derivare da una forma ipocoristica del cognomen latino Cassinus, ma è anche probabile che possa trattarsi di forme etniche stanti ad indicare abitanti di paesi che contengano nel nome la radice Cassino, come ne esistono molti in Italia, come Cassino d'Alberi nel lodigiano, Cassino Scanasio nel milanese, Cassino Po nel pavese e così molti altri.
CASSINERIO Cassinerio sembrerebbe specifico del varesotto di Ferno in particolare.
CASSINI Cassini ha un ceppo in provincia d'Imperia in particolare a Perinaldo, Sanremo e Dolceacqua, uno nel milanese e nel bresciano, uno nel veronese ed uno a Roma, dovrebbe derivare dal cognomen latino Cassinus o da variazioni sul nomen della Gens Cassia, ma è pure possibile, in alcuni casi, una derivazione dai tanti toponimi Cassino situati in giro per la Lombardia.
CASSIO
CASSIOLI
Cassio ha varie presenze al nord, a Trieste in particolare, ha un ceppo a Roma ed uno in Puglia a Foggia e Bari, Cassioli è tipicamente toscano, in particolare dell'aretino a Foiano della Chiana e del senese a Sinalunga, dovrebbero derivare direttamente o tramite una forma ipocoristica dal nomen latino Cassius, il personale della Gens Cassia.
CASSIS Tipico del bergamasco, di Calcinate e Cavernago, potrebbe derivare da un soprannome di origine oscura, le ipotesi di una connessione con il villaggio di Cassis nel sud della Francia o con il cassis (aroma di ribes) sono improbabili, nell'udinese troviamo già nel 1700 i Conti Cassis Faraone.
CASSISA
CASSISI
Cassisa, molto raro è specifico trapanese,  Cassisi, probabilmente messinese, è distribuito sulla costa sudorientale della Sicilia, di origine incerta, potrebbero essere nati da un soprannome derivato dal vocabolo latino cassis (elmo) o da un altro vocabolo latino cassis (rete da caccia) o potrebbe definire l'appartenenza alla gens Cassia.
integrazione fornite da Giovanni Vezzelli
Cassisi è cognome della Sicilia orientale che  deriva dal vocabolo dialettale 'cassisi' = lungo, alto. Rohlfs 65.
CASSISSA Cassissa è specifico del genovese, di Genova, Serra Riccò, Sant'Olcese e Lavagna, dovrebbe derivare dal nome dell'Alpe di Cassissa situata nel genovese, sopra Vobbia, ai confini con l'alessandrino, probabilmente i capostipiti provenivano da quella zona.
CASSITTO Molto molto raro è specifico del napoletano
integrazioni fornite da dr. Andrea Jelardi (Napoli)
Nobilissima famiglia di origine tedesca il cui cognome originario era Kassitt. I Cassitto, conti di Ortenburg,  Stevburg e Cilia, giunti in Italia vennero iscritti nel Libro d''oro del Patriziato di Ravello ed un ramo della famiglia si trasferì da Ravello (SA) a Bonito (AV). Lo stemma di famiglia raffigura tre campi triangolari con all''interno tre uccelli, ai quali fu tolta la testa a seguito di contrasti tra un membro della famiglia e l'Imperatore. Lo stemma di famiglia è riprodotto all''interno del Duomo di Ravello.
CASSOL Cassol, specifico del bellunese, di Santa Giustina, San Gregorio nelle Alpi , Belluno e Feltre, potrebbe derivare da una forma dialettale veneta per il toponimo Cassola nel vicentino, forse il paese di provenienza dei capostipiti.
CASSOLA
CASSOLI
CASSOLO
CAZZOLA
CAZZOLI
CAZZOLO
Cassola ha un piccolo ceppo nell'alessandrino, a Brignano Frascata, Tortona e Valenza, a Piacenza ed a Genova, ed un piccolissimo ceppo anche a Livorno ed a Pisa, Cassoli ha un ceppo a Bologna ed a Casalecchio di Reno nel bolognese, ed uno molto piccolo ad Anzio nel romano, Cassolo, quasi unico, è dell'alessandrino, Cazzola è molto diffuso in tutto il settentrione, con ceppi piemontesi ad Acqui Terme ed Alessandria nell'alessandrino ed a Montabone e Vaglio Serra nell'astigiano, e con un ceppo a Genova e Savona, un ceppo nel pavese, a Voghera, Verrua Po, Pavia, Pinarolo Po, Castelletto di Branduzzo e Bressana Bottarone, ed un piccolo ceppo anche a Cosio Valtellina nel sondriese, ha un grosso ceppo nel vicentino a Malo, Schio, Vicenza, Isola, Vicentina, Arzignano, Monticello Conte Otto, Valdagno, Grumolo delle Abbadesse, Caldogno e Costabissara, ha un grosso ceppo nel ferrarese, a Ferrara, Goro e Copparo e nel bolognese, a Bologna ed Argelato, Cazzoli, molto meno comune, ha un ceppo a Verona ed uno molto piccolo a Vo nel padovano, presenta il ceppo più consistente nel bolognese a Bologna e San Giovanni in Persiceto, Cazzolo, praticamente unico, dovrebbe essere dovuto ad un'errata trascrizione di uno dei precedenti, in qualche caso potrebbero derivare dalla toponomastica, ad esempio dal nome di paesi come il vicentino Cassola o il parmense Cazzola, ma molto più probabilmente derivano da un soprannome riferito a fabbricanti o venditori di pentole e casseruole.
CASSOLARO Cassolaro, assolutamente rarissimo, sembrerebbe piemontese e dovrebbe derivare da un soprannome originato dal mestiere di produttore o venditore di pentole e casseruole svolto dal capostipite.
CASSON Specifico di Chioggia Casson è di origini incerte, potrebbe derivare dal toponimo Cassone (VR), improbabile una derivazione dal nome franco Cassyon, la più probabile è dal suo derivato, il nome medioevale Cassone di cui abbiamo un esempio tra la seconda metà del 1200 e l'inizio del 1300 con Cassone della Torre arcivescovo di Milano.
CASSULLO
CASSULO
CAZZULLO
CAZZULO
Cassullo, molto molto raro, ha un ceppo ligure, piemontese ed uno nel molisano, Cassulo, esclusivamente piemontese, ha un ceppo nell'alessandrino a Capriata d'Orba, Novi Ligure ed Ovada ed a Rivarolo canavese nel torinese, Cazzulo è specifico dell'alessandrino ,di Castelletto d'Orba, Ovada, Alessandria e Novi Ligure, e del genovese di Genova in particolare, Cazzullo, assolutamente rarissimo, è forse del cuneese, potrebbero derivare dal termine medioevale cazzuolo o chalçuolo (specie di stampo per la fusione dell'argento e metalli preziosi), di questo arnese abbiamo un esempio in questa ricetta del 1364: "...E poi vi metti questo per dare cholore all'ariento: tolgli sei otavi di vetro pesto e uno otavo d'osso di bue, chotto e pesto, e uno otavo di schalgliuola di ferro di fabro, e lavala bene e mescola insieme e mettine di sopra nel chalçuolo, dove dée istare l'ariento...", forse ad indicare che i capostipiti facessero gli argentieri.
integrazioni fornite da Daniele Zaia
In tutte le varianti questo cognome piemontese, deriva dalla voce dialettale casù, che vuol dire mestolo.
CASTA
CASTI
Casta è tipicamente sardo, di Sanluri nel Medio Campidano, di Villaurbana ed Oristano nell'oristanese, e di San Giovanni Suergiu ed Iglesias nell'iglesiente, Casti, sempre sardo è tipico del meridione dell'isola, di San Sperate, Cagliari, Quartu Sant'Elena, Villaspeciosa, e Quartucciu nel cagliaritano, di Villacidro, Serramanna e Sardara nel Medio Campidano e di Iglesias, Villamassargia, Carbonia e Domusnovas nell'iglesiente, dovrebbero derivare dal termine sardo di origini catalane casta (razza, stirpe, genia), ad indicare probabilmente un'origine privilegiata dei capostipiti.
CASTAGLIOLO
CASTAGLIUOLO
CASTAGLIULO
Castagliolo, praticamente unico, specifico del salernitano, sembrerebbe dovuto ad un'italianizzazione di Castagliuolo, che è caratteristico di Forio sull'isola d'Ischia nel napoletano, Castagliulo, sempre ischitano, praticamente unico, è dovuto ad un'ulteriore variazione dialettale del precedente, dovrebbero derivare da un termine dialettale napoletano basato sul termine spagnolo castillo (pronuncia castiglio), che significa castello e starebbe ad indicare nei capostipiti degli abitanti della zona del castello aragonese nei pressi di Forio.
CASTAGNA
CASTAGNETTI
CASTAGNINI
CASTAGNINO
CASTAGNO
CASTAGNONE
CASTAGNONI
CASTEGNINI
Comune in tutt'Italia Castagna, decisamente emiliano Castagnetti è probabilmente originario della provincia di Modena, Castagnini è veronese ed è anche ben rappresentato in Emilia, Castagnino ha un ceppo nel genovese a Genova, Chiavari, Lavagna e Sestri Levante, uno calabrese nel crotonese, a Petilia Policastro, Mesoraca e Roccabernarda, ed uno siciliano a Siracusa, tipico bresciano Castegnini, Castagno ha un nucleo piemontese nel cuneese e nel torinese ed uno campano tra avellinese e salernitano, Castagnone è tipicamente piemontese, con un piccolo ceppo a Casale Monferrato nell'alessandrino, Castagnoni praticamente unico, è del pavese. Questi cognomi dovrebbero avere, direttamente o tramite ipocoristici o accrescitivi, più o meno dialettali, un'origine da soprannomi legati al mestiere di raccoglitore o di venditore di castagne, ma potrebbero anche derivare da toponimi quali: Castagneto nel modenese e nel reggiano o Castegnato nel bresciano.
CASTAGNARI
CASTAGNARO
CASTAGNER
CASTAGNERI
CASTAGNERO
CASTEGNARO
Castagnaro ha un ceppo nel barese ed uno nel cosentino, Castagnari è tipico di Recanati nel maceratese nelle Marche, Castagner è poprio di Vittorio Veneto nel trevisano, Castagneri e Castagnero sono specifici del torinese, Castegnaro è specifico del vicentino, di Montebello Vicentino, Montecchio Maggiore, Brendola, Zermeghedo, Lonigo e Vicenza, dovrebbero derivare tutti dal mestiere di raccoglitore o venditore di castagne o anche da toponimi con questo tipo di radice come Castagnaro nel veronese.
CASTAGNAVIZZA Castagnavizza sembrerebbe unico, presente oggi solo in Liguria, dovrebbe derivare dal nome del colle della Castagnavizza tra Italia e Slovenia.
integrazioni fornite da Marida Castagnavizza
il mio cognome Castagnavizza, non è ligure, mio nonno è calabrese, pare che questo cognome gli sia stato dato nel momento in cui è andato al militare, essendo figlio di n.n.
CASTAGNOLA
CASTAGNOLI
CASTAGNOLO
Castagnola è tipico dell'area che comprende il pavese, l'alessandrino, il piacentino ed il genovese, con un ceppo antico anche a Napoli, di cui si hanno tracce almeno dal 1500, Castagnoli, tipico della zona che comprende l'Emilia e Romagna e l'alta Toscana, Castagnolo è tipicamente siciliano, del messinese, dovrebbero derivare da soprannomi basati sul termine castagnola (piccola castagna) o, molto più probabilmente, da nomi di località omonime, come ne esistono molte dal nord al sud del nostro paese, a titolo di esempio citiamo Castagnola di Franconalto nell'alessandrino, Castagnola delle Ferriere nel piacentino e molte altre simili.
CASTALDI
CASTALDO
CASTOLDI
Castaldi è presente in tutt'Italia, con particolare concentrazione nelle provincie di Varese, Ferrara, Firenze, Lazio e Campania, Castaldo è decisamente campano, del casertano e napoletano in particolare, Castoldi è lombardo di origine pavese. Tutti questi cognomi derivano da soprannomi originati dal vocabolo gastaldo, dal longobardo gastald, che originariamente aveva il significato di amministratore territoriale eletto dal Re che gli affidava poteri civili, militari e giudiziari, poi è diventato sinonimo di amministratore di proprietà o fattore.
CASTANI Castani, molto raro, sembrerebbe specifico del varesotto, di Sumirago in particolare, potrebbe derivare dal nome del paese di Castano Primo nel milanese, forse il luogo d'origine del capostipite, ma non escludiamo che possa anche derivare dal nome tardo medioevale Castanus.
CASTANO
CASTANO'
Si individuano due ceppi di Castano, uno in provincia di Matera ed uno in quella di Messina, Castanò invece sembrerebbe specifico della provincia di Catanzaro, in particolare di Montepaone, Cortale, Soverato e Gasperina, dovrebbero derivare dal nome tardo medioevale Castanus.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Castano cognome lucano, siciliano, calabrese e salentino. Viene dal cognome greco Kàstanos, a sua volta dal sostantivo kàstanon = 'castagna'. Rohlfs 65.
CASTELFRANCHI
CASTELFRANCO
Castelfranchi, molto molto raro, ha un ceppo a Milano ed uno a Roma, Castelfranco, ancora più raro ha una presenza nel chietino e forse un piccolo ceppo a Modena, cognomi che potrebbero essere di origine ebraica, potrebbero derivare dai moltissimi toponimi Castelfranco come ne abbiamo in Umbria, nel rietino, nel bergamasco, nel cremonese ecc.
CASTELLAN
CASTELLANA
CASTELLANI
CASTELLANO
CASTELLARI
CASTELLARO
CASTELLAZZI
CASTELLETTI
CASTELLI
CASTELLIN
CASTELLINI
CASTELLO
CASTELLOTTI
CASTELLUCCI
CASTELLUCCIO
CASTELLUZZO
Castellan è tipico del Triveneto, Castellana ha un ceppo triestino, uno nel piacentino, uno romano, uno pugliese ed uno siciliano, presente in tutta Italia Castellano ha una grossa prevalenza al sud, soprattutto in Sicilia, Puglie e Campania, mentre Castellani è decisamente del centro nord, Castellari assolutamente emiliano ha anche un piccolo ceppo nel savonese, e Castellaro è veneziano, ma esiste un ceppo anche nell'area tra la provincia di Alessandria e di Genova. Castellazzi ha due zone d'elezione, la provincia di Bergamo e di Modena, Castelletti è tipico lombardo, Castelli è molto diffuso in tutt'Italia, Castellin, molto raro, è specifico del padovano, Castellini, presente in tutt'Italia ha più aree di provenienza, una tra le provincie di Brescia, Verona e Vicenza, un'altra nella liguria orientale un'altra in Umbria e potrebbe essercene pure una in provincia di Palermo, Castello ha ceppi sparsi a macchia di leopardo un pò in tutt'Italia, Castellotti è lombardo delle provincie di Milano, Pavia e Lodi, Castellucci è molto diffuso in Romagna, Toscana, Marche e Lazio, nel materano e nel tarentino, Castelluccio è tipico dell'area che comprende napoletano, salernitano, foggiano e potentino, con un ceppo anche nel palermitano, Castelluzzo ha due ceppi uno nel palermitano ed uno nel leccese. Tutti questi cognomi dovrebbero derivare da soprannomi originati dal fatto di abitare in un castello o di essere alle dipendenze in un castello, ma possono anche essere derivati da soprannomi legati a toponimi contenenti nel loro nome la radice Castello.
integrazioni fornite da Daniele Zaia
Suggerisco un etimo integrativo del cognome Castellano, diversa da quella più evidente. Dovrebbe, per analogia con il cognome "Catalano" anch'esso assai diffuso nel Meridione, indicare un'origine castigliana della famiglia.
CASTELLANETA Decisamente pugliese, Castellaneta è tipico di Gioia Del Colle, Bitonto, Bari e Sammichele Di Bari nel barese, e di Taranto, dovrebbe derivare dal toponimo Castellaneta (TA) indicando probabilmente il luogo d'origine del capostipite.
CASTELNOVO
CASTELNUOVO
Castelnovo è tipico dell'area che comprende le province di Milano, Varese, Como e Lecco, con un ceppo anche nel bresciano, Castelnuovo oltre ad un'ottima diffusione nell'area del precedente ha significative presenze anche nel romano, nel teatino, nel foggiano e nel napoletano,  dovrebbero derivare dai molti toponimi Castelnovo o Castelnuovo presenti in gran quantità in tutt'Italia.
CASTELTRIONE Casteltrione, quasi unico, dovrebbe derivare dal toponimo Castel Trione, frazione della città di Amatrice nel reatino.
CASTELVECCHI
CASTELVECCHIO
Assolutamente rarissimi, Castelvecchi dovrebbe essere toscano e derivare da toponimi come Castelvecchio di Vellano (PT), Castelvecchio Pascoli (LU) o simili, Castelvecchio, di origine molto più incerta, dovrebbe anch'esso derivare da un nome di località.
CASTELVETERE Castelvetere è tipico di Ardore nel reggino, dovrebbe derivare dall'antico nome di Caulonia, nel reggino, chiamata appunto Castelvetere.
CASTIELLO Castiello è decisamente campano, particolarmente diffuso nel napoletano e casertano, ma comunque ben rappresentato anche nel beneventano, avellinese e salernitano, originato da un soprannome dialettale, dovrebbe derivare dal fatto che le famiglie abitassero o provenissero da località chiamate Castello o da rioni o contrade in prossimità di un castello.
CASTIGLIEGO Castigliego è caratteristico e specifico di Manfredonia nel foggiano, potrebbe trattarsi di un'italianizzazione del cognome spagnolo Castillejo.
CASTIGLION
CASTIGLIONE
CASTIGLIONI
Castiglion, estremamente raro, è veneto, probabilmente del vicentino, Castiglione ha un importantissimo nucleo siciliano, ma presenta ceppi nel cosentino e nel crotonese, nel barese e nel napoletano, nelle province di Roma, Firenze e Milano, in Liguria ed in Piemonte, Castiglioni è presente in tutto il centro nord si individua un importante ceppo nelle provincie di Varese e Como, ma potrebbero esserci altri ceppi in provincia di Rimini, di Verona, di Lucca e di Genova. Questi cognomi discendono da toponimi quali Castiglione d'Adda (LO), Castiglione d'Asti (AT), Castiglione d'Intelvi (CO), Castiglione Olona (VA), Castiglione Chiavarese (GE), Castiglione Mantovano (MN), ecc..  Nel 1000, nel varesotto si trova tra gli altri il casato nobiliare, dei Castiglioni che si fregiavano allora del titolo di Capitani di Castiglione Olona e che nel secolo successivo erano tra le più nobili famiglie del Seprio, nel 1300 a Casciago (VA) troviamo la nobile e influente famiglia Castiglioni tra le più abbienti e potenti, nel 1400 c'è un Branda Castiglioni Vescovo di Como, e un suo omonimo Vescovo di Piacenza, creato Cardinale nel 1411dall'antipapa Giovanni XXIII, a Berbenno, in Valtellina, nel 1450 l'arciprete Guidotto Castiglioni è alla guida della pieve, il Guicciardini nelle sue Memorie cita, riferendosi a nobili cavalieri fiorentini del 1400: "...messer Luigi Ridolfi, messer Matteo Castiglioni, Niccolò da Uzzano...", a Elice (PE) nel 1500 la famiglia Castiglioni di Penne risulta fra i ricchi proprietari terrieri: "...Istromento di ratifica di una vendita di un terreno feudale in contrada delli Sanarci a beneficio dell'Università dell'Elce colla renuncia del patto redimendo, contro D. Francescantonio e D. Pompeo Castiglioni eredi del quondam Camillo Castiglioni...", nel 1700 i Castiglioni sono Marchesi a Calcio (BG).
CASTORANI Cognome tipico del teramano, dovrebbe derivare dal toponimo Castorano(AP).
CASTORI
CASTORO
Castori, abbastanza raro, ha un ceppo romagnolo, uno nel perugino, uno a Roma ed uno nel nuorese, Castoro, presente sporadicamente al sud, ha un ceppo consistente nel barese, soprattutto ad Altamura, Grumo Appula e Toritto, dovrebbero derivare dal nome latino Castorus o Castorius, a sua volta derivato dal nome greco Kastor (castoro), uno degli argonauti, famosissima la coppia di gemelli Castore e Polluce, immortalati nella costellazione dei Gemelli.
CASTORINA
CASTORINI
CASTORINO
Castorina è tipicamente siciliano, di Catania, Acireale, Aci Castello, Giarre, Aci Catena, Gravina di Catania, Riposto, Misterbianco, Zafferana Etnea, Aci Sant'Antonio e San Giovanni la Punta nel catanese, con presenze anche a Messina e Taormina nel messinese, Castorini, quasi unico, ha qualche presenza nel napoletano e nel brindisino, Castorino ha un piccolo ceppo nel messinese, dovrebbero derivare da un soprannome dialettale basato sul termine arcaico casturinu, un tipico panno di lana pesante usato per ripararsi dai rigori invernali o notturni nei pascoli, forse ad intendere che i capostipiti facessero i pastori.
CASTRACANE
CASTRACANI
Estremamente rari entrambi, Castracane sembra avere oltre ad un ceppo napoletano anche un'origine nel centro Italia, Castracani parrebbe della zona tra Toscana e Marche, derivano da soprannomi legati ad un mestiere o ad un'attività militare, tracce di questa cognominizzazione si trovano nel 1300, nella Vita di Castruccio Castracani Niccolò Macchiavelli scrive: "...famiglia de' Castracani è connumerata intra le famiglie nobili della città di Lucca,..."
CASTREZZATI Castrezzati è specifico del bresciano, di Brescia, Collebeato, Gussago, Cellatica e Rodengo Saiano, dovrebbe derivare dal nome del paese bresciano di Castrezzato, probabilmente il luogo d'origine dei capostipiti.
CASTRI
CASTRINI
CASTRINO
CASTRO
CASTRONE
CASTRONI
Castri ha presenze in Toscana, un ceppo nel romano, a Rocca di Papa e Roma, ed uno a L'Aquila, Castrini ha un ceppo lombardo nel bresciano, a Desenzano del Garda, Pozzolengo, Sirmione e nel vicino mantovano, ed uno nella zona centrale che comprende Abbadia San Salvatore nel senese, Todi nel perugino ed il ternano, Castrino sembrerebbe ormai scomparso in Italia, Castro sembra avere oltre al nucleo nel catanese, anche un ceppo nel barese ed uno nel napoletano, con sparute presenze anche in Sardegna, Castrone è quasi unico, Castroni ha un ceppo a Martinsicuro nel teramano ed uno a Roma, dovrebbero derivare, direttamente o attraverso ipocoristici o accrescitivi, da nomi di località contenentri la radice Castr-, come si può evincere da questo testo del 1399 rinvenuto nel pavese: "...Ego Iohannes de Castro, filius quondam domini Gaspardi de Castro Arborii, publicus imperiali autoritate notarius...".
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
CASTRO: castello, roccaforte; dal latino castrum = luogo fortificato. Nella lingua sarda, soprattutto nella variante logudorese, col termine castro o castru o castra si indica una fortezza antica, ma anche i nuraghi, che sono considerati le più antiche fortificazioni della Sardegna. Citiamo alcuni luoghi fortificati, molti dei quali sono scomparsi o di cui restano soltanto i ruderi: Castra, abitato scomparso( sede di una Coorte romana di equites - cavalieri - Liguri), almeno sino al 74 d. C.) ubicato a circa 4 chilometri da Oschiri. Fu capoluogo della Curadorìa  di Montecuto, del regno giudicale di Torres. Nel 1324 passò alla Corona d'Aragona e quindi al Regno (aragonese) di Sardegna; poi fu infeudato dal re Pietro il Cerimonioso a Giovanni d'Arborea, fratello "ribelle" di Mariano IV° (padre di Eleonora) ed infine tornò al Regno di Sardegna; non sappiamo per quale motivo, durante la seconda parte del XV° secolo fu abbandonato; Castro o Castello di Sant'Antioco, ubicato nei pressi dell'abitato, del quale restano poche tracce. Abbiamo diversi riferimenti: la prima notizia dell'esistenza del Castello è del conte della Marmora, Alberto Ferrero, nel suo "Viaggio in Sardegna" del 1839. Successivamente ne parla Vittorio Angius nel D. G. S. S. C. degli Stati di S. M. il re di Sardegna, nel 1841. Si trattava di una fortezza composta da 7 torri, situata in posizione strategica, subito dopo il ponte, che ancora oggi collega l'isola (di Sant'Antioco) alla terra ferma; ed ancora: Castrum Ianuense, l'attuale Castelsardo; Castrum Platearum, l'attuale Las Plassas, etc. etc. Attualmente il cognome è presente in 257 Comuni italiani, di cui 2 in Sardegna: Abbasanta 9, Selargius 3. E' invece un cognome diffuso in tutta Italia, con maggiore frequenza in provincia di Catania. Lo ritroviamo nelle carte antiche della Sardegna, ma nella forma De Castro. (vedi De Castro).
CASTRICIANO Castriciano è tipico di Messina, si potrebbe trattare di una forma etnica di comuni come Castroreale nel messinese, ma è pure possibile che derivino invece da un fundus castricianus mediovale di cui si siano perse le tracce, cioè della proprietà rurale di un Castricius, non si può escludere, anche se veramente improbabile, una derivazione dal termine tardo latino castrucianus (piccolo porcile).
CASTRIGNANO
CASTRIGNANO'
Castrignano è tipicamente pugliese di Monopoli, Spinazzola e Bari nel barese, di Manfredonia nel foggiano, di Calimera nel leccese, di Brindisi e di Taranto, con un ceppo anche ad Anzi nel potentino, Castrignanò è specifico del leccese e brindisino, di Calimenra, Copertino, Lecce, Melendugno, e Campi Salentina nel leccese e di Brindisi, dovrebbero derivare dal nome dei paesi di Castrignano de' Greci o Castrignano del Capo, entrambi nel leccese.
CASTRIOTA
CASTRIOTI
CASTRIOTO
CASTRIOTTA
CASTRIOTTI
Castriota ha presenze sparse nella zona litoranea adriatica dal pesarese al leccese. con presenze anche nel cosentino, Castrioti, assolutamente rarissimo, sembrerebbe del beneventano, Castrioto, molto molto raro, è del leccese, Castriotta ha un ceppo a Trieste, uno, il più consistente a Manfredonia nel foggiano, con presenze anche a Foggia ed a Molfetta nel barese, Castriotti, assolutamente rarissimo, è specifico di Venosa nel potentino, dovrebbero essere di origini albanesi e derivare in qualche caso dal cognome albanese Kastrioti, dovrebbe trattarsi di una forma etnica grecanica, dove il suffisso -ota sta per abitante di, riferita forse in qualche caso anche a paesi come Castrignano dei Greci o Castrignano del Capo nel leccese, o come Castronovo di Sant'Andrea nel potentino o come i moltissimi paesi, sia italiani che del territorio della costa dalmata, contenenti la radice Castro derivata dal termine latino castrum (insediamento militarizzato, accampamento, luogo fortificato), famosissimo è stato il principe albanese di Kruje Gjergj Kastrioti Skënderbeu (1405 - 15468) eroe nazionale d'Albania, che riunì i vari principati dell'Epiro e di Albania per opporsi contro l'invasore turco, Kruje si arrese agli ottomani solo 10 anni dopo la sua morte, il casato dei Castriota ottenne dal Re d'Aragona, dopo la morte di Gjergj, il ducato di SanPietro in Galatina e la contea di Soleto nel leccese, Giovanni, figlio di Scanderbeg, sposando Irene Paleologo, ultima discendente della famiglia imperiale di Bisanzio, divenne di fatto l'ultimo rappresentante dell'Impero Bizantino ed i discendenti della famiglia Castriota Scanderbeg oggi rimangano gli unici discendenti diretti degli ultimi imperatori di Costantinopoli.
CASTROFILIPPO Specifico di Palermo e del palermitano, cognome abbastanza recente, deriva dal toponimo Castrofilippo (AG).
CASTROGIOVANNI Castrogiovanni, decisamente siciliano, molto diffuso in tutta l'isola, ma particolarmente nell'ennese da dove è originario, dovrebbe derivare dal toponimo Castrogiovanni, l'antico nome della città di Enna.
CASTRONOVO Castronovo è tipico della Sicilia centrooccidentale, dovrebbe derivare dal toponimo Castronovo di Sicilia (PA).
CASTRONUOVO Castronuovo è tipico della zona che comprende la Basilicata ed il tarentino, dovrebbe derivare da toponimi come Castronuovo di Santandrea (PZ).
CASTROVILLARI
CASTROVILLI
Castrovillari è tipico del cosentino, di Acri, Bisignano, Castrovillari, Luzzi, Corigliano Calabro e Rocca Imperiale e del Salento, Castrovilli è specifico del barese, di Minervino Murge in particolare, dovrebbero derivare dal toponimo calabrese Castrovillari.
CASU Estremamente diffuso in tutta la Sardegna, dovrebbe derivare dal mestiere di produttore di formaggio casu in lingua sarda.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
CASU: su casu = cacio, formaggio. Dal latino caseus. Su casu de craba; su casu de brebei; su casu de bacca = il formaggio di capra, di pecora, di vacca. Su cabacasu è la farfallina notturna. La forma di formaggio è detta: una piscèdda o piskèdda de casu. Il pasto tipico proverbiale dei sardi: pani e casu e binu a rasu = pane e formaggio e vino a bicchieri ben pieni. In erboristeria: su casu cottu è l'orchis > orchidea selvatica; è detta così anche la fumaria officinalis  > erba acetina. Su trattacasu è la grattugia del formaggio. Su casu de Santu Franciscu sono le bacche della malva (narbèdda). Come cognome è presente nelle carte antiche della lingua sarda. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE del 1388, abbiamo: Casu Comita, ville Gurrutta ( * Gurrutta.odierno Brutta - Contrate de Ardar et Meylogu); Casu Georgio, ville Cerchillo(* Cerchillo... attuale Berchidda. Curatorie de Costa de Valls); Casu Guantino, major ville de Biti(attuale Bitti); Casu Joanne - de Castri Januensis(Castelsardo); Casu Mariano, jurato ville Petra Veurra (* Petra Veurra.distrutto. Campitani Majoris); Casu Mario - ville de Dosille(* Dosìlle.Osìdda (Contrate Montis Acuti - Ozieri); Casu Nicolao, ville Selluri( Sanluri - Seddori); Casu Petro, jurato ville Bonorbe(Bonorva); Casu Petro, ville Lunamadrona (Lunamatrona - Contrate Marmille). Nel Condaghe di San Pietro di Silki, CSPS, XI°, XIII° secolo abbiamo: Casu Ithoccor (18), testis parthizione de servis(teste in una partizione di servi): parthiuimus a Merkisa cun sos Casus et cun donna Iusta de Cleu et cun Dorgotori Pinna et intrait a Sancta Julia su latus et ad Sanctu Petru su pede et comporai a Juanne de Rosa et assos Casus et a donna Justa de Cleu et assu frate, sas iij dies ki minde essiat. ( abbiamo diviso Merchisa con i Casu e con donna Justa e con Dorgotori Pinna e toccò a Santa Giulia la metà (del servizio) e a San Pietro un quarto; ho comprato Juanne de Rosa dai Casu e da donna Cleu e dal fratello, per le tre giornate che mi mancavano). Nel testo del Fara de Rebus Sardois IV (106/18), figurano: (1)Casu Antonius, firmatario, per conto di re Giovanni d'Aragona, del trattato di pace con Eleonora d'Arborea (LPDE del 1388); il trattato fu firmato il 5 febbraio del 1388 e sottoscritto quindi dai seguenti delegati: Ximen Perez de Arenòs in nome di Giovanni, re di Aragona e di Sardegna, Comita Pancia di Arborea, Tommaso Serra di Arborea e Antonio Casu di Sassari.> Ximen Peres de Arenoso pro Ioanne Aragoniae et Sardiniae rege, Comita Pancia arborensis, Thomas Serra arborensis et Antonius Casu sassarensis.). (2) Casus Ioannes( 196/4): Anno 1463, 7 Kal. Novembris, ad Synodum provincialem Turritanam vocati, convenerunt (alla data del 26 ottobre 1463, fu convocato il sinodo provinciale turritano, al quale parteciparono.): Antonius Cano archiepiscopus turritanus; Sisinnius episcopus bisarchensis; Nicolaus episcopus ampuriensis; Iacobus episcopus sorrensis; Petrucius abbas S.ti Michaeli de Plano; Ioannes Magnus archipresbyter sassarensis; Guantinus de Luna canonicus et vicarius turritanus; Pantaleus de Serra canonicus turritanus; Elias Masala canonicus turritanus; Gonnarius Pilus canonicus turritanus; Franciscus Cano rector de Sennoris procurator episcopi plovacensis; Ioannes Casus canonicus e procurator episcopi castrensis; etc. (3) Casus Matthaeus(28/12): ambasciatore sassarese, che insieme ad altri nobili sardi, tra cui anche il giudice Ugone II° d'Arborea, giurarono fedeltà al principe Alfonso d'Aragona, che si accingeva alla conquista della Sardegna, con una potente flotta, e un forte schieramento di terra. Siamo nell'anno 1323. Dopo circa un anno di guerra, fatta soprattutto di assedi di roccaforti ( Villa di Chiesa >Iglesias, resistette eroicamente per ben sette mesi e otto giorni), in data 19 giugno 1324, si arrese anche Castel di Cagliari e nella Cattedrale di Bonaria fu riconosciuta una nuova entità statuale: nacque di diritto e di fatto il Regno di Sardegna, detto all'inizio Regno di Sardegna e Corsica. Questi fatti storici riportati nel testo del Fara, si ritrovano, perfettamente rielaborati, nel Di. Sto. Sa. di F. C. Casula.
CASULA
CATZULA
Casula, decisamente sardo, è molto diffuso in tutta l'isola, con massima concentrazione a Cagliari, Selegas, Assemini e Serdiana (CA), Siris ed Oristano (OR), Villamassargia, Carbonia e Iglesias (CI), Olbia (OT) e Nuoro dovrebber derivare da soprannomi derivati dal termine sardo casula  (stazzo, ricovero di campagna) forse grazie all'attività di pastore del capostipite.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
CASULA; CATZULA: in tutte le parlate dell'isola significa pianeta, veste che portano i sacerdoti per celebrare la messa. Dallo spagnolo casulla. Dal latino casula. In latino oltre a pianeta significa anche piccola casa. Come cognome è diffuso in  tutta la Sardegna sin dai tempi antichi. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE, del 1388, figurano: Casula Anthonio, majore (amministratore, sindaco) ville Gorare ( * Gorare ...Odierna Borore. Marghine de Gociano); Casula Arçoco, ville Laconi (** Laconi.et Contrate Partis Alença et etc. seu Atara Barçolo, officiali Curatorie de Parte Alença. In posse Penna Ambrosii et filii Guiducii (Penna) notari...die XII januarii 1388.( nisi pastores bestiarium et etc.). Nel Condaghe di San Pietro di Silki, CSPS, XI°, XIII° secolo, figura il nome Casula: monticlu de Casula (19°), in una compera di terre (comporu): comporaili a Gunnari de Thori Pistanka su latus (la metà) dessu saltu d'Arave( paese medioevale, villa, bidda, scomparsa verso la fine del XIII° secolo. Appartenne alla Curadorìa di Flumenargia, nel regno giudicale di Torres).et fallat in sos ballicos(declina in piccole valli) derettu assu monticlu de Casula( dritto sino al colle di Casula). Nel Condaghe di San Nicola di Trullas, CSNT, XI°, XIII° secolo, abbiamo: Casubla (Casula - la b risulta aggiunta da altra mano, per indicare il richiamo)  Michali, servo in Usune (l'attuale Usini:  (SS) centro abitato con 4000 anime, ad economia agricola, famoso per i suoi vigneti), e la figlia Maria (256): ego presbiter  Dericor ki poniu in custu condake II terrales (due coloni) integros a Ytcioccor de Bosia, fiiu (il figlio) de Janne Carica et a Maria, fiia de Michali Casubla.Nella storia ricordiamo Casula Antonio, illustre personaggio di Nurri, vissuto nell'ultimo periodo spagnolo del Regno di Sardegna. Nel 1701 ottenne il cavalierato ereditario e la nobiltà. Lasciò tutto il suo patrimonio ai Gesuiti, perché fondassero un collegio religioso a Nurri (centro abitato del Sarcidano - prov. CA - con 2430 anime; le sue origini sono preistoriche. L'antico edificio del Collegio dei Gesuiti è oggi adibito a Sede del Municipio). Il cognome Casula è attualmente presente in 458 Comuni italiani, di cui 204 in Sardegna: Cagliari 376, Sassari 214, Assemini 186, Olbia 133, etc. Catzula(si tratta probabilmente della trascrizione errata di Casula, che è presente a Meana Sardo in numero di 40 e a Bosa in numero di 26), è presente in 9 Comuni italiani, di cui 2 in Sardegna: Meana Sardo 32, Bosa 3.
CASULLA
CASULLI
CASULLO
Casulla, quasi unico, è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione dei successivi, Casulli è specifico del barese, dove è molto diffuso a Putignano e Noci, con buone presenze anche a Massafra e Palagiano nel tarentino e nel barese anche a Castellana Grotte, Mola di Bari, Alberobello, Conversano e Monopoli, Casullo, decisamente più raro, è specifico del foggiano, di Accadia e Monteleone di Puglia, potrebbero derivare da nomi medioevali di località come questa citata in un atto napoletano del 1263: "'...abitator de loco qui nominatu Casulla Balentiana...", ma si può anche prendere in considerazione una derivazione dal termine spagnolo casulla (casula, l'antico nome della pianeta sacerdotale, il paramento liturgico usato dal presbitero per presiedere la celebrazione eucaristica, una sorta specie di lungo poncho), forse perchè i capostipiti fossero soliti indossare questo tipo di veste.
CASUMARO Casumaro, abbastanza raro, sembrerebbe specifico di Megliadino San Vitale nel padovano, difficile non ipotizzare una derivazione dai toponimi Casumaro di Finale Emilia (MO) o Casumaro di Cento (FE), anche se quest'ultimo non è così lontano da non essere il più probabile come luogo d'origine della famiglia.
CATACCHIO Decisamente di Bari, potrebbe derivare da un soprannome dialettale.
integrazioni fornite da Domenico Francesco Catacchio
origine potrebbe essere greca  cata-kios ovvero venuto dall'isola di Kios.
CATAGINI Assolutamente rarissimo è tipico del vicentino, potrebbe derivare da un soprannome dialettale.
integrazione di Luigi Colombo
Nel Nord un cognome come Catagini fa pensare immediatamente a Cà Tagini, cioè a Casa dei Tagini, i Catagini sembrerebbero originari di Altavilla Vicentina..
CATALAN
CATALANI
CATALANO
CATALANOTTO
CATALONI
CATELAN
CATELANI
CATTALAN
CATTALANI
CATTALANO
CATTELAN
Catalan, rarissimo, sembrerebbe triestino, Catalani è raro e sembra avere un ceppo nel Lazio ed uno nelle Marche, Catalano è diffusissimo in tutt'Italia sembrerebbe decisamente centro meridionale, ma potrebbero esserci anche altri ceppi in Liguria, tra Bologna e Firenze e in Lombardia, Catalanotto è tipicamente siciliano, della parte occidentale dell'isola, di Salemi e Castelvetrano nel trapanese, di Palermo e di Ribera nell'agrigentino, Cataloni, quasi unico, è del centro Italia, Catelan è del vicentino, Cattelan è molto diffuso in tutta l'area vicentino, trevisana, padovana e veneziana, Catelani è toscano, delle province di Lucca e Firenze, Cattalan, quasi unico, è forse veneziano, Cattalani molto raro potrebbe avere oltre al ceppo marchigiano anche uno, probabilmente secondario nel mantovano, Cattalano rarissimo, sembra proprio del torinese, la loro origine è o direttamente dal nome medioevale italiano Catalanus o da soprannomi originati dalla provenienza geografica del capostipite, la regione della Catalogna in Spagna, origine che può essere reale o attribuita a chi, come i legionari veterani di Pompeo, aveva effettuato delle campagne in Spagna, ma è anche da prendere in considerazione un'origine ebraica a seguito della cacciata degli ebrei dalla Spagna. Nel 1200 sulla Nova Cronicha del Villani si legge: "...due cavalieri frati godenti di Bologna per podestadi di Firenze, che l'uno ebbe nome messer Catalano de' Malavolti, e l'altro messer Loderigo delli Andalò, ...", sempre nel 1200 in un atto leggiamo: "...dominico de Villalonga Ferrarius Catalanus, «haereticorum terror»,...", nel 1300 nell'elenco dei vescovi fatti da Giovanni XXII° si trova Jordanus Catalanus, nel 1500 troviamo un famoso pittore Gian Domenico Catalano, in un atto rogato a Monterubbiano (AP) si parla di 1500 ducati, impegnati a favore di un tale ebreo Abraham Catalanus.
integrazioni fornite da Norberto Catelani
Molto probabilmente Catelani è dovuto ad un errore di trascizione in quanto forse originariamente il cognome era Catalani. E' presente un ceppo nella Versilia Storica (Stazzema). Tracce di tale cognome si trovano a partire dalla metà del 1700.
CATALDI
CATALDO
Cataldi, abbastanza diffuso in tutto il sud ha ceppi importanti in Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia, ma sembrano esserci nuclei anche nel Lazio e nelle Marche, Cataldo è specifico di tutto il sud, derivano dal nome medioevale Cataldus, di cui si ha traccia ad esempio in un atto di donazione del 686 scritto in Cremona, dove si può leggere: "In nomine domini Dei et beatissimi auctoris nostri Iesu Christi et beate matris eius Marie domine nostre. regnantes gloriosissimis domnis nostris Pertharith et Chuniberth uiri excellentissimi regibus, anno regni eorum decimo sexsto et nono... ...Ego Cataldus indignus primus presbiter ut primerius ut custus Sancte Marie huic cartula donactonis et dotacionis a nobis facta subscripsimus et probaui...", ma è pure possibile una derivazione da toponimi come San Cataldo (CL) o San Cataldo di Bella (PZ) o dal termine longobardo Gastaldo (vedi).  Tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Messina nel 1300, in un testamento infatti si legge: "...et meridiem est via pubblica et a septentrione hospitium dicti Donni Cataldi et tertiam partem bonorum et iurium suorum existentium ...".
CATALE Assolutamente rarissimo, sembrerebbe originario dell'alta Basilicata, dovrebbe derivare da modificazioni dialettali di nomi di località contenenti la radice Cataldo, come San Cataldo di Bella (PZ) e simili.
CATALFAMO Catalfamo è tipicamente siciliano, della zona orientale dell'isola, del messinese in particolare, di Messina, Barcellona Pozzo di Gotto, Castroreale, Terme Vigliatore, Milazzo e Furnari, dovrebbe derivare da un soprannome grecanico a sua volta derivato dai termini greci katà (contro) e phamà (grido, voce, che parla), con il senso di antagonista, ribelle,  anche se non si può escludere che si tratti di un'alterazione dialettale del termine greco καταφαίνω  katafaino, che significa mostrare, evidenziare, ma anche rappresentare, forse ad identificare nel capostipite una specie di oracolo o comunque un uomo di religione.
CATALIN Catalin è tipico di Villar Pellice e Luserna San Giovanni nel torinese, dovrebbe derivare dal nome Cathelin forma maschile savoiarda del nome Caterina.
CATALINI
CATTALINI
Catalini è tipico marchigiano, della provincia di Macerata, Cattalini sembra avere un ceppo tra le province di Sondrio e di Brescia ed uno tra le province di Reggio e di Lucca, dovrebbero derivare da modificazioni del nome Catalina, una variante del nome Caterina.  Tracce di questa cognominizzazione le troviamo in un atto del 1 febbraio 1481 scritto a Mombasiglio (CN): "...Actum in recepto Montisbaxili in quadam domo Antonii Catalini..." e nel 1600 a Civago (RE) con don Giacomo Cattalini.
integrazioni fornite da Giacomo Ganza / Villa di Tirano (SO)
Cattalini è presente nella zona di Tirano (SO) da almeno tre secoli. Fino all'800 si scriveva Catalini. Diversi Cattalini sono emigrati negli ultimi due secoli dal mandamento di Tirano verso Stati Uniti, Argentina, Brasile, Australia.
CATALLI
CATALLO
CATULLI
CATULLO
Catalli ha un ceppo a Pescina nell'aquilano ed uno a Roma, Catallo ha un ceppo nel frusinate a Isola del Liri, Casalvieri, Arpino, Sora ed Anagni, ed a Roma, Catulli, assolutamente rarissimo, ha un ceppo a Caprarola nel viterbese ed a Roma, Catullo ha un ceppo a Venezia, uno a Roma, Civitavecchia e Velletri, uno a Castel di Sangro nell'aquilano, ed uno a Napoli, tutti questi cognomi dovrebbero derivare dal cognomen latino Catallus o Catullus, forme ipocoristiche del più noto Cato, Catonis, reso famoso da Marco Porcio Catone il Censore e da Marco Porcio Catone l'Uticense.
CATALUFFI
CATALUFFO
Cataluffi ha un ceppo umbro, in particolare a Foligno, ed uno romano, Cataluffo, quasi unico, parrebbe dell'area aquilano, laziale, e potrebbe derivare dal nome di Colle Cataluffo nel frusinate, dovrebbe derivare da soprannomi originati dal termine arcaico cataluffa o cataluffo, una specie di stoffa damascata a mò di broccato povero, fatta di lino e cotonaccio a righe di vari colori a fiori, usata anticamente per tende, tappezzeria e per abiti o paramenti sacri come la pianeta, soprannome che potrebbe essere stato motivato sia dal tipodi abbigliamento dei capostipiti, che magari dal fatto che commerciassero o tessessero quel tipo di stoffa.
CATANEO Cataneo sembrerebbe specifico del foggiano di San Severo in particolare, dovrebbe derivare dal termine medioevale Cataneus carica attribuita in epoca medioevale a quanti occupassero cariche di rilievo in campo militare, giudiziario o amministrativo di un paese o di un castello e che divenne in uso anche come nome personale, come possiamo vedere in uno scritto dell'anno 1393 a Genova: "In nomine Domini Amen - Cataneus Spinola civis Ianue quondam Domini Catanei ex una parte et Thadeus de Senis pictor Janue ad sanctum Laurentium ex parte altera pervenerunt et pervenisse sibi invicem et vicissim confitentur et confessi sunt et fuerunt ad infrascripta pacta conventiones promissiones et obligationes slemni stipulatione valata et firmata et valatas et firmatas...", tracce di questa cognominizzazione la troviamo a Modugno agli inizi del 1500, nel 1512 Guarino Cataneo fu fatto Castellano di Bari dalla Regina Isabella d'Aragona.
CATANI
CATANO
Catani è tipico della fascia centrale che comprende Romagna, Marche, Umbria, Toscana e Lazio, Catano, molto molto più raro è specifico del barese ed in particolare di Canosa Di Puglia, dovrebbe derivare dal nome medioevale Catanus di cui abbiamo un esempio nel De casibus virorum illustrium del Boccaccio: "...Verum, ut hos omiserim, se rebus Romulde cum Gisulpho tranquillis habentibus, turbo cunta circumagitans repente exortus est. Nam Catanus, Avarorum rex, congregata armatorum multitudine hostiliter Gisulphi fines ingressus...", secondo altri deriverebbe invece da una forma contratta del termine medioevale capitaneus divenuto prima capitanus e quindi catanus.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Catano, cognome barese, per Minervini 135 è variante del toponimo Catania, dal greco bizantino Katàne, latino Catina, italiano antico Catana. In Sicilia potrebbe derivare dal personale Gaetano.
CATANIA Cognome specifico siciliano, deriva ovviamente dal toponimo omonimo. Il ceppo messinese si stabilì a Messina sotto Federico II°, da cui ebbe il feudo di Nissoria, la castellania di Asaro ed il casale di Placa di Baione costituito in Baronia.
CATANZARITA
CATANZARITI
Catanzarita, praticamente unico, potrebbe essere o una forma arcaica o un errore di trascrizione di Catanzariti che è specifico della Calabria meridionale, dovrebbero comunque derivare dall'etnico greco del toponimo Catanzaro.
CATANZARO Diffuso in Sicilia, Calabria e Puglia, deriva dal toponimo omonimo.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Catanzaro è un cognome derivante dal toponimo omonimo che viene dal greco medievale Καταντζάριον  Katantzàrion, che ha origine dal termine greco kàto (giù, in basso, di sotto) aggiunto al termine arabo 'anzār' = terrazza, con il significato di terrazza situata in basso, inteso in basso rispetto alla Sila, la città infatti sorge ai suoi piedi.
CATAPANE
CATAPANI
CATAPANO
Catapane è tipico di Caserta, Catapani è di San Giuseppe Vesuviano (NA), Catapano, molto diffuso in tutta la Puglia, nel potentiuno, nel napoletano e salernitano e nel cosentino, con nuclei importanti a Ottaviano e San Giuseppe Vesuviano nel napoletano e, in Puglia, a Taranto e Barletta (BA), derivano dal termine bizantino Catapanus o Catepanus (Prefetto di una provincia dell'Impero) cioè sovrintendente, guardia daziaria al controllo di alcuni territori nel senso di ufficiale addetto all'esazione delle multe, ma anche Giudice nelle liti civili.
CATARAME
CATRAME
Catarame quasi unico, parrebbe siciliano, così con il leggermente meno raro Catrame, per entrambi l'origine dovrebbe essere quella di artigiani calafatari.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
Catarame, praticamente unico, proviene forse dal catanese, Catrame, rarissimo, è originario di Modica (RG), questi cognomi derivano dal termine catrame, ad indicare, così, un mestiere connesso con l'uso di questo liquido viscoso: un tempo, infatti, il catrame veniva usato per diversi scopi, come l'impermeabilizzazione delle navi e dei cavi, il fissaggio delle carene, la copertura dei tetti con assicelle, etc. Si tratta, dunque, delle cognominizzazione di nomi di mestiere attribuiti ai capostipiti.
CATARIN
CATARINI
CATARINO
CATERINI
CATERINO
CATTARIN
CATTARINI
CATTARINO
CATTERINI
CATTERINO
Catarin, assolutamente rarissimo, è del trevisano, Catarini, ancora più raro, è dell'area marchigiano, abruzzese, Catarino, quasi unico, è campano, Caterini ha un ceppo nell'Italia centrale tra Toscana, Umbria, Lazio settentrionale e Roma ed uno tra potentino e cosentino, Cattarin ha un ceppo nel trevisano a Silea, Treviso, Breda di Piave, Casale sul Sile, Roncade, Villorba, Istrana e Paese, un ceppo nel goriziano a Cormons e Mariano del Friuli ed uno a Roma, probabile esito della Bonifica Pontina, Cattarini ha un ceppo triestino ed uno molto piccolo a Pergola nell'urbinate, Cattarino, molto raro, ha un piccolo ceppo a Buia e Tolmezzo nell'udinese, Catterini, assolutamente rarissimo, parrebbe umbro, Caterino è molto diffuso in Puglia, in Molise, nel napoletano e soprattutto nel casertano, con un ceppo anche a Roma, Catterino, quasi unico, sembra essere molisano, dovrebbero derivare dal nome germanico Catherin, versione maschile del più noto Catharina, ma in alcuni casi, soprattutto al sud, potrebbe derivare dal termine greco katharos (immacolato, lindo, puro, lucente) rientrando nel caso dei nomi originati dalla devozione cristiana.
integrazioni fornite da Carlo Caterini
il cognome Caterini o Caterina ha origine dalla devozione per Santa Caterina d'Alesandria. Questa famiglia ha tre rami nobili: di Terni, Onano e di Vaglio Basilicata. Alla nobile famiglia Caterini di Onano in provincia di Viterbo, apparteneva il cardinale Prospero Caterini cugino di Marcantonio Pacelli, nonno di del papa Eugenio Pacelli. Il suo blasone é raffigurato nel dizionario blasonico di Vittorio Spreti. Alla famiglia Caterini di Vaglio Basilicata apparteneva la nobile Maddalena Caterini di Acerenza che sposò nel 1629 il Conte Donato Gattini di Matera: il suo blasone è raffigurato nel dizionario blasonico del Crollalanza. il blasone dei Caterini di Terni é raffigurato nel dizionario blasonico del Crollalanza e dello Spreti. A questa famiglia appartennero numerosi personaggi che ricoprirono cariche municipali a Terni e possedettero il feudo di Poggio nel Comune di Otricoli.
integrazioni fornite da Vito Caterini
Il ramo Caterini sviluppatosi nella provincia di Avellino proviene dall'attuale provincia di Foggia ed in particolare da San Marco in Lamis, dove il cognome originale era Catarina successivamente trasformatosi in Catarini e poi dal 1840 in Caterini, l'origine del casato è bizantina  e anche oggi esiste in Grecia una città dal nome Katherini (n.d.r. Katherini è una città situata nel golfo di Tessalonika a circa 50 Km da questa città).Tale ramo avellinese ha un blasone inquartato e sormontato da corone ducali.
CATARINICCHIA
CATERINICCHIA
Catarinicchia, molto raro, è specifico del palermitano, di Cinisi, Palermo e Terrasini, con un ceppo anche ad Alcamo nel trapanese, Caterinicchia, che sembrerebbe unico, è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione del precedente, che dovrebbe derivare da una forma ipocoristica dialettale siciliana del nome medioevale Catharina derivato dal greco katharòs (puro).
CATAVOLO Catavolo, quasi unico, è specifico del latinense, dovrebbe derivare da un soprannome basato sul termine greco antico χατάβολος katàbolos (in greco la pronuncia della lettera beta (β) corrisponde ad una -v-), che significa magazzino marittimo, fondaco, serraglio, probabilmente intendendo così che il capostipite fosse o reponsabile di una simile struttura, o vi ci lavorasse.
CATELLA
CATELLI
CATELLO
Catella ha un ceppo a Cantello (VA) ed uno ad Adelfia e Bisceglie nel barese, si individuerebbero due zone d'origine per Catelli, il comasco ed il parmense, Catello sembra essere decisamente napoletano, potrebbero derivare da soprannomi originati dal vocabolo latino catellus (cagnolino) e potrebbe riferirsi al fatto di allevare cani o aver avuto a che fare, in un episodio significativo, con un cane, ma in molti casi . possono derivare da modificazioni di nomi latini come Catullus o Cato.
CATELLANI
CATELLANO
Catellani è tipicamente emiliano, della zona che comprende le province di Reggio Emilia, Modena e Bologna, Catellano è praticamente unico, dovrebbe derivare dal nome medioevale Catellanus o Chatellanus di cui troviamo tracce in uno scritto del 1250: "...Potestas Parmensium de civitate erat tunc temporis dominus Catellanus de Carbonisiis de Bononia, qui non fuit captus quia optime scivit sibi cavere. In glarea fluminis Tari ligaverunt captivos, ut dixit michi dominus Glarattus, qui ibi fuit ligatus. ...", un principio di questa cognominizzazione la troviamo nel 1300: "...Sermo factus in Parasceve coram Summo Pontifice per fratrem Bernardum Chatellanum sacre pagine professorem ordinis fratrum S. Augustini, qui cum aliis sermonibus adespotis asservatur in Bibliotheca Communali ..:".
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Catellani è cognome etnico, indicante i Catalani, cioè gli oriundi della Catalogna. Molto probabile è l'origine israelitica. Fonte: F. Violi, Cognomi a Modena e nel Modenese.
CATELOTTI Catelotti è un cognome tipico di Berbenno Di Valtellina (SO), potrebbe derivare da soprannomi originati dal termine catello (cagnolino) dal tardolatino catellus, ma è pure possibile un'origine da modificazioni del cognome Castellotti,  tracce di questa cognominizzazione le troviamo in Valtellina fin dal 1700 in un atto del 1726 "Locazione concessa a Giovanni de Censo, Marciona e Catelotto rogata ut supra" della comunità delle Fusine (SO).
CATENA
CATENACCI
CATENACCIO
CATENAZZI
CATENAZZO
CATENELLI
CATENI
CATENINO
Catena è diffuso in tutta l'Italia centromeridionale, Cateni è tipicamente toscano, Catenacci ha un ceppo lombardo, uno tra Lazio ed Abruzzo, ed uno tra barese e potentino, Catenaccio, molto raro, parrebbe del romano, Catenazzi, anch'esso molto raro, è tipico dell'area tra varesotto e verbanese, Catenazzo è specificatamente del foggiano, Catenelli, assolutamente rarissimo, parrebbe romano, Catenino, quasi unico, è del napoletano.
Integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
Sull'origine di questi cognomi confluiscono per lo meno due ipotesi, entrambe valide a spiegarne la diffusione dal nord al sud del paese. Cominciando con la prima interpretazione, innanzitutto, è abbastanza probabile una connessione con la toponomastica italiana, se si pensa a toponimi quali Aci Catena (CT) e Catenanuova (EN), nonché ad alcune frazioni di nome Catena riscontrabili nel trevigiano, nel pisano e nel cosentino. Passando alla seconda ipotesi, invece, va detto che in molti casi questi cognomi derivano dal nome medievale Catena, che, in ambito cristiano, allude al culto per la Madonna della Catena (in questo senso, ad esempio, i nomi Catena e Maria Catena sono ancora diffusi in alcune aree della Sicilia). Sostenuto da diversi miracoli e visioni, il culto per la Madonna della Catena ha origini piuttosto antiche, probabilmente rintracciabili nell'Alto Medioevo: la tradizione cristiana, in questo contesto, attribuisce alla Madonna la facoltà di liberare gli uomini da ogni male, sciogliendo loro dalle catene che li rendono schiavi delle sofferenze umane; in alcuni casi, tuttavia, il ruolo della Vergine è quello di tramite per un'unione fra l'essere umano e l'essere divino, in cui la catena rappresenta il forte legame col Bene, la comunione spirituale con Gesù Cristo. Dal punto di vista storico, comunque, tracce del nome Catena si trovano nella Siena del '200, con un certo Catenaccio del fu Boldrone. Per quanto riguarda i cognomi in questione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni o dei nomi personali dei capostipiti o di soprannomi ad essi attribuiti (da intendere anche in senso toponomastico).
CATERINA Caterina è un cognome diffuso a macchia di leopardo al sud, potrebbero esserci più nuclei, in Puglia, nel Molise, ed in Calabria, dovrebbe derivare da uno dei vari toponimi contenenti la radice Caterina, quali: San Caterina Albanese (CS), Santa Caterina (LE) o Santa Caterina dello Ionio e Marina (CZ).
CATI
CATO
CATOZZI
CATOZZO
Cati ha un ceppo tra bolognese, pistoiese e pratese, concentrato a Camugnano nel bolognese, uno a Gavorrano nel grossetano, uno a Roma e Grottantica nel reatino ed uno nel brindisino a Latiano in particolare, Cato è quasi unico, Catozzi ha un ceppo tra rovigoto, ferrarese, bolognese, ravennate e forlivese, uno nell'anconetano, uno nel ternano ed uno tra romano e latinense, Catozzo, molto più raro, ha un ceppo piccolo tra rovigoto e ferrarese, dovrebbero derivare o dal cognomen latino Cato (vedi CATONE), o, più probabilmente, dal praenomen latino Catus di cui abbiamo un esempio nel De Lingua latina di Terenzio Varrone: "...hoc enim verbo dicunt Sabini: quare Catus Aelius Sextus non, ut aiunt, sapiens, sed acutus, et quod est: Tunc coepit memorare simul cata dicta, accipienda acuta dicta. .." o anche negli Annales di Tacito: "..vertit regresso Suillio; quem vidit sequens aetas praepotentem, venalem et Claudii principis amicitia diu prospere, numquam bene usum. eadem poena in Catum Firmium senatorem statuitur, tamquam falsis maiestatis criminibus sororem petivisset. Catus, ut rettuli, Libonem inlexerat insidiis, deinde indicio perculerat..".
CATINELLA
CATINELLO
Catinella ha un ceppo a Bari e Modugno nel barese ed in Sicilia, a Siracusa e Floridia nel siracusano, a Mazara del Vallo nel trapanese ed a Palermo, Catinello è tipico di Avola e Siracusa nel siracusano e di Messina, potrebbe trattarsi, perlomeno per i ceppi siciliani, di forme etniche della città di Catania, il cui nome latino è stato Catina, negli altri casi potrebbe derivare da nomi di località.
CATINI
CATINO
Catini sembra avere più ceppi, nel maceratese. nel teramano, in Umbria e nel Lazio, Catino occupa in misura molto limitata due aree, quella campana e quella pugliese, dovrebbero derivare da toponimi contenenti il vocabolo Catino, come Poggio Catino (RI), Monti Catini e Campi Catini (AQ), ecc.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
In origine Catino è un toponimo (Poggio Catino, RI) dal latino 'catinus' = "luogo concavo e roccioso". Di qui il cognome, non troppo diffuso in Puglia.
CATONE
CATONI
Catone è tipico della fascia tirrenica della Campania, Catoni è presente in Toscana con un grosso nucleo a Roma, dovrebbero derivare dal cognomen latino Cato (Catonis), ricordiamo il famosissimo Catone il Censore di Ciceroniana memoria nel Cato Maior de senectute.
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
Il cognome Catone è tipico della Campania, dove è diffuso con maggiore intensità soprattutto nel Napoletano.  Dal punto di vista etimologico, Catone deriva dalla cognominizzazione del nome di persona Catone, tornato alla ribalta in epoca tardomedievale grazie alla letteratura e alla riscoperta della figura di Catone l'Uticense, primo personaggio incontrato nel Purgatorio da Dante e Virgilio nella Divina Commadia. Catone trae origine dall'aggettivo latino catus, col significato di perspicace, d'intelligenza acuta, divenuto poi soprannome, quindi cognomen, nella forma Cato.  Fu questo il cognomen di Marco Porcio Catone, detto il Vecchio o il Censore, che nacque a Tusculum nel 234 a. C. da una famiglia plebea di agricoltori e divenne uomo politico di spicco assumendo la censura sotto Valerio Flacco nel 184, dopo aver ovvimente affrontato un cursus honorum di tutto rispetto. Catone il Censore è noto agli studiosi e agli storici per la sua lotta contro il lusso e la corruzione dei costumi tradizionali e per aver coniato l'espressione Delenda Chartago (Ceterum censeo Carthaginem esse delendam), perchè profondamente convinto della necessità di distruggere Cartagine. Pronipote di Catone il Censore fu il dantesco Marco Porcio Catone Uticense, vissuto tra il 95 ed il 46 a.C., uomo politico romano sostenitore dell'ideale repubblicano e del potere del senato, che si schierò dalla parte di Pompeo contro Cesare e si suicidò ad Utica nel 46 a. C. dopo la sconfitta di Tapso.  Il nome Catone festeggia l'onomastico il 1° novembre, pur non comparendo nessun San Catone nel Martirologio Romano. Inoltre, è ipotizzabile, per l'etimologia del termine latino cato, una possibile derivazione dall'osco settentrionale o dalla lingua etrusca.
CATRACCHIA Catracchia è un cognome specifico di Ferentino nel frusinate, con un ceppo secondario anche a Roma, potrebbe derivare da un soprannome riconducibile ad una forma ipocoristica dialettale derivata dal termine latino catreca (spina dorsale, schiena).
CATRICALA
CATRICALA'
Catricalà è tipicamente calabrese, della provincia di Catanzaro e di Chiaravalle Centrale in particolare, Catricala è dovuto ad un errore di trascrizione dove è stato omesso l'accento, dovrebbe derivare da un soprannome di origine greca relativo al mestiere di cacciatore di uccelli.
CATRINI Catrini, abbastanza raro, è tipicamente siciliano, di Mazzarino nel nisseno e di Nicosia nell'ennese, dovrebbe derivare da un nome o soprannome originato da una forma ipocoristica del termine greco katharos (immacolato, lindo, puro, lucente), nome probabilmente portato dal capostipite, ma è pure possibile una derivazione da  toponimi con il nome di Santa Catrini, l'espressione dialettale siciliana per Santa Caterina, con questo nome esistono in Sicilia varie contrade o località, come ad esempio Santa Catrini di Partinico nel palermitano, Santa Catrini di Melilli nel siracusano o Contrada Catrini di Bisacquino nel palermitano.
CATTABIANI Cattabiani è tipico dell'area parmense e reggiana, di Parma e Reggio Emilia, dovrebbe derivare dal toponimo Cattabiano di Langhirano (PR).
CATTABRIGA Tipicamente emiliano, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale originato dal vocabolo catabrighe (attaccabrighe).
CATTADORI Cattadori è tipico del piacentino, di Monticelli d`Ongina, Piacenza e Caorso, dell'area cremonese, di Cremona, Stagno Lombardo e Crotta d'Adda, con una buona presenza anche a Milano, dovrebbe derivare dal termine dialettale lombardo, emiliano, catador o cattador (raccoglitore di frutta), forse ad indicare che il mestiere del capostipite era appunto quello di lavoratore agricolo.
CATTAI Cattai è tipicamente veneto, soprattutto del trevigiano, di Fontanelle, Oderzo, Codognè e Treviso, con presenze anche ad Eraclea e Musile di Piave nel veneziano, dovrebbe derivare dal nome tardo latino Cataius o Cattaius portato probabilmente dal capostipite, una variazione del più comune Catius.
CATTANEO Decisamente dell'Italia settentrionale occidentale ed in particolare delle provincie di Bergamo e Milano, In effetti questo cognome è imparentato, etimologicamente, sia con i Cattani che con i De Capitani e i Capitanio, avendo in comune la derivazione dalla carica di Capitaneo. Vari atti antichi riportano tracce di queste casate, in una lettera del Duca di Milano si legge: "...Melchione et Bertho de Cataneis et consortibus...", nel 1534 leggiamo: "...Mr. Augustinis de Cataneis seu de Moynis de Albio habit. in loco de Rippa sancti Vitalis..." (vedi Capitani). Una figura rilevante della nostra storia è rappresentata da Carlo Cattaneo, nato a Parabiago nel milanese nel 1801, fu dapprima seminarista, poi, abbandonata la carriera ecclesistica, si diede agli studi classici e nel 1820 divenne docente di grammatica latina presso il ginnasio di Santa Marta a Milano, nel 1824 si laureò in giurisprudenza a Pavia; diede avvio nel 1848 alle cinque giornate di Milano, opponendosi però all'eventuale intervento piemontese che lui considerava meno moderno ed efficiente della Lombardia e, soprattutto, assolutamente non democratico e si trasferì a Lugano in Svizzera.  Eletto più volte parlamentare del Regno d'Italia, rifiutò sempre l'incarico pur di non giurare fedeltà ai Savoia; morì in Svizzera nel 1869.
integrazioni fornite da Enrico Cattaneo
Durante uno studio genealogico sulla mia famiglia, dimorante dal 1410 a Carnago nel varesotto, ho trovato documenti notarili che attestano l'origine della stessa dal conferimento del capitanato a una famiglia luganese i Carnavarys. Il documento riporta: "... Antonius de Carnavaris dicto Capitaneys ...". Ai primi del 1500 i suoi discendenti, come i rami collaterali (fratelli) vengono nominati solo Cataneis, il vecchio cognome Carnavarys sparisce.
CATTANI Diffuso in tutto il nord Italia, deriva da una contrazione del vocabolo Capitanus.  Notizie storiche si hanno già dal medioevo, in un atto del 1378 si legge: "Simonolus Zanini quidam Guidonis dicti Cattani"; nel 1466 a Firenze nasce "...quidam Francesco de Zanobi Cattani de Diaccetto naquit..", che fu allievo di  Marsilio Ficino.  In effetti questo cognome è imparentato, etimologicamente, sia con i Cattaneo che con i De Capitani e i Capitanio, avendo in comune la derivazione dalla carica di Capitaneo. (vedi Capitani)
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Alla base del cognome Cattani c'è il termine 'cattaneo' o 'cattano', titolo medievale dato ai piccoli vassalli, ai comandanti di fortificazioni e castelli e a coloro che ricoprivano cariche amministrative e giudiziarie. Il termine può derivare sia dal toscano 'capitano' che dal provenzale 'captan' ("capo"). Lo studioso Lamberto Cesarini Sforza ritiene che, in Trentino, la famiglia Cattani sia originaria di Denno, nella Val di Non. Il cognome è diffuso attualmente in tutto il Trentino.
CATTAPANI Cattapani, assolutamente rarissimo, parrebbe del mantovano, dovrebbe derivare dal termine bizantino Catapanus o Catepanus (vedi CATAPANE), probabilmente il capostipite è originario del ravennate dove rivestiva una carica pubblica.
CATTARI Cattari, decisamente sardo, è tipico di Sennori nel sassarese, di origine etimologica oscura.
CATTARUZZA
CATTARUZZI
Cattaruzza è un cognome del Friuli Venezia Giulia, con un ceppo a Trieste, uno nel pordenonese, a San Quirino, Pordenone ed Aviano, ed uno a Venezia e ad Auronzo di Cadore nel bellunese, Cattaruzzi, molto meno comune, ha un piccolo ceppo ad Udine e Trieste, ed uno, probabilmente secondario, a Brescia, dovrebbero derivare da forme dialettali slovene del nome Caterina , probabilmente con riferimento al nome dei paesi di provenienza dei capostipiti, come, a puro titolo di esempio, Santa Caterina di Pasian di Prato nell'udinese, o di altre simili, potrebbero forse anche derivare da soprannomi originati da forme diminutive riferite al termine dialettale sloveno cuotar (carbonaio).
CATTERINA Assolutamente rarissimo, sono presenti pochissimi esemplari solo in Lombardia, sembrerebbe specifico della provincia di Brescia, e dovrebbe derivare a questo punto dal nome germanico Catharina, ma è più probabile che si tratti di una diversa scrittura del cognome Caterina (Catterina era una forma arcaica equivalente a Caterina) e, a questo punto, il cognome sarebbe di origini meridionali e deriverebbe quindi o dal nome greco .Caterina o da un toponimo come: San Caterina Albanese (CS), Santa Caterina (LE) o Santa Caterina dello Ionio e Marina (CZ).
CATTI Cognome dell'Italia settentrionale.
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
Catti è presente in nuclei distinti in Italia settentrionale, con picchi di intensità nell'area occidentale in Lombardia, a Milano e nel Bergamasco, in Liguria e in Piemonte, nei rispettivi Capoluoghi di Regione, e nell'Emilia. Il cognome dovrebbe derivare dalla modificazione del nome di persona Caterina (dal nome di etimo oscuro Hekaterìne, così riportato nei testi greci e per questo accostato all'aggettivo katharòs, con il significato di puro, e adattato al latino Katharìne). Tale nome si diffuse in passato specialmente nell'Italia del nord con il culto di Santa Caterina (Hekaterìne) di Alessandria, martirizzata dall'Imperatore Massimiano Daia (309-313) e venerata soprattutto nei secoli X°, XI° e XII°, e poi con il culto di Santa Caterina da Siena (XIV° sec.) e di altre sante omonime.  Un'altra ipotesi legherebbe il cognome Catti al ben più diffuso Gatti, panitaliano, specifico della Lombardia, Piemonte e Liguria, derivato dal soprannome gatto, attribuito al capostipite in relazione alle caratteristiche dell'animale (furbizia, scaltrezza), o dal nome di persona Gatto (originato dai nomi medievali Gactus e Hatto, quest'ultimo derivato dal longobardo hatto, con il significato di combattente).
CATTIN
CATTINI
CATTINO
CATTO
Cattin ha un ceppo a Vicenza e Piazzola sul Brenta nel padovano ed uno nel rovigoto a Porto Tolle, Porto Viro, Ceregnano e Rovigo, Cattini è decisamente emiliano, dell'area reggiano modenese in particolare di Carpi e Modena nel modenese e di Correggio e Reggio Emilia nel reggiano, Cattino, assolutamente rarissimo, sembrerebbe dovuto ad errori di trascrizione del precedente, Catto, tipicamente veneto, del veneziano in particolare, dovrebbero derivare, direttamente o tramite forme ipocoristiche, anche dialettali, dal nome medioevale Gactus, ma è pure possibile una derivazione dal vocabolo longobardo hatto (combattente) (vedi Gatto).
CATTO'
CATTON
CATTONE
CATTONI
Cattò, estremamente raro, sembrerebbe tipico della Lombardia, in particolare del milanese e del varesotto, Catton è unico, Cattone, lo è quasi, sono entrambi comunque del nord, Cattoni, il meno raro, ha ceppi a Milano e nel milanese, a Uggiate-Trevano nel comasco ed a Trento ed in trentino, si dovrebbe trattare di forme ipocoristiche o accrescitive di modificazioni del nome medioevale Gactus (vedi CATTO), o anche, e più probabilmente, da forme dirette o contratte dal dialetto del nome longobardo Hattone di cui abbiamo un esempio in questo testo della fine del IX° secolo: "..Theudrada regina et postea sancti monialis qui cum viro suo Hattone dedit fratribus Haraldi montem..".
CATTOLICA Cattolica ha un ceppo marchigiano, a Civitanova Marche nel maceratese, che potrebbe derivare dal nome del paese di Cattolica tra riminese e pesarese, ed un ceppo a Palermo, che potrebbe derivare dal nome del paese agrigentino di Cattolica Eraclea.
CATTOLICO Cattolico ha un ceppo nel casertano, a Mondragone, Sessa Aurunca e Maddaloni, e nel napoletano a San Giuseppe Vesuviano e Napoli, con presenze anche in Calabria, potrebbe derivare dal fatto che il capostipite fosse di religione cattolica in una comunità, dove probabilmente prevalevano i seguaci della religione ortodossa.
CATTONAR
CATTONARO
CATTUNAR
Sia Cattonar che Cattunar sono rarissimi e tipici triestini, Cattonaro, ancora più raro potrebbe essere anch'esso originario di quella zona, potrebbero derivare da soprannomi originati dal vocabolo medioevale cathenarius (che ha a che fare con le catene), traccia di questi cognomi a Rovigno in Istria si ha fin dal 1500.
CATUOGNO Catuogno è caratteristico del napoletano, di Marano di Napoli, Napoli, Quarto, Capri, Pozzuoli, Anacapri, Torre del Greco e Giugliano in Campania, dovrebbe derivare da un'alterazione dialettale del termine arabo  qatun o qutun (cotone), forse ad indicare nei capostipiti dei commercianti di quel tipo di prodotto, meno probabile una derivazione dal nome della regione irachena di Qatun.
CATZULA (vedi CASULA)
CAU Cognome assolutamente sardo. diffuso in tutta l'isola, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal vocabolo dialettale sardo cau  che significa gabbiano, ma anche torsolo.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
CAU: su cau marinu è il gabbiano e si tratta di una voce onomatopeica. Su cau è inoltre il cavo dell'albero e viene dal latino cavum, da cui cavea = alveare, arnia; casiddu in Campidano, che solitamente si ricavava dalla corteccia (sughero) della quercia. Cau è inoltre il nome di un villaggio scomparso, altrimenti detto Cleu. La villa era ubicata in agro di Sassari: appartenne alla Curadorìa di Romangia, nel regno giudicale di Torres. Fu abbandonato verso la prima metà del XIV° secolo. Il cognome Cau è presente negli antichi documenti della lingua sarda. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, *LPDE del 1388, figurano: Cau Andrea, jurato ville Turala(*odierno Torralba(Meylogu). Contrate de Ardar et Meylogu); Cau Andrea, ville Selluri(Sanluri - Seddori); Cau Francisco, ville Oddini(*distrutto (anche Ollini), del Salto di Orotelli. Curatorie Dore); Cau Gantino, ville Ecclesiarum(Iglesias - villa di Chiesa); Cau Joanne, jurato ville Barumela(* Mogorella? Partis de Montibus); Cau Joanne, jurato ville Nuraci Niello(* odierno Nuraxinieddu. Campitani Majoris); Cau Martinus - de Aristanni(Oristano); Cau Nicolao, jurato ville Gemessi(* distrutto: Jemussi o Gimussa? Partis de Montibus); Cau Nicolao, ville Selluri(Sanluri); Cau Paulo, ville Poupo (*Distrutto. Partis de Montibus; Cau Petro, ville Ecclesiarum(Iglesias); Cau Petro, ville Sammungleo(*odierno Samugheo. Mandrolisay o Barbagia di Belvì); Cau Petro, ville Sarule (* odierna Sarule. Curatorie Dore); Cau Salvatore, ville Turri(* odierno Turri. Contrate Marmille). Nel Condaghe di San Pietro di Silki, *CSPS XI°, XIII° sec., troviamo invece: Cleu(de) Ithoccor, testis parthizione de servis, (18°); Cleu(de) Justa, donna, parthizione de servis (18°). Anche nel Condaghe di San Nicola di Trullas, *CSNT XI°, XIII° sec., troviamo un de Cleu: Cleu (de) Petru (125), teste in una vendita di servi: "Ego Iohannes priore de S. N. di Trullas, comporaili a Dorgotori de Mularia pede de sa filla de Iusta Lorica; et deibili I caballu domatu, caput a caput pro Susanna Lorica. Testes Petru de Cleu et Gosantine de Reças". Attualmente il cognome Cau è presente in 413 Comuni italiani, di cui 178 in Sardegna: Cagliari 249, Sassari 244, Sestu 189, P. Torres 77, Oristano 77, Sini 62, Mogoro 50.
CAUCCI
CAUCI
Caucci ha un ceppo triestino, uno nel Piceno ad Acquasanta Terme, San Benedetto del Tronto ed Ascoli Piceno e nella vicina Teramo, un grosso ceppo è presente a Roma con presenze anche a Marinom Civitavecchia e Ciampino nel romano, Cauci, assolutamente rarissimo, è del veronese, dovrebbe derivare dal cognomen latino Chaucius, questo cognomen era normalmente attribuito a dei legionari che avessero combattuto in Germania contro i Chauci, un'antico popolo germanico che abitava lungo la costa del Mare del Nord, confinante ad ovest con i Frisoni, a sud con i Cherusci ed i Chasuarii, ed a est con i Longobardi.
CAUCIELLO Cauciello, estremamente raro, tipicamente campano, ha qualche presenza nel salernitano, a Mercato San Severino in particolare, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale basato sul termine napoletano caucio (calcio), personaggio di rilievo è stato il musicista e compositore Prospero Cauciello (1740 - 1790). (vedi anche CAUCCI)
CAUDA Cauda è tipicamente piemontese, di Torino, di Montà, Canale, Alba e Santo Stefano Roero nel cuneese e di Cisterna d'Asti ed Asti nell'astigiano, con un ceppo anche a Genova, dovrebbe derivare da un soprannome basato sul termine piemontese cauda (caldana, caldura, ma anche minestra).
CAUDERA Caudera è specifico del torinese, di Ciriè soprattutto e di Torino, San Carlo Canavese e Chivasso, dovrebbe derivare da un soprannome basato sul termine dialettale vercellese, e non solo, caudèra (caldaia con la quale si prepara il formaggio, ma anche strumento che serve per distillare la vinaccia per fare la grappa).
CAUSIO
CAUSO
CAUZO
Causio sembrerebbe originario della zona di Cannole (LE), Causo è specifico della zona di Melissano e Racale (LE), Cauzo, assolutamente rarissimo, è probabilmente dovuto ad errori di trascrizione del precedente, dovrebbe derivare dal nome greco Kaousios latinizzato in Causius: "... unde gentile nomen Causius, quo nomine appellatus est Aesculapius, qui ibi colebatur ...", altro nome di Esculapio.
CAUTERUCCIO Cauteruccio è specifico del cosentino, di Buonvicino, Diamante, Belvedere Marittimo e Grisolia, dovrebbe derivare dal termine medioevale di origini grecolatine cauterio (piccola fonte), forse ad indicare che i capostipiti abitassero appunto presso una piccola fonte.
CAUTI
CAVUTI
CAVUTO
Cauti, molto raro, è abruzzese, con un ceppo ad Ortona e nel teramano a Sant`Egidio alla Vibrata e Sant`Omero, presenta un ceppo anche a Roma, Cavuti, molto molto raro, è tipico abruzzese, della provincia di Chieti, di Miglianico e Crecchio in particolare, Cavuto, decisamente meno raro è sempre tipico del chietino di Tollo ed Ortona, esiste anche un piccolo ceppo napoletano dovuto probabilmente a variazioni del cognome Cavoto, potrebbero derivare da nomi di località come Passo Cavuto sui Monti Marsicani nel Parco Nazionale d Abruzzo o, con molte minori probabilità, come Monte Cavuto nell'alto casertano, potrebbero anche derivare da emigrazioni provenzali (vedi CAVOTI).
CAVA Cava è panitaliano, dovrebbe derivare dai moltissimi toponimi contenenti la radice Cava, come Cava Manara (PV), Cava dei Tirreni (SA), Cava di Melis o Cava Farinata nel cosentino e così tanti altri.
CAVACCIUTI
CAVAZZUTI
Cavacciuti, assolutamente rarissimo, sembra tipico della zona di confine tra piacentino e parmense, Cavazzuti è tipico modenese, dovrebbero derivare da un soprannome dialettale.
integrazioni fornite da Alberto Cavazzuti
il cognome Cavazzuti dovrebbe derivare derivare da un soprannome originato dalla scapigliatura o cavazza (chioma degli alberi in dialetto modenese) , per quanto riguarda la derivazione piacentina, visto che ci abito mi sembra strana, qui la doppia z non esiste e il mio cognome viene storpiato metodicamente in Cavacciuti. Mio padre mi raccontava che nel 700 a causa di una migrazione dovuta a motivi religiosi (fuga!!) molti modenesi si rifugiarono in  un paesino di montagna del piacentino. Vi è traccia nel cimitero, dove man mano il cognome viene storpiato in Cavacciuti proprio per questa difficoltà di pronuncia della z.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Sul cognome Cavazzuti mi pare importante segnalare quanto riporta il prof. F. Violi, recentemente scomparso, il massimo studioso di toponomastica, onomastica e dialettologia modenese nel suo saggio Cognomi a Modena e nel Modenese, Aedes Muratoriana, Modena, 1996: "Cavazzuti è uno dei cognomi più rappresentati a Modena, a Carpi e nella media pianura, mentre è pressoché assente nella montagna e nella bassa modenese.  La più antica attestazione del nome si trova in un atto del vescovo di Modena Fredulfo del 1135.  Fra i confinanti del terreno dato in enfiteusi a Martino di Freto si cita un Geminianus Cavacutus e proprietà di un Cavacutus vengono citate, sempre in quel di Freto, nel 1176 e nel 1187 in documenti capitolari modenesi.  Non è improbabile che il nome personale Cavacutus sia corruzione di Cavazochus, documentato a Modena nel 1171 e antecedentemente nelle forme Cavazochi (1156) e Cavazocho (1160), indicante l'attività di «cavar tronchi, ceppi d'albero»; dal mediolatino zoccus (ceppo)".
CAVACECE Cavacece è decisamente laziale, di Piedimonte San Germano nel frusinate e di Roma, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal vocabolo dialettale romano cavacecio o cavacece (cavalcioni sulle spalle).
CAVAGLIA' Tipico piemontese, dell'Hinterland meridionale torinese, deriva dal toponimo Cavaglià (BI).
CAVAGNA
CAVAGNI
CAVAGNOLA
CAVAGNOLI
CAVAGNOLO
Cavagna è decisamente del nord, la zona d'origine comprende le provincie di Pavia, Milano, Bergamo, Brescia e Trento,  Cavagni ha un ceppo nel parmense ed uno nel frusinate, Cavagnola, rarissimo, ha un ceppo nel genovese ed uno nel bresciano, Cavagnoli viene dal cremonese e bresciano, Cavagnolo è tipico del Monferrato. Dovrebbero derivare da un soprannome dialettale originato dal vocabolo lombardo cavagna (cesta, mucchio, quantità), ma in alcuni casi possono discendere da toponimi come Cavagnolo (TO), o Cavagnola nel milanese ora scomparso, uno dei paesi distrutti nel 1162 da Federico Barbarossa.  Tracce di questa cognominizzazione si trovano nel Codice Diplomatico della Lombardia medievale sotto l'anno 1154 in un atto di compravendita si legge: "...Signum + manuum Iohannis Osmirii et Cavagnoli de Veura, propinqui parentes suprascripte femine...".
CAVAGNARI
CAVAGNARO
Cavagnari, molto molto raro, sembrerebbe del cremonese, Cavagnaro è tipico di Genova del genovese di levante, dovrebbero derivare da soprannomi originati dal vocabolo dialettale cavagna (cesta, gerla, mucchio, quantità) e potrebbe indicare l'attività di spallone, cioè di chi trasporta merci caricandosi una gerla in spalla.
CAVALAZZI
CAVALLAZZI
Cavalazzi, molto molto raro, con un ceppo nel milanese ed uno emiliano, dovrebbe essere una forma alterata del cognome Cavallazzi che ha un piccolo ceppo nel bolognese, ad Imola, Anzola dell'Emilia e Bologna ed uno tra milanese e pavese a Milano e Rosate nel milanese ed a Cilavegna nel pavese, dovrebbero derivare dal nome medioevale Cavalatius di cui abbiamo un esempio nel 1100 con un Cavalatius iudex novarensis, troviamo tracce di queste cognominizzazioni verso il 1250 con il Vescovo di Novara Sigebaldo Cavallazzi e alla fine del XIII° secolo con Englesio Cavallazzi anch'esso vescovo di Novara.
CAVALCA Cavalca sembrerebbe specifico dell'area reggiano, parmense, di Parma in particolare, dovrebbe derivare dal nome medioevale Cavalca, si dovrebbe trattare di una derivazione da una forma tronca del nome Cavalcante (vedi CAVALCANTE), nome del cui uso abbiamo un esempio nelle Dissertazioni sopra le antichità italiane di Ludovico Muratori (1672 - 1750), che scrive: "...Farulfo et Teudegrimo germanis quondam Farolfi, de quibus descendunt Lambardi quidam de Sancto Miniate, scilicet Cavalca Lambardus et filii...", un principio illustre di questa cognominizzazione lo troviamo nel 1300 con il Padre frate Domenico Cavalca da Vico Pisano dell' Ordine de' Frati Predicatori.
CAVALCABO' Rarissimo, probabilmente di origini lombarde, deriva da un soprannome (cavalca buoi), famiglia nobile di rango baronale. Troviamo nel giuramento di fedeltà alla città di Piacenza del 1141: "...aliam medietatem a comuni Placentie per foedum tenere debent; et si marchiones filii Malespine val Cavalcabo aut marchio Pelavicinus vel Gerardus de Cornazano predictos homines de valle Tarii placitare voluerint,...", nel 1313 comandante della fazione guelfa e signore di Cremona è  un Cavalcabò, Girolamo Cavalcabo nel 1580 ci lascia un testo sulla scherma, nel 1600 è presente uno scrittore Hieronimo Cavalcabò, nel 1773 Caterina IIa di Russia invia come suo rappresentante a Malta un Marchese Cavalcabò
CAVALCANTE
CAVALCANTI
Cavalcante è estremamente raro, si potrebbe immaginare un'origine meridionale, Cavalcanti, sempre molto molto raro, parrebbe del cosentino, derivano dal nome medioevale italiano Cavalcante , ricordiamo il banchiere lombardo ducentesco Cavalcante della Scala o meglio il più famoso Cavalcante Cavalcanti fiorentino di parte guelfa ed avversario politico di Farinata degli Uberti citato da Dante nell'Inferno tra gli eretici.
CAVALERA Specifico del Salento, di Casarano (LE) in particolare e del brindisino, potrebbe derivare da un nome di località, come ad esempio Cavalera di Mormanno nel cosentino, in Italia sono molte le località con questo nome.  Tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Brindisi nel 1300 con il nobile casato dei Pandi-Cavalera.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Cavalera è cognome leccese che deriva dal cognome base Cavalli. Minervini 136.
CAVALER
CAVALERI
CAVALERO
Cavaler, estremamente raro, è tipico del veronese, Cavaleri è tipicamente siciliano, di Licata, Favara, Aragona, Agrigento e Naro nell'agrigentino, di Gela e Riesi nel nisseno, di Catania, di Lentini nel siracusano e di Cerami nell'ennese, Cavalero è praticamente unico, questi cognomi dovrebbero derivare da soprannomi dialettali originati dal mestiere dei capostipiti, che probabilmente erano addetti all'allevamento o conduzione dei cavalli.
CAVALIERE
CAVALIERI
Diffusi in tutt'Italia, Cavaliere è molto più presente al sud e nel Veneto, Cavalieri è più diffuso al nord, in Emilia soprattutto, hanno diverse origini, da soprannomi riferiti al mestiere di cavallaio (chi cura i cavalli), al fatto di aver servito in una famiglia di Cavalieri, al fatto di aver militato a cavallo nell'esercito, all'aver fatto il messo postale a cavallo, al fatto di appartenere ad una famiglia distinta (borghesia) o altro che avesse riferimento con i cavalli. Si hanno tracce di questo cognome già dal rinascimento, a Ferrara un Bartolomeo Cavalieri vende a Ludovico Ariosto con rogito 30 giugno 1526 redatto dal notaio Ercole Pistoia, una casa in Contrada del Mirasole.
CAVALIERI D'ORO Molto raro sembra avere un ceppo originario nel ferrarese.
CAVALLA Cavalla sembrerebbe specifico di Villafranca d'Asti e dell'astigiano, potrebbe derivare da un nome di località come Cavalla, una frazione di Morbello nell'alessandrino, ma con lo stesso nome esiste anche una frazione di Farigliano nel cuneese ed altre simili.
CAVALLARA
CAVALLARI
CAVALLARO
CAVALLERI
CAVALLERO
Cavallara, assolutamente rarissimo, sembrerebbe lombardo, Cavallari ha un nucleo emiliano tra bolognese e ferrarese, uno forse non secondario milanese ed uno laziale, Cavallaro è presente in modo significativo in Campania, Calabria, Sicilia, ma anche in Lazio e Abruzzo e nel Veneto, Cavalleri è lombardo tra milanese, bergamasco e bresciano, Cavallero è tipicamente piemontese, potrebbero derivare da toponimi come Cà Cavallara (FE) o Cavallara di Ostellato (FE) o i vari Cavallari (SO), (CE), SQ) o Cavallaro (VI) o Cavalleri Fumeri (TO), ma è molto probabile anche una connessione con il mestiere di commerciante di cavalli o di addetto ai cavalli. Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Ventimiglia (IM) fin dalla fine del 1400 con il notaio Simone Cavallaro.
CAVALLETTI
CAVALLETTO
CAVALLI
CAVALLIN
CAVALLINI
CAVALLINO
CAVALLO
CAVALLONI
CAVALLOTTI
CAVALLUZZI
Cavalletti ha un ceppo nel reggiano, e nella fascia che comprende l'anconetano, il maceratese, l'Umbria, il rietino ed il romano, Cavalletto è tipicamente veneto, specifico del padovano soprattutto, con piccolissimi ceppi nel mantovano, nel rovigoto e nel veneziano, Cavalli è diffuso in tutt'Italia, ma prevalentemente nella parte nord occidentale, Cavallin è tipicamente veneto, del trevisano soprattutto ed in particolare di Montebelluna, Vedelago, Paese, Istrana e Morgano, Cavallini è tosco emiliano, pur se diffuso in tutta la penisola, Cavallino parrebbe avere tre ceppi uno genovese, uno napoletano ed uno palermitano, Cavallo è pure diffuso in tutt'Italia, ma soprattutto al sud, Cavalloni è specifico del sudmilanese, Cavallotti dovrebbe avere due ceppi uno tra il pavese ed il milanese ed un altro tra Modena e Bologna, Cavalluzzi è decisamente del barese, di Grumo Appula e Bari.  Questi cognomi hanno molte diverse origini, che vanno dal nome medioevale Cavallo, a soprannomi riferiti al mestiere di cavallaio (chi cura i cavalli), al fatto di aver servito in una famiglia di Cavalieri, al fatto di aver militato a cavallo nell'esercito, all'aver fatto il messo postale a cavallo, al fatto di appartenere ad una famiglia distinta (borghesia) o altro che avesse riferimento con i cavalli, oppure da toponimi quali Cavallino (VE) o (LE) o Cavallo Pastorio (ME) o simili.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Cavalletti origina dal latino medievale 'cavallettus -i' = "combattente a cavallo, cavaliere cadetto", con scambio per metonimia cavallo > cavaliere, e con il valore cadetto ricavabile dal diminutivo.
CAVANI
CAVANO
Cavani è tipicamente emiliano, di Modena in particolare e del modenese, di Formigine, Sassuolo, Castelnuovo Rangone, Castelvetro di Modena, Maranello, Spilamberto, Fiorano Modenese, San Cesario sul Panaro, Vignola, Carpi e Serramazzoni, con un piccolo ceppo anche nel lucchese a Castelnuovo di Garfagnana, Pieve Fosciana e Camporgiano, Cavano, praticamente unmico, dovrebbe essere dovuto ad un'errata trascrizione del precedente, che dovrebbe derivare da un nome o soprannome generato dal termine latino cavanus, cavannus (civetta), ricordiamo la favola di Fedro Cavanus, cattus et mus, favola che riportiamo integralmente: "Cavannus petiit Cattum, ut adscensor sibi fieri liceret, et secum quaererent quae colloquia inter se haberent. Cattus asportavit eum ad domum Muris. Rogavit Cavannus C[attum] ut clamaret se. Sic fec[it]. Mus, cum audisset vocem eius, ad (h)ostium domus venit, dixitque : Quid quaeritis, aut quid dicitis? At illi : Volumus tecum loqui. Mus cognovit quod malum consilium contra ipsum cogitassent. Dixit : Maledictus tu sis, Catte, tu dominus meus, et ipse qui super te sedet, et domus vestrae, et filii et filiae, et omnis parentela vestra sit maledicta! Male huc venissetis et mae sit redeuntibus vobis de h[oc] loco. Qui inimicis suis bona loqui non queunt, qui sibi inimicitias imponunt, vel malum inter ser ineunt.".
CAVANNA Cognome tipico dell'area tra le provincie di Genova, Alessandria e Piacenza, dovrebbe discendere da un soprannome dialettale derivato dal vocabolo capanna. 
CAVAROCCHI Cavarocchi parrebbe del teramano, con un ceppo, probabilmente secondario a Roma, si potrebbe trattare di una specie di forma ipocoristica, o addirittura patronimica del nome gallico Kabar, Κάβαρος in graco e poi latinizzato in Cavarus, con questo nome troviamo il Re di una tribù barbara in Tracia, nazione situata sul lato balcanico della costa adriatica, il capostipite potrebbe essere stato figlio di un gallo di nome Cavarus.
CAVARRETTA Cavarretta ha un ceppo calabrese nel crotonese ed uno siciliano nel trapanese e palermitano, si dovrebbe trattare di una famiglia nobile di origine normanna, Cabarret, giunta in Italia al seguito del Conte Ruggero D'Altavilla, figlio di Tancredi e fratello di Roberto il Guiscardo, liberatore della Sicilia dagli invasorie mussulmani, da questi ottenne la baronia di Sicamino nel messinese, Riccardo Cavarretta nel XII° secolo ottenne la Castellania di Messina da Guglielmo II° di Sicilia, suo figlio Orlando ebbe da Federico II° il dominio di Cosenza, un altro suo figlio Corrado il dominio di Salemi nel trapanese.
CAVARZERE Cavarzere, specifico del veronese, di di Castagnaro, Verona e Legnago in particolare, dovrebbe derivare dal nome del paese di Cavarzere nel basso veneziano, probabile luogo d'origine del capostipite.
CAVASIN Cavasin è specifico del trevisano, dovrebbe derivare dal toponimo Cavasio del Tomba (TV), traccia di questa cognominizzazione si trova verso la fine del XII° secolo con Gualperto da Cavasio capitano dei Trevigiani, ma ben prima come possiamo leggere in un atto di vendita del 1119 conservato presso l'archivio di stato di Treviso troviamo un suo omonimo: "...Constat nos Ubertum et Ripertum germanos filios q.(uondam) Pellegrini de Spineto, qui professi sumus ex natione nostra vivere Longobarda, accepisse sicut in praesentia testium accepimus a te Valperte de Cavasio inter argentum et aliam rem ...".
CAVASINI
CAVASINO
Cavasini è quasi unico, Cavasino assolutamente rarissimo, sembrerebbe del trapanese, dell'isola di Favignana in particolare, con un possibile ceppo secondario nel napoletano, appunto a Napoli si trovano tracce di questo cognome nel 1700 con il mercante di formaggi Nicola Cavasino.
CAVATAI
CAVATAIO
Cavatai è unico, probabilmente dovuto ad un'errata trascrizione di Cavataio, che è tipico della Sicilia occidentale, di Cinisi, Palermo, Terrasini e Balestrate nel palermitano e di Alcamo e Mazara del Vallo nel trapanese, e che dovrebbe derivare dal mestiere di cavatore di sale o di zolfo, svolto dai capostipiti.
CAVAZZA
CAVAZZI
CAVAZZINI
CAVAZZONI
Cavazza sembra avere due ceppi, nel veronese, mantovano e nella zona che comprende le province di Modena e Bologna, e in Piemonte, Cavazzi oltre ad un ceppo bolognese sembra averne anche uno nel piacentino ed uno nel sondriese, Cavazzini ha un nucleo parmense ed uno ferrarese, Cavazzoni è specifico dell'area che comprende il mantovano, il reggiano soprattutto, il modenese ed il bolognese, dovrebbero tutti derivare dal nome medioevale Cavatia, o da suoi ipocoristici o accrescitivi, o dal nome Cavatinus.  Tracce di queste cognominizzazioni si hanno ad esempio nel Codice Diplomatico della Lombardia medievale, dove in una Carta vendicionis redatta a Vimercate (MI) l'otto luglio del 1180, si legge: "...Signum + + manuum Marcadi Cavatie et Petri Cavatie propincorum suprascripte Adelaxie qui eam interrogaverunt ut supra. Et ibi interfuerunt Iohannes Cavatia et Armaninus Cavatia atque Grilionus de Bonate testium. ...", a Mombasiglio (CN) nel 1500 troviamo tali Christoforus Cavatia e Cavatinus Cavatia.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
II cognome Cavazza par muovere da una località Cavazza, dal mediolatino cava «fossato, luogo basso, valle», quasi certamente ferrarese. Troviamo infatti fra i testimoni di un atto di donazione di terreni, redatto in Ferrara nel 1195, ma giacente nell'Archivio Capitolare del Duomo di Modena, un «Petrobonus de Cavaça» e un «Girardinus de Cavaça», sicuramente ferraresi. Il cognome, anche nella forma Cavazzi, è presente a Modena, Carpi, Castelfranco Emilia, Solara. Dal derivato Cavazzoni prende nome la località Cavazzona, in com. di Castelfranco Emilia. Altro derivato è Cavazzini. Fonte: F. Violi, Cognomi a Modena e nel Modenese.
CAVECCHIA Cavecchia sembrerebbe avere un ceppo nel genovese, uno nel ferrarese ed uno nel trevisano, dovrebbero derivare da toponimi come Cà Vecchia, presente sia nel vicentino che nel mantovo, Casavecchia (di Tiglieto) nel genovese o Cascina Vecchia nell'alessandrino, ma è pure possibile una derivazione proprio da caratteristiche dell'abitazione del capostipite.
CAVEDAL
CAVEDALE
CAVEDALI
Cavedale, molto molto raro, è specifico dell'udinese, Sia Cavedal che Cavedali sono quasi unici, potrebbero derivare tutti dal termine arcaico cavedio (Atrio di stile romano). intendendo forse il mestiere di custode o portiere di una famiglia patrizia, consideriamo anche che nella Venezia del 1300 il cavedale di una ditta era una specie di amministratore, meno probabile una derivazione da un'altra accezione del vocabolo cavedale (capitale).
CAVEDINI Cavedini, molto molto raro, è specifico del veronese, di Verona e San Martino Buon Albergo, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine veneto cavedin (recipiente dove si effettua la salinazione dell'acqua per la conservazione di alimenti e per estensione anche la salina), forse ad indicare che il mestiere del capostipite fosse appunto quello di mettere in salamoia degli alimenti per poterli conservare e probabilmente rivenderli, non si può escludere comunque la possibilità di una derivazione dal nome del paese di Cavedine nel trentino, anche se la sua distanza da Verona rende questa ipotesi meno probabile.
CAVEDONI
CAVEDURI
Cavedoni è specifico del modenese, Caveduri, non comune, sembrerebbe specifico di Ferrara, dovrebbero derivare, anche attraverso modificazioni dialettali dal termine arcaico cavedone , nel Veneto ed in Emilia e Romagna viene così chiamato il piccolo argine trasversale posto in tutti i corsi d'acqua, che in caso di magra impedisce all'acqua di defluire a valle, vocabolo derivato a sua volta dal termine latino cavaedium (atrio delle case degli antichi romani), fuso con il termine latino capito, capitonis (dalla testa grossa), ad indicare la parte iniziale del corso d'acqua, probabilmente ad indicare che la famiglia abitava in prossimità di un corso d'acqua, dove era situato un cavedone.
CAVENAGHI Specifico dell'areale milanese, dovrebbe essere derivato da un soprannome legato a toponimi come Cavenago d'Adda (LO) o Cavenago Brianza (MI). Questa famiglia ha tra i suoi avi due pittori degni di nota Emilio e Luigi Cavenaghi della seconda metà del 1800.
CAVERI Caveri, assolutamente rarissimo, è di probabili origini liguri, dovrebbe derivare dal nome tardo latino Caverius, di cui abbiamo conoscenza in Gallia nell'attuale paese di Caveirac vicino a Nimes in Francia, paese che prese il proprio nome proprio da un Caverius.
CAVERNA
CAVERNI
Caverna, praticamente unico, sembrerebbe aver avuto un ceppo piemontese ed uno siciliano, Caverni ha un ceppo toscano nel fiorentino, a Firenze, Montelupo Fiorentino, Empoli, Scandicci, Montespertoli e Lastra a Signa, ed a Prato, ed uno marchigiano, a Fano nel pesarese e nell'anconetano, potrebbero derivare dall'italianizzazione del cognome francese Caverne, che nasce dal nome di parecchie località francesi.
CAVERZAGHI Assolutamente rarissimo, tipico bergamasco, potrebbe derivare dal toponimo Caverzago in Val Trebbia nell'alto piacentino.
CAVESTRI
CAVESTRO
Cavestri è tipico dell'area che comprende le province di Milano, Varese e Verbania, con massima concentrazione a Lonate Pozzolo nel varesotto e ad Omegna e Nonio nel verbanese, Cavestro, tipicamente veneto, è del padovano, in particolare di Monselice con buona diffusione anche a Padova, Este, Solesino e Pernumia, potrebbero derivare da soprannomi originati dal termine medioevale cavestro (nodo scorsoio, capestro) di cui abbiamo un esempio in uno scritto dell'anno 1468 a Canneto sull'Oglio nel mantovano: "...dapoy debia esser impichato in la ditta piaza a un certo legno, per Nuy deputado, per el ministro de la justicia, cum uno cavestro a la golla, per tal e così fatto modo che el non mora, ma che el stenta per uno pezo, e dapoy debia esser taliata la testa in tal e così fatto modo che la anima dal corpo si ge desparta....".
CAVEZZA
CAVEZZI
CAVEZZO
Cavezza è tipicamente campano, di Cicciano nel napoletano, dove è presente anche a Roccarainola, Camposano, Nola, Pomigliano d'Arco e Marigliano, Cavezzi, assolutamente rarissimo, parrebbe del Piceno, Cavezzo è praticamente unico, dovrebbero derivare da un nome di località come Cavezza di Mozzagrogna nel teatino, ma è più probabile una derivazione da un soprannome basato sul termine cavezza (fune che serve per trattenere le bestie come cavalli, muli o buoi), forse ad indicare che i capostipiti fossero soliti utilizzare questo tipo di strumento nel loro lavoro.
CAVEZZALE
CAVEZZALI
Entrambi molto molto rari, Cavezzale è tipico dell'area pavese, Cavezzali è invece del milanese, dovrebbero derivare da soprannomi basati sul termine dialettale lombardo cavezzal (cavedano, un tipo di pesce d'acqua dolce simile al cefalo o muggine di mare).
CAVEZZINI Rarissimo è tipico del grossetano.
CAVICCHI
CAVICCHIA
CAVICCHIO
CAVICCHIOLI
CAVICCHIOLO
Cavicchi è tipico dell'area toscoemiliana, del fiorentino, del bolognese e del ferrarese, Cavicchia ha un ceppo a San Remo nell'imperiese, uno a Mantova, uno in Abruzzo a Capitignano nell'aquilano, a Montesilvano, Penne ed Alanno nel pescarese ed a Lettopalena nel teatino, ed uno a Roma, Cavicchio, decisamente più raro, è specifico del rovigoto, Cavicchioli ha un ceppo nel milanese, probabilmente secondario, uno tra mantovano, modenese e bolognese ed uno in Toscana tra pisano e senese, Cavicchiolo, decisamente del padovano, della zona di Tombolo, Galliera Veneta e Cittadella, dovrebbero derivare, direttamente o tramite ipocoristici, da soprannomi originati dal termine italiano arcaico cavicchio (piolo, piccolo bastoncino appuntito), vocabolo che assume vari significati a volte con senso positivo, riferendosi alla sua possibile funzione di perno, a volte con valore di offesa richiamando il termine il membro maschile, ricordiamo che l'uso di questo cognome era normale ad esempio per il Goldoni che lo attribuiva a Brighella, che si presenta così ne La madre amorosa: "Brighella Cavicchio, quondam Bertoldo".
CAVIGLIA Caviglia è tipicamente ligure, del savonese e del genovese soprattutto e dell'alessandrino, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine marinaresco caviglia (piccolo cilindro di legno, rigonfio in centro, che si infila in una cavigliera per tirare con forza un cavetto o una sagola), forse per la conformazione fisica del capostipite o per un carattere rissoso dello stesso.
CAVIGLIANI Cavigliani, assolutamente rarissimo, è del pavese, di Vigevano, dovrebbe derivare dal nome della località ticinese Cavigliano ad una decina di chilometri da Locarno, probabile luogo d'origine dei capostipiti.
CAVIGLIONE
CAVIGLIONI
Caviglione è molto raro, mentre Caviglioni è assolutamente rarissimo, per il primo l'origine è ligure, tra Genova e Savona, con un possibile ceppo secondario mentre il secondo non permette ipotesi certe, se non, per assonanza si può ipotizzare un'origine simile, entrambi possono derivare dal vocabolo caviglione che ha più significati, nella Liguria costiera viene usato con il significato di cuneo troncoconico di legno usato per sigillare il fasciame delle barche, mentre in campagna il caviglione è un attrezzo metallico utilizzato per legare gli asini., se ne desumerebbe una connessione con il mestiere di carpentiere o di mulattiere, non è comunque da ignorare una possibile derivazione da un nome di località, basti pensare alla grotta del Caviglione, sempre in Liguria. 
CAVINA
CAVINI
CAVINO
Cavina è molto diffuso nell'area romagnola, a Faenza, Ravenna, Riolo Terme, Brisighella, Castel Bolognese, Lugo, Casola Valsenio, Conselicee, Bagnacavallo, Massa Lombarda, Solarolo e Cotignola  nel ravennate, ed a Forlì e Modigliana nel forlivese e ad Imola, Bologna, Castel San Pietro Terme, Ozzano nell'Emilia, Medicina, San Lazzaro di Savena, Mordano, Dozza e Borgo Tossignano nel bolognese, con un ceppo anche nel fiorentino a Marradi e Firenze, Cavini, meno comune, ha un ceppo ad Imola nel bolognese e ad Alfonsine e Faenza nel ravennate, ed uno a Firenze, Palazzuolo sul Senio e Tavarnelle Val di Pesa nel fiorentino ed a Poggibonsi nel senese, Cavino, rarissimo, ha un piccolo ceppo a Roma ed uno altrettanto piccolo a San Vito dei Normanni nel brindisino, tutti questi cognomi dovrebbero derivare dal cognomen latino Cavinus, Cavina, una variante del nome Calvinus, di cui abbiamo un esempio nel console romano Titus Veturius Cavinus o anche con Decimus Caelius Cavinus Balbinus (170 - 238) imperatore di Roma assieme a Marco Clodio Pupieno Massimo.
CAVIOLA Caviola è tipico del bellunese, di Belluno, Sospirolo e Santa Giustina, dovrebbe derivare dal nome del paese di Caviola, una frazione di Falcade nell'agordino, sempre nel bellunese.
CAVIONI Specifico del milanese e lodigiano, dovrebbe essere originato da un soprannome derivato dal vocabolo dialettale cavion (dai capelli folti e lunghi).
CAVO' Cavò è specifico di Messina, dovrebbe essere di origini francesi e derivare dall'italianizzazione del cognome Cabau o Cabot, che a loro volta dovrebbero derivare da soprannomi originati dal fatto che i capostipiti avessero una grossa testa.
CAVOS
CAVOSI
Cavos, praticamente unico è presente oggi solo a Egna in provincia di Bolzano, ma sembrerebbe originario della zona del lago di Santa Giustina in Trentino, Cavosi, sempre raro,  ha un ceppo in provincia di Bolzano ad Egna e Bolzano ed a Sfruz in trentino, potrebbero derivare da un nome di località ora scomparso, troviamo tracce di questa cognominizzazione nel 1600 con un Filippo Cavos che sposa la nobile Maddalena Mendini.
integrazioni fornite da Paolo Cavosi
Cavosi è presente a Sfruz (TN) vicino al lago di Santa Giustina. Tradizione orale riporta collegamenti con Egna. Originariamente il nome era Cavos ed è riportato su vari documenti parrocchiali di fine 700.
CAVOTI
CAVOTO
CAVUOTI
CAVUOTO
GAVOTO
Cavoto, estremamente raro, è tipico della zona tra beneventano e foggiano, di Montefalcone Di Val Fortore e San Marco Dei Cavoti (BN) in particolare, Cavoti è dovuto ad errori di trascrizione, Cavuoti è lucano, Cavuoto è il più diffuso sia nel beneventano che nel foggiano, Gavoto è del iserniese.
integrazioni fornite da Fabio Paolucci da - i Cognomi di Colle Sannita, (cognomi estinti a Colle),  di prossima pubblicazione
Tipico di San Marco dei Cavoti e di Montefalcone di Val Fortore, Cavoto è un cognome legato all'origine di San Marco dei Cavoti, fondato da una colonia di Provenzali venuti al servizio degli Angioini presumibilmente fra il 1353 e il 1355.  Il termine Cavoti deriva dal francese Gavots che indica gli abitanti di Gap, città della Provenza dalla quale sembra che provenisse la colonia più numerosa di questi antichi fondatori, i quali scelsero il nome di S. Marco in onore del loro santo protettore. I Cavoto discenderebbero in tal senso da uno o più capostipiti provenzali
provenienti da Gap e stabilitisi nel territorio sannita, partecipando così all'atto di fondazione di San Marco dei Cavoti. Varianti di Cavoto sono le forma cognominali: Cavoti, molto raro, derivato da un errore di trascrizione anagrafica della forma originaria Cavoto; Cavuoto, molto diffuso nel beneventano, per cui si presume l'origine comune al ceppo di San Marco dei Cavoti, ma presente anche in Puglia nel Barese e nel Foggiano, nonché a Roma, Torino e Milano come conseguenza del fenomeno migratorio dal Sud. Cavuoti, tipico lucano, più precisamente del Potentino, di presunta origine comune ai precedenti (ma non si può in questo caso escludere una origine diversa, come ad esempio dalla fusione di due parole dialettali come capa, col significato di testa e vuoto, vuoti nel senso canzonatorio di testa vuota, quelli dalla testa vuota). Gavoto, caratteristico del comune molisano di Belmonte del Sannio in provincia di Isernia, di possibile correlazione al ceppo sanmarchese. È chiaro, quindi, che la debole presenza dei Cavoto a Colle nei secoli scorsi sia dovuta a nascite "occasionali" di sanmarchesi in agro di Colle o comunque alla presenza in loco di famiglie originarie del vicino comune di San Marco dei Cavoti. Ricordiamo, solo a titolo informativo, che altri cognomi di San Marco devono la loro formazione ad antichi termini provenzali italianizzati; cito l'esempio di due cognomi illustri quali Zuppa, che deriva dal vocabolo jupòn, ovvero giubba, mantello, e Jelardi, originato dal cognome dei tre nobili fratelli feudatari Rinaldo, Guglielmo e Giovanni Gaullart, il cui cognome venne poi italianizzato in Galardus e poi, per successiva corruzione, in Jalardus e quindi Jelardo e Jelardi.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Secondo G. Rohlfs (Dizionario storico dei cognomi in Lucania, 1985) Cavuoti e Cavuoto sono cognomi lucani presenti a Accettura, Melfi, Montemilone, Potenza; attestato un Cola Cavotus nel 1551 a Melfi: significa: 'gente di Cava de' Tirreni' (prov. di Salerno).
CAVRIANI Cavriani ha qualche presenza, quasi certamente secondaria, nell'alessandrino ed un piccolo ceppo tra rovigoto e ferrarese, a Stienta ed Occhiobello nel rovigoto ed a Ferrara, dovrebbe derivare da un soprannome basato sul termine dialettale veneto arcaico cavria (strumento per alberare e disalberare i battelli a vela, utile per superare tratti di fiume con ponti troppo bassi), indicando probabilmente che i capostipiti fossero addetti a quel tipo di manovre.
CAZZA
CAZZETTA
Cazza, praticamente unico, è del leccese, Cazzetta è un cognome tipicamente pugliese, distribuito nel materano, nel barese, nel tarentino in particolare, nel brindisino e nel leccese, con qualche presenza anche in Sicilia, nel palermitano e nel nisseno e catanese, dovrebbero derivare direttamente o attraverso un diminutivo, dal termine latino medioevale caza (mestolo di metallo, casseruola), strumento usato prevalentemente dagli alchimisti e dagli erboristi nella preparazione delle loro miscele; si potrebbe quindi supporre che queste fossero le professioni dei capostipiti.
CAZZARO' Cazzarò è tipico del leccese, di Miggiano ed Alezio.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
D'origine grika o, in alternativa, greco-albanese, il cognome Cazzarò nasce da un adattamento dell'aggettivo katsaròs, che, in greco moderno, ha il significato di riccio, riccioluto (vedi Rizza e Ricciuti). In conclusione, dunque, si tratta della cognominizzazione di un soprannome o del nome personale del capostipite.
CAZZATI
CAZZATO
Cazzati, estremamente raro, è tipico del tarentino e del vicino materano, Cazzato è tipicamente pugliese, del Salento e del tarentino, possono essere stati originati da un soprannome dialettale legato al vocabolo cacciare o al termine greco kuathos (vaso, coppa, ma anche casseruola), forse ad intendere che il capostipite facesse il venditore itinerante d'acqua.
integrazioni fornite da Anna Carletto
cazzare in dialetto leccese, significa rompere, frantumare, come ad esempio di un piatto che cade per terra (dal francese casser). Lo schiaccianoci è infatti chiamato cazzamennele (rompimandorle).
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Cazzato è un cognome pugliese che può avere alla base l'italiano 'cazzato' = cacciato, esiliato, oppure un termine dialettale di Molfetta 'kazzatæ' che indica un uomo "preso dall'ira, incollerito, tenace". Minervini 137.
CAZZINI Molto raro, è tipico dell'area milanese, dovrebbe derivare da una modificazione dialettale del nome medioevale italiano Caccino (diminutivo di Caco).
CAZZOLANI
CAZZULANI
Cazzolani è praticamente unico, Cazzulani è specificatamente lombardo, potrebbero derivare da soprannomi collegati al vocabolo basso latino caza (catino) tramite modificazioni dialettali e starebbe quindi ad indicare il mestiere di venditori o fabbricanti di casseruole svolto dalla famiglia, ma è pure possivile una derivazione dal termine dialettale lombardo cazzöla (cazzuola, attrezzo del muratore) e starebbe ad indicare che questo era invece il mestiere del capostipite.
CAZZOLARO Cazzolaro, molto molto raro è tipico del padovano, di Galliera Veneta in particolare, potrebbe derivare da una trascrizione errata del cognome Calzolaro, ma è molto più probabile una derivazione da un soprannome originato dal termine cazzola o cazzuola ( arnese del muratore), forse originato dal mestiere di muratore svolto dal capostipite.
CE' Cè è specifico del cremonese, di Crema e Cremona soprattutto, dovrebbe derivare da un'estrema contrazione del nome Francesco.
CEBBA Assolutamente rarissimo, dovrebbe essere veneto, potrebbe derivare dall'aferesi del nome latino di origine dacia (l'attuale Romania) Decebalus, esiste anche l'ipotesi, poco credibile che sia di origine gallica e deriverebbe dal nome Cebba (ancora in uso presso le popolazioni gaeliche inglesi.
CECALUPO Cecalupo è specifico di Ruvo di Puglia nel barese, dovrebbe derivare da un soprannome attribuito ad un capostipite che avesse in qualche modo avuto a che fare con un lupo, magari in uno scontro, dove il lupo avesse avuto la peggio..
CECATO
CECCATO
Cecato è quasi sicuramente dovuto ad un errore di trascrizione del cognome Ceccato chiaramente veneto, della zona che comprende le province di Vicenza, Padova, Venezia e Treviso, che dovrebbe derivare da una forma patronimica determinabile dal suffisso -ato, che nei territori veneti sta ad indicare appartenenza ad un luogo o, più spesso, ad una famiglia, in questo caso è interpretabile come il figlio di, riferito a capostipiti il cui padre si fosse chiamato Francesco, per aferesi Cecco.
CECCANI
CECCANO
Ceccani sembrerebbe specifico del Lazio, del frusinate in particolare, di Alatri, Frosinone e   Ferentino, con un ceppo anche nel viterbese a Civita Castellana, Ceccano è tipico del latinense di Sezze e Latina, dovrebbero entrambi derivare dal toponimo Ceccano (FR).
CECCARDI
CECCARDINI
Ceccardi è molto raro ed è tipico emiliano, del bolognese in particolare, Ceccardini, assolutamente rarissimo, si trova oggi solo nel ternano, derivano dal nome germanico Sieghard (vedi Siccardi), troviamo tracce di questo cognome nel 1500 con il vescovo di Segni (RM), Ambrogio Monticola Ceccardi.
CECCARELLI
CECCARELLO
CECCHERELLI
Ceccarelli è molto diffuso in tutta la fascia centrale che comprende Romagna meridionale. Toscana, Umbria, Marche, Lazio ed Abruzzo, Ceccarello, molto raro è specifico del padovano, soprattutto della zona di Vigodarzere e Montegrotto Terme (PD), Ceccherelli, molto raro, ha un ceppo fiorentino ed uno livornese, derivano da diminutivi dell'aferesi del nome Francesco, tracce di quest'uso si trovano in uno scritto del 1300 a Firenze: "... Hoc anno sub Regula S. Augustini militare coepit Ordo S. Ambrosii qui sub Ceccarello et Paulo Platanzia anno MCCCXXXI restauratus fuerat a Petro Eugubinorum Episcopo...".
CECCARONE
CECCARONI
Ceccarone, praticamente unico, è quasi sicuramente dovuto ad un errore di trascrizione di Ceccaroni, che è distribuito nell'area che comprende la Romagna, il pesarese, l'Umbria ed il Lazio, con un ceppo anche nel genovese, si dovrebbe trattare di forme ipocoristiche accrescitive derivate da modificazioni dialettali dell'aferesi del nome Francesco.
CECCHERINI Tipico toscano specificatamente della zona che comprende il fiorentino e l'aretino, deriva da modificazioni dell'aferesi del nome Francesco.
CECCHETTI
CECCHETTO
CECCHI
CECCHIN
CECCHINELLI
CECCHINELLO
CECCHINI
CECCON
CECCONELLO
CECCONI
CECON
CECONI
CICCHINELLI
CICCHINELLO
CICONI
Cecchetti è tipico della fascia centrale che comprende Toscana, Marche, Umbria e Lazio, decisamente veneti Cecchetto, Ceccon e Cecconello, mentre è toscano Cecchi, Cecchin è decisamente veneto, del padovano in particolare, Cecchinelli è tipico dello spezzino, di Castelnuovo Magra, Ortonovo, Sarzana e La Spezia, con un ceppo anche a Carrara e Massa, ed un ceppo nel romano a Roma, Lanuvio e Velletri, Cecchinello, molto molto raro, è del padovano, di Stanghella in particolare, Cecchini è molto diffuso in tutto il centronord, con massima concentrazione al centro, centroitaliano Cecconi, Cecon è caratteristico dell'alto udinese, Ceconi molto raro e Ciconi, che lo è ancora di più, sono tipici dell'udinese, Cicchinelli è tipico dell'Italia Centrale, dell'Abruzzo, dell'aquilano in particolare, di San Vincenzo Valle Roveto, Civita d'Antino, Morino, Avezzano, Trasacco, Luco dei Marsi e Civitella Roveto, con un grosso ceppo a Roma e buone presenze anche ad Albano Laziale, Guidonia Montecelio e Fiumicino nel romano ed a Pescosolido nel frusinate, in Argentina è presente un grosso ceppo di emigranti italiani con questo cognome, Cicchinello è ormai scomparso in Italia ed è presente solo in Argentina, tutti questi cognomi derivano direttamente o tramite ipocoristici, anche composti, da variazioni del nome medioevale italiano Cecco, o Cicco forme dialettali aferetiche del nome Francesco, un esempio di quest'uso lo troviamo in uno scritto del 1332: "...Ser Cecchinus de Campilia. Mactheus Scarsus. Pasquinus de Casciana not. M. p. Ser Bacciameus Tadi. Gorus Savini. Bartalus de Ripuli...", ricordiamo il famosissimo poeta senese del 1200 Cecco Angiolieri; troviamo tracce di questa cognominizzazione a San Vito al Tagliamento (UD) nel 1400 con Giacomo Ceconi Cameraro della locale Chiesa di S. Michele.
CECCOBAO Ceccobao, quasi unico, sembra specifico di Cetona nel senese, dovrebbe derivare da una forma aferetica dialettale del nome Francesco.
CECCONATI
CECCONATO
Cecconati, assolutamente rarissimo, è toscano, Cecconato, presenta un ceppo veneto nel trevisano tra Povegliano e Villorba, ed uno laziale a Latina, potrebbe stare ad indicare la discendenza di un ceccone cioè i capostipiti probabilmente si chiamavano Francesco ed erano grossi.
CECCUTO
CECCUTTI
CECCUTTO
CECUTTI
CECUTTO
Ceccutti, estremamente raro, specifico del Friuli, dovrebbe essere dovuto ad una diversa forma del cognome Cecutti, che è tipico dell'udinese, di Povoletto in particolare, Ceccutto, quasi unico, parrebbe del trevigiano, Ceccuto è unico, Cecutto, assolutamente rarissimo, è anch'esso dell'udinese, tutti questi cognomi dovrebbero essere delle forme patronimiche tipicamente friulane, dove il suffisso -utt- sta per il figlio di, riferito a capostipiti il cui padre si fosse chiamato Francesco, Cek in friulano.
CECERE Cognome dell'Italia meridionale che potrebbe derivare da un soprannome legato al toponimo Cicerale (SA).
CECI
CECIO
DE CECIO
DI CECIO
Ceci è molto diffuso in tutta l'Italia peninsulare, in particolare in Emilia nel parmense, reggiano e modenese, nella fascia che comprende Marche, Abruzzo settentrionale e Lazio, nel napoletano ed in Puglia nel barese e nel tarentino, tutti molto molto rari gli altri, Cecio è specifico di Caserta e del napoletano, De Cecio di Capua e Santa Maria Capua Vetere nel casertano e di Benevento, Di Cecio è specifico solo di Capua nel casertano, questi cognomi dovrebbero derivare, direttamente o tramite forme patronimiche in De o in Di, che stanno per il figlio di, da forme aferetiche dialettali del nome Francesco, probabilmente portato dal capostipite o da suo padre.
CECILI
CECILIA
CECILIO
Cecili ha ujn piccolissimo ceppo perugino ed uno a Roma e ad Agosta nel romano ed a Piglio nel frusinate, Cecilia è tipicamente laziale, di Roma, di Anagni nel frusinate, di Rieti e di Latina, Cecilio, quasi unico, è del centro Italia, dovrebbero derivare dal nome personale latino Caecilius, il nome gentilizio della gens Caecilia, una delle più importanti e ricche famiglie dell'antica Roma, il cui nome dovrebbe derivare dal termine latino coeculus (quasi cieco, che vede a fatica).
CECINA Cecina, assolutamente rarissimo, è dell'area tra spezzino e massese, dovrebbe derivare dal nome di paesi come Cecina di Fivizzano nel massese, o, anche se meno probabilmente, dal fatto di provenire i capostipiti dalla valle del fiume Cecina.
CECINI
CECINO
Cecini ha un ceppo lombardo, in particolare a Grosio nel sondriese, con piccoli ceppi anche nel comasco a Valmorea e Gironico, nel varesotto a Mesenzana ed a Monza, ed uno piccolo romano a Roma e Gavignano, Cecino ha un ceppo a Casale sul Sile nel trevisano, con qualche presenza anche nell'udinese, dovrebbero derivare dal nome tardo latino Cecinus (Cigno).
CEDARO Cedaro, molto raro, è tipico dell'udinese, di Gemona del Friuli, potrebbe derivare dal toponimo Cedarchis di Tolmezzo (UD).
CEDERNA Molto raro è tipico valtellinese.
integrazioni fornite da Giacomo Ganza / Villa di Tirano (Sondrio)
Cognome valtellinese, Cederna rimane tuttora essenzialmente tipico della provincia di Sondrio. Concentrato per lo più a Poggiridenti, paese nelle immediate vicinanze di Sondrio. Il nome deriva da "Zederna o Zedernono",  che anticamente indicava alcune contrade del vicino comune di Montagna. Il cognome è molto raro fuori dalla Valtellina, ma ha avuto una certa notorietà  a livello nazionale grazie ai due giornalisti-scrittori milanesi Antonio e Camilla Cederna, nipoti di Antonio Cederna nato a Ponte in Valtellina nel 1841, stabilitosi poi a Milano, dove divenne imprenditore di successo.
CEDOLIN
CEDOLINI
Cedolin, molto raro è specifico friulano, del pordenonese al confine con l'udinese, Cedolini, ancora più raro dovrebbe essere dell'udinese, potrebbe derivare dall'aferesi dell'etnico macedonicus (macedone).
CEDRELLI
CEDRELLO
CEDRI
CEDRINI
CEDRINO
CEDRO
Cedrelli, estremamente raro, è del nord Italia, Cedrello, quasi unico, sembrerebbe del sassarese, Cedri, molto raro, è presente nell'Italia centrosettentrionale, con piccoli ceppi nel bresciano e nel vicentino, Cedrini è tipicamente emiliano e romagnolo, con ceppi tra bolognese e ravennate e tra riminese e pesarese, Cedrino, assolutamente rarissimo, sembrerebbe avere un piccolo ceppo nel rovigoto, uno in Piemonte ed uno in Gallura, Cedro, abbastanza raro, ha ceppi nella Lombardia settentrionale, in Sicilia, in Calabria ed in Puglia, potrebbero derivare dai molti toponimi contenenti la radice Cedr-, ma potrebbero in molti casi derivare da forme ipocoristiche di italianizzazioni del nome ebraico Cedron.
CEDRONE
CEDRONI
CETRO
CETRONE
CETRONI
Cedrone è tipico del frusinate, di San Donato Val di Comino, San Giovanni Incarico e Castrocielo e di Roma, Cedroni, oltre al ceppo laziale a Velletri, Roma e Lariano nel romano, presenta un piccolo ceppo forse autoctono a Gandellino nel bergamasco, Cetro, assolutamente rarissimo, è del napoletano, Cetrone ha un ceppo nell'aquilano a Scanno e Barrea, un ceppo a Pontinia e Sonnino nel latinense ed a Roma, Cetroni ha un ceppo a Marino, Roma e Ciampino nel romano, ed uno a Tortoreto nel teramano, dovrebbero derivare dal nome medioevale Cetro, Cetronis o Cedrone, a sua volta derivato dal nome del gallo cedrone, l'uccello che dona le sue piume al cappello piumato dei bersaglieri, tracce antichissime di questa cognominizzazione le troviamo già nel 1200 in Toscana: "...Asdente fo de Parma e fu calzolaro, e tuto 'l so ingenio pose a sapere divinare; e tal volta esso dicea cosse vere. E costui se chiamò Asdente Cedrone. ...".
CEFALA
CEFALI
CEFALINI
CEFALO
CEFALONE
CEFALONI
Cefala e Cefalini sono praticamente unici, Cefali, rarissimo ha un ceppo a Roma, un piccolo ceppo a Catanzaro e Cortale nel catanzarese ed uno a Palermo e Messina, Cefalone, assolutamente rarissimo, parrebbe del casertano, Cefaloni è specifico di Ripi nel frusinate.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
L'origine di questi cognomi va ricercata nel nome medievale Cefalo, l'italianizzazione cioè del personale greco Kefalos, che, tratto dal greco kefàli, significa letteralmente testa, capo (vedi Cefalà e Testa): nell'onomastica antica, a ben vedere, il nome Cefalo rimanda più probabilmente alla mitologia greca, dove il personaggio di Cefalo è al centro di una tragica storia d'amore con la sua sposa Procri - per la precisione, comunque, va aggiunto che Cefalo fu anche il nome di diversi personaggi storici vissuti nel mondo antico, fra i quali, ad esempio, si può ricordare Cefalo di Siracusa, padre dell'oratore Lisia e dei filosofi Polemarco ed Eutidemo. Detto questo, ad ogni modo, va notato che nel caso specifico dei cognomi Cefala e Cefali non è esclusa una derivazione dai cognomi Cefalà e Cefalì, che, nell'ambito del sud Italia, appartengono o alla tradizione grika o ai cognomi arvaniti provenienti dalla Grecia (per una spiegazione più approfondita, vedi Cefalà). In conclusione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni o dei nomi personali dei capostipiti o di soprannomi ad essi attribuiti - per quanto proponibile, invece, è piuttosto improbabile una connessione con la toponomastica greca.
CEFALA'
CEFALI'
Entrambi calabresi della provincia di Catanzaro, Cefalà è tipico di Lamezia Terme, mentre Cefalì è di Catanzaro e Cortale.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
D'origine grika o greco-albanese, i cognomi Cefalà e Cefalì nascono da un'italianizzazione dei termini greci kefalàs e kefalìs, che, in lingua neo-greca, significano letteralmente testone, testa grossa o, in senso figurato, testardo, ostinato (vedi Cefala): in questo contesto, a dire il vero, va notato che Cefalà e Cefalì corrispondono esattamente ai cognomi italiani Testone, Capone, Capoccia, etc, tipici dell'antica tradizione popolare. Nell'Impero Bizantino, tuttavia, è importante ricordare che il termine kefalades (plurale di kefalàs) era anche un appellativo attribuito agli arconti militari, probabilmente per sottolineare il loro ruolo di capi o comandanti dell'esercito - un po' come noi usiamo il termine capoccia nel senso di capo: in questo senso, allora, non è escluso che alcune di queste famiglie abbiano effettivamente un legame con un kefalàs bizantino, soprattutto se si considera che diverse famiglie arvanite erano legate ai ranghi nobili o militari della Grecia medievale (così come dell'Albania). Prima di concludere, ad ogni modo, va aggiunta un'ultima ipotesi riguardo ai cognomi in questione (soprattutto nel caso di Cefalà): osservando la toponomastica greca, va notato che diversi toponimi greci contengono la radice Kefal- - ad esempio l'isola di Kefalonia e il villaggio cretese di Kefalas - e, in questo senso, non si può escludere una derivazione dalla toponomastica greca (per quanto l'ipotesi sia poco probabile); in Sicilia, inoltre, esiste anche una località dal nome Cefalà Diana (PA), ma, siccome Cefalà è un cognome principalmente calabrese, anche quest'ipotesi suona poco probabile (semmai potrebbe valere per gli sporadici Cefalà siciliani).
CEFALU' Tipico del palermitano, di Palermo, Cefalù, Santa Flavia e Castelbuono, deriva ovviamente dal toponimo Cefalù (PA).
CEFARELLI
CEFARIELLO
CEFARO
CIFARELLI
CIFARIELLO
Cefarelli, assolutamente rarissimo, è del casertano, Cefariello è napoletano, Cefaro è laziale, Cifarelli è tipico della zona che comprende il barese ed il materano, Cifariello, molto molto raro, è napoletano, dovrebbero tutti derivare dall'aferesi del nome Lucifero, termine usato spesso nel meridione d'Italia nell'accezione di discolo, monellaccio, e potrebbero essere originati da soprannomi correlati con il carattere particolarmente vivace del capostipite.
CEGLIA
DE CEGLIA
DI CEGLIA
Diffuso in Campania Ceglia, soprattutto nell'alto salernitano, in Basilicata e nel foggiano e nelle zone circostanti, De Ceglia è invece specifico di Molfetta (BA), Di Ceglia, assolutamente rarissimo, è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione del precedente, potrebbero tutti derivare da uno dei toponimi contenenti il vocabolo Ceglie, l'ipotesi che lo farebbe discendere dal nome medioevale normanno Celia è abbastanza improbabile, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Molfetta almeno dal 1600 con i De Ceglia ed a Picerno (PZ) fin dal 1700 con i Ceglia.
CEGLIE Ceglie,  specifico di Bari ed Altamura nel barese, dovrebbe derivare dal toponimo Ceglie del Campo, una frazione nella periferia sud della città di Bari, anche se non si può escludere, in qualche caso, anche se molto meno probabile, una derivazione dal toponimo Ceglie Messapica nel brindisino.
CEI Tipico dell'alta Toscana, dovrebbe derivare dal nome medioevale Cei di cui abbiamo traccia in un atto degli scritti pisani datato 6 dicembre 1185: "...Ciolo Formentino germano meo totum unum et integrum petium terre cum domo super se et omni sua pertinentia positum in civitate pisana in Cappella Sancti Bartholomei delle Risi quod olim fuit Cei Jannibelli, olim fratris suprascripti Puccini..." ed a Firenze agli inizi del 1300: "...Liber et Memoriale negotiorum propriorum Bonaccorsi Symonis de Cerasomma notarii, et Cei eius germani, factus et compositus post combustionem domorum Podiensium et apotece, in qua dictus Bonaccorsus morabat, sub anno..."
CELANI
CELANO
Celani ha due ceppi uno nelle Marche ed uno nel Lazio, l'origine dovrebbe essere da un soprannome legato ad un toponimo Celano (AQ), Celano è tipicamente meridionale, ha almeno due ceppi, uno tra salernitano, Lucania e Calabria centrosettentrionale ed uno in Sicilia, soprattutto nel catanese, dovrebbero derivare dal nome medioevale Celanus, di questo nome si ha un esempio nel 1400 nel Lazio, dove troviamo  un certo Celanus de Interamne (Teramo) che il 16 dicembre di quell'anno viene nominato castellano della rocca di Castelnuovo di Porto (Roma), tracce di queste cognominizzazioni le troviamo nella seconda metà del 1500 con Guerrerius Celanus comandante 194 militi veneziani a Cipro.
CELANT Celant è tipico del veneziano, di Venezia e Cinto Caomaggiore, e del pordenonese, di Polcenigo, Pordenone, Fiume Veneto e Caneva, di origini friulane questo cognome dovrebbe derivare dal nome del monte Celant situato sulle Prealpi pordenonesi verso il bellunese.
CELANTI
CELANZI
Celanti, estremamente raro, parrebbe toscano, probabilmente di Livorno, Celanzi, quasi scomparso è del centronord, forse marchigiano del Piceno, dovrebbero derivare dal nome medioevale Coelanthus o Coelanthius (Giglio).
CELATA
CELATI
CELATO
Celata ha un ceppo a Pitigliano e Manciano nel grossetano ed uno a Roma, Celati ha un ceppo emiliano nell'area che comprende il bolognese, il ferrarese ed il ravennate, in particolare a Ferrara ed Argenta nel ferrarese, ed un ceppo a Livorno, Piombino e Rosignano Marittimo nel livornese, Celato ha un ceppo a Montebelluna nel trevisano ed uno a Macerata Campania nel casertano, dovrebbero derivare dal cognomen latino della Gens Cornelia Celatus, Celata, che deriva da un identico soprannome latino con il significato di invadente,  o dal suo equivalente slavo Celat.
CELAURO
CERAOLO
CERAULO
CERAVOLI
CERAVOLO
CILAURO
CIARAVOLO
CIRAOLO
CIRAULO
CIRAVOLO
Celauro è siciliano, di Agrigento e di Palermo, Ceraolo è tipico del messinese, di   Gioiosa Marea, Piraino, Capo d'Orlando, Messina,   Sant`Angelo di Brolo, Brolo e Patti, Ceraulo sembrerebbe tipico di Palermo, con un piccolo ceppo anche nel catanese, Ceravoli, sembrerebbe unico, è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione di Ciaravolo che è specifico della Campania, in particolare del napoletano, di Torre del Greco, Napoli e Portici, Ceravolo è tipicamente calabrese, del reggino soprattutto di Bovalino e Feroleto della Chiesa, ma è ben presente anche a Catanzaro, Soriano Calabro (VV) e Cirò Marina nel crotonese, ha anche un ceppo a Palermo, Cilauro, estremamente raro, è del sud della Sicilia, Ciravolo è anch'esso siciliano di Palermo e Giuliana nel palermitano, di Campobello di Mazara nel trapanese e di Paternò nel catanese, Ciraolo è sempre siciliano, di Messina e del messinese soprattutto, ma con ceppi anche nell'agrigentino a Grotte e Cianciana, Ciraulo ha un piccolo ceppo nel cosentino, ma sembra essere sempre tipico della Sicilia, in particolare di Palermo e del palermitano, dovrebbero tutti derivare da soprannomi originati dal termine arcaico ceraulo o ciraulo che significa sia incantatore di serpenti che imbroglione, a loro volta derivati dal termine greco keraùles (suonatore di flauto, incantatore), nel 1400 i cerauli o celauri o serpari, difendevano il bestiame dai morsi del serpente, quindi questi cognomi potrebbero anche derivare dal mestiere di serparo svolto dai capostipiti.
CELEGATO Celegato è tipicamente veneto, di Venezia, Mira, Mirano e Dolo nel veneziano e di Padova,Curtarolo e Vigodarzere nel padovano, dovrebbe derivare da un soprannome basato sul termine dialettale veneziano arcaico celegato (passerotto).
CELENTANI
CELENTANO
CELINTANO
CILENTANO
Celentani e Cilentano sono assolutamente rarissimi, mentre Celentano è molto più diffuso, Celintano è ormai quasi scomparso, sono tutti cognomi tipicamente campani, derivano dall'essere i capostipiti provenienti dal Cilento.
integrazioni fornite da Giacomo Ganza / Villa di Tirano (Sondrio)
Cognome molto noto nel mondo della musica leggera, anche al di là dei confini del nostro paese. Deriva dal nome di una regione storica della Campania, il Cilento, che costituisce la parte interna del Salernitano. Il cognome é diffuso in Campania e Puglia, ma è presente anche al nord e altre parti di Italia, seppure più sporadico.
CELENZA Ha un ceppo in Abruzzo a Vasto (CH) ed uno nel Lazio a Ceccano (FR), deriva dal toponimo Celenza sul Trigno (CH).
CELESI
CELESIA
Celesi sembrerebbe unico, dovrebbe essere dovuto ad un'errata trascrizione di Celesia, che ha un ceppo a Pollein in Val d'Aosta, uno a Genova, che potrebbe derivare dal nome di Celesia, frazione di San Colombano Certenoli nel genovese, ed uno, il più consistente, a Palermo, dovrebbe derivare dal nome femminile medioevale Celesia, un'alterazione del nome tardo latino Celisia.
CELESTA
CELESTE
CELESTI
Celesta è unico, e dovrebbe essere il risultato di un'errata trascrizione di Celeste, che è diffuso a macchia di leopardo nel centro sud ed in Sicilia, Celesti ha un ceppo nel perugino, nel viterbese e romano e nel messinese, dovrebbero derivare dal nome sia maschile che femminile Celeste, attribuito da genitori che da buoni cattolici augurassero al proprio figlio o figlia il migliore dei futuri possibili.
CELESTINI
CELESTINO
Celestini è tipico delle province di Roma e Viterbo, ma si nota anche un ceppo umbro a Città di Castello (PG), Celestino ha un ceppo cosentino, uno casertano ed uno palermitano, questi cognomi dovrebbero derivare dal nome Celestino, diffuso in epoca medioevale (è il nome di cinque papi fino al XIII° secolo), ma è pure possibile che prendano il nome dai monaci Celestini o per una vicinanza ad un loro monastero o per altri motivi.
CELI
CELINI
Di Celi sembrerebbero esserci più ceppi, nella zona dello stratto di Messina e nella zona di confluenza tra Marche Abruzzi e Lazio, Celini, assolutamente rarissimo, è meridionale, con un piccolissimo ceppo a Taranto, dovrebbero derivare, direttamente o tramite ipocoristici, anche dialettali, dall'aferesi del nome medioevale Micele, variante del nome Michele, specialmente in Sicilia Celi è stato un diminutivo comune per Michele, una seconda ipotesi, valida soprattutto al sud, propone una derivazione dall'aferesi del cognome Miceli.  Agli inizi del 1600 nella città dell'Aquila operava come notaio Marcantonio Celi.
CELIA Originario dell'area siculo calabrese.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Celìa è un cognome calabrese che riprende il cognome greco Kελία.
CELINO
CELLINO
Celino è decisamente pugliese, con un ceppo a Carovigno, Erchie, Mesagne e San Vito dei Normanni nel brindisino ed uno a Cerignola nel foggiano, Cellino ha un ceppo a Torino e nell'astigiano, ed uno a Mesagne nel brindisino, dovrebbero derivare dal nome del paese di Cellino San Marco nel brindisino, ma in qualche caso potrebbero derivare da ipocoristici di forme aferetiche del nome Micele (vedi CELI), forse portato dai capostipiti.
CELLA
CELLI
CELOTTI
CELOTTO
Presente in tutt'Italia Cella ha almeno tre ceppi, uno nelle Venezie, uno nella zona tra le provincie di Genova e Parma e tra Piacenza e Lodi, diffuso in tutta la penisola Celli è particolarmente concentrato nel centro, Celotti è distribuito a macchie di leopardo e potrebbe avere più zone d'origine sicuramente una è nel ravennate ed una nell'udinese, Celotto ha un nucleo nelle province di Treviso e Pordenone ed uno nel napoletano. Questi cognomi possono avere diverse origini, che vanno dalla derivazione da soprannomi legati a toponimi quali Cella (RE) - (FO), Celle (RA), Celle sul Rigo (SI) e altri, a soprannomi legati al mestiere dell'oste, in latino cellarius (cantiniere) cioè chi era addetto alla cella vinaria (cantina), a diminutivi di nomi o di soprannomi come Simoncelli, Monicelli.
integrazioni fornite da Andrea Ferreri
Ha probabilmente alla base l'ipocoristico aferetico Cello di nomi come Baroncello, Simoncello, etc. Oppure toponimi del tipo Cella e Celle largamente diffusi sul territorio nazionale. In altri casi ancora può essere una variante di Celi, ipocoristico aferetico di Miceli, variante di Michele. Il cognome è diffuso nell'Italia centro-settentrionale con maggior frequenza in Emilia Romagna (Rimini), Toscana (Firenze, Lucca ed Arezzo) e Lazio (Roma).
CELLAI Cellai è tipicamente toscano dell'area fiorentino, aretina, di Firenze e Reggello (FI) in particolare, si potrebbe trattare di forme aferetiche di cognomi come Rucellai, ma è pure possibile che siano semplicemente soprannomi che identifichino il mestiere di osti o cellarii svolto dai capostipiti, le cantine venivano chiamate in epoca medioevale cellae vinariae.
CELLAMARA
CELLAMARE
Cellamara, praticamente unico, dovrebbe essere il frutto di errori di trascrizione o di alterazioni dialettali del cognome Cellamare, che è tipicamente pugliese, di Bari soprattutto, di Trani, Andria e Modugno nel barese, di Taranto, Martina Franca e Castellaneta nel tarantino, e di Manfredonia nel foggiano, e che dovrebbe derivare dal nome del paese di Cellamare nel barese, probabile luogo d'origine dei capostipiti.
CELLARI
CELLERI
Cellari, quasi unico, sembrerebbe del pavese, Celleri, altrettanto raro, è dell'area ligure, toscana, dovrebbero derivare dal mestiere di cantiniere svolto probabilmente dai capostipiti, mestiere che in epoca medioevale era quello dei cellarii, cioè di quanti gestissero una cella vinaria (cantina dei vini).
CELLAURO Cellauro sembrerebbe specifico di Sommatino nel nisseno, potrebbe derivare da un soprannome dialettale grecanico riferito ad un suonatore di lira o ad un musico, forse il mestiere del capostipite.
CELLUPICA
CELLUPICO
Cellupica è specifico del frisinate, di Monte San Giovanni Campano, Isola del Liri e Sora, e di Roma, Cellupico, è praticamente unico, dovrebbe essere dovuto ad un errore di trascrizione del precedente, che dovrebbe derivare dal nome della località Cellupica, situata presso Sora nel frusinate.
CELMI Celmi, assolutamente rarissimo, ha un piccolissimo ceppo nel verbasnese ed uno altrettanto piccolo nel napoletano, dovrebbe derivare dal nome medioevale Celmus, una forma aferetica di nomi franchi come Gaucelmus o Gocelmus, nome di cui abbiamo un esempio d'uso a Pamplona in Spagna in un atto del 1208, dove tra i testi leggiamo: "... Sunt huius rei testes Sancius de Biota, don Guarin Pampilonenssis canonichus et Gocelmus canonicus, domnus Lupus frati supra dicti episcopi et Nicholaus alchaldde Olit, et Lop Languina de Carchastello. ..".
CELORI
CELORIA
Celori, quasi unico, parrebbe del pavese, Celoria è tipicamente piemontese, di Torino, Vercelli e Santhià nel vercellese e di Casale Monferrato ed Ottiglio nell'alessandrino, dovrebbero derivare dal termine e nome celorius, arcaismo per celeste, improponibile una connessione con il termine celloria, sinonimo di intelletto.
integrazioni fornite da Giorgio di Francesco
In realtà, Celoria è un cognome piemontese che deriva dal nome di un attrezzo agricolo: l'aratro, che in piemontese si dice "slòira".
Nei documenti medievali, come gli statuti comunali, il termine è latinizzato in "celoria".
CELOZZI Celozzi è specifico del foggiano, di Torremaggiore e di Casalvecchio di Puglia, potrebbe derivare da un ipocoristico di forme aferetiche di ipocoristici di nomi come Simone, Ottone o Barone, passando prima per Simoncello, quindi per aferesi Cello, da cui Cellozzo o Celozzo.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Celozzi è un cognome foggiano derivato dal cognome base Celi (cfr.)
CEMBALI
CEMBALO
CIMBALI
CIMBALLI
CIMBALO
Cembali è tipico della zona tra bolognese e ravennate, di Imola (BO), Riolo Terme, Cotignola e Faenza nel ravennate, Cembalo è campano, di Altavilla Silentina nel salernitano, con un grosso ceppo anche a Capua nel casertano, Cimbali ha un ceppo nel perugino, uno nel napoletano ed uno nel catanese, Cimballi, assolutamente rarissimo, sembrerebbe toscano, Cimbalo è calabrese, del cosentino e del catanzarese, dovrebbero derivare da un soprannome legato al vocabolo cembalo (tamburello), forse per il fatto che il capostipite suonasse quel tipo di strumento o lo producesse.
CENA Cena è tipicamente piemontese, del torinese, di Chivasso in particolare e di Torino, Verolengo, Collegno, Caluso, Settimo Torinese, Brandizzo, San Benignao Canavese e Torrazza Piemonte, con un ceppo anche a Cigliano nel vercellese e con presenze nel barese, potrebbe derivare dal nome medioevale Cena, che con riferimento alla Cena Domini o ultima cena, veniva anticamente attribuito ai nati di Giovedì Santo.
CENACCHI
CENACCHIO
Cenacchi è tipicamente emiliano, del bolognese e ferrarese, di Bologna e Castel Bolognese nel bolognese e di Ferrara, Cento, Berra e Poggio Renatico nel ferrarese, Cenacchio è quasi unico, dovrebbero derivare dal nome del paese di Cenacchio, una frazione di San Pietro in Casale nel bolognese, probabile luogo d'origine dei capostipiti.
CENATIEMPO
GENATIEMPO
GENNATIEMPO
Cenatiempo è tipico di Barano d'Ischia ed Ischia, sull'isola d'Ischia nel napoletano e di Napoli, Genatiempo, assolutamente rarissimo è del napoletano, sembrerebbe dovuto ad un'errata trascrizione del cognome Gennatiempo, che, molto raro, è specifico di Salerno, ricordiamo con questo cognome il pittore campano Girolamo Cenatiempo nato a Napoli verso la fine del 1600 e le cui opere  dagli inizi del 1700 arrivano fino al 1742, l'origine è oscura, potrebbe derivare da una trasformazione dialettale di un soprannome attribuito ad un capostipite veramente flemmatico, ma questa è solo una semplice ipotesi, cui si affianca la più probabile derivazione da un adattamento dialettale del nome francese Jean-Etienne, che potrebbe essere stato portato dal capostipite.
CENCI
CENCIA
CENCIARELLI
CENCINI
CENCIO
CENCIONI
Cenci è tipico della fascia centrale che dalle Marche, attraverso l'Umbria arriva al Lazio, con un ceppo nel fiorentino ed uno nel vicentino, Cencia, molto raro  ha un ceppo a Sonnino nel latinense ed a Roma, ed a Sessa Aurunca nel casertano, Cenciarelli ha un piccolo ceppo tra Arezzo e Città di Castello nel perugino, ed uno molto consistente nel Lazio, a Roma, Paliano nel frusinate, e Rieti, Cencini è tipicamente toscano, soprattutto del senese, e di Roma, Cencio ha un piccolo ceppo ad Ancona ed uno ad Alba nel cuneese, Cencioni è specifico dell'area che comprende la Toscana il viterbese ed il romano, il ternano ed il Piceno, dovrebbero derivare, direttamente o tramite forme ipocoristiche o accrescitive, dal nome medioevale Cencio di cui si hanno tracce ad esempio nel 1000 con Cencio Camerario autore del più antico ed importante catalogo delle chiese di Roma edito nel 1192.  Esempio famoso di questa cognominizzazione si ha nel 1500 con Giacomo e Beatrice Cenci giustiziati per il delitto di parricidio, sabato 11 settembre 1599, sotto il regno di Papa Clemente VIII° Aldobrandini.
CENEDELLA Cenedella è tipicamente lombardo del bresciano, di Lonato, Brescia e Villanuova sul Clisi, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale arcaico, basato su di un termine omonimo stante ad indicare la fettuccia di stoffa usata dalle donne di campagna per acconciarsi i capelli in trecce.
CENEDESE
CENEDESI
Cenedese è tipicamente veneto, di Susegana, Breda di Piave, Treviso, Casale sul Sile, Carbonera, Conegliano, Santa Lucia di Piave, Silea, Maserada sul Piave e Villorba nel trevigiano, Cenedesi è quasi unico, dovrebbero derivare dall'etnico del paese di Ceneda nel trevisano, un sobborgo di Vittorio Veneto, che nel 1866, unitamente al paese di Serravalle, contribuì a formare la città di Vittorio Veneto, probabile luogo d'origine dei capostipiti.
CENERI Ceneri ha un ceppo emiliano, in particolare a Bologna, ed uno campano, in partigolare a Frignano nel casertano ed a Bacoli nel napoletano, dovrebbe derivare dal nome del capostipite, attribuitogli perchè nato nel giorno delle Ceneri (il mercoledì prima di Pasqua), ma potrebbe anche essere un cognome attribuito per lo stesso motivo ad un trovatello.
CENESI
CENISI
CENISIO
Cenesi, molto molto raro, ha un piccolo ceppo a Forlì e nel bolognese, Cenisi sembrerebbe quasi scomparso, Cenisio è assolutamente rarissimo, si dovrebbe trattare di forme alterate derivate dal cognomen latino Genesius (vedi GENESI), ma potrebbe anche derivare da nomi arcaici di località come quello citato nello: "Statutum civile et criminale et conventiones castellanie Rivernarii, Arnaschi, Cenesii et pertinentiarum" del 1288.
integrazioni fornite da Dante Cenesi
sebbene in provincia di Savona esista nel comune Cisano sul Neva la frazione Cenesi, l'accento tonico pronunciato è sulla prima "e", e non esiste come cognome in zona; in Calabria esisteva sulla costa tirrenica la cittadina di Cene, gli abitanti cenesi l'abbandonarono a causa delle incursioni saracene e fondarono Fiumara: non esiste come cognome nella zona; in provincia di Bergamo, nella valle del fiume Serio, c'è il Comune di